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Karl Popper in esilio

M.H. Hacohen

Prefazione: (10) La distinzione fra storicismo e istorismo.

Introduzione:

(19) L'Atene classica e la monarchia asburgica sono per Popper una prefigurazione della
sua società aperta.
(27) La difficile posizione degli intellettuali ebrei in austria negli anni '30. il governo Dolfuss
aveva limitato l'insegnamento dell'unico sostenitore accademico di P, H. Gomperz.
(28) Lo stsso Popper Era stato costretto ad insegnare senza poter utilizzare il suo diploma
di insegnante di matematica, addirittura stare in una scuola lontano da casa con studenti
poco raccomandabili.
Settembre 1935 – Giugno 1936: Giro di conferenze in Inghilterra per cercare un contratto.
Tornato a vienna P cercò di contattare Carnap per l'america, ma lui se ne lavò le mani,
oltretutto a seguito di uno scontro P-Neurath che ne aveva un po' minato la reputazione.
(1936) Intervenne Felix Kaufmann, ammirato dal lavoro di P, per metterlo in contatto con
Cambridge e fargli ottenere una borsa.
Contemporaneamente gli fu offerta una posizione migliore in Nuova Zelanda.
L'arrivo di P in NZ fu accolto con entusiasmo, e negli anni in cui lui fi presente, egli
contribuì non poco a dare nuovo impulso alla ricerca accademica, con varie iniziative, al
punto da rendere possibile la trasformazione dell'università in un'istituzione rispettabile.
P si alienò le simpatie di Sutherland, direttore del dipartimento, dichiarando il suo
disinteresse per la NZ. S. diffuse allora la voce che P avesse simpatie tedesche. P fu
sostenuto dal rettore Hight, il quale però se ne andò durante la guerra.
Le condizioni di vita di P e Hennie furono durissime durante la guerra.
P durante la guerra organizzò un comitato di emergenza per i rifugiati (austriaci) ma
incontrò molte difficoltà, ottenendo solamente 30 permessi.
A causa di un certo silenzio nella corrispndenza non sappiamo come avvenne il passaggio
di P dalla filosofia della scienza alle scienze sociali. P pensava che gli errori storicistici dei
Marxisti fossero alla base dei loro insuccessi nella lotta ai fascismi.
(43) “La Società Aperta emerse dalla sua discussione dell'essenzialismo nella sezione 10
di Miseria dello Storicismo”.
Nel 1943 P pensava che i suoi scritti su Platone, Hegel e Marx fossero materiale da
mettere insieme a Miseria dello storicismo e a che cos'è la dialettica? Per formare un
volume dal titolo i fondamenti della scienza politica.
Maggio 1944: popper lavora e amplia la seconda parte di miseria alla luce della sua lettura
dell'opera di P.
Dopo essersi trasferito in inghilterra P tornò spesso in austria, negli anni 50 e 60, ma
senza mai trattenersi per lunghi periodi.
La filosofia politica era la nuova patria di P, egli non poteva permettersi di metterla a
rischio tornando in austria.

PARTE SECONDA

La Società... rappresenta l'eredita dell'intellighenzia ebraica progressista viennetta.


L'influenza del movimento dei monisti, che consideravano l'impero cosmopolita come la
base di una federazione mondiale.
Popper rimase sempre un ebreo progressista assimilato, un ebreo-non ebreo.
Popper ridusse il concetto di Heimat alle relazioni psicologiche degli individui sul loro
ambiente.
La nazione è un'associazione legale. Le piccole realtà per Popper possono esistere solo
se legate ad una più ampia cornice internazionalistica. Questo per scoraggiare l'imporsi di
un concetto di Heimat fascista.
L'atteggiamento di P verso l'heimat deriva dal suo esservi escluso in quanto ebreo. Si
tratta di una dissoluzione di risposta.

Il presupposto di autodetermniazione delle società nazionali è alla base del fallimento di


Versailles, dei patti delle nazioni, e delle idee di Wilson e Masarik.
Popper operò una decostruzione delle identità nazinali, convinto che al momento di
arrivare alla riduzione a quelle individuali, arriviamo anche a quella universale.

Per P il razzismo nazista era lo stadio più acuto del nazionalismo → culmine dello “stato
nazionale”. P era inoltre convinto della coesistenza di società chiuse in seno alla società
aperta, ma non ne cercò mai compromessi, tanto meno con la realtà del fascismo.s
la sua negazione di qualsiasi auto-determinazione nazionale e 2la breccia che egli
lasciava aperta fea l'identità nazionale e quella cosmopolitica2 gli si rivoltarono contro
quando si dovette parlare di anti-semitismo e sionismo. P riteneva la difesa dell'identità
ebraica come una corresponsabilità degli ebrei all'anti-semitismo. Non c'era distinzione in
P fra identità ebraica e auto-derminazione nazionale.

4. Atene classica: l'Impero cosmopolitico di un viennese progressista.

Platone cospirò per bloccare lo sviluppo commerciale di Atene e sostiturne la demcrazia


con un regime totalitario e rurale.
Hegel styravolse la filosofia di Kant riportando l'idealismo nei confini reazionari, in
un'esaltazione dello stato nazionale al di sopra della società cosmopolitica di K.
Marx fu si democratico progressista, ma ebbe troppe pretese di aver scoperto leggi
inesorabili della storia, cosìcchè i socialisti non riuscirono ad opporsi ai fascisti, lasciando
senza difese la democrazia liberale.
Atene fu la prima società aperta, rompendo il ciclo del “tribalismo” e riuscendo a fondare
una politica sul logos e sulla legge. Atene era laica, commerciale, democratica e
cosmopolitica. Sua contropoarte totalitaristica era Sparta. Per compiere questa operazione
P non ha mancato di forzare la mano nell'interpretare alcuni famosi scritti dell'epoca, come
il discorso funebre di Pericle, da lui riletto come una descrizione abbastanza fedele della
vita nell'atene cosmopolita e individualistica, o i discorsi di Ippia e Protagora nel Protagora
di Platone, i frammenti dei sofisti e l'Apologia di Socrate come opere in cui vengono
avanzate concezioni moderne ed egualitarie di giustizia, democrazia ed individualismo.
P si battè anche contro chi sosteneva tesi differenti dalla sua; l'Atene intollerante era un
retaggio degli aristocratici nemii della democrazia, la schiavitù, seppur presente, sarebbe
stata di fatto contrastata da un forte movimento abolizionista.
(per p una qualche forma di imperialismo era necessaria per superare il tribalismo).
In verità se prendiamo il Pericle di Tucidide, notiamo come l'esaltazione della democrazia
da parte sua sia tutta dalla parte della polis e del subordine degli individui ad essa.
Nel suo discorso funebre appare piuttosto evidente che il focus sia sopratutto la potenza
politica della polis.
Le scelte difensiviste di P danno l'idea che egli avesse visto nella città le speranze
politiche dei progressisti della vienna asburgica.
Dopo la dissoluzione dell'impero, e il fallimento dei movimenti socialisti, ai progressisti non
restava praticamente nulla, prima di essere spazzati via dai fascismi. P non fu certo il
primo ad aver idealizzato l'atene democratica, ma si inserì ne “l'impero ideale dei
progressisti”.
“Contava poco che certi eventi Eventi fossero accaduti due millenni prima e lontano
dall'Europa centrale. La federazione cosmopolita di Kant trascendeva spazio e tempo.
Dove l'impero asburgico aveva fallito, Atene aveva avuto successo. L'imperialismo
progressista aveva trionfato sul nazionalismo e la politica etnica.1”

Parte Terza

Logica della ricerca e società aperta

1.

P fu sempre uno straniero, in qualunque patria si trovasse. In austria nutrì una stima
notevole per i pensatori inglesi, mentre in inghilterra non si sarebbe poi mai veramente
sentito a casa.

2.

Quando p lavorò a ridurre Die beiden Grundprobleme nella Logik der Forschung P
continuò ad interfacciarsi con il circolo di Vienna (nella figura di Carnap), ma ad esso non
fu mai ammesso, a causa del suo carattere, e del suo orgoglio nell'essere un pensatore
isolato.

3.

L'immagine della scienza proposta nella Logica è quella riguardante grandi scenziati
rivoluzionari, piuttosto che sulla routine della comunità scientifica. Suo modello di
riferimento fu l'Experimentum crucis.
Controllo e smentita delle teorie dovevano essere questioni intersoggettive, e recano
problemi intorno alla formazione del consenso scientifico. Per popper quello del consenso
è un processo infinito, il cui regresso infinito avrebbe imolicato una nuova “Babele delle
lingue”.
Ma la LDSS non prevedeva di considerare criteri extra-logici per le decisioni scientifiche.
Il compito del libro era l'eliminazione dello “psicologismo”, e di qualsiasi confusione fra
genesi di una teoria e sua giustificazione; per quanto riguarda osservabilità, esperimenti e
confutazione, p non distinse mai scienziati e comunità scientifica, poiché era di logica della
scienza che si parla. Ma in tema di controllo intersoggettivo, essenziale per la
demarcazione, le istituzioni sono fondamentali.
P ammise come presupposto il carattere pubblico della scienza, ma non indagò mai sulla
relazione fra critica intersoggettiva e progresso scientifico.
Fu la politica a portare p a difendere la discussione critica intersoggettiva.
La riprova di questo si può trovare nella critica alla sociologia della conoscenza ne La
Società Aperta.
P fu critico contro il modello Marxista del condizionamento e del pregiudizio sociale,
sopratutto nella versione estesa ed universalizzata di Manheim, che riduceva il sapere
oggettivo, alla pura individualità, eliminando qualsiasi intersoggettività. La discussione
nella comunità scientifica può essere estesa alla politica e alla società; un razionalismo
critico che p contrapponse al romanticismo, all'irrazionalismo e al misticismo, rei di aver
animato il pensiero fascista.
“Prima egli estese il criterio dell'oggettività scientifica dal controllo intersoggettivo alla
critica pubblica, e successivamente trasformò la critica pubblica nello standard sia per la

1 P. 68
razionalità politica che per quella scientifica 2.”
La discussione critica pubblica è ciò che unisce la filosofia della scienza di Popper e la sua
filosofia politica, la LDSS e OS.

4.

Il “pubblico” inteso da P rimane però ancorato alla categoria del dover-essere. In effetti
non è possibile per chiunque avere accesso alla sfera pubblica, ed inoltre la logica della
scoperta non serve a fissare le basi per un discorso intersoggettivo, almeno se non è
affiancata da una “sociologia della comunità scientifica e politica”. Furono proprio il suo
disinteresse verso l'idea di classe ad impedire un terreno comune fra elementi logici e
sociologici nel rapporto politica/scienza.
Inoltre p non immagino niente di intermedio fra l'individuo e lo stato, e l'estremo di questo
fu la teorizzazione della “società astratta” 3, una società in cui tutto ciò che è perso in
termini di contatto individuale è recuperato in termini di libertà. Modello che riflette
moltissimo il suo atteggiamento umano btw.

5.

6.

p vide nei membri dell'alleanza atlantica i migliori esempi di società mai visti, ma molto
lontani dai suoi modelli.

2 P. 82
3 V p. 85

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