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LA LOGICA ARISTOTELICA

Nella classificazione aristotelica delle scienze, la logica non studia un oggetto


specifico, ben si la forma comune a tutte le scienze, ovvero le modalità dimostrative
di cui tutte le scienze devono avvalersi. Gli scritti aristotelici di logica sono
raggruppati sotto il titolo Órganon " strumento ". Secondo un’interpretazione, la
funzione introduttiva della logica, è intesa come “strumento” di cui si servono tutte
le scienze. Gli elementi del pensiero studiati nell'Organon sono:
1)La logica dei concetti analizzati nel libro delle Categorie,
2)La logica delle proposizioni analizzate nel libro “sull'interpretazione”
3)La logica del ragionamento analizzate nei libri negli Analitici primi e secondi, nei
Topici e nelle Confutazioni sofistiche.

I CONCETTI
Aristotele ritiene che i concetti possano essere ordinati secondo la loro maggiore o
minore universalità; in un sistema di scale gerarchiche che vanno dai concetti più
generali ai concetti più particolari, i quali coincidono con gli individui. All'interno di
ogni scala, tra i vari livelli c'è un rapporto di
-Genere e specie In cui ogni concetto è la specie di un concetto più universale, e
nello stesso tempo è il genere di un concetto meno universale. Ad esempio, il
concetto di “mammifero” è genere rispetto al concetto di “felino”, che a sua volta è
specie rispetto a “mammifero” ma anche genere rispetto a “gatto”.
Viste nel loro insieme, le varie scale dei concetti hanno quindi alla loro base una
specie infima, cioè una specie che non ha altre specie sotto di sé, in quanto presenta
la massima comprensione e la minima estensione possibili, finendo per coincidere
con un individuo.
Nel mezzo delle scale concettuali ci sono i generi e le specie, mentre al vertice
i generi sommi concetti che, presentando la massima estensione possibile e la
minima comprensione possibile, coincidono con le 10 categorie, ovvero con i 10
modi di predicazione dell'essere. La totalità dei concetti è suddivisa in 10 zone
categoriali, la più importante delle quali è quella afferente alla categoria della
sostanza: all'interno di tale regione dell'essere, le gerarchie concettuali hanno alla
loro base individui di tipo sostanziale o sostanze prime (Gli individui concreti, sinoli
di materia e forma), e nei loro intermedi tutta una serie di sostanze seconde, che
sono i generi e le specie che servono a classificare le sostanze prime.
LE PROPOSIZIONI
I concetti sono gli elementi costitutivi della: proposizione, ovvero espressione
linguistica che afferma o dichiara se qualcosa è vera o falsa. Le proposizioni sono
classificate da Aristotele secondo la qualità in affermative e negative, e secondo la
quantità in universali, particolari e singolari, a seconda che il soggetto sia costituito
da un'intera classe (ad esempio " tutti gli uomini "), da alcuni elementi di una classe
(ad esempio "qualche uomo") o da un singolo individuo (ad esempio " Socrate ").
Aristotele studia inoltre i rapporti di verità e di falsità che intercorrono tra questi
diversi tipi di proposizione, distinguendo tra:
1) Proposizioni contrarie cioè una proposizione universale affermativa e la sua
corrispondente universale negativa (“tutti gli uomini sono bianchi e tutti gli uomini
non sono bianchi"). Due proposizioni contrarie non possono essere entrambe vere,
ma possono essere entrambe false.
2) Proposizioni contraddittorie una proposizione uni versale affermativa e la sua
corrispondente particolare negativa ("tutti gli uomini sono bianchi" e "alcuni uomini
non sono bianchi"); oppure una proposizione universale negativa e la sua
corrispondente particolare affermativa ("nessun uomo è bianco" e "qualche uomo è
bianco") Due proposizioni contraddittorie non possono essere né entrambe vere né
entrambe false.
3) Proposizioni sub-contrarie una proposizione affermativa e la sua corrispondente
particolare negativa (" alcuni uomini sono bianchi" e "alcuni uomini non sono
bianchi"). Due proposizioni sub-contrarie possono essere entrambe vere, ma non
entrambe false.
4) Proposizioni subalterne una proposizione universale affermativa e la sua
corrispondente particolare affermativa ("tutti gli uomini sono bianchi" e " alcuni
uomini sono bianchi"); oppure una proposizione universale negativa e la sua
corrispondente particolare negativa "nessun uomo è bianco e alcuni uomini non
sono bianchi”). In questo caso, dalla verità della proposizione universale si inferisce
la verità della particolare, mentre dalla verità della particolare non si può inferire la
verità dell'universale, al contrario dalla falsità della particolare si può inferire la
falsità dell'universale, mentre dalla falsità dell'universale non si può inferire la falsità
della particolare.
I SILLOGISMI
Le proposizioni si collegano nel ragionamento. Per Aristotele, infatti, ragionare
significa collegare una serie di proposizioni in modo che le une siano causa delle
altre. Il ragionamento per eccellenza è il sillogismo cioè una forma di discorso che
concatenando diverse proposizioni andava a ricavare poi una conclusione. I concetti
presenti nelle proposizioni, sono detti:
1)Termine maggiore in cui il concetto che ha l'estensione maggiore, compare nella
premessa maggiore e nella conclusione.
2)Termine minore in cui il concetto che ha l'estensione minore, compare nella
premessa minore e nella conclusione.
3)Termine medio in cui il concetto che ha un'estensione media tra quelle del
termine maggiore e del termine minore, compare sia nella premessa maggiore sia in
quella minore.
A seconda della posizione del termine medio nella premessa maggiore e nella
premessa minore, Aristotele distingue 3 figure di sillogismo, le quali a loro volta, a
seconda che le premesse e la conclusione siano proposizioni affermative o negative,
universali o particolari, danno luogo a decine di combinazioni possibili, detti modi
del sillogismo.

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