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La maggior parte delle persone che giocano d'azzardo affrontano prove, perdendo enormi

quantità di denaro e persino perdendo il lavoro, la famiglia, gli amici, la libertà e la casa. La
maggior parte di queste persone all'inizio non si rende conto di avere un problema e inizia a
chiedere soldi ai genitori, inizia a fare piccoli lavoretti per uno stipendio o inizia a rubare. Il gioco
d'azzardo è pericoloso proprio perché un suo uso costante e incontrollato può portare a risultati
disastrosi. Perdere il controllo è l'inizio di una vera e propria dipendenza dal gioco. Una volta che il
giocatore raggiunge questo punto, non può più lasciare la macchina e cadere in un dilemma senza
via d'uscita. È come se il giocatore avesse creato un proprio universo dove esistono solo lui e la
macchina al solo scopo di giocare, perdendo il controllo del proprio corpo, delle sue emozioni e dei
suoi pensieri, non riuscendo più a riprendere in mano la realtà. Inoltre, il giocatore sarà ferito sul
piano relazionale poiché molto spesso si perdono gli affetti familiari, in cui la completa immersione
nel gioco fa passare in secondo piano l'importanza della famiglia, che finisce comunque nell'avere
un ruolo poco importante nella vita di quest'ultimo. Il giocatore così si emargina dalle relazioni
sociali, non sentendosi più parte della società, ma solo parte del suo mondo. La debolezza fisica e
psicologia delle persone però molte volte li induce al suicidio. La dipendenza del gioco d’azzardo
secondo me nasce da un fallimento verso un progetto in cui la persona non si sente rappresentato
o da un'insoddisfazione verso un ruolo. Il giocatore d’azzardo è una persona che si porta un dolore
profondo e che non crede in un “Dio” buono ma segue un “Dio” cattivo in cui esso è incarnato dalla
figura della slot machine, cosi che tra il giocatore e la macchina si instauri un rapporto personale
che lo invogli a continuare a giocare.

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