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07-05-13 Enesidemo: con lui vi una nuova rottura allinterno della storia degli scetticismi antichi, non abbiamo

o pi solo la tendenza dello scetticismo accademico, ma una forma radicale di scetticismo, la volont di mettere in discussione tutte le filosofie dogmatiche, un attacco sistematico. Non solo abbiamo gli 8 tropi che mettono in discussione qualsiasi dogmatismo, ma anche i 10 tropi dellastensione del giudizio, per cui non possiamo che approdare allisosteneia, allugual forza delle tesi contrapposte (ovviamente ugual forza non per quanto riguarda verit categoria non contemplata dallo scettico - ma la plausibilit). Il primo tropo mette in discussione lattendibilit dei sensi fino, lultimo che mette luna contro laltra usanze, credenze, massime etiche, mostrando che non possibile affermare ad esempio che un popolo moralmente superiore ad un altro. Vi una forma di RELATIVISMO. Altro punto fondamentale: se si vuole combattere il dogmatismo, bisogna farlo in maniera ordinata. Nel resoconto di Fozio si dice che gli 8 libri di Enesidemo attaccavano veramente in modo parassitario qualsiasi dogmatismo. Forma ancora pi radicale dello scetticismo di Enesidemo lo scetticismo pirroniano, che afferma i 5 tropi per la sospensione del giudizio, una rete scettica in cui cadono necessariamente i dogmatici. A chi sono attribuibili? Se stiamo al resoconto di Sesto Empirico, si dice solo che li hanno elaborati i pi giovani (scettici posteriori rispetto a quelli che utilizzavano i 10 tropi). Ma in Diogene Laerzio si dice che sono stati elaborati da Agrippa (di questo personaggio non sappiamo niente oltre a questo). 5 tropi: 1. Dissonanza (diaphonia): basta che i dogmatici dicano due cose contrastanti, che si deve approdare allisosteneia. 2. Regresso infinito: risalimento allinfinito per quanto riguarda la giustificazione delle premesse delle dimostrazioni (premessa dimostrazione della premessa ex. sillogismo di Aristotele); 3. Metodo ipotetico: impossibilit di dimostrare lattendibilit delle ipotesi metafisiche (il modno fatto di atomi e vuoto oppure esistono le idee platoniche?); 4. Relativit: qualsiasi affermazione relativa ad un oggetto ed pronunciata da un soggetto, dunque non universale; 5. Circolo vizioso (diallele): il criterio rimanda alla dimostrazione e la dimostrazione al criterio. Questi tropi, usati singolarmente oppure intrecciati come fa Sesto Empirico portano alla crisi di tutte le posizioni dogmatiche che Sesto attacca, sfruttando sistematicamente i 5 tropi di Agrippa. Agrippa: I sec. d.C. => Sesto Empirico: II- inizio III d.C. : abbiamo pi di un secolo di distanza fra i due filosofi: nellintervallo si assiste ad una fusione fra indagine filosofica pirroniana e medicina empirica. Da Agrippa in poi, medici empirici e filosofi pirroniani convergono per combattere inizialmente due nemici distinti (medicina razionale e filosofia dogmatica) e poi il loro nemico comune, il dogmatismo. Di Sesto Empirico abbiamo moltissimi scritti: 3 libri dei Lineamenti pirroniani, 5 libri contro i dogmatici (2 contro i logici, 2 contro i fisici, 1 contro gli etici o moralisti),

6 libri in cui vengono demolite tutte le arti liberali (contro grammatici, retori, matematici, astrologi, medici, astrologi e musici => trivio e quadrivio di Capella).

Fino agli anni 80, Sesto Empirico stato considerato un copista passivo di Enesidemo, dopodich gli studi hanno iniziato a compararlo con altre fonti e ci si accorti del fatto che spesso attacca lo stesso Enesidemo e lo considera addirittura un dogmatico. Sesto dunque si distacca dalla tradizione pur restando fedele ai tropi di Agrippa. Sesto dipende in modo massiccio da Enesidemo e Agrippa, ma ci non vuol dire che non sia un filosofo originale. Dobbiamo pensare a Sesto Empirico come alla punta di un iceberg multiforme. Sesto Empirico il bacino collettore della storia del pensiero precedente, poich, nel corso del suo attacco sistematico, attraversa tutta la tradizione dogmatica, dai presocratici fino al I secolo d.C. Il valore intrinseco di Sesto Empirico come fonte dato proprio dalle tradizioni di cui culmine: 1. Dogmatismo: prima di demolirlo deve conoscerlo perfettamente. Ci non significa che tutto ci che riporta sia fedele al vero, perch ogni resoconto inserito in un contesto polemico. Lo scettico ha un suo obiettivo e un suo scopo e dobbiamo fare attenzione a separare le notizie dalla polemica, ma comunque bisogna riconoscere limportanza di Sesto Empirico come fonte: tramanda ad esempio il proemio di Parmenide, passi di Stratone di Lampsaco; 2. Medicina empirica; 3. Scetticismo pirroniano. => Resoconto storiografico e polemica filosofica non possono essere separati. Cfr. Lineamenti pirroniani I: unico testo antico in cui compare unautogiustificazione filosofica dello scetticismo e vengono formulati i due principi fondamentali che lo scettico deve seguire: 1) abito della ricerca ininterrotta e 2) efficacia dellabito stesso. Per coloro che indagano una qualche questione verosimile che vi sia come conseguenza: < Sesto propone sempre tre alternative, che poi respinge => ex. la causa precedente, contemporanea o posteriore rispetto alleffetto? La terza ipotesi molto difficile da difendere, mentre se viene prima la causa la relazione non pu essere stabilita, daltra parte se causa ed effetto sono contemporanei si danno insieme e valgono entrambi allo stesso modo. > o la scoperta, o la negazione della scoperta oppure la perseveranza nellindagine. Per questo motivo forse < non troveremo mai unaffermazione dogmatica secca in Sesto Empirico => dokei moi nun > anche presso coloro che indagano nella filosofia, alcuni affermarono di aver trovato il vero, altri dichiararono non esser possibile comprenderlo, altri lo cercano ancora. < Ovviamente la terza categoria quella degli scettici, la pi valida. > E sembrano averlo trovato (il vero) coloro che sono detti propriamente dogmatici, come ad esempio Aristotele, Epicuro, gli stoici ed alcuni altri. < Sesto fa i nomi dei dogmatici, ma manca Platone!! Platone un problema per Sesto Empirico perch qualcuno prima di lui Arcesilao - laveva interpretato come uno scettico, lavorando sugli

scritti giovanili (o forse sugli scritti platonici nel loro complesso) e approdando persino alla negazione del socratico sapere di non sapere. > Intorno alle cose incomprensibili < akatalepsia: termine tecnico dellaccademia scettica che indica limpossibilit del comprendere, dellafferrare > furono Clitomaco, Carneade e altri accademici, < manca Arcesilao, perch Sesto ha problemi ad identificarlo e afferma addirittura che gli sembra quasi prossimo ai pirroniani. Inventa allora la storia del doppio Arcesilao, affermando che in parte dogmatico e in parte scettico. > mentre gli scettici ancora (eti come parola dello scettico) ricercano. < Lo scettico ricerca sempre, altrimenti, se si ferma, diventa dogmatico. > Sesto scarta lo scetticismo accademico, dipinto in cattiva fede come una sorta di dogmatismo negativo. Quando Sesto Empirico tratta degli autori dogmatici, possiamo star certi che, nonostante la sua polemica, ci riporter le loro reali posizioni, ma, quando parla degli scettici accademici, dobbiamo stare pi attenti. Secondo Sesto, ad esempio, questi parlavano s di incomprensibilit ma soltanto per contrapporsi agli stoici: cio, quando gli accademici dicono che tutto incomprensibile, stanno dicendo che tutto lo se seguiamo lo stoicismo. Lunico punto positivo del passo la certezza che riconosceremo senza ombra di dubbio lo scettico dal fatto che la sua ricerca non si arresta mai. Se accettiamo questa idea dobbiamo assolutamente ridiventare SOCRATICI, entrare in una dimensione di filosofia per cui non poggeremo mai su basi definitive. Possiamo trovare la conferma pochi paragrafi dopo, quando Sesto Empirico risponde alla domanda socratica auto-posta cos la skepsis . in risposta ad un simile interrogativo, Aristotele avrebbe fornito una definizione dellessenza, mentre invece Sesto risponde con la descrizione di una metodologia e di una vicenda quasi biografica. Innanzitutto non scrive scepsi, ma usa la perifrasi dunamis (capacit, abilit, potenzialit) scettica. Questa consiste nel contrapporre in ogni modo le cose che appaiono e le cose che vengono pensate (phainomena e noumena). Non si tratta della definizione dellessenza, ma della descrizione di una prassi, quella dello scettico che contrappone in ogni modo le cose che appaiono e quelle che vengono pensate. Posso opporre phainomena a noumena, noumena a phainomena, ma basta che vi sia dissonanza (per usare un tropo di Agrippa). Ovviamente la storia della filosofia disseminata di contrapposizioni, e qualora non esista gi la tesi contrastante dice Sesto lo scettico pienamente legittimato ad inventarla. Opposizione fra due tesi non vuol dire che queste siano 1. n contrarie: perch potrebbero essere entrambe vere o entrambe false; 2. n contraddittorie: perch altrimenti una sarebbe necessariamente vera e una necessariamente falsa.

semplicemente in conflitto, dissonanti. Sesto Empirico si muove dunque sul terreno esistenziale, poich egli ancora un filosofo ELLENISTICO, che deve rispondere alle nuove esigenze delluomo contemporaneo. Labilit non pu generare il bios teoretikos dellEtica Nicomachea, ma una disposizione esistenziale. Anche Sesto vuole scoprire qual la conseguenza esistenziale dellatteggiamento scettico (continuit con Pirrone e Timone). Tre possibili conseguenze della disposizione scettica: 1. diventare dogmatici e curarsi grazie agli insegnamenti di una scuola determinata 2. abbandonare la filosofia; 3. perseverare nellincertezza e condannarsi allinfelicit. Ma a questo punto Sesto risponde: Da tale abilit, a causa dellegual forza presente in fatti e discorsi contrapposti, giungiamo dapprima alla sospensione del giudizio, poi allatarassia. Sospendere il giudizio su qualsiasi affermazione, non genera ansia, turbamento, terrore, ma assenza di ansia, turbamento e terrore. proprio liberandomi dal laccio della verit assoluta che giungo allatarassia. Questultima parte della felicit (che per Sesto ha una doppia faccia, come vedremo in seguito): non mi libero dal turbamento raggiungendo la felicit, ma liberandomi dalla pretesa di raggiungerla. Siamo di fronte ad una strategia raffinatissima: utilizziamo tutte le nostre forze per raggiungere un equilibrio di posizione a partire dal quale sospendiamo il giudizio; il motore della felicit il movimento continuo dei sensi e del pensiero, non la stasi, la cristallizzazione in una sola risposta esclusiva. Tutta la storia successiva ha avuto lo scetticismo come nemico oppure ha cercato di riassorbirlo. Lunico filosofo che ha cercato di utilizzarlo stato Hegel (che ben conosceva lo scetticismo e Sesto Empirico), ponendolo allinterno del suo sistema, come secondo momento negativo che serve a togliere recuperando il primo. Cos facendo, lo scetticismo diventa uno strumento al servizio del dogmatismo. Quando Sesto parla della genesi dello scetticismo, si descrive come un uomo di grande natura, che, ponendosi di fronte alla realt a caccia di un superamento delle difficolt insite nelle cose, si trova di fronte lugual forza delle tesi contrapposte, non pu decidere per luna o per laltra e allora si ritrae, sospende il giudizio. Restiamo nella ricerca => Sesto non formula una massima, ma descrive semplicemente la sua esperienza personale, afferma che a lui sumbainei (accade) questo, ogni giorno, non si tratta di un dovere, di una prescrizione. Par. 36 Lineamenti: Anche gli scettici speravano di impadronirsi dellimperturbabilit dirimendo le questioni, ma, non potendo farlo, sospesero il giudizio e limperturbabilit li segu come lombra segue il corpo => i verbi sono tutti allaoristo, indicano fatti puntuali e storicamente connotati. Si daltro canto parlato dello scetticismo come di ETICA DELLA SITUAZIONE, di ci che c qui ed ora (non vi sono pretese universali). Come vive a questo punto lo scettico? La domanda fondamentale : posso essere felice nellimperturbabilit, posso conquistare quella felicit che le altre scuole mi promettono? => Dopo aver professato la sospensione del giudizio, lo scettico non pu promettere ad esempio che il dolore non esiste.

Non siamo nati da quesrcia, dice Sesto citando Omero, siamo uomini fatti di una parte razionale e di una parte fisica: lo scettico non promette di azzerare la realt ed eliminare il dolore, o meglio il pathos, la passione. Dunque la felicit scettica ha due facce: 1. Imperturbabilit razionale: possiamo divertirci, nel regno dei logoi, delle opinioni, a contrapporre le tesi => ATARASSIA; 2. Soffrire moderatamente, METRIOPATHEIA, accettazione della propria datit. In un bel passo contro gli etici, Sesto afferma che, se un malato si presenta da lui, non pu di certo impedirgli di soffrire, ma pu consigliargli ad esempio di non cercare risposte negli dei, bens di soffrire pacatamente e con dignit. Le due facce della medaglia si tengono perfettamente insieme. Cfr. Contro i logici VIII, 480-481: metafora della scala (riproposta da Wittgenstein) => tutte le affermazioni formulate sono una scala da buttare gi non appena salita, dei purganti che eliminano se stessi agendo. Gli scettici non sono affatto dei filosofi minori, bens degli intellettuali raffinatissimi che devono fare sempre un doppio lavoro: comprendere a fondo le tesi dei dogmatici e poi demolirle. Enorme raffinatezza intellettuale e nello stesso tempo consapevolezza che larmamentario teorico sempre un mezzo e mai un fine, non pu rimanere assoluto, come il fuoco che bruciando brucia se stesso. Cosa resta? Resta ci che Sesto chiama biotik teresis: questa la risposta esistenziale dello scettico. Lo scettico dice Sesto - non vive secondo il discorso filosofico, perch se lo facesse dovrebbe crearsi dei punti di riferimento assoluti in virt dei quali decidere ad esempio ci che vero o falso, giusto o ingiusto, buono o cattivo, pregiudicando la sua posizione. Lo scettico vive invece kata ten aphilosophon teresin oppure kata ten biotiken teresin (termini tecnici). Teresis: si tratta di uno dei sostantivi che staticamente pi attestato nelle poche testimonianze della medicina empirica. Sesto dunque ricorre ad un termine non solo privilegiato, ma fondamentale per lempirismo medico. Come tradurlo? 1. Esperienza: no perch il termine greco empeiria; 2. Osservazione: va gi bene perch presuppone lattenzione del soggetto; 3. Se parliamo di un bios, meglio ancora osservanza, perch non dobbiamo solo osservare, ma anche accettare (senso cristiano del termine osservanza!). Osservo, faccio attenzione e accetto in base a che cosa, se non posso avere nessun punto di riferimento? Come posso sostanziare questa osservanza legata al bios, questa osservanza quotidiana (traduzione di biotik)? Losservanza dettata dalla vita quotidiana (= biotik teresis) mi sembra essere ora < In un passo, Sesto dice espressamente che, ogni volta che usa il verbo eimi, questo pu essere sostituito con phaino > essa stessa articolata in quattro parti:

1) nella istruzione impartita dalla natura (uphegesis phuseos => particella fondamentale: upo, sotto, la natura che comanda luomo, non il contrario!); 2) nella necessit delle affezioni (ananke pathon); 3) nella paradosis nomon kai ethnon, nella tradizione, nella trasmissione delle leggi e dei costumi: lo scetticismo non conservatorismo, ma accettazione della situazione in cui sono gettato, in cui vivo, ma ci non vuol dire che non la posso cambiare: osservando laltro del mondo possibile che lo scettico decida di cambiare la propria realt; 4) nella didaskalia ton technon => Sesto parla di insegnamento, ma non nel senso di una dottrina dogmatica: come insegna la medicina empirica, la didaskalia legata a tre semplici regole: 1) autopsia, 2) istoria e 3) metabasis (passaggio dal simile al simile) => non c bisogno di una teoria, basta lesperienza, losservazione della realt. Dopodich posso addirittura insegnare le arti, elaborando dei theoremata, non delle teorie. La teoria di Aristotele voltava le spalle alla vita, i theoremata sono losservazione fattuale di ci che c ora. Lo scettico mette in dubbio sistematicamente lattendibilit dei sensi: apparentemente lo fa anche Cartesio. Cfr. Antologia di Spoon River.

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