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Logica Lezione e Esercizio 10_06-07 Massimiliano Carrara

1. Dottrina delle proposizioni. 2. Teoria delle inferenze immediate. 3.


Sillogistica. 4. Tecnica dei diagrammi di Venn per la dimostrazione
della validità di un sillogismo.

(vedi anche M. Mignucci, Logica, in E. Berti (a cura di), Aristotele,


Laterza 199?

La logica aristotelica può essere così suddivisa:

• Dottrina delle proposizioni


• Teoria delle inferenze
• Teoria del sillogismo

Compito di questa parte del corso è:

1. analizzare queste parti della logica aristotelica.


2. Fornire un’analisi completa della sillogistica.

Ø La dottrina delle proposizioni

Presupposti:
1. Distinzione fra discorsi in assertivi o apofantici e non-assertivi o
non-apofantici. I discorsi assertivi o apofantici si caratterizzano
per il fatto di essere o veri o falsi.
2. Distinzione fra termini universali e singolari. La distinzione fra
queste due categorie permette di introdurre la distinzione fra
proposizioni singolari e proposizionali generali.

Proposizioni singolari. Proposizioni della forma soggetto/predicato


che contengono un termine singolare (ad es. un nome proprio) come
soggetto.

Proposizioni generali

Le proposizioni generali sono distinte da Aristotele negli Analitici


Primi in
• universali
• particolari
• indefinite.

Universali: soggetto è qualificato da un quantificatore universale del


tipo “ogni”, “tutti”.

Ad es.: Ogni uomo è mortale


Tutti i vegetariani sono simpatici

Particolari: soggetto è qualificato da un quantificatore particolare o


esistenziale del tipo “qualche”, “ci sono”.

Ad es.: Qualche uomo è vegetariano


Ci sono vegetariani biondi

Oltre ad una quantità (“tutti”, “qualche”) le proposizioni si distignuono


anche in base alla qualità (“si dà il caso che”, “non si dà il caso che”).

Combiando quantità e qualità otteniamo le:

• Universali affermative
• Universali negative

• Particolari affermative
• Particolari negative

Copi-Cohen: le proposizioni categoriche aristoteliche si dicono così


perché sono relative a classi. Esse affermano un rapporto di
inclusione totale o parziale o di esclusione fra gli elementi della
classe del soggetto in quella del predicato.

• Se una proposizione afferma una qualche inclusione fra classi,


completa o parziale la sua qualità è affermativa.
• Se una proposizione nega una qualche inclusione fra classi,
completa o parziale, la sua qualità è negativa.
• Se una proposizione si riferisce a tutti i membri designati dal suo
termine soggetto la sua quantità è universale.
• Se una proposizione si riferisce soltanto ad alcuni elementi della
classe designata dal suo termine soggetto la sua quantità è
particolare.

affIrmO e nEgO.
Aristotele sulle proposzioni indeterminate.

Si tratta di proposizioni generali (con soggetto universale) delle quali


non è specificata la quantificazione.

Ad es.: Uomo è bianco


Uomo non è bianco

Sono una coppia di proposizioni indefinite. Negli Analitici primi


Aristotele dice che, ai fini della sillogistica, le proposizioni indefinite
debbono essere considerate equivalenti alle proposizioni particolari.
Solitamente viene espunto dalla trattazione della sillogistica.

Ø Quadrato logico

Quali sono le relazioni che intercorrono fra le proposizioni? L’analisi


dei vari tipi di relazioni sussistenti fra le diverse proposizioni è
solitamente chiamata la dottrina del quadrato logico.

• La negazione di un’universale affermativa è equivalente ad una


particolare negativa. Lo stesso vale per l’universale negativa e la
particolare affermativa. A e O sono in un rapporto di
contraddittorietà. Stesso rapporto vale per la E e la I.

Due proposizioni sono contraddittorie quando non possono essere


entrambe vere ed entrambe false.

• Si considerino le due universali: A ed E. E non è equivalente alla


negazione di A. A ed e sono due proposizioni fra loro contrarie:
data una coppia di proposizioni contrarie dalla verità dell’una
segue la falsità dell’altra. Invece dalla falsità dell’una non segue la
verità dell’altra.

Ad es.: se è vero che tutti i fiori del mio giardino sono rossi, allora è
falso sostenere che nessuno lo sia. Ma dal fatto che è falso asserire
che i fiori del mio giardino sono rossi non segue che nessuno lo sia.

Due proposizioni sono contrarie se non possono essere entrambe


vere, sebbene possano essere entrambe false.

Sulla differenza fra proposizioni contrarie e proposizioni


contradittorie.
• Si considerino le due particolari I ed O.

Mignucci osserva che A. non esamina a fondo la relazione che


intercorre I e O. Non dà un nome a questa relazione.
Successivamente nella tradizione si è parlato di subcontrarietà.
Aristotele si limita ad osservare che due proposizioni che sono sub-
contrarie possono essere insieme vere. Ora, se due contrarie non
possono essere insieme vere allora le loro contraddittorie, le sub-
contrarie, non possono essere insieme false.

Due proposizioni sono dette subcontrarie se non possono essere


entrambe false, sebbene possano essere entrambe vere.

• Le relazioni che intercorrono fra le universali e le corrispondenti


particolari A ed I, E e O sono dette di subalternazione. Nella
relazione di subalternazione la verità dell’universale implica la
verità della particolare.

Ø Presupposizione esistenziale:

Si consideri l’ipotesi che non vi siano folletti

La proposizione:

(*) Nessun folletto è intelligente

è banalmente vera: se non ci sono folletti, no n ci sono nemmno


folletti intelligenti. Ma dalla verità di (*) non segue per subalternazione
la verità della subalterna:

(**) Qualche folletto non è intelligente

(**) è falsa per la stessa ragione per cui (*) è vera, ovvero che non ci
sono folletti.

Inoltre data la verità di (*) si dovrebbe inferire per contarietà la falsità


di:

(***) Tutti i folletti sono intelligenti.


ma anche (***) è banalmente vera, a vuoto - come si dice: se non ci
sono folletti, non ci sono nemmno folletti intelligenti. Quindi (***) è
vera. Abbiamo ottenuto che - contrariamente a quanto sostenuto
nella relazione di contrarietà – le due proposizioni universali sono
entrambe vere!

Ø La teoria dell’inferenza

• Inferenza immediata
• Inferenza mediata

Quando la conclusione è ricavata da una premessa soltanto si dice


che non c’è alcuna mediazione e l’inferenza è detta immediata.
Quando la conclusione è ricavata da più di una premessa si dice che
l’inferenza è mediata.

Oltre alle inferenze immediate esposte nel quadrato logico


d’opposizione, inferenze con una premessa ed una conclusione,
sono stati analizzati da Asristotele e dalla tradizione aristotelica 3 tipi
di inferenza:

q conversione
q obversione
q contrapposizione

q Conversione (usata da Aristotele nelle dimostrazioni dei


sillogismi)

La conversione di una proposizione in un’altra consiste nella


trasformazione di una proposizione in un’altra proposizione che
differisce dalla precedente per il fatto che il suo soggetto è il
predicato dell’altra e il suo predicato è il soggetto dell’altra.

Alcune conversionii conservano la verità, sono equivalenti, altre non


lo sono. In particolare stabilisce le seguenti tesi:

Tavola delle conversioni


(*) AEB |- BEA
(**) AIB |-BIA
(***) AOB no |- BnA
(****) AAB |- BIA [conversione per limitazione]
La conversione delle proposizini particolari negative non è
necessaria, ovvero per Aristotele nel caso della particolare negativa
non si configura come una deduzione, un’inferenza (immediata) che
conserva la verità. In altri termini (****) dice che una proposizione
particolare negativa non deriva né una conversa universale né una
conversa particolare.

q Dimostrazione aristotelica di (*), (**), (***), (****).

Cominciamo, per comodità dall’ultima. L’argomentazione proposta da


Aristotele è una prova per assurdo.

Prova per assurdo: si assume per ipotesi la negazione della tesi da


dimostrare e se ne deriva (eventulamente con l’aiuto di altre
premesse note) di una contraddizione. Si deriva la negazione della
tesi assunta.

Dimostrazione di (****) per assurdo

AAB no |- BIA

1. AAB è vera
2. non BIA è vera
3 BEA [per il quadrato logico: contradditorietà] è vera
4. AEB [per conversione della E] è vera
5. AOB [per subalternazione da 4] è vera
6. AAB & AOB [per introduzione della congiunzione da 1 e 5] sono
vere
7. AAB & AOB non possono essere vere insieme per il quadrato
logico. Contraddizione
8. non non BIA è vera
9. BIA è vera.

Dimostrazione di (**) [esercizio]

AIB no|- BIA

1. AIB è vera
2. non BIA è vera
3. BEA [per il quadrato logico: contradditorietà] è vera
4. AEB [per conversione della E] è vera
5. AIB è vera & AEB è vera [introduzione della congiunzione da 1 e 4]
6. AIB è vera & AEB è vera. Contraddizione per il quadrato logico
7. non non BIA è vera
9. BIA è vera.

N.B.: Le dimostrazioni delle conversioni delle affermative dipendono


in modo essenziale dall’ammissione dell’universale negativa. Quindi
se si adotta una dimostrazione per assurdo anche di (*) si cade in un
circolo vizioso. Probabilmente per evitare circolarità di questo tipo
Aristotele ricorre ad un metodo che chiama per “esposizione” e che
integra con la dimostrazione per assurdo.

AEB no|- BEA

1. AEB è vera
2. non BEA è vera
3. BIA [per il quadrato logico: contradditorietà] è vera
4. Selezioniamo arbitariamente qualcosa di A che è B [per definizione
della particolare affermativa]: n.
5. n è tale da essere insieme A e B o, il che è lo stesso, B ed A. ma
allora se nello stesso tempo B e A allora almeno una parte di B è A.
Quindi AIB è vera.
6. AEB è vera & AIB è vera [per introduzione della congiunzine da 1
e 5]
7. AEB è vera & AIB è vera: contraddizione
8. non non BEA è vera
9. BEA è vera.

Sull’importanza della dimostrazione per esposizione nella logica


aristotelica.

Dimostrazione di (***)

Per dimostrare che un’inferenza non è valida, come nel caso di (***)
è sufficiente produrre un controesempio, ossia trovare almeno un
caso in cui non viene preservata la verità. [Se le premesse sono vere
la conclusione non deve essere falsa].

Controesempio
Qualche animale non è uomo [vera]
Qualche uomo non è animale [falsa].
q Obversione

Per obvertire una proposizione in un’altra si cambia la qualità della


prima proposizione e si rimpiazza nella seconda proposizione il
termine predicato della prima con il suo complemento.

L’obversione è un’inferenza immediata che si applica a tutte le


proposizioni categoriche

Tavola delle obversioni valide

* Tutti gli S sono P |- Nessun S è non-P


** Nessun S è P |- Tutti gli S sono non-P
*** Qualche S è P |- Qualche S non è non-P
**** Qualche S non è P |- Qualche S è non-P.

Aristotele considerò l’uso dei privativi [De Interpretatione] (tipo non-


bianco) ed ammise che (**) rigettò invece l’inferenza inversa (*). E’
vero che i termini privativi tendono in alcuni casi ad aquistare un
senso positivo (vedi il caso di ingiusto), ma qui in “non-bianco” il
trattino d’unione serve solo a mostrare la rilevanza logica, non a
creare espressione per l’uso ordinario.

q Contrapposizione (CC)

Per formare la contrapposta di una proposizione si rimpiazza il


termine soggetto con il complemento del termine predicato della
prima proposizione ed il termine predicato con il complemento del
termine soggetto (sempre della prima proposizione).

Ad es.: Tutti gli S sono P |- Tutti i non-P sono non-S.

[Esercizi]

Ø Sulla validità logica in Aristotele

Una teoria dell’inferenza ha come scopo quello di distinguere le


inferenze che sono formalmente corrette da quelle che non lo sono.
Per questo quello che ci si aspetta di trovare in un manuale di logica,
compreso quelli aristotelici, è una nozione di inferenza valida. Negli
Analitici primi non c’è niente di tutto questo.

N.B.: Aristotele non fornisce una nozione generale di validità logica.


Aristotele agisce in questo modo: identifica alcune inferenze come
assolutamente sicure ed evidenti e mostra che tutte le altre si
riducono a queste, nel senso che possono essere dedotte da quelle.

• Inferenze mediate

Quando la conclusione è ricavata da più di una premessa si dice che


l’inferenza è mediata.
Tre sono le caratteristiche salienti di una deduzione secondo
Aristotele:
1. La conclusione, la proposizione terminale deve dipendere
necessariamente dalle premesse, i punti di partenza
dell’inferenza.
2. La conclusione deve essere diversa dalle premesse.
3. Infine le premesse debbono presumibilmente essere più d’una.
Almeno due.

I problemi principali riguardano la condizione (2) e (3). Nello specifico


per quel che riguarda (2): non è chiaro per una deduzione del tipo F
|- F non sia una deduzione valida. La deduzione sopra enunciata
sarebbe illegittima anche per un’altra ragione: non soddisferebbe il
requisito (3). A questo proposito: Mignucci ha osservato che quando
si contano le premesse di un’inferenza sono due le cose che
possiamo contare: possiamo contare le premesse che adoperiamo
per raggiungere una certa conclusione. Oppure possiamo contare le
assunzioni da cui la conclusione in questione dipende. Non
necessariamente le proposizioni che entrano in gioco per
l’ottenimento di una conclusione coincidono con le assunzioni da cui
dipende la sua asseribilità. Ad esempio, un teorema di una teoria non
dipende da alcuna assunzione della teoria e pur tuttavia per dedurlo
possiamo aver bisogno di un considerevole numero di premesse.

Ø Terminologia essenziale per la sillogistica

Termine maggiore
Termine minore
Termine medio
Ø La forma di un sillogismo: modo e figura.

(CC): Un sillogismo è un argomento deduttivo costituito da tre


proposizioni categoriche che insieme contengono esattamente tre
termini, ciascuno dei quali ricorre esattamente in due delle
proposizioni costituenti

La scrittura dei sillogismi in forma

Modo: Il modo di un sillogismo in forma normale è determinato dai tipi


delle proposizioni categoriche che esso contiene.

Sillogismi con lo stesso modo possono però essere differenti

[Esercizio]

Trovare il modo di questi due sillogismi. In cosa si differenziano?

Tutti i vegetariani sono laureati


Alcuni atleti sono laureati
Quindi: Alcuni atleti sono vegetariani

Tutti gli artisti sono egoisti


Alcuni artisti sono poveri
Quindi: alcuni poveri sono egoisti

Figura: La figura sta ad indicare la posizione del termine medio nelle


premesse.

Prima Seconda Terza Quarta


M-P P-M M-P P-M
S-M S-M M-S M-S
S-P S-P S-P S-P

N.B.: Le figure – osserva Mignucci – non sono né inferenze né


schemi di inferenze. Sono solo un modo di classificare coppie di
proposizioni candidate ad essere premesse sillogistiche. In effetti per
avere un’inferenza non è sufficiente che i termini delle proposizioni si
trovino nelle situazioni previste dalle tre figure. Perché la conclusione
segua necessariamente dalle premesse bisogna che le relazioni
predicative nei termini nelle premesse siano qualificate in un modo
appropriato per quanto riguarda la qualità e la quantità.

Modo |- Figura = forma del sillogismo

[Esercizi]

fare degli esempi di sollogismi che hanno la seguente forma

• AAA1
• AAI2
• EEO3

Tecniche per mettere un sillogismo in forma.

Mettere in forma normale il seguente sillogismo:

• Tutti i bambini belli sono felici. Ciò segue dal fatto che I bambini
belli sono vegetariani e tutti i vegetariani sono felici.
• Tutti i vegetariani sono biondi. Tutti i biondi sono intelligenti.
Quindi tutti i vegetariani sono intelligenti.

Ø Sillogismi perfetti

Sillogismi che per Aristotele sono evidentemente corretti.

Caratteri:
1. Appartengono alla prima figura
2. sono quattro i modi: AAA, EAE, AII, EIO. La tradizione ha dato ai
quattro tipi di sillogismo questi nomi: Barbara, Celarent, Darii, Ferio.

1. Barbara: AAA1
2. Celarent: EAE1
3. Darii: AII1
4. Ferio: EIO1

1. MAP, SAM ?|- SAP

2. MEP, SAM ?|- SEP

3. MAP, SIM ?|- SIP


4. MEP, SIM ?|- SOP

[Esercizio]

Produrre esempi dei queattro casi di sillogismi perfetti.

• I sillogismi in prima figura sono perfetti perché “verificano


immediatamente la definizione di predicazione universale”.

Si consideri un sillogismo in Barbara. Cosa ci consente di concludere


che ogni S è P, o in termini più precisamente aristotelici, che P
appartiene ad ogni S, una volta che si sia assunto che tutti gli M sono
P e che tutti gli S sono M? Ciò segue direttamente dal fatto che tutto
ciò che è M è P e tutto ciò che è S è M. Lo stesso vale per Celarent.
Anche per Darii e Ferio il ragionamento è fatto in modo analogo.

Ø Sillogismi della seconda figura

I tipi di sillogismo della seconda figura isolati da Aristotele negli


Analitici Primi sono anch’essi quattro e sono:

1. Cesare: EAE2
2. Camestres: AEE2
3. Festino: EIO2
4. Baroco: AOO2

[Esercizio]

Produrre esempi dei queattro casi di sillogismi in seconda figura

Ø Sillogismi imperfetti

Negli Analitici primi Aristotele osserva che - mentre i sillogismi in


prima figura sono tutti perfetti – quelli in seconda ed in terza figura
sono imperfetti e richiedono una riduzione a quelli della prima figura.
In questi sillogismi il medio non si trova nella posizione di soggetto di
una premessa e di predicato dell’altra. Per questo la predicazione
universale non può giocare lo stesso ruolo giocato nella prima figura.
• Conversione e prova per assurdo come strumenti di riduzione

La riduzione dei sillogismi in seconda e terza figura è data


principalmente per mezzo di:

- conversione
- prova per assurdo.

Cesare:

PEM, SAM ?SEP

Se convertiamo la premessa negatita PEM otteniamo MEP che è


l’antecendente di un sillogismo in Celarent:

MEP, SAM ?SEP

Festino à Ferio

Per conversione della premessa negativa

Darapti 3à Darii1
Ferison3 à Ferio1

Per conversione della premessa minore

Le prove sono analoghe a quella di cesare esposta per esteso.

Non tutti i modi possono essere ridotti per mezzo della conversione.

Baroco2
Bocardo3

Come applicare la conversione? Aristotele suggerisce di provare


Baroco e Bocardo mediante il metodo della riduzione ad assurdo.

(*) PAM, SOM no?|- SOP

(1) PAM è vera


(2) SOM è vera
(3) SOP è falsa
(4) SAP è vera [per quadrato logico da (3)].
(5) SAM [da 1 e 4 per Barbara] è vera
(6) Se SAM è vera allora SOM è falsa
(7) PAM & SOM & SAP non possono essere vere insieme
(8) (*) non può essere falsificato. Quindi è un’inferenza corretta.

[Esercizio]

Dimostrare la validità di Bocardo [Sempre servendosi della validità di


Barbara].

• Aristotele dimostra tutte le riduzioni dalla terza e dalla seconda


figura in prima figura.
• Dimostra anche che tutte le altre possibili combinazioni di
premesse non danno luogo ad un sillogismo valido.

Mignucci, ad esempio, propone di considerare questa combinazione


di proposizioni:

(**) MAP, SEM

Data la posizione del termine medio si potrebbe sostenere che


abbiamo a che fare con due premesse di un sillogismo in prima
figura. Ora, se si analizzano i modi della prima figura è facile
osservare che tale combinazione non corrisponde a nessuno degli
antecedenti dei modi elencati come validi nella prima figura. Per
Aristotele da questo antecedente non segue alcuna conclusione.
Naturalmente, ciò che è implicito nel discorso di Aristotele è che da
(**) non segue come conclusione una proposizione che abbia come
predicato P il termine maggiore e come soggetto S, il termine o
estremo minore. In altri termini, per povare che da (**) non segue una
conclusione sillogistica del tipo: SAP, SEP, SIP, SOP.

• La prova dell’invalidità di (**) è analoga alla dimostrazione della


non-convertibilità delle particolari negative.

Ad esempio:

(***) MAP, SEM no?|- SIP

È equivalente a dimostrare
(****) MAP, SEM ?|- SEP

[Esercizio]
trovare un esempio per (****). Se (****) è vera allora (***) è vera.
Quindi è vero che SIP non segue da MAP e SEM. Siccome per
Aristotele valgono le leggi di subalternaziione allora: 16

(****) MAP, SEM ?SOP

quindi, per contraddittorietà

(******) MAP, SEM no ?SAP

[Esercizio]

Dimostrare che:

MAP, SEM no ?SOP

MAP. SEM no SEP

In termini moderni quello che Aristotele si propone di fare è


dimostrare la completezza del suo sistema, nel senso che i sillogismi
da lui considerati non solo sono tutti corretti ma sono i soli ad essere
tali nelle tre figure.

• Aristotele vuole anche dimostrare che ogni argomento, se è


corretto, è un sillogismo. In questo modo tutti i sillogismi, in
particolare i sillogismi in prima figura sono il punto di riferimento
per tutte le inferenze.

Ø Le proposizioni categoriche nella formulazione di Eulero (1768)

S per la classe
S= vuoto per la classe vuota si ombreggia l’interno del cerchio.

S= c’è almeno un elemento... si diagramma la classe che ha almeno


un elemento.

Utilizzando questi stessi strumenti si digrammano le proposizioni


categoriche:

Tutti gli S sono P


Nessun S è P
Qualche S è P
Qualche S non è P

Nessun S è P = SP=0

Tutti gli S sono P = SCP=0

Alcuni S sono P = SP ≠ 0

Alcuni S non sono P = SCP ≠ 0

I diagrammi del sillogismo dovranno render conto del fatto che vi


sono tre classi.

• Diagramma di un sillogismo in Barbara


Validità di un sillogismo = Un sillogismo è valido se e solo se le due
premesse contengono la conclusione.

i.e.: il diagramma delle premesse dovrebbe comprendere anche il


diagramma della conclusione.

Tecnica dei diagrammi di Eulero-Venn:

1. disegnare un cerchio per ciascun termine in modo che i tre cerchi


siano fra loro intersecati
2. diagrammare entrambe le premesse.

Regola: Quando si usa la tecnica dei diagrammi e vi sono due


premesse di quantità differente, diagrammare prima l’universale, poi
la particolare.

3. Analizzare il diagramma. Rispondere al seguente quesito: il


diagramma delle premesse contiene già il diagramma della
conclusione?
4. Se lo contine il sillogismo è valido. Altrimenti è invalido.

[Esercizio]

• Si mettano in forma e si diagrammi il seguente sillogismi. Sono


validi?

Tutti i cani sono gatti. Infatti tutti i cani sono mammiferi e tutti i gatti
sono mammiferi.
Se alcuni artisti sono poveri e tutti gli artisti sono egoisti se ne
conclude che alcuni poveri sono egoisti.

• Si mettano in forma e si diagrammi il seguente sillogismi. Sono


validi? Si dimostri validità ed invalidità usando la tecnica dei
diagrammi di Eulero-Venn e la “dimostrazione aristotelica”.

Tutti gli edifici più alti di 90 metri sono dei grattacelli. Ma alcuni
esempi di architettura moderna non sono grattaceli. Se ne conclude
che alcuni esempi di architettura moderna non sono edifici più alti di
90 metri.
Alcune cose che luccicano non sono oggetti d’oro. Ciò segue dal
fatto che nessun oggetto d’oro è fatto di un metallo senza valore e
alcuni metalli senza valore compongono oggetti che luccicano.

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