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Mariano Ballester

MEDITAZIONE
PROFONDA E
AUTOCONOSCENZA

EDIZIONI
MESSAGGERO PADOVA

ISBN 978-
88-250-0587-5
Copyright � 2007 by P. P.F. M.C. MESSAGGERO DI
SANT'ANTONIO - EDITRICE Basilica del Santo -
Via Orto Botanico, 11 - 35123 Padova
www. edizionimessaggero. it

IL POZZO DI GIACOBBE
Nuova serie
�Signore, dammi di quest'acqua,
perch� non abbia pi� sete�.
(Gv 4,15)

Negli ultimi decenni del secolo scorso tecniche e pratiche


di meditazione proprie delle religioni orientali hanno
profondamente influenzato l'approccio alla dimensione
spirituale propria del mondo occidentale.
Da ci� � nata la via della meditazione profonda
e autoconoscenza (MPA) il cui scopo � guidare chi
la pratica verso la sorgente del suo essere attraverso
un processo di ricerca spirituale.
Il presente volume raccoglie in modo sistematico e
pedagogico il frutto di 32 anni di corsi tenuti dall'autore.
La teoria � arricchita da esercizi pratici e da risposte
che l'autore ha fornito agli interrogativi dei partecipanti
durante la loro esperienza.
La via della meditazione profonda non � vincolata
a nessuna confessione religiosa ed � aperta a chiunque
desideri intraprendere il viaggio della conoscenza di s�.
Mariano Ballester (1935), gesuita spagnolo, ha fatto studi di
psicologia dell'esperienza spirituale presso la Pontificia Universit�
Gregoriana di Roma. Collabora con molte riviste di spiritualit� italiane
ed estere ed � autore di varie opere, tra cui, presso le Edizioni
Messaggero Padova: Iniziazione alla preghiera profonda ( 1987),
Meditare un sogno ( 1989), Fratello segno, sorella vita (2003), Cos� medita
la gente (2004).
Da oltre trent'anni guida corsi di meditazione profonda e
autoconoscenza in Italia e all'estero.
in copertina foto di Roberto Marzola, 2004.|
EDIZIONI I
MESSAGGERO I
PADOVA

Non ci sono insegnamenti


di cui possiamo impossessarci o da inghiottire.
Se non crediamo a noi stessi,
ci carichiamo le nostre sporcizie
e girovaghiamo bussando a ogni porta,
cercando lo zen, cercando il Tao,
cercando misteri, cercando risvegli,
cercando gli illuminati, cercando maestri,
cercando insegnanti.
Crediamo che tutto ci� rappresenti
la grande ricerca definitiva
e allora diventa la nostra religione.
Ma � come correre alla cieca.
Pi� corriamo e pi� ci allontaniamo.
E finiamo stanchi.
Tutto sommato, con quale profitto?
(FOYAN, maestro zen)
Il segreto � essere.
(UN MEDITANTE, MPA)

PREFAZIONE
Con gioia saluto questo libro che d� l'opportunit�
a chi si sia gi� avvicinato alla MPA di rielaborare le
tappe un tempo percorse e che, nello stesso tempo,
offre una lettura agevole e completa di un metodo
chiaro e lineare a chi per la prima volta si accosti alla
via meditativa. Mai potrei esprimere compiutamente
tutto quello che la Meditazione Profonda Autoconoscenza
ha significato per me, e tuttora significa;
quanto segue non pu� che rispecchiare la mia semplice
esperienza maturata quotidianamente in pi� di dieci
anni di pratica personale e di servizio nell'amore per
chi alla meditazione ha voluto accostarsi.
Il labirinto che ricopre il pavimento della cattedrale
di Chartres mi ha sempre incantato non solo per la
sua valenza simbolica ma anche per gli elementi figurativi
ivi rappresentati. Di questi, due mi appaiono
ancora oggi insuperati: la rosa fiorita che rappresenta
il Centro, una volta l'anno illuminata dal raggio di
mezzod� del primo giorno di primavera, e l'andamento
del labirinto che, pi� di altri, tifa ripartire dall'ostacolo
con un percorso sempre ampio e circolare,
sicch� l'ostacolo ti appare una sosta e non un impedimento
vero e proprio, sei e rimani sulla Via, anzi dalla
Via non ti sei mai mosso. Il labirinto, perci�, ben
raffigura non solo l'andare per il mondo deli "uomo
di tutti i tempi, deli "uomo errante, del vagabondo che

� privato della retta orientazione ed �, perci�, soggetto


a errore, ma rappresenta anche l'anima del pellegrino
che cresce e quando cresce non si alza come una
canna, ma si apre come un fiore, sboccia intorno al
suo centro, petalo dopo petalo, tappa dopo tappa,
finch� non si riempie di luce e completamente alla Luce
si offre, rinasce.
Non si nasce vagabondi e non si nasce pellegrini,
si diventa l'uno o l'altro nel corso della propria esistenza.
Il vagabondo non sa dove andare, non ha direzione,
si perde in mille vie in un girovagare senza
senso e spesso, non sapendo cosa portare con s�, si
carica di cianfrusaglie inutili e a volte dannose, si
curva sotto il loro peso e sotto quel peso soccombe;
il pellegrino, invece, ha ben presente, anche se solo
intuitivamente, la sua orientazione; nell'andare si
spoglia di quanto non sia strettamente necessario al
suo viaggio e la sua scelta non � mai definitiva poich�
ogni giorno, ogni ora, ogni momento deve chiedersi
cosa veramente gli occorre; infine, nell'abbandonare
si abbandona, consegnandosi fiducioso, cos� com'�,
alla fede che lo muove.
Il pellegrino, chiunque sia, deve, comunque, superare
ostacoli e tuttavia riceve sempre un aiuto; gli
aiuti, per la verit�, sono tanti, per lo pi� invisibili e
non conosciuti alle volte si materializzano e ti conducono
per mano. La MPA e il suo ideatore, Mariano
Ballester, padre gesuita e autore di questo libro, rappresentano
alcuni degli aiuti donati all'uomo al di l�
di culture e confessioni, al di l� di etnie e razze, all'uomo,
cio�, in quanto tale.
Dalla mia esperienza posso affermare che, sin dal
primo incontro con la MPA, provai una consapevolezza

che mi riemp� di una pace mai prima provata;


non era solo pace, era armonia, gioia, flusso di amore,
e insieme ebbi la coscienza che �quello� era il mio
posto, stavo bene, i nodi si scioglievano da soli, nessuno
chiedeva alcunch�, anzi tutto rimaneva nelle mie
mani e nella libert� di decidere autonomamente. Una
prima vera certezza mi diceva di essere in presenza e
di vivere qualcosa �oltre� l'ordinario, oltre l'autocompiacimento
e l'insegnamento da una parte, oltre
la timorosa e incerta accoglienza dall'altra. Sentivo
come un canale fra lo strumento che si andava svuotando
della sua personalit� particolare e il cuore di
tutti noi, un'unica coppa aperta, pronta per traboccare
e irradiare... Mi iscrissi a un secondo corso e da
subito mi si svel� ci� che avevo da sempre saputo:
ero sulla Via e avevo incontrato uno degli accompagnatori.
Mi sentii parte di un universo meraviglioso
fatto di cerchi di luce in moto concentrico verso un
unico Punto. Ogni centro dei cerchi brillava, l� era
chi ne teneva salde le parti, indirizzandole verso il
Centro dei centri, tutti verso l'Uno in un pulsare di
luci e di suoni. So che qualcuno sorrider� leggendo
queste parole: assicuro che � solo esperienza ed �
esperienza che comunico affinch� si intravedano i doni
del mondo delle cose invisibili in cui noi tutti crediamo.
MPA, dunque, come Via verso l'Assoluto... e,
tuttavia, la MPA � anche un semplice metodo preparatorio.
Molte persone si avvicinano ai corsi perch� hanno
bisogno di aiuto, giacch� si sentono e vivono in un
disagio reale che ha radice nella psiche e dalla psiche
sofferente trae nutrimento. Ebbene, come apparir�
chiaro alla lettura del testo che segue, la MPA, che si

avvale anche di contributi scientifici di altri metodi e


di discipline, e che ripropone conoscenze e pratiche
un tempo comunemente in uso in Occidente oltre che
conoscenze e pratiche in uso in Oriente, fornisce un
metodo di riconciliazione valido per l'uomo di ogni
et�, religione o civilt�, per l'uomo cos� com'�, fatto
d� corpo, anima e Spirito. Il metodo si snoda in varie
tappe che vengono magistralmente illustrate nei capitoli
del testo qui pubblicato. Queste soste di purificazione
sono preparatorie alla chiara e limpida consapevolezza
di chi si �, del punto da dove si viene e del
punto dove si va, alla consapevolezza, cio�, che riannoda
il Centro ai centri, il S� ai piccoli io, il mutevole
all'Uno non mutevole. � un metodo transconfessionale
che niente ha a che vedere con il sincretismo UNO �
UNO, i modi per dirlo e praticarlo sono differenziati,
possono essere discordanti e non vanno mai confusi
tra di loro. L'Uno � uno: per gli ebrei � �ci� che �,
per l'isiam �non c'� nulla al di fuori di Allah�, per
l'induismo � �ci� che tutto comprende ma non � compreso
da alcunch�, per noi cristiani �in Lui noi siamo,
viviamo, agiamo�, mentre tutto scorre per Eraclito
come per il Tao.
Vorrei concludere la mia testimonianza con un'avvertenza.
Essere sulla Via � Grazia, quanto al metodo,
esso pu� apparire di facile assimilazione e di facile
diffusione. Ebbene non � cos�, per spiegarlo racconter�
una parabola. Un giorno Martina, da poco sposa,
chiese a Lucia, sua suocera, la ricetta della torta di
pere, quella di cui andava famosa e che anche a lei
aveva lasciato il gusto di un sapore mai provato. Lucia
ricostru� la ricetta, con precisione indic� dosi,
qualit� di ingredienti e tempo di cottura, scrisse tutto
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su un foglio di carta a quadretti sul quale disegn� lo


stampo e le fasi della preparazione e, da buona suocera,
attese. Martina invit� tutta la famiglia a pranzo;
aveva comprato le pere, ma non c'erano le spadone e
prese le decane, uova, farina e zucchero li aveva in
dispensa, aveva impastato con minor quantit� di zucchero
(si sa che lo zucchero fa male), aveva aggiunto
cannella (se nello strudel di mele andava benissimo...
anche con le pere una delizia...) e invece di cinque
pere ne aveva usate sette, fedele all'adagio �pi� ci
metti pi� ci trovi�, non aveva lo stampo tondo, pazienza,
la faceva quadrata, e che sar� mai! E per la cottura?
sar� q. b., altro che 40-45 minuti a temperatura
media! Sforn�, serv� e, sorpresa! era un dolce alle pere
ma non era �quel dolce�, non provavi nessun gusto
speciale e non ne richiedevi pi� di una fetta, era un
dolce come mille altri in vendita per il mondo. Nel
proporre il metodo ad altri, o anche nel proporlo a
se stessi dopo la lettura di questo libro c'� da fare un
atto di umilt�, non aggiungere nulla, non togliere nulla,
quello offerto � un pane, � ci� che � perfetto e buono,
non rendiamolo altro, non aggiungiamo, non modifichiamo,
magari con l'intento di fare del bene. A
volte, infatti, chi richiede facilitazioni, o spiegazioni
o ripetizioni, vuole continuare ad appoggiarsi, ma finch�
si appoggia non crescer� mai, nessuno pu� sostituirsi
a noi stessi, nessuno potr� dare a un altro la
consapevolezza che la fiammella � specchio della Luce,
che lo spirito deli "uomo riflette lo Spirito: c'� un
solo aiuto, la pratica senza aspettative e senza delusioni.
Quando, infine, ti pare di poterti sbilanciare,
attenzione, uno strumento � tanto pi� valido quanto
pi� � vuoto.
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Solo nel vuoto si risuona e, aprendosi all'invisibile,
si cresce e si aiutano gli altri a crescere, si sboccia
petalo dopo petalo, sosta dopo sosta, nel passaggio
sul labirinto deli "esistenza, rinati e rinnovati nel centro
della Luce. ANNA LORIZIO

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INTRODUZIONE
Ho dubitato a lungo sulla vicenda dell'Auditorium,
se fosse giusto confidarla a voi o meno, dopo tutto �
qualcosa di molto intimo. Per�...
L'Auditorium
L'immensa sala era quasi vuota, solo l� in fondo il
direttore d'orchestra, in rigoroso abito da cerimonia
serale, rimaneva eretto e silenzioso, guardando
il nostro piccolo gruppo di amici. Noi ci trovavamo
un po' ' persi e imbarazzati in mezzo al silenzio dell'Auditorium,
una immensa sala nella quale predominava
il rosso cupo delle poltrone mentre tutto
quello spazio era orientato verso lo scuro sfondo
del palcoscenico, con il sipario anch'esso rosso e
in basso la figura del misterioso direttore, in piedi
come aspettando i suoi musicisti. Fra di noi c'era
un fanciullo, appena teenager, tra i dodici e i tredici
anni, che aveva un dono speciale: era compositore
di musica e portava con s� alcuni fogli, un po' '
ingialliti, nei quali si vedevano le righe dei pentagrammi
con le note musicali. Era un nostro piccolo
amico geniale. Noi sentivamo che, sia il direttore
sia poi il pubblico dell'intero Auditorium, dovevano
conoscere quelle partiture. Tuttavia nessuno di noi
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osava distaccarsi e camminare verso tifando attraverso


il corridoio centrale per consegnare al misterioso
direttore la partitura che il fanciullo aveva
composto. Dopo tutto era quasi un bambino! Allo
stesso tempo sentivamo l'impellente necessit� di
farlo. Anche Mozart da piccolo componeva musica!
In realt� quel ragazzino aveva composto la sua musica
senza aver avuto prima una specifica formazione
in proposito. Noi tuttavia pensavamo che l'unica
persona qualificata per dare vita a quelle note che
sembravano danzare fra i pentagrammi era il direttore.
Ognuno di noi sospettava che non si trattasse
di melodie banali. Cosa avrebbe visto il direttore in
quelle note musicali? Una vera e propria sinfonia?
Melodie infantili? Musica classica? Rock? Pop?
Cacofonie? Qualcuno per� doveva fare qualcosa.
Era importante trovare la persona adatta, l'intermediario
che portasse al direttore le partiture.
Tutto fin� in modo piuttosto precipitoso. A un tratto,
qualche spintone dato al bambino fece cadere i fogli
di carta che, non essendo rilegati, si sparpagliarono
per terra. Allora io mi affrettai a raccoglierli e
metterli in ordine. La consegna al direttore si doveva
fare a tutti costi! La cosa pi� urgente era trovare
l'intermediario.
Quando mi svegliai, non mi fu tutto chiaro in un lampo.
I pezzi del mio sogno si misero insieme a poco a
poco durante quella stessa mattinata. Era proprio un
messaggio per l'inizio di questo libro! Per parecchio
tempo prima del sogno, avevo sentito di dover organizzare
e mettere per iscritto l'insieme di esperienze e me-
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todi che, lungo gli anni, si erano configurati come Corso


di MPA (Meditazione Profonda e Autoconoscenza). I
personaggi della mia parabola onirica erano proprio gli
stessi che, con diversi travestimenti, apparivano anche
nelle diverse fasi del corso: Il Bambino magico (piccolo
compositore delle partiture), il Padrone di casa (direttore
d'orchestra), i piccoli io e il maggiordomo
(gruppo di amici e intermediario). Bisognava quindi
mettere insieme l'esperienza che da anni aveva fatto del
bene a tante persone cos� diverse in et�, estrazione
sociale e professionalit�2. � vero che avevo gi� scritto
qua e l� sul tema, ma mancava ancora un testo pi�
completo e dettagliato che fosse guida pratica per tutte
le persone che capitassero nel grande Auditorium.
Ed eccomi ora, anni dopo quel sogno, attorniato da
fogli sparpagliati, questa volta sulla superficie del mio
tavolo di lavoro. Almeno � iniziata la raccolta.
Un po'"di storia
Nell'ultimo quarto del XX secolo, iniziarono in modo
pi� palese e accelerato che negli anni precedenti, i
diversi avvicinamenti Oriente- Occidente che lo storico
A. Toynbee3 aveva preavvertito come un segno caratteristico
degli anni futuri. Il fascino che le diverse esperienze
e i metodi orientali esercitavano sulle persone di
1 I lettori capiranno meglio questi termini, ora un po'"strani, attraver
so la lettura di questo libro.
2 Cf. il mio libro: Cos� medita la gente, Edizioni Messaggero, Pado
va 2004, sull'effetto della MPA nei diversi partecipanti ai corsi.
3 Storico inglese (Londra 1889 - York 1975). La sua fama � legata
alla vasta sintesi di storia universale: Uno studio della storia (12 volumi,
1934-1961), dove esamin� lo svolgersi di ventuno civilt� (pi� cinque
civilt� �fossili�), e teorizz� che le civilt� nascevano come risposta alla
sfida rappresentata dall'ambiente fisico- sociale.
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ogni et� e condizione mi colpi in modo da stuzzicare la


mia creativit� al punto da inserire nel mio lavoro, sia per
iscritto che nel campo dell'insegnamento dell'esperienza
spirituale, alcune delle nuove risorse che sembravano
attirare tanto i miei contemporanei.
In quegli anni furono per me un grande dono alcuni
incontri che influirono decisamente nella configurazione
dei miei programmi: in primo luogo l'incontro con
una persona carismatica di profonda esperienza spirituale.
Mi segu� con delicata precisione durante un anno e
poi si ritir� dalla mia vita. A lei devo tanto, sia del mio
arricchimento spirituale sia di quello psichico. Non rivelo
qui il suo nome per un suo espresso desiderio. Poi
anche l'incontro con due miei colleghi fu un prezioso
dono: Anthony de Mello ed Enomiya Lassalle. Quest'ultimo
mi sottoline� in una conversazione privata la
sua convinzione: la coscienza dell'uomo contemporaneo
stava volgendo verso un'esperienza pi� diretta del
mondo spirituale e meno dipendente dalla continua concettualizzazione
mentale. Da questi e altri incontri si
plasm� sempre di pi� il profilo degli insegnamenti che
poi diventarono corsi.
Un fenomeno sociale che mi stup� in quei primi anni
fu proprio l'autoselezione spontanea che verificai nel
mio pubblico: a poco a poco i pi� ufficialmente religiosi
(preti e suore) diminuirono negli incontri per lasciare
posto a un pubblico ampiamente eterogeneo formato da
centinaia di laici che riempivano l'aula dei miei primi
�Auditorium�. Anche in questi anni di fine secolo non
mancarono le polemiche. Essendo io sacerdote cattolico,
una rivista internazionale di notevole diffusione pubblic�
un intero numero monografico intitolato Yoga
connection in cui si diceva che io facevo parte di una
sorta di cospirazione segreta per far sparire l'ortodossia
dalla chiesa cattolica. La monografia ebbe una certa ri-
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sonanza anche nella stampa italiana e all'estero. In realt�


fu un dono inaspettato di pubblicit� per i miei corsi.
Alcune delle persone che seguivano con fedelt� e
continuit� la via MPA formarono spontaneamente nelle
loro citt� gruppi di meditazione per aiutarsi meditando
insieme. Questo fatto richiam� la mia attenzione e nella
solitudine di un ritiro capii che era un segno per me: io
non mi affaticavo proprio nel portare avanti con un minimo
di organizzazione gli aiuti di continuit� e accompagnamento
delle persone che, una volta fatta l'esperienza
dei corsi, volevano decisamente continuare. In
realt�, questo atteggiamento era parte del mio carattere:
non sono per niente organizzatore e in pi� ho sentito
sempre una certa allergia a essere considerato guru,
maestro spirituale, e in genere tutto quanto mi porti a
un certo esibizionismo. Tuttavia, qualcosa dentro di me
spingeva per non lasciar soli quelli che si muovevano
intorno alla via MPA pi� di me stesso. Cos�, senza speciale
pretesa, invitai quelli che avevano formato gruppi
a riunirsi con me in un posto tranquillo durante le vacanze
estive per raccontarci le diverse esperienze e iniziative
raccolte dalla vita dei loro gruppi. L'incontro ebbe
luogo nella cittadina di Zugliano, vicino a Vicenza,
dall'1 al 18 agosto dell'anno 2000. Da quel memorabile
incontro nacque un gruppo che poi divenne il Direttivo
organizzatore della via MPA e di cui informer� pi�
precisamente alla fine di questa introduzione. Un altro
passo avanti furono i seminari per formare insegnanti
MPA. Da questi sorsero diversi istruttori che attualmente,
sparsi per diverse citt� d'Italia, insegnano la via in
corsi di diverso livello.
L'uomo dell'Auditorium
Quale uomo occupa lo spazio e il tempo dei nostri
17

corsi4? In genere direi che non � n� un deciso non credente


n� un fervente praticante la sua religione, qualunque
essa sia. Ma certamente � un vero esponente dell'uomo
occidentale in crisi per una ricerca globale del
senso della vita. � molto curioso che perfino persone
pubblicamente conosciute per il loro influsso politico,
nella loro vita privata si manifestino in balia di questa
tensione, divisi fra i giganteschi stimoli dello sviluppo
tecnico e scientifico - oltre ai mille drammi politici e
sociali del nostro tempo - e il nascosto, ma incisivo e
costante, richiamo della loro dimensione spirituale. La
prima volta che venne a me privatamente uno di questi
politici rimasi di stucco: voleva imparare a meditare!
Vederlo per terra come un agnellino davanti a me docilmente
disposto a imparare con tutta precisione la posizione
di meditazione sembrava una presa in giro, poich�
ero abituato a vederlo negli schermi televisivi impegnato
a fare dichiarazioni assolutamente lontane dal mondo
della meditazione. In anni successivi vennero alla luce
della stampa interviste e dichiarazioni sulla ricerca spirituale
di altri politici e personalit� di rilievo, le quali
colpirono anche la mia attenzione e mi confermarono
nella necessit� di far estendere la via MPA5. Uno di loro,
leader indiscusso della sinistra italiana, dichiar� recentemente
quello che mi sembra una sintesi dell'atteggiamento
dell'uomo dell'Auditorium, poich� adattabile a
diversi livelli e culture sociali: �Venti o trent'anni fa
avrei risposto si, sono ateo. Oggi no, eviterei questa risposta�.
Pi� filosoficamente, ma non senza una bellezza
di manifestazione quasi poetica, Martin Buber esprime
4 Sulle professioni dei partecipanti ai corsi vedere Cos� medita la
gente, pp. 10-11.
5 Sui diversi testimoni di ricerca spirituale dei politici italiani cf. C.
CROCELLA, Angeli a Montecitorio, Gabrielli Editori, Verona 1998.
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cos� questo profilo: �Egli non � gi� da prima n� credente


n� incredulo. Egli legge a voce alta ci� che � scritto,
ascolta la parola che pronuncia ed essa viene a lui; nulla
� pregiudicato, la corrente dei tempi scorre e la condizione
attuale di questo uomo diventa essa stessa il vaso
che raccoglie�6. I linguaggi e la musica
Forse l'esigenza pi� incalzante che ho provato dai
primi anni in contatto con il pubblico � stata quella di
trovare un linguaggio adatto a tutti. Il fatto di trovare
persone di estrazione sociale molto diversa che venivano
spontaneamente a partecipare ai corsi mi metteva a
confronto con il problema di farmi capire nel modo pi�
ampio e universale possibile. Infatti, vedevo intellettuali
o insegnanti di universit� seduti accanto fruttivendoli,
hostess, registi, casalinghe, studenti, piloti, e via dicendo.
Ovviamente ognuna di queste persone aveva un suo
modo particolare di esprimersi: provate a capire un
gruppo di ragazzi che parlano di calcio e un altro di intellettuali
che stanno filosofando sulla postmodernit�...
Per me questa spontanea variet� di partecipanti era una
conferma della necessit� di dare all'uomo e alla donna
del nostro tempo le risposte che cercavano. Ma come
arrivare a tutti in modo semplice e comprensibile? Una
cosa era certa: per quanto queste persone parlassero linguaggi
diversi, esisteva un comune modo di parlare accessibile
a tutti, quello quotidiano dell'uomo della strada,
quello che usiamo per comprare, per vendere, per
parlare allo sportello di un ufficio statale e per chiacchierare
in famiglia.
6 Citazione da A. POMA, Martin Buber. Il Principio dialogico e altri
saggi, San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 1997, p. 19.
19

Tuttavia, c'era ancora un ostacolo definitivo da superare,


quello dei due linguaggi: da una parte il linguaggio
spirituale, quello della religione, e dall'altra il linguaggio
comune dell'uomo della strada. Esisteva un linguaggio- ponte
per comunicare fra le due sponde? Certamente
io dovevo comunicare alla gente cose del mondo
spirituale, poich� lo scopo della MPA � proprio dare all'uomo
piste per aprire la sua dimensione spirituale, ma
realizzare questo tramite la �lingua corrente� non � stato
per niente facile. Devo fare qui una sincera confidenza.
Come ho detto, io sono sacerdote cattolico, ho ricevuto
la tipica formazione religiosa, filosofica e teologica che
ogni sacerdote riceve nella chiesa. Ora, noi uomini di
chiesa difficilmente ci rendiamo conto di come il nostro
modo di parlare � lontano dalla gente comune, specialmente
da quelle persone di ogni et� che non frequentano
ambienti n� attuano pratiche religiose, agnostici oppure
indifferenti. Perfino quelle che vengono alle nostre chie^
se (in maggioranza di terza et�) sentono talvolta pi� vicino
il linguaggio degli affreschi del soffitto e delle mura
del tempio di quello dell'omelia, ma in ogni caso �sono
dei nostri� quindi capiscono il nostro linguaggio.
Cos� siamo contenti che la gente viene in chiesa e ascolta
i nostri insegnamenti sulle Sacre Scritture, ma siamo
poco consapevoli che in realt� �noi parliamo a noi�, e
�non parliamo agli altri�.
A questo punto spero che il lettore sia sufficientemente
informato per capire quale tipo di linguaggio
semplice e quotidiano ho tentato di imparare dalla gente
per trasmettere il messaggio della MPA. Certamente sono
consapevole di non esserci sempre riuscito, ma almeno
il tentativo sta dando i suoi frutti. Quando appena in
seguito parler� della transconfessionalit� (parolina non
stradale!) della nostra comunicazione, si completer�
questo aspetto del contenuto del corso.
20

A proposito del linguaggio devo anche dire che ho


scoperto l'impatto universale, positivo e diretto, che arriva
alla gente attraverso l'espressione simbolica e poetica,
le immagini, i film, i racconti e perfino le barzellette.
Queste modalit� di comunicazione sono quasi musicali,
hanno l'universalit� e l'ampiezza d'onda del linguaggio
musicale. Quindi, ho anche cercato accuratamente di inserire
ogni tanto qualche breve �melodia� di questo
stampo per chiarire o confermare il messaggio.
Transconfessionalit�
Lo scopo della MPA � offrire all'uomo, chiunque
egli sia, delle risorse per aprire la sua dimensione spirituale.
Ogni essere umano ha dimensione fisica e psichica,
a prescindere dalla sua religione o dal suo ateismo, e
allo stesso modo possiede anche una dimensione spirituale.
Questo � il motivo per presentare dall'inizio i nostri
corsi e programmi come esperienze non vincolate a
una determinata confessione religiosa ma indirizzate allo
spirito dell'uomo universale.
La transconfessionalit� � forse l'aspetto pi� difficile
e delicato dei punti essenziali configuranti la MPA. � di
notevole importanza, non solo per non fare confusione
con altre vie di sviluppo spirituale, ma anche perch� ci
dona la possibilit� di allargare il nostro servizio a qualsiasi
orizzonte e cultura laddove esiste un essere umano.
Perci� chiedo scusa se, per chiarire questo punto a chi �
interessato, devo usare paradossalmente un linguaggio
un po'"pi� complesso.
In una prima e semplice distinzione fra MPA e religione
possiamo dire che la MPA � via di autoconoscenza
e apertura della dimensione spirituale dell'uomo, tramite
determinati processi ed esercizi. Religione, invece,
� l'accettazione di una rivelazione divina (fede) con tut-
21

te le conseguenze e responsabilit� che l'accettazione di


questa rivelazione porta con s�.
Questa prima distinzione per� non ci libera da certe
trappole nelle quali possiamo ingenuamente cadere a
causa dei limiti talvolta evanescenti che separano i due
campi. Per capire meglio questa distinzione ci aiuter�
aver presenti i diversi settori di confusione che galleggiano
fra i due campi.
� Confondere spirito con religione. Talvolta arrivano ai
nostri corsi persone che danno per scontato che si tratta
di imparare una �via spirituale religiosa�, cio� apparte
nente alla loro propria confessione religiosa. Questo par
tecipante, non troppo consapevole del carattere tran
sconfessionale della MPA, racconter� poi ai suoi fami
gliari e amici che ha trovato una via che aiuta in tale o
tale modo a vivere la propria religione. Se il nostro inse
gnamento fosse solamente psicologico non esisterebbe
questo settore di confusione n� ci sarebbe alcuna pole
mica pro o contro di noi, poich� nessuno si sente aggre
dito nella sua fede per il fatto che ci siano corsi di psico
logia o di altre scienze umane. La polemica sorge quan
do, ad esempio, devoti partecipanti cattolici trovano nei
corsi anche dei non credenti oppure fedeli della tradizio
ne ebraica o di altre religioni. Ma quello che noi inten
diamo fare nei nostri corsi � proprio aiutare l'uomo ad
aprire o allargare l'orizzonte del suo spirito, per avviarlo
a entrare in contatto con la vera essenza del suo essere
che � fondamentalmente spirituale. Questo ovviamente
vale per ogni uomo: cattolico, islamico, buddista, indui
sta, non credente, ladro, santo, mafioso, filantropo, vec
chio, giovane, orientale od occidentale che sia. Questo �
possibile per il semplice fatto che ogni essere umano ha
uno spirito, come ha un corpo e un anima.
� Confondere transconfessionalit� con opposizione alla
religione. � proprio il settore di confusione opposto al
22

precedente. Non si associa la MPA a una confessione


religiosa ma la si considera perfino opposta alla religione.
C'� chi si spaventa e fugge al solo leggere che il nostro
programma � svincolato di da ogni confessione religiosa,
si pensa che siamo atei e contrari a ogni pratica
religiosa, cristiana e non. Anche in questo caso � giusto
chiarire al nostro pubblico la compatibili�a della MPA
con qualsiasi confessione religiosa e fede, poich� la religione
e la fede appartengono al mondo dello spirito ed �
proprio lo spirito che noi aiutiamo a contattare. La raccolta
di testimonianze dei meditanti pubblicata in Cos�
medita la gente7 ha proprio lo scopo di rispondere a questa
obiezione. Perci� non � strano che al corso partecipino
persone di diverse confessioni religiose, insieme ad
altre non credenti.
Confondere preghiera con meditazione. Pur non essendo
questi due termini direttamente relazionati con la trans
confessionalit�, vale la pena chiarirli qui. L'espressioni
�preghiera profonda� � penetrata nel mondo della spiri
tualit� cristiana come espressione ormai universale,
anche come un modo di reazione ortodossa ai diversi
metodi di esperienza spirituale di origine orientale che
ci sono arrivati nell'ultimo quarto di secolo. Nel parlar
della MPA molti ci incollano questa etichetta di �pre
ghiera� che suona pi� ortodossa nel mondo cattolico,
anche risaputo che pi� di trent'anni fa io stesso presenti
vo al pubblico i miei primi corsi con questo titolo, essendo
poi nella curia dei Padri gesuiti e trovandomi in ur
sala affollata di preti e suore cattolici. � stato il norma
sviluppo della nostra via lungo gli anni successivi che 1
portato avanti il nostro insegnamento fino allo stato
cui attualmente si trova. L'uomo evolve e perci� la �preghiera
profonda� � diventata MPA. D'altronde, il termi-
Ivi.

ne �preghiera� ha universalmente una connotazione


dualistica cio� di dialogo dell'uomo con Dio. Il moderno
significato del termine �meditazione� tende invece a
sopprimere la dualit� e trasformarla in silenziosa unit� e
armonia con l'Essere divino, senza dialogo n� separazione
io- Tu.
Resta ancora un ultimo punto da chiarire: pu� la
MPA adattarsi a una determinata confessione religiosa?
Alcuni dei nostri insegnanti, me stesso incluso, danno a
volte il corso a gruppi omogenei chiaramente credenti e
praticanti la fede cattolica, adattando le diverse fasi al
gruppo dei fedeli partecipanti. Tale procedura sembrerebbe
in contrasto con quanto detto finora. Ma la risposta
� semplice e ormai pi� volte ricalcata: il servizio che
la MPA pu� rendere al mondo dello spirito. Se si tratta
di aprire e approfondire il mondo dello spirito, � chiaro
che le persone religiose appartenenti a qualunque fede
potranno arricchire la loro vita spirituale aiutandosi con
i servizi offerti dalla MPA. Struttura di questo libro
Ho cercato di riunire in questo libro le fasi principali
di un corso introduttivo MPA, cio� un'esperienza in cui
i partecipanti sono iniziati nel processo di limpidezza
interiore e pratica della Meditazione Profonda che avvia
verso il centro dell'uomo, il suo vero Essere, chiamato
in diversi modi dalle diverse tradizioni e culture.
La prima parte � destinata ai preamboli che introducono
i meditanti alla conoscenza terminologica della
MPA e al primo rilassamento, necessario in ogni esercizio.
La seconda parte, la pi� ampia, � dedicata alla limpidezza
psicofisica, cio� a pulire e integrare i diversi
aspetti psicof�sici che possono causare disturbo e con-
24

flitto dentro di noi e quindi ostacolare la conoscenza della


nostra suprema identit�, la pratica della meditazione
profonda e la connessione con la nostra sorgente interiore.
Diversi esercizi sono offerti per metterci in contatto
con aspetti del corpo e della psiche che hanno bisogno di
ordine e pulizia, e fra questi esercizi ha un rilievo importante
il contatto con esperienze della nostra infanzia
eventualmente trascurate o rimosse.
La terza parte riguarda l'insegnamento e la pratica
della MP (meditazione profonda), il metodo definitivo
da praticare quotidianamente, una volta svolti gli esercizi
della fase preparatoria e una volta che si � ottenuta
una sufficiente armonia interiore.
Una breve quarta parte offre alle persone che desiderano
camminare per la via MPA diversi sussidi e aiuti
pratici che facilitino l'andamento fra le diverse fasi del
viaggio interiore.
Per favorire eventuali interrogativi e il bisogno di
chiarimenti sorti nei lettori, alla fine di ogni capitolo ho
inserito le risposte ad alcuni dei quesiti che i partecipanti
ai corsi mi ponevano durante la loro esperienza. Anche
le brevi citazioni e gli aforismi all'inizio di ogni capitolo
sono tratte dalle comunicazioni scritte dei nostri
meditanti.
Organizzazione della MPA
Come ho indicato parlando della nostra storia, attualmente
siamo un gruppo di insegnanti che offrono corsi
di MPA specialmente sul territorio italiano. Il gruppo �
costituito da un Direttivo, guidato da un coordinatore o
coordinatrice generale, e da altri insegnanti. Il Direttivo
ha su di s� la responsabilit� di organizzare e gestire l'intero
andamento della MPA. Il ruolo degli insegnanti �
quello di dare i corsi.
25

La MPA � stata introdotta in alcuni settori della scuola


a titolo sperimentale. � anche entrata nel campo d'interesse
di alcuni studi e ricerche di carattere universitario.
Uno di questi studi la propone come metodo di rigenerazione
e rieducazione nel carcere minorile dov'�
anche stata offerta e praticata nella linea dei corsi8.
I corsi MPA, a diversi livelli, sono annunziati nel nostro
sito internet: www. mpa- net- it, dove � anche possibile
inviare domande o richieste di chiarimento tramite
le nostre mail. Ringraziamenti
In ogni corso MPA, gi� nel primo incontro con il pubblico,
mi sento portato a ringraziare tutti per il dono che
rappresentano per me. Basta vederli l�, attenti e desiderosi
di ricevere quello che confusamente sono venuti a cercare,
per percepire lo stimolo e la stupenda gratificazione
che spontaneamente mi arriva da loro. Talvolta, mi sono
sentito piccolo e indegno, poich� ero consapevole di alcune
grandi personalit� che si trovavano fra i partecipanti.
Tuttavia, nel passare degli anni ho imparato a sentirmi
semplicemente un essere umano come loro, n� pi� n�
meno, poich� il vero comune denominatore che ci fa famiglia
(bench� sconosciuta) � la misteriosa sorgente interiore
che tutti cerchiamo di avvicinare. Ho sperimentato
in questo modo quello che i teologi di cultura sassone
chiamano modernamente �compassione�, cio� quella
conoscenza incarnata e umile dell'unit� delle nostre vite
e quella certezza che, proprio per questa unit� e vicinanza,
nessuno di noi � n� pi� n� meno grande come essere
umano. Il fatto che io mi senta agevolatore della via ver-
8 Cf. P. STELLA, Difesa sociale e rieducazione del minore, Cedam,
Padova 2001.
26

so il Centro � pi� una responsabilit� che un privilegio. E


poi sempre esco arricchito dell'incontro, anzi � stato grazie
ai partecipanti ai corsi che ho imparato tanti punti
essenziali della MPA, come per esempio che cosa cercavano
veramente, che cosa capivano o non capivano, quali
esercizi erano pi� o meno adatti a loro, ecc. Quindi il
mio primo e indiscusso ringraziamento va a tutti voi, migliaia
di volti anonimi che siete qui fra queste pagine,
coautori di questo libro e, spero, anche beneficati.
Non posso non sentirmi grato verso le tante persone
che hanno reso possibile la pubblicazione del libro. In
primo luogo i miei editori, che per primi pubblicarono
gi� nel 1987 la mia Introduzione alla Meditazione Profonda
e successivamente hanno divulgato questo e altri
miei libri in Italia e all'estero. Un grazie speciale a tutto
il Direttivo e al gruppo insegnanti MPA, che ha collaborato
pazientemente con suggerimenti, correzioni e revisioni
del testo. Grazie speciali ad Anna Lorizio, Walki-
ria della MPA, ai cari amici Marta Dei Rossi, Marzia
Pileri, Tiziano Repetto e Angelo Schettini, per le loro
diverse collaborazioni. Paolo Bianconcini merita un applauso
speciale per il continuo stimolo, interessamento,
collaborazione nella selezione delle domande a fine capitoli
e per tanti altri aiuti.
27

Prima parte
LA SOGLIA
DELLA MEDITAZIONE

1. IL VIAGGIO DELL'UOMO
Medito perch� dalla prima volta che ho provato,
ho intuito che, quella della meditazione, � l'unica
via per una risposta alle mie domande sulla
vita, sul significato dell'esistenza umana, sul fine
deli "uomo.
Incontro con Baba Yaga
Perch� sei venuto/ a? � la prima domanda del primo
esercizio che si consegna ai partecipanti appena arrivati
al corso. Io lo so, questo perch�, e non lo so. Loro anche
lo sanno e non lo sanno. In mezzo a tutta questa apparente
confusione galleggia una ricerca e un viaggio senza
nome: il viaggio dell'uomo. L'uva sente che vuole
diventare vino, ma non sa precisare come. Questo sentire
senza sapere � plasmato in una bella favola russa d'iniziazione.
Baba Yaga � una terribile e anziana strega
che vive nel cuore della taiga russa, fra boschi e paludi.
Se vai a cercarla sarai senz'altro spaventato: ha un volto
orribile e si trova solamente di notte, nella sua capanna,
per lo pi� intenta a rimescolare qualche strano brodo
nella sua pentola. Baba Yaga sa tutto, perci� tu senti
che devi andare a chiederle quello che non sai e vorresti
sapere a tutti i costi, ma esige che ti presenti solo, nel bel
mezzo della notte, a porle le tue domande strane, quelle
che ti portano fuori dalla tua realt� quotidiana, quelle del
viaggio che senti di voler fare senza saperlo definire.
Una volta arriv� un ragazzo e buss� alla porta della
capanna. Baba Yaga gli fece: �Vieni per conto tuo o ti
manda qualcuno?�. In realt� il ragazzo era stato stimola-
31

to dalla famiglia a fare il viaggio. �� mio padre che mi


invia�. Allora Baba Yaga salt� su di lui come un fulmine
e lo cucin� nella sua pentola. La volta seguente a bussare
fu una ragazza ricercatrice. Si spavent� vedendo il fuoco
e la pentola bollente. �Vieni per conto tuo oppure ti invia
qualcuno?�, le chiese Baba Yaga. �Ero affascinata da
quello che si dice di te, e da sola ho deciso di viaggiare
per conto mio fino a trovarti�. Baba Yaga mise anche
quella ragazza nella sua pentola per cucinarla. Infine, ad
arrivare fu una giovane disorientata nel suo girovagare
per il mondo. Nella sua angoscia non sapeva verso dove
dirigersi. Vide il fumo uscire dalla capanna di Baba Yaga
e intu� la sua pericolosit�. Baba Yaga usc� dalla sua capanna
e le fece la domanda: �Vieni per conto tuo oppure
ti invia qualcuno?�. Allora la ragazza gli apr� il cuore con
tutta sincerit�: �In buona parte vengo per conto mio, ma
anche a causa degli altri e delle vicende della vita. Poi mi
sono smarrita nella taiga, sapevo che tu eri qui e so che
ho dimenticato qualcosa, ma in realt� non so perch� sono
venuta�. Baba Yaga la fiss� un istante e le disse: �Ce
l'hai fatta�, e la invit� a entrare nella sua capanna.
Ecco il sapere e non sapere del viaggio dell'uomo. I
primi passi dell'autentico viaggio sono incerti, dubbiosi,
a spingere non � la sola curiosit�, bench� questa pu� agire
da copertura esterna, non � l'essere inviati, bench�
anche questo sia stato un fattore influente nei primi momenti:
nel centro di se stessi qualcosa spinge verso non
si sa dove ed � questo il misterioso, ma pi� autentico
motore, che accompagner� il pellegrino avventuriero
lungo tutti i meandri del suo viaggio.
La struttura antropologica della MPA
Ora chiedo ai lettori un po'"di pazienza per questo
inciso alquanto teorico, ma lo ritengo necessario per
32

chiarezza. Gi� dal primo incontro, la sera che d� inizio


al corso introduttivo, i partecipanti sono messi in contatto
con un modello antropologico tripartito che sar� presente
in tutte le tappe dell'esperienza. Lasciamo in disparte,
quindi, il noto schema che considera l'uomo
composto di anima e corpo e preferiamo considerare
l'essere umano dotato di corpo- anima- spirito. Possiamo
dire che si tratta di un'antropologia universale, apparsa
gi� in epoche precristiane sia fra i filosofi greci che nelle
antiche tradizioni dell'induismo1. Nella tradizione biblica
questo schema non appare in modo assoluto e costante,
tuttavia non si pu� affermare che sia totalmente assente.
D'altronde ci sono padri della chiesa che citano il
congedo di san Paolo nella sua prima Lettera ai Tessalonicesi
(5,23) per appoggiare la legittimit� biblica dell'antropologia
tricotomica:
Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione,
e tutto quello che � vostro,
spirito, anima e corpo,
si conservi irreprensibile per la venuta
del Signore nostro Ges� Cristo2.
Uno degli antichi scrittori cristiani che assume in
modo pi� profondo l'antropologia tricotomica � Origene;
egli presenta lo spirito dell'uomo come la scintilla
divina, che lo unisce cosi strettamente con lo Spirito di
Dio, la Ruah ebraica, da non poter essere intaccato dal
peccato, che invece apparterrebbe alla sfera psichica e
somatica3.
1 Su questo argomento cf. la conferenza di Stefano Piano, professore
di indologia all'Universit� di Torino, del 27 novembre 1997.
2 Sull'antropologia tricotomica nella tradizione cristiana cf. la mia
opera Verso l'altra sponda, Paoline, Milano 2000, pp. 22-29. Cf. anche
MICHELINA TENACE, Dire l'uomo, Lipa, Roma 1997.
3 Sull'antropologia tricotomica origeniana cf in particolare: H.
33

Le ragioni che mi hanno portato a scegliere questo


schema antropologico tripartito sono state piuttosto pedagogiche
che di altro tipo. La tricotomia mi si impone
semplicemente come un postulato richiesto dall'esperienza
stessa della meditazione. Perfino i mistici cos�
classici e aristotelici, come Giovanni della Croce, oppure
i mistici renani, quando si sforzano per descriverci le
loro esperienze pi� misteriose e apofatiche, faticano a
situare semplicemente nell'anima dell'uomo la loro
esperienza. Cercano qualche espressione indicatrice di
una dimensione pi� profonda dell'anima stessa.
La persona immersa in meditazione viene cos� presentata
da Giovanni della Croce: �Se non arriver� a questo
centro pi� profondo dell'anima non sar� soddisfatta
poich�, sebbene sia nel centro, non sar� nel pi� profondo
centro e non potr� inoltrarsi ancora pi� profondamente
in Dio�4. Anche Meister Eckhart sembra aver bisogno
di qualche termine per indicare un al di l� della
sola anima umana: �Nell'essenza dell'anima non c'�
nessuna attivit�; le facolt� con cui essa opera scaturiscono
dal fondo dell'essenza, e nel suo vero fondo vi � silenzio
assoluto�5.
CROUZEL, L'anthropologie d'Orig�ne dans laperspective du combat spirituel,
in �Revue d'Asc�tique et de Mystique� 31 (1955), pp. 364-385; J.
DUPUIS, L'esprit de l'homme. �tude sur l'anthropologie religieuse d'O-
rig�ne (Museum Lesssianum. Section th�ologique 62) Bruges 1967; M.-
J. PIERRE, L'�me dans l'anthropologie d'Orig�ne, in �Proche Orient
Chr�tien� 34 (1984), pp. 21-65; H. CROUZEL, Origene, (Cultura cristiana
antica. Studi) Roma 1986, pp. 129-144, traduzione italiana; limitatamente
al Per� Arch�n cf. anche G. WATSON, Souls and bodies in Origen's
�Peri Arch�n�, in �The Irish Theological Quarterly� 55 (1989), pp.
173-192.
4 GIOVANNI DELLA CROCE, Viva fiamma, 1,12. 5 Dal sermone I
pronunziato nel periodo natalizio.
34

La parabola della casa e il Padrone


Questa introduzione antropologica, forse un po'"troppo
filosofica e teologica per coloro che non hanno dimestichezza
con questo tipo di linguaggio, non � comunicata
cos� ai partecipanti del corso MPA. Il modo di farlo,
molto pi� vicino e accessibile a tutti, � per mezzo di una
semplice parabola, che a sua volta appare visualizzata in
uno schermo sempre dispiegato durante il corso:
�Un uomo ricco voleva fare un viaggio. Prima di partire
e lasciare la sua casa chiam� i suoi servi e diede loro
l'incarico di svolgere diverse mansioni. Poi chiam� il
maggiordomo e gli ordin� di vigilare l'intero andamento
della casa, aggiungendo che, una volta terminato il suo
viaggio, sarebbe ritornato�.
In modo simile alla visione globale dell'individuo secondo
la scuola della gestalt6, la parabola rappresenta
l'uomo e il suo intero viaggio esistenziale per il pianeta
terra. Avvicinando la telecamera possiamo esaminare i
diversi elementi e personaggi della breve parabola nel
modo seguente.

La casa

La
casa
La
casa
sei tu,
nella
tua
corporeit�.
� il tuo
involuc
ro
fisico-
corpora
le, � la
facciat
a con
cui ti
present
i e ti
manife
sti agli
altri. E
propri
o la
dimens
ione
che fa
di te
un
essere
incarn
ato in
un
corpo-
casa.

6 Cf. ad esempio le tecniche per i racconti terapeutici usati da questa


scuola fondata da F. Pearls, tratte nell'opera delle professoresse A. MARTIN
e C. VASQUEZ, Lapr�ctica en Psicotempia gestalt, Descl�e de Brou-
wer, Bilbao 2005.
35

I servi
I servi sono tutti gli elementi psichici che vivono e si
muovono dentro la casa. Sono essenziali ed estremamente
utili per vivere, crescere ed evolvere. � attraverso
di loro che percepiamo la vita dentro e fuori di noi. I
servi sono le nostre potenzialit� e qualit� personali, sono
�le potenze dell'anima� nella terminologia antropologica
classica. L'insieme dei servi costituisce la nostra dimensione
psichica, la vita della casa. Bench� l'insieme
dei collaboratori nella casa possa essere molto ampio,
per ragioni pedagogiche noi focalizzeremo la nostra attenzione
verso tre servi, o qualit� psichiche, principali:
la nostra capacit� di pensare (mente), la nostra capacit�
di sentire (cuore) e le nostre forze ed energie di diverso
genere, anche quelle inconsce (forze).

Mente Cuore Forze Il maggiordomo


Il maggiordomo � �colui che vigila in noi�. � l'occhio
interno, capace di rendersi conto di cosa � dentro
e fuori di noi. Egli solamente osserva, � questo il suo
compito. Nel linguaggio classico, il nostro maggiordomo
sarebbe la coscienza, cio� quella parte di noi che ci
permette di essere desti, svegli, consapevoli della nostra
36

vita7. Dato il suo elevato rango e dignit�,


il maggiordomo, fra tutti i personaggi
della casa, � colui pi� vicino
al Padrone ed � in comunione con lui.
Il Padrone di casa
Il grande assente � il Padrone di casa. Tuttavia, in
un certo qual modo, la sua presenza c'�. Il Padrone �
il proprietario assoluto della casa e ne il maggiordomo
possiede il comando. I servi lo sanno e sanno anche che
tutto il loro potere viene dal Padrone. Il Padrone �
l'autorit� massima, la fonte assoluta della vita della
casa, mentre i servi ricevono ognuno un tipo di potere
e autorit� delegata dal Padrone. Inoltre i servi sanno che
il Padrone � in viaggio ma non per sempre, poich� ha
manifestato al maggiordomo la sua intenzione di
ritornare.
Stiamo parlando del centro dell'uomo, dell'essere, il
vero Io, che nel nostro schema antropologico corrisponde
allo spirito. Purtroppo spesso � anche il grande sconosciuto
in noi, nonostante la sua misteriosa presenza
nel profondo del nostro intimo. � perci� che lo rappresentiamo
come la scintilla di luce circondata dai diversi
involucri psichici: mente, cuore, forze e altri.
Ogni essere umano deve fare il suo viaggio. Ogni
viaggio ha sfumature diverse secondo la robustezza fisica
della casa, la qualit� e il numero dei servi- piccoli io,
il grado di vigilanza o di assopimento del maggiordomo,
la durata dell'assenza del Padrone. Il viaggio pu� avere
dei percorsi sorprendenti, cambiamenti improvvisi di
7 Ovviamente non intendo qui la coscienza morale ma la consapevolezza
di se stessi e dell'ambiente circostante.
37

orientamento, scoperte inaspettate,


gioie, traumi e
colpi di scena, noie, monotonie
e crisi mai previste8.
Il viaggio pu� avere sia dei
momenti stellari che delle
esperienze vicine al suicidio.
Una cosa per� � certissima:
dal momento che c'�
un vero essere umano ci sar�
anche il suo peculiare,
inevitabile, viaggio.

Padrone

La cosa pi� importante


Il viaggio � qualcosa di dinamico, � un'avventura. I
piccoli io si muovono, svolgono le loro mansioni con
pi� o meno competenza, talvolta entrano in conflitto tra
loro, talvolta il maggiordomo � mezzo addormentato,
non vigila la casa e il lavoro dei servi � in subbuglio.
Purtroppo, raramente vivono in armonia e in pacifica e
costruttiva collaborazione. La domanda �: qual � la cosa
pi� importante nell'attivit� della casa? Martin Buber pone
questa domanda nella bocca di Dio che chiede ad
Adamo: �Dove sei?� (Gn 3,9)9. Domanda semplice e
pura, la domanda della verit�, sempre stimolante, sia
per il maggiordomo che per i piccoli servi, poich� sveglia
l'uno alla vigilanza e gli altri al loro lavoro. Domanda
ben contrassegnata da quella che Buber chiama demoniaca,
cio� quella che invece di affrontare il �dove
sei�, si prolunga in un futuro senza viaggio umano:
8 Sul cambiamento imprevisto del viaggio della vita cf. l'interessan
te libro di G. O'COLLINS: IL secondo viaggio, Ancora, Milano 1987.
9 M. BUBER, IL cammino dell'uomo, Qiqajon, Magnano 1990, p. 24.
38

�Nessun cammino pu� farti uscire dal vicolo cieco in


cui ti sei smarrito�10. Invece � sempre possibile uscire
dal vicolo cieco. Ma il problema � quale cammino seguire
proprio qui e ora.
Viktor Frankl, lo psichiatra viennese che conobbe in
prima persona per tre anni l'esperienza dei campi di
concentramento di Auschwitz e Dachau, afferma che la
cosa pi� importante per l'uomo � scoprire il senso che la
vita offre a ogni individuo11. Di fatto egli cerc� di nutrire
la speranza nell'intimo dei suoi compagni di prigione e
infondere forza suscitando in loro un obiettivo concreto,
un �perch� che aprisse in loro un varco di luce, pur
debole, ma valido per dare un senso alle loro vite in
mezzo alle drammatiche condizioni in cui si trovavano.
Sebbene le circostanze esterne della vita dei partecipanti
ai corsi MPA non siano cos� drammatiche e terribili
come quelle di un campo di concentramento, in un
certo qual modo ognuno arriva portandosi dentro, pi� o
meno consapevolmente e in diverse misure, le stesse domande
chiave: perch� e come camminare? Tutto dipender�
dall'assenza di senso di vita che abbiano sentito
precedentemente e in quale misura l'abbiano sperimentata12.
L'essenziale � quindi il perch�, poi il come sar� diverso
in ognuno di noi. In questo senso vorrei fare due
chiarimenti: la MPA � proposta come via verso il centro
dell'Essere, ma senza speciali connotazioni che la facciano
dipendere esclusivamente da una determinata cul-
10 Ivi.
11 Cf. V. FRANKL, Man's Search for Meaning. An Introduction to Lo-
gotherapy, Beacon Press, Boston 2000.
12 Cf. alcuni esempi drammatici di questo stato d'animo precedente
ai corsi nel mio libro: Cos� medita la gente, Edizioni Messaggero, Pado
va 2004, pp. 11-15.
39

tura. Essendo via offerta all'uomo universale � aperta a


ogni essere umano, orientale od occidentale che sia.
Certamente per facilitare il cammino si potranno prendere
risorse utili provenienti da diverse fonti e tradizioni,
spirituali, scientifiche e culturali, ma senza precludersi
in una determinata zona dell'evolversi umano. In
secondo luogo, lo scopo del nostro viaggio non � una
scoperta riducibile a concetti, anzi talvolta sar� impossibile
l'espressione concettuale di quelle che Maslow
chiamerebbe peak experiences (esperienze culmine).
La sorgente interiore � qualcosa di non manifestato,
bench� Padrone e fonte di tutte le nostre manifestazioni
personali. L'ultima esperienza � anche il mistero pi� ultimo
dell'uomo e, se esiste una parola per indicarlo
umilmente �: Essere.
Esercizio Meditazione del film
della vita
� Scegli il tuo luogo di meditazione, sia in camera
che al
l'aperto, oppure in cappella.
� Adotta una posizione corporale meditativa. Se
non ne conosci nessuna che sia speciale per te, bada che
sia comoda ma senza invitare alla sonnolenza. Sar�
utile a questo scopo mantenere la schiena tranquillamente
dritti ta. Lascia vicino a te un quaderno e una penna pronta
per scrivere.
� Dopo aver fatto alcuni respiri profondi e lenti,
preparati
a lasciar fluire e osservare la tua vita, come un film che
si snoder� davanti a te. Tu sei uno spettatore che osserva
in silenzio il tuo film come ti appare, senza modificarlo
e senza giudicarlo: scene ed esperienze pi� o meno dimenticate,
immagini, sensazioni...
40
Quando il film finisce da solo, se vuoi scrivi qualche
nota sul contenuto della tua pellicola, ma sempre senza
emettere nessuna critica o giudizio. Ora, con calma, lascia per alcuni minuti
che il film della
tua vita resti l� davanti a te. Mentre lo guardi nel suo
insieme cerca di rispondere con calma e autenticit� a
queste tre domande:
� Fra le diverse esperienze della mia vita, ne trovo qual
cuna che abbia dato vero senso al mio camminare? Op
pure individuo alcuni momenti che siano stati chiavi
incoraggianti per darmi il coraggio di continuare il
mio cammino? Quali?
� Trovo esperienze di nonsenso, di perdere la bussola
orientativa del mio cammino, di non- speranza, espe
rienze equivalenti a �stop� invitanti a non camminare?
Quali?
� Perch� sono venuto/ a a fare il corso?
� Annota brevemente nel quaderno di MPA13 le tue
rispo
ste e impressioni.
Domande
1. Come si fa a capire quando lo scoramento del meditante
viene dai piccoli io che si oppongono all'arrivo del Padrone
di casa e quando invece � un momento di debolezza
che umilmente bisogna aspettare che passi?
Lo scoramento viene sempre dai piccoli io. L'importante
� sapere come trattarlo. Una certa debolezza e
stanchezza oppure un certo scoramento � normale, specialmente
agli inizi della via MPA, anzi forma parte delle
nostre limitatezze umane. La pratica regolare della
meditazione promuove l'equilibrio delle nostre energie
13 Vedere capitolo 16.

fisiche e psichiche. Quando i piccoli io sono in conflitto,


la MPA sveglia il maggiordomo e i piccoli fanno pace.
Allora si liberano le energie prima invischiate nel conflitto.
Opporsi all'arrivo del padrone � sempre segno di
una casa bisognosa di ordine e pace, quindi di meditazione.
2. Ci sono dei giorni in cui qualcosa dentro di me mi porta
a essere insoddisfatto. Probabilmente sono quei �piccoli
io� di cui lei ha parlato. Cosa posso fare per risolvere
{ questi conflitti, trovare e rimanere nel miglior equili
brio?
Meditazione.
3. Psiche, anima e mente sono la stessa cosa?
La domanda avrebbe risposte diverse a seconda delle
tradizioni filosofiche e antropologiche in cui si pone.
Nella cultura occidentale classica, psiche e anima sarebbero
interscambiabili e la mente, ovvero la capacit� di
pensare e capire sarebbe una �potenza� o facolt� dell'anima.
Per ragioni pedagogiche la MPA presenta tutto
quanto � vita dentro il nostro involucro fisico (casa), come
formando parte della psiche o anima, inclusa la capacit�
di pensare. Il centro dell'Essere non sarebbe l'anima
ma lo spirito dell'uomo.
4. Se lo spirito deli "uomo, come dice Origene, non pu�
peccare, allora tutti noi siamo destinati al paradiso?
Secondo l'opinione di Origene (egli presenta le sue
proposte teologiche come opinioni, non in senso dogmatico)
il nostro spirito, il pedagogo, ha il compito di attirare
l'anima e il corpo verso lo Spirito. In questo senso il
destino dell'uomo sarebbe raggiungere la felicit� dell'unione
definitiva con lo Spirito. Ma in ogni ipotesi, ogni
uomo � destinato a essere definitivamente felice.
42

5. Come posso distinguere, fra le tante vie, qual � la mia


strada?
Poich� sei venuto qui, prova la via MPA e poi giudica
tu stesso il risultato.
6. Sarebbe meraviglioso se anche i nostri figli potessero
partecipare a questi incontri. I miei figli hanno dieci e
dodici anni.
Certo, ma un bambino di dodici anni non ha la mentalit�
di un giovane o un adulto e il corso si offre a questi
ultimi cercando un linguaggio adatto a loro. Nel nostro
gruppo Direttivo si preparano anche seminari e corsi per
giovanissimi e bambini e alcuni dei nostri insegnanti
hanno gi� fatto delle esperienze nella scuola in questo
senso. Mentre queste esperienze non sono ancora sufficientemente
configurate e maturate, voi stessi, da genitori
che conoscete bene il linguaggio e il carattere dei
vostri figli, potreste benissimo iniziarli con esercizi brevi
e semplici, adatti alla loro mentalit�. Nella bibliogra-
f�a che diamo alla fine del corso14 ci sono alcuni libri
specialmente adatti per iniziare i bambini alla meditazione.
7. La parabola del viaggio deli "uomo � molto bene scelta e
colpisce anche i non cattolici impregnati di pseudo- laicismo
e razionalismo. Ma non � detto che la strada porti
a qualcosa.
Una strada che porta a �qualcosa� non � la vera strada,
� invece una strada intermedia che magari un giorno
imboccher� quella vera. La vera strada sei tu, essere
umano in continua evoluzione, che cammini alla ricerca
del vero senso della tua vita. E se questa ricerca � sincera
ti guider�, non verso �qualcosa�, ma verso il mistero
Vedere questa bibliografia anche alla fine del libro.
43

del tuo Essere. A poco a poco, se mediti, sentirai la musica


che sgorga dal tuo stesso mistero. Quindi non preoccuparti
di trovare qualcosa, ma cammina con sincerit�,
poich� la tua stessa preoccupazione ti impedisce di
camminare.
8. Come pu� la ricerca del vero S� pi� profondo conciliar
si con il dolore che diamo agli altri per essere noi stes
si?
Il dolore degli altri, se proveniente dal tuo cammino
sincero e onesto verso il centro, � problema degli altri
non tuo. Non a tutti piacciono le scelte di una ricerca
autentica e sincera. Se tu agisci in connessione con il
tuo vero centro, come vedremo pi� avanti, non darai
�dolore� ma emanerai autenticit� e amore. Tuttavia, �
vero che gli altri potranno non percepire questo amore,
poich� forse avranno ancora un maggiordomo addormentato
e una casa in disordine.
9. Noi siamo qui per scoprire l'Essere, ma se nel nostro
cammino non ci riusciremo, torneremo ancora una volta
a riprovarci in terra?
Se vuoi veramente riuscire riuscirai. Credere che forse
in futuro si riprover� ancora, pu� invece facilitare la pigrizia
dei tuoi piccoli servi e il sonno del tuo maggiordomo.
� � ,
44

2. LE TRE COSCIENZE
Ho ventitr� anni e sono uno studente universitario.
Pratico quotidianamente la meditazione,
che mi d� un senso di pienezza, di gioia di vivere
e tranquillit� difficilmente esprimibile. Mi
sento veramente pi� vivo, pi� cosciente di me e
di ci� che mi circonda.
Lo stato del maggiordomo
L'esercizio del capitolo precedente avr� facilitato un
sopralluogo nella nostra casa. Il protagonista di questo
esercizio � il maggiordomo, la cui missione � semplicemente
vigilare. Se l'esercizio � stato fatto bene il maggiordomo
si sar� limitato semplicemente a osservare tutto
quanto � vita dentro la casa, senza identificarsi minimamente
con pensieri, con immaginazioni, oppure con
qualsiasi tipo di sentimento o percezione. Un maggiordomo
fedele non abbandona il suo compito lasciandolo
in mano ai servi: egli � pura vigilanza e attenta osservazione,
senza mai identificarsi con quello che osserva.
Osserva il flusso della vita, il continuo fare e interagire
dei piccoli io collaboratori. In questo modo egli � in grado
di capire fino a che punto la casa � in sintonia con
il grande senso della vita: prepararsi alla venuta del Padrone.
Ma c'� anche la possibilit� che il maggiordomo non
si comporti cos� fedelmente nello svolgimento del suo
lavoro e si trovi in uno stato pi� o meno addormentato.
Allora nella nostra casa primeggeranno i piccoli servi, ci
45

sar� confusione, conflitto, talvolta lotta per il potere, intrighi


e manipolazioni. Ovviamente in questi casi l'individuo
� frammentato: si identifica con uno o pi� dei suoi
�ego� o piccoli servi, mentre il maggiordomo � mezzo
addormentato o plagiato dai servi e il vero Padrone di
casa, il vero Io, centro dell'Essere, sembra totalmente
assente e sconosciuto.
Lo scopo globale della via MPA � doppio: in primo
luogo si tratta di svegliare sempre di pi� il nostro maggiordomo
e allenarlo alla vigilanza sempre pi� continua
del dramma della vita. Qui si nasconde un incredibile
segreto di vita armonica e felice. Quando i piccoli servi
si sentono osservati dal maggiordomo, subito abbandonano
il loro falso potere su di noi e si mettono in armonia.
Provate a destare e ad allenare il vostro maggiordomo
sempre di pi� e capirete cos'� vivere desti, anzi,
semplicemente vivere. Ecco cosa dice un meditante con
il suo maggiordomo sveglio: �La polvere e le pietre della
strada erano preziose come l'oro, le porte delle case
erano l'inizio dei confini del mondo. Il verde degli alberi...
mi trasport� e mi affascin�. I bambini che giocavano
e saltellavano nella strada erano gioielli mobili�15. Non
si pensi frettolosamente che si tratti di allucinazioni o
distorsioni mentali: queste espressioni non possiedono
nulla delle angosciate visioni delle persone psicotiche.
Ken Wilber, uno dei pi� grandi esperti nello studio della
coscienza umana, cita le parole di William James a questo
riguardo: �La nostra normale coscienza di veglia non
� altro che un tipo speciale di coscienza, in tanto che
attorno ad essa, e separate da esili schermi, si estendono
altre forme di coscienza totalmente diverse�16.
15 KEN WILBER, La conciencia sinfronteras, Kair�s, 12a ed. Barcelo-
na2004, p. 14.
16 ivi. :
46

In secondo luogo,
daremo delle chiavi e
degli orientamenti
precisi, per rimanere
sempre di pi� in connessione
con il Padrone,
centro e sorgente
dell'Essere. Questo
sar� il vero e proprio
esercizio di Meditazione
Profonda.
La percezione inquinata
Nella struttura tripartita dell'uomo presentata nel
capitolo precedente, il maggiordomo occupa la parte
pi� elevata e importante della psiche. Gli antichi saggi la
chiamavano nous egemonikon, cio� colui che ha
l'egemonia dell'intero andamento della nostra casa e,
perci�, ha la pi� grande responsabilit� nella qualit� della
nostra vita umana. Anzi egli pu� accelerare la venuta del
Padrone (se la casa si mantiene fondamentalmente in
pace e in ordine), oppure contribuire alla rovina della
casa, oscurare il senso della vita e mantenere allontanato
il Padrone. In questo caso l'uomo mai sapr� chi �, la sua
suprema identit� sar� nascosta, egli rimarr� sommerso
nel letargo della suprema ignoranza e la sua casa
rimarr� sempre in subbuglio.
A mano a mano che il maggiordomo si sveglia, tramite
la preparazione fatta dai diversi esercizi e meditazioni
della MPA, compaiono dei segni indicanti la limpidezza
e armonia dei tre livelli principali di percezione:
mente, cuore ed energie. In questo caso i livelli di percezione
sono sempre pi� trasparenti, e ci offrono il servizio
di una percezione esistenziale sempre pi� limpida e
ricca.

47

Cy
Mente
Energie

La percezione limpida
Vediamo ora alcuni di questi segni:
� Coscienza dei piccoli io attori: i meditanti si rendono
conto, sempre pi� chiaramente, che loro non sono i pic
coli servi che agiscono entro la casa. Nello stesso istante
in cui il meditante osserva, il maggiordomo esce dal suo
sogno e si attiva un livello di coscienza superiore.
� Coscienza deli "io che sogna : la porta segreta che comu
nica con i piani inferiori della casa (subconscio, incon
scio), � ordinariamente sbarrata, ma appena si inizia a
meditare grazie all'aiuto di semplici metodi attraverso i
' quali si apre la comunicazione onirica17, i meditanti si
arricchiscono con i messaggi e la saggezza dei collaboratori
dei piani inferiori. Ecco un bel sogno fatto da un
meditante, in cui � palese il simbolismo della casa (palazzo
in questo caso), quello del Padrone (re) e i servi
(piccoli impedimenti che vietano ancora il ritorno del
Padrone a casa sua): �Mi vedo sul grande sagrato di
marmo bianco (a cui
sono arrivato salendo pochi bianchi gradini) di un bellis-
17 Per aprire questa comunicazione cf. il mio libro Meditare un sogno,
Edizioni Messaggero, Padova 20053.
48

simo palazzo la cui facciata � imponente e ben cesellata,


come quella di una cattedrale. Ma non � un luogo di culto,
� il mio palazzo e io sono re. L'atmosfera � serena,
avvolta in una pallida luce bianca e io sono l� ad ammirare
e a riflettere davanti ad esso. Ero uscito forse per
vedere la vita fuori e, soprattutto da fuori, ho visto la
bellezza e l'imponenza della mia casa, segno della mia
regalit�.
Il problema, per�, � che il portone � cos� grande che
io, da solo, non sono in grado di aprirlo per rientrarvi; in
quel momento sono fuori orario, nel senso che la servit�
� nella pausa di riposo, altrimenti mi avrebbe subito riconosciuto
e avrebbe spalancato il portone per farmi entrare
in un'accoglienza di festa e di riverenza. Il disagio
di non poter entrare in quel momento e la paura di restare
fuori sono mitigati da un'aria di stupore e di contemplazione
nel guardare la bellezza della mia casa�18.
� Coscienza allineata con l'insieme della vita : alberi, ani
mali, elementi della natura, si percepiscono in sintonia
con l'insieme della vita, oltre a quella specificamente
umana. Cos� si esprime un meditante: �La sensazione
era di essere parte di ognuna delle persone presenti: sen
tivo ci� che sentivano, pensavo ci� che pensavano, la
luce veniva dalle vetrate e io ero la luce e sentivo ci�
che sentiva la luce, il banco di legno era di fronte a me
e sentivo ci� che sentiva il banco di legno; tutto era im
pregnato di �una vivissima luminosit� "interna", la
luce
veniva da dentro ogni cosa o persona. Non veniva dall'e
sterno�.
� Coscienza del vero Io : l'esperienza del vero Io o identit�
suprema, quel nucleo centrale dell'Essere, si intravede o
si intuisce, talvolta confusamente, man mano che la co
scienza sveglia va sistemando la trasparenza e l'ordine
18 Ivi, pp. 44-45.
49

dei livelli di percezione psichica (mente, cuore, energie).


Egli splende l� dentro, nella sua profonda e misteriosa
radiosit�. Kahlil Gibran lo esprime poeticamente in questi
versi: �Amico mio, io non sono ci� che sembro. L'apparenza
� come un abito che indosso, un abito che protegge
me dai tuoi interrogativi e te dalle mie negligenze.
Amico mio, l""io" dimora in me nella casa del silenzio
e l� rimarr� per sempre, impercettibile e inavvicinabile.
Non voglio che tu creda ciecamente in ci� che dico o
faccio, le mie parole e le mie azioni infatti non sono altro
che i tuoi pensieri e le tue speranze resi tangibili [...].
Amico o nemico che tu sia, come posso farti capire?
Anche se camminiamo insieme, mano nella mano, la
mia strada non � la tua�19.
Perch� i lettori possano capire meglio questo graduale
risveglio di autoconoscenza e praticare pi� agevolmente
i diversi esercizi, esporr� qui i tre livelli di coscienza
in cui si svolge la via della MPA.
Prima coscienza
� una coscienza addormentata. Purtroppo � lo stato
in cui si trova immersa la stragrande maggioranza dell'umanit�.
� anche come un'epidemia delle nostre psichi.
In questo stato di coscienza il maggiordomo � addormentato,
quindi i servi gironzolano per la casa da
piccoli falsi padroni. Mente, cuore ed energie ipnotizzano
la coscienza identificandola con le loro esigenze. La
coscienza identificata con il pensiero � �penso quindi
esisto�, ma non solo, � anche �sento quindi esisto� e
�agisco quindi esisto�. Il maggiordomo non ha la capacit�
di osservare i servi, anzi lui � diventato servo ignorando
se stesso, mentre i servi agiscono da padroni.
19 K. GIBRAN, IL Precursore e il Folle, Guanda, Parma 1988, p. 60.
50

Prima coscienza
L'uomo � solo mente, oppure corrente emotiva o
pura attivit�. Non c'� coscienza di un vero Io dietro
pensieri, emozioni o attivit�. I servi la cui ragion
d'essere � quella di collaborare all'armonia della
casa, essendo ottimi strumenti nell'avventura della vita
per preparare la venuta del Padrone, si ergono in
padroni per conto loro, creando l'illusione di essere essi
stessi il vero Io e magari avvicendandosi nel governo
della casa oppure vivendo a base di mutui conflitti. �
una vera e propria epidemia universale, quella di vivere
solo nella prima coscienza, ipnotizzati e �usati� dai nostri
piccoli ego. La prima coscienza � il triste ritratto
dell'uomo che vive in superficie, dimentico di s�.
Seconda coscienza
In questo stato il maggiordomo sperimenta gradualmente
il suo risveglio, cio� diventa osservatore. Questo
stato si inizia quando un essere umano, tramite la meditazione
profonda, impara l'arte di osservare cosa succede
nella propria casa. I principianti talvolta rimangono
confusi e addirittura spaventati nelle prime tappe di questa
nuova nascita; infatti, quello che i primi risvegli mostrano
� lo stato di disordine e confusione interiore in cui
si trova la propria casa. Pu� anche darsi che ritengano
impossibile per un essere umano vivere in continuit� la
condizione di maggiordomo sveglio. Ordinariamente
c'� un andirivieni dalla prima alla seconda coscienza,
ma questo � gi� un prezioso dono e passo in avanti. La
51

seconda coscienza � un allenamento alla grazia del totale


risveglio e, come pi� avanti vedremo, si dovrebbe coltivare
il pi� possibile nella vita ordinaria. Alle persone
che si iscrivono ai nostri corsi e nei gruppi di meditazione
consiglio di stabilire piccole zone della loro quotidianit�
riservate alla esclusiva pratica della seconda coscienza.
A poco a poco il maggiordomo, che in queste
zone � completamente sveglio, potr� estendere la sua
osservazione a una zona contigua, amplificando cos� lo
stato di una esistenza sempre pi� cosciente20.
La seconda coscienza � fonte di gioia, di ricchezza e
di originalit� personale. Il maggiordomo si rende conto
del valore e della tipicit� di ogni piccolo io e cos� la capacit�
di pensare, di sentire, di agire e tante altre qualit�
della nostra casa diventano strumenti preziosi, poich�
usati correttamente entro un'armonia e ordine generale,
senza intoppi. La vita che prima era conosciuta a base di
etichette, schemi, definizioni e continui concetti accettati
a scatola chiusa, diventa un'avventura di continue e sorprendenti
scoperte. � come capire sempre di pi� che tutto
diventa segno di qualcos'altro e velo che ci_ fa presentire
qualcosa dietro le apparenze. Questo �qualcosa� �
una incredibile, misteriosa e ineffabile armonia, unit�
e amore universale e divino.
Il maggiordomo incomin
cia a rendersi conto della sag
gezza e verit� dell'antico
proverbio: �Quando l'uccello
e il libro non vanno d'accor
do, credi sempre all'uccello�. Seconda coscienza
20 Vedere il capitolo 15.
52

Ovviamente tutto questo non viene di colpo. Non dimentichiamo


mai che il risveglio di un maggiordomo �
sempre graduale e sottomesso a diversi ritmi secondo i
diversi individui e, tuttavia, un solo sprazzo di questa
percezione ineffabile agir� da semaforo che d� una
splendida luce verde al nostro camminare. Poi non � cos�
difficile: nello stesso istante in cui si inizia a osservare
coscientemente qualsiasi cosa dentro o fuori di noi, il
nostro livello di coscienza � gi� salito a un livello superiore.

' Terza coscienza


La terza coscienza � l'esperienza suprema della casa
in ordine e del Padrone nel centro di essa. Il maggiordomo
lascia il posto al Padrone, il quale non si pu� dire che
�osserva� alcunch�, ma semplicemente ��. Lo spirito,
Padrone o Pedagogo, � unito allo Spirito e ha attirato e
centrato armonicamente intorno a s� la psiche e perfino
la fisicit� dell'uomo. Nella terza coscienza tutto � unit�,
sia all'interno che all'esterno della casa. La terza coscienza
� semplicemente l'uomo diventato Essere, anzich�
pensiero, emozione o altro piccolo io. � un dono che

nessuna magia potr� mai


provocare. Invece � possi
bile prepararsi a esso, po'
nendo nella nostra casa le
condizioni di ordine e lim
pidezza propri della se
conda coscienza coltivata
frequentemente. La terza
coscienza ha ricevuto at
traverso i secoli denomi
nazioni diverse secondo le
Terza coscienza diverse culture e tradizioni

53

spirituali. Io preferisco descriverla cos� nei miei corsi,


senza etichette un po'"rimbombanti, per le ragioni di
universalit� e transconfessionalit� della MPA, indicate
nell'introduzione a questo libro.
Esercizio I capitoli della
vita21
Questo esercizio � essenziale nell'esperienza MPA,
poich�, come vedremo, molti altri esercizi dipendono
da esso. � anche molto utile in quanto configurazione
generale del quaderno di meditazione22. Per una corretta
pratica dell'esercizio � utile chiarire queste due nozioni
di tempo:
Tempo logico- cronologico : � il nastro oggettivo degli
eventi storici che abbiamo vissuto, uno dopo l'altro, nella
nostra vita.
Tempo qualitativo : � invece la percezione soggettiva
di quegli eventi, cio� il modo come noi viviamo �entro
la nostra casa� gli eventi oggettivi. Tutti sappiamo
per esperienza che determinati eventi non coincidono
con il tempo oggettivo nel modo in cui sono vissuti: un
determinato fatto che ci risulta pesante pu� essere
percepito come avente una durata molto pi� lunga di
quella che oggettivamente ha secondo il suo tempo
cronologico, mentre gli eventi felici di una bella
giornata ci sfuggono in un lampo.
In questo esercizio sei invitato a sentire in modo qualitativo,
cio� interamente soggettivo, le diverse tappe
21 Questo esercizio � ispirato al metodo di Ira Progoff chiamato Dia
rio intensivo. Cf. I. PROGOFF, Curarsi con il Diario, Pratiche, Milano
1996, pp. 83-94. 22 Vedere capitolo 16. .
54

della tua vita. Lo farai con l'aiuto dell'esercizio precedente


sul �flusso della vita�, che � fuoriuscito quando
eri in uno stato di rilassamento e che poi hai annotato
nel tuo quaderno di meditazione.
� Inizia mettendoti in uno stato di rilassamento spontaneo,
comodamente seduto.
� In questo stato rileggi il contenuto del film della tua vita,
che hai osservato e annotato nell'esercizio precedente.
Pu� darsi che nel farlo affiorino ancora alcune altre
esperienze, ricordi, immagini, eventi. Sempre in questo
stato completamente passivo di ricettivit� e con il tuo
maggiordomo attento unicamente a osservare (senza
emettere giudizi), renditi conto di quanto sta uscendo an
cora, lascialo scorrere fino a quando non finisce o rallen
ta da solo, fino a quasi esaurirsi. Annota anche i nuovi
contenuti che ti sono appena venuti.
� Ora puoi passare alla seconda fase dell'esercizio: cerca
di fare una lista che contenga i punti pi� significativi
della tua vita. Chiameremo questi punti, o tappe, �capi
toli� perch� sono come i titoli dei tuoi diversi processi
autobiografici. Poich� si tratta dei capitoli pi� significa
tivi, la lista dev'essere piuttosto breve, da otto a dodici
capitoli, non di pi�. Ti renderai conto che i capitoli sono
come segni naturali, semafori, che ti permettono di rico
noscere il percorso della tua crescita e il suo orientamen
to particolare: come fossero una mappa dove puoi intuire
le diverse tracce delle strade verso il punto dove sta cer
cando di condurti il corso della tua vita. Anche qui do
vrai mantenere il tuo maggiordomo in uno stato di passi
va osservazione, tale da evitare interferenze e forzature
causate dall'intromissione del tuo piccolo io mentale. Si
tratta di scoprire i capitoli naturali della tua vita, quelli
che gi� sono in te, non di crearli artificialmente.
� Puoi iniziare il processo rendendoti conto del fatto della
tua nascita e di alcuni fatti essenziali che emergono nel
l'osservazione tranquilla della tua infanzia. Poi si distac-
55

cheranno a poco a poco gli altri capitoli. Elencali in modo


chiaro e breve. Possono essere sufficienti anche una o
due parole chiave.
� Alla fine sar� utile leggere a voce alta la lista dei tuoi
capitoli.
Ecco alcuni esempi:
1. Concepimento. Vedo il mondo attraverso mamma.
2. Nascita e prima infanzia, fino alla casa di via N. Cerco
pap� ma non lo trovo.
3. Via C: inizio a vedere la vita come impegno pesante.
4. La casa T. B. e inizio di via S. Anni di benessere, ma
mamma e pap� assenti dalla mia vita.
5. Superiori e iscrizione a ingegneria: mi perdo per man
canza di identit�.
6. Iscrizione a biologia. Inizio lavoro a P. Incontro con il
Signore. Periodo felice fino alla riscoperta dell'omoses
sualit�.
7. Vita sessuale sregolata. Casa di via S. P. Laurea.
8. Ritorno a una vita pi� serena, anche se � presente un
senso di inadeguatezza.

1. Sono nata. Muoiono i miei genitori. Sono sola.


2. Infanzia serena. Adolescenza turbolenta. Condiziona
menti. Primi amori, poi l'Amore. Errori.
3. Diciannove anni: sono incinta. Mi sposo. Moglie e ma
dre orribili. Secondo figlio. Appiattimento. Lavoro, la
voro, lavoro, lavoro. Errori.
4. Quarant'anni. Realizzazione di tutti i sogni. Casa, lavo
ro, soldi. Ma in cambio: solitudine, insoddisfazione, rab
bia, incomprensione. Voglio mia madre.
5. Quarantun anni. Esoterismo. Medium. Voglio parlare
con mia madre. Conversione.
6. Quarantaquattro anni. Meditazione. Ho problemi con il
piccolo.
56

1. Sono nato. Asilo. Periodo felice. Gioia interiore. Voglia


di vivere. 2.- Seconda infanzia. Scuole elementari.
Vitalit�, sorriso,
gioia. Avvicinamento al mio aspetto esteriore, vanit�,
super ego.
3. Adolescenza. Interrogativi. Morte nonno. Paure. Cerco
di essere diverso dagli altri. Mi sento il pi� forte. Solitu
dine.
4. Il ragazzo (quattordici- quindici anni). Credo di essere il
migliore. Mi allontano dalla gioia. Fumo spinelli, be
stemmio, ragazze, superficialit�, completo distacco dai
genitori e familiari. Sorriso esteriore.
5. Il ragazzo (2). Mi si pongono molte domande. Cerco di
allontanarmi da tutto e da tutti. Voglia di meditare. Svo
gliatezza riguardo lo studio. Ragazze, solitudine, vuoto.
6. Apertura di una porta. Mi avvicino a una risposta. Sport,
arti marziali, istruttore di paracadutismo. Paura, orgo
glio, forza fisica e mentale.
7. Ansia. Nuovo inizio fase negativa. Alcool, fumo, inci
denti, ansia. Non cerco la via interiore ma solo la felicit�
unita alla vita materiale. Rabbia!
8. Uomo o quasi. Lavoro. Di nuovo l'alcool, esagerazio
ne, ansia, disperazione, f�nta felicit�. Non credo in me
stesso.
9. L'uomo. Mi arrivano dei messaggi (incidenti, malattia,
ferite). Non li capisco per� mi fermo. Ricerco la preghie
ra, ricerco la meditazione, ricerco la gioia. Sono sicuro:
le trover�! Forse le ho gi� trovate.

1. Sono nata. Infanzia. Ho una forte dipendenza da mia ma


dre.
2. Mia madre mi sgrida spesso ingiustamente e decide per
me.
57

3. Prima adolescenza. Sono rimandata a scuola. Vengo pu


nita. Sto soffrendo.
4. Seconda adolescenza segnata da un forte incontro con
Dio- Amore. Gruppo.
5. Adulta. Non riesco a prendere la patente. Ho paura e so
no terribilmente insicura.
6. Pesante delusione amorosa che incrina tutta la mia identi
t�. L'insicurezza aumenta. Chiudo la porta ai sentimenti.
7. Mi dedico agli altri nei servizi di volontariato e sembro
felice.
8. Inizio universit�. Mi crolla il mondo. Sono in cammino
doloroso verso l'interno di me stessa.
9. Mi si riapre il cuore. Sto insieme a N., non cattolico, che
mi ha fatto conoscere la dimensione del S�. Ma continuo
a cercare quella luce che credevo di aver perso.

1. Nascita. L'infanzia. � serena, mio padre mi segue con


semplicit� e affetto. Primi segni di creativit�.
2. Adolescenza (le medie). � un periodo nebuloso. Sono
molto immaturo. Mi mostro forte con quelli pi� piccoli
e debole con i coetanei.
3. Adolescenza (le superiori). Conosco una compagna di
classe pi� matura di me. Mi fa leggere pi� libri. Sviluppo
la creativit�.
4. Gli studi universitari. I miei genitori mi impongono di
fare lettere ma io voglio iscrivermi a diritto. Mimo, tea
tro, canzoni. Mi sostiene una donna creativa. Sono anco
ra immaturo nei rapporti.
5. Il lavoro. Primi strappi con la famiglia. Vivo da solo.
Rifiuto un posto sicuro. Faccio l'obiettore di coscienza.
La creativit� tocca l'apice per poi cominciare la curva
discendente: scrivo una commedia.
6. L'attivit� professionale mi assorbe quasi completamen
te. In amore i rapporti sono legati al mio mondo profes
sionale. La creativit� langue.
58

7. La crisi. Dopo qualche anno di fanatismo professionale


mi domando se la mia vita ha un senso. Non lo trovo.
Lascio il lavoro e l'unica donna con cui ho vissuto un
rapporto regolare.
8. La ricerca (l'intelletto). Lavoro solo per incarichi che mi
garantiscono molto tempo libero (contratti in TV...). Inizio
a leggere e studiare avidamente (arte, cinema, storia...)
per cercare risposte. In amore sto con una donna
sposata, oltre ad avventure occasionali.
9. La ricerca (la mistica). Con la donna sposata decidiamo
di abortire: due gemelli. Comincia la mia ricerca spiri
tuale. Prima il mondo New Age, poi l'Oriente, infine i
testi sacri del cristianesimo. Seguo il Krya Yoga di P.
Yogananda. Faccio il primo corso di MP. Comincio
un'analisi {Gestalt).
10. La ricerca (la stella). Dopo due- tre anni di entusiasmo,
la sfera spirituale entra in fase di stallo. Medito regolar
mente ma senza voli (come accadeva prima). Mi manca
un gruppo di riferimento, una guida stabile. Continuo lo
. studio di cose umanistiche nella speranza di ritrovare la
creativit� perduta. In amore, nulla di significativo. Domande
1. Quando scendo nel silenzio, la mia attenzione si fissa sul
rumore del silenzio, mi accorgo che ci sono dei brusii
simili al rumore di una radio o di una televisione fuori
frequenza. Devo andare dall'otorino o � una trappola
dei servi?
Se ascolti questa radio interiore, solamente rendendo-
tene conto, sei gi� in uno stato di seconda coscienza.
Ascolta in modo neutrale, imparziale. Non arrabbiarti
n� giudicare il contenuto del brusio interiore. Semplice-
59

mente renditene conto. Presto ti accorgerai che tu non


sei quello che ascolti e che dietro al brusio c'� un grande
silenzio. Questa scoperta faciliter� ancora la crescita
nella seconda coscienza e la buona andatura della tua
meditazione.
2. Come mi accorgo di essere veramente in meditazione
profonda e non spettatrice dello sfarfallio della mia
mente?
Se sei spettatrice e solamente spettatrice (non produttrice
volontaria dei pensieri), hai dato gi� uno stupendo
passo nella tua crescita meditativa. Ti devi allenare continuamente
in questo atteggiamento meditativo: iniziare
solamente osservando. Cos� il tuo maggiordomo � sveglio.
Arriveranno a poco a poco dei momenti pi� profondi,
in cui lo sfarfallio perde forza e si acquieta da solo.
Allora ti renderai conto che tu sei qualcosa dietro lo
sfarfallio e molto pi� grande di esso.
3. Durante la meditazione ho spesso l'impressione che nel
la mia casa non ci siano n� servi, n� maggiordomo, n�
padrone. Finisco in una specie di vuoto grigio. Perch�?
Cosa fare?
L'unica cosa da fare � svegliare il maggiordomo allo
stato di seconda coscienza. Questo lo puoi fare benissimo
osservando qualsiasi cosa c'� dentro di te. Se non c'�
altro che vuoto grigio, osserva il tuo vuoto grigio.
4. Che rapporto c'� tra l'Io, il Padrone di casa e il Maestro
interiore?
Sono la stessa cosa, l'Io � anche il mistero del centro
dell'Essere, chiamato in tanti modi dalle diverse tradizioni
spirituali. Egli ci guida come scintilla divina in
noi. Perci� lo chiamano anche Maestro interiore, o Pedagogo,
poich� ci insegna l'arte di trovare sempre pi�
senso alla nostra vita nel cammino verso il centro.
60

5 Quando lei parla di centro divino, intende il �Padrone


di casa che � fuori� ossia quella parte di Dio che � in
ogni essere? E questo coincide con il nostro vero Essere
(senza vestitini)?
Certo. Il fatto di presentarvelo �fuori� non significa
una esternazione fisica ma una mancanza di percezione
della sua esistenza centrale. Il Padrone � il nostro vero
riflesso divino, tutto quanto non � lui sono rivestimenti
propri della nostra incarnazione e avventura in questo
pianeta terra.
6. Ripercorrendo le tappe della mia vita non ho considerato
avvenimenti significativi come la nascita delle mie figlie
e la morte dei miei genitori. Di questo mi sono accorta
dopo che avevo scritto i capitoli. Perch� mi � successo
questo?
Ovviamente quegli eventi, pur oggettivamente significativi,
non avevano una tale forza espressiva per te da
diventare semafori nel cammino della tua vita. L'importanza
culturale e storica di un evento non sempre coincide
con il valore soggettivo e significativo che l'evento
ha per ognuno di noi. I veri capitoli e segni di vita per te
erano altri, quelli che hai scoperto nel tuo esercizio.
61

3. DISCESA A ZERO
La meditazione mi fa bene. Mi accorgo che essa
educa in qualche modo la mia mente, i miei pensieri
e le mie emozioni, perch� il mio cervello �
come risvegliato; mi sento pi� pronta, pi� intelligente;
ho pi� capacit� di concentrazione e la
mia memoria funziona meglio. � come se avessi
una marcia in pi�. Vedo cose che prima non vedevo
e sento cose che prima non sentivo. Rilassamento
Tutti sappiamo cosa significa la parola rilassamento.
Centri e scuole di yoga, di training autogeno, di reiki e
tante altre sono dovunque a portata di mano. I media,
libri e riviste di New Age, perfino la radio e la tiv� forniscono
ogni tanto notizie ed esercizi per rilassare le nostre
tensioni e i nostri burn out. Inoltre, ognuno ha il suo
modo spontaneo di rilassarsi, ad esempio dopo una giornata
di duro lavoro, senza necessit� di fare un corso di
yoga, magari mettendo i piedi su una sedia o una panchina
di fronte a s�, mentre guarda la tiv�, sfoglia un
rotocalco o fuma una sigaretta. Comportamenti casalinghi
di distensione che, pur concedendo qualche momentaneo
senso di ristoro, sono molto parziali e incompleti.
La MPA offre ai suoi meditanti un esercizio- base di rilassamento
che coinvolge interamente i tre livelli di percezione:
sentimenti, pensieri ed energie fisiche. Questo
esercizio � chiamato discesa a zero, poich� ha lo scopo
di far scendere la quota di interferenza e rumore interno
62

che si trova pi� o meno nascosto in ogni livello percettivo,


fino a ridurlo al minimo possibile. L'esercizio � premessa
indispensabile per ogni ulteriore esperienza MPA
e dovr� inserirsi nella pratica regolare della meditazione
quotidiana. All'inizio potr� sembrare una pratica di una
certa complessit�, tuttavia � solo un'impressione tipica
dei principianti. A misura che la pratica regolare memorizza
l'intera discesa, l'esercizio diventa facile e di breve
durata, fino a ridursi a pochi momenti, come vedremo
nella pratica della discesa ridotta. Due sono le chiavi
principali da tener presenti in un vero rilassamento.
Amare il corpo
La prima chiave indispensabile per un buon rilassamento
� l'amore ordinato al proprio corpo. Il sentiero
che ti condurr� alle diverse esperienze che potranno
cambiare in modo sorprendente la tua vita, non scorre
fuori di te ma passa proprio attraverso il tuo corpo.
L'autopercezione del corpo � una componente essenziale
del processo di autoconoscenza a cui porta la MPA. Il
tuo corpo richiede un trattamento rispettoso e amorevole
per collaborare con te nella stupenda avventura della
MPA. Alcune tradizioni antiche considerano il corpo come
un tempio sacro in cui abita la scintilla divina, l'Essere.
Bisogna amarlo ordinatamente, cio� senza viziarlo,
ma senza considerarlo un oggetto da manipolare dispoticamente
o meno ancora un avversario, com'era considerato
dai filosofi platonici e come alcuni ancora oggi
fanno contribuendo a mantenere in vita il nemico pi� vicino
alla loro esperienza meditativa. Ma chiunque abbia
qualche elementare nozione della struttura e funzionamento
del corpo umano, conoscer� bene quale capolavoro
ci sia stato donato, bench� esso sia sottovalutato da
tanti. Pensate un momento alla configurazione del nostro
63

cervello, una piccola parte del corpo. Contiene il bel numero


di undici trilioni (undicimila miliardi!) di neuroni.
Ogni neurone � collegato diversamente con i suoi colleghi
di lavoro. Questi collegamenti non sono ridotti solamente
a un ingresso e a una uscita, come succede ad
esempio nelle connessioni delle batterie elettriche. Ogni
neurone pu� avere perfino quattrocento ingressi e quattrocento
uscite. Si combinano fra loro secondo schemi
diversi, eseguono funzioni diverse, hanno forme, misure
e lunghezze diverse.- e questo � solamente una piccola
parte del nostro capolavoro corporale! Se poi ci inoltriamo
nel funzionamento pi� interno del corpo, avremo
delle sorprese stupefacenti che ci sembreranno vicine al
miracolo, e ci faranno capire come questo nostro collaboratore
partecipa a suo modo nell'intero mistero dell'Essere.
C'�, infatti, nel nostro organismo qualche misteriosa
intelligenza, una sorta di sapienza olistica, al di
l� del nostro piccolo io mentale, che gli somministra intuizioni
precise su come svolgere il suo compito nell'intera
casa in modo ottimo: una piccolissima cellula umana
di dimensioni microscopiche contiene entro il suo
Dna, presente in tutti gli organismi viventi, istruzioni
che riempirebbero vari libri tra le quali le informazioni
genetiche necessarie alla trasmissione dei caratteri ereditari.
Queste piccolissime unit� elementari del nostro corpo,
sono in grado di nutrirsi, crescere, muoversi e riprodursi
in modo saggio e sorprendente, tutto orientato al
buon funzionamento della casa. Quale mistero e saggezza
distribuisce questi ordini e continue funzioni del nostro
corpo?
Lasciarsi andare
Quando un insegnante MPA avvia per la prima volta
un gruppo del corso alla pratica del rilassamento, egli sa
64

che, quasi invariabilmente, trover� una piccola sezione


dei partecipanti, magari un dieci per cento del totale,
restii a lasciarsi rilassare completamente, malgrado la
loro indubbia buona volont� e sincero desiderio di
imparare la meditazione. Non ci riescono perch� manca
loro la seconda chiave di un buon rilassamento: lasciarsi
andare. Queste persone devono imparare a non fare
forzi infiniti per ottenere i risultati propri di un buon
rilassamento, ma semplicemente lasciarsi andare,
lasciarsi andare � permettere che le parole
dell'insegnante pronunziate in modo lento e calmo,
possano penetrare nei livelli meno superficiali e nei piani
inferiori della nostra casa. Queste parole potranno anche
essere Pronunziate mentalmente dal meditante, una
volta che ha imparato i diversi passi della discesa a zero,
ma sempre lasciandosi andare man mano che il processo
di rilassamento entra in lui. Nel lasciarsi andare, il
nostro maggiordomo si mantiene calmo e desto ma, allo
stesso tempo, completamente passivo e ricettivo.
Lasciarsi andare in modo pi� ampio pu� anche diventare
un atteggiamento fondamentale nei confronti
dell'esistenza. L'atteggiamento contrario � la combattivit�,
l'aggressivit� e l'opposizione. Quest'ultimo
atteggiamento di fronte alla vita � una posizione di
conquista e affermazione dell'ego. L'intera
pseudocultura del consumismo � fondata su questo
atteggiamento portato all'esagerazione, agli antipodi
del lasciarsi andare. Un mio collega scrittore rimase
allibito quando sent� dire dalla persona che distribuiva i
suoi libri in Usa: �Attaccher� la vendita dei suoi libri
in Usa con la massima aggressivit� e combattivit�.
Un mio amico manager in diverse aziende, mi mostr�
un video che proiettava ai suoi allievi nei corsi di
allenamento aziendale. Nel video un istruttore
apostrofava l'intera aula di giovani alunni, rinfacciando
loro la scarsa capacit� che avevano
65

per vendere un determinato prodotto. I rimproveri dell'istruttore


arrivavano in crescendo perfino all'insulto, sia
investendo un particolare studente che l'intero gruppo.
Alla fine si era creata una tale tensione aggressiva accompagnata
da una implacabile decisione di vendere,
che nell'intera aula gremita di allievi tutti gridavano a
mani alzate la loro selvaggia decisione di vendere il prodotto.
Non far� commenti sulla moralit� di questo atteggiamento
di violenta conquista, n� sugli effetti che ha
nel mondo della politica mondiale e perfino nel campo
dello sviluppo tecnico e scientifico. In fondo � un atteggiamento
che ha i suoi risvolti naturali nella crescita
umana: � presente gi� dalla nascita, e serve ad attirare
l'attenzione dei grandi ai bisogni naturali del bambino
e accompagna, per altro, anche l'adolescenza nella conquista
e affermazione della nascente personalit�.
L'uomo avr� sempre bisogno di una certa dose di
questo atteggiamento. Ma se coltivato fino all'esasperazione
e come unico atteggiamento possibile di sviluppo
e di crescita, pu� avere delle conseguenze tragiche e
provocare disastri sia negli individui che in intere nazioni
e culture. Certamente � un atteggiamento vitale meno
maturo del suo contrario: lasciarsi andare. Lasciarsi andare
� tutt'altra cosa che adottare una continua posizione
di pigrizia e poltroneria nella vita. Potremmo ridurre
questo saggio modo di comportarsi a una sola parola:
sintonizzare. Sintonia, accoglienza e amore nel Tutto.
Sintonia con il grande mistero che ci avvolge. Perci� un
antico rabbino diceva ai suoi discepoli che dovevano
trovare nella loro vita un sentiero con musica, e D. Juan,
il noto maestro sciamano di Carlos Castaneda, lo stimolava
a cercare una via che avesse cuore. Lasciarsi andare
�, quindi, camminare lasciandosi portare dalla saggezza
di non resistere a ci� che �, una secolare saggezza ben
conosciuta e praticata perfino fisicamente nelle arti mar-
66

ziali, nella Bibbia, nel Corano, nel Tao, nei Ching, nell'Ahimsa
di Gandhi e in tante altre venerabili e antiche
tradizioni. Per arrivare al vero cuore del lasciarsi andare
bisogna comprendere questa realt�: la parte, il figlio, la
creatura, non potr� mai �conquistare� il Tutto ma potr�
invece �essere in sintonia� con lui. Posizione
del corpo
Come ho indicato in altre occasioni23, ci sono parecchie
posizioni corporali per favorire la discesa a zero e
in genere utili ad ogni tipo di meditazione. I metodi pi�
semplici dello Hatha- yoga, accessibili al grande pubblico,
hanno una sufficiente variet� di posizioni del corpo,
o asana, specialmente adatti alla meditazione24. Nei corsi
di MPA noi raccomandiamo ordinariamente una posizione
accessibile alla stragrande maggioranza delle persone,
quella che chiamiamo �il loto occidentale� e che
Klemens Tillmann descrive cos�:
�Ci si siede senza appoggiare la schiena, quasi sul
bordo della sedia, in modo che le ginocchia rimangano
pi� basse della stessa, rilassate e in fuori. Le gambe s'incrociano
all'altezza delle caviglie e le punte dei piedi si
appoggiano sul pavimento. Si pongono le mani una sopra
l'altra, come due tazze, la sinistra sopra la destra,
davanti all'addome, toccandolo, e appoggiando i polsi
sulle gambe, mentre i pollici, rivolti in su, si toccano in
punta�25.
23 Per tutto quanto riguarda le posizioni corporali di meditazione cf.
il mio libro Iniziazione alla Meditazione Profonda, Edizioni Messagge
ro, Padova 20013, pp. 40-51.
24 Cf. G. FURLAN, Yoga, Armonia, Potenza, Saggezza, Mediterranee,
Roma 2006.
25 K. TILLMANN, Guida alla Meditazione, Queriniana, Brescia 1974,
p. 56.
67

loto occidentale
Tillmann, con questa dettagliata descrizione,
intende assicurare il massimo equilibrio fisico. Non �
necessario per� attenersi rigorosamente a tutti i
dettagli, anche per non andar contro quella tranquilla
flessibilit� e libert� fisica, perseguite dalla
meditazione profonda. Ci sono persone, ad esempio,
che per limiti fisici non possono mantenersi erette o
si innervosiscono se non appoggiate allo schienale
della sedia. A ogni modo � risaputa l'insistenza dei
maestri orientali sulla necessit� di mantenersi ben eretti
nella posizione di meditazione. Consiglio perci� di
sperimentare in proprio la differenza tra meditare eretti
o appoggiati, curvi o raggomitolati. La capacit� di
percepire le cose a livelli pi� sottili e delicati � molto
maggiore nella posizione eretta; ma � solo l'esperienza
che lo far� rilevare26. Esercizio
Discesa a zero
Prima di fare l'esercizio conviene aver presenti alcuni
avvertimenti utili. Il fine della discesa a �zero� � il triplice
silenzio del meditante, cio� quello del corpo, della
mente, e dell'emotivit�. In essa non dovr� mancare: � La
coscienza del corpo rilassato e la propria conferma di
questo con una frase- slogan.
' Iniziazione alla Meditazione Profonda, pp. 41-42.
68

La coscienza di calma e di pace nei sentimenti e la propria


conferma con una frase- slogan. La coscienza della
mente in silenzio dopo la discesa a �zero�.
Usare sempre le stesse parole, per facilitare in questo
modo la penetrazione nei livelli di coscienza pi� profondi.
Dopo un lungo periodo di pratica continua nel modo
sopra indicato, si potr� sperimentare la discesa usando
solamente le frasi- slogan, poich� avremo creato dei riflessi
condizionati che risponderanno immediatamente
facilitando il silenzio preparatorio elementare e imprescindibile
nella pratica della meditazione. Si dir�, ad
esempio: �Corpo, rilassamento... Sentimenti, rilassamento...
Tre, due, uno, zero�.
La discesa abbreviata potr� essere anche utile in determinati
momenti di bisogno di calma e pace nel
mezzo della giornata lavorativa, nei casi di eventuali
scelte o discernimenti improvvisi, ecc. Ma funzioner�
solamente dopo aver fatto molto spesso la discesa
completa. Vediamo ora il modo pratico di farla.

Punto fra le sopracciglia

; 1� livello:
fisico- corporale
Iniziare
rilassando il corpo
con alcuni respiri
pi� profondi di
quelli del nostro
ritmo ordinario. Poi
concentrare la nostra
attenzione- energia
sul punto che si
trova fra le
sopracciglia,
rivolgendo le
pupille verso di
esso. Dopo alcuni
brevi istanti
rilassare gli occhi
facendoli ritornare
alla loro posizione
naturale, e lasciar
fluire verso il bas-

69

so l'energia concentratasi prima


nel punto.
Ora inviare successivamente
l'energia alle diverse sezioni corporali
del cerchio di rilassamento,
tale come mostrato nel disegno,
iniziando dalla mano destra,
poi l'avambraccio e braccio destro,
spalla destra, collo ... e la
corrispondente zona sinistra del
cerchio fino alla mano sinistra.
Terminare questo primo livello
con la frase- slogan: �Corpo rilassamento...�.

Distribuzione
2� livello: emozionale
dell'energia
in un cerchio
di rilassamento
Osservare il ritmo del respiro senza forzature,
lasciandolo andare da s�. Ogni volta che l'aria esce
(espirazione) abbandonare con il respiro ogni ostacolo
alla tua calma e pace interiore. Terminare con la frase-
slogan: �Emozioni rilassamento, sentimenti
rilassamento...�.

respiro esce da te
nell'espirazione
3� livello:
mentale

Immaginare una scala di dieci scalini che si


contando mentalmente alla rovescia dal dieci allo zero.
70

0
Scendere dal dieci
allo zero

Luogo interiore di rilassamento e scarica di ogni negativit� (opzionale)

In livello zero aprire la coscienza a un luogo interiore


piacevole e tranquillo, e prima di ogni ulteriore passo
meditativo, scaricare ancora ogni piccola tensione e negativit�,
attraverso il punto situato al centro della pianta
del piede (vedere figura), immaginando di avere sotto i
piedi una sorgente d'acqua tiepida e limpidissima. Se il
luogo interiore non viene spontaneamente lo si potr� richiamare
o creare con l'aiuto dell'immaginazione creativa,
evocando in livello zero un paesaggio o simbolo
in sintonia con lo stato di pace e di silenzio in cui ci si
trova.
Punto di
scarica
di
ogni
Negativit�
Quest'ultima fase della discesa
a zero � solo opzionale, pi� indicata
alle persone che hanno una
forte immaginazione o una necessit�
di scaricare ancora una
certa nervosit� nascosta. Non ti
attaccare al luogo interiore: usalo

71

come �strumento di passaggio� per andare oltre, cio�


per creare le condizioni di ordine e silenzio interiore
che ti permettano gradualmente di scoprire chi sei.
Termine di ogni meditazione
Per terminare qualsiasi meditazione preceduta dall'intera
discesa a zero, basta contare fino a cinque, al
ritmo che si desidera, premettendosi che quando si arriver�
al numero cinque ci sentiremo completamente svegli,
rilassati e nello stato ordinario di coscienza.
Durata della discesa
Il tempo massimo della durata della discesa a zero
non dovr� oltrepassare la mezz'ora. Nei successivi esercizi
che si indicheranno, si dovr� anche aver presente lo
stesso limite di tempo, cio� quando la discesa completa
precede la meditazione, il tempo massimo dell'intero
esercizio � di mezz'ora all'incirca. Come ho mostrato
prima, la discesa sar� sempre pi� breve con il tempo,
ma la durata massima dell'esercizio a cui precede la discesa,
dovr� sempre svolgersi entro il limite di tempo
segnato. Invece, quando saranno indicati esercizi che
hanno solo bisogno di un rilassamento con uno dei livelli
della discesa (primo o secondo generalmente), l'intera
esperienza potr� oltrepassare la mezz'ora e continuare
per il tempo che si ritenga necessario.
Domande
1. Quando scendo a zero e �penso� il respiro, per me che
ho una narice chiusa e ho difficolt� a respirare bene col
naso, posso respirare con la bocca?
72

Il modo naturale di respirare � attraverso il naso, ma �


importante che tu non ti senta �forzato� a respirare in un
modo che, per te, sarebbe innaturale. Potr� aiutarti anche
immaginare i canali del respiro limpidi e trasparenti
e inviare a terra qualsiasi ostruzione attraverso la parte
interna delle gambe, fino al punto di scarico situato nella
pianta dei piedi.
2. Pratico la meditazione da tre mesi. Ogni volta che la
mente rimane in silenzio, compaiono delle onde lentissi
me, sempre dello stesso colore: giallo- oro scuro e blu
profondo. Quando i pensieri riprendono a scorrere, le
onde scompaiono. Queste onde e questi colori hanno
qualche significato?
Questi fenomeni non sono infrequenti nell'esperienza
dei meditanti. Hanno diverse modalit� e nomi, ad esempio
nella tradizione zen sono chiamati makio e i maestri
indicano di considerarli privi di qualsiasi importanza. Ci
sono anche i cosiddetti fosfeni o piccoli punti biancastri,
che appaiono in meditazione quando si hanno gli occhi
chiusi. Sono semplici fenomeni semi- allucinatori, specialmente
propri degli inizi di un cammino meditativo e
non bisogna dar loro nessuna importanza. Impara a osservarli
in modo totalmente calmo e neutro e se ne andranno
da soli.
3. Non riesco mai a scendere, non vedo alcuna scala, n�
grotta, n� altro. Sono sempre l�, rilassata, ma l�. Come
devo fare?
Non fare altro che rimanere rilassata. E il fine della
discesa, se lo raggiungi cos�, va benissimo.
4. Nel momento della discesa da dieci a zero ho avuto una
grande difficolt�. La mia gola mi bruciava e ho dovuto
con fatica trattenermi per non disturbare la sala. Ho
avuto la capacit� di bloccare il mio fastidio fisico, molto
73

forte, e le lacrime liberatorie mi hanno aiutato a


tornare in una situazione di normalit�.
� normale avere queste difficolt� nelle prime tappe, in
cui si sta imparando a meditare. Talvolta ti sembra che
tutti i pruriti del mondo ti piombino sul naso o sulla
fronte insieme a mille altre irrequietezze. Sono i nostri
piccoli io, mai abituati a essere calmi e zitti che cercano
di difendere il loro modo �normale� di andare avanti.
Perci� attaccano con mille furbizie per farci smettere la
meditazione, temendo che sia un altro e non loro a gestire
la casa. Queste esperienze e simili sono note nelle
scuole di psicologia con il nome di �difese dell'ego�.
Non bisogna fare altro che osservarle pazientemente fino
a che spariranno. � un errore accumulare attorno alla
sensazione stessa pensieri o cariche emotive poich� questo
sarebbe rinvigorirle e rafforzarle ancora di pi�.
5. Riesco parzialmente a raggiungere uno stato di rilassa
mento, anche se breve. Nell'esercizio fatto non riesco
assolutamente a mantenere uno stato di osservazione
mentale e la mente prende il totale sopravvento impe
dendomi di lavorare serenamente e di capire veramente
quello che sento. Cosa posso fare?
Non devi fare altro che renderti conto di quello che ti
succede. Non cercare di fermare la mente, nemmeno di
discutere o arrabbiarti con le forme- pensiero. Non cercare
di ottenere il rilassamento. Semplicemente renditi
conto di quello che succede dentro di te, senza giudicarlo
n� impedirlo. Con la tua pratica paziente e regolare la
calma e il silenzio saranno sempre pi� presenti.
6. Medito da circa un anno e dopo la discesa a zero sento
pace, pace profonda, ma non vedo e non immagino al
cun luogo e devo agire come un regista per immaginar
lo. Cos� per� mi sembra d� riattivare la mia mente. Sto
74

sbagliando qualcosa? Il luogo interiore si deve immaginare


o vedere per forza?
Nella meditazione mai dobbiamo �forzare� niente ma
praticare con calma ogni esercizio, senza essere preoccupati
per i risultati. Abbiamo indicato che il luogo interiore
� solo un eventuale complemento per il rilassamento,
ma non necessario. Non vedere niente dopo la
discesa a zero � un buon segno del tuo progresso meditativo
che conta ormai di un anno di pratica. Come sai lo
scopo della MPA � arrivare al pi� grande silenzio che
far� intuire il centro dell'Essere. Questo � pi� difficile
per i principianti e perci� si offrono a loro diverse meditazioni
purificatone intermedie, fra le quali la visualizzazione
del luogo interiore e altre.
7. Dopo avere contato fino a zero, nel silenzio, ho visto il
buio che si chiudeva su una specie di oculare tondo al
cui centro c'era una luce gialloverde che si chiudeva
lentamente fino al buio totale. Poi la vedevo di nuovo
che si apriva e si richiudeva, una decina di volte. All'inizio
era affascinante, poi mi sono un po'"spaventato e
ho provato un senso di oppressione per questo buio che
si chiudeva e quando ho contato fino a cinque ancora
continuava e ho avuto paura di non riuscire a uscire da
questo stato.
Questi sono i fenomeni tipici dell'inizio del cammino
meditativo. Spariranno con la pratica. La mia risposta �
stata gi� data nella domanda numero 2 di questo
capitolo.
75

S
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c
o
n
d
a

p
a
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t
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PSI
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4. LE CONVINZIONI DI BASE
Con sorpresa e grande gioia ho immediatamen-,
te scoperto che la MPA � un mezzo potentissimo per
lasciar affiorare contenuti importantissimi che la
mente non riesce a elaborare, perch� sono chiusi
e sepolti sotto i mille pensieri superf�- ciali
provenienti dall'esterno. Uno dopo l'altro , molti
di questi contenuti mi si rendevano noti, con tale
certezza e gioia che era impossibile non
continuare. Mano a mano ho voluto/ dovuto
cambiare tante cose della mia vita che ritenevo
erroneamente �f�sse� e stabili, come il lavoro e i
rapporti con i miei familiari. E crollata pratica-.,.
mente una struttura di vita che la mia inconsapevolezza
aveva lasciato che gli altri costruissero
al mio posto. Il saggio e l'accattone
Nel suo poema Gitanjali ' Tagore ci presenta in prima
persona un mendicante che incontra un re saggio. Nel
vederlo il mendicante � convinto che, quando il re scender�
dalla sua carrozza dorata e gli andr� incontro, sar�
per dargli qualche elemosina. Il re di fatto si ferma e gli
si avvicina. Ma con grande sorpresa il mendicante sente
che il sovrano gli fa questa richiesta: �Per favore, puoi
darmi qualcosa?�. In mezzo alla sua grande confusione,
il mendicante tira fuori dalla sua bisaccia un chicco di
1 Ed. Demetria 2000, p. 67.
79

grano e lo porge al re saggio. Alla fine della giornata,


quando tutti i barboni della citt� fanno il conteggio delle
questue ricevute svuotando i loro zaini, anche il nostro
mendicante svuota la sua borsa, ma sbalordito scopre,
fra altre povere offerte, uno splendido e sfavillante chicco
d'oro: �Allora io piansi amaramente� confessa l'accattone
�di non aver avuto il coraggio di donare tutto me
stesso a te!�. Sembra una replica della nostra parabola-
guida: la stella dorata, quella centrale nel nostro Essere,
avrebbe potuto splendere nel cuore dell'uomo ignaro di
se stesso, che invece trascorre l'intera sua vita mendicando
cianfrusaglie fuori di s�. La scoperta di una identit�
perduta o sconosciuta � un'intuizione universale che
ha lasciato tracce anche nella letteratura occidentale,
dall'antico Inno della perla2 al Pigmalione di Bernard
Shaw, da cui � tratto il film My Fair Lady di George
Cukor, oppure, nel caso di identit� riscoperte dai giovanissimi,
Il piccolo Lord e Oliver Twist, due opere ampiamente
conosciute sia nella letteratura infantile che nei
film.
Nello stato di prima coscienza addormentata, gli esseri
umani trascorrono la vita identificati con le loro false
identit�, che confermano con una sorta di perenne
mendicit� esteriore, senza accorgersi del tesoro regale
che � dentro. Io vorrei impedire tante lacrime versate
dal mendico nell'ultima fase della favola. Vorrei collaborare
al suo gioioso e stupefacente risveglio.
Le convinzioni di base
Sono i piccoli io mentali, emotivi e altri a mantenere
l'uomo ipnotizzato e convinto di essere colui che non �.
2 Cf. F. C. HAPPOLD, Misticismo, studio e antologia, Mondadori, Milano
1987, pp. 200-205.
80

Fin dalla nascita l'essere umano cresce plasmandosi


un'immagine di se stesso formata dai suoi condizionamenti
mentali, influssi emotivi e sentimentali ricevuti
dalla famiglia, dalle culture e mode imperanti. Cosi, egli
cresce sempre pi� identificato con questa immagine,
l"�ego�. L'ego � il principale io falso e si nutre e funziona
con la collaborazione dei piccoli servi, suoi colleghi,
specialmente i sentimenti e la mente. L'ego pu� anche
cambiare condizione e forma, secondo le crisi e gli
eventi dei capitoli di vita. Tu sei convinto di essere l'ego,
come l'individuo che elemosinava sull'orlo della
strada era convinto di essere un povero mendicante. Perci�
chiameremo queste manipolazioni mentali ed emotive,
nutrimento essenziale che mantiene in vita l'ego,
�convinzioni di base� (CB).
Quando troviamo una persona assolutamente convinta
di qualcosa, sar� probabilmente inutile cercare di farla
ragionare invitandola a cercare se � o no autentica la sua
convinzione: egli � convinto e basta. Mul� Nasrud�n, il
folle saggio creato dai sufi per rompere la sclerosi mentale
e aprire nuove dimensioni di percezione, un giorno
� seduto in tribunale per giudicare fra due contendenti.
�Parla tu!�, dice il Mul� rivolgendosi al primo litigante.
�Quest'uomo � un ladro!�, risponde l'interpellato segnando
con il dito al suo avversario. �Mi ha rubato i
pomodori penetrando di nascosto nel mio orticello e
portando via il frutto del mio lavoro�. Nasrud�n dice,
allora, senza il minimo dubbio e senza ancora ascoltare
il secondo contendente: �Tu hai ragione!�. Poi rivolgendosi
al secondo uomo gli dice: �Ora parla tu!�. Il secondo
litigante esplode indignato: �� tutta una grossolana
bugia! Quest'uomo, che vive accanto a me, spesso mi
diffama e mi disonora davanti agli altri vicini, inventando
false storie per screditarmi e prevalere su di me, e
umilia pubblicamente me e la mia famiglia!�. Anche
81
questa volta Nasrud�n risponde senza la minima esitazione:
�Hai ragione!�. Ora, dietro al Mula c'� sua moglie,
venuta con lui per curiosare e darsi delle arie. Allora
lei si rivolge a suo marito: �Ma che stai a d�? Se
il primo ha ragione il secondo ha torto, e se il secondo
ha ragione allora � il primo a sbagliare!�. Nasrud�n risponde
imperturbabile a sua moglie: �Anche tu hai ragione!�.
Nelle convinzioni di base succede lo stesso. Sar� inutile
tentar di tirar fuori dal suo ipnotismo mentale una
persona assolutamente convinta: � persuasa di avere ragione
e basta.
La peggiore delle CB, come ho detto all'inizio, �
quella provocata dalla falsa immagine con cui ci identifichiamo:
�Io sono tale immagine� (ego). I diversi possibili
ego che causano in noi false identit� sono infiniti.
Qui elencher� in modo molto semplice e ridotto, quasi a
m� di caricatura, una piccola galleria di quelli pi� comuni.
Possono anche apparire succedendosi l'un l'altro
in diversi capitoli della tua vita. Hanno tutti lo stesso
effetto su di te: convincerti che tu sei cos�, quindi estra-
niarti dal tuo vero Essere. La visione che i piccoli io- ego
ci offrono pu� essere sia interna (io sono cos�) che esterna
(il mondo � cos�). Potremmo dire che sono anche loro
servitori e alleati del piccolo io mentale ed emotivo, essendo
in realt� sfumature manifestate da questi due collaboratori
e cristallizzate in forma di falsa immagine.
Sono come alleanze patologiche fatte fra tutti i piccoli
io, per proteggere il loro potere e non perdere il governo
della nostra casa. Non di rado i piccoli ego sono anche
specialisti nella demolizione della nostra autostima e di
quella degli altri. Seguendo il nostro piano di far ordine
e pulizia nella nostra casa, dovremo prima di tutto individuare
questi elementi disturbanti e in un secondo passo
trasformarli in collaboratori positivi.
82

Il piccolo
generalizzatore da
un solo dato
tira fuori un
principio generale

Il
generalizzatore
Questo
piccolo ego �
molto abile
nell'arte di
generalizzare.
Le sue
espressioni
preferite sono:
�Io mai...�;
�Nessuno
pu�...�;
�Sempre
succede...�;
�Tutto �...�.
Il
generalizzatore
ha imparato a
tirar fuori da un
piccolo dato tutto
un principio
generale.
Quando eri nella
scuola
dell'obbligo, un
professore di
disegno ti disse
che non avevi
talento per
l'acquerello.
Questo evento
dest� in te il
piccolo
generalizzatore
che elev� alla
categoria di
principio
generale il
giudizio del tuo
professore in
questi termini:
�Mai potrai
essere artista,
non hai talento
per l'arte�.
Allora tu sei
convinto che
mai l'arte avr�
nulla a che fare
con te.

Il polarizzatore
Questo distruttore della realt� ha un pensiero polarizzante
verso gli estremi, cio� percepisce individui, eventi,
e qualsiasi realt� in termini estremisti. Non ci sono
per lui dei mezzi termini, egli � convinto che le sfumature
non esistono nella vita. Le persone sono meravigliose
o schifose, divertenti o noiose. Se un conoscente
si ammala una volta sar� per sempre �di costituzione
debole�. Se ho commesso uno sbaglio guidando la macchina,
io avr� delle qualit� buone in altri campi, ma come
autista sono un disastro.
83

Come si sa per esperienza poche cose sono assolutamente


estreme e assolute: � una crescita in maturit� osservare
sfumature e scala dei grigi fra i poli. � bene sottomettere
il polarizzatore a queste domande: �Quante
volte ti � successo? Sei assolutamente sicuro che � cos�?�
(Ma sicuramente lo sar�!).

I piccolo polarizzatore
� ha un pensiero
polarizzante
� percepisce persone
ed eventi
in termini estremisti

Lo specialista in filtri
Ci sono delle persone che percepiscono la vita attraverso
determinati e concreti filtri. Allora tutto � permeato
e colorato attraverso il filtro che d� l'intonazione globale
all'insieme. L'ammalato immaginario di Moli�re �
un tipico esempio di percepire se stesso attraverso il filtro
della malattia immaginaria. Alle volte un piccolo
dettaglio, individuato fra un ampio insieme di circostanze,
agisce da filtro che colora l'intera esperienza. Se ricordi
una splendida festa in cui hai cucinato un pasto
che piacque a tutti, ma quando se ne furono andati, tuo
fratello si avvicin� e ti disse che la minestra aveva troppo
sale... Se quella sera e i giorni successivi qualche
strano velo si alzava dentro di te e ti faceva ricordare
la tua festa come un fallimento (per il solo piccolo dettaglio
della minestra salata!), allora quel velo era un
filtro!
84

Lo specialista in filtri
� percepisce la vita
attraverso i filtri
� tutto � colorato o filtrato
secondo un determinato filtro Il fabbricante di etichette
La sua specialit� � quella di incollare a se stesso o
agli altri etichette �convincenti�. Ricordo un mio educatore
che, all'inizio dell'anno accademico ci diceva: �Per
favore, non incollate etichette ai vostri compagni di studio
appena conosciuti!�. Il fabbricante di etichette � simile
al generalizzatore, ma qui invece abbiamo un nome
piuttosto che un principio. Gli adolescenti si divertono
incollando nomignoli ai loro professori. Ormai sono risaputi
i cosiddetti nick che in internet si trovano abbondantemente
in qualsiasi sito dove si pratica la chat. Anche
questi sono autoetichette non incollate molto sul serio,
ma talvolta rimbombanti poich� sono gli stessi
giovani e adolescenti ad affibbiarsele (Bin Laden, Bush,
Shakira, Spiderman, Superman... e altri che � meglio
non nominare). Quando � il proprio individuo a incollarsi
una etichetta sul serio, allora l'autoimmagine acquisisce
un nome, quello del cartellino che si � incollato e la
CB � rinforzata e sigillata con l'etichetta (io sono egoista,
nevrotico, scettico, buono a nulla...).
Talvolta sono gli stessi genitori a far nascere nei figli
queste immagini imposte con una certa sfumatura di
mutua accusa fra gli sposi: �Sei testardo come tuo pa-
85

dre�; oppure: �Sei incosciente come tua madre�. Quando


si tratta invece di qualit� eccellenti, l'etichetta � ambita
da uno dei genitori che se ne sente gloriosamente
responsabile: �Riconosciamo con franchezza che la tua
intelligenza la devi ai geni di tuo padre...�.

Il fabbricante di etichette
� incolla nomi
che definiscono le persone
� spesso incolla
un'etichetta a se stesso

Il chiaroveggente
� colui che legge il pensiero distruttivo su di lui nella
mente degli altri. Il chiaroveggente � assolutamente
convinto che tizio �ha detto tale cosa perch� pensa che
non so niente di questo argomento�, oppure �mi ha

Il chiaroveggente
?"..?� �legge� nella mente
degli altri i pensieri distruttivi
che hanno su di lui
� interpreta gesti,
parole e comportamenti
in questo senso

86

guardato in quel modo perch� pensa che sono timida�, o


invece �essendo lui cos� intellettuale � convinto che io
sono ben lontano dal capire il suo pensiero�. Il chiaroveggente
� incapace di accettare oggettivamente i contegni
degli altri, poich� questi devono passare invariabilmente
attraverso la visione negativa che egli ha di se
stesso.
Il piccolo �dovrei�
� convinto che dovrebbe essere colui che non �. � il
fratello gemello del perfezionista: �dovrei avere pi� fiducia
in me stesso�, �dovrei sentirmi pi� a mio agio con
tizia�, �dovrei ottenere dei voti pi� alti�... Secondo questo
modo di essere, tutto � diventato regola, sia essa sociale,
lavorativa o economica oppure, se si tratta del
campo morale o religioso, tutto � dovere.
Uno dei sentimenti pi� comuni nelle relazioni sociali
� quello che ci fa pensare: �Non sono stato all'altezza�.
Ovviamente con questo tipo di sentimenti e pensieri
l'autostima e i valori personali si sentono sconfitti. Un
parente vicino al piccolo �dovrei� � colui che ha la smania
di paragonarsi continuamente con gli altri. Anche in

Il piccolo �dovrei�
� � perfezionista
� si paragona spesso agli altri
e si trova in svantaggio

87

questo caso i genitori possono collaborare efficientemente


a far crescere il piccolo �dovrei�. Succede spesso
nelle famiglie con vari figli: �Dovresti studiare come
tua sorella pi� grande�; oppure se si tratta della sorella
maggiore: �Sei la pi� grande, dovresti essere un buon
esempio per i tuoi fratelli piccoli�.
L'accusatore
Infila sottilmente nell'individuo il sentimento di col
pevolezza. � un accanito moralista. Causa scrupoli, ten
denza continua a chiedere scusa, incolpa di cose di cui
l'individuo non si sente in fondo responsabile, ma il sen
timento di aver torto � l� presente. Sei convinto di essere
colpevole. Hai colpa del tuo aspetto fisico, del peggiora
mento della tua salute, del malumore del tuo capoufficio
e di mille altre cose. Un giorno un amico non proprio
giovane mi disse: �Ho passato tutta la mia vita con un
Torquemada [inquisitore] dentro di me�. Talvolta si
sente la non oggettivit� e lo stupido rimprovero dell'ac
cusatore, ma dal momento che � l�, dentro di te, non puoi
evitarlo.

L'accusatore
� � moralista
� introduce il
sentimento di colpa
� spinge spesso
a chiedere scusa

Esercizio Le convinzioni
di base
Prima di presentare questo esercizio, indirizzato a
cambiare positivamente le nostre CB negative, � conveniente
fare un breve chiarimento. Non � difficile che
sorga questa domanda fabbricata dal piccolo io mentale:
�Ma dopo tutto, nel cambiare segno alla nostra CB, non
� che stiamo facendo la stessa manipolazione mentale
anche noi? Anzi, nel trasformare la CB negativa in positiva
non stiamo sostituendo un'alleanza dei piccoli io
con un'altra?�.
La risposta � semplice. Nello stato attuale di una casa
in disordine, la cosa pi� urgente � fare un ordine elementare,
cio� far appianare le difficolt� grossolane che ostacolano
l'andare avanti verso una calma e ordine interno
imprescindibili per arrivare all'ultimo passo: la vera meditazione
profonda. Pi� avanti non sar� necessario ricorrere
a questi �trucchi� mentali ed emotivi, poich� la seconda
coscienza (maggiordomo sveglio) sar� uno stato
quasi abituale in noi. Perci� potremmo dire che l'esercizio
qui proposto � indirizzato a creare le condizioni che
pi� avanti faciliteranno un ordine pi� completo e armonico
nella nostra casa.
1. Scoperta della convinzione di base negativa
� Rilassati col metodo del primo o secondo livello della
discesa a zero, e lascia vicino a te un quaderno aperto.
Rileggendo i tuoi �capitoli di vita�, chiediti mantenendo
il tuo stato di osservazione neutrale: quali sono in questo
periodo attuale della mia vita (ultimo capitolo) le mie
convinzioni su queste realt�:
- Le mie relazioni interpersonali.
- La mia crescita personale.
89

- Dio.
- La mia vita.
� Annota in modo breve e sobrio il contenuto delle rispo
ste che ti arrivano spontaneamente.
Rileggi poi attentamente il tuo scritto e osserva se ci
sono indizi di una CB negativa, cio� una convinzione
che ti mantiene spesso in uno stato di coscienza addormentata
e ti identifica con un tipo di ego. Impiega un
certo tempo cercando di esprimere in una frase chiara e
concisa la tua CB appena individuata, ad esempio se ti
sei fatto la domanda su cosa pensi e senti della vita, forse
trovi qualche risposta negativa simile a questa: �La
vita � una continua lotta�. Oppure se si tratta delle tue
relazioni: �La gente � sempre egoista e possessiva, le
donne sono nate per soffrire�. Oppure se ti sei domandato
sulla tua crescita personale: �Sono stato sempre sfortunato...�.
Renditi conto di quale immagine negativa di
te stesso o della realt� esterna affiora pi� spesso nella
tua vita quotidiana.
2. Trasformazione della convinzione di base negativa
� Domandati come ti piacerebbe trasformare nella realt�
quotidiana la tua CB negativa in modo totalmente con
trario, tale da farti imboccare una strada decisamente po'
sitiva e in armonia con la tua casa e i tuoi piccoli io.
Scrivi brevemente la tua CB trasformata, ad esempio:
invece di �La vita � piena di sofferenze�, scrivi �La vita
� una stupenda avventura�; invece di �La mia infanzia
mi ha rovinato�, scrivi �Ho ricevuto tanti insegnamenti
dalla mia infanzia�.
� Cerca che la tua nuova CB abbia qualche accenno di
realt�, ad esempio, pur avendo sofferto nella tua infanzia
puoi affermare con realt�: �Ho ricevuto tanti insegna
menti dalla mia infanzia�.
90

La CB trasformata non deve contenere mai una negazione


grammaticale: invece di �Non ho paura�, � meglio
scrivere �Io sono coraggioso�; invece di �Non mi bocceranno�,
� meglio scrivere �Sono perfettamente capace
di passare questo esame�.
Scrivere in tempo presente il contenuto della CB: invece
di �D'ora in poi sorrider� a tutti�, � meglio scrivere �Io
sono sorridente�.
� Cerca di unire la CB a una immagine di te stesso/ a che
esprima visualmente il contenuto della tua affermazione.
N. B. La CB cos� trasformata sar� ancora completata
in una formula da portarsi quotidianamente nella meditazione.
Di questo tratter� il capitolo seguente. Domande
1. In questo periodo della mia vita non ho convinzioni di
base. Perch� tutto nella mia persona � in continuo mo
vimento, tutto � fluttuante, pensieri, emozioni, ecc. ? Do
ve trovo le convinzioni di base? E poi bisogna trovarle?
Non � che tutti dobbiamo avere e trovare per forza CB
in noi. Beati quelli che non ne hanno. Tuttavia la tua
domanda mi lascia un po'"perplesso: non � che il tuo
piccolo io continuamente fluttuante cerca di convincerti
che la tua persona � proprio cos�? Non ti farebbe bene un
po' pi� di stabilit�?
2. Se si ha la depressione, si pu� praticare la meditazione?
Talvolta ci sono dei piccoli io cos� ancorati e impadroniti
del governo della casa che non basta un semplice
esercizio per farli trasformare o sparire. Tale � la condizione
di una depressione. In questi casi pi� seri ci vuole
uno specialista e una terapia adatta. � per questo che
non raccomandiamo di fare i corsi di MPA quando si �
91
in trattamento psicologico oppure si ha una seria disfunzione
o malattia mentale. Se � cosi, la persona non sar�
normalmente e sufficientemente libera e ricettiva per accogliere
l'insegnamento e la pratica della MPA. Bisogna
prima guarire l'ostacolo straordinario che � la malattia o
disfunzione psicologica, poi si sar� in condizione di fare
il corso.
3. Molte tra le nostre CB negative sono legate e influenzate
dal passato, dalla memoria... Esiste il piccolo io della
memoria? Come modificarlo quando ti �martella� den
tro? Soprattutto nei momenti di silenzio con pensieri e
convinzioni estremamente negative?
L'esercizio della trasformazione della CB � proprio
indirizzato a questo scopo. Tuttavia nel capitolo seguente
vedremo che ci sono due condizioni indispensabili
perch� la trasformazione funzioni: il sincero desiderio
di riuscire e la fede nel funzionamento dell'esercizio.
D'altronde tutta la prima parte della via MPA � orientata
proprio verso la guarigione e la liberazione delle zone
conflittuali della nostra casa interiore. Questo si fa essenzialmente
svegliando il maggiordomo dal suo sonno,
disidentificandolo dai piccoli io o dall'ego con cui vive
identificato. Anche pi� avanti si daranno esercizi per
questo scopo.
4. Io cerco la musica nelle persone e trovo invece molta
cacofonia. Come posso girare la situazione, da negativo
in positivo?
Noi non possiamo cambiare gli altri. Possiamo invece
cambiare qualcosa in noi. Cerca di trasformare questo
tuo piccolo io convinto che trovare cacofonia nelle persone
� la cosa pi� normale e ricorrente. Cerca di pulire il
filtro che hai e la melodia sorger� a poco a poco dagli
altri.
92

5. Come capire se il rimorso � frutto del risveglio della


coscienza o dipende dai sensi di colpa dettati da una
imposizione religiosa basata sul concetto di peccato?
Dipende tutto sempre dal maggiordomo?
Fondamentalmente il maggiordomo ha un ruolo essenziale
in questi casi. Tuttavia la tua esperienza pu�
anche dipendere dal fatto di aver sperimentato o no vero
amore. Un senso di colpa scrupoloso e morboso � orientato
egoisticamente a te e al tuo piedistallo che ha perso
quota. Il vero pentimento invece non ha nulla di egoista.
Nasce da un sincero amore verso l'essere offeso. Puoi
essere certo che, quando il tuo maggiordomo sar� bell'e
sveglio saprai da solo discernere per esperienza fra questi
due campi.
6. Qualcuno ha detto che il cuore ha ragioni che la ragio
ne non conosce. Infatti, capita spesso, e a me ultima
mente in modo particolare, di sentire un profondo con
flitto fra la mente e il cuore rispetto a una scelta da fare.
Entrambi hanno ragione, ma non trovano un punto d'in
contro. Resto bloccata in questo groviglio, e non riesco
a uscire da questa voragine. � un dolore immenso... Co
sa mi pu� consigliare in questo caso? E il maggiordomo
addormentato la causa di ci�?
Certo. Quando il maggiordomo � addormentato i servi
approfittano per impadronirsi del potere e spesso entrano
in conflitto tra loro. Cerca di trasformare in armonia
quello che sperimenti come conflitto fra la mente e il
cuore. Potresti, ad esempio, trovare una frase che esprima
il contenuto di questa armonia fra mente e cuore. Poi
vedremo come usare questa frase in un ulteriore esercizio.
93

5. L'INVOCAZIONE
Ci� che mi � capitato � assolutamente incredibi
le, perch� io non pensavo di poter cambiare, an
zi ero convinta che vivere dovendo sopportare
me stessa era un fardello pesantissimo. Ora, in
vece, affronto le giornate con una gioia interio
re che a volte mi sembra quasi inspiegabile e
riesco ad affrontare anche le giornate pi� diff�
cili con spirito nuovo e costruttivo.
Una sorta di legge di attrazione
Tutti accettano che, se un essere umano � stato sottomesso
per anni a un influsso negativo nel campo dell'educazione
(�tu sei un buono a nulla�), oppure nella dimensione
affettiva (�tu non meriti di essere amato�) o
nei rapporti sociali (�mai ti comporti in modo giusto
quando sei in mezzo alla gente�), e cos� via, questo continuo
bombardamento negativo provocher� nel povero
individuo una visione della realt� colorata dall'intensit�
e continuit� degli influssi ricevuti.
Quello che non � cos� facile ad ammettersi � il contrario:
non solo un pensiero- emozione costante e intenso
ci mostra una visione filtrata della realt� ma, anche oggettivamente,
la realt� stessa viene organizzata e attirata
in sintonia con quel costante e intenso pensiero- emozione,
cio� un osservatore esterno e neutrale potrebbe verificare
che la realt� � in perfetta sintonia con il pensiero-
emozione indicato. Se lo stregone dice a un uomo della
sua trib�, perfettamente sano, che sicuramente morir�
94

dopo due giorni e, se quest'uomo della trib� � fermamente


convinto dell'efficacia dei poteri magici del suo
stregone, allora la cosa pi� probabile � che lo shock causato
dalle parole dello stregone nella sua psiche gli provochi
una estrema crisi emotiva tale che nel giro di due
giorni egli potr� subire un letale arresto cardiaco o qualcosa
di simile. La stessa legge di attrazione della realt�
in sintonia con la convinzione dell'individuo, funziona
nel caso dell'ipnotizzato a cui l'ipnotizzatore dice che
nel suo braccio apparir� un bruciore quando sar� toccato
con una sigaretta accesa. Non appena, infatti, quello sia
toccato sotto ipnosi con la gomma di una matita, il bruciore
appare realmente sul suo braccio, poich� l'ipnotizzato
� fermamente convinto di essere stato toccato con
una sigaretta accesa.
Anche in senso positivo, questa sorta di legge di attrazione
della realt� ha dato dei risultati sorprendenti. G.
Gamez3 racconta l'esperimento verificato nella scuola.
Un gruppo di ragazzi fu sottomesso a un test di Q. I. con
i risultati pi� o meno normali. Gli psicologi che dirigevano
l'esperimento dissero a una professoressa che i risultati
del test fra gli allievi della sua classe mostravano
dei Q. I. eccezionalmente alti e brillanti. Mesi dopo riproposero
lo stesso test agli stessi ragazzi della stessa
classe. Il risultato fu sorprendente: l'intelletto dei ragazzi
era salito di livello e aveva superato la quota normale
dei restanti gruppi sottoposti al controllo intellettuale. La
professoressa si era fermamente convinta che i suoi allievi
erano eccezionalmente brillanti, aveva trattato loro
da tali e i ragazzi avevano risposto in perfetta sintonia.
In un mio corso una signora con metastasi bilaterale
al seno estesa per via ematogena fu totalmente persuasa
G. GAMEZ, Todos somos creativos, Urano 1998, p. 116.
95

sulla forza delle convinzioni di base trasformate. Applic�


per il miglioramento della sua malattia gli esercizi
qui consigliati. Dopo qualche mese di pratica si rec� al
centro medico dove era sottoposta a regolari controlli. I
medici furono sbalorditi: �Signora� dissero, �i suoi noduli
cancerogeni sono spariti!�. Giorni dopo questa signora
mi confid� il segreto: �Loro non trovavano spiegazioni,
ma io sapevo bene la causa: ero convinta che la
metastasi sarebbe sparita!�.
In un'altra occasione un signore mi scrisse questo biglietto:
�Io soffrivo di una forma di nevrosi (credo che in
psichiatria il termine sia eterofobia) che con una certa
frequenza mi impediva di essere me stesso. Nei rapporti
con gli altri (e potevano essere colleghi, amici o parenti),
in maniera imprevedibile, in certi momenti mi capitava
di trovarmi in estrema difficolt�. Mi assaliva infatti
uno spirito negativo di timidezza e di impaccio, che,
bloccandomi, senza un motivo, mi faceva arrossire e iniziavo
a sudare.
Gli insegnamenti nelle lezioni dei piccoli io, e in particolare
l'esercizio della Convinzione di Base dominante,
a cinquantanove anni mi hanno fatto liberare da questo
difetto e mi stanno permettendo di vivere in maniera
pi� felice, pi� completa e nella gioia. Le do qualche informazione
sull'esecuzione del mio esercizio: durante la
convocazione del mio "piccolo io capo", � emersa la
seguente sua CB su di me:
"N. non � all'altezza di presentarsi agli altri perch� �
impacciato, timido, si emoziona, entra in confusione. Se
poi c'� un po'"di caldo, comincia a sudare e va in totale
crisi. Con un po'"di preparazione a volte riesce a evitare
ci�, ma ha bisogno di circostanze favorevoli, troppe.
Non sa affrontare con naturalezza i rapporti con gli
altri".
96

Il mio cambiamento, ottenuto nell'arco di un mese e


mezzo, � stato frutto di alcune affermazioni che ho ripetuto
ogni giorno: brevemente ogni mattino e sera a letto,
e poi pi� ampiamente nell'ambito della mia regolare
meditazione giornaliera che faccio durare almeno 10-
15 minuti�.
Ritengo che queste testimonianze basteranno per far
capire la forza del potere di attrazione che possiamo scoprire
nella giusta e ordinata utilizzazione dei nostri piccoli
io mentali ed emotivi.
L'invocazione
La CB trasformata secondo l'applicazione dell'esercizio
precedente, sar� integrata nella nostra meditazione
quotidiana in forma di �invocazione�. L'affermazione
quotidiana dell'invocazione � un esercizio fondamentale
per purificare l'ostacolo che causa disturbo e disordine
nella nostra casa. Ci sono per� due condizioni sine
quibus non, assolutamente necessarie perch� la nostra
invocazione riesca a produrre i suoi validi frutti.
� Sincerit�. Dostoevskij afferma che l'abitudine di mentire
a noi stessi � radicata in noi molto pi� profondamente
che l'abitudine di mentire agli altri. Se togliamo da questo
esercizio, in apparenza forse troppo semplice e umile,
l'onest� e la sincerit�, allora non servir� a niente: come
posso realmente ordinare le cose dentro di me, pulire
e costruire seriamente, se non sono sincero e onesto con
me stesso? Crediamo forse che conoscere davvero noi
stessi sia un giochetto da niente?
Purtroppo il famoso mito platonico della caverna ha
anche qui il suo influsso: se qualche testimone, come
quelli appena indicati, viene a raccontarci i risultati
splendenti maturati nelle sue esperienze di una realt�
97

fuori dalla caverna delle CB, noi siamo sicuramente pi�


pronti a deriderlo e preferiamo restare strettamente legati
alle nostre vecchie convinzioni. Il lettore che incontra la
possibilit� di fare questi esercizi ma in fondo sente che
preferisce rimanere nella sua convinzione e scetticismo
attuale, chi, cio�, privilegia l'atteggiamento che lo aiuta
a non cambiare e ad accogliere solamente quanto gli
conferma quello di cui � gi� convinto, non si complichi
la vita, pu� rimanere tranquillo nella sua vecchia caverna.
Anche Ges�, prima di guarire, chiedeva spesso ai
malati: �Che cosa vuoi? Vuoi essere guarito?�4.
In questo stesso senso, prima di andare avanti, dovrai
chiederti sinceramente: �Voglio davvero liberarmi da
questa difficolt�? Voglio guarire? Temo qualche effetto
secondario della mia guarigione? Posso affrontare le
conseguenze di essere sincero e onesto con me stesso?�.
� Fede. La seconda condizione � la fede, ma non si tratta
qui di una fede religiosa confessionale. Se l'avete sar�
senz'altro un grande aiuto in questo esercizio. Ma qui
trattiamo di una fede naturale, quella che ti fa sentire
che ce la fai, � sentimento, emozione, interesse, desiderio.
Tutti abbiamo la capacit� di avere questa fede naturale.
Ce l'hanno gli atleti nei giochi olimpici, i candidati
alle elezioni presidenziali delle nazioni, gli inventori, gli
artisti e qualsiasi individuo entusiasmato nel portare
avanti una sua creazione o sogno personale. Questa fede
collabora notevolmente nell'esecuzione della propria
realizzazione. E. F. Schumacher la presenta quasi poeticamente
in questo modo usando un'immagine di reminiscenze
rogeriane: �Siamo sempre tentati di credere che
noi non siamo altro che ghiande e che la massima felicit�
4 Cf. ad esempio il racconto di Gv 5,1 ss dove non appare troppo
chiara la volont� di guarire del paralitico. Su questo argomento vedere
H. WOLFF, Ges� psicoterapeuta, Queriniana, Brescia 19903.
98

consiste nel nostro divenire ghiande ancora pi� grosse,


pi� grasse e pi� luccicanti; ma queste cose interessano
solo un maiale. La nostra fede ci prospetta la conoscenza
di qualcosa di migliore, cio� che possiamo diventare
querce�5.
Dopo una breve riflessione per accertarti sullo stato
della tua sincerit� e la tua fede nella realizzazione di
quello che vuoi raggiungere, allora potrai essere pronto
per comporre la tua invocazione. Questa va fatta per
iscritto seguendo i cinque punti indicati nel prossimo
esercizio.

Esercizio
L'invocazione
1. Dopo la discesa a zero,
iniziare affermando lo stato di
totale rilassamento e calma in
cui ci si trova.
[Qui si dovr� scrivere semplicemente
lo stato in cui ci si trova
dopo la discesa a zero, ad esempio
�io sono tranquillo, sono in calma,
rilassato...�].

2. Affermare e, allo stesso tempo, visualizzare il


contenuto della CB composto prima.
[L'affermazione deve essere �visibile�, cio� centrata in
un'immagine concreta in cui vedi te stesso/ a avendo raggiun-
5 Citazione da G. EDWARDS, La magia della vita, Sperling & Kupfer,
Milano 1993, p. 7.
99

to il contenuto della tua affermazione.


Qualsiasi sportivo
che si presenta ai giochi
olimpici � capace di �vedersi�
e sognare preventivamente
se stesso mentre raggiunge
lo scopo che si prefigge;
quello che accade nelle elezioni
politiche quando il candidato
alla presidenza si �
�visto� presidente e ha fantasticato
preventivamente su
se stesso e per tante volte,
come se fosse gi� stato scelto,
e poi viene eletto, coronando
un sogno vissuto senza
dubitare e con fede, succede
anche a noi quando desideriamo
con sincerit� e, con
sincerit�, vogliamo raggiungere
uno scopo].

3. Affidare quanto hai


affermato alla saggezza e
amore infinito del tuo
centro divino.
[Si tratta del centro dell'Essere
oppure della stella
luminosa, il Padrone, la
scintilla divina che � nascosta
in te...].
100

4. Elargire a tutti, in
una benedizione universale,
quanto si desidera
per s�.
[Il tuo desiderio sar�
autentico se si trover� in
sintonia con l'armonia e
l'amore universale e cos�
sar� possibile espanderlo
a tutti gli esseri dell'universo,
specialmente a
quelli che si trovano nella
tua stessa situazione].

5. Finire ringraziando il proprio Maestro interiore


per aver gi� ottenuto quanto affermato.

[Il Maestro interiore � anche il tuo compagno di viaggio


nella vita. � molto possibile che, in un certo qual modo, qualche
volta tu abbia sperimentato la sua presenza. Antiche tradizioni
lo chiamano in molti modi. Se in verit� affermi il
tuo desiderio in tempo presente, se lo vedi
immaginariamente realizzato dentro di te e se quanto
affermato � veramente ci� che vuoi nel profondo, allora c'�
gi� in te un germe disposto a svilupparsi e a diventare
l'intera realizzazione della tua invocazione. Quindi ringrazia!]

101

L'uso futuro dell'invocazione


L'invocazione dev'essere trattata e usata come uno
strumento prezioso per l'ordine e la limpidezza della
tua casa. D'ora in poi sar� pronunziata ogni volta che
inizierai la tua meditazione, quindi immediatamente dopo
la discesa a zero. Far�, cos�, parte integrante della tua
meditazione. Appena passeranno alcune settimane di ripetizione
quotidiana, sar� spontaneamente memorizzata,
senza sforzo.
I frutti della tua invocazione, correttamente praticata,
appariranno a poco a poco e quasi spontaneamente nella
tua vita ordinaria. Dovrai solamente collaborare tranquillamente
con questi frutti, facilitando la loro fluidit�,
ma in nessun caso dovrai avere un atteggiamento volontaristico.
Non sono �propositi volontaristici�, sono frutti
e i frutti cadono da soli quando sono maturi.
Alcuni consigli sull'uso dell'invocazione
� Pi� profondamente vi rilassate, pi� facilmente e diretta
mente le parole dell'invocazione penetreranno nei piani
inferiori della vostra casa (subconscio) per ritornare poi
realizzate nella vostra vita cosciente.
� Abbiate presente l'assoluta �ingenuit� della vita dei vo
stri piani inferiori. Il subconscio reagisce in modo diretto
alla vostra modalit� di fede prima indicata e alla vivacit�
delle vostre immagini. Questi sono i due elementi chiave
del linguaggio che accetta e conosce bene. Invece, non
capisce i nostri linguaggi pieni zeppi di concetti, logiche
e teorie. Il subconscio � come un bambino dotato di po'
teri magici, che rimane comunque sempre nell'ingenuit�
di un bambino.
� Per quanto sia ben fatta, se l'invocazione � ripetuta solo
una volta o pochissime volte, avr� scarsa importanza per
il vostro subconscio e quindi scarsa risonanza nel risana-
102

mento della vostra casa. Ripetete con costanza ogni giorno


l'invocazione totalmente rilassati, cio� appena finita
la discesa a zero. La pazienza e la costanza sono imprescindibili,
e riescono a superare le pi� fastidiose nuvolette
e gli ostacoli fra i nostri piccoli io.
� Non suggerite nelle vostre affermazioni dei dettagli pre
cisi su come raggiungerete il frutto della vostra invoca
zione. Affidate alla vostra sorgente interiore i dettagli su
come sar� tutto realizzato.
� Lasciate assolutamente in disparte ogni tipo di critica
negativa ai vostri esercizi o progressi. Ogni dubbio e
ogni critica negativa lavorer� contro voi stessi creando
ostacoli alla fluidit� del processo evolutivo dell'invoca
zione.
� Durante il processo di trasformazione inerente alla vo
stra invocazione, sar� meglio non parlare a nessuno di
questo argomento, neppure al prossimo pi� prossimo;
mantenete il vostro processo trasformante segreto. In ge
nere sarebbero pochi quelli che riuscirebbero a compren
dervi, si tenderebbe piuttosto a tirar fuori critiche, veri e
propri impedimenti per la crescita personale.
� Quando l'ostacolo � sparito e il fine dell'invocazione �
raggiunto, potrete inserire dopo la discesa una nuova in
vocazione oppure una definitiva �invocazione suprema�
(vedere esempio pi� avanti).
Esempi di alcune invocazioni
- Problemi relazionali. Si tratta di una signora maltrattata
dal marito. La sua benedizione non � abbastanza universale,
ma ridotta a suo marito. � �In me c'� una profonda
calma ed equilibrio. � Ho una personalit� solida. Riesco
a portare avanti tutto ci� che intraprendo per un
miglioramento positivo della mia vita in completa
armonia con il mio centro. Davanti al mio occhio
interiore vedo mio marito come mi
103

viene incontro, gentile e premuroso. Sono lucida, viva,


sana e in pace.
� Mi affido all'amore di Dio che riempie la mia anima.
Sono protetta e al sicuro nella profondit� del mio nu
cleo divino.
� Dal mio centro, il mio amore fluisce anche verso mio
marito, che ha bisogno di molta energia e di molto
amore per sciogliersi interiormente e liberare il meglio
di s�.
� Ringrazio il Maestro interiore per vedermi felice, viva,
sana e piena d'amore�.
? Ragazzo figlio di padre alcolizzato. Aveva problemi di
aggressivit� nel lavoro.
� �Mi sento bene e in calma.
� Sono una persona armoniosa e pacifica, come tutti i
colleghi che mi circondano. Amo i miei genitori e per
dono tutto a me e agli altri.
� Mi sento bene e al sicuro nel mio essere pi� profondo e
affido la mia vita al mio centro divino, da dove promana
tutta la mia energia per condurre felicemente la mia
esistenza.
� Amo i miei colleghi e amici, tutti quelli che come me
vogliono condurre una vita bella, felice e di successo.
� Ringrazio il mio Maestro interiore che mi aiuta a ve
dermi calmo, felice, e mi guida verso il bene e il giu
sto�.
Uno sportivo con problemi di autostima. Dimentica la
benedizione universale.
� �Io sono molto sereno ed equilibrato.
� Ho molta fiducia in me stesso e vivo in completa ar
monia con tutto quello che mi circonda. Questo mi per
mette di continuare a svolgere nel migliore dei modi
l'attivit� sportiva e il nuovo lavoro che ho intrapreso.
� Ringrazio il Maestro interiore che con la sua saggezza
mi permette di continuare sempre su questa strada�.
104

- Blocchi del proprio sviluppo e normale crescita.


� �Io sono in assoluto rilassamento, in totale equilibrio e
armonia, completamente calmo, e porto dentro di me
la pace.
� La mia crescita personale � libera di svilupparsi e di
evolversi. Io la desidero con tutto me stesso. � facile,
� semplice. Porta alla luce e viene dalla luce. � sacra, �
pura.
� Ora io ti chiedo, Maestro interiore: benedici e santifi
ca questa mia fede e infondila nel cuore di tutta l'uma
nit�.
� Grazie per questo dono prezioso�.
? Due esempi di chiusura personale che si vuole risanare:
� �Sono molto tranquilla e rilassata.
� Sono coraggiosa e fiduciosa. Tutto sembra pi� facile.
La mattina al risveglio riesco a cantare, il mio canto �
in sintonia con quello degli uccelli che salutano gioio
samente il nuovo giorno. Sto molto bene con i miei
famigliari e gli amici.
� Confido nella saggezza divina che ogni giorno scopro
sempre di pi� in me.
� Benedico i miei famigliari, le persone amiche e non,
che ogni giorno mi aiutano a riscoprire i doni di Dio
per me.
� Ringrazio il mio Maestro interiore per questa mia nuo
va e gioiosa consapevolezza�.
�Sono completamente rilassata nel corpo, nelle emozioni,
nei sentimenti e nella mente. Completamente calma e
beata.
� Sono pulita, solare e luminosa; sono un ruscello d'ac
qua chiara e fresca, illuminato dai pi� caldi raggi del
sole.
� Oh, mio punto dorato! Io confido nel tuo amore e ti
affido la mia speranza.
� La stessa luce riscaldi il cuore dei fratelli che incontro
e del creato.
105

� Mio Maestro interiore, accogli il mio ringraziamento


per quanto mi hai gi� concesso�.
� Un esempio di invocazione suprema:
� �Mi sento in pace, in completa armonia con il cielo e la
terra, in piena libert�.
� Il mio centro irradia un cono di luce, dove io sono af
fettuosamente protesa verso gli altri, radiosa, portatri
ce di serenit� e amore in un unico tutt'uno con tutti.
� Che questa armonia diventi per gli altri, a loro volta,
fonte ed emanazione di armonia e cos� all'infinito.
� Grazie, Maestro interiore, per questo grande dono che
mi hai fatto, e che questo seme che hai gettato dentro
di me diventi una grande quercia�.
� Un altro esempio di invocazione suprema, ma dimentica
dell'affidamento al centro.
� �Io ho pace nel cuore.
� La mia felicit� riempie di luce il giorno. Assaporo la
vita, l'amore.
� Dono a ogni vivente la mia forza, la mia emozione di
fronte al creato.
� Ringrazio il mio Maestro interiore della vita che vibra
dentro e fuori di me�.
Domande
1. Se le convinzioni di base negative sono tante, di carattere
personale e universale, probabilmente generate da
uno stato di depressione generale cronica, le invocazioni
positive, altrettanto numerose, vanno affermate tutte
a ogni meditazione o alternate?
L'invocazione non deve mai contenere pi� di una
convinzione o ideale positivo insieme. Il nostro subconscio
non deve essere sovraccarico. Meglio inserire una
106

sola invocazione su un solo argomento. Una volta realizzato


il contenuto si passer� a una successiva invocazione.
D'altronde se si � in uno stato di seria depressione
cronica, il rimedio adeguato � sempre andare da un terapista
esperto. La MPA non � una panacea universale per
ogni sorta di malattia, al contrario presuppone una psiche
normale, che abbia, cio�, disordini e difficolt� normali.
2. Lei ci ha detto che la CB attira l'esperienza; come spie
gare per� la malattia, la sofferenza f�sica, spirituale e
mentale che ne deriva? Vuol dire che anche una malat
tia ce la tiriamo addosso?
Senza voler esagerare n� generalizzare troppo, abbiamo
gi� indicato che un atteggiamento psicofisico continuamente
negativo non � per niente salutare. L'ulcera di
stomaco � il caso pi� noto e semplice. Sono d'altronde
ben conosciuti i casi delle cosiddette malattie psicosomatiche.
Nella bibliografia finale daremo qualche aiuto
per approfondire questo argomento.
3. Per me � molto diff�cile avere delle visualizzazioni della
CB nell'invocazione, ma anche in generale. Ho la spe
ranza di riuscirci?
Tutti abbiamo immaginazione. Dimestichezza nel suo
uso non tanti. Bisogna allenarsi. La prima cosa da tener
conto per una buona immagine interiore � il rilassamento.
Se sei veramente rilassato ti risulter� pi� facile visualizzare.
Poi cerca di farlo in un luogo, che dovrebbe essere
il tuo normale luogo per meditare, dove non ci siano
stimoli sensibili esterni che possano interferire con la
tua visualizzazione: non molta luce davanti agli occhi o
meglio nessuna, non rumori vicini. Inizia con visualizzazioni
pi� facili e familiari: la porta della tua casa, la
stanza o posto dove lavori, l'orizzonte con il sole che
107

tramonta... Immagina anche suoni ben conosciuti: campane,


uccelli, il vento, le onde del mare... e cerca di vedere
le forme da dove provengono questi suoni. Con un
allenamento adeguato, paziente e continuo, vedrai che
riuscirai.
4. Ieri sera, prima di addormentarmi, mi sono lasciata ac
carezzare dalla mia invocazione. Il mio sonno � stato
totale, profondo e sereno come non mai.
� molto valido ricordare l'invocazione nei momenti
vicini al sonno, come nella discesa a zero, cio� in tutti
quei momenti in cui siamo vicini alla soglia del subconscio.
5. Tra di noi � sorta una piccola polemica sui concetti di
convinzioni di base e invocazione. Prendiamo il caso
della moglie maltrattata dal marito. Questo � un dato
di fatto e non una convinzione (idea). Forse la parola
�convinzioni� ci pu� trarre in inganno?
Tutte le forti convinzioni di base tendono a diventare
normalmente dati di fatto. La convinzione di base negativa
che doveva essere guarita in questa signora e che
attirava il comportamento errato e aggressivo del marito,
era immessa nella mente e nei sentimenti della donna
(�io non valgo niente�, �io non merito amore�, �io merito
il disprezzo di mio marito�). Questo � stato uno dei
casi che giudico pi� sorprendenti sul potere trasformante
dell'invocazione: non solo ha trasformato la donna,
ma anche, indirettamente, il marito in modo positivo!
6. L'invocazione deve rimanere cos� come l'abbiamo con
cepita in un primo momento, oppure pu� essere amplia
ta?
� meglio riflettere prima e preparare bene la sua formulazione.
Pi� avanti, se si vede che manca qualcosa o
si desidera perfezionare l'espressione, si potr� fare.
108

7. Possiamo fare l'invocazione per altri che sappiamo in


"difficolt�?
possiamo, poich� questo modo di invocare � come
una preghiera o una benedizione verso altre persone e
questo entra pienamente in sintonia con lo stato di armonia
e amore regnante nella nostra casa, che � lo scopo
preteso nella fase di limpidezza precedente alla Meditazione
Profonda.
8. Qual � il rapporto tra la pratica deli "invocazione e quel
la dell'abbandono, del �sia fatta la tua volont�?
Se l'invocazione � in sintonia con l'amore e l'armonia
universale non sar� mai in contrasto con il mistero divino
che ci guida. Questo si vedr� chiaramente nella benedizione
universale che segue alla mia affermazione.
Chiedere per te quello che chiederesti per gli altri. Non
� opporsi contro la volont� del Mistero divino che ci
conduce, desiderare di essere felici, sani, gentili con tutti...
e cosi via. Lavorare per migliorarsi, conoscersi e
crescere in meglio � sempre in sintonia con il Mistero
divino in cui siamo immersi. � il senso della vita. Il contrario
non sarebbe una vera e propria crescita tramite
l'invocazione, ma potrebbe anche essere un rinforzamento
del proprio ego.

109

6. IL DIALOGO CON I NOSTRI


PICCOLI IO
Medito per avere la forza di attraversare il dolore
e quindi incontrare la gioia.
Dialogare
In questo capitolo apriamo la sezione del dialogo con
i diversi collaboratori della nostra casa. Imparare a dialogare
con loro ci far� trovare soluzioni ai normali conflitti
e alle situazioni domestiche non del tutto armoniche,
nonch� scoprire correnti di creativit� ed energia pi�
o meno bloccate dentro di noi.
Nella sezione del dialogo, lasciamo che i contenuti
della nostra vita e le nostre qualit� ci parlino liberamente
e noi, anche liberamente, rispondiamo.
Imparare questo modo di comunicare con noi stessi
ci offrir� spesso delle informazioni su di noi veramente
sorprendenti, vere scoperte di autoconoscenza su aspetti
e interroganti della nostra vita che magari prima erano
un enigma per noi.
Le moderne scuole di psicologia presentano diversi
modelli di dialogo con parti di noi stessi. Forse la scuola
pi� conosciuta e operativamente diffusa in questo campo
� quella della Gestalt, fondata da Fritz Perls6. Altre
scuole usano il dialogo terapeutico con i diversi elemen-
6 Esiste un'abbondante bibliografia sulla psicologia della gestalt.
Chi volesse conoscere sufficientemente la pratica terapeutica di questa
scuola pu� consultare l'opera di F. PERLS, L'Approccio della Gestalt,
Astrolabio, Roma 1977.
110

ti non integrati della persona. John Rowan, ad esempio,


chiama sottopersonalit� le diverse dimensioni dell'individuo
con cui si stabilisce il dialogo7. Anche le sorelle
Connirae e Tamara Andreas hanno configurato accuratamente
un metodo di dialogo progressivo verso il profondo
di noi stessi, attraverso diversi approcci che, dalla
superficie, intendono avvicinarsi sempre di pi� al nucleo
dell'essere8. Pi� recentemente A. Martin e C. V�zquez,
ambedue dottoresse in psicologia clinica all'Universit�
Complutense di Madrid e terapiste gestaltiche, in un'opera
sulle loro tipiche terapie espongono frequenti descrizioni
del dialogo dei pazienti con parti di s�9.
Per quanto riguarda la via MPA, useremo le tecniche
del dialogo con i nostri collaboratori interni, ispirati nella
modalit� proposta da Ira Progoff nel suo Diario intensivo,
precedentemente citato10.
Dialogando con i nostri piccoli io, i diversi collaboratori
interni del dramma della nostra vita si conoscono
meglio ed � pi� facile e agevole in questo modo la mutua
integrazione fra loro e fra loro e il Padrone. Un dialogo
di tal fatta facilita l'autostima giacch�, quando ci
conosciamo in modo sincero e amichevole, vengono a
galla motivazioni profonde, influssi ricevuti, eventi e incontri
del passato che stanno all'origine delle nostre
paure e disordini. Avvicinando alla luce questi aspetti
di noi stessi ci scopriamo con amicizia, ci comprendiamo
e ci amiamo.
7 Nel suo libro Scoprite le vostre personalit� (Il nostro mondo inter
no e le persone che lo abitano), Astrolabio, Roma 1955, offre anche
parecchi esercizi di dialogo con noi stessi.
8 C. ANDREAS - T. ANDREAS, I nuclei profondi del S�, Astrolabio,
Roma 1995.
9 A. MARTIN - C. VASQUEZ, La pr�ctica en Psicologia Gestalt, De-
scl�e de Brouwer, Bilbao 2005.
10 Ivi, pp. 126-192. 111

Nel
dialogo
con noi
stessi
succed
e ci�
che
pu�
accadere
a
quei
due
collegh
i
d'uffici
o, che
per
anni
lavoran
o
insiem
e
senza
avere
mai fra
loro
altra
relazio
ne che
quella
operati
va
ufficial
e; un
giorno,
all'ora
dello
spuntino,
vanno
insiem
e al
bar, si
metton
o a
chiacc
hierare
mentre
gustan
o il
loro
caff�
espress
o e...
oh
meravi
glia,
scopro
no che
dietro
le loro
rispetti
ve
masch
ere
dell'io
ufficial
e
profess
ionale,
si
nascon
de un
vero e
proprio
essere
umano.
Anche
noi
possia
mo
avere,
infatti,
una
relazione
ufficial
e ed
etichet
tata
con
piccoli
io del
nostro
essere,
come
la
rabbia,
la
timide
zza, la
sessual
it�,
ecc,
che
magari
ci
procur
ano
guai e
conflitt
i
interni;
tuttavia
con il
dialog
o
abbiam
o la
possibi
lit� di
approf
ondire
i nostri
rapport
i
recipro
ci fino
a
scoprir
li quali
amici
e
prezios
i
collabo
ratori,
capaci
di
integra
rsi in
noi e
liberare
per noi
nuove
energie
e doni
creativ
i.
Nel
capitol
o
dedicat
o
all'inc
ontro
con
l'infan
zia troverem
o modi
alquan
to
diversi
di
pratica
re
questa
comunicazi
one
con
noi
stessi.
Per ora
inizia
mo
propon
endo
un
dialog
o con
un
nostro
piccol
o io,
scelto
libera
mente
come
si
indica
nell'es
ercizio
.

Esercizio Dialogo con una parte


di s�11
7. Scegliere un �piccolo io� con cui lavorare
Una volta contattato l'ultimo capitolo della tua vita,
il pi� recente, scegli un tuo collaboratore interno che
svolga il suo ruolo in un modo che non ti piace. In altre
parole: sperimenta una parte di te che ti fa sentire, pen-
11 Questo esercizio � ispirato all'opera delle sorelle Andreas, citata
precedentemente.
112

sare o agire in modo non armonico, causa di disagio e


disturbo, magari di conflitto con altre parti di te e velo
oscuro del vero senso della vita. Non � necessario individuare
il piccolo io pi� �cattivo�, ne basta uno che ti
dia disturbo, anche non troppo, ad esempio la tua rabbia,
timidezza, pigrizia, ecc.

2. Sperimentare il �piccolo io�

Rilassati con il primo o secondo livello e immagina


te stesso/ a in una situazione in cui sperimenti lo stato di
non armonia causato dal tuo piccolo io. � molto importante
contattare il tuo piccolo io tangibilmente, sentendo
l'occasione in cui si manifesta (pur essendo in seconda
coscienza, con il maggiordomo sveglio), poich� � questa
parte di te che causa disturbi tramite il suo
automatismo inconscio e tu la devi avvicinare il pi�
concretamente possibile. Fissa un appuntamento con
questo tuo collaboratore e digli che conti su di lui per
crescere e trovare il vero senso della tua vita.

113

3. Dialogo di approfondimento: accoglienza

Rilassati fino a
raggiungere il livello
�zero�.
Poi entra nel
tuo luogo interiore
e richiama l� la
presenza del tuo
�piccolo io�. Una
volta contattato il
tuo collaboratore � anche importante accoglierlo positivamente,
dandogli il benvenuto. Ordinariamente non ci
accorgiamo che alle volte abbiamo comportamenti o
reazioni sgraditi, proprio quando tentiamo di raggiungere
qualcosa di positivo. Perci� ringrazia questa parte di
te per essere presente e per avere, comunque, un obiettivo
positivo per te.

Inizio del dialogo


Inizia il dialogo chiedendogli
gentilmente:
�Che cosa vuoi ottenere
per me quando ti manifesti
nella mia vita?� (alludere
al comportamento
concreto).

Percepire la risposta:
primo risultato
Poi cerca di percepire la risposta, cio� evita di rimuginarla
o pensarla, ma apriti alla percezione interiore
che ti viene dalla tua parte come una risposta. La rispo-
114

sta ti pu� venire in forma di


sentimento, sensazione, immagine
o parola. Questa risposta
� il primo risultato desiderato
della tua parte.
Ringrazia e richiedi

Ringrazia il tuo piccolo io


di averti risposto e fa una seconda
domanda: �Se ho gi�
l'esperienza che tu vuoi procurarmi
(= primo risultato),
cosa vuoi ottenere ancora di
pi� importante per me?�.

Percepire la nuova risposta:


secondo risultato
Poi cerca di percepire la
risposta come prima. Questo
� il secondo risultato
desiderato della tua parte.
Continua ringraziando
e chiedendo

Continua il dialogo chiedendo


nello stesso modo alla
tua parte risposte sempre
pi� approfondite, (non dimenticarti
di ringraziare a
ogni risposta!) fino ad arrivare
a una �risposta- risultato
ultimo�.

115

Arriva all'ultimo risultato


I segni che si tratta di un ultimo risultato sono: la non
dipendenza da una condizione esterna (fare, relazione,
possessione, sapere...), la vicinanza al centro dell'Essere
e al vero senso della vita, cio� il tuo piccolo io non pu�
trovare una risposta pi� importante.
Concludi ringraziando il Maestro interiore per il dono
di autoconoscenza che ti offre.

L'esercizio precedente �
soltanto un modo di dialogo
con una parte di te. Esistono
altre modalit�. Una
molto naturale e spontanea
sarebbe, dopo la discesa a
zero, quella di mettere una
sedia realmente di fronte a
te, visualizzare l� il tuo piccolo
io e chiacchierare con
lui sul modo di superare il disagio che ti causa, ma sempre
dialogando in modo amichevole.
Domande
1. Il mio piccolo io non mi risponde, non posso fare nulla
perch� ci sia un dialogo!
Prima di tutto cerca di essere ben rilassato. Talvolta le
difficolt� che sembrano insormontabili si sciolgono con
un buon rilassamento. Se ti metti a dialogare conservando
una certa tensione, non faciliti la libera manifestazione
alle diverse parti di te.
La seconda condizione per un buon dialogo � il clima
di amicizia. Cerca di avvicinarti al tuo piccolo io con un
116

approccio amichevole: � in te per aiutarti a vivere, solo


che finora ha incontrato difficolt� tali che ti sembra un
nemico. Senti che egli ha pure una vita sviluppata in diverse
tappe e capitoli: � nato in te, � cresciuto, ha sofferto
e goduto, ha sperimentato diverse situazioni ed eventi
di vita fino ad arrivare al momento presente. Se ti avvicini
cos� a lui, sentirai che lo capisci meglio e incomincerai
a stimarlo e amarlo. Allora il dialogo sorger� spontaneo.
2. Con la meditazione si pu� arrivare a dialogare con i
nostri �piccoli io� e pervenire ad esempio a far uscire
la rabbia repressa che � in noi dirigendola verso il silenzio
e la calma, o pu� succedere invece che si scateni
qualcosa in noi che poi non sappiamo pi� gestire?
Se il meditante non � un ammalato mentale grave,
cio� non � affetto da un serio disturbo psichico (� una
condizione che si esige sempre nella via MPA), il maggiordomo
� desto durante l'esercizio proprio perch� non
si lascia identificare con nessun piccolo io usurpatore
della coscienza. Mantenersi in uno stato di pacifica osservazione,
non pu� non essere un beneficio per l'intera
gestione della casa. Tu puoi cos� renderti conto della tua
rabbia, sempre osservandola con calma, ascoltando, come
fosse fuori di te, quello che ha da manifestare. Puoi
anche sentire quello che ti viene spontaneamente come
risposta o domanda dialogante. � cos� che la tua rabbia
si integra: inondandola di coscienza diventa energia a
tua disposizione, ben controllata e ordinata. Nulla di cattivo
e non gestibile si pu� scatenare in noi se il maggiordomo
(e poi il Padrone) controlla la situazione mantenendosi
sveglio e calmo. In altre parole: se siamo serenamente
coscienti di noi stessi nulla pu� succedere. Nel
caso che tu abbia un disturbo mentale serio, prima sar�
meglio andare dal terapeuta specialista in questo campo.
117

3. Dalla meditazione � emersa la rabbia, il risentimento,


l'astio contro i genitori. Pur rendendomi conto che sono
esseri umani con i loro capitoli di vita, questi sono i miei
sentimenti e non trovo giusto razionalizzare. Sono modi
ficabili?
Certo che lo sono. Fai bene a non voler razionalizzare.
Ti servirebbe solo a imbrogliarti di pi�. Il tuo piccolo io
mentale, associato con quello responsabile dei tuoi sentimenti
ed emozioni, ha formato in te la rabbia, il risentimento
e l'astio contro i genitori. Quando faremo un
incontro con il Bambino interiore potrai anche renderti
conto di altre sfumature di questi tuoi piccoli io, forse un
po' rimossi in te. Per ora ti consiglio di fare con semplicit�
e ben rilassato l'esercizio del dialogo amichevole
con loro e questo sar� un passo integrativo importante.
4. La fine di un amore ha scatenato una profonda crisi. Da
tempo la casa � abbandonata a se stessa. I servi sono
chiusi nelle loro stanze. Le energie, sbronze, buttate su
un divano. Il cuore ferito, agonizzante nel suo letto. La
mente, alla sua scrivania, presa da pensieri ripetitivi e
contorti. Il maggiordomo, dalla sua guardiola, osserva
sgomento. Come riportare i servi alle loro attivit�?
Quanto durer� ancora?
Sai esprimerti in modo molto bello e poetico. Hai tentato
mai sul serio di scrivere? Quanto alla tua domanda,
non mi sembra che il maggiordomo osservi veramente e
unicamente (com'� il suo compito ed essenza) dalla sua
guardiola. Il maggiordomo non pu� essere sgomento,
poich� � semplice osservatore neutro, senza sentimenti.
Sgomento � il tuo piccolo io responsabile dei sentimenti
ed emozioni, ma ora travestito da maggiordomo. Questa
� la chiave di tutto. Nello stesso istante in cui il maggiordomo
osserva, sei gi� in un livello superiore di coscienza
e non identificato con il piccolo io mentale e quello
118

emotivo, che si trovano alla scoperta. Sei tranquillamente


separato dalla loro influenza, non sei loro pur rendendoti
conto che loro sono in casa. Questo vuol dire che
�oggettivizzi� la tua esperienza senza sopprimerla cio�
la riempi di coscienza. Perci� il tuo vero maggiordomo
non � quello che presenti nel tuo bel quadro elegiaco. E
se il vero maggiordomo non � presente, allora vuol dire
che � addormentato e che tu sei gestito e manipolato dalla
situazione e dai tuoi piccoli io: tu non li padroneggi,
ma sono loro a possederti. Quindi sveglia il tuo maggiordomo
e ti accorgerai, al di l� dell'esperienza osservata,
che tu sei un mistero vivente oltre i tuoi piccoli io e
le loro manipolazioni, un mistero che giace l� dentro,
dietro a tutto, radioso e libero dall'ipnotismo mentale.
5. In tutti gli esercizi di questi giorni ho sempre avuto un
piccolo io che era l� pronto a punzecchiarmi. Ho cercato
di capire cosa vuole, ho provato a rilassarmi totalmente,
ma lui arriva anche al livello zero! � abilissimo, mi d�
un grande fastidio e ho paura che rovini sempre tutto. �
�il piccolo io cattivo� che insulta, dice parolacce, provoca
senza motivo, � una parte di me di cui mi vergogno e
in un certo senso mi fa sentire in colpa perch� non riesco
a eliminarla. Poi, ieri sera ho pensato che debbo lasciare
che faccia i suoi �capricci�, senza avere paura, lasciare
che entri nei miei dialoghi, nella mia invocazione, nella
mia meditazione, lasciare che si �esibisca�, forse poi,
finite le sue energie, se ne andr�! Penso anche che questo
piccolo io faccia emergere un aspetto importante del
mio carattere, cio� quello che ha paura di sbagliare, non
accetta di sbagliare, di essere cattivo. Infatti, cos� come
non vorrei che entrasse il piccolo io negli esercizi, cos�
non voglio accettare che esista una parte di me che �
capace di fare errori, di essere cattiva, di fare del male,
offendere le persone, ecc. Cos� nascono anche i sensi di
colpa. Forse dovrei cercare di �partecipare� meno e di
119

staccarmi un po' ' di pi�? Qual � la soluzione migliore che


posso adottare?
Questo tuo piccolo io si sente �parte di te non gradita�,
perci� fa tutte queste diavolerie, per attirare la tua
attenzione e farti sapere che egli � li. Lo dovresti incontrare,
pi� volte se necessario, facendo l'esercizio proposto
fino a capirlo e farlo amico. Tuttavia, anche la semplice
osservazione silenziosa del tuo maggiordomo ti
aiuter� a non lasciarti manipolare dal piccolo io e dai
suoi capricci. Quello che devi evitare � l'opposizione
diretta, poich� egli si nutre dell'energia che tu gli offri
opponendoti alla sua esistenza. Semplicemente mettiti a
osservarlo quando appare, in modo calmo e distaccato,
con grande pazienza. Allora perder� la forza a poco a
poco fino a sparire.
120

7. L'AIUTO DEI SOGNI


Questi doni continuano a maturare dentro di me
come germogli sia durante l'esercizio quotidiano
di meditazione, sia in qualche sogno che, improvviso,
viene ad arricchire le mie notti di nuovi,
utili, inimmaginabili spunti di riflessione.
I piani di sotto
Finora abbiamo esplorato la nostra casa con i suoi
abitanti (piccoli io) a livello conscio. Ma la casa non ha
solo il piano terra: ha livelli e piani al di sotto di quello
pi� accessibile alla vigilanza del maggiordomo. Gli
esperti nello studio dei piani inferiori li chiamano con
diversi nomi: subconscio (poich� �sotto� il livello della
coscienza vigile ordinaria), inconscio (poich� �non�
conscio assolutamente), inconscio collettivo (una sorta
di piano non conscio, ma comunitario, cio� appartenente
alla collettivit� umana e non solo a un particolare individuo).
Cosa sia il contenuto di questi piani inferiori della
nostra casa non � facile definirlo con precisione, proprio
perch� sono contenuti non accessibili alla normale osservazione
del nostro maggiordomo. Una cosa per� �
ben certa: l� dentro c'� vita, una vita diversa da quella
cosciente ma non per questo meno autentica o meno nostra.
Un altro aspetto tipico del contenuto dei nostri piani
inferiori � quello di non volersi mantenere ordinariamente
in completo isolamento e totale incomunicabilit�
con i vicini del piano di sopra. � come se non volessero
rinunciare alla gestione della nostra casa, perci� ci in-
121

viano, in varie occasioni e con ritmi diversi, dei messaggi


molto speciali. Questi messaggi li chiamiamo dai
tempi pi� remoti �sogni�, ma come vedremo non tutti
sembrano avere la stessa natura, oltre a quella di essere
informazioni per il piano di sopra.
L'aiuto dei sogni
Sembra che i sogni possano contribuire notevolmente
alla nostra autoconoscenza e crescita, poich� sono collaboratori
nella gestione della nostra casa e quindi anche
loro frammenti della nostra vita. Il fatto di farci avere
dei messaggi � anche indizio del loro interesse a dirci
qualcosa. Il punto � proprio capire come ricevere questi
messaggi, come ascoltarli e leggerli, soprattutto come
aiutarci con questi contenuti e farli partecipare a costruire
insieme l'armonia e l'ordine della nostra casa cos� da
liberare dagli ostacoli la via verso il centro dell'Essere.
Ovviamente non possiamo esaurire in un solo capitolo
l'argomento della nostra dimensione onirica12. Qui mi
limiter� a indicarne alcuni aspetti importanti, perch� il
contributo dei nostri sogni � un aiuto importante che, nel
lavoro integrale di pulizia e autoconoscenza, faciliter� il
contatto con il Padrone o centro del nostro Essere.
Diversit� nella tipologia onirica
La prima cosa che ritengo importante nell'approccio
alla realt� onirica � la sua diversit� di natura. Elenco,
qui, brevemente alcuni tipi di sogni che i partecipanti ai
corsi e altre persone mi hanno raccontato, e che sono,
perci�, testimonianze dirette.
12 Per un approfondimento del tema vedere il mio libro Meditare un
sogno, Edizioni Messaggero, Padova 20053.
122

c Sogni di una realt� anticipata che, giorni dopo, si avvera


con precisione dettagliata.
Sogni di sole parole che sembrano condensare un messaggio
profondo ma anche misterioso e indecifrabile
(Porta! Porta mia laggi�... cerca qui, sul chiaro orizzonte!).
� Sogni sulla realizzazione di un intenso desiderio (ab
bracciare e congedarsi dal fratello adolescente, morto
in un incidente stradale).
� Sogni su una vita in un'altra realt� sottile, ma famigliare,
e che si sente contattata quotidianamente (falso risveglio
nella stessa camera dove si dorme, volare fuori e riunirsi
in pieno spazio con persone luminose che affermano:
�ogni giorno ci raduniamo qui�).
� Sogni risposta a un problema fisico o matematico (vede
re la giusta combinazione dei tasti per sbloccare il com
puter, risolvere un difficile problema geometrico, trova
re l'elemento mancante in un progetto architettonico).
� Sogni a colori vivissimi e luminosissimi, che rimangono
impressi per tutta la vita con la sensazione di aver con
tattato un'altra realt�.
� Sogni sbiaditi, in �bianco e nero�, confusi e appena ri
cordati.
Ogni tipo onirico qui elencato potrebbe essere ampiamente
studiato e arricchito con esempi simili. Lo scopo
di questa lista � chiarire il mio pensiero che con la
parola �sogno� noi etichettiamo il contatto con una realt�
molteplice e variegata. Questo aspetto del mondo onirico
mi sembra anche abbastanza confermato dalla variet�
di teorie e scuole psicologiche che cercano di spiegarci
perch� sogniamo e cosa significano i nostri sogni;
teorie e scuole certamente interessanti e utilissime in
campo psicologico, ma che mai hanno sorpassato il livello
di teoria in modo assoluto e incontrastabile.
123

Lo scopo di introdurre nella MPA il contatto con i


sogni � quello di offrire ai meditanti degli aiuti per arricchire
l'autoconoscenza e integrare la collaborazione dei
messaggi onirici nell'insieme armonico della nostra casa.
D'altra parte, se i livelli limpidi e ordinati della nostra
casa sono solamente quelli della coscienza ordinaria
(piano terra), la nostra mancanza di pulizia subconscia si
far� notare nei momenti della meditazione che ci avvicinano
di pi� alla soglia �piano superiore- piano inferiore�.
Stimare il piano di sotto
In primo luogo, se si vuole una relazione amichevole
e favorevole con i sogni, consiglio di assecondare e
mantenere in noi una vera stima del piano di sotto e dei
suoi abitanti, spesso trascurati e considerati �parenti poveri�
nell'insieme della nostra esperienza vitale.
Per mantenere in noi questa stima ci vuole una motivazione
positiva e realistica. Ecco alcuni punti di riflessione
per questa motivazione.
� Tutti conosciamo che le persone analizzate sembrano es
sere sempre pi� numerose. Per costoro, i sogni sono una
sorgente utilissima di informazione e autoconoscenza, si
aggiunga che per averli e ricordarli con facilit� � loro
sufficiente il forte interesse personale nel processo del
l'autoindagine; in definitiva, cio�, il semplice considera
re l'aiuto dei sogni come contributo efficace per rag
giungere una meta veramente desiderata provoca, al di
l� di ogni dubbio, una scorrevole e frequente comunica
zione con il piano di sotto.
� Abbiamo ribadito l'importanza del contatto onirico al fi
ne di pulire la nostra casa e sciogliere gli ostacoli che
impediscono il contatto con il centro del nostro Essere.
� Mentre al piano di sopra i piccoli io possono imbrogliar
ci e mentirci riguardo i veri ostacoli nel cammino verso
124

il centro, i messaggi del piano di sotto ci dicono quasi


con ingenuit� e trasparenza infantile ci� che accade in
noi. Certamente il linguaggio onirico non � lo stesso di
quello di sopra, ma con la frequenza dei nostri contatti e
la stima di questa zona da parte di noi stessi, non sar�
troppo difficile percepirlo in modo intelligente.
Inoltre, i sogni possono essere anche utilissimi nella vita
pratica, fonte di creativit� e di scoperte. Personaggi storici
come Edgar A. Poe, W. Scott, Goethe, Kafka, Ste-
venson, Descartes, Einstein, Kekul� e altri, hanno trovato
nelle loro esperienze oniriche una miniera per creare
opere artistiche e scoperte nel campo scientifico.
� Remote e venerabili civilt� hanno mantenuto aperto il
contatto con la dimensione onirica a scopo di sviluppo
psicofisico- spirituale: tradizioni del Tibet, India, Libia,
Giappone, Egitto, Grecia e Roma ci hanno lasciato nella
loro storia antica un enorme bagaglio di informazioni in
questo senso.
Penso che queste o altre ragioni simili potranno aiutare
i lettori interessati al tema, a rinforzare la loro stima
verso la nostra dimensione onirica.
Aiuti per ricordare i sogni
Negli studi di laboratorio onirico � stato scoperto da
anni che il meccanismo del processo dei nostri sogni
passa attraverso tappe cicliche. Ogni novanta minuti circa
l'attivit� ritmica cerebrale del dormiente si avvicina
alla coscienza di veglia. Il ricordo dei sogni � pi� debole
a misura che si avvicina il mattino, invece se ci si sveglia
a met� del processo ciclico indicato, in piena notte,
sicuramente si ricorder� l'esperienza onirica appena
avuta. Quindi possiamo allenarci a svegliarci brevemente
alla fine di ogni ciclo naturale e prima di iniziare il
seguente (quando brevemente ci giriamo dall'altro lato
125

e di nuovo sprofondiamo nel sonno) per ricordare facilmente


il sogno fatto.
Per questo allenamento � ottimo favorire in noi una
certa strategia di vigilanza. Proponendoci, con calma e
pazienza, una tranquilla vigilanza per svegliarci un po''
pi� del normale alla fine di ogni ciclo onirico non sar�
diff�cile arrivare alla dimestichezza sufficiente in questo
campo. Questa vigilanza per� sar� sconsigliata negli stati
di tensione emotiva (ansiet�, intensa preoccupazione,
intensa sofferenza, paure...).
Gi� abbiamo spiegato altrove diverse tecniche per ricordare
i sogni13. Qui ricorderemo brevemente alcune di
esse. Innanzi tutto la vigilanza onirica inizia nello stato
crepuscolare previo al sonno vero e proprio, quando gi�
vogliamo abbandonarci al riposo e il nostro cervello rallenta
il suo ritmo ordinario (onde a). � allora che possiamo
esprimere brevemente il nostro desiderio di ricordare
un sogno alla fine del processo ciclico normale, oppure
al mattino seguente. Ad alcuni aiuta anche leggere
brevemente qualche paragrafo di un libro sull'argomento
dei sogni.
Una volta che ci sveglieremo ricordando un sogno �
importante �fissarlo�. Senza muoverci cercare di ricordare
pi� volte i simboli principali contattati nell'esperienza
onirica {tale strada di Roma, incontro Tizio, ceniamo
in tale ristorante). Baster� questo fissaggio dei
simboli principali per ricordare facilmente al mattino
l'intero sogno fatto.
Come trattare il messaggio onirico
Ci sono tanti modi di trattare i sogni fatti, a seconda
delle scuole di psicologia, tipi di terapia, ecc. Io privile-
13 Ivi.
126

gio l'espressione �leggere�, o meglio �commemorare�,


un sogno piuttosto che l'espressione �interpretarlo�. Se
facciamo equivalere l'approccio ai sogni a quello verso
una lingua straniera, non diremo mai che conosciamo la
lingua mentre abbiamo bisogno di un interprete accanto
al nostro orecchio, che ci traduce costantemente i suoni
strani ai parametri terminologici della nostra lingua materna.
Invece, prendete un bambino di tre o quattro anni
e portatelo in un paese straniero; poi rincontratelo due
anni dopo e lo sentirete capire gli abitanti di quel paese
facilmente e farsi capire da loro senza necessit� d'interprete.
Cos'� successo? Semplicemente che il bambino
�ha accolto� suoni e gesti nuovi fino a farli diventare
un nuovo linguaggio famigliare. Con i sogni possiamo
fare qualcosa di simile. Senza sottovalutare i metodi
che si sono dimostrati tanto validi nelle diverse scuole
psicologiche (di seguito offrir� alcuni esercizi in questo
senso), possiamo avvicinarci ai nostri sogni con naturalezza,
accogliendoli frequentemente con atteggiamento
amico, curioso e positivo. Questo atteggiamento lo chiamo
�commemorare� i sogni.
Commemorare le nostre avventure oniriche � semplicemente
ricordarle, portarle con noi al mattino e magari
lasciarle affiorare durante la giornata, come lasciamo
che venga a galla un paesaggio bello del film visto la
sera precedente o come quando ricordiamo un pezzo
della colonna sonora o qualche frase interessante scambiata
fra i personaggi della pellicola. In questo modo i
nostri sogni ci parleranno sempre pi� da vicino, anzi
spesso troveremo lampi d'intuizione sul sogno fatto che
ci vengono spontaneamente attraverso queste semplici
commemorazioni.
I sogni sono vita, ma vita onirica. Sono quindi storia
nostra. Ogni sera viviamo realmente a livello onirico un
pezzo di storia nostra che ci cambia, come ci cambia la
127

nostra storia della veglia. Invito i lettori a trattare con


questa semplice immediatezza questa nostra storia, come
il modo pi� facile di capirla e di arricchirci con il suo
contributo.
Esercizio Meditare i
sogni
Innanzi tutto occorre scegliere un sogno che avete
precedentemente ricordato, successivamente si passa alla
meditazione previo rilassamento parziale o totale come
si dir� in ogni esercizio. I diversi metodi di approfondimento
onirico qui riportati brevemente sono presi
da diverse scuole e studi sul tema. Ogni sogno sar� poi
portato nella sezione onirica del Diario di Autoconoscenza
(capitolo 16) nel caso che si desideri sperimentare
e portare avanti questo sussidio nella via della MPA.
1. Chiarire il sogno: TTSD
(Titolo, Trama, Sentimenti, Domanda). Metodo utile
per quelli che �non hanno tempo� di dedicare uno spazio
pi� ampio alla meditazione e all'approfondimento
dei loro sogni. Questo metodo ci fornir� un breve �chiarimento�
del sogno fatto. Non � necessario neppure uno
speciale rilassamento previo. Baster� annotare brevemente
appena ricordiamo il sogno un titolo, spontaneamente
scelto, trascrivere poi in poche righe la trama,
annotare i sentimenti sintetizzando ogni sentimento e
sensazione in una sola parola o quasi (stupore, paura,
gioia, sensazione strana, leggerezza...) e chiedersi: quale
domanda mi pone questo sogno? Questi chiarimenti
possono far sorgere spontaneamente intuizioni utili sul
sogno.
128

2. Diventare un simbolo
Rilassati con l'intera discesa a zero. Scegli un simbolo
del tuo sogno che ti attira o ti pare interessante. Visualizzalo
dopo lo zero ed entra in lui in modo da trasformarti
in esso, come se si trattasse di un �piccolo
io�. Poi, sempre identificato con il simbolo, cerca di risponderti
a queste domande: �Come posso descrivermi?
Cosa sento e sperimento? Mi manca qualcosa?�. Le risposte
saranno altrettante chiavi per conoscere meglio
questa parte di te incarnata nel simbolo e il messaggio
che ti porta. 3. Dialogo fra i simboli
Senza troppo pensare osserva la lista di tutti i principali
simboli del tuo sogno, sia di persone, animali o cose.
Poi scegli due o tre simboli che attirano di pi� la tua
attenzione. Rilassati con la discesa a zero e visualizza i
due o tre simboli scelti. Invitali a dialogare tra loro.
Ascolta rilassato quello che si dicono: sicuramente scoprirai
elementi interessanti su di te e la tua vita attraverso
questo dialogo. 4. Meditare le parole oniriche
Alle volte si ricordano solo parole o frasi di un sogno
senza immagini. Rilassati fino a zero e poi concentrati
sulla parola o frase, ripetendola rilassato, senza riflettere;
quindi osserva i sentimenti, immagini, significati, ricordi,
che sorgono spontaneamente associati alle parole
che vai ripetendo. In un secondo tempo, fuori dalla meditazione,
ci si pu� riflettere e trovare anche consonanze
fra il materiale fuoriuscito e la vita quotidiana.
129

5. La chiave del sogno nel momento del risveglio


Appena svegli e con il ricordo del sogno appena arrivato,
domandarsi restando nel letto: �Qual � il messaggio
centrale del mio sogno? Qual � il suo dono per me?
Come si relaziona con la mia vita quotidiana? Cosa vuole
dire questo messaggio?�. Siete nel momento giusto,
perch� siete molto vicini alla dimensione subconscia e
ancora non pienamente nello stato cosciente ordinario.
Questo metodo � utile nella misura in cui il mio subconscio
� allenato a una relazione amichevole e frequente
con la mia dimensione conscia.
6. Semina onirica
� un'antica tecnica che qui sintetizziamo cos�: alcuni
giorni prima dell'esercizio stesso, ci proponiamo di avere
un sogno che risponda a un nostro determinato problema
o interrogativo. Quando il giorno determinato arriva,
prima di addormentarsi, nello stato di calma e relax
vicino al sonno (onde a), si esprime mentalmente e brevemente
per alcuni momenti il desiderio di avere il sogno- risposta
voluto. Il materiale onirico che arriver� in
questo modo sar� molto pi� facile a leggersi, poich�
orientato a rispondere alla nostra domanda. In alcuni
esperimenti di laboratorio onirico, la semina (chiamata
anche incubazione onirica) si fa ancora in gruppo per
aiutare uno dei membri: ogni partecipante rinuncia alla
propriet� del suo sogno quella notte, e accetta di sognare
una risposta al problema (sconosciuto) dell'individuo
che ha chiesto questo aiuto. Domande
1. Da tanto tempo non posso ricordarmi i miei sogni, neanche
quando ho fatto prima di dormire qualche esercizio
130

o domanda per ricordarmi. Che cosa significa? Dove


posso trovare il problema? Dove c'� un blocco?
Se pratichi con fedelt� e pazienza la strategia della vigilanza
indicata prima, il contatto arriver�. Pu� darsi che
l'apertura della comunicazione sopra- sotto indugi ancora
per qualche tempo, ma il contatto arriver�. Ti ricordo
che non si devono omettere i particolari di un buon allenamento:
lo stato di calma prima del sonno, proprio delle
onde a nel tuo cervello, l'assenza totale di tensione e
ansiet� emotiva, e in genere l'atteggiamento amichevole
e di stima verso il piano inferiore.
2. La psicoanalisi dice che i sogni provengono dal nostro
inconscio. Le risposte che possiamo ottenere dai sogni
per mezzo della semina onirica, provengono da noi stessi
o dalla realt� soprannaturale? Se le risposte provengono
da entrambi, come capire quando provengono da
noi e quando dal soprannaturale?
Non possiamo trattare con la precisione di una scienza
esatta lo sfuggente materiale dei nostri sogni. In genere
si pu� applicare, anche qui, alla qualit� della risposta
avuta, la regola di discernimento �l'albero si riconosce
dai frutti�. Inoltre, secondo gli studiosi, anche antichi,
c'� una nota classifica fra i sogni maggiori e minori.
Quelle esperienze oniriche assolutamente indimenticabili
per l'intensit� degli smaglianti colori e sentimenti,
sono i sogni maggiori, che io chiamo sogni master. Questi
sogni superano la barriera del tempo e li ricordiamo
quasi con la stessa vivacit� della prima volta attraverso
gli anni per tutta una vita. I sogni minori invece sono
pi� ordinari e a portata di mano, sbiaditi e facilmente
dimenticati. I sogni maggiori appaiono non troppo
frequentemente nella vita delle persone normali, ma talvolta
sono pi� frequenti nella vita dei mistici e dei meditanti.
Non possiamo dire che tutti i sogni maggiori
131

provengono per forza da una realt� soprannaturale, ma


neppure escluderlo. Molti di questi sogni appaiono, ad
esempio, nei racconti della Bibbia.
3. Alla mia et� sogno molto raramente, ma quando sogno,
svegliandomi, non ricordo pi� il sogno fatto. Solo mi re
stano alcune immagini negative o positive, ma senza un
filo logico. Questo a volte mi causa molta rabbia. Per
ch� mi succede?
Per ricordare bene il sogno devi praticare fedelmente
il fissaggio dei principali simboli, tale quale lo abbiamo
descritto prima. Inoltre, non dimenticare l'allenamento e
la pratica della vigilanza, soprattutto nel momento immediato
al primo sonno. Riguardo al filo logico che
non trovi: i sogni non ci parlano in modo logico, non
sono configurati come i nostri linguaggi logici coscienti,
perci� non ti devi sforzare a trovare un contenuto �logico�
nei loro messaggi, ma percepire cosa ti fanno sperimentare
attraverso le immagini e i sentimenti.
4. Come posso ordinare al mio subconscio d� farmi ricor
dare il pi� bello dei miei sogni se non sogno mai? Non
riesco ad avere un sonno profondo, perch� i rumori con
tinui mi tengono semisveglia.
Non mi pare d'accordo con l'amicizia e l'atteggiamento
accogliente verso il piano di sotto, la tua espressione
�ordinare al subconscio�. Questa espressione suggerisce
una relazione padrone- schiavo. Abbiamo, invece,
indicato come sia importante stabilire rapporti
gentili e amichevoli verso la nostra dimensione subconscia.
Se la trattiamo a base di ordini o la consideriamo
non troppo degna di stima, ci tratter� allo stesso modo, a
base di rifiuto di comunicazione o in modo dispettoso,
sar� cio� un adeguato riflesso dei nostri atteggiamenti e
sentimenti verso questa parte di noi. Cerca di cambiare
atteggiamento verso il tuo piano di sotto e di praticare
132

fedelmente la tecnica di ricordare un sogno/ Potresti anche


inserire nella tua invocazione un tuo desiderio in
questi termini o simili: �Riesco a dormire perfettamente
durante tutto il tempo dedicato al mio riposo notturno�.
5. Desidererei sapere se con la meditazione ci si pu�
sbloccare dall'esperienza dei sogni ricorrenti. Io un
paio di volte all'anno (non � molto) sogno di dover rifare
gli esami di maturit�. Riprovo l'ansia, l'affaticamento
di allora, cosciente di essere gi� laureata. Un altro
sogno che mi ha turbato e mi turba riguarda la guerra.
Risento i passi cadenzati dei soldati che si fermano ed
entrano con forza in casa per rastrellare e portare via
gli uomini. La sensazione � cos� viva e vera che mi sveglio
tutta sudata.
I sogni ricorrenti (come d'altronde tutti gli altri) vengono
ad aiutarci. In alcuni casi cercano di farci consapevoli
di qualcosa d'importante che non ascoltiamo o non
vogliamo affrontare, perci� ci ripetono pi� volte il loro
messaggio. Il tuo sogno ricorrente pu� forse stare a dire
che ti preoccupi di essere all'altezza di una determinata
situazione, come ti preoccupavi di superare l'esame di
maturit�. Cerca di sapere cosa ti dice, adoperando qualche
esercizio di meditazione onirica. Potresti, ad esempio,
fare un bel dialogo con il tuo esame di maturit� e
invitarlo a parlare con te. Poi cerca di comportarti nella
vita cosciente, e in concreto nella situazione associata al
sogno, secondo i suggerimenti ricevuti nella meditazione
fatta. Allo stesso modo ti aiuter� meditare il tuo sogno
della guerra. Potresti, forse, scegliere un simbolo
che ti pare pi� significativo e importante, come sono i
soldati, e parlare con uno o vari dei soldati che senti venire.
Potresti uscire tu alla porta di casa, prima che entrino
loro, ed invitarli ad entrare e a parlare su cosa desiderano
e cosa � il loro messaggio per te.
133

8. AMICIZIA CON LA NATURA


Meditare � l'energia della giornata per osservare
un fiore, per amare, per scoprire chi sono, e
semplicemente essere.
Un rispetto speciale
Tatanga Mani, ovvero �Bufalo che cammina�, � un
indiano della trib� Stoney e parla della sua esperienza di
contatto con gli alberi con quel tono poetico che solo la
simbiosi con la natura riesce a comunicarci per contagio:
�Sai che gli alberi parlano? Si, parlano. Parlano l'un
con l'altro e parlano a te, se li stai ad ascoltare. Ma gli
uomini bianchi non ascoltano. Non hanno mai pensato
che valga la pena di ascoltare noi indiani, e temo che
non ascolteranno nemmeno le voci della natura. Io stesso
ho imparato molto dagli alberi: talvolta qualcosa sul
tempo, talvolta qualcosa sugli animali, talvolta qualcosa
sul Grande Spirito�14.
Come si sa, gli indiani dell'America appartengono a
razze permeate di un amore e rispetto speciale verso la
natura, si considerano parte di essa, chiedono il permesso
ai cervi per prendere la loro carne, poich� la famiglia
ha bisogno di sfamarsi, sentono nella propria pelle il dolore
della madre terra denudata dalla sua vegetazione
14 K. RECHEIS - G. BYDLINSKI, Sai che gli alberi parlano?, Il Punto
d'Incontro, Vicenza 1992, p.14.
134

per la cupidigia degli uomini bianchi. Tatanga Mani, come


tanti altri indiani, si stupisce e si rattrista della mancanza
di rispetto e sensibilit� dell'uomo bianco verso la
natura. Da questi fratelli della madre terra possiamo anche
imparare il dono della saggezza, limpidezza e comunione
che la natura ci comunica. Forse una delle pi� belle
e trasparenti espressioni di questo amore verso la natura
sono queste semplici parole di Cervo Mite, un sioux
morto nel 1974:
�Tutti noi dobbiamo imparare a vederci come parte
di questa terra, non come un nemico che viene dall'esterno
e che cerca d'imporre la sua volont�. Noi, che
conosciamo il Segreto della Pipa, sappiamo anche che,
in quanto parte vivente di questa Terra, non possiamo
farle violenza senza ferire anche noi stessi�15.
Penso che ogni essere umano, indiano o no, nasca
con questo amore e rispetto verso la natura, che poi la
cosiddetta civilt� tecnologica e consumistica gli fanno
dimenticare. Mario Rigoni Stern, che ha conservato per
tutta la sua vita questo amore si esprime cos�:
�Cechov, nel 1888, scriveva: "Chi conosce la scienza
sente che un pezzo di musica e un albero hanno qualcosa
in comune, che l'uno e l'altro sono creati da leggi
egualmente logiche e semplici"... Quando vagabondo
per le mie montagne boscose ripenso a quanto diceva
Anton Cechov e lo ripeto anche agli amici che vengono
quass� a trovarmi. Ma a volte provo anche sfiducia se
mi capita di constatare quanto poco gli uomini si occupino
dei problemi degli alberi. E s� che da tempo studiosi
e tecnici vanno scrivendo dei pericoli che li minacciano,
e ai pochissimi che li ascoltano o che si interessano
corrispondono i troppi che si accorgono degli alberi solo
15 Ivi, p. 15.
135

quando, presi dalla calura estiva, cercano la loro ombra


per posteggiare l'automobile�16.
Molti di noi, in qualche capitolo della vita, hanno
sperimentato dei momenti magici in contatto con la natura.
� in questo senso che la MPA insegna esercizi e
comportamenti che serviranno a sintonizzarci con la
saggezza e la calma della natura, come antidoti di fronte
all'irrequietezza e ansiet� dei nostri piccoli io contaminati.
Come in altri esercizi, anche in questo caso sar� il
maggiordomo a essere silenziosamente sveglio, osser
vando il dono spettacolare della natura e magari perce
pendo i suoi messaggi per mezzo dei collaboratori spe
cialisti nel sentire e percepire. Nel mio libro Fratello
Segno, sorella Vita17, offro delle piste per fare una spe
ciale passeggiata per il bosco, totalmente aperti a ogni
tipo di percezione che provenga da questa immersione
in piena natura. Come preparazione consiglio di ripro-
porci di non parlare con nessuno durante tutta la nostra
passeggiata, cos� saremo molto pi� ricettivi e orientati al
contatto con qualsiasi messaggio del bosco. � anche in
dicato adottare un ritmo tranquillo nella nostra cammi
nata, magari fermandosi ogni tanto in assoluto silenzio.
Se � possibile, si scelga una zona del bosco poco o nien
te frequentata dai turisti e viandanti. Se siete credenti �
anche bello e gentile salutare le presenze spirituali che
proteggono e custodiscono il bosco. Cos� sarete ben di
sposti, aperti e silenziosi per ricevere lo stupendo mes
saggio della natura, di cui ordinariamente non siete con
sapevoli.
Ecco i diversi aspetti dell'esercizio.
16 M. RIGONI STERN, Arboreto salvatico, Einaudi 1996, p. IX.
17 Edizioni Messaggero, Padova 2003, pp. 74-84. :.
136 Sintonizzarsi con il cuore del bosco
Il bosco ha una certa dimensione sensitiva, simile ai
nostri sentimenti ed emozioni. C'� tutta una gamma di
possibilit� che permette di percepire quale tipo di sentimenti
possiede un determinato bosco e in quale stato
d'animo si trovi al momento.
Percepite i profumi, respirando profondamente l'aroma
delle piante. Talvolta sono le piccole piante talvolta
a risvegliare in noi questa delicata percezione: il profumo
della lavanda, dei ciclamini, dei piccolissimi muschi
caricati di umidit� e mescolati all'odore dei vecchi tronchi...
Vi sono profumi secchi o profumi umidi, freschi o
caldi, dolci o amari, delicati o invadenti...
Anche il bosco manifesta una sua sensibilit� tramite i
suoni. Percepite i suoni del bosco. Il bosco interpreta la
sua peculiare sinfonia in ogni momento della giornata.
In alcuni momenti c'� un silenzio predominante, anch'esso
contenente diversi messaggi di aspettativa o di
tensione, oppure di semplice calma e riposo. Piccolissimi
suoni si intrecciano talvolta ai silenzi ambientali e si
offrono alla percezione speciale di colui che si sintonizza
con cuore aperto. Uccelli e insetti, vento e foglie, collaborano
nello svolgimento dei diversi tempi e movimenti
della sinfonia boschiva, con diversi ritmi, tremolii,
vibrazioni e toni gravi e acuti.
Anche i colori sono manifestazioni di una certa sensibilit�:
percepire i colori del bosco, le diverse sfumature
e il modo peculiare di filtrare la luce che ogni bosco
possiede, formano uno stupendo paradigma del suo stato
d'animo attuale. Spesso potrete percepire uno stato pletorico
di gioia e di canto, attraverso i colori vividi e smaglianti.
Sarete attratti e sorpresi dai tesori nascosti fra i
bellissimi punti cromatici della flora boschiva: tinte e
mezzetinte forti o deboli, in contrasto con lo sfondo gri-
137

giastro della terra o della sterpaglia. Non cercate di classificare,


giudicare o dare nomi ai mille colori del bosco,
siate semplicemente svegli e silenziosamente percettivi.
Una volta in contatto con queste e altre simili sintonie,
lasciatevi penetrare sempre pi� in profondit� dal cuore
del bosco. Tentate anche di aggiungere a questo
insieme il vostro attuale stato d'animo e di far s� che
non produca stonature n� discordanze nell'armonico insieme.
Sintonizzarsi con le forze del bosco
Oltre al cuore, il bosco possiede anche un insieme di
energie che chiameremo �forze�. La saggezza popolare
� piena di ricette e di usanze per ottenere beneficio dalle
forze del bosco. Ci sono anche delle pratiche orientali
che insegnano ad assorbire l'energia vitale delle piante
posandovi sopra il palmo delle mani e talvolta i piedi.
Bagni e massaggi con diverse piante note alle tradizioni
come dotate di poteri salutiferi (rosmarino, salvia, girasole...),
sono raccomandati spesso in diverse ricette e
racconti popolari.
Per percepire globalmente le forze del bosco, aiuter�
specialmente la respirazione consapevole. A tutti noi �
venuto spontaneo l'impulso di fare alcuni respiri pi�
profondamente e consapevolmente quando passiamo di
colpo dall'ambiente chiuso di un veicolo al contatto
aperto con la natura, ricca di freschezza e di ossigeno.
Allora il nostro essere percepisce intuitivamente l'energia
ambientale, attraverso il canale della respirazione,
poich� la natura boschiva � sopratutto carica di principi
attivi ed energetici, di particelle di etere, di aromi, di
composti organici diversi: tutti quanti vengono assorbiti
dall'organismo tramite il processo respiratorio.
In questo senso vi capiter� di fermarvi spontanea-
138

inente nella vostra passeggiata per respirare, con il vostro


maggiordomo ben sveglio, le forze del bosco.
Nel periodo estivo viene talvolta spontaneo sdraiarsi
sulla terra del bosco. La madre terra vi trasmetter� pure
la misteriosa energia e forza che poi si manifesta visibilmente
nell'insieme della crescita del bosco che vi circonda.
Ribadisco l'importanza di percepire tutto questo
tramite la consapevolezza del respiro: respirate cos� l'energia
della madre terra e avrete l'impressione di stare
ad attingere alla sorgente delle forze del bosco. Se siete
vicini a un prato o a una radura coperta da uno strato di
terreno soffice, si pu� avere lo stesso contatto diretto
con l'energia della terra camminando a piedi nudi.
Sintonizzarsi con la mente del bosco
Non ci risulter� troppo difficile capire che il bosco
possiede in certo qual modo una mente, in quanto forma
un insieme armonico e distinto dalle altre zone della natura.
In un'epoca nella quale siamo saturi di dischetti e
software programmatori dei nostri computer, sar� facile
intuire che esiste anche una certa mente misteriosa che
si manifesta nell'insieme del bosco. Il bosco adempie
cos� un determinato compito entro il grande mosaico degli
altri compiti dell'intero cosmo. Egli ha una missione
specifica in questa particella del pianeta terra, e la compie
essendo precisamente il bosco che deve essere.
Andate, dunque, alla vostra passeggiata con l'intenzione
di percepire la mente del bosco nei suoi vari aspetti
e particolari chiedendovi quale vi pare essere il suo programma
di crescita, i suoi orientamenti essenziali verso
la luce, le sue capacit� di sopportazione di fronte alle avversit�
e inclemenze del tempo, la sua facilit� di assorbire,
riciclare e assimilare le diverse sostanze, la sua incrollabile
tendenza all'adattamento in ogni circostanza.
139

La mente del bosco si manifesta soprattutto nel segno


dell'ordine. Osservate l'ordine dell'insieme: non vi risulta
ovvio che c'� un ordine stupendo, perfetto, nella
sua complessit�? Prendiamo ad esempio il traffico del
bosco (perch� ce n'� indubbiamente uno). Potrete constatare
che questo tipo di traffico � infinitamente pi� ordinato
e bello di quello delle nostre mostruose e rumorose
megalopoli inquinate. Di pi�, il traffico del bosco ci
si manifesta molto pi� spontaneo del nostro, e libero da
regole faticose e punitive, come sono i semafori e i divieti
di sosta. Nel bosco gli esseri che si muovono lo
fanno con un senso di armonia, di ritmo, direi quasi di
danza. Non importa che siano molti o pochi: mai producono
l'impressione di andare in giro stressati.
I risultati
Se fate una passeggiata cos�, avvertirete che i vostri
tre collaboratori interni - mente, sentimenti e forze -
alla fine sono pi� freschi, calmi e limpidi, dopo aver ricevuto
i messaggi dai rispettivi colleghi boschivi. Non
pensate che questa esperienza sia difficile e preclusa
agli abitanti della citt�: perfino le grandi metropoli hanno
delle zone verdi dove almeno si pu� tentare qualche
esperienza simile a quanto si � proposto. Quando passeggiavo
la mattina presto per il Central Park di New
York, perfino gli scoiattoli mi venivano accanto, come
se io fossi immerso nel cuore delle foreste di Tatanga
Mani... ma ero a poche centinaia di metri dalla rumorosa
e affollata Fifth Avenue!
Ecco l'effetto di una calma osservazione della natura,
fatta da una meditante:
�Durante l'esercizio di osservazione della natura,
quando ho aperto gli occhi, ho visto i fili d'erba e i rami
degli ulivi che venivano mossi da una leggera brezza.
140

Una farfalla gialla, che faceva contrasto con il tenero


verde del prato e il nero delle olive mature, pareva felice
di essere trasportata dal vento.
Attratta dall'argento della foglia ho messo in bocca
un'oliva. Era amara. Da quel momento mi sono sentita
trascinare in un turbine di memorie olfattive e visive. Ho
sentito l'odore della stanza in cui venivano messe a maturare
le albicocche del giardino della zia, dove crescevano
pesche, carciofi, melograni. E poi, via via con un
ritmo sempre pi� accelerato, il profumo della lavanda,
della maggiorana, della mentuccia e della cedrina che
fiorivano sulla scala di una casa chiamata "Eliso". Stordita,
mi sono resa conto che la mia vita � stata piena di
sensazioni stupende, ancora l�, alla mia portata, se le lascio
emergere�18.
Il segreto � sempre lo stesso: aprire le porte della nostra
seconda coscienza, allenando sempre di pi� dentro
di noi un maggiordomo desto e calmo. Se invece andiamo
in mezzo alla natura con spirito di conquista e utilitarismo,
la natura ci nasconder� �il Segreto della Pipa� e
la sua antica saggezza.
Imparare a imparare
Come direbbe un moderno sufi dovremo imparare a
imparare il messaggio che madre natura, a volte vecchia
e a volte giovane, � sempre disposta a comunicarci se
noi siamo disposti a riceverlo.
Il giovane indiano Svetketu fu inviato da suo padre
da un noto guru per imparare da lui la saggezza. Il vecchio
saggio lo accolse gentilmente e gli disse: �Non ti
posso insegnare niente, solo ti posso mostrare come imparare�.
Poi gli mostr� un gregge di bestiame e aggiun-
Cos� medita la gente, pp. 36-37.
141

se: �Ecco, qui ci sono quattrocento animali fra pecore


capre, vacche e buoi. Portali con te nella zona pi� isolata
e silenziosa del bosco, l� dove nessuno possa raggiungerti.
Rimani l� in silenzio il tempo necessario fino a
quando il numero delle bestie del tuo gregge non sar�
diventato mille. Solo allora ritorna a me�. Il ragazzo
part� con il gregge e rimase nel cuore pi� silenzioso e
fitto del bosco per anni. Nei primi tempi si annoiava infinitamente,
poi pens� all'assoluta inutilit� di quello che
stava facendo, poi arriv� all'orlo della pi� nera rabbia e
disperazione, infine si calm�. I suoi pensieri ammutolirono
e con tutto il suo essere inizi� a percepire la saggezza
del bosco, la sua magia, la sua armonia e i suoi
messaggi. Cos� si fece un tutt'uno con il bosco e impar�
quello che non si poteva insegnare. Un giorno, i muggiti
del gregge lo svegliarono. Da tempo non si era preoccupato
di contare i capi del gregge, che ora oltrepassavano
il numero di mille. Allora il giovane Svetketu ricord� le
parole del suo maestro e sorrise: aveva imparato quello
che non si poteva insegnare.
L'esercizio che propongo di seguito � orientato a un
contatto pi� ravvicinato con un essere vivente della natura:
l'albero. Nei miei corsi, che ordinariamente si
svolgono in luoghi con ampi spazi verdi vicini, invito a
fare questo tipo di esercizio che intreccia una sorta di
amicizia con questi esseri, cos� direttamente rappresentanti
della vita della natura, come sono gli alberi. Talvolta,
l'esercizio crea dei vincoli cos� reali e profondi
fra uomo e l'albero che i partecipanti ritornano ogni tanto
nel luogo del corso, per far visita e comunicare con il
vecchio amico albero. Consiglio anche di fare preventivamente
una passeggiata in seconda coscienza, completamente
aperti a qualche segno che indichi verso quale
albero, fra l'insieme che ci circonda, dove ci si senta pi�
attirati.
142 Esercizio Incontro con l'albero
Siediti con la schiena toccando il tronco dell'albero. L'esercizio
potrebbe anche farsi in piedi, ma il rilassamento,
necessario durante tutta l'esperienza, riesce meglio se si
� tranquillamente seduti.
Ora fai l'intera discesa a zero.
, Quando ti sentirai in totale rilassamento (mente, sentimenti
e corpo), lentamente e senza aprire gli occhi, introduci
la tua mano destra aperta fra la tua schiena e il tronco
dell'albero, in modo che il palmo della tua mano sia in
contatto con il tronco. La mano sinistra, anche con il palmo
aperto, mettila sul tuo petto, all'altezza del cuore.
In quella posizione e sempre in completo rilassamento,
cerca di respirare con calma e ritmo lento. Sii specialmente
consapevole della tua espirazione. Ogni volta che
espirerai, cerca di inviare all'albero, insieme con la tua
espirazione, qualche saluto e messaggio senza parola,
solamente comunicandogli la tua amicizia e benevolenza.
La corrente amica esce dal tuo cuore e, attraverso il
canale che esce dalla tua mano sinistra e termina nella
mano destra, passa al tronco dell'albero. Rimani cos� un
po' di tempo senza fretta (gli alberi hanno un ritmo lentissimo
di vita!), in totale calma, solamente inviando il
tuo tranquillo messaggio all'albero attraverso la respirazione.
Poi cambia la posizione delle tue mani: ora la destra sar�
posta sul petto, all'altezza del cuore, e la sinistra con il
palmo aperto in contatto con l'albero. Mentre osservi
con calma il tuo respiro, renditi conto specialmente
della tua inspirazione. Attraverso la posizione delle
mani, senti qualsiasi percezione che ti venga dall'albero,
anche la pi� sottile e delicata. Non cercare di
verbalizzare n� tradurre in pensieri il messaggio dell'albero,
e meno ancora di �produrre� tu il messaggio. Sola-
143

mente rimani in calma, in disposizione aperta per percepire


qualunque messaggio ti venga dall'albero, senza essere
pronto a incollargli un'etichetta mentale. La traduzione
della tua esperienza in pensieri potrai farla pi�
avanti in un secondo tempo.
� Finisci l'esercizio ringraziando l'albero per la sua amicizia
e confermandogli la tua.
Come complemento illustrativo di questo esercizio,
vorrei riportare qui il racconto di una drammatica amicizia
fra una donna, prigioniera nel campo di concentramento
nazista di Auschwitz e un albero di castagno, che
poteva scorgere solamente in parte, attraverso la finestra
della sua baracca. Viktor Frankl, lo psichiatra e neurologo
che racconta questo evento da testimone diretto (anch'egli
era internato ad Auschwitz), ci confessa che dubit�
se questa donna, consapevole della sua vicinanza
alla morte, non fosse per caso vittima di allucinazioni o
in uno stato delirante. La prigioniera gli confid� la sua
gioia bench� il suo destino si fosse comportato con lei
cosi duramente e dopo aggiunse: �Io prima ero una
bambina birichina e infedele ai miei doveri spirituali�.
Poi, indicando i due rami dell'albero di castagno che si
intravedevano dalla finestra, fece: �Ecco l'unico amico
che mi resta in questa solitudine, l'albero. Spesso parlo
con lui�. Sbalordito il dottor Frankl le chiese se l'albero
rispondeva. �S�, rispose la donna, �egli mi dice: "sono
qui, sono qui, io sono la vita, la vita eterna!"�. Giorni
dopo Viktor Frankl fu testimone della morte di questa
donna, che egli presenta nel suo libro pi� famoso, come
esempio di una speciale e intima grandezza umana19.
19 V. FRANKL, El hombre en busca de sentido, Herder, Barcelona
2004, p.94. Trad. Italiana: Uno psicologo nei lager, Ares, Milano 1967-
1987.
144

Doma
nde
1.
Com"

possi
bile
conc
iliare
l'abb
and�
no e
il
silen
zio
della
natu
ra
che �
via
per
la
medi
tazio
ne,
con
la
conti
nua,
impr
eved
ibile,
richi
esta
di
inizi
ative
che
la
vita
quoti
dian
a
pone
, che
fa
cres
cere
a
dism
isur
a
l'imp
orta
nza
del
livell
o
ment
ale?
Crea
tivit� e
contatt
o con
la
natura
non
sono
in
opposi
zione.
Molti
scritto
ri e
poeti
cercan
o
l'abba
ndono
e la
calma
della
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per
ispirar
si nelle
loro
creazio
ni.
Tuttavia,
iniziat
iva e
creati
vit�
non
vanno
confus
e con
chiacc
hiericc
io,
tensio
ne e
disordi
ne
mental
e.
Questo
si che
sarebb
e di
certo
un
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prepot
enza
del
piccol
o io
mental
e, che
bisogn
a
educar
e e
allenar
e ai
mome
nti di
silenzi
o e
calma.
2. Ho
trova
to
rifugi
o nel
ventr
e
mate
rno
di un
ulivo,
con
gran
di
radic
i e un
grem
bo
acco
glient
e.
Sono
torna
ta in
dietr
o nel
temp
o e
mi
sono
abba
ndon
ata
dentr
o. Gli
al
beri
attor
no mi
sorri
deva
no.
Ero
benve
nuta.

vero?
Hai
avuto
un'esp
erienz
a e,
come
tale, �.
Tu la
manife
sti con
parole
in
questo
bel
modo.
3. Vi
sono
condi
zioni
in cui
medit
are �
natur
ale.
Per
me il
conta
tto
con
la
natur
a,
mare,
mont
agna,
mi
porta
in
uno
stato
di
quiet
e in
cui
la
ment
e
fisica
si fa
da
parte
, lo
stare
dava
nti a
un
fuoco
, o
pi�
anco
ra
sott'a
cqua,
mi
ipnot
izza,
una
musi
ca
melo
diosa
mi
trasp
orta.
Ques
to
perch
� il
nostr
o
fisico
,
ment
e e
corpo
,
vuole
una
contr
o
partit
a per
mette
rsi da
parte
(qual
cosa
che
lo
gratif
ichi)
o vi
sono
parti
colar
i
energ
ie
che
agisc
ono?
Fino
a che
punto

giust
o
avval
ersi
di
tali
situa
zioni
e
quant
o ci
si
deve
sforz
are
di
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are
in
posti
meno
gradi
ti o
addi
rittur
a
ostili
?
Le
tue
esperie
nze
con la
natura
sono
ottime,
poich�
ti
fanno
percep
ire la
realt�
con
mente
silenzi
osa,
senza
in-
145

terferenze. Queste percezioni da sole sono gi� un buon


passo che facilita la via verso l'intuizione centrale, quella
della sorgente, l'Essere puro e semplice, fonte della
vita. Se puoi meditare in posti di questo genere � certamente
un vantaggio. Ma non sempre ci � concesso di
meditare cos�. La MPA cerca di offrire aiuti per pulire e
ordinare la casa e poi arrivare alla sorgente e lo fa anche
nel caso che l'ambiente con cui si � in contatto non sia
cos� bello e gradito. Una volta avuta l'intuizione centrale,
sar� facile meditare in qualsiasi posto.
4. Quando ho abbracciato l'albero � successa una cosa
strana. Non sapevo se era l'albero che entrava in me o
io in lui. Poi sono entrata nell'albero e sono diventata
lui, le mie braccia erano i suoi rami. � durato poco e poi
ho sentito il dovere di ringraziare l'albero, ma non mi
rendo conto di cosa � successo.
Hai avuto un'esperienza non mentale, cio� una percezione
dell'albero a livello intuitivo, diretto, senza riflessioni
o pensieri coinvolti. L'esperienza di unit� sorge
spesso durante la meditazione, quando la mente � silenziosa.
� segno di crescita e armonia entro la propria casa,
poich� i piccoli io stanno imparando a essere zitti e in
pace. Si acquisisce cos� uno spontaneo e rispettoso amore
verso tutto il creato.
5. Alla domanda �cosa fare per avere pi� abbandono?�,
ho avuto come �risposta�, dal m�o albero, una serie di
macchie irregolari, mobili, di colore rosso scuro, con
all'interno altre macchie a forma di mandorla e nera
stre. Ho sentito queste seconde macchie come canali di
linfa e le macchie rosse come tronco dell'albero. La
mente mi ha restituito questa risposta: �Lascia corre
re�. Si tratta di una risposta verosimile nei modi e nel
significato, o di una mia costruzione mentale?
146

Il tuo stato di calma e sintonia con l'albero, hanno dato


come risultato questa esperienza di semplice dialogo
con la natura. Cristo invit� anche a capire questo lasciar
correre proprio osservando la natura: �Osservate i gigli
del campo!�20. La tua mente non ha �costruito� tutto, ha
solamente partecipato armonicamente all'esperienza
stessa che ora traduce in parole. � questo il suo ruolo.
Purtroppo non sempre � cos�, ma spesso la mente costruisce
in modo indipendente una sua particolare versione
dell'esperienza per identificarti con essa. � il caso
dei continui rumori mentali della gente, associati a immagini
e sentimenti che manipolano lo stato della casa
interiore. Pi� mediterai e pi� il tuo maggiordomo avvertir�
da solo queste differenze.
20 Mt 6,28.
147

9. L'INCONTRO
CON L'INFANZIA
Ho riscoperto cose meravigliose della mia infanzia
che ho rivissuto con grande emozione e
gioia, e cose brutte di cui mi sono liberata.
capitolo della nostra infanzia
Dall'intera lista di capitoli della nostra vita, uno dei
pi� importanti � quello contenente gli anni della nostra
infanzia e adolescenza. Tutti portiamo dentro di noi una
storia, che potremmo anche chiamare �il mito della nostra
infanzia�, formato secondo un modello di vita e sviluppato
durante i nostri primi anni. Questo mito vive ancora
operativamente in noi e spesso si manifesta. Si tratta
di un capitolo di un'importanza eccezionale perch� �
proprio in questi anni che i diversi elementi, i piccoli io,
della nostra casa interiore, imparano ad amare e a ricevere
amore, grande chiave dell'umana esistenza. Purtroppo
spesso imparano questa esperienza in modo sbagliato
o semplicemente non la imparano.
Perci�, anche da adulti ci troviamo in situazioni nelle
quali salta improvvisamente fuori qualche tratto della
nostra storia infantile, non ancora integrata, che ci mette
a disagio. Questo succede nella misura in cui si troveranno
nel capitolo dell'infanzia tracce di un veleno micidiale,
che inquina in modo notevole la capacit� di
amare del bambino. Usando la terminologia che un
autore ha reso nota nel trattamento dei problemi dell'infanzia,
chiameremo questo veleno �vergogna tossica�,
148

poich� paralizza e inibisce come la vergogna e, soprattutto,


rovina la normale e sana autoconoscenza e autostima
del bambino, portandolo verso la vergogna di s� e
il disprezzo di s�. John Bradshaw, l'autore specialista
nei problemi dell'infanzia, � pioniere negli Stati Uniti
nel recupero e guarigione del Bambino interiore21. A un
suo testo � ispirata la seguente descrizione poetica della
vergogna tossica:
Il mio nome � Vergogna Tossica
Dal primo momento ero gi� l�,
nell'adrenalina circolante per le vene dei tuoi genitori
quando facevano l'amore per concepirti
e poi nel fluido della vergogna che tua madre
covava nel seno, indirizzandola verso il tuo piccolo cuore
quando tu ancora non eri altro che un parassita.
Il mio nome � Vergogna Tossica.
Sono arrivata prima che tu potessi parlare,
prima che tu potessi capire qualcosa
che gli altri ti dicevano.
Ero gi� l�, quando goffamente tentavi di camminare
di fronte allo sguardo burlone e divertito di tutti.
Quando eri sguarnito ed esposto,
quando eri indifeso e bisognoso.
Il mio nome � Vergogna Tossica.
Sono arrivata alla tua vita
insieme al tuo pensiero magico,
accompagnata dalle superstizioni e stregonerie,
le fatture, i feticci e i talismani...
e insieme ai convenevoli, ai salamelecchi, alle tradizioni...
insieme ai tuoi maestri, ai fratelli e amici...
21 Cf. J. BRADSHAW, Come ritrovarsi, Sperling & Kupfer, Milano
1993.
149

Ti ho consegnato tutti i tuoi sentimenti di vergogna, ti


ho fatto vedere tutto quanto in te � difettoso, tutto
quanto in te ha qualcosa di brutto, di stupido, di
sgradevole, di fastidioso. Sono stata io ad affibbiarti
l'etichetta di �diverso� e a bisbigliarti per la prima
volta che qualcosa andava storto in te. Il mio nome �
Vergogna Tossica.
Esisto prima della coscienza,
prima della colpa e della moralit�,
esisto da quando Adamo si vergogn� del suo corpo
da quando Eva scopr� di essere nuda,
ero presente alla torre di Babele e alla strage degli innocenti.
Sono l'invitata non gradita,
la visita non desiderata...
e tuttavia... sono la prima ad arrivare
e l'ultima a sparire.
Il mio nome � Vergogna Tossica.
Sono intensificata da una cultura razzista e sessista,
dall'ipocrita condanna dei bigotti religiosi
che ti dicono cosa fare e non fare
per essere ammesso nel seno di Dio,
dalle prese in giro dei tuoi compagni di scuola,
dalle umiliazioni dei tuoi superiori,
dal tuo brutto riflesso nello specchio
comparato con l'immagine dei famosi
del cinema e della tiv�,
dalle carezze sgradevoli dei pederasti,
dalla vergogna multigenerazionale
di sistemi famigliari malati e corrotti.
Il mio nome � Vergogna Tossica.
Sono potente, molto potente
e per il solo fatto di essere una donna,
un ebreo, un negro, un omosessuale,
un orientale, un handicappato,
alto, basso, magro o grasso...
150

posso trasformarti in un puzzolente sacco d'immondezze,


di sporcizia, spazzatura, porcheria,
posso trasformarti nel capro espiatorio,
nel responsabile universale,
in un bastardo, un corrotto,
un maledetto esecrabile e dannato.
Il mio nome � Vergogna Tossica.
Il mio dolore � cos� intenso
che traboccher� e dovrai passarmi ai tuoi figli
e ai figli dei tuoi figli.
Generazioni di uomini e donne
sono dalla mia parte e mi rafforzano,
tu cercherai di liberarti da me, ma non potrai
perch� vivo dentro di te,
ti faccio sentire senza speranza,
come se non avessi via d'uscita.
Il mio nome � Vergogna Tossica.
Il mio dolore � cos� intenso
che tenterai di nasconderti da me
dietro i tuoi piccoli io,
dietro l'avidit� per i soldi,
dietro le droghe,
dietro le nevrosi,
dietro la sessualit� scatenata,
dietro la coazione a ripetere e ripetere.
Sono l'anima della co- dipendenza,
la bancarotta spirituale,
sono il crimine, la violenza, l'incesto e lo stupro,
sono l'insaziabilit� e la lussuria...
trasformo l'Essere nel fare e nell'avere,
uccido la tua anima
e tu mi trasmetti per generazioni e generazioni.
Il mio nome � Vergogna Tossica22.
22 La poesia originale della vergogna tossica � di L. BOOTH ed � stata
citata da J. BRADSHAW, Come ritrovarsi, pp. 63-65. Il presente testo ri-
151

Ecco la vergogna tossica, il veleno pi� inquinante,


poich� pi� direttamente orientato a impedire il primo insegnamento
fondamentale per facilitare al bambino/ a
l'apertura alla gioia di vivere: l'autostima, il vero amore.
L'amore autentico e ordinato a noi stessi, la scoperta
della sorgente nel centro dell'Essere che � il grande senso
della vita e la piena autoconoscenza, � fortemente dipendente
da questi primi passi. La mancanza di questo
amore e autostima sbarrer� poi nella giovent� e nell'et�
matura la via verso la sorgente.
La storia del piccolo elfo
Bradshaw esprime anche simbolicamente questo fatto
come dimenticanza di s�. Nella sua Storia quasi tragica
di un tenero elfo23, presenta Joni, un piccolo elfo che
arriva dal paradiso alla nostra terra, abitata dai feroci
Snamuh, trib� non- elfa che sciupa il segreto dell'Essere,
senza pensare ad altro che lavorare e agitarsi. La
missione di Joni sulla terra � quella di raccontare il segreto
dell'Essere, l'amore, alla sua famiglia. Ma i genitori
non lo ascoltano, anzi lo vogliono �educare�, lo picchiano
e arrivano fino a fargli dimenticare la sua missione
e la sua identit� di elfo.
La �dimenticanza esistenziale� di Joni venne guarita
in occasione al suo ricovero in ospedale, dopo che, durante
un trattamento a causa della sua dipendenza all'alcol,
riusc� a sentire la voce interiore che lo spingeva a
svegliarsi e ritrovare la sua anima elfa.
Vediamo cos� come la vergogna tossica pu� essere
ereditaria. I genitori, senza neanche rendersi conto che
prende idee e immagini sia di L. Booth sia dall'opera di G. BUCAI, D�ja-
me que te cuente..., RBA, Barcelona 2005, pp. 222-227. 23 Ivi, pp. 67-70.
152

anch'essi sono vittime del veleno ricevuto da genitori,


educatori e culture, possono tormentare con la loro tossicit�
i figli, che crescono e a loro volta trasmettono il
tormento tossico. Si creano cos�, talvolta, certe nevrosi
di famiglia, che sono trasmesse di generazione in generazione...
finch� qualcuno (come Joni in ospedale) riceve
il dono del risveglio.
Non dobbiamo biasimare i nostri cari genitori per essere
stati agenti pi� o meno influenti nel dramma dell'identit�
elfa dimenticata. Sicuramente essi hanno dato ai
loro figli il meglio che credevano di dare. Bradshaw lo
esprime cos� nella sua parabola:
�Essi [i genitori di Joni] in realt� erano confusi, credevano
che fosse loro compito insegnare (a Joni) a fare
il "proprio" dovere e, ogni volta che lui non faceva ci�
che loro ritenevano giusto, lo punivano�24.
Per risvegliare il nostro maggiordomo ai problemi
dell'infanzia e mettere ordine nei capitoli di vita pi� vici
ni a noi, ma influenzati da quelli remoti, bisogna ritorna
re a fare un sopralluogo su quelle scene lontane e dialo
gare sul posto con il nostro bambino interiore. Lo scopo �
di incontrarlo amichevolmente, guarirlo e trasformarlo in
gioia attuale, creativit� attuale, magia e gioco attuali. �
questo il compito dell'esercizio che si propone di seguito
e di quelli indicati nel prossimo capitolo.
Esercizio
Ravvicinare il capitolo dell'infanzia
In questo primo esercizio si tratta semplicemente di
scegliere un capitolo dell'infanzia per avvicinarlo in
24 Ivi, p. 69.
153

meditazione. Se amplifichiamo i diversi aspetti della nostra


storia infantile, potremo anche entrare pi� facilmente
in contatto con l'atmosfera propizia per fare poi ulteriori
esercizi pi� approfonditi nella sezione del dialogo.
Per alcuni si pu� presentare il problema della scelta:
quale capitolo scegliere in concreto? Il primo o il secondo?
Oppure sar� pi� importante quello dell'adolescenza?
O quello della prima giovinezza? Il criterio essenziale da
seguire � questo: scegli il capitolo che senti come pi�
critico nei primi anni della tua vita e, ovviamente, quello
che ti sia possibile ricordare in qualche modo. Alcuni infatti
non ricordano niente dei loro anni infantili, invece
conservano tanti ricordi degli influssi ricevuti nella loro
adolescenza. Scegliete con semplicit� e spontaneit� il capitolo
che vi sia accessibile e che ricordate come il pi�
critico fra quelle prime tappe e disponetevi ad avvicinarlo
nel modo indicato in questo esercizio.
� Una volta scelto un capitolo degli anni della tua infan
zia- adolescenza, rilassati usando il primo o secondo li
vello della discesa a zero. Lascia vicino il tuo quaderno
aperto nella �Sezione temporale�25.
� In completa calma e rilassamento avvicinati al capitolo
scelto senza focalizzare la tua attenzione su niente di
concreto, senza forzare nulla, avvicinati come a un tutto
che puoi sentire e osservare sempre pi� da vicino. Ti pu�
aiutare ripeterti con calma qualche frase di contatto: �in
quel tempo...�, �in quelli anni...�, �quando io avevo tale
et�...�. Man mano che arrivano ricordi, immagini, paro
le... annotali con calma nel quaderno e continua ad avvi
cinarti al tuo capitolo come a una continuit� in movi
mento, senza fermarti nei particolari.
25 Sul quaderno di meditazione e le sue sezioni vedere il capitolo 17.
154

Quando il flusso generico del tuo capitolo sembra fermarsi


o rallentare abbastanza, sar� il momento di avvicinarti
ai particolari, ponendoti le seguenti domande specifiche:
Persone: Quali persone influivano di pi� nella mia
vita? Quali relazioni intense di amore o di non- amore
emergono da quel periodo?
Lavori : Quali attivit� avevano un significato positivo
o negativo pi� intenso in me? Compiti di scuola? Sport?
Arte? Piani e sogni non realizzati? Con quale energia o
debolezza svolgevo questi lavori?
Pensieri : Quali pensieri avevo? Ricordo momenti di
non- pensiero? Rimuginavo le vicende che influivano in
me?
Sentimenti: Mi ricordo di qualche stato d'animo che
sperimentavo spesso: tristezza, gioia, solitudine, sentirmi
non capito, sentirmi accolto e importante?
Corpo : Quale corpo avevo allora? Quale aspetto fisico?
Quali piaceri, scoperte, traumi, malattie o gioie riguardanti
il corpo?
Gruppi: Come vedevo la societ�? L'umanit�? Gli
amici? La famiglia? La patria? La chiesa?
Eventi: Quali eventi si distaccano come pi� significativi
in questo periodo? Ci sono prove o traumi? Feste
indimenticabili? Circostanze sorprendenti?
Sogni : Ricordo qualche sogno o frammento di sogno
di quel periodo?
Spirito : Quali esperienze positive o negative ricordo
in relazione col mondo dello spirito? Com'era Dio per
me allora? Gli angeli? L'aldil�? La morte? Cristo? La
Madonna? Il paradiso? L'inferno?
155

Registra sobriamente nel tuo quaderno tutto quanto


va emergendo da ogni aspetto specifico del tuo capitolo
di vita. Quando ti sembrer� che i particolari essenziali
del capitolo siano emersi a sufficienza, concludi l'esercizio
rimanendo in calma per un po'"di tempo.
Domande
1. Nel cap�tolo della mia infanzia sono una bambina di tre
anni, vedo intorno a me prevaricazione, violenza. Sfug
go casualmente a un tentativo di violenza. Mi sento
sporca, mi vergogno, non ne parlo ai miei genitori. Ho
paura. Nasce mio fratello, provo amore e odio; gli tocco
spesso la bocca, vorrei fargli del male. Sono gelosa, mia
madre � tutta per lui. Mi sento sola, non amata. Ricevo
spesso rimproveri e botte. � un caso, questo, di vergo
gna tossica? Mi sto curando.
Ovviamente lo �. Le tue parole �mi sento sporca, mi
vergogno� e il fatto di aver subito un tentativo di violenza,
sono elementi pi� che sufficienti per contagiare la
tua infanzia con i virus tossici. � bello che senti di star
curando. L'insieme di esercizi indicati nei capitoli sull'infanzia,
e soprattutto la pratica quotidiana della MP
che si spiegher� pi� avanti26, completeranno la tua intera
guarigione.
2. Per me la pi� radicale vergogna tossica viene dalla di
sperazione del bambino che, a torto o ragione, non si
sente amato. Se mia madre non mi ama, � perch� io non
valgo nulla, non sono degno di essere amato; dunque
non ho neanche il diritto di vivere, di crescere, di esse
re; non ho diritto al mio posto nel mondo. Questo non �
26 Vedere la Parte Seconda. 156

un ragionamento, � la reazione suicida, forse ineluttabile,


del bambino impotente di fronte al mondo in cui capita.
Cosa ne pensa?
Il tuo � un esempio vivente di un'infanzia in cui l'identit�
del piccolo elfo � stata rovinata e dimenticata.
F� l'esercizio appena indicato, che poi ti faciliter� l'incontro
con il tuo bambino ferito nei successivi esercizi.
Dialogare sinceramente con lui sar� un passo importante
per la guarigione della tossicit�. Ulteriormente ti sar�
anche possibile far emergere tutta la creativit�, il senso
del gioco e la gioia di vivere che ora giacciono rimossi
nella tua infanzia non visitata. Ti raccomando poi la lettura
dell'opera di J. Bradshaw citata nella bibliografia
alla fine di questo libro.
3. Dopo trentasette anni ancora oggi piango la morte di
mia madre, quando io ne avevo solo otto. Perch� di lei
non riesco a ricordare l'amore che sicuramente mi ha
donato? Del periodo della mia infanzia ricordo solo la
solitudine.
Un semplice dialogo meditativo con tua madre, anche
ripetuto pi� volte, ti far� possibilmente scoprire delle risposte
al tuo interrogativo. Ma anche l'incontro e il successivo
esercizio di dialogo con la tua bambina interiore
ti permetter� di guarire la tossicit� della tua solitudine
infantile.
4. Da quando ero giovane, ho completamente rimosso i
miei primi sei anni di vita. La mia vita cosciente inizia
il primo giorno di scuola a sei anni. Per quanto mi sia
sforzato nei successivi quarant'anni ho sempre incon
trato un muro nelle mie regressioni e nell'autocono
scenza. Nessuno che io conosca me ne pu� parlare.
Quando e quanto devo tentare di conoscere il primo ca
pitolo della mia vita? � giusto colmare questo vuoto? Lo
chiamo vuoto perch� ho sempre sentito un buco incol-
157

mahile. Sono sicuro di non avere ricordi prima di sei


anni perch� allora vivevo in una citt� in cui non sono
pi� tornato. Dopo i sei anni ricordo tutto perfettamente:
persone, ambienti, sensazioni.
Intanto l'esercizio lo puoi fare avvicinando il periodo
che ricordi a partire dai sei anni. Non fare sforzi mentali
per ricordare cos'� successo prima. Probabilmente si
tratta di una tua rimozione che non si deve forzare spingendola
verso la superficie. Non � detto che facendo gli
esercizi consigliati qui (che trattano proprio di accogliere
e integrare l'infanzia), non emerga spontaneamente a
poco a poco qualche ritaglio dei tempi rimossi. Inoltre,
anche una semina onirica a questo riguardo ti potrebbe
aiutare a contattare senza forzature questa prima tappa
di vita. In ogni caso il tuo atteggiamento dovr� essere
sempre quello di un maggiordomo che osserva con calma,
senza interferire n� forzare niente.
5. Pu� dire qualcosa sul legame tra senso del peccato e
vergogna tossica, tra morale oggettiva, sia individuale
sia sociale (per cui, ad esempio, essere gay � certamente
contro la volont� di Dio) e l'apertura alla comprensione
e all'amore universale, generati dalla seconda coscienza?
La morale oggettiva, individuale e sociale, � nata da
secoli per la prima coscienza. Ci deve essere una morale
cosi, poich� ci deve essere una prima coscienza nella
scala evolutiva umana. La morale oggettiva individuale
e sociale non � poi esattamente la stessa universalmente,
poich� varia secondo le culture e le et� della storia. Ma
la radice pi� profonda e solida di questa morale � l'amore
sorgivo e la luce che promana dal centro dell'Essere.
Quest'ultima radice purtroppo non sempre � in connessione
con la coscienza e quindi con la morale scritta e
praticata dagli uomini. Allora, anche in nome di questo
158

tipo di morale, sconnessa dalla sua radice, si pu� perfino


fare del male al prossimo: ipocrisie e vere ingiustizie si
sono compiute nella storia in nome della morale e della
religione. Finch� l'uomo non passer� allo stato di seconda
coscienza, possiamo essere sicuri che continueremo
ad ammazzarci e ad aggredirci mutuamente, sia a livello
individuale che sociale e internazionale.
La seconda coscienza ci apre sempre di pi� alla sorgente
e all'amore pi� autentico e limpido che da essa
promana. Quando, grazie alla MP, si entra in connessione
con questa sorgente e questo amore, ci facciamo pi�
universali, pi� misericordiosi e comprensivi... e allora
capiremo nella sua autenticit� la nota frase �ama e fa
quello che vuoi�.
Pur essendo vero che, a causa dello stato generale di
prima coscienza in cui si trova immersa l'umanit�, devono
esserci norme morali e leggi, e determinate societ�
e culture possono in nome della morale fare, per esempio,
discriminazioni ingiuste circa l'orientamento sessuale
degli individui, la seconda coscienza non giudicher�
mai qualsiasi essere umano, poich� ha intuito il
mistero che abita nel centro di ogni uomo e di ogni donna:
la sua sorgente divina. Essa capir� se la sua casa � in
disordine e se sono presenti i soliti problemi inerenti al
viaggio dell'uomo nella sua avventura di ritorno a casa.
Ma naturalmente questo non vuol dire che la seconda
coscienza approver� i danni causati dalla vergogna tossica
o da una condotta crudele, disordinata o sbagliata.
In ogni caso, la limpidezza e l'ordine della nostra casa
interiore, come il suo disordine, avranno sempre le
stesse radici in ogni essere umano: l'amore o l'egoismo.
159

10.
DIALOGO CON IL BAMBINO
INTERIORE
A distanza di un mese, gi� provo una diversa
sensazione di gioia e di pace dentro di me, e questo
sta producendo effetti evidenti anche nei miei
rapporti con gli altri: l'incontro a zero con �me
bambina�, � stato un passo avanti fondamentale.
Micidiale perfezionismo
L'esercizio precedente pu� averci gi� donato la possibilit�
di scoprire aspetti su di noi che prima giacevano
seppelliti fra i recessi della nostra infanzia dimenticata.
Un interrogativo che viene non di rado ai meditanti che
contattano la loro infanzia tramite gli esercizi proposti,
si potrebbe riassumere cos�: �Dov'� la vita che ho perso
mentre vivevo?�. Oppure: �Posso recuperare il vero
amore che non ho conosciuto nella mia infanzia?�.
Alice Miller, psicoioga svizzera27 nota per i suoi studi
sul maltrattamento infantile, si esprime su questo argomento
nel suo libro The Drama of the Gifted Child (Il
dramma del bambino dotato): �Se una persona � capace
di sentire che da bambino non fu mai "amato" per quello
che veramente era, ma solo per i suoi raggiungimenti,
i suoi successi e le sue buone qualit�, e cos� la sua infanzia
fu sacrificata per questo "amore", allora sar� profondamente
commosso, tuttavia qualche giorno deside-
27 Bench� Alice Miller sia nata in Polonia (1923), � cresciuta in
Svizzera dove ha svolto i suoi studi, ottenendo il dottorato in filosof�a,
psicologia e sociologia, a Basilea nel 1953.
160

rer� porre un fine a questa forma di "amore". Allora


scoprir� in se stesso il bisogno di vivere d'accordo con
il suo "vero io" e non si sentir� ormai pi� forzato a conquistare
un amore che, in fondo, non pu� soddisfarlo,
poich� quell'amore � destinato a un "falso io" al quale
ora ha iniziato a rinunziare�28.
Jean Vanier, il fondatore delle comunit� dell'Arch,
racconta che fu stupito quando, invitato a visitare un liceo,
lesse la grande scritta che tutti gli allievi vedevano
ogni giorno sulla porta d'ingresso: �� un crimine non
eccellere�. Terribile tossicit� inserita come ritornello
inesorabile nel cuore dei ragazzi: �Non sono uno che
eccelle, quindi sono un criminale!�.
L'esperienza dei capitoli dell'infanzia per tanti � stata
oscurata e infestata dal dolore e dalla continua pressione
per superarsi in vista di un micidiale perfezionismo.
Non sono tanti coloro che abbiano goduto del privilegio
di una autentica educazione, di un'atmosfera
infantile permeata di vero amore, una infanzia libera e
aperta alla creativit�, al gioco e alla gioia di vivere.
Guarire il bambino ferito
La MPA, perseguendo lo scopo di mettere ordine e
pace nella casa interiore, cerca di offrire ai meditanti la
possibilit� di guarire le ferite del bambino interiore,
quella parte giovane e vitale di ogni essere, ancora persistente
in noi, ma forse ancora non liberata e perfino
traumatizzata, perci� probabilmente rimossa. La guarigione
di queste ferite fa sciogliere e recuperare delle stupende
energie che sono anche un dono di forza e creativit�
nella vita quotidiana di un adulto.
28 Citazione da JEREMIAH ABRAMS, Recuperar al Nino Interior, Kair�s,
Barcelona 2001, p. 17.
161

Lo scopo degli esercizi proposti in seguito � proprio


facilitare questo incontro con il bambino interiore,
creando un tale ambiente rilassato e amichevole, cos�
che possa sentirsi libero per parlare con te. I primi passi
quindi saranno dedicati alla creazione di tale ambiente
fatto di mutua fiducia e accoglienza, mentre in un secondo
momento si potr� fare l'esercizio del vero e proprio
incontro. Ecco la testimonianza di uno dei partecipanti
al corso sull'incontro con il suo bambino interiore:
�Mi trovo a casa, casa mia quando ero bambino, intorno
ai dieci anni. Entro, giro per la casa come fosse
normalissimo, riconosco tutto, vedo qualcuno ma non
ricordo chi fosse. Incomincio a cercare Aldo, piccolo.
Giro per le stanze. Non lo trovo. Esco sul balcone, e lui
� l�, appoggiato a dei vasi di gerani, sul davanzale del
terrazzo. Piange, � disperato. Vuole morire, invoca a
Dio che lo faccia morire. Io sono dietro di lui. Mi fermo
e lo fisso. Di colpo ricordo che � tutto vero. Perch� vuole
morire?
Sento in lui una infinita tristezza, � solo.
Gli voglio un bene incredibile. Lo chiamo e lui si
volta ed � sorpreso. Mi guarda con tanto d'occhi! Dopo
un attimo � fra le mie braccia. Non ho mai amato nessuno
cos� e so che per lui � altrettanto, so che dopo di lui
verranno i miei figli, ma lui � speciale. Gli do la lettera
che avevo scritto per lui, e lui, sorridendo, dalla tasca
dei pantaloni tira fuori la sua e sorridiamo tutti e due.
Abbiamo fatto un patto, segreto. "Vai - gli dico - corri,
gioca. T�, questa � la tua pistola!". Ed � proprio lei
quella che gli piaceva di pi�. Sorride e scappa via.
Io ritorno in casa e dietro una persiana c'� qualcuno,
lo saluto come un vecchio amico. Non lo vedo, non so
chi sia. "Grazie", gli dico. Lui mi risponde: "Non c'� di
che!".
Esco dalla casa e mi trovo qua, seduto. Raramente ho
162

provato una calma e una sicurezza come quando ho trovato


il piccolo Aldo. Ho gi� nostalgia di lui�29.
Per facilitare il vero dialogo e incontro con il nostro
bambino interiore, l'intero esercizio sar� diviso in tre
passi, i primi due sono dedicati a un sincero scambio di
lettere fra l'io bambino e l'io attuale. L'ultimo passo, il
pi� impegnativo, sar� dedicato alla visualizzazione e alla
sensibilizzazione dei messaggi scambiati mutuamente
nelle precedenti lettere. Ogni passo dovr� essere seguito
da un intervallo, oppure gli esercizi si faranno in tempi
diversi della giornata. Il passo conclusivo, dedicato al
vero e proprio incontro, non dovr� oltrepassare la mezz'ora,
discesa a zero inclusa30, tuttavia si potranno ripetere
incontri che si ritengano non conclusi precedentemente
oppure se si desidera approfondire ancora l'amicizia
e la vera conoscenza del bambino interiore.
Esercizio Dialogo con il bambino
interiore
Prima parte: lettera del grande al bambino
Siediti in una posizione che faciliti la tua calma e serenit�,
rilassati fino al primo oppure al secondo livello di
rilassamento (non con l'intera discesa). Lascia il quaderno
vicino a te, aperto alla �Sezione dialoghi�31, o semplicemente
carta e penna per scrivere.
Concentra la tua attenzione sulla persona che tu eri nel
capitolo di vita appena ravvicinato. Se hai una foto di te
29 Cos� medita la gente, pp. 82-83.
30 Vedere le indicazioni sulla durata di ogni esercizio secondo il tipo
di rilassamento previo impiegato: p. 72. 31
Vedere capitolo 16.
163

piccolo/ a potr� aiutare averla presente. Cerca di sentire


il tuo bambino/ a interiore vicino a te, magari seduto di
fronte a te, con la sua piccola storia gi� vissuta, le sue
gioie e tristezze, le sue illusioni...
Quando lo sentirai vicino rivolgiti a lui scrivendogli una
lettera. In questa lettera esprimi spontaneamente tutto il
tuo desiderio d'incontrarlo, di volergli bene, di aiutarlo
nei suoi problemi... tutto quanto hai pure sentito mentre
ti avvicinavi alla sua vita concreta, nel capitolo che hai
appena contattato. Soprattutto devi manifestargli tutto
l'amore che tu senti che egli desidera.
La penna deve scorrere al servizio dei tuoi sentimenti,
senza riflettere e senza nessuna forzatura. Una volta
scritta la tua lettera al bambino/ a interiore, resta in silenzio
respirando con calma per alcuni momenti.
Seconda parte: lettera del piccolo al grande
� Dopo un prudente intervallo di tempo, oppure in altro
momento della tua giornata, ripeti il primo punto dell'e
sercizio precedente, dedicato al rilassamento.
� Poi cerca di immedesimarti nel bambino/ a interiore e
scrivi una lettera di risposta a quella che hai appena fini-
164

to. La lettera del bambino al grande dovr� essere scritta


con la mano sinistra32 e sar� sicuramente molto semplice e
breve, scritta senza riflettere ma, come prima, lasciando
che la penna esprima con docilit� i sentimenti del
bambino/ a.
Una volta finite le due lettere, leggi il contenuto preferibilmente
ad alta voce.

Terza parte: l'incontro


Nel tuo posto tranquillo di meditazione cerca di sistemare
l'ambiente in modo da non avere stimoli sensibili
esterni che possano interferire nella tua esperienza meditativa:
rumori, forte luce, ecc. Rilassati con l'intera discesa
a zero.
Se lo desideri puoi anche chiedere al tuo Maestro interiore
il dono di fare un vero incontro di amicizia e riconciliazione
con il tuo bambino/ a interiore.
32 La mano sinistra � collegata con l'emisfero destro del cervello,
quello che conserva i ricordi, le immagini, gli eventi, ecc, pi� infantili
e arcaici. Nel caso dei mancini ovviamente si fa al contrario.
165

- Ora visualizza davanti a te una porta. Cerca di vederla


molto concretamente e realisticamente, poi a poco a poco,
trasforma questa porta in modo di farla diventare la
porta della casa della tua infanzia: guardala bene, con tutti
i suoi dettagli, dimensione, colore. Osserva i sentimenti e
le sensazioni che emergono in te davanti alla tua porta.
� Ora con un atto della tua volont� e desiderio, spalanca la
porta ed entra nella tua casa. Cerca di lasciarti penetrare
da tutti i dettagli e le percezioni che ti vengono spontaneamente
mentre percorri le diverse stanze della casa
della tua infanzia. Possono essere visivi, auditivi, olfattivi,
o sensazioni anche non facili da descrivere, sentimenti...
Ora avviati verso la tua stanza, quella dove giocavi e
dormivi. Fermati davanti alla porta della tua stanza prima
di entrare. Lascia emergere in te i desideri di incontrare
il tuo bambino/ a interiore, quelli che ti sono venuti
nello scambio epistolare precedente. Poi afferra la maniglia
della porta, aprila ed entra nella tua stanza.
Quando sarai entrato, lascia liberamente che il tuo maggiordomo
osservi tutto quanto succeder�. Pu� darsi che
tu veda l� il piccolo/ a sentendoti grande, oppure che la
tua coscienza si sposti al piccolo/ a e ti senta improvvisamente
identificato con il tuo bambino interiore che vede
aprirsi la porta della sua stanza ed entrare te, da grande.
Lo scopo di questo esercizio � l'incontro e la sensibilizzazione
del contenuto dei messaggi epistolari che vi siete
scambiati precedentemente. Lascia che il grande manifesti
al piccolo l�, sul posto, quanto gli ha detto prima
per iscritto, oppure il piccolo parler� al grande, oppure
vi ritroverete conversando e vi interromperete con emozione.
In ogni caso permettiti di provare tutte le sensazioni,
i sentimenti e le immagini che vengono a galla,
senza negare il diritto di manifestarsi a nulla di quanto
vuole emergere in questo importante momento.
166

- Finisci l'esercizio con un patto di amicizia fatto fra voi


due e con la promessa di continuare gli incontri nel desiderio
di aiutarvi, sempre che lo riteniate necessario.
Pu� anche essere interessante richiamare la presenza
del Maestro interiore perch� egli convalidi e confermi
con la sua benedizione il vostro patto.
Domande
1. Quando incontro la mia bambina interiore non riesco a
identificarmi con lei. Mi sento sua mamma. Perch�?
La tua bambina ha forse bisogno di te come mamma,
poich� ancora necessita di amore materno. Cerca di darle
ci� che senti che le manca.
2. Nessun ricordo degno di nota del periodo dell'infanzia.
Mia madre mi ha molto amato, ha sempre cercato col
ragionamento di farmi capire gli errori, senza castigarmi.
Mio padre, anche, mi ha amato, ma era spesso as
sente per lavoro. Da lui mai nessun castigo. La mia crisi
si � verificata nel periodo dell'adolescenza. Mi � riusci
to facile scrivere la lettera a me stessa adolescente. Ma
non � affiorato nulla quando si sono invertiti i ruoli. Non
sono riuscita a scrivere nulla dall'adolescente a me in
questo momento. Che cosa c'� di sbagliato?
Non c'� niente di sbagliato, anzi il fatto di osservare
questo intoppo nella vostra comunicazione, vuol dire
che non hai forzato nulla, volendo a tutti i costi che l'esercizio
fosse �perfetto�. Semplicemente la tua adolescente
si sente impacciata e ancora un po'"timida per
aprirsi a te (gli adolescenti non sono facilmente disposti
alla comunicazione con i grandi!), ha bisogno di tempo.
Ti consiglio di ripetere l'esercizio finch� la corrente di
comunicazione ora bloccata si sbloccher� da sola.
167

3. Ci si pu� sentire pi� di un bambino?


Lascia emergere da te quello che viene spontaneamente:
questa � la cosa pi� importante. Pu� darsi che si
tratti di aspetti diversi della tua infanzia che si vogliono
manifestare cos�. Osserva solamente cosa sorge e
come, tutto quello che in questo modo fluisce da te
contribuisce alla pulizia e ordine della tua casa
interiore.
4. E se, dopo avere aperto la porta, trovo vuota la stanza
della mia infanzia?
Allora sempre ti sar� possibile tornare e riprovare. Ma
perch� ti precludi la possibilit� di approfondire la scoperta
di te stesso? Cerca sempre di ripetere l'esercizio
ben rilassato, nel caso che la prima volta la stanza sia
vuota, e vedrai che funzioner�.
5. Il mio bambino interiore mi ha detto: mi sento imprigio
nato, vieni a prendermi, mi sento solo. Cosa fare?
Quello che ti senti di fare!
6. Lo scambio di lettere tra me e la bambina interiore �
stato emozionante. Quando invece ho incontrato la bambina, lei � stata
sfuggente, saltava da un posto all'altro.
Ho chiesto l'aiuto del Maestro interiore, poi ho
deciso di uscire e di tornare in un altro momento in
quella stanza. Mi � sembrato, per�, strano perch� la
bambina che ricordavo era buona, troppo compiacente.
Hai fatto bene l'esercizio. Non di rado capita di non
riuscire a fare l'incontro la prima volta. Ti consiglio di
ripeterlo come hai gi� intuito.
7. Credo di aver incontrato me, bambina, ma ora cosa de
vo fare? Non voglio lasciarla ancora nella stanza e ve
derla solo ogni tanto. Posso portarla con me? Ma co
me? Facendola crescere?
V� dove ti porta il cuore! Ma devi evitare i due
estremi: n� essere troppo invadente con la tua
bambina, n�
168

troppo dipendente. Cerca di capire cosa vuole realmente


perch� sia fatta la pace e l'integrit� della tua casa. Bisogna
rispettare i ritmi vitali e le rispettive privacy dell'una
e dell'altra. Certamente qualche incontro successivo
chiarir� la situazione.
8. La mia bambina interiore mi ha risposto: �Ciao, non
vedo l'ora di diventare veramente grande e di vedere
come sono da grande�. Perch� mi ha risposto parlando
di se stessa e non parlando con qualcuno fuori di lei?
Perch� aveva proprio bisogno di parlare di se stessa.
Ma lo ha fatto anche con �qualcuna fuori di lei� cio�
con te. Comunque ha bisogno di sentirsi grande, di vedersi
cresciuta e in sintonia e integrazione con te. Cerca
di aiutarla a raggiungere questa sua legittima aspirazione.
9. Mi sono talmente ben riconciliato con il bambino che
sono stato, che ora non vuole lasciarmi: lo visualizzo
continuamente, ride ed � contento di starmi accanto. �
una cosa giusta?
Giustissima. Poi ti aiuter� anche l'esercizio del bambino
magico, per cogliere tutta la creativit� ed energia
che egli ti pu� ancora dare.
10. Sono sorpresa! Stupita! Non mi aspettavo di trovarla
cos�, e di avere da imparare da lei! � divenuta �s� con
una sola lettera d'amore! Cosa vuole mai dire questo? �
mia fantasia?
La fantasia � un dono che spesso ci aiuta ad approfondire
la conoscenza di noi stessi, non � per niente sinonimo
di �menzogna� o di �non realt�. L'albero si riconosce
dai frutti. Il frutto della tua esperienza � stato un sorprendente
e stupefacente senso di scoperta inaspettata e
di eventuale crescita personale, che pu� ancora aumentare
e approfondirsi in successivi incontri.
169

11. INCONTRO
CON IL BAMBINO MAGICO
Bisogna sperimentare. Posso solo dire che il
cerchio si � chiuso, che gli opposti coincidono
e mi pare strano non averlo sperimentato prima,
tanto mi era vicina questa realt� e verit�. Prima
vivevo da bambino e sperimentavo come un
bambino?
La rinascita del Puer aeternus
Abbiamo trattato finora di guarire e risanare eventuali
tossicit� ancora nascoste nel capitolo della nostra infanzia
e adolescenza. L'incontro con il bambino interiore,
specialmente con quell'aspetto della nostra infanzia
vissuto dal bambino ferito, sar� stato un passo determinante
verso questo scopo. Ma l'infanzia non � soltanto
un capitolo di vita con risvolti negativi. Possiede anche
delle bellissime saggezze e tesori nascosti di cui siamo
pi� o meno coscienti. L'esplorazione del capitolo dell'infanzia
pu� avere come risultato un'esperienza che
una meditante esprime cos�: �Ho riscoperto cose meravigliose
della mia infanzia che ho rivissuto con grande
emozione e gioia, e cose brutte di cui mi sono liberata�.
I grandi maestri e psicologi ci fanno capire che il
bambino interiore, nella sua essenzialit�, � uno degli elementi
vitali che pi� si avvicinano al centro dell'Essere, al
Padrone. Ramana Maharsi ha un pensiero molto profondo
e misterioso a questo riguardo: �Colui che trova la via
verso il nucleo dell'io, da dove prendono origine tutti i
170

livelli dell'io e tutte le sfere del mondo, colui che per


mezzo della domanda "da dove sono?" trova la via del
ritorno alla sua sorgente primordiale, costui nasce e rinasce.
Sappiate che, chi nasce cos�, � pi� saggio di tutti i
saggi poich� � in continuo processo di rinascita in ogni
momento della vita�33. Ecco perch�, occupandoci dell'autoconoscenza
essenziale nella via MPA, � importante
assecondare le condizioni che rendano possibile il dono
di questa preziosa rinascita, collegata come vedremo agli
aspetti positivi del nostro bambino interiore.
L'impulso ad aprirsi, a crescere, a svilupparsi, a scoprire
curiosamente cos'� la vita e godere, danzare e creare
in mezzo a questa grande avventura, � nel bambino
qualcosa di cos� naturale e spontaneo com'� per i gigli e
i fiori crescere e aprirsi alla luce del sole. C. G. Jung, nel
suo noto saggio sull'archetipo del bambino, dice che
l'immagine del bambino interiore rappresenta l'impulso
pi� forte e ineludibile di ogni essere umano, cio� l'impulso
ad autorealizzarsi. Anche nelle sue memorie Jung
esprime in modo magistrale lo stesso pensiero:
�Una caratteristica dell'infanzia � che - grazie alla
sua ingenuit� e alla sua incoscienza - essa rappresenta
meglio dell'et� adulta l'immagine del S�, dell'uomo
nella sua interezza, nella sua autentica individualit�.
Pertanto la visione di un bambino - come quella del primitivo
- desta nell'uomo adulto e civile nostalgie che
scaturiscono da aspirazioni e bisogni inappagati, corrispondenti
a quelle parti della personalit� che sono state
represse (a causa dell'adattamento personale) a danno
dell'interezza dell'uomo�34.
33 Citazione di RALPH METZNER, Recuperar al Nino Interior, Kair�s,
Barcelona 2001,pp. 80-81.
34 C. G. JUNG, Ricordi, sogni, riflessioni, Bur, Milano 1992, pp. 293-
294.
171
Il bambino interiore � quindi come l'archetipo di un
nostro radioso sviluppo ancora potenziale. Vi baster�
osservare un bambino immerso nel gioco, o nella manipolazione
e miscela di colori se sta dipingendo, oppure
mentre ride per qualche evento che lo diverte, per cogliere
e intuire quel misterioso e divino potenziale.
Qualora queste dinamiche di apertura alla vita e crescita
gioiosa fossero state solo parzialmente sviluppate o
interrotte nella loro crescita, allora il bambino vero non
sar� dentro di noi, il flusso di vera vita sar� incompleto
ed � perci� che ci vuole una rinascita in cui si ritorni a
ricevere l'intera benedizione dell'infanzia.
I chicchi e le spighe
Un aspetto importante dell'esplorazione dei nostri
capitoli di vita � quello di sperimentare la loro esistenza
nel presente. Questi capitoli non �furono� ma �sono�,
esistono qui e ora, dentro di noi. Quindi non andiamo al
passato per rimanere ancorati nel passato, ma per riportare
al presente quella sezione del passato non ancora
pienamente vissuta e integrata nell'insieme della nostra
casa.
Ira Progoff ci racconta un fatto clamoroso avvenuto
nell'Ottocento che chiarisce simbolicamente questo nostro
lavoro di recupero e rinascita35. Un gruppo di archeologi
andato in Egitto per fare scavi, trov� nelle tombe
scoperte dei vasi antichissimi. Uno di questi vasi conteneva
chicchi di grano, ancora interi. Per curiosit�, uno
degli archeologi piant� e innaffi� questi chicchi... e, oh
meraviglia, piccoli steli spuntarono dalla terra e diventarono
bellissime spighe, dopo essere rimasti per migliaia
di anni in uno stato di vita latente.
35 Ivi, p. 108. L'episodio � anche conosciuto in altre, diverse versioni.
172

Questo fatto ci aiuta a capire graficamente l'ultima


fase purificatoria della via MPA: qualcosa non terminata
e latente l� dentro di noi, sta emergendo e crescendo
adesso. Semi antichi possono ancora germinare e crescere
nel presente. Perci� vi propongo un esercizio
orientato al recupero della nostra dimensione di gioia e
gioco. Il gioco ci scoprir� la saggezza di aprirsi alla vita,
non in chiave di competizione e conquista, ma di danza
e divertimento, com'� la natura del vero gioco.
Il gioco
Avete osservato davvero dei bambini immersi nel
gioco? Li vedrete gareggiare, danzare, arrabbiarsi e
piangere, giocano al teatro della vita, ma giocano, perci�
si divertono alla grande. Piangono come se piangessero,
gridano di rabbia come se fossero arrabbiati. Osservate
come giocano agli indiani o a difendere il loro territorio,
alle fate o al calcio... Quando si gioca davvero lo si fa in
uno stato di rilassata seconda coscienza, cio� senza essere
completamente identificati con l'azione del gioco, ma
godendosi il momento presente. Cos�, siamo contemporaneamente
attori e spettatori, ci divertiamo come l'attore
vero che recita la sua parte di principe o mendicante,
ma allo stesso tempo non ci perdiamo lo spettacolo e
osserviamo quella rappresentazione senza dimenticarci
di noi stessi. Il bambino nel suo gioco fa cos�: gioca a
imitare e rappresentare la vita dei grandi, a sperimentarla
nella sua pelle e goderla, ma senza identificarsi completamente
con la parte, cos� si diverte vedendo se stesso
dottore, casalinga, guerriero, astronauta, o mentre va a
fare la spesa, caccia la tigre nella foresta, soffre in un
incidente o vola da superman. Gli adulti invece non giocano,
fanno la spesa dimentichi di chi sono e identificati
con il piccolo io economico, teso e nervoso perch� deve
173

scegliere cosa � pi� a buon mercato ed evitare di essere


truffato nell'acquisto. Gli adulti si identificano con il
personaggio medico, soldato, casalinga... e restano l�
imprigionati bloccando tutte le potenzialit� creative e
gioiose che si sprigionano nel gioco e aprendo invece
cos� la porta a tante nevrosi tipiche dell'adulto che non
sa chi �.
La nascita del piccolo Ermete
Esiste un'antica storia proveniente dalla mitologia
greca, che ci aiuter� ad approfondire la dimensione del
gioco umano e a viverlo nell'esercizio che propongo alla
fine del capitolo. � il mito della nascita del piccolo
Ermete (conosciuto nella civilt� romana come Mercurio).
Nacque dall'unione di Zeus e Maia, una delle ninfe
pleiadi che abitava nei boschi. Maia, cercando di proteggere
il piccolo Ermete dalla gelosia di Era (la Giunone
romana), sposa di Zeus, nascose il bimbo in una grotta,
una specie di secondo utero. Nel frattempo Zeus trascur�
il suo nuovo figlio e ritorn� all'Olimpo insieme alla
grande famiglia divina.
Maia, uno spirito della natura, si prese cura del suo
bambino. Egli aveva un carattere birichino. Gi� all'alba
del suo primo giorno di vita, scapp� dalla grotta, si fece
una bella lira con il guscio di una tartaruga e rub� il
gregge di suo fratello Apollo. Costui, infuriato, port�
Ermete davanti al tribunale divino presieduto da suo padre
Zeus. Quando il piccolo ascolt� i giusti rimproveri
del grande Zeus, reag� in un modo che sorprese l'intera
venerabile corte divina, rispondendo: �Ma come mai
avrei potuto fare tutte queste cose di cui mi si accusa se
sono nato proprio ieri?�. E allo stesso tempo fece l'occhiolino
a suo pap� Zeus. Nel vedere questo gesto, tutto
l'Olimpo, Zeus incluso, scoppi� in una grande risata. Il
174

mito si conclude con un ordine di Zeus ai due fratelli


perch� ristabiliscano le loro relazioni amichevoli, ci�
che successe quando Ermete regal� la sua lira ad Apollo,
che diventer� poi un grande suonatore di melodie.
Ermete invece diventer� illustre psicopompo e messaggero
degli dei.
Vediamo ora come la storia possieda interessanti elementi
comuni con racconti mitici universali e in sintonia
con la rinascita in noi del puer aeternus, o bambino
divino.
� Magia: C'� un ambiente magico nella nascita di questo
piccolo dio. Cos� come il bambino che abbiamo incon
trato negli esercizi precedenti pu� essere ferito e ama
reggiato a causa della tossicit� degli ambienti materiali
e mondani, il bambino magico- divino � frutto di una
unione o simbiosi fra psiche e spirito (Zeus, Padrone).
Quando queste scoperte si fanno palesi in noi, � come
intuire l� dentro qualcosa di meraviglioso, una sorgente
insondabile di essere, imprevista e straordinaria, simile a
una nuova nascita. Questo avverr� in modo tanto pi� sor
prendente e contrastante, quanto pi� l'ambiente in cui si
vive sia ristretto, repressivo e puritano. � come se il pic
colo Joni della nostra storia tossica, si rendesse conto di
colpo di essere elfo.
� Prove: L'ambiente inquinato in cui nasce il bambino in
teriore � ovviamente il grande ostacolo alla sua normale
crescita e sano sviluppo. Nel nostro racconto mitico, Era
e Apollo rappresentano una cultura, un ordine prestabilito
con regole e norme fisse che non � lecito trasgredire. Era
e Apollo, in quanto nemici del piccolo Ermete, rappre
sentano le nostre strutture, le nostre prigioni burocrati
che, le nostre routine quotidiane sclerotizzate. Tutto que
sto minaccia, talvolta gravemente, le aspirazioni segrete
e gli ideali pi� elevati e creativi del bambino magico.
� Nascondimento: � cos� che molto spesso, talvolta dai
primi anni dell'infanzia, si provoca il nascondimento
175

del vero e sano bambino magico, che vive nella sua grotta
e rifugio segreto, privato della protezione e cura di suo
padre. Tuttavia � nutrito e mantenuto segretamente nella
sua vita magica dalle �forze della natura� rappresentate
dalla ninfa Maia. Grazie a questo nutrimento segreto il
nostro bambino magico riesce a crearsi un mondo tutto
suo, di particolare bellezza e fascino, di fantasia e creativit�
e cos� sopravvive nel suo nascondiglio segreto. La
piccola Sofia, creata da Gaarder, ha un nascondiglio nel
suo giardino che possiede tante risonanze con questo
mondo segreto e magico dell'infanzia36. Potere:
Paradossalmente e malgrado queste minacce e pericoli,
il bambino magico possiede un potere straordinario,
quasi divino (dopotutto � figlio di Zeus!). � grazie a
questo potere che il piccolo Ermete crea la lira e minaccia
l'ordine prestabilito rubando il gregge di suo fratello.
L'incontro di questi due poteri, quello divino e
quello mondano (tossicit�), talvolta d� origine a una vera
e propria guerra e conflitto interiore. Da una parte ci sono
tutti gli influssi, i regolamenti continui e martellanti,
della cultura in cui si vive, dall'altra parte l'impulso divino
e creativo che � situato al di sopra, che trasforma
tutto in vita e gioia di vivere. Non intendo dire che ogni
ordine sociale e ogni cultura sono un male tossico. Societ�
e cultura diventano negative quando invadono il
terreno pi� sano e intimo dell'uomo per inserirvi con
prepotenza inflessibile una visione dell'esistenza incompleta,
non armonica e soprattutto sprovvista di dimensione
spirituale e magica.
Gioco: La soluzione della nostra storia � simbolizzata
nel gioco divino. Il piccolo Ermete port� la risata, la musica
e il divertimento nel mondo dell'Olimpo e in quello
della terra. Poi divent� ponte e canale di comunicazione
cielo- terra. La riscoperta e la rinascita del bambino inte-
36 J. GAARDER, IL mondo di Sofia, Longanesi, Milano 1994.
176

riore completo e risanato, pu� certamente condurre


ognuno di noi verso veri cambiamenti di vita, e far entrare
in noi un venticello spirituale, proveniente dalla risata
dell'Olimpo, una gioia e uno spirito di danza creativa
che avevamo forse seppellito e dimenticato.
Esercizio 1 Incontrare il bambino
magico
� Discesa a zero ed eventuale contatto con il tuo luogo
interiore di rilassamento.
� Visualizza una porta di fronte a te. Mentre la guardi, ri
chiama tutto quello che nella tua infanzia era il tuo lato
magico. Senti la presenza del tuo bambino magico, la
sua atmosfera particolare, la storia delle sue invenzioni
e magie segrete... Come ti vengono questi ricordi? Cosa
emana la presenza del tuo bambino magico e di questi
ricordi? Cerca di contattare l'atmosfera in cui questi
eventi avevano luogo.
� Quando sentirai che � il momento giusto, apri la porta e
incontra il tuo bambino magico per fare una chiacchie
rata. Chiedigli in che momento si � nascosto ed � sparito
dalla tua vita. Perch�? Quali difese ha dovuto costruire
per proteggere ci� che rimaneva nella tua piccola casa
interiore?
� Poi andate a vivere insieme qualcuno dei momenti pi�
belli e intensi della vostra storia magica e poetica: feste
di Natale, Befana, anno nuovo, vacanze, luoghi segreti e
magici della natura, amici magici...
� Prima di congedarti chiedigli un consiglio sul modo in
cui potrebbe aiutarti a essere pi� creativo e magico nella
tua quotidianit�. Per concludere, ringrazialo della sua
presenza e chiedete ambedue la benedizione del vostro
Maestro interiore.
177

Esercizio 2 La benedizione
del gioco
Il segreto del gioco � la non identificazione. Giochiamo
quando agiamo senza essere identificati con ci� che
facciamo e senza diventarne prigionieri.
Il bambino gioca al dottore, alla guerra, a essere fruttivendolo
o compratore, pilota o indiano... ma non s'identifica
totalmente con ci� che f�, rimane contemporaneamente
attore e spettatore. Giocare al gioco della
vita significa danzare con essa, senza identificarsi troppo
nell'azione, con pi� flessibilit�, creativit� e senso
contemplativo. Questo esercizio ti aiuter� a introdurre
gradualmente nella tua vita una coscienza pi� ricca e
gioiosa che insegni a vivere la vita come celebrazione.
� Discesa a zero ed eventuale contatto con il tuo luogo
interiore di rilassamento.
� Visualizza una porta di fronte a te. Mentre la guardi, ri
chiama tutto quello che nella tua infanzia era il tuo desi
derio di giocare e divertirti. Senti la presenza del tuo
bambino giocoso, la sua atmosfera particolare, gli amici
e compagni di gioco, i luoghi dove giocavi, la storia del
le tue invenzioni e i giochi divertenti... Come ti vengono
questi ricordi? Quale atmosfera emanano?
� Una volta contattato il luogo interiore e visualizzata la
porta, quando ti sentirai pronto/ a, apri la porta ed entra
in una scena in cui si svolge qualche gioco della tua in
fanzia. Incontra li il tuo bambino interiore in pieno gio
co. Osserva come sei totalmente abbandonato alla gioia
del gioco, osserva il tuo intimo, come funziona la tua
coscienza, rappresentando e alle volte osservando e go
dendo la tua parte nel gioco.
� Avvicinati al tuo bambino interiore e parla con lui: quali
sono i tuoi giochi preferiti e perch�? Forse riesci anche a
178

parlare con lui dei tuoi momenti troppo seri che ti piacerebbe
trasformare in gioco?
Chiedigli aiuto per introdurre la benedizione del gioco
nella tua vita. Parlagli delle tue difficolt� e possibilit�
di giocare nel momento presente. Discutete insieme un
eventuale programma di gioco.
Prima di congedarti chiedigli un consiglio sul modo in
cui potrebbe aiutarti a essere pi� creativo e giocoso nella
tua quotidianit�. Per concludere, ringrazialo della sua
presenza e chiedete ambedue la benedizione del vostro
Maestro interiore.
Domande
1. Da quando ho contattato la mia bambina interiore, ogni
volta che faccio meditazione la vedo (come in una foto
di me bimba, che ho a casa). Io ho ricevuto una educazione
molto severa, priva di slanci affettivi, ma ho compreso
veramente il perch�, anzi sono molto contenta
perch� sono riuscita a costruire un buon rapporto con
mia madre. Per�, pur sentendo molto forte questa bambina
interiore, non riesco a esprimere fisicamente ci�
che vorrei (eppure queste tenerezze le conosco bene perch�
con mia figlia ci scambiamo molti baci, abbracci e
coccole).
C'� nella tua bambina interiore un certo residuo, alquanto
tossico, causato sicuramente dalla sua educazione
severa. � la tua bambina a sentire la mancanza di
coccole e libert� di esprimere il suo affetto e il suo mondo
magico infantile. L'esercizio dell'incontro con la tua
bambina magica e con quella giocosa ti far� sicuramente
bene, e se per caso � restia a giocare cerca di invitarla a
farlo insieme a te.
179

2. Il bambino interiore e l'inconscio, sono la stessa parte


di noi chiamata con nomi diversi?
Il bambino interiore � il modo di rappresentare simbolicamente
una parte vivente di noi. La parola inconscio �
un termine scientifico, coniato dalla psicologia del profondo.
Si pu� dire che le ricchezze e potenzialit� creative
dell'infanzia, ancora nascoste in noi, sono nel nostro
inconscio, oppure nel �piano di sotto�, se vuoi adottare
la terminologia della nostra parabola antropologica della
casa, dei piccoli io, ecc. Queste potenzialit� si possono
rendere coscienti e integrare nell'insieme armonico del
nostro essere. � questo lo scopo dell'autoconoscenza e
dell'integrazione che la MPA intende raggiungere nella
sua tappa preparatoria all'ultimo passo, che � il contatto
con il centro dell'Essere o Padrone di casa.
3. Ho parlato con il bambino. Aveva quindici anni. Con
poche parole mi ha chiesto delle cose concrete da rea
lizzare. Io gli ho promesso che le realizzeremo, tranquil
lizzandolo. La domanda �: come posso ora mantenere
questa promessa, rendendomi conto che mi mancano
delle cose e i �soldi� per realizzarle?
Il tuo adolescente � creativo ed � tipico della sua et�
volere delle realizzazioni con energia ed entusiasmo.
Devi ascoltarlo, ma da adulto, senza farti adolescente
con lui, poich� in questo caso finireste in un vicolo cieco.
La problematicit� intorno ai soldi la devi trattare con
lui senza false promesse, con trasparenza e da amico
adulto. Il vero incontro e l'integrazione con il tuo adolescente
creativo arriver� entro questa atmosfera di verit�,
sincero amore e dono di tutto quello che tu puoi offrirgli
da adulto: la tua intelligenza, l'esperienza di giovane
adulto e il vero interesse di discutere con lui le possibili
soluzioni ai suoi problemi. Ambedue dovreste essere
molto sinceri e onesti, ma soprattutto amici. Cos�, senza
180

smettere di essere l'adulto che sei, ti arricchirai ancora e


ti completerai con la creativit� e la giovane energia del
tuo adolescente interiore.
4. L'esperienza delle lettere � stata molto forte. Nell'in
contro avevo paura e diffidenza. � stato bello, ma meno
intenso delle lettere. Significa qualche cosa?
� la tua paura e diffidenza che ha bloccato un incontro
pi� ravvicinato e profondo. Ma puoi sempre ripetere l'esercizio
con maggiore calma e fiducia. Se avete scambiato
le lettere in modo cosi intenso, sar� anche possibile
farlo nell'incontro in un modo pi� forte ancora.
5. Nel dialogo con la bambina interiore ho evocato una me
stessa corrispondente a un periodo problematico, al mio
primo periodo problematico e certamente non ho incon
trato una fanciullina spensierata e gioiosa. Ho capito
male l'esercizio?
Hai incontrato proprio quella parte di te che volevi
incontrare!
6. Nell'aprire la porta di casa mia, ho incontrato me stesso
bambino gioioso e con tanta voglia di giocare. Allo stes
so tempo ho avvertito la sensazione di un altro me stes
so, adolescente, chiuso in se stesso. Vorrei sapere chi
dei due ha pi� bisogno di me? E io di chi ho bisogno?
Sta a te sentire, capire e rispondere alla tua domanda.
Ti consiglio di non spendere tempo rimuginando chi dei
due ha pi� bisogno; cerca soprattutto la sensazione interiore,
devi cio� sentire la risposta, non tanto pensarla.
Inoltre, � chiaro che tu senti queste due parti di te con
necessit� di integrazione, cio� hanno bisogno di essere
accolte, ascoltate, capite e integrate. Quindi potrai prima
fare la meditazione con il bambino e poi con l'adolescente.
181

7. Il bambino interiore mi ha rifiutato con molta decisione,


malgrado il mio sincero desiderio di incontrarlo. Anche
durante la visualizzazione della casa si � tenuto a distanza
da me, silenziosamente. Nella lettera di risposta
che mi ha scritto, ha ribadito il rifiuto a incontrarmi,
scrivendomi �lasciami in pace�. Mi consiglia di insistere?
La tua esperienza si ripete non di rado nei meditanti
che fanno il corso introduttivo alla MPA. � segno di un
elemento del tuo essere non ancora integrato e accolto.
In realt� questo bambino del primo incontro ti fa il favore
di manifestarsi cos� come si sente attualmente e approfitta
per comunicarti il suo disappunto. Questo � positivo,
poich� una parte di te che prima era silenziata e
rimossa, ora ha iniziato un certo contatto con te. La vera
integrazione arriver� quando il bambino parler� liberamente
con te pi� volte e lo sentirai amico. Cerca, quindi,
di ripetere l'esercizio quanto sia necessario per ottenere
questo fine, senza tensione n� forzature, cos� l'incontro
diventer� sempre pi� positivo e amichevole.
182

Terz
a
part
e
ME
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12. DISCRIMINAZIONE
Il dono � essere, il segreto � essere. Vivere accogliendo
semplicemente il dono che � l'essere.
Cercare d� possedere il dono lo trasforma in condanna
senza scampo. Accogliere il presente � vivere,
vivere come uno strumento nelle mani di un
musicista, accordarsi e far parte della sinfonia1.
Il termine �discriminazione� � presentato dal dizionario
insieme a una collana di sinonimi che ci aiutano
anche a chiarire le diverse sfumature nascoste nel suo
significato integrale: differenziazione, diversificazione,
distinzione, separazione, divisione, cernita... e altri che
non aggiungo per non gonfiare il piccolo io razionalistico.
Manca per� un termine sinonimo che � ben noto in
certe tradizioni di spiritualit�: discernimento spirituale.
Possiamo dire che in questo capitolo ci avvicineremo
con un passo decisivo al chiarimento dei chiarimenti:
saper discernere chi siamo, cio� cos'� la nostra suprema
identit�, distinta da tutto quello che sono rivestimenti
esterni e mutevoli. Anche gli esercizi fatti finora ci aiutano
ad avvicinarci a questa esperienza che � la soglia
dell'ultimo passo della via MPA: la vera e propria Meditazione
Profonda.
Finora abbiamo sperimentato da vicino aspetti di noi
stessi, sia appartenenti alla nostra emotivit� sia alla nostra
mente oppure alla nostra immaginazione creativa,
Cos� medita la gente, p. 97'.
185

cio� quelle parti di noi che abbiamo chiamato piccoli io


o abitanti della nostra casa interiore. Abbiamo anche indicato
nei primi capitoli, come possiamo vivere mezzo
ipnotizzati, con una prima coscienza mezzo addormentata,
assolutamente ignorante il centro dell'Essere, Padrone
di casa, e identificata invece con i piccoli io.
Per capire meglio cosa sia la discriminazione, uno
dei doni pi� preziosi che un meditante possa ricevere,
ritengo sia utile ancora un approccio al suo diretto nemico:
l'identificazione.
Identificazione
Il grande ostacolo per sperimentare la nostra sorgente
interiore, o centro dell'Essere, � l'identificazione con la
mente e i suoi alleati: lasciarsi ipnotizzare dando sempre
pi� credito ed energia a pensieri, emozioni e sensazioni,
vivendo in totale sconnessione con il centro e scambiando
il Padrone per i servi. Pensare � diventato per l'uomo
attuale una malattia, una tossicodipendenza, un continuo
squilibrio e rumore nella nostra casa. Perch� spesso neppure
si pu� dare il nome di �pensiero� al continuo cicaleccio
mentale che ci invade. Tante scuole popolari di
auto- aiuto ci hanno ripetuto fino alla saturazione: �tu
sei ci� che pensi!�. Quindi per tanti si pu� dire: �tu sei
il tuo parlottio interiore�. Non � che dobbiamo biasimare
la mente; questo strumento costruttivo � prezioso se
usato in modo giusto e armonico con altri strumenti di
vita, ma pu� diventare un micidiale e distruttivo virus
tossico se diventa padrona plenipotenziaria di casa. Allora
tu sei la mente e quello che ti ordina la mente.
Quando sei caduto nella sindrome dell'identificazione,
non si tratta di un uso scorretto della mente, non � che
tu usi la mente in modo inadeguato, � piuttosto che la
mente usa te. Tu non gestisci, ma sei gestito, sei assolu-
186

tamente identificato con quello che passa per la tua


mente. Ecco la malattia quasi universale in cui vive immersa
l'umanit�. � come la vita di un posseduto, nel nostro
caso dal piccolo io mentale e dai suoi complici,
ignaro di esserlo e credendo invece che lui � proprio
l'entit� da cui � posseduto.
Allenarsi verso la discriminazione
L'esperienza di discriminazione inizia in mezzo a uno
spazio di silenzio, quando il meditante sente il sospetto
che lui non � veramente il piccolo io che fa continui rumori
dentro. A poco a poco il sospetto diventa esperienza
sempre pi� ravvicinata e certa. Cos� un meditante entra
in un processo che gli permette di osservare il piccolo io
pensatore o arrabbiato, o creativo... ed � in questi momenti
che lui sale allo stato di una coscienza superiore,
quella che abbiamo chiamato seconda coscienza.
La discriminazione � quindi quella chiarezza e apertura
di coscienza (sguardo limpido del maggiordomo)
che ti fa capire sperimentalmente che tutto quello che
pu� essere osservato da te, necessariamente � fuori di
te, quindi non sei tu. Se praticata regolarmente nella vita,
agisce da potentissimo antidoto per mettere ordine in
casa nostra e far ritornare il Padrone.
Un primo esercizio breve e semplice, per i meditanti
che vogliono sperimentare il dono della discriminazione,
� l'esperienza del cadavere. In questo esercizio si
sperimenta la separazione di tutto quello che � rivestimento
in noi, da quello che � la suprema identit� dell'Essere.
Alcuni partecipanti ai corsi di MPA si spaventano
quando sentono dire dall'insegnante: �Ora faremo
l'esercizio del cadavere�. Invece, il risultato di questa
meditazione � tutt'altro che paura o negativit�. Quando
io lo feci per la prima volta, guidato da un grande mae-
187

stro, ricordo ancora vividamente il risultato: al termine


dell'esercizio la vita mi sembrava pi� piena e luminosa
Perfino le mattonelle del pavimento mi sembravano
splendere e vibrare, permeate di una melodia festosa!
Un simile ricordo venne a questa meditante dopo aver
fatto l'esercizio del cadavere:
�L'esercizio mi ha fatto tornare in mente quello che
chiesi da piccola alla mia mamma:
� Senti mamma, ma la gente muore?
� S�, figlia mia.
� Tutta la gente?
� S�, tutta la gente.
Allora, non tanto sicura ancora, le chiedo:
� Ma, anche tu?
Mi sembrava impossibile! � S�, figlia mia. E
allora, meravigliatissima:
� Ma... anch'io?
� S�, figlia mia.
E allora in me venne uno stupore grandissimo: se tut
ti dobbiamo morire, perch� tutti questi adulti intorno a
me si affannano e litigano? Sentivo i parenti discutere su
case e terreni. Io mi dicevo: "Forse loro non sanno che
devono morire, se no, non farebbero tutto questo, ma
rimarrebbero tranquilli e in pace, tanto dovranno poi la
sciare tutto". Ne ero convinta e mi sembrava chiaro!
Avevo per le cose un grande distacco. Come ho fatto a
perdere tutto questo?�.
Esercizio 1 Meditazione del
cadavere
� Posizione consigliata: sdraiati, sia in terra sopra una coperta
sia sul letto.
188

- Discesa a zero completa.


- Nel mio luogo interiore, immagino di uscire dal mio cor
po' e mi vedo esattamente come sono qui e ora: in posi
zione sdraiata, occhi chiusi e totalmente immobile. Im
magino di essere morto/ a e cos� mi dispongo a osservare
con calma cosa succede al mio corpo morto.
- Vedo in modo distaccato i segni di decomposizione del
mio cadavere, come farebbe uno scienziato: macchie
bluastre sulla pelle, poi s'intravedono il sangue, le ossa...
- A poco a poco tutto il rivestimento del mio scheletro
sparisce, e restano solo le ossa, lo scheletro in posizione
sdraiata, come prima era tutto il corpo.
- Anche le mie ossa si sgretolano a poco a poco e cadono:
invece di scheletro ora c'� soltanto un mucchietto di os
sa che presto spariscono diventando soltanto un po'"di
polvere.
- Una raffica di vento porta via anche la mia polvere e
resta solo il luogo dove prima era il mio corpo sdraiato.
- A questo punto sono consapevole di essere Io, non il mio
rivestimento corporale, e cos� finisco la meditazione ri
petendo ritmicamente, lentamente, perfettamente consa
pevole della mia affermazione: Io sono... Io sono... Io,
sono...
.. Esercizio 2
lo sono
Questo esercizio, come vedrete, � una semplice discesa
a zero ma a ogni livello della discesa ci fermeremo
a fare uno speciale atto di discriminazione. Cos� il meditante
si rende conto, a ogni tappa, di quello che non �,
poich� tutto quanto pu� essere osservato non � l'osservatore.
Io, qui e ora, posso osservare i miei occhiali o il
189

mio orologio, e rendermi conto chiaramente che non sono


n� i miei occhiali n� il mio orologio, bench� sia stato
in giro tutta la giornata con i miei occhiali e il mio orologio
addosso senza esserne consapevole. L'ultimo passo
di questa meditazione, fatta con una calma consapevolezza,
pu� essere un grande dono, non sempre completamente
chiaro e accessibile al meditante, ma una
iniziale, generale intuizione affascinante e al di l� della
mente: l'Essere.
� Inizia la discesa a zero con il primo livello, quello fisico-
corporale. Quando avrai terminato il rilassamento di
questo primo livello, senza passare al prossimo, rivolgi
la tua attenzione a colui che ha osservato le sensazioni
del cerchio di rilassamento, cio� l'osservatore che osser
va il corpo. Renditi conto che l'osservatore � distinto
delle sensazioni che sta osservando. Puoi dirti: �Io non
sono il mio corpo, io non sono le sensazioni che sto os
servando...�.
� Passa ora al secondo livello di rilassamento, quello emo
zionale. Quando avrai terminato di rilassare questo livel
lo, osservando l'espirazione del tuo respiro, senza passa
re ancora al livello successivo, renditi conto ancora che
l'osservatore, l'Io che osserva il respiro, � distinto dal
respiro osservato. Puoi dirti consapevolmente: �Io non
sono il respiro che osservo, io non sono questo mio re
spiro...�.
� Ora continua il rilassamento con il terzo livello, quello
mentale. Dopo aver fatto l'intera discesa a zero, resta in
silenzio osservando la tua mente. Se la mente � in silen
zio, osserva il silenzio mentale; se passa uno o vari pen
sieri, osserva i pensieri. Dopo qualche momento, con
molta delicatezza, renditi conto dell'osservatore che os
serva la mente con o senza pensieri. L'osservatore, colui
che osserva la mente in te, � distinto da quello che osser
va. Renditi conto con delicatezza di questo fatto.
190

- Nell'ultimo passo della meditazione, con tutto il tuo corpo


completamente disteso, con tutti i tuoi sentimenti in
pace, e con tutta la tua mente limpida, cerca di non osservare
ma di Essere. Sii semplicemente l'osservatore:
Io sono... Io sono... Io sono...
Domande
1. L'esercizio del cadavere mi ha portato un dono. Sparito
il mio corpo � rimasto Dio: Lui protagonista che guar
da, ama, pensa e agisce in me. Percepisco me in Lui,
non Lui in me.
L'importante � abituarti a quella che chiami percezione.
� la via regale verso il centro. Quando sarai proprio
nel tuo centro, non ci sar� dualit�, non �te� e �qualcosa�,
cio� te come conoscitore di qualcosa, ma sar� solamente
Essere.
2. Ci� che io vedo di me stesso, non sono io, perch� l'oc
chio non vede se stesso! E allora cos'� l'auto- osserva
zione? Anche l'occhio pu� vedere se stesso attraverso
uno specchio!
Per favore non tentare di pensare una definizione
mentale per l'autoosservazione: ti perderai sempre di
pi� nelle scatole cinesi mentali, e questo certamente
non ti condurr� alla bella esperienza della discriminazione.
Il fine dell'esercizio dell"�Io sono� � quello di
non osservare niente, ma semplicemente di essere. Dopo
che nei tre passi precedenti il meditante ha sperimentato
realmente di non essere il corpo (bench� il corpo sia
qualcosa di suo), n� il respiro, n� i pensieri, alla fine si
resta senza osservare, ma semplicemente �si �. La tua
domanda � tutta mentale, filosofica, non esperienziale.
E a proposito: l'occhio che si vede riflesso in uno specchio,
non � il vero occhio vivente, ma un riflesso in una
superficie fuori del tuo vero occhio!
191

3. Nell'esercizio dell"�io sono�, la mia mente si perde in


un labirinto di scatole cinesi: se io sono colui che osserva
i suoi pensieri, chi � colui che osserva colui che osserva?
� forse il maggiordomo che osserva la mente, o �
la mente che osserva se stessa?
Tutte le tue scatole cinesi sono pura costruzione mentale
e labirintica. � la tua mente che non vuole cedere il
passo all'esperienza, poich� se lo fa perder� il suo ruolo
preponderante. L'esperienza ripetuta ti porter� a sperimentare
(non a pensare su) l'osservatore, che � lo scopo
dell'esercizio. Il vero osservatore mai pu� essere osservato,
semplicemente ��. Se non � cos�, allora non si
tratta del vero osservatore, ma di una finzione mentale
su di lui. La MPA ti condurr� all'Essere non a un pensiero
sull'Essere.
3. Neil'affermazione �io sono�, non si rischia un'autoesaltazione
psicologica e spirituale?
Ogni esaltazione psicologica proviene dall'ego, non
dal vero Io. L'Io � la sorgente interiore pi� reale e limpida,
� l'Essere. Non possiamo non essere. L'esaltazione
che viene dall'ego � una costruzione per l'autosoddisfazione
e appagamento della falsa immagine che l'uomo
si crea di se stesso, � l'antipode della vera scoperta di s�.
Anche l'affermazione di Cristo: �prima che Abramo
fosse, Io Sono�2 � stata capita dai suoi interlocutori nel
senso egoistico, come quando afferm�: �Io e il Padre
siamo una cosa sola�3, ma egli stesso ribatt� ai suoi avversari
citando il Salmo 81, che afferma �voi siete d�i�.
La sorgente interiore che porta in s� ogni essere umano,
il suo vero essere, � qualcosa di divino, a prescindere da
ogni credo o religione, � l'opposto della falsit� dell'egoismo
e del non- essere.
2 Gv 8,58.
3 Gv 10,30.
192

5. Vedo una contraddizione tra �Io sono�, l'albero, la lu


ce, il calore, l'universo, ecc, e �Io non sono�, l'albero,
la luce, il calore, ecc. Quando meditiamo, un percorso
esclude l'altro. Quale dobbiamo seguire?
La tua contraddizione � mentale, non � un'esperienza
dell'Essere. Questi giochetti li fa abilmente la tua mente
che non vuol essere messa a tacere, poich� vive proprio
delle sue impalcature opposte al totale silenzio ultimo. �
nel silenzio ultimo, l� dove non arriva pensiero alcuno,
che sorge il silenzioso dono dell'esperienza dell'Essere.
Perfino il termine �esperienza� non � assolutamente
adatto in questo caso, per� utile per manifestare umilmente
e poveramente l'ultimo passo della MPA. Ripeti
pi� volte l'esercizio dell"�Io sono�, senza identificarti
n� perderti nei pensieri, ma solo osservandoli, fino a
che spariranno oppure, intimiditi nel vedersi osservati,
perderanno tutta la loro forza e il loro rumore interno
quasi sparir�. Poi, quando farai l'ultimo passo, capirai
da solo. Certamente l'Essere � misteriosa unit�, ma non
pensiero di unit�.
6. Nel meditare l"�Io sono�, perfettamente consapevole
della veridicit� di quel che compio, semplicemente e al
lo stesso tempo grandiosamente, ho il timore di non in
teressarmi, con il tempo, pi� a niente, perfino a me stes
so e a nessuno che mi circonda. Pu� succedere?
Non � che non t'interesserai ma tutto il contrario: non
ti attaccherai, questo s�, n� agli altri n� a te stesso, e non
dipenderai da loro n� da quello che non sei. Invece sarai
in connessione con te stesso, con il tuo centro, e questo
sar� la cosa migliore che ti potr� succedere, poich� vivrai
le tue relazioni con trasparenza e autenticit�, senza
le solite dipendenze e attaccamenti mentali ed emotivi.
Conoscerai la verit� e la verit� ti far� un essere umano
libero.
193

7. Se tutto ci� che osserviamo non � �Io sono�, allora posso


guardare alle sensazioni che mi fanno soffrire e alle
emozioni che mi fanno gioire senza identificarmi con esse.
Ma allora quando mi vedo felice non lo sono davvero!
O piuttosto � vero il contrario e cio� che ho sempre
motivo per rallegrarmi proprio perch� �Io sono�?
� fantastica la vostra capacit� di danzare con la mente
in mezzo a un pallido sospetto! � anche bella questa
danza. Quando ti identifichi con una gioia esterna o un
dolore esterno, cio� osservabile, la tua gioia e il tuo dolore
dureranno quanto durer� il fenomeno e gli stimoli
esterni. Tu sarai allora manipolato (poich� identificato)
dal tuo dolore o dalla tua gioia esterna. Quando invece
praticherai la seconda coscienza nella tua vita ordinaria,
ti renderai conto, sempre pi� frequentemente, della transitoriet�,
fragilit� ed estraneit� delle tue esperienze positive
e negative. Non � che le disprezzerai o che diventerai
un sasso di gelo di fronte al dolore umano, nemmeno
che non apprezzerai le cose e le situazioni belle, ma vivrai
queste esperienze nella loro giusta luce, senza lasciarti
trascinare e gestire da esse cercando in loro un'identit�
o un senso della vita che non ti possono dare.
Quando poi nella tua meditazione profonda arriverai all'intuizione
dell'Essere, cio� di chi sei tu al di l� dei tuoi
rivestimenti, saprai cos'� la vera gioia, una gioia senza
causa, poich� sei tu, � la tua vera identit� e il tuo vero
Essere, non � niente che ti devi sforzare di acquisire,
semplicemente scoprirai che sei tu.
194

13. MEDITAZIONE PROFONDA


Sono entrato nel Santo dei Santi. Sono entrato
nel luogo pi� sacro del tempio... E l�, tolti i calzari,
ho adorato Io Sono... Oggi, a quasi tre anni
dalla mia prima esperienza di meditazione, quotidianamente
entro nel Santo dei Santi... A volte
mi stupisco... mi sento smarrito, ma ecco una
voce sussurra: �Vieni, non temere, Io Sono�.
Un'intuizione universale
In un testo paleocristiano si legge:
�A te comando: svegliati, tu che dormi! Infatti non ti
ho creato perch� rimanessi prigioniero nell'inferno. Risorgi
dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera
delle mie mani! Risorgi, mia effigie, fatta a mia immagine!
Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te; siamo,
infatti, un'unica indivisa natura. Il nemico ti fece uscire
dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto pi� in
quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ora faccio
si che i Cherubini ti adorino come si conviene a Dio�4.
Queste parole corrispondono a una antica omelia sul
Sabato Santo, il cui tema principale � la �discesa� di
Cristo, prima della risurrezione, agli inferi, cio� allo
sheol o soggiorno dei morti, per liberare Adamo e gli
spiriti che vi si trovavano prigionieri. Il discorso citato
presenta un'intuizione universale che, nel caso del cristianesimo,
fu specialmente sviluppata dai teologi della
4 PG 43, 439.451.462-463.
195

chiesa orientale: la divinizzazione dell'uomo5. Infatti,


nell'omelia citata il testo indica uno sbalorditivo atto di
adorazione all'uomo, (da notare che nella tradizione cristiana
l'adorazione si deve solamente a Dio): sono i
Cherubini che devono adorare Adamo. Fra le nature angeliche
o spiriti celesti, i Cherubini occupano il posto
pi� elevato e vicino a Dio, situati nella prima gerarchia
angelica. Cos� sono presentati da Dante nel canto XXVIII
del Paradiso. La scintilla divina nel profondo dell'uomo
� descritta in diversi modi negli scritti dei mistici come
Eckhart, Ruysbroeck, Giovanni della Croce e tanti altri.
Ma l'intuizione del tesoro divino nascosto nel profondo
dell'uomo non � esclusiva del cristianesimo. Le Upanis-
had affermano senza retorica: �L'uomo, nella sua essenza,
� Dio�6. Gandhi afferma la sua esperienza del tesoro
interiore in modo simile a sant'Agostino nelle sue Confessioni:
�Per cercare Dio non � necessario andare in
pellegrinaggio o accendere lampade e bruciare incenso
davanti all'immagine della divinit� o aspergerla d'olio o
dipingerla di rosso cinabro. Egli risiede nel nostro cuore.
Se potessimo cancellare completamente in noi la consapevolezza
del nostro corpo fisico, lo vedremmo faccia a
faccia�7.
Il mistico e poeta sufi Jalalud- din Rumi, scrive nel
suo Diwan: �Il tuo S� � stato fatto a immagine di Dio.
Cerca in te stesso tutto ci� che desideri conoscere... O
cuore, ti ho esaminato da un capo all'altro: non ho visto
in te nient'altro che l'Amato�8.
5 Su questo argomento cf. MYRRHA LOT- BORODINE, Perch� l'uomo
diventi Dio, Qiqajon, Magnano 1999.
6 Upanishad V�hini, 19753, p. 1.
7 GANDHI, Antiche come montagne, Ed. di Comunit�, Milano 1963, p.
94 (citato da C. LAMPARELLI, Le vie dello Spirito, Mondadori, Milano
1993, p. 100).
8 F. C. HAPPOLD, Diwan, p. 96.
196

Farid- Al- D�n Attar, poeta e mistico persa del XII secolo,
nella sua opera pi� nota Il parlamento degli uccelli,
descrive cos� il termine del viaggio simbolico dei mistici,
rappresentati negli uccelli: �... e al centro della
gloria videro l'immagine di loro stessi come se fossero
trasfigurati: guardando loro stessi videro per miracolo la
loro immagine sul trono... essi erano quello e quello era
loro: diversi eppure gli stessi�9.
Anche pi� recentemente studiosi di spiritualit� si
esprimono in termini decisamente sintonizzanti l'antica
intuizione. Cos� ad esempio Robert Browning: �La verit�
� dentro di noi; essa non trae origine dalle cose esterne,
qualunque sia la tua opinione. Vi � un centro segreto
in tutti noi, dove la verit� � completa�10.
Perfino moderni terapeuti umanistici di scuola roge-
riana, come Michael e Janet Emmons, promuovono la
meditazione centrata nel contatto con la Fonte interiore11.
La lista potrebbe allungarsi molto di pi�. In tutte le
grandi tradizioni religiose, attraverso tutte le tappe della
storia, l'intuizione universale dell'uomo mistico ha lasciato
orme incancellabili. Il ritorno del Padrone
I lettori saranno a questo punto abituati a riconoscere
il centro divino dell'uomo nel Padrone di casa, presentato
nel primo capitolo di questo libro come il grande assente
e sconosciuto nella casa dell'uomo non- meditante.
Ora invece si tratta di prepararci al ritorno del Padrone,
una volta che nella nostra casa in ordine sono allesti-
9 Ivi, p. 268.
10 Ivi, p. 56.
11 M. e J. EMMONS, Meditative therapy: Facilitating inner- directed
healing, Impact Publishers, Inc, Atascadero, California.
197

ti i condizionamenti che favoriscono la sua presenza.


Siamo quindi arrivati all'ultima tappa del nostro viaggio,
quella pi� misteriosa e definitiva del nostro itinerario.
� il passo del contatto con il nostro spirito.
Finora abbiamo mostrato come rilassare e preparare
il nostro corpo, come conoscere, guarire e ordinare diversi
elementi della nostra psiche o anima, e tutto questo
in modo esperienziale, non teorico. Resta da contattare,
anche allo stesso modo, la sommit�, o in altre parole: il
centro del nostro essere, lo spirito. Egli arriva, non forzato
n� spinto da nessuno degli abitanti della casa, e solo
quando tutti lo desiderano e lo riconoscono essendo la
casa in pace e armonia.
Lo spirito
Che cos'� lo spirito dell'uomo?
Le citazioni appena indicate ci danno un'idea descrittiva
dell'intuizione universale circa lo spirito dell'uomo.
Tuttavia, si consideri che i mistici di tutte le religioni,
tendono a non fare teologia. Sono pi� amici del
genere poetico e descrittivo che di quello teologico. Su
questo punto ricordo la conversazione avuta con un mio
grande amico, dottore in filosofia e teologia cattolica,
che trattando proprio di questo argomento mi disse, non
senza un certo umorismo: �Non hai avvertito in questo
tema come i cristiani possono essere imbrogliati dalle
parole? Infatti, se diciamo che partecipiamo alla natura
divina va tutto bene: san Paolo ci dice pi� volte che siamo
figli di adozione ed eredi. Ma... guai a te se talvolta
ti scappa che sei parte di Dio!�. Ritengo perci� che i
mistici, almeno quelli del Medioevo cristiano e non solo,
abbiano avuto, infilate nei loro piani di sotto, le potenti
ombre dei loro inquisitori con potere di portarli al
rogo se le loro espressioni teologiche urtavano con la
198

dottrina ortodossa della loro fede. Invece, nessuno pu�


condannare una poesia oppure la descrizione di una
esperienza senza entrare in termini dottrinali. Perci� i
mistici spesso preferiscono cantare e fare poesie.
Quale grande mistero si nasconde qui? � solo una
bella poesia quella dei mistici? � fatuo idealismo sentimentale,
irraggiungibile? Un grosso sproposito eretico e
superbo? � pura pazzia?
Il contatto
Per quanto vi possa sembrare sorprendente, il primo
passo per fare un approccio intuitivo al centro, lo avete
gi� compiuto se avete fatto l'esercizio dell"�Io sono�.
Ogni volta che la mente sia stata sorpresa dall'osservatore,
ha immediatamente perso il potere che esercitava
su di voi nel dirigere la vostra vita, � rimasta allo scoperto,
da semplice strumento, senza che voi vi aggrappaste
n� identificaste a essa. Allora voi avete avuto, anche per
un lampo, la gioia di essere voi stessi.
La Meditazione Profonda, bench� abbia momenti pi�
intensi, esclusivamente dedicati alla connessione con il
centro dell'Essere, cio� a contattare sempre di pi� ci�
che siamo, in realt� � anche la grazia di vivere il pi�
frequentemente possibile la nostra quotidianit� nello
stato di seconda coscienza, cio� in connessione con il
nostro centro. Dedicheremo il capitolo 15 a trattare questo
argomento.
Prima ancora di indicarvi il metodo concreto di Meditazione
Profonda, � importante avere presente il vincolo
tempo- mente, cos� come funziona in diversi aspetti
della nostra vita. Come ci indica Eckhart Tolle12, il tempo
e la mente sono inseparabili. Abbiamo certamente
12 Cf. il best seller di quest'autore: Il Potere di Adesso, Armenia 1981.
199

bisogno di questo binomio per funzionare nella nostra


vita quotidiana; i nostri orologi e le nostre riflessioni sono
qualcosa di imprescindibile per l'uomo moderno. Ma
il tempo e la mente sono dimensioni strumentali del nostro
agire. Nel momento stesso in cui la mente scambia
il suo ruolo di strumento per quello di padrone, siamo
persi. Allora il binomio tempo- mente non � uno strumento
che usiamo per la praticit� della vita, ma siamo
noi usati da esso. Se fate in mezzo alla giornata un piccolo
sforzo per svegliare il vostro maggiordomo e osservare
i vostri pensieri afferrerete sperimentalmente ci�
che dico: oppure siete nel passato o nel futuro. Le vostre
preoccupazioni, angosce, nervosismi, ansie, affanni e
via dicendo... sono nel passato o nel futuro: verificatelo.
La MP13 ti porta alla sponda dell'ultimo silenzio e
quindi oltre la mente e il tempo; in realt� ti porta al presente,
ma anche dire questo pu� servire alla mente da
trucco per associare subito una sua etichetta al termine
�presente�, quindi � meglio dire che non c'� tempo mentre
fai MP o che la fai al di l� della mente e del tempo.
Come vedremo, all'inizio si pratica in brevi momenti secondo
le nostre possibilit� quotidiane, poi a poco a poco,
la MP ti fa vivere �in essa� oppure in seconda coscienza;
tuttavia userete normalmente il binomio mente- tempo
quanto vi sia necessario nel vostro agire quotidiano.
Esercizio 1 Ricerca del
Nome supremo
In livello primo o secondo di rilassamento, mettiti in
contatto con la lista dei capitoli della tua vita. Osserva in
ogni capitolo se ci sono, o meno, ricordi della tua di-
13 D'ora in poi useremo MP per Meditazione Profonda. 200

mensione spirituale, cio� gli eventi principali che formano


la tua �vita spirituale�. Annota brevemente questi
ricordi. Poi chiediti: �Con quale nome o breve espressione
chiamerei l'Essere supremo o Mistero divino che
si � manifestato in questi capitoli della mia storia?�. Se
lo desideri, ti potr� essere di aiuto avere davanti agli occhi
questa lista dei nomi divini, in maggioranza provenienti
dalla tradizione ebraica, e leggerli con calma, sof-
fermandoti su ogni parola e sempre osservando la ripercussione
che suscita nel tuo intimo:
� YAHWEH. Il significato approssimativo �: Colui che
causa l'essere. E" il nome personale di Dio. Il primo no
me divino e il pi� elevato in tutta la tradizione biblica.
Viene sempre associato al popolo d'Israele.
� EHYEH. Io Sono, Colui che �.
� EL. La divinit�, Dio. Ordinariamente � un appellativo
semitico per designare la divinit�, pi� che un vero e pro
prio nome divino (vedere i due nomi di seguito).
� EL- ELY�N. Dio Altissimo. Una sola volta appare nella
Bibbia unito a El (Gn 14,22); invece viene spesso usato
Ely�n in parallelismo con El. Si considera equivalente al
nome stesso di Yahweh.
� EL- OLAM. Dio Eterno. Appare in contesti biblici in cui
viene enfatizzato il ruolo regale della divinit�. Olam de
signa la pienezza e la totalit� dello spazio e del tempo.
� SHADDAI. L'Onnipotente. Talvolta si usa unito a El, El-
Shaddai, Dio Onnipotente, ma appare anche da solo co
me vero e proprio nome divino.
� ABIR. Il Potente. Il significato etimologico fondamenta
le di questa parola ebraica � quello di potenza o forza e
non viene applicato solo a Dio.
� ELOHIM. Dio, gli Dei. Possiede la radice del nome di
Dio, El, aggiungendo him, che indica una pluralit�. Ap-
201

pare nei testi pi� antichi della Bibbia e potrebbe considerarsi


come un nome plurale maiestatico oppure come una
intensificazione del nome di Dio stesso: il Dio degli dei.
AD�N, AD�NAI. Signore, mio Signore. Sostitutivo del
nome stesso di Yahweh. Un errore tecnico di vocalizzazione
delle consonanti di Yahweh insieme alle vocali di
Ad�nai diede luogo alla nuova forma di Yehowah.
ABBA. Padre. Parola aramaica ed ebraica, che significa
Padre in un linguaggio molto famigliare e semplice. Alcuni
fanno derivare questa parola dal balbettio del bambino:
babbo, daddy, pap�. Con questo nome Ges� si rivolgeva
spesso a Dio Padre.
AMEN. Fondamentalmente questa parola viene usata come
una conferma di quanto � stato detto precedentemente.
Le due consonanti �mn� indicano in ebraico coraggio,
supporto, sicurezza, fiducia, cos� sia, sicuro. Nell'Apocalisse
appare come nome di Cristo (3,14).
YESH�A. Yahweh � salvezza, Yahweh salva. Nome dato
a Ges� dall'arcangelo Gabriele. La forma ebraica pi�
antica di questo nome � Yehosh�a, avendo lo stesso significato.
MARANA- THA. Vieni, Signore. Espressione aramaica
usata gi� nelle liturgie delle prime comunit� cristiane e
conservata cos� fino ai nostri giorni. Si usa specialmente
nella liturgia dell'Avvento.
ALLAH. Nome di Dio nella tradizione islamica.
BRAHM�. Nella lingua sanscrita significa letteralmente
�evoluzione� o �sviluppo�. � il nome del dio creatore
nell'induismo, forma parte della Trinit� induista (Trimurti,
tre forme) composta anche da Vishnu (dio conservatore)
e Shiva (dio distruttore).
TAO. Letteralmente in cinese significa �via�. � una parola
di profondissimo significato, fondamento non solo
202

del taoismo ma anche di varie filosofie orientali, considerata


principio ordinatore del macro e del microcosmo.
- MU. Nello zen giapponese � il simbolo del nulla e del
totale silenzio mentale. In cinese diventa Wu.
- OM. Il nome sacro che appare gi� negli antichissimi libri
dei Vedas, il Franava, simbolo di Brahma (Dio), Verbo
divino, supporto e origine di tutte le cose.
- MUNGU. Nella lingua swahili significa Dio, l'Essere su
premo.
- MWARL Nome di Dio nella lingua shona dello Zimbabwe.
- NGAI. Nome riservato esclusivamente alla divinit� su
prema nella lingua k�kuyu.
Ho scelto questi nomi, o �suoni�, divini tra le diverse
tradizioni e lingue pi� antiche, poich� queste lingue hanno
una sonorit� e risonanza pi� profonda e completa delle
lingue moderne. Una volta che vi sarete messi in contatto
con la vostra �storia spirituale� ed eventualmente
con la lista dei nomi divini, rilassatevi tranquillamente
con il primo o secondo livello della discesa a zero e
chiedete al vostro intimo che vi manifesti il nome sacro
che sar� la prima chiave della MP. Aspettate ben rilassati
e aperti. Possono verificarsi tre alternative:
� O vi arriva con indubbia chiarezza e forza il Nome su
premo che cercate.
� O non si manifesta nulla o quasi nulla.
� O si manifestano diversi nomi che vi lasciano il dubbio
su quale scegliere.
Nei due ultimi casi, dopo un tempo prudente (dieci
minuti circa), smettete l'esercizio e scegliete un Nome
supremo che non vi dispiaccia, cio� sentite una certa
simpatia e affinit� verso di esso.
Completate l'intera pronunzia interiore del Nome supremo
appena scelto in questo modo:
203

Il NS14 deve essere coordinato, e a poco a poco abbinato,


al ritmo del proprio respiro. Non dovete forzare minimamente
il vostro respiro. Basta lasciarlo fluire da s�, mentre
siete ben rilassati.
� importante anche distribuire giustamente le sillabe del
NS abbinate al respiro. Ordinariamente da sole si distribuiscono
in modo armonico sia nell'inspirazione che
nell'espirazione. Aiuta distribuirle (se non lo fanno da
sole) in questo modo: la met� delle sillabe mentre si inspira
e l'altra met� mentre si espira. Nel caso che il NS
abbia sillabe dispari, lasciate che una delle sillabe si
allunghi fino a diventare due. Ad esempio, se il vostro
NS � Shaddai (tre sillabe) potrete prolungare la prima
sillaba: SHA- AD (inspirazione) DAI (espirazione).
Oppure la seconda sillaba: SHA- DDA (inspirazione) AI
(espirazione). Oppure l'ultima sillaba: SHA- DDA
(inspirazione) I- I (espirazione). Nessuno si senta
�obbligato� a compiere a menadito queste indicazioni;
sono suggerimenti dimostratisi utili nei partecipanti ai
corsi nel tempo di cercare e pronunziare il NS. Esercizio 2
Meditazione profonda
Una volta trovato e completato il NS, egli vi porter�
come un Pegaso, non guidato, verso le praterie pi� cal
me, silenziose e profonde del vostro essere. Ma, atten
zione! Arriver� un momento in cui perfino il cavallo o la
canoa che vi ha portato alla sponda del silenzio (NS)
dovr� sparire. Il NS non dovr� quindi diventare un idolo:
� solo un prezioso veicolo per iniziare il viaggio verso il
profondo. Ecco, quindi, i passi della MP:
14 D'ora in poi useremo NS per Nome Supremo.
204

Vediamo ora le diverse zone di consapevolezza interiore


che si succedono durante la MP.
� All'inizio il NS si pronunzia ritmicamente e consapevolmente.
La pronunzia non � vocale ma mentale, ma se si
preferisce si pu� anche iniziare scandendo il NS vocalmente.
� questa una zona di coscienza chiara, in cui il
NS viene cadenzato con totale consapevolezza mentale,
ZONA CHIARA
DISTRAZIONI
NORMALI

PRONUNZIARE IL NS IN
CONTINUIT�"

205

come un contadino che zappa ritmicamente e consapevolmente


le zolle della sua terra. Normalmente arrivano
le distrazioni normali, ma appena ne siamo consapevoli
si ritorna alla pronunzia del NS.
A poco a poco, (talvolta succede anche dopo pochi minuti
dall'inizio della MP), arriva una certa zona di coscienza
confusa, meno chiara. � questo un momento delicato
e importante della meditazione. Il meditante si
sente �preso� da uno stato di silenzio e calma totale. Le
distrazioni diminuiscono il loro mormorio o lo fanno
meno intensamente. Perfino la stessa pronunzia del NS
sembra un ostacolo al totale silenzio e immobilit� interna
ed esterna del meditante. Questo � il momento in cui
il NS dovr� essere abbandonato. Allora a poco a poco si
abbassa il �volume di voce mentale interiore�, fino a rimanere
in totale silenzio e immobilit� fisica.
I0NA CONFUSA
MENO DISTRAZIONI E
CON MENO INTENSIT�"

ABBASSARE IL VOLUME DI PRONUNZIA DEL NS


D'ora in poi la MP diventa puro silenzio. Solamente il
respiro o spirito del NS rester� come semplice punto di
appoggio per essere desti e consapevoli.
206

SILENZIO PROFONDO
NON PRONUNZIARE IL NOME SUPREMO

� Ecco quindi i cinque passi riassuntivi la MP:


1. discesa a zero.
2. invocazione.
3. pronunzia ritmica del NS.
4. abbassamento del volume di voce mentale.
5. silenzio profondo.
Domande
1. Perch�, tra le varie tecniche per raggiungere il silenzio
interiore (come ad esempio la concentrazione su un oggetto
materiale), la recita del NS � pi� efficace?
La pratica della concentrazione tramite la ripetizione
di un nome di Dio o una parola sacra, � antichissima e
usata nelle grandi tradizioni spirituali. L'induismo pratica
il mantra- yoga, il buddismo zen il koan, il sufismo lo
dikr, il cristianesimo il metodo esicasta oppure la preghiera
di semplice sguardo o contemplazione acquisita.
Tutte queste modalit� e altre cercano in diversi modi di
addomesticare la mente, perch� sia attenta al suono o
parola sacra e allo stesso tempo non si muova, cio� non
207

scappi verso le sue solite divagazioni e vagabondaggi.


La concentrazione su un oggetto materiale � valida e
pu� anche aiutare, tuttavia le associazioni mentali provenienti
dalla dimensione sensibile dell'oggetto, facilitano
la riflessione sull'oggetto stesso e il silenzio mentale
� pi� restio a stabilirsi saldamente e in continuit�. Il
NS, essendo un nome spirituale o talvolta un puro suono
senza un significato mentale immediato (OM, MU,
WU), � anche meno soggetto alle associazioni e riflessioni
mentali. Per i meditanti occidentali, il fatto di essere
scelto e cercato da loro stessi, come riassunto del loro
concetto supremo della realt� ultima, potr� avere certamente
dei significati mentali, quelli che danno anche pi�
senso alla pronuncia, ma, dopo le prime tappe della pratica,
la mente perde il suo interesse associativo e il nome
diventa puro suono supremo.
2. Chi recita il NS?
All'inizio il NS � recitato e talvolta gustato in pace da
alcuni piccoli io. Man mano che la MP progredisce, il
NS scende dalla superficie al centro dell'Essere. Nei
momenti di pi� grande silenzio e quiete il NS sparisce e
resta solo il centro.
3. All'inizio il NS � stato uno, poi man mano che l'ho abbi
nato al respiro � diventato un altro. Va bene, oppure
significa che non mi concentro?
� normale che all'inizio delle pratiche meditative il
NS sperimenti cambiamenti. Consiglio di scegliere con
semplicit� e spontaneit�, fra questi cambiamenti, il nome
che risulta pi� �comodo�, sia alla mente che all'emotivit�.
In realt� il NS, in se stesso non � tanto importante
per il suo contenuto quanto per la prontezza e agevolezza
con cui porta alla dimensione del totale silenzio
mentale.
208

4. Quando il Nome supremo ha tre sillabe, come ci si com


porta? Come fa il NS a essere pronunziato sempre con
lo stesso ritmo se i tempi di inspirazione e di espirazione
cambiano?
Non ha importanza se i tempi di inspirazione ed espirazione
cambiano. La prima met� del NS si pronunzia
nella inspirazione e la seconda nella espirazione, qualunque
sia la loro durata e ritmo. Tuttavia, sicuramente
una delle tre sillabe del nome si allungher� spontaneamente
fino a diventare doppia e cos� le due met� si equilibreranno
da sole. Tu pronunzia il NS ben rilassato; vedrai
che spontaneamente ti sentirai comodo con il ritmo
naturale della tua pronunzia.
5. A volte, mentre espiro improvvisamente arriva una in
spirazione. Questo rompe il ritmo della pronunzia. Allo
ra per pronunziare il NS con un ritmo � necessario con
trollare il respiro?
Mai controllare il respiro n� forzarlo in alcun modo. Se
sei veramente rilassato la respirazione fluisce da sola. Lasciala
fluire da s�. Rimani solamente attento, osservando
il suo ritmo e lasciando il NS abbinato a essa. Qualsiasi
cambiamento possa accadere, improvviso o meno, osservalo
soltanto, senza modificarlo o controllarlo.
6. Dopo essere scesi a zero, prima di pronunziare interior
mente il NS, � necessario visualizzare il proprio luogo
interiore?
Il luogo interiore � un semplice complemento per fa
vorire il silenzio e la calma totale. Non si deve prendere
come �obbligo� o elemento essenziale della MP. Se av
verti che non ti aiuta o semplicemente gi� ti trovi in
completo rilassamento dopo la discesa a zero, non � ne
cessario visualizzarlo.
209

7. Come si fa a trovare il vero ritmo della pronunzia del


Nome supremo?
Il ritmo della pronunzia � il ritmo del tuo respiro.
Quindi, poich� tu normalmente respiri, non devi trovare
nulla, ma solamente lasciare che il NS si adatti spontaneamente
al ritmo respiratorio che gi� hai. Se sei completamente
rilassato sar� facilissimo che questo succeda.
Allora, quasi senza renderti conto di �come� � successo
ti troverai tranquillamente respirando il Nome.
210

14. TENTAZIONI
Medito per concentrarmi sul mio centro... Vorrei
riuscire a trasmetterlo alle persone che amo e
che ne hanno tanto bisogno. Ma la strada � piena
di ostacoli... Il rovescio della medaglia? Mi
dico che se non ci riescono � che non vogliono.
Lo stato di una casa in armonia nella presenza della
terza coscienza, � dipinto poeticamente nel decimo disegno
di Kuoan15 e accompagnato da questi versi:
Scalzo e a petto nudo;
mi mescolo alla gente del mondo.
I miei vestiti sono a brandelli,
pieni di polvere,
e io sono immerso nella beatitudine.
Non adopero nessuna magia
per prolungare la mia vita. Ora, davanti a me,
gli alberi diventano vivi. ...
Sembra una replica alla rovescia della storia del mendicante
mescolato tra la gente della strada16, ma in questo
caso il mendicante sa che non lo �, inoltre sa che i suoi
vestiti a brandelli e le sue scatole di cartone sono
15 Maestro zen cinese, della scuola Lin- chi (Rinzai). Visse nel XII
secolo e dipinse i ben noti dieci quadri a inchiostro di china, rappresen
tando un contadino alla ricerca di un vitello (S�), vale a dire la parabola
del viaggio interiore. Per una pi� ampia informazione vedere il mio libro
Cristo, il contadino e il bue, Appunti di Viaggio, Roma 20012.
16 Cf. capitolo 3.
211

solamente rivestimenti che celano il suo grande tesoro


interiore.
La tentazione del re di Byblos
A questo stato non si arriva senza ostacoli e tentazioni.
La prima e la pi� grossolana � quella del re di Byblos.
�Dopo l'incoronazione, Nufsibaal, re dell'antichissima
citt� di Byblos, si ritir� nella camera da letto, si tolse
la corona e gli abiti regali e si ferm� al centro della stanza
pensando a s�, sovrano onnipotente della grande By-
blos.
All'improvviso si volt�, e vide uscire dal suo specchio
d'argento un uomo nudo.
Trasal� e gli grid�: "Ma tu cosa vuoi?".
E l'uomo nudo rispose umilmente, quasi in un sussurro:
"Nient'altro che questo: perch� ti hanno incoronato
re?".
Nufsibaal rispose con arroganza: "Perch� sono l'uomo
pi� nobile del paese!".
E l'uomo nudo disse: "Se tu fossi ancora pi� nobile,
non saresti re".
E il re disse infastidito: "Tu non sai chi sono? Io sono
Nufsibaal, sono l'uomo pi� potente del paese e per
questo hanno incoronato me!".
E l'uomo nudo disse: "Se tu fossi ancora pi� potente,
non saresti re".
Nufsibaal disse allora: "Mi hanno incoronato perch�
sono il pi� saggio di tutti i cittadini di Byblos!".
E l'uomo nudo disse: "Se tu fossi ancora pi� saggio
non avresti scelto di essere re".
Il re allora cadde per terra e pianse amaramente.
L'uomo nudo lo osserv� e sorrise. Poi raccolse la corona
e dolcemente gliela rimise a posto sul capo reclinato.
Guardandolo amorevolmente, l'uomo nudo ebbe com-
212

passione e sussurro: "Povero re".. Poi rientr� nello specchio,


nel regno del silenzio. Il re si alz� e di fatto lo
scrut�. Ma non vide altro che se stesso incoronato re�17.
Il re di Byblos non si sente ancora pronto per conoscere
se stesso. A differenza del contadino di Kuoan, �
ancora lontano dalla camminata a petto nudo, con i vestiti
a brandelli e mescolato tra la gente. Perci� l'uomo
nudo, il suo vero S� o Padrone lo lascia in pace fra i suoi
attrezzi regali e si ritira silenziosamente. Occorre una
matura esperienza per non ambire a corone o manti di
velluto, n� a stanze regali, n� ad acclamazioni popolari.
In questo senso mi colpirono le parole dello psichiatra
Viktor Frankl, nel suo notissimo libro gi� citato18. Nell'introduzione
al racconto della sua esperienza nei campi
di concentramento nazisti, egli confessa la sua intenzione
iniziale di pubblicare la sua stupenda opera, quella
pi� universalmente celebre, in forma anonima, cio� firmando
unicamente con il suo numero di recluso. La causa
era proprio l'opposta all'atteggiamento del re di By-
blos: la sua ripugnanza verso ogni sorta di esibizionismo.
Furono le pressioni degli amici a convincerlo
sulla scarsa forza di una testimonianza anonima.
La tentazione del re di Wirania
La seconda tentazione, quella di un altro re, � pi�
sottile.
�In un'antica citt� orientale abitava un re molto amato
dai suoi vassalli e rispettato per la sua saggezza. Nel
palazzo viveva anche il gran visir, che accompagnava il
re assistendolo negli affari del governo con i suoi sa-
Tratto liberamente da un racconto di K.
Gibran. Cf. capitolo 1, nota 11.
213

pienti suggerimenti e consigli. Ora in questa citt� c'era


un'unica fonte di limpida acqua sorgiva, fresca e salutare,
cui attingevano tutti � cittadini e tutta la corte, re e
gran visir compresi.
Una notte, quando tutta la citt� dormiva, una strega
malvagia si avvicin� alla sorgente e disse: "D'ora in poi
chiunque beva da quest'acqua diventer� pazzo".
Il giorno dopo i cittadini si svegliarono ed andarono
lieti come di solito a prendere dell'acqua alla sorgente.
Tutti bevvero tranne il re e il suo gran visir, e tutti quanti
bevevano, come predetto dalla strega, diventavano pazzi.
Fu una giornata strana quella. Per le strade e piazze
circolavano voci tra i cittadini: "Il nostro re si comporta
in modo strano, sembra pazzo. Sia lui sia il suo gran visir
hanno perso l'uso della ragione!". I primi mormorii
diventarono ben presto aperte e preoccupanti chiacchiere:
"Cosa facciamo? Non possiamo continuare cos� a
farci governare da un paio di pazzi. Dovremmo ribellarci
e sostituirli con uno di noi". Queste voci arrivarono al
palazzo regale e il monarca ebbe paura.
Quella stessa sera il sovrano convoc� tutta la popolazione
nella piazza centrale della citt�. Ordin� che gli
fosse portato un bel calice d'oro e diamanti, riempito
con l'acqua della sorgente stregata, e in presenza di tutti
ne bevve lui e poi lo porse al suo gran visir. Nessun cittadino
cap� quella strana cerimonia, ma il giorno seguente
una lieta notizia si sparse per tutta l'antica citt�:
sia il re sia il suo gran visir avevano recuperato finalmente
l'uso della ragione�19.
Cos'� l'acqua avvelenata? Nelle sue memorie C. G.
Jung racconta che in uno dei suoi viaggi incontr� Och-
w�a Biano, un capo indiano pueblos, che gli manifest� la
19 Verso l'altra sponda, pp. 120-121. 214

sua sorpresa per la continua irrequietezza e ansiet� degli


uomini bianchi: �Sempre sono agitati e cercano qualcosa,
- disse - sono ansiosi, non sappiamo cosa vogliono,
pensiamo che sono pazzi�20.
Se volete afferrare quest'ansiet� tossica con un certo
umorismo, vi raccomando il film di Chaplin Tempi moderni,
oppure, con meno umorismo, lo stupendo documentario
di Godfrey Reggio Koyaanisqatsi. Se volete
capirla sul posto, con pi� realismo ancora, osservate
una strada della vostra citt� (meglio se � una megalopoli),
nelle ore di punta di una giornata lavorativa. Ma se
volete comprendere questo fatto a livello di tossicit�
umana universale, vi prego di porvi questa domanda:
�Se dopo secoli di "civilt�" e di "sviluppo" della razza
umana crediamo di essere veramente sviluppati e cresciuti,
com'� possibile che solamente nel XX secolo gli
esseri umani abbiano ammazzato pi� di cento milioni
dei loro consimili?�. Aggiungete poi le violenze f�siche,
le pressioni emozionali e mentali, le torture, lo sfruttamento
degli innocenti e degli emarginati, il mutuo farsi
del male. E cosa significa che solo all'inizio del secondo
millennio, nell'anno 2003, il nostro pianeta fece una
spesa di pi� di novecento miliardi di dollari in attrezzature
militari21? Possiamo pensare sul serio che di fronte a
una tragica epidemia cos� universale della nostra razza,
l'uomo � veramente sviluppato? Che quest'uomo sa chi
�, che � in connessione con il suo Essere, con il Padrone
della sua casa?
20 Cf. Ricordi, sogni, riflessioni di C. G. Jung, Bur, Milano 1992,
p. 297.
21 Fonti: R. L. SIVARD, Gastos militaresy socials en el mundo, Serbai,
Barcelona 1986. Stockholm International Peace Research Institute; http:
//first. sipri. org/ non_ first/ result_ milex. php. The Costs of Attaining the
Millennium Development Goals, Banca Mondiale. http://www.
worldbank. org/ htmi/ extdr/ mdgassessment. pdf.
215

Ecco l'acqua avvelenata della citt� di Wirania. Ogni


giorno la si beve nelle nostre piazze, citt� e nazioni. La
tentazione del re di Wirania � quella di non essere diverso,
perci�, malgrado la sua saggezza, beve con tutti i
suoi concittadini l'acqua avvelenata. Invece il povero
contadino di Kuoan, anche lui si tuff� nella mischia cittadina,
ma da conoscitore del suo segreto.
Noi tutti siamo stirpe del re di Wirania e come tali
siamo anche tentati come lui di farci cittadini normali,
magari per alcuni la tentazione sar� bere, almeno parzialmente,
un po'"dell'acqua tossica poich� �� normale�.
L'antidoto pi� sano e radicale � la MP. Non credete
alle mie parole: per favore sperimentate e capirete da
soli. La MP quotidiana vi doner� la chiave del vero agire
individuale e sociale, poich� esso nascer� dal centro del
vostro Essere, non dal non- essere.
Le tentazioni- paura
Quanto detto finora potrebbe far pensare che tutto ci�
che riguarda l'attivit� umana, l'avere obiettivi, la crescita
della scienza, ecc, sar� svalutato e perfino fagocitato
dalla MP. Niente di pi� falso. Non solo non c'� niente di
male nello sforzo dell'umanit� per migliorare individui
e societ�, ma la crescita dell'uomo che sa chi �, e vive in
connessione con il suo vero Essere e non con la sua superficie,
sar� molto pi� autentica, limpida, gioiosa e
creativa delle nostre crescite in mezzo alle tossicit� indicate
sopra. La vera vita � l'Essere, � la cosa pi� importante,
e l'Essere � gi� completo, totale e radioso. Possiamo
proporci delle opere sociali e attivit� che miglioreranno
le nostre circostanze di vita individuale e sociale,
ma l'errore � confondere queste circostanze con la vera
vita. Una volta una meditante attrice mi disse: �Ma come
potr� essere identificata con la parte che recito e allo
216

stesso
tempo
con il
mio
centro
?�. La
rispost
a �
molto
sempli
ce: il
nostro
vero
centro
siamo
noi,
non �
qualco
sa di
artifici
ale che
dobbia
mo
sforzar
ci di
raggiu
ngere,
allo
stesso
tempo
che
recitia
mo
una
parte
esterna
. Invece
le
parti
che
recitia
mo, sia
nel
palcos
cenico
del
teatro
o in
quello
della
nostra
quotidi
anit�,
sono
qualco
sa in
relazio
ne con
l'esser
e, suoi
compi
ementi
manife
stati,
mutev
oli ed
esterni,
e
possia
mo
benissi
mo
viverli
come
tali, in
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gioios
o,
talvolt
a
diverte
nte,
ma
non
talmente
identifi
cati
con la
parte
recitata
da
romper
e il
collegame
nto
con il
nostro
vero
centro,
l'Esser
e.
I
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mano
che la
tua MP
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radicar
e
saldam
ente,
non
nelle
tue
parti
recitat
e ma
nella
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vera
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�,
l'Esser
e, la
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luce
interior
e,
irradier
� in
diverse
forme.
Ognun
o
irradia
a
modo
suo,
per�
l'autent
ica
irradia
zione
che
nasce
dalla
sorgen
te
interio
re �
anche
una
sfida
per
quelli
pi�
vicini a
te.
Allora,
senza
che tu
faccia
speciali
sforzi
o
propos
iti
proseli
tistici,
le
person
e
prepar
ate ti
chieder
anno
in
mille
manier
e
l'acqua
buona,
altrime
nti non
potran
no
soppor
tare
un'acq
ua
priva
di
tossicit
� e se
ne
allonta
nerann
o.
Certam
ente
dirann
o o
penser
anno
di te
che sei
pazzo,
narcisi
sta,
non
sociev
ole,
non
normale...
Ma
sicura
mente
non si
tratter�
di
person
e con
una
casa
interior
e
pulita
e in
armoni
a e
meno
ancora
in
connes
sione
con la
sorgent
e.
Bere
l'acqua
e il
pane
vivo
Qu
and�
la MP
cresce,
il
medita
nte
cresce
in
limpidezza
global
e,
allora
sente
che
non
potr�
non
bere
dell'acqua
limpid
a
come
il suo
nutrim
ento
quotidi
ano.
I
sufi,
o
mist
ici
arab
i,
usa
no
espr
ime
re
in
mod
o
sim-
217

bolico le realt� divine. Adoperano perci� brevi racconti,


all'apparenza semplici e ingenui, anche birichini, ma che
nell'intenzione dell'autore nascondono un secondo significato
trascendente e profondo. Sono molto simili alle
parabole usate da Cristo per far conoscere - a quanti avevano
orecchi per intendere - le realt� del Regno dei cieli.
Uno di questi racconti, si riferisce appunto a questa fame
e sete del vero meditante, in mezzo alle tentazioni tipiche
di una identificazione con la parte esterna recitata.
Tre viandanti in mezzo al deserto ebbero fame. Siccome
il pane e l'acqua che restavano non erano sufficienti
per tutti e l'oasi era ancora molto lontana, decisero
che almeno uno di loro mangiasse tutto il pane e bevesse
tutta l'acqua in modo da sopravvivere. Dopo una
lunga discussione approdarono a una soluzione ingegnosa:
sarebbero andati a dormire, allo svegliarsi si sarebbero
raccontati i sogni, dai quali, forse, avrebbero potuto
ravvisare quale di loro era meritevole di sopravvivere.
Cos� fecero, e il mattino seguente i tre amici si disposero
a raccontarsi le proprie esperienze oniriche. Il primo disse:
�Fui trasportato in sogno a un luogo di bellezza indescrivibile.
L� vidi un anziano che pareva pieno di sapienza,
il quale mi disse: tu sei il pi� degno di prendere
il pane e l'acqua perch� la tua vita � colma di opere buone
e meritevole di ammirazione�. �Che strano!� disse il
secondo. �Anch'io ho sognato un angelo pieno di luce
che mi disse: prendi tu il pane e l'acqua che vi resta,
figlio mio. Devi fare questo con tutta umilt�, ma � necessario
che tu sopravviva perch� Dio ti ha destinato a
fare del bene a molti esseri umani. La tua vita � preziosa
agli occhi di Dio perch� da essa dipende la salvezza di
molti�.
Mentre i due raccontavano i loro sogni, il terzo viandante
se ne stava silenzioso e con una cert'aria compunta.
Infine lo interrogarono: �Perch� non ci racconti il tuo
218

sogno?�. Allora egli, vergognoso, disse: �Nel mio sogno


io non vidi nulla, non udii nulla, non dissi nulla. Sentii
solamente una presenza soggiogatriee che mi forz� a levarmi
e a cercare il pane e l'acqua fino a trovarli e a consumarli
l� stesso. Questo � appunto ci� che ho fatto�22.
Questa favola che, letta in chiave materiale, pare una
semplice constatazione dell'egoismo e dell'arguzia
umana, � assai diversa se la leggiamo in chiave spirituale.
Attribuita al mistico sufi Skah Mohammed Gwth
Shattari, spesso perseguitato dai suoi correligionari fondamentalisti,
esprime in modo incomparabile i vari
aspetti della vera fame e sete del nutrimento spirituale
limpido, non contaminato. Possiamo augurarci che il
terzo pellegrino, vero meditante silenzioso, si far� portatore
della sua acqua viva fra la gente, presentandosi come
il contadino in mezzo al mercato, senza nessuna apparenza
mondana, fastosa o regale, �ma scalzo e a petto
nudo�23.

Domande

24

1. Ho paura che questo cammino intrapreso rischi di alienarmi


in qualche modo dalle persone a me vicine che
non hanno fatto la mia scelta. Ho paura che un giorno
il mio Maestro interiore mi metter� di fronte a un aut-
22 Cf. IDRIES SHAH, Tales of the Dervishes, Panther Frogmore, St
Albans, Hert AL2 2NF, pp. 111-112.
23 Cf. p. 211, nota 15.
24 Ho voluto riassumere le domande di questo capitolo in una sola,
quella che mi pose Daniele, studente universitario, alla fine di un corso
introduttivo di MPA. Il contenuto mi � parso un eccellente riassunto
degli interrogativi che insorgono in alcune persone prima di camminare
decisamente per la via MPA. Nel mio libro Verso l'altra sponda, pp.
119-126, ho dedicato un intero capitolo a questa domanda.
219

aut tra me, la mia crescita, e l'amore, il bisogno che ho


di queste persone e di queste relazioni. Improvvisamente
ho paura di questa strada, ma ho voglia di proseguire.
Mi accorgo per� che devo nutrire una fiducia assoluta
nel mio Maestro interiore, e questi pensieri mi distolgono
da una serena meditazione.
Rileggendo poi queste righe mi rendo conto che forse si
tratta di un falso problema e che, se le persone che ho
intorno mi amano, sentiranno la bont� del mio cammino
e non si allontaneranno. Tuttavia un'inquietudine rimane
in me se penso a domani, a un eventuale ultimatum
del mio Maestro interiore: �O tu e la tua crescita o loro�.
Potr� mai succedere che il nostro Maestro interiore ci
metta di fronte a simili drastiche alternative?
La tua domanda � molto autentica e legittima. � anche
molto umana. Difficilmente un principiante si libera di
un interrogante come il tuo o simile: dove mi porter�
questa via se la imbocco veramente? Continuer� a essere
normale? Diventer� strano per gli amici? Perder� le
mie sensibilit� e capacit� di contatto umano? I pi� intellettuali
aggiungono anche: tutta questa pratica silenziosa
non � un impoverimento mentale pi� che una ricchezza
spirituale? Ecco, non � per farmi pubblicit�, ma leggere
il mio libro Cos� medita la gente25 pu� essere una risposta
abbastanza completa a questi e altri interrogativi simili.
Questo libro � proprio una raccolta di testimonianze
direttamente prese dalla gente �normale� che, dopo
qualche tempo di pratica meditativa, parla dei risultati
della MP nella vita quotidiana. Li, potrai constatare che
il meditante, sebbene non � assolutamente esente da
ostacoli e tentazioni, diventa pi� uomo, cio� non pi�
mentale o pi� emotivo o creativo ma semplicemente
25 Edizioni Messaggero, Padova, 2004.
220

pi� uomo integrale. La MPA non � �per qualcosa� ma �


semplicemente essere sempre di pi�. Quindi quello che
sei gi� di autentico e di vero lo sarai ancora di pi� se
mediti. Ma allo stesso tempo scoprirai, proprio perch�
allargherai di pi� la tua dimensione spirituale, altre ricchezze
che erano anche tue, ma giacevano nel profondo
come semi senza germogliare.
La paura di crescere (�o la tua crescita o loro�), � un
po' la sindrome di Peter Pan, dell'adolescente che � tuttora
in te e non vuole diventare ancora pienamente uomo.
La MPA, regolarmente praticata, � la migliore risposta
per sciogliere questa paura, come tu stesso hai
intravisto nella rilettura della tua domanda.

15. VIVERE
NELLA SECONDA COSCIENZA
Io medito perch� altrimenti non riesco a vivere
veramente.

Ricordando le tre modalit� di


coscienza indicate nel capitolo 2,
la seconda coscienza � quello stato
di consapevolezza in cui, pur
essendo coscienti della nostra
realt� anche esterna e quotidiana,
non si perde la connessione con
la sorgente interiore o centro dell'Essere.
Armonia
Un'antica storia racconta gli affanni di un ricercatore
che voleva scoprire il segreto della vita. Gli fu indicato
il prodigio di un pozzo miracoloso, che possedeva la virt�
di rispondere a tutte le domande. Trovato il pozzo, il
nostro uomo pose la domanda che da anni lo torturava:
�Qual � il segreto della vita?�. Il pozzo rispose: �Vai al
villaggio pi� vicino e nei primi due negozi che incontrerai,
troverai la risposta�. L'uomo obbed� ma, entrando
nel villaggio, trov� solo un primo negozio che vendeva
fili metallici e un altro che vendeva legname. Arrabbiato
e deluso torn� al pozzo e gli espresse la sua protesta. Ma
il pozzo rispose: �Capirai in futuro�. Sdegnato e con la
sensazione di essere stato preso in giro l'uomo continu�
222

la sua ricerca. Un giorno, passeggiando per una foresta,


sent� una melodia che lo affascin�. Cerc� di avvicinarsi
al luogo da cui proveniva la melodia e, arrivato a una
radura, vide un giovane che stava suonando tranquillamente
un liuto. In un lampo improvviso l'uomo cap� la
risposta del pozzo: il liuto era stato composto da fili metallici
e legno, gli stessi materiali che anni prima aveva
visto nei due negozi, ma li aveva visti separati!
Questa storia ci introduce, tramite uno stupendo simbolismo,
nell'argomento di questo capitolo: come vivere
la nostra quotidianit� in uno stato meditativo di seconda
coscienza. Noi abbiamo gi� tutti gli elementi che
potrebbero diventare musica in noi, cio� armonia di corpo,
psiche, spirito. Il ricercatore che, percorrendo la via
della MPA � riuscito a ordinare la sua casa, ha il suo
liuto pronto per suonare la sua tipica e personale melodia.
Ma ordinariamente l'uomo ha questi elementi in
modo sconnesso, separato. Non ha liuto! Tutti abbiamo
il centro, abbiamo il maggiordomo (o coscienza), i diversi
oggetti che sollecitano la nostra attenzione... Ma
tutto questo vive in noi in negozi o scompartimenti separati.
Cos� non c'� musica ma piuttosto rumore. Tutto
questo produce come risultato l'uomo automa( tico),
l'uomo inconsapevole. Pensate alla mediocrit� di vita,
al sonnambulismo e agli automatismi di un individuo
senza musica! L'uomo di Matrix
Un essere umano che non diventa liuto � un essere
manipolato: crede di fare quello che gli piace, ma vive
manipolato, influenzato, inconsapevole. Se avete visto il
film Matrix, ricorderete un dialogo iniziale fra Neo, il
protagonista, e il suo istruttore, Morfeus, che riflette in
un modo profondo e diretto questa situazione. L'uomo
223

che inizia il risveglio si rende conto che egli non gestisce


la sua vita ma � gestito, � uno schiavo:
� Tu credi nel destino, Neo?
� No.
� Perch� no? ?
� Non mi piace l'idea di non poter gestire la mia vita.
� Capisco perfettamente che cosa intendi. Ora ti
spiego perch� sei qui. Sei qui perch� tu sai qualcosa.
Questo qualcosa non sai spiegarlo, ma lo senti. Lo hai
sentito per tutta la vita. Qualcosa non quadra nel mondo.
Non sai cosa, ma sai che c'�. � un chiodo fisso... che ti
fa impazzire. � questa sensazione che ti ha portato da
me. Sai di cosa sto parlando?
� Di Matrix?
� Vuoi sapere... che cos'�? Matrix � ovunque. � in
torno a noi. Anche ora, in questa stanza. Si vede quando
ti affacci alla finestra... o quando accendi il televisore.
Si avverte quando vai al lavoro... quando vai in chiesa...
quando paghi le tasse. � il mondo che ti � stato messo
davanti agli occhi per nasconderti la verit�.
� Quale verit�?
� Che sei uno schiavo. Come tutti gli altri, sei nato
in catene... in una prigione che non puoi palpare, odora
re o assaggiare. Una prigione... per la mente. Purtroppo,
nessuno pu� descrivere Matrix agli altri. Devi renderte
ne conto da solo. � la tua ultima occasione.
Incipienti risvegli
Quando un meditante inizia a camminare decisamente
e regolarmente per la via MPA, un soave risveglio si
accende nel suo intimo. La crescita del meditante � sempre
orientata a diventare liuto. Ci sono momenti in cui la
melodia del liuto si fa sentire in forma di assoluta unit� e
armonia nel profondo silenzio interiore. Ma poi purtrop-
224

po' si passa alla prima coscienza, alla divisione e... anche


allo stato di manipolazione passiva. Ci� nonostante c'�
una differenza con gli individui non meditanti. Il meditante
si rende conto di essere spesso vittima della manipolazione
e divisione interiore, � come Neo, un iniziato
che pi� o meno confusamente si sta risvegliando... e
questo succede perch� la MP ha incominciato a fargli
percepire la musica silenziosa.
La seconda coscienza � il ponte per arrivare dalla
sponda del rumore allo stato di liuto, per crescere sempre
di pi� in questo stato di armonia e unit� dell'essere umano.
Possiamo dire che la vera crescita umana � crescita
di coscienza. Vediamo due passi che ci potranno condurre
gradualmente a vivere nella seconda coscienza.
Il primo passo per una pratica continua della seconda
coscienza � il contatto con la luce interiore, il centro, il
nostro vero Io. Questo contatto lo facciamo essenzialmente
nei �momenti forti� della MPA. � quello che Ra-
mana Maharsi insegnava raccomandando l'esperienza
dell"�io sono�, o che i mistici indicano come il riflesso
divino dentro di noi. Tutto il nostro sguardo, in questa
esperienza silenziosa, � diretto verso l'interno, verso il
centro. Gli oggetti esteriori, la superficie, i rumori esterni,
spariscono nell'assorbimento totale nel centro dell'essere.
Il secondo passo avviene quando il meditante impara
a contattare anche il mondo esterno, il rumore e il fluire
degli oggetti ed eventi esterni che si presentano al suo
campo di coscienza, ma senza lasciare il contatto con la
sorgente interiore, senza mai �dimenticarsi di s�.
In questo secondo passo la seconda coscienza non ci
provoca n� una continua e totale immersione nel centro,
tale da farci diventare eremiti, impossibilitati ad avere
un contatto necessario con il mondo esterno, n� ci fa es-
225

sere succhiati e manipolati da questo �mondo�. Il problema


�: come arrivare a questo stato?
Occorre una certa strategia. �Per un guerriero, la vita
� un esercizio di strategia� afferma Carlos Castaneda.
Entrare nella vita come in un'aula per imparare l'arte
della seconda coscienza continua, richiede di accettare,
come fa ogni studente, impegni, programmi e strategie
speciali. Questo sar� impossibile senza le due colonne
dell'edificio: volere e aspirare.
La strategia � l'applicazione del buon senso, e questo
non pu� essere insegnato, il suo valore consiste quasi
esclusivamente nella sua adeguata attuazione. Malgrado
questa opinione, possiamo fare un approccio a diversi
aspetti di quella che potremmo descrivere come una
strategia per vivere in seconda coscienza.
La forza dell'ideale: l'invocazione suprema
Per volere e desiderare intensamente ci vuole indubbiamente
un vero e forte ideale, o fulcro di attenzione.
Un ideale che riesca a situarsi al di sopra dei pensieri,
dei sentimenti, degli stimoli mediocri e meschini. L'ideale
dev'essere voluto e desiderato in completa libert�
di scelta e con determinazione. L'ideale � tutt'altro che
un proposito volontaristico. � un continuo ed elevato
sogno, ma in contatto con la terra. L'ideale supremo �
quello che simbolicamente vediamo come stella interiore
nel logo della MPA, nel nostro sito di internet26, nelle
immagini presentate durante il corso... Ognuno pu�
chiamarlo diversamente, ma in realt� � l'unum necessa-
rium, il nostro fine, il senso della nostra vita e missione:
essere per aiutare a essere.
26 � il seguente: www. mpa- net. it
226

Quando non c'� l'ideale o non esiste una retta volont�


e aspirazione di raggiungerlo, allora non esiste connessione
con il centro, quindi n� unit� di vita, n� melodia
di liuto.
Un buon aiuto per mantenere fresco questo ideale �
l"�invocazione suprema�: cio�, una volta che abbiamo
ottenuto una certa pulizia interiore, con l'aiuto dell'invocazione
applicata a trasformare gli ostacoli causati
dalle nostre convinzioni di base o dai conflitti fra i piccoli
io, si potr� comporre un'invocazione che esprima
chiaramente il nostro ideale di vivere in continua seconda
coscienza.
Creare zone di seconda coscienza
Un secondo elemento della nostra strategia � prenderci
il tempo di esaminare la nostra giornata per individuare
in essa zone accessibili alla seconda coscienza.
Appariranno senz'altro alcuni settori particolarmente
adatti per iniziare l'esperienza della seconda coscienza.
I compiti e le azioni pi� semplici, come percorrere una
strada o scendere una scala, possono diventare �aula di
specializzazione�, nella quale un percorso prima banale,
o una pratica religiosa che si avvicinava pericolosamente
a una routine superficiale, possono diventare gradualmente
esperienze bellissime, sempre pi� luminose e
inondate di consapevolezza.
Alcuni esempi:
� Gli insegnanti, i medici, gli psicologi: possono trovare
nei loro incontri quotidiani con i diversi pazienti e allievi,
altrettante occasioni per crescere in saggezza con
l'essere presenti alle diverse persone e a loro stessi, imparando
dagli altri e da se stessi a discernere e dare il
meglio di s�.
227

� Gli studenti: possono trasformare situazioni noiose di


attenzione in aula, in modo che diventino crescita in co
noscenza di s�, dell'atmosfera circostante, del professo
re, della materia trattata.
� I genitori: possono trovare momenti divertenti rimanen
do pi� vicini ai bambini, giocando veramente con essi,
raccontando loro una favola, mantenendo sempre il lega
me con la bellezza della luce interiore il cui contatto mai
si perde.
I compiti saranno graduati, dai pi� facili (scendere
una scala) ai pi� difficili (pensare, leggere...).
Coscienza del corpo interno
Un ottimo esercizio per crescere in seconda coscienza
� quello che Eckhart Tolle chiama �contatto con il
corpo interno�, che non � altro che la seconda coscienza
del corpo. Nella seconda coscienza del corpo possiamo
perfino continuare ad avere una certa coscienza periferica
di ci� che ci sta intorno: ascoltare, leggere, permetterci
qualche riflessione... ma senza lasciare che queste attivit�
assorbano tutta la nostra attenzione. Simultaneamente
possiamo mantenere il contatto consapevole con
il nostro �dentro corporale�: � come se ascoltassimo,
parlassimo o pensassimo con �tutto� il nostro corpo, come
fosse un campo energetico unificato e sentito come
tale. Questa pratica ci porter� a vivere nello stato di connessione
permanente con il centro, ma � anche fonte di
vivificazione energetica per le nostre cellule e il nostro
corpo, che si sentir� onorato e grato nel ricevere cos� la
luce della nostra consapevolezza27.
27 Cf. E. TOLLE, Il Potere di Adesso, capitolo 6. 228

Rapporto Padrone- piccoli io


Nella vita di ogni giorno la seconda coscienza conduce
gradualmente a una pi� grande luminosit� e consapevolezza,
non solo della sorgente interiore, ma anche degli
aspetti secondari o �piccoli io� in relazione con il
vero Padrone interiore. Tutti questi aspetti secondari
del nostro essere ci sono stati dati come preziosi compagni
di vita, anzi senza di loro non possiamo n� manifestarci
n� svilupparci veramente. La sorgente o riflesso
interiore del mistero divino non potr� manifestarsi che
attraverso i piccoli �messaggeri� o �portavoce� del Padrone
di casa.
La vita come sfida
Cos� la seconda coscienza continua diventa per noi
una vera e propria sfida, forse anche un campo di battaglia.
Bisogna imparare l'arte del guerriero! �Per un
guerriero, ogni cosa di questo mondo � una sfida� (Ca-
staneda).
Vivere la vita cos� significa anche lavorare in modo
positivo, perfino nelle difficolt�: mantenendosi creativi
e artisti, anzi considerando la difficolt� e l'ostacolo imprescindibili
per crescere sempre di pi� e raggiungere
maggior saggezza interna ed esterna, con tutti i mezzi
che abbiamo a disposizione. Vorrei finire questo argomento
con la parabola del guerriero, raccontata da Ca-
staneda in uno dei suoi libri, L'isola del Tonai, e penso
gi� conosciuta da alcuni lettori.
�Ora vi racconter� la storia di una banda di guerrieri
che vissero in altri tempi sulle montagne, pressappoco in
questa zona.
Ogni volta che si riteneva che un guerriero di quella
banda avesse commesso un'azione contraria alle leggi,
229

il suo destino veniva affidato alla decisione di tutti.


L'accusato doveva spiegare le ragioni per cui si era
comportato cos�. I compagni dovevano ascoltarlo; poi,
o scioglievano la riunione, avendo trovato convincenti
le sue ragioni, oppure si allineavano con le loro armi
sull'estremo limite di una montagna piatta, molto simile
a questa, pronti a eseguire su di lui la sentenza capitale,
poich� avevano trovato inaccettabili le sue ragioni. In
questo caso il guerriero condannato doveva dire addio
ai vecchi compagni, e l'esecuzione aveva luogo.
Proprio nel punto di questo fosso c'era una fila di
alberi, nella mia storia. E di l� da questo punto, una fitta
foresta.
Dopo aver detto addio ai compagni, il guerriero condannato
cominciava a scendere per il pendio, verso gli
alberi. I compagni allora preparavano le armi e puntavano
contro di lui. Se nessuno lo colpiva, o se egli riusciva
a sopravvivere alle ferite e a raggiungere il limitare degli
alberi, il guerriero era libero. Dicono che alcuni riuscivano
a rimanere illesi. Sembra che il loro potere personale
raggiungesse i compagni. Mentre miravano,
quelli si sentivano attraversati da un'ondata e non osavano
adoperare le armi. O forse erano ammirati del coraggio
del condannato e non lo colpivano.
Il guerriero doveva camminare fino al limitare degli
alberi in un modo prestabilito. Doveva muoversi calmo
e imperturbato, a passi sicuri, decisi, gli occhi dritti dinanzi
a s�, tranquillamente. Doveva scendere il pendio
senza inciampare, senza voltarsi, e soprattutto senza
correre.
Il guerriero era uscito dal tempo umano, come voi.
La differenza sta soltanto in chi vi prende di mira. Il
guerriero era preso di mira dagli altri guerrieri, suoi
compagni. Ma ci� che prende di mira voi � l'ignoto. La
vostra unica possibilit� di riuscita sta nell'essere senza
230

macchia. Dovete aspettare senza voltarvi. Dovete aspettare


senza sperare in una ricompensa. E dovete concentrare
tutto il vostro potere personale nell'esecuzione dei
vostri compiti.
Se non agite senza macchia, se cominciate a sentirvi
inquieti e a impazientirvi, a disperarvi, sarete abbattuti
senza piet� dai tiratori scelti dell'ignoto.
Se invece siete senza macchia e avete sufficiente potere
personale per eseguire i vostri compiti, si attuer� per
voi la promessa del potere�28.
Vivere in questo nostro mondo praticando l'arte della
seconda coscienza, � anche camminare senza macchia
fino al limite. Certo, un meditante cos� non sar� abbattuto.
Esercizio 1
Apertura di zone di seconda coscienza
Prendetevi un tempo tranquillo per esaminare la rou
tine della vostra giornata. Troverete sicuramente alcune
zone pi� facilmente disponibili per iniziare ad aprire in
esse varchi di seconda coscienza: percorsi in ascensore,
attraversare una strada o un ponte, lavarsi le mani, fare
pulizia, ecc. Scegliete dapprima i settori che vi sembra
no pi� facili per questa pratica. Poi, man mano che pa
droneggiate la tecnica in questi settori, aggiungete setto
ri meno facili: guardare il telegiornale, leggere il giorna
le, fare colazione in famiglia...
Cf. Cos� medita la gente, pp. 30-31.
231

Esercizio 2
Passeggiare senza dimenticarsi di s�
Fate una passeggiata, anche breve, oppure un tratto
di passeggiata, senza spegnere la vostra seconda coscienza,
cio� presenti a voi stessi. Ogni volta che la vostra
coscienza viene deviata da una distrazione, ritornate
tranquillamente alla presenza di voi stessi.
Domande
1. Nella mia vita dovr� parlare meno e fare pi� silenzio.
Come mi accorger� che il mio maggiordomo si � addor
mentato?
Se ti alleni regolarmente nella pratica della seconda
coscienza, ti accorgerai da solo. All'inizio ci sar� un andirivieni
dal sonno inconsapevole al risveglio del maggiordomo
(e poi alla connessione con il centro del tuo
Essere). In seguito vivrai sempre di pi� in questa luce
centrale spontaneamente. Il fatto di rendersi conto che
non si vive sempre con il maggiordomo sveglio, � gi�
un passo molto importante verso la seconda coscienza.
E come avvertire a poco a poco che viviamo manipolati
in Matrix. Vivere nella seconda coscienza � proprio lo
stato opposto a questo tipo di coscienza addormentata.
2. � vero che la meditazione pu� far perdere l'equilibrio se
una persona � un po'"debole? Quindi � vero o no che
bisogna stare molto bene in salute per meditare?
Quando la debolezza fisica o mentale � fuori del normale,
vale a dire nei casi di una seria malattia fisica o
mentale, � meglio farsi curare prima dagli specialisti,
medici, terapeuti, ecc. La MPA ha bisogno all'inizio di
una certa normalit� e capacit� ricettiva per incominciare
il viaggio di autoconoscenza. Una seria malattia potreb-
232

be creare anche un serio ostacolo per assimilare la


pedagogia del corso e percorrere liberamente la nuova
strada. Se invece la debolezza � normale, non grave
e non straordinaria, la pratica della MP per un breve
tempo al giorno e della seconda coscienza in alcuni
settori della giornata possono perfino coadiuvare al
completo recupero della salute e ridare nuove
energie al meditante.
3. Quando si interrompe la pratica della meditazione (per
malattia, stress, tensioni...) e la ripresa � molto faticosa,
cosa pu� aiutare?
Una soave pratica della seconda coscienza aiuter� a
risvegliare l'intuizione del centro dell'Essere. Il ricordo
di questa intuizione riaccender� il desiderio di
ritornare ai momenti forti di MP.
4. Perch� la meditazione ha tanta forza?
� la forza stessa dell'Essere in espansione e manifestazione.
� perci� che la pratica quotidiana della seconda
coscienza in alcune zone della giornata pervade di
energia anche queste zone. � anche la forza e la vitalit�
dell'unit� e l'armonia di una casa in ordine che non
sperpera inutilmente le sue energie.
5. Io pratico la meditazione attiva di cui parla Sri Aurobin-
do. Vedere Dio in tutte le cose, mantenere la mente sem
pre concentrata su Dio attraverso la ripetizione di mantra,
bhajans, letture di testi sacri, parlare del Signore,
ecc. Questo tipo di meditazione pu� portare la realizza
zione? Anche se si � sposati?
L'albero si riconosce dai frutti. Se la meditazione che
pratichi produce frutti buoni, sar� un buon cammino.
Nella tua domanda appaiono espressioni che suggeriscono
una frequente partecipazione mentale in quello che � il tuo
programma meditativo: parlare del Signore, letture, ecc.
Non intendo dire che questo non sia corret-
233

to, soprattutto se ti porta frutti di crescita e armonia globale,


tuttavia presuppone un certo sforzo mentale e una
disciplina che sicuramente non sar� facile mantenere
nella vita ordinaria di un uomo occidentale. La pratica
della seconda coscienza invece � assolutamente compatibile
con le nostre attivit� quotidiane, lavorative, familiari,
ricreative, ecc. Siamo solamente allenati a poco a
poco al come fare queste attivit�, cio� a rimanere pi�
svegli. Una volta che avrai l'intuizione del tuo centro o
sorgente interiore, (ordinariamente nei momenti forti
della pratica della MP), sar� facile e quasi spontaneo lasciarla
venire a galla fra le attivit� della giornata, attraverso
la seconda coscienza. Allora potrai essere in connessione
con la tua sorgente leggendo un libro, parlando
con altre persone, mangiando e giocando, poich� sarai
sempre pi� sveglio e meno addormentato.
234

Quarta parte
SUSSIDI PRATICI

16. IL DIARIO DI
AUTOCONOSCENZA
Posso assicurare, senza alcuna ombra di dubbio,
che con il corso ho fatto un salto di qualit�
in tutti i sensi, ottenendo risultati sorprendenti
per me, pur avendo esercitato altre tecniche
per circa tre anni.
Letteratura dell'Io
� stato detto che il contenuto di un diario personale �
�letteratura dell'io�. Oggi, come sempre, occupano un
posto rilevante nelle nostre culture le autodescrizioni e
autoriflessioni, sia nel campo della letteratura, come Il
Diario di Anna Frank, o i diari della scrittrice femminista
francese Anais Nin, sia nel cinema, che spesso ha
reminiscenze letterarie come nel film Il Diario di un curato
di campagna o, pi� recentemente, Il diario di Bridget
Jones, sia nel campo psicologico, com'� il noto insieme
di pratiche psicologiche autoanalitiche ideato da
Ira Progoff con il nome di Diario intensivo da cui prende
anche ispirazione la MPA. Perfino l'era di Internet si
� arricchita con queste esplorazioni interiori, per mezzo
dei numerosi siti contenenti Quaderni di bitacora.
Il Diario di autoconoscenza
Alla fine di un corso l'insegnante offre ai partecipanti
la pratica complementare del Diario di autoconoscen-
237

za1. Certamente, a questo tipo di sussidio si pu� applicare


il termine di �letteratura dell'io�, poich� si tratta di
descrivere la dinamica evolutiva dell'io attraverso le diverse
esperienze della via MPA, appena iniziata nella
breve esperienza di laboratorio che � il corso introduttivo.
� fuori dubbio che la pratica pi� importante per crescere
orientati verso la venuta del Padrone � il tempo
dedicato quotidianamente alla MP. Tuttavia, il DA �
una sorta di autoaccompagnamento del meditante attraverso
le vicende del suo personale viaggio interiore e
potr� essere utilizzato sia in privato sia, come vedremo,
in gruppo. Chi vuole intraprendere questo viaggio con
questo compagno di cammino assister�, talvolta sorpreso,
talvolta incuriosito e perfino sbalordito, al continuo
sviluppo della sua crescita personale. � un eccellente allenamento
per crescere nell'esperienza meditativa e nella
saggezza interiore. Non sar� poi difficile rispondere alle
domande di chiarimento che spesso altri meditanti,
amici o principianti, gli pongono, poich� il suo ritmico
contatto con i messaggi provenienti dalla sorgente interiore
e rispecchiati nelle pagine del DA, gli offriranno
sempre pi� dimestichezza nella gestione del viaggio interiore.
Possiamo presentare questo sussidio come dotato di
un corpo e di uno spirito.
Il corpo del Diario
IL corpo del DA � composto da un quaderno ad anelli
con quattro separatori dedicati alle quattro sezioni: temporale,
onirica, dialogica e spirituale.
1 D'ora in poi useremo DA per Diario di Autoconoscenza.
238

� anche utile che i fogli inseriti nelle quattro sezioni


siano colorati diversamente. Non � per niente difficile
trovare in cartoleria fogli per quaderni ad anelli in colori
diversi.
L'anima del Diario
Il DA ha un'anima, una vita che si sviluppa e cresce
man mano che introdurrete nelle sue sezioni le vostre
esperienze MPA. Certamente i diversi esercizi che abbiamo
offerto lungo le pagine di questo libro vi avranno allenato
per iniziare a introdurre vita nelle sezioni del DA.
Continuate il diario con grande libert�. Non c'� una
regola fissa. Nell'offrire questo sussidio ai meditanti
MPA non s'intende che hanno �un compito�: quello di
portare avanti il DA. Si tratta di mantenere una relazione
amichevole e piacevole con questo compagno di pellegrinaggio.
Ci saranno tempi e ritmi diversi per ognuno.
Non sentitevi in colpa se vi piace lasciare il DA in pace
per qualsiasi motivo, poich� la pratica non dovrebbe essere
forzata, artificiale o sgradevole. Anche per quanto
riguarda i diari pi� famosi e conosciuti talvolta passano
settimane e mesi senza che sia riempita una pagina.
Sezione temporale
La struttura essenziale della sezione temporale del
DA � la lista dei capitoli della vita che si � gi� fatta nell'esercizio
del capitolo 2. Se si ritiene opportuno modificare
un po'"questa lista, ad esempio aggiungendo un
determinato capitolo che prima non appariva cos� chiaro,
oppure sostituendone un altro, lo si potr� fare con
libert� e spontaneit�. In realt� il lavoro del DA consiste
nell'esplorazione dettagliata e approfondit� di ogni capitolo
di vita, in modo che l'insieme sia un tutto integrato
e armonico.
239
In ogni capitolo troverete una grande variet� di contenuto
da estendere e approfondire. Nell'esercizio dato
nel capitolo 9 per avvicinare la vostra infanzia c'� un
paradigma con diversi punti di ravvicinamento. Potete
usare questo paradigma anche per i restanti capitoli, ma
potete anche scoprire altri aspetti non elencati nel capitolo
dell'infanzia, come ad esempio la vostra professionalit�,
i vostri bisogni pi� importanti, i �momenti storici�,
le crisi, ecc.
Ogni capitolo si potr� anche dividere in sottocapitoli,
o tappe secondarie, che formano la storia delle diverse
fasi e della dinamica dell'intero capitolo. Ricorderete
che negli esempi dati nell'esercizio della lista dei capitoli,
alcuni dividevano l'infanzia o l'adolescenza in due
o tre sezioni.
Annotate sempre le date che ricordate in ogni tappa
della vostra storia, in ogni esperienza fatta, specialmente
nell'ultimo capitolo, ma non solo. In questo modo potrete
apprezzare pi� concretamente i vostri progressi attraverso
il tempo.
Sezione onirica
Troverete vere scoperte e tanta ricchezza se ogni tanto
lavorate in questa sezione, sia con un semplice e sobrio
racconto dei vostri sogni, sia portando un sogno ad
altre sezioni, soprattutto a quella del dialogo, per sviluppare
e approfondire il contatto con un vostro simbolo o
personaggio onirico. La semina onirica vi pu� anche dare
importanti soddisfazioni nel campo dell'autoconoscenza.
Ricordate anche com'� facile in questo senso
usare il metodo TTSD (Titolo, Tema, Sentimenti, Domanda)2
per una lettura breve e riassuntiva del sogno.
2 Cf. capitolo 7.
240

Sezione dei dialoghi


Questa sezione contiene ogni tipo di dialogo di autoconoscenza.
Ricorderete come si fanno gli esercizi di
dialogo con il bambino interiore. Cos� anche questo tipo
di esercizio meditativo vi fornir� una miniera di scoperte
in innumerevoli circostanze della vostra vita. Potrete,
ad esempio, fare un dialogo quando sentite che c'� un
incontro non concluso, oppure non fatto, con un'altra
persona e che vi piacerebbe aver fatto. Il dialogo vi aiuter�
anche ad assimilare e integrare momenti di intensa
emotivit� nelle vostre relazioni personali, dipendenze di
amore- odio, conflitti con colleghi...
C'� anche una forma di dialogo che pu� arricchire
notevolmente il vostro livello psichico e spirituale: il
dialogo di saggezza. Lo potrete fare con un personaggio
reale o simbolico, verso cui vi sentite attirati: un personaggio
storico, un guru, un santo, il Maestro interiore...
Voi stessi potrete anche incontrare un aspetto di voi
non ancora integrato (ricordate il dialogo con una parte
di s�): paura, rabbia, pigrizia, sensualit�... oppure un
aspetto positivo che volete sviluppare ulteriormente:
creativit�, senso artistico, capacit� relazionale.
Il dialogo si pu� anche amplificare al di l� di una relazione
strettamente personale con l'interlocutore, poich�
costui pu� anche essere non- persona. Ad esempio
potete dialogare con un evento della vostra vita, o con
un intero capitolo, oppure con la vostra professione, ecc.
Sezione spirituale
In questa sezione esplorerete e approfondirete le personalissime
fasi ed esperienze della vostra crescita spirituale
tramite la MP. Troverete, cos�, come determinati
aspetti del mondo spirituale possono essere adatti al vo-
241

stro peculiare modo di essere e di meditare, cio� qualcosa


di tipicamente vostro che mai troverete nei libri per
tutti.
A differenza delle altre sezioni, che ordinariamente
si nutrono e crescono in sintonia con un tempo presente
(annotare il dialogo proprio mentre si svolge nel presente,
scrivere il sogno appena avuto...), la sezione spirituale
potr� registrare le vostre annotazioni in tempo passato,
proprio perch� si tratta di una riflessione o di una breve
nota su qualcosa gi� avvenuto, ad esempio il frutto che
avete osservato in questa o quella giornata proveniente
dalla meditazione, scoperte sulla posizione corporale di
meditazione, su come trattare la vostra mente o la
vostra emotivit� durante la meditazione, ecc.
Domande
Alle domande che vengono in seguito si potrebbe rispondere
con questa sola frase: �Pratica con il DA e da
solo troverai la risposta�. Infatti, sono quasi tutti interrogativi
che hanno come sfondo una necessit� tipica specialmente
dei principianti: trovare una guida nel proprio
pellegrinaggio. Sono consapevole che oggi � sempre pi�
difficile trovare un vero �guru� in questo senso. Ma il
DA, sia praticato da soli sia in una condivisione di gruppo
(lo vedremo nel prossimo capitolo), si riveler� spesso
un eccezionale consigliere e compagno di camminata.
1. Che tipo di esperienza ho fatto? Non ho mai praticato
la meditazione, n� mi sono mai interessato a questi
problemi. Ho frequentato saltuariamente una casa di
ritiro in montagna. Mi sento in ricerca ma non vorrei
essere suggestionato.
Hai scelto di fare un'esperienza che ti offre un cammino
di crescita per conoscerti pi� profondamente e trova-
242

re chi sei. Ora sta a te scegliere liberamente di iniziare


questo viaggio, allo stesso modo che liberamente (spero)
hai scelto di fare il corso introduttivo. Ti raccomando
di praticare, specialmente i primi mesi, l'esperienza
del DA. Sicuramente questo sussidio ti aiuter� a chiarire
e integrare, proprio a base di esperienza, il tuo interrogativo
che � tipicamente emotivo e mentale.
2. Finalmente, dopo pi� di vent'anni di attesa, sono venuta
al corso. Finora � stata un'esperienza molto positiva,
per� io la paragono al matrimonio: in realt� inizia dopo
che gli invitati alla festa se ne vanno.
Certo, il cammino vero e proprio della MPA inizia
quando finisce il corso. C'� per� un testimone, nello
stesso tempo saggio e consigliere, che camminer�, se tu
vuoi, accanto a te anche quando gli invitati ti hanno lasciato:
il Diario di autoconoscenza.
3. Mi sento liberata e mi sento gi� un po' "felice, senza an
cora essere entrata nel centro della meditazione.
Sarai ancora pi� felice e liberata quando, attraverso
l'esperienza della regolare pratica della MP e la conferma
della tua crescita trascritta nel DA, scoprirai sempre
di pi� il grande segreto che si cela dentro: chi sei.
4. Vorrei sapere se c'� la possibilit� di scriverle, sia per
raccontare i traguardi raggiunti sia per avere delle ri
sposte. Grazie da parte delle due persone che sono in
me, bambina interiore e adulta.
Il mio ruolo tra voi � solo quello di essere un vigile
urbano del traffico spirituale. Tutto quello che desideri
scrivere e raccontare lo potrai fare praticando con il DA.
Egli risponder� in modo molto adatto e creativo ai tuoi
interrogativi, ad esempio negli esercizi di dialogo. Ma
potrai anche chiedere chiarimenti e risposte al nostro sito
internet: www. mpa- net. it.
243

17. IL PROGRAMMA DI MPA


Che cosa mi � successo? Saprei spiegare solo
che tramite la Meditazione, ho una particolare
pace... Mi sento in pace. Una pace inspiegabile,
dove prima erano solo dolore e lacrime.
La MPA come via
La MPA non � solo un metodo, ma una via verso il
centro dell'Essere umano, una via che abbraccia diversi
metodi e modi per fare il pellegrinaggio della vita. Questo
capitolo � dedicato a una breve ricapitolazione, concreta
e pratica, delle tappe e passi di questa via. Allo
stesso tempo ho cercato di rispondere, attraverso la ricapitolazione,
alle domande pratiche che i partecipanti ai
corsi pongono di solito l'ultimo giorno dell'esperienza
che li ha introdotti nella via.
Lo schema essenziale
Dopo aver fatto la discesa a �zero� e l'invocazione,
lo scopo della meditazione, tramite l'iniziale ripetizione
del NS, � la grazia dell'unione con la sorgente dell'Essere,
per poter cos� realizzare il grande fine dell'esistenza:
essere ci� che veramente siamo, vivere svegli nella
gioia e nella pace della seconda coscienza e del regno
dell'Essere.
Nella pratica � pi� facile abbinare il NS al ritmo del
respiro e distribuire la pronuncia delle sillabe in modo
che la prima met� sia pronunciata nell'inspirazione e la
244

seconda met� nell'espirazione. Tuttavia non va dimenticato


che il NS � solamente un aiuto per mantenere la
coscienza desta e in totale silenzio. Man mano che la
pronunzia del NS diventa una silenziosa esperienza di
unit� con il centro dell'Essere, il piccolo seme NS diventer�
perfino un ostacolo fra noi e l'Essere stesso.
Questo � lo stadio in cui il NS dovr� essere abbandonato
per la realt� che rappresenta. Allora la meditazione diventer�
sempre di pi� il �grande silenzio�, inizio della
propria avventura trasformante.
Da questo stadio in poi si consiglia di pronunziare il
NS solamente in questi casi:
� quando la mente � distratta oppure addormentata;
� quando si sente un intenso desiderio di pronunziarlo (de
vozione).
Terminare sempre la meditazione con una silenziosa
volont� di espandere a tutti il frutto raggiunto (benedizione).
Se si pratica anche con il Diario di autoconoscenza,
annotare poi nella sezione spirituale eventuali
scoperte e aiuti per la propria crescita spirituale.
Durata della meditazione
La meditazione profonda non dovr� oltrepassare la
mezz'ora. Altri esercizi per mettere ordine e fare pulizia
nella nostra casa interiore potranno prolungarsi di pi�,
come si indica nei corrispondenti capitoli di questo libro.
La norma � che quando non si fa la discesa a zero
completa (quando si usa solamente uno dei tre livelli) si
pu� prolungare l'esercizio per il tempo necessario. Ma
nell'ultima meditazione, quella definitiva chiamata meditazione
profonda vera e propria (MP), la durata ottimale
� di trenta minuti circa. Per prolungare questo tempo
si consiglia di chiedere il parere di un esperto, cio�,
245

una persona che mediti da parecchi anni. Tuttavia si potranno


inserire nella giornata vari periodi di mezz'ora o
di venticinque minuti di meditazione, secondo le possibilit�.
La ragione di questa norma � che, se un principiante
prolungasse senza limite la sua esperienza di silenzio
totale, potrebbe facilitare alla sua dimensione
meno conscia la fuoriuscita improvvisa di elementi psichici
prima rimossi, causandogli confusione e disorientamento.
Questo � anche il caso di alcuni metodi orientali
nei quali i meditanti talvolta si spaventano con visioni
ed esperienze di tipo allucinatorio. Invece, nulla di
questo genere pu� succedere a chi si prefigge di meditare
per venticinque o trenta minuti una o due volte al
giorno. Tutti i benefici elencati in questo libro come
frutto della MP potranno essere sperimentati impiegando
questo tempo standard di meditazione. Ovviamente,
la regolarit� e la paziente fedelt� quotidiana ai tempi
prefissati � condizione essenziale.
Luogo
Si consiglia di fare la meditazione sempre nello stesso
luogo. Anche con un minimo di capacit� percettiva spirituale
si pu� avvertire che determinati luoghi dove si prega
o si medita sono carichi di atmosfera e vibrazione spirituale.
Un tempio e un garage vuoto, che abbiano le
stesse dimensioni spaziali, visitati da un cieco, saranno
senz'altro percepiti l'uno come un luogo santo (tempio)
e l'altro profano (garage). Inoltre, il proprio luogo di meditazione
dovr� essere un posto dove si abbia l'assoluta
garanzia di non essere interrotti durante l'esercizio. Se
non si ha questa garanzia nella propria casa, vale la pena
di cercare nella citt� un posto tranquillo e silenzioso. Perfino
le metropoli pi� rumorose hanno delle chiese o parchi
dove � possibile meditare in silenzio. Sar� anche be-
246

ne non essere preoccupati per il termine dell'esperienza.


A questo scopo aiuter� avere vicino un timer che avvisi
soavemente del termine della meditazione.
Posizione
Deve essere comoda e stabile. Questi sono i due epiteti
classici usati dai maestri per indicare la migliore posizione
meditativa. Talvolta persone con disturbi alla
schiena chiedono se si pu� meditare sdraiati. Certamente
questa posizione � ammessa sia dai maestri orientali
(savasana) che occidentali (sant'Ignazio di Loyola)3. La
posizione swari, cio� inginocchiati con o senza sgabello,
(vedi figura con misure standard), seduti sui talloni e
mantenendo sempre la schiena dritta, � delle migliori
per un occidentale. Quando i principianti usano la posizione
swari senza sgabello, � consigliabile aiutarsi con
una coperta arrotolata o un cuscino posto sotto i talloni,
per evitare un blocco di circolazione sanguigna che potrebbe
addormentare le gambe e causare difficolt� al
momento di mettersi in piedi. In caso di difficolt� si
pu� anche meditare seduti su una sedia dura, come si fa
nei corsi introduttivi cercando sempre di mantenere la
schiena dritta senza tensione.

Posizione swari

IGNAZIO DI LOYOLA, Esercizi spirituali, n. 76.


247

Tempo propizio
Le primissime ore del mattino oppure le ultime della
sera. Ad alcuni piace alzarsi nel mezzo della notte per
meditare. Un consiglio alle persone che lavorano e vogliono
iniziare la via MPA: non troverete mai il tempo
per meditare! Non esiste nella nostra societ� tale gemma:
lo dovete creare da voi! Ma se volete seriamente
progredire non lasciate mai la pratica di almeno una
meditazione al giorno. In casi eccezionali baster� meditare
per dieci oppure cinque (!) minuti. L'importante �
scandire un ritmo costante di meditazione. Una volta
iniziato, non sar� difficile lasciarsi portare da questo ritmo.
Come succede con i ritmi corporali - nessuno pu�
prescindere dal mangiare e dormire una volta al giorno,
ma se lo fa nota che qualcosa gli manca quel giorno -
cos� dovr� succedere con il nutrimento del vostro spirito
che � la MP. Se un giorno l'avete saltato e notate che
qualcosa di importante manca nella vostra giornata, allora
mi congratulo con voi: � il test migliore per accertare
che il giusto ritmo meditativo � entrato a far parte
della vostra vita.
La meditazione in gruppo
Alcuni preferiscono iniziare il viaggio meditando in
gruppo. Il gruppo non � indispensabile, per� certamente
esso pu� essere un buon aiuto. Talvolta vengono a partecipare
al corso gruppi di amici o familiari e cos� risulta
ancora pi� facile aiutarsi poi meditando in gruppo.
Vi dir�, tuttavia, una mia osservazione importante:
meditare insieme aiuta nella misura in cui si tratta di un
gruppo omogeneo, cio� di un gruppo che segue la stessa
pedagogia e metodologia e che quindi ha gli stessi specifici
scopi. Quasi sempre il gruppo � d'intralcio quando
248
mancano le precedenti condizioni. Oggi non � difficile
trovare similitudini in alcuni metodi di meditazione, soprattutto
se si tratta di una meditazione che coltiva il silenzio
mentale. Ma le diverse particolarit� di ogni via
vanno rispettate. Nel momento in cui i meditanti che seguono
vie e metodi diversi (bench� abbiano punti di somiglianza)
si mettono insieme, non sar� facile trovare
una vera e propria armonia e un vero aiuto per tutti, poich�
non tutti rispetteranno fino in fondo le tipicit� di
ogni via. Nel caso di un gruppo omogeneo di MPA, il
Diario di autoconoscenza praticato dai diversi membri
pu� essere anche un aiuto stimolante tramite lo scambio
dei diversi contenuti ed esperienze, liberamente manifestati.
Un buon programma per iniziare
L'inserimento di due tempi di meditazione al giorno
di venti- trenta minuti di durata, la mattina presto e la
sera prima di dormire, sarebbe un ottimo programma
per iniziare. Gli esercizi di pulizia psichica interiore,
che abbiamo indicato come preparatori alla MP, si potranno
praticare, se si ritiene necessario, in uno di questi
due tempi. La MP vera e propria non dovrebbe mancare
nessun giorno. Dopo alcuni mesi di pratica, se si avverte
il desiderio di progredire nella MP e fare di essa un vero
cammino di crescita, pu� essere utile fare l'esperienza
del corso di approfondimento, dedicato intensamente alla
pratica continua della meditazione silenziosa.
Il corso di approfondimento � pi� esigente e silenzioso
di quello introduttivo. Si esige dai partecipanti l'aver
praticato la MP per un tempo congruo e l'intera esperienza
si svolge in assoluto silenzio, dedicando le giornate
esclusivamente alla pratica continua della MP in
sedute di mezz'ora, con intervalli regolari di passeggiata
249

e marcia meditativa. La mattina presto si praticano anche


alcuni esercizi classici di Hatha- Yoga per mantenere
il corpo flessibile e armonico.
Alimentazione
Si consigliano i cibi semplici e sani (frutta, legumi...).
Con la pratica della meditazione e una prudente
sperimentazione ognuno sentir� quali sono i cibi pi�
adatti al suo sviluppo psicofisico- spirituale. Il digiuno
a pane e acqua in alcuni periodi pu� anche aiutare, ma
sempre entro i limiti della prudenza e praticato nel modo
giusto.
Talvolta, quando esco in strada e il semaforo verde si
accende, insieme alla folla mi affretto verso l'altro marciapiede
prima che il cerchietto arancione inizi a lampeggiare.
Allora incrocio un'infinit� di volti, giovani e
vecchi, tristi e gioiosi, poveri e ricchi... e penso alla loro
sorgente interiore. Ci sar� tra loro qualcuno o qualcuna
che conosce il suo segreto pi� profondo e lo vive?
Avranno avuto anche una minima esperienza, un sospetto,
una pallida intuizione di ci� che �Ȼ l� dentro? Spesso,
attraverso il volto, si pu� percepire una casa senza
troppi problemi oppure in totale disordine o addirittura
in fiamme... Come sarebbe stupendo che tutti conoscessero
e vivessero il loro segreto e camminassero per le
strade del mercato come il contadino zen4!
Ma si devono rispettare tutti i livelli di coscienza e le
diverse et� di sviluppo spirituale. Perci�, quando alla fine
dei corsi introduttivi vedo la gente felice e desiderosa
4 Cf. l'inizio del capitolo 14 e la nota 15.
250

di iniziare l'avventura del viaggio dell'uomo, ricevo uno


dei regali pi� preziosi che un essere umano pu� ottenere
in questa vita. In una di queste occasioni alla fine di un
corso, mi hanno consegnato questo biglietto anonimo
(firmato soltanto con una umile �A�):
�Questa non � una domanda, ma un ringraziamento.
Un ringraziamento per questa cosa bellissima che si
chiama corso di meditazione. La prego, non smetta
mai. Lo so che ventisei anni di corsi sono lunghi, ma
c'� ancora bisogno... molti di noi ne hanno bisogno e
molti altri non sanno ancora di averne. Lasci lo spiraglio
della speranza a quanti cercheranno...�.
Ho omesso poche parole che non cambiano il senso
del messaggio. E ora rispondo a questa che non � una
domanda.
Carissima/ o �A�,
ora, che sto per finire questo libro, non ho lasciato
indietro ventisei anni di corsi, ma trentadue. Tutto quanto
dici nel tuo ringraziamento lo dico io a te e a tutti
coloro che, lungo questi anni, hanno partecipato ai corsi
MPA. Grazie per questa esperienza bellissima che � stata
vedervi attenti e ricettivi, ascoltare i vostri quesiti, vedervi
piangere, e sentire lo scoppio delle vostre risate
divertite riempire la sala. So che molti devono ancora
aprire il loro orizzonte spirituale e che altri neppure sanno
di averlo. Perci� ti confido un mio esercizio che faccio
nel tram e nei bus della mia citt�. Cos� potrai farlo
anche tu. Mi piace vedermi attorno tanti volti anonimi,
ma allo stesso tempo li sento vicini, come fossero una
grande famiglia anonima. Allora, silenziosamente (per
non essere portato in manicomio se lo facessi ad alta
voce), li benedico cos�: �lo sono tuo padre, tua madre,
tuo fratello, tua sorella, tuo figlio, tua figlia... Tu sei mio
padre, mia madre, mio fratello, mia sorella, mio figlio,
251

mia figlia. Qualcosa di me � in te e qualcosa di te � in


me... e qui e ora, in mezzo a noi, c'� il grande Mistero�.
Lo spiraglio di speranza � sempre aperto e quando
nel corso seguente vedo i nuovi volti ancora sconosciuti
sento passare lo spiraglio anche attraverso di me. Forse
in futuro gli abitanti del nostro pianeta guarderanno indietro
e, vendendo i nostri secoli che orgogliosamente
chiamiamo sviluppati, diranno: �Come mai non avevano
scoperto il vero senso della vita e il loro vero Essere?�.
Scoprire chi siamo, come tu, caro/ a �A�, hai sicuramente
sperimentato, non � cos� difficile. Alcuni lo hanno
scoperto tanti secoli fa. Sono i pionieri dello spiraglio
della speranza.
Sembra che anche Diogene, il leggendario filosofo e
saggio dell'antica Grecia, lo avesse scoperto. Si dice che
un giorno, un ricco personaggio della corte dell'imperatore
lo trov� seduto sulla soglia di una vecchia casa,
mentre mangiava tranquillamente una minestra di lenticchie,
l'alimento pi� povero e miserabile di tutta la citt�
di Atene. Il cortigiano si ferm� davanti a lui e gli disse:
�Povero Diogene! Quando imparerai a essere pi�
sottomesso all'imperatore, a lusingarlo ed essere un cittadino
normale, come tutti noi! Allora saresti ricco e non
dovresti alimentarti solo di lenticchie�. Diogene smise
per un momento di mangiare, alz� la testa e fissando il
suo interlocutore gli rispose: �Povero cortigiano! Quando
imparerai a mangiare una minestra di lenticchie! Allora
saresti un vero uomo libero, non dovresti essere sottomesso
all'imperatore n� lusingarlo e, meglio ancora,
scopriresti chi sei!�.
Per tanti dei nostri concittadini �normali� la MPA
suona un po'"da minestra di lenticchie. Tuttavia e malgrado
tutte le ombre del nostro pianeta, lo spiraglio c'�.
Perci� penso che anche le parole di Carl Rogers, sebbe-
252

ne riferite ai giovani psicologi del futuro, entrino a far


parte dello spiraglio: �Forse possiamo sperare che, fra
la prossima generazione di psicologi pi� giovani, liberi
da proibizioni e da resistenze universitarie, ci siano alcuni
che osino correre il rischio di investigare la possibilit�
che esista una realt� autentica, non questa aperta a
nostri cinque sensi; una realt� nella quale il presente, il
passato e il futuro sono mescolati, nella quale lo spazio
non � una barriera e nella quale il tempo � sparito, una
realt� che si pu� percepire e conoscere solamente quando
siamo ricettivi passivamente, invece di quando siamo
attivamente risoluti a ottenere conoscenza. Questa � una
delle sfide pi� appassionanti proposte alla psicologia�5.
Io direi che � anche sfida per ogni sincero ricercatore
dell'orizzonte spirituale.
Domande
1. Il grande io e il nostro Essere o centro vitale luminoso
sono la stessa cosa?
Certamente. Ci sono nomi diversi che indicano la
stessa realt�, non priva di mistero: l'Io, l'Essere, Centro
divino, Scintilla divina, Immagine di Dio, S�, Sorgente
interiore... Ma l'importante � vivere la realt� che questi
nomi rappresentano.
2. Chiedo suggerimento per stare in silenzio
durante la
MP, quando i vari pensieri non si placano, con il risul
tato di contemplare le forme- pensiero invece del centro
divino. Esiste una tecnica particolare per fare il silenzio
vero?
5 Citazione da M. e J. EMMONS, Terapia meditativa, Descl�e de Brou-
wer, Bilbao 2005, p. 15.
253

Si, la MPA. Se il maggiordomo osserva i pensieri, i


pensieri perdono la loro forza perch� non possono sussistere
che insieme a un maggiordomo addormentato. Perderanno
il potere nello stesso istante in cui ti metti a osservarle.
Osserva i pensieri, non cercare di sopprimerli o
lottare contro di loro, poich� questo sarebbe dar loro
energia e vita. Osserva la tua mente vuota o piena, ben
rilassato, a livello zero, e vedrai come le forme pensiero
perdono volume e finiscono per morire. Questa � la tecnica
che cerchi per fare il silenzio vero. Cos� non �farai�
il silenzio ma il silenzio �accadr� in te.
3. Sono un'insegnante di scuola dell'infanzia. Vorrei tanto
aiutare alcuni miei piccoli alunni a rilassarsi per alleviare
le sofferenze e i disagi che, nonostante la giovane
et� (da quattro a sei anni) hanno. � possibile? Pu� darmi
delle indicazioni?
Ritengo che uno dei compiti dei meditanti attuali sia
avviare le future generazioni all'insegnamento della meditazione.
Esistono per� poche iniziative e poca bibliografia
sul tema6. Alcuni insegnanti di scuola elementare,
media e superiore, hanno partecipato ai nostri corsi, e
poi tentato per conto loro di trasmettere qualche tipo di
esperienza meditativa ai loro allievi (ad esempio insegnando
a rilassarsi). Penso che dobbiamo prendere molto
sul serio questo punto. Una pedagogia della MPA per le
giovani generazioni � attualmente allo studio a carico di
una commissione dei nostri insegnanti. Ma � ancora allo
stato di sperimentazione. Ho appreso che quando i
bambini in famiglia vedono meditare i grandi, talvolta si
sentono incuriositi e chiedono di imparare: � questa
un'ottima occasione per iniziarli con semplicit� e pru-
6 Vedere, alla fine, la bibliografia consigliata per insegnare MPA a
bambini e adolescenti.
254

denza, ovviamente in modo adatto alla loro et� e con un


linguaggio accessibile alla loro capacit� mentale.
4. L'eucaristia � una meditazione?
L'eucaristia � un sacramento centrale della religione
cattolica, � il nutrimento spirituale principale per molti
fedeli cristiani. La MPA non � vincolata a una determinata
religione. Tuttavia una persona con una fede confessionale
pu� arricchire la sua pratica religiosa praticando
la MPA e scoprendo significati e dimensioni prima
ignorate o talvolta vissute in modo superficiale.
Quindi, un cattolico che pratichi la MP pu� anche vivere
l'eucaristia e altri sacramenti pi� pienamente e profondamente.
5. � favorevole a creare un luogo di scambio via e- mail
(esperienze, disagi, paure, bei racconti, poesie, consi
gli...) di meditanti che seguono il metodo che ci sta inse
gnando?
La MPA ha gi� un sito internet, con e- mail incluso e
diverse informazioni: www. mpa- net. it.
255

BIBLIOGRAFI
A
Introduzione alla Meditazione Profonda
� In questa sezione si trovano alcuni dei miei libri pi
rappresentativi della genesi e dello sviluppo deli
MPA.
BALLESTER M., Iniziazione alla Meditazione Profonda
Edizioni Messaggero, Padova 20053. � il primo libro
contenente una iniziale configurazione della via che
negli anni successivi, � diventata la MPA. Contiene anche
esercizi e metodi utili per l'attuale metodologia introduttiva.
� Verso l'altra sponda, Paoline, Milano 2000. Descrive
diversi aspetti dell'ultima tappa di un corso di inizia
zione alla MPA, specialmente quelli collegati alla ri
cerca e pronunzia del Nome supremo, fino ad arrivare
alla sponda del totale silenzio interiore.
� Cos� medita la gente, Edizioni Messaggero, Padova
2004. Questo libro raccoglie testimonianze dirette dei
partecipanti ai corsi di MPA prese da tutte le et�, con
dizione sociale e livello spirituale.
� L'Ombra del meditante, in �Appunti di Viaggio� 46
(2000), pp. 17-24. L'articolo espone la dimensione
�ombra� inerente a ogni essere umano, quindi a ogni
meditante. Testi della Bibbia ed esempi di altre tradi
zioni spirituali, insieme a un breve approccio di C. G.
Jung sull'ombra, completano la riflessione su questo
argomento.
257

Alcuni studi sulla MPA


� Si tratta di opere di carattere universitario fatte sul te
ma MPA oppure approfondendo qualche aspetto parti
colare di questa via.
PEDRETTI A., La Preghiera Profonda in alcuni autori contemporanei,
Angelicum, Roma 1996. Si tratta della tesi
elaborata dall'autore per la licenza in teologia nella
Pontificia Universit� San Tom maso (Angelicum). La
stessa denominazione di �preghiera� apparsa nel titolo,
indica lo stato ancora iniziale della via MPA, quindi �
presentata e comparata con altre vie meditative in una
dimensione nettamente confessionale di fede cristiana.
PILERI M., Psicoterapia e Meditazione Profonda in dialogo,
Edizioni Universitarie Romane, Roma 1998. L'autrice
� psicoterapeuta specializzata in training autogeno
e insegnante MPA. Il libro fa un excursus sulla meditazione
attraverso le tradizioni spirituali e un particolare
studio sulla MPA e il training autogeno di Schultz. Mostra
poi affinit� e divergenze tra il TA e altre psicoterapie
brevi e la MPA.
STELLA P., Difesa sociale e rieducazione del minore, Ce-
dam, Padova 2001. Le ricerche dell'autore intorno alla
rieducazione del minore, sono frutto dei suoi studi di
giurisprudenza durante il corso del suo dottorato. La
MPA � presentata tra le moderne e collaudate metodologie
di riabilitazione, proposte anche per il carcere minorile.
Per la limpidezza del livello psichico
� Attualmente sul mercato si trova una pluralit� di opere
che possono sintonizzarsi con gli esercizi presentati in
questo libro per purificare il livello psichico. Qui pre
sento solamente una breve lista, particolarmente colle
gata con i diversi aspetti trattati su questo argomento.
258

BONET J. V., Aversi a cuore, CVX, Roma 19983. Il sottotitolo


di quest'opera: Sulla stima e l'amicizia con se stessi,
indica con chiarezza l'essenza del suo contenuto. Lo
stile dello scritto � permeato di simpatia, positivit� e
spontaneit�. Sono analizzati i segni che confermano
sia l'autostima che le possibili incrinature di questo importante
asse della nostra emotivit�. Si offrono strategie
e suggerimenti per la guarigione, il rinforzo, il rispetto
e l'amore di s�.
BRADSHAW J., Come ritrovarsi, Sperling & Kupfer, Milano
1993. In quest'opera si potr� trovare e approfondire
quanto riguarda l'incontro con l'infanzia e l'adolescenza.
Bradshaw � noto in America per le sue opere e i programmi
televisivi che riguardano la guarigione e il ricupero
del Bambino interiore. Anche in queste pagine si
troveranno esercizi ai quali sono ispirati quelli proposti
dalla MPA per l'integrazione dei capitoli dell'infanzia.
DE MELLO A., Sadhana, Mondadori, Milano 1998. L'autore
offre una collana di esercizi di rilassamento e di visualizzazione,
utili per la tappa di pulizia emotiva, preparatoria
al silenzio mentale. Anthony De Mello, universalmente
conosciuto per i suoi libri di esperienza
spirituale e pensiero positivo, tenne corsi e ritiri nel
Centro spirituale Sadhana, nei pressi di Bombay. E fu
chiamato a condurre seminari e corsi di esercizi spirituali
in tutto il mondo.
FREITAG E., Il subconscio, centrale d� energia, Meb, Padova
1992. Il dottor E. Freitag, psicologo tedesco, usa nelle
sue terapie la suggestione e l'ipnosi con straordinari
successi in questo campo. Il libro qui presentato � un
eccellente consigliere sulla via verso la limpidezza interiore
e l'orientamento verso il centro dell'Essere. Le
tecniche ripetitive usate dalla MPA nella pratica dell'invocazione,
sono state ispirate anche dai metodi di
Freitag.
259

ROWAN J., Scoprite le vostre personalit�, Astrolabio, Roma


1995. L'autore, noto psicologo, ci fa vedere come dentro
di noi coabitino diverse sottopersonalit� consegnandoci
delle piste e numerosi esercizi per scoprire chi sono
e cosa fanno. � quindi un ottimo sussidio per approfondire
l'argomento dei �piccoli io� dentro di noi.
Per la limpidezza delle energie e
delle forze meno coscienti
� Anche in questo campo esistono numerose opere, non
tutte della stessa qualit�. Qui si offrono due possibilit�
di contatto e di integrazione delle nostre energie che,
nel linguaggio tipico della MPA, possiamo dire appartenenti
ai �piani di sotto�.
BALLESTER M., Meditare un sogno, Edizioni Messaggero,
Padova 20053. Nel presente libro, che ho citato specialmente
nel capitolo dedicato alla meditazione dei sogni,
offro numerosi esercizi per aprire i contatti con i piani
inferiori della nostra casa interiore. Invito a una amicizia
e accettazione dei nostri sogni, a saperli memorizzare,
leggere e meditare: un'arte, questa, che pu� favorire
una vita pi� umana, pi� felice, pi� piena.
CARTWRIGHT R., Il sogno nei periodi di crisi, Astrolabio,
Roma 1993. Nei momenti di crisi, quando un divorzio,
la morte di una persona cara, una malattia grave, un
licenziamento, minacciano l'armonia della nostra casa
interiore e la nostra autostima, i sogni si rivelano preziosi
alleati. Questo libro aiuter� a entrare in contatto
con le nostre emozioni pi� intime tramite i sogni e ci
provvede di strategie per superare le crisi e adattarci ai
cambiamenti.
FURLAN G., Yoga, armonia, potenza, saggezza, Edizioni
Mediterranee, Roma 1999. Tra i numerosi libri sullo
Yoga Hatha, il pi� accessibile e consigliato ai meditanti
260

MPA e semplicemente praticato nei corsi di approfondimento,


l'opera che presentiamo � specialmente adatta
ai nostri meditanti, per la conoscenza teorico- pratica
che l'autore ha della via MPA, insieme a Elisabetta
Furlan, anche lei autrice di libri e insegnante di Yoga.
In questo libro, frutto di quarant'anni di esperienza nel
mondo dello Yoga, il maestro Giorgio Furlan, direttore
dell'Accademia Yoga di Roma, una delle pi� importanti
e conosciute scuole di Yoga in Italia, mostra in modo
semplice e chiaro le varie fasi delle posizioni yoga.
Procedendo per gradi, l'allievo riuscir� cos� a conseguire
in modo pi� profondo i benefici che le diverse posizioni
arrecano al corpo e alle nostre energie meno coscienti.
Per la limpidezza del livello mentale
� L'ultima tappa della via MPA � dedicata alla limpidezza
della nostra mente e al distacco dai nostri pensieri.
Bench� in altre occasioni ho raccomandato i libri di
zen, poich� dedicati direttamente a questo argomento,
tuttavia lo zen, per il rigore e la severit� dei metodi
usati nelle diverse scuole, � adatto a un determinato
tipo di individui. La MPA vuole essere una via adatta
all'uomo universale, senza distinzione di cultura, estrazione
sociale o religione. E per questo motivo che indico
qui due opere che ritengo abbiano queste caratteristiche.
KABAT- ZINN J., Dovunque tu vada, ci sei gi�, Tea, Milano
2001. Secondo l'autore, per consentirci di avere piena
coscienza della situazione in cui ci troviamo dobbiamo
imporci una pausa per inquadrare il presente. � solo
allora che potremo cogliere l'attimo, impararne l'insegnamento
e continuare. In questo senso l'autore � in
totale sintonia con l'insegnamento di Eckhart Tolle e
della MPA. Questo libro tratta appunto della �consape-
261

volezza�, della capacit� di cogliere l"�adesso� della nostra


vita e della necessit� di non essere continuamente
proiettati verso il passato o il futuro. � quindi un ottimo
sussidio per approfondire l'argomento della limpidezza
mentale. Solo grazie alla meditazione, che vuol dire
semplicemente essere presenti a se stessi, possiamo vivere
invece che lasciarci vivere.
TOLLE E., Il Potere di Adesso, Armenia, Milano 2004. Ampiamente
accettato e divulgato in tutto il mondo, questo
libro � particolarmente in sintonia con la via MPA.
L'insegnamento di Eckhart Tolle, maestro spirituale
occidentale contemporaneo, non fa parte di alcuna tradizione
o religione ma ugualmente non esclude alcun
sentiero. Insegna a vivere il �qui e ora� e a sentirsi in
unione con tutto ci� che esiste. Speciale attenzione �
data alla limpidezza mentale, offrendo dei saggi consigli
ed esercizi pratici per la non identificazione della
coscienza con le diverse problematiche presentate dall'alleanza
mente- emotivit�. L'autore indica anche in
modo chiaro e con uno stile accessibile a tutti la via
verso il centro dell'Essere. Nella stessa casa editrice
ha pubblicato Come mettere in pratica il potere di
Adesso e Parole dalla quiete, che ambedue sono riassunto
e approfondimento dello stesso argomento.
Per la meditazione di bambini e adolescenti
Come si � indicato nelle risposte date ai partecipanti ai
corsi specialmente interessati all'insegnamento della
meditazione ai bambini e adolescenti, non esiste una
abbondante bibliograf�a su questi argomenti. I libri riportati
qui sono solamente un saggio di suggerimenti
intorno al tema, poich� al momento presente non si trova
una struttura pedagogica vera e propria della meditazione
per bambini e adolescenti.
262

APRATO C, Armonia psicof�sica, Centro di benessere psicofisico,


Rivarolo (To) 1991. Bench� non esclusivamente
dedicato ai bambini e agli adolescenti, il libro �
frutto di anni di ricerca e sperimentazione sull'insegnamento
meditativo psicof�sico. Una interessante originalit�
di quest'opera � l'indicazione di brani musicali che
possono coadiuvare il rilassamento e l'armonia durante
la pratica degli esercizi. Ogni esercizio pu� essere guidato
da un insegnante esterno oppure eseguito in modo
autonomo. Nella prima parte si cerca anche di individuare
alcune delle situazioni pi� comuni che determinano
disarmonia e squilibrio energetico e di introdurre
a grandi linee tecniche di armonizzazione psicofisica.
BIGI R. - PILERI M., lo respiro, tu respiri, noi ci ispiriamo,
Appunti di viaggio, Roma 1999. Le due autrici, la professoressa
Rita Bigi e la dottoressa Marzia Pileri, hanno
un contatto diretto con il mondo meditativo. Bigi essendo
insegnante, ha escogitato una sorta di meditazione
per i ragazzi basata sulla concentrazione del respiro e
la successiva apertura alla creativit� poetica. Marzia Pi-
leri, gi� citata in questa bibliograf�a come insegnante di
MPA e psicoterapeuta, inserisce esercizi e consigli provenienti
dal campo psicologico adatti all'insegnamento
della meditazione per bambini e adolescenti. Ecco
quindi un libro che si rivolge in particolare agli insegnanti,
animatori di gruppi giovanili, catechisti, educatori
e genitori, perch� trova una chiave di accesso per
fare emergere soavemente nei bambini l'esistenza di un
�io� pi� vero, centrale e profondo, quello che in chiave
MPA sarebbe il Padrone della casa interiore.
FONTANA D. - SLACK I., La meditazione per i bambini,
Astrolabio, Roma 1999. Destinato ai genitori, agli insegnanti
e a tutti gli adulti che sono a contatto con i giovani
e i bambini, questo libro istruttivo e piacevole
vuole offrire un bagaglio di conoscenze e di esperienze
263

sul modo di rendere accessibile, piacevole e preziosa la


meditazione per i bambini.
MURDOCK M., L'immaginazione guidata con i bambini e
gli adolescenti, Astrolabio, Roma 1989. Esercizi utili
per sviluppare l'intelligenza, la creativit� e il senso artistico,
poetico e simbolico di bambini e adolescenti. Il
libro � permeato anche di continue testimonianze degli
stessi bambini e di consigli per i genitori. Come indica
il titolo, gli esercizi sono impostati sull'uso dell'immaginazione,
in modo simile a quelli proposti da De Mello
nel citato Sadhana.
264

INDICE
PREFAZIONE (Anna Lorizio) pag. 7
INTRODUZIONE � 13
L'Auditorium � 13
Un po' ' di storia � 15
L'uomo deli "Auditorium � 17
I linguaggi e la musica � 19
Transconfessionalit� � 21
Struttura di questo libro � 24
Organizzazione della MPA � 25
Ringraziamenti � 26
Prima parte
LA SOGLIA DELLA MEDITAZIONE � 29
1. Il viaggio dell'uomo � 31
Incontro con Baba Yaga � 31
La struttura antropologica della MPA .... � 32
La parabola della casa e il Padrone � 35
La casa � 35
I servi � 36
IL maggiordomo � 36
Il Padrone di casa � 37
La cosa pi� importante � 38
� Esercizio: Meditazione del film della vita � 40
� Domande � 41
265

2. Le tre coscienze pag. 45


Lo stato del maggiordomo � 45
Prima coscienza � 50
Seconda coscienza � 51
Terza coscienza � 53
� Esercizio: I capitoli della vita � 54
� Domande � 59
3. Discesa a zero � 62
Rilassamento � 62
Amare il corpo � 63
Lasciarsi andare � 64
Posizione del corpo � 67
� Esercizio: Discesa a zero � 68
� Domande � 72
Seconda parte
LIMPIDEZZA PSICOFISICA � 77
4. Le convinzioni di base � 79
Il saggio e l'accattone � 79
Le convinzioni di base � 80
Il generalizzatore � 83
Il polarizzatore � 83
Lo specialista infiltri � 84
Il fabbricante di etichette � 85
Il chiaroveggente � 86
Il piccolo �dovrei� � 87
L'accusatore � 88
� Esercizio: Le convinzioni di base � 89
� Domande � 91
266

5. L'invocazione pag. 94
Una sorta di legge di attrazione � 94
L'invocazione � 97
� Esercizio: L'invocazione � 99
� Domande � 106
6. Il dialogo con i nostri piccoli io � 110
Dialogare � 110
� Esercizio: Dialogo con una parte di s� ... � 112
� Domande � 116
7. L'aiuto dei sogni � 121
I piani di sotto � 121
L'aiuto dei sogni � 122
Diversit� nella tipologia onirica � 122
Stimare il piano di sotto � 124
Aiuti per ricordare i sogni � 125
Come trattare il messaggio onirico � 126
� Esercizio: Meditare i sogni � 128
� Domande � 130
8. Amicizia con la natura � 134
Un rispetto speciale � 134
Sintonizzarsi con il cuore del bosco � 137
Sintonizzarsi con le forze del bosco � 138
Sintonizzarsi con la mente del bosco '""" � 139
Insultati � 140
Imparare a imparare , � 141
� Esercizio: Incontro con l'albero � 143
� Domande � 145
9. L'incontro con l'infanzia � 148
Il cap�tolo della nostra infanzia � 148
267

Il mio nome � Vergogna Tossica pag. 149


La storia del piccolo elfo � 152
� Esercizio:
Ravvicinare il capitolo dell'infanzia ... 153
� Domande � 156
10. Dialogo con il bambino interiore � 160
Micidiale perfezionismo � 160
Guarire il bambino ferito � 161
Esercizio:
Dialogo con il bambino interiore � 163
� Domande � 167
11. Incontro con il bambino magico � 170
La rinascita del �Puer aeternus� � 170
I chicchi e le spighe � 172
Il gioco � 173
La nascita del piccolo Ermete � 174
� Esercizio 1 : Incontrare il bambino magico � 177
Esercizio 2: La benedizione del gioco .... � 178
� Domande � 179
Terza parte
MEDITAZIONE PROFONDA � 183
12. Discriminazione � 185
Identificazione � 186
Allenarsi verso la discriminazione � 187
� Esercizio 1: Meditazione del cadavere ... � 188
� Esercizio 2: Io sono � 189
� Domande � 191
268

13. Meditazione profonda pag. 195


Un'intuizione universale � 195
Il ritorno del Padrone � 197
Lo spirito � 198
Il contatto � 199
� Esercizio 1 : Ricerca del Nome supremo .. � 200
� Esercizio 2: Meditazione profonda � 204
� Domande � 207
14. Tentazioni � 211
La tentazione del re di Byblos � 212
La tentazione del re di Wirania � 213
Le tentazioni- paura � 216
Irradiazione � 217
Bere l'acqua e il pane vivo � 217
� Domande � 219
15. Vivere nella seconda coscienza � 222
Armonia � 222
L'uomo di Matrix � 223
Incipienti risvegli � 224
La forza deli "ideale: l'invocazione suprema � 226
Creare zone di seconda coscienza � 227
Coscienza del corpo interno � 228
Rapporto Padrone- piccoli io � 229
La vita come sfida � 229
� Esercizio 1:
Apertura di zone di seconda coscienza . � 231
� Esercizio 2:
Passeggiare senza dimenticarsi di s� .. � 232
� Domande � 232
269

Quarta parte
SUSSIDI PRATICI pag. 235
16. Il Diario di autoconoscienza � 237
Letteratura dell'Io � 237
IL Diario di autoconoscenza � 237
Il corpo del Diario � 238
L'anima del Diario � 239
Sezione temporale � 239
Sezione onirica � 240
Sezione dei dialoghi � 241
Sezione spirituale � 241
, � Domande � 242
17. Il programma di MPA � 244
La MPA come via � 244
Lo schema essenziale � 244
Durata della meditazione � 245
Luogo � 246
Posizione � 247
Tempo propizio � 248
La meditazione in gruppo � 248
Un buon programma per iniziare � 249
... Alimentazione � 250
� Domande � 253
BIBLIOGRAFIA � 257
Introduzione alla Meditazione Profonda ... � 257
Alcuni studi sulla MPA � 258
Per la limpidezza del livello psichico � 258
Per la limpidezza delle energie e delle forze
meno coscienti � 260
Per la limpidezza del livello mentale � 261
Per la meditazione di bambini e adolescenti � 262
270

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