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Quando si propone un argomento si avanzano implicitamente tre pretese,

che pongono tre questioni che vanno distinte con chiarezza, in quanto del tutto
indipendenti l'una dall'altra. La prima è che la verità della conclusione possa a
buon diritto essere ricavata dalla verità delle premesse; la seconda è che le
premesse siano vere; la terza è che raggiunga l’obiettivo di convincere
l’interlocutore. Sinteticamente le tre pretese sono soddisfatte dai tre criteri
fondamentali per la definizione della bontà di un argomento: 1) validità, 2)
verità delle premesse, 3) persuasività. L’argomento è un buon argomento quando
le tre pretese sono soddisfatte. Spesso si sostiene che i primi due criteri sono
basilari per la valutazione della bontà di un argomento, sono cioè criteri interni
all’argomento. Il terzo criterio della persuasività sarebbe invece un criterio
esterno all’argomento, un requisito cioè separabile dagli altri.

ESEMPI
1. Il fornello è acceso o spento, non è acceso, quindi è spento.
2. Gli uomini sono mortali, Marco è un uomo, dunque Marco è mortale.
3. Parigi è la capitale della Francia, dunque il tuo aereo non può atterrare a
Parigi senza atterrare in Francia.
4. O stai con gli USA, o stai con l’URSS, ma non stai con gli USA, quindi stai con
l’URSS.
5. I cantanti rock sono drogati, Mick Jagger è un cantante rock, dunque Mick
Jagger è un drogato.
6. Londra è la capitale della Spagna, dunque il tuo aereo non può atterrare a
Londra senza atterrare in Spagna.
7. Gli omosessuali sono molto aggressivi e, poiché Marco è omosessuale, dunque
è molto aggressivo.

La verità delle premesse di un argomento non è condizione necessaria e


nemmeno sufficiente della sua validità: i ragionamenti 1-7 sono tutti validi, ma
mentre i ragionamenti 1-3 hanno premesse vere e quindi sono corretti, quelli 4-
7 hanno premesse non vere o perlomeno discutibili. Mentre la validità è
condizione necessaria (non possono esistere ragionamenti corretti che non
siano validi), ma non sufficiente di un buon argomento. Per avere un buon
argomento bisogna avere un argomento che è valido e ha premesse vere, cioè
che sia corretto. D’altra parte un argomento potrebbe essere persuasivo senza
essere corretto (un esempio è il ragionamento 7 in ambienti omofobi) o
addirittura senza essere valido.
Validità: deduzione e induzione

E’ la logica formale che si occupa del concetto di validità, che in generale


significa il rispetto delle regole logiche, cioè l’adeguatezza formale.
Presupponendo che le premesse siano vere, se da esse si può inferire a ragione
che anche la conclusione è vera, allora l’argomento è valido, altrimenti è invalido.
Si possono distinguere due definizioni di validità, quella deduttiva e quella
induttiva. .
Un argomento è deduttivamente valido se e solo se non è possibile che le
premesse siano vere e la conclusione sia falsa. Si ha una deduzione se la
conclusione è inferita grazie a premesse che forniscono ragioni decisive e
necessarie per accettarla. La definizione deduttiva di validità si basa sulla
nozione di possibilità logica: a. un arg. è deduttivamente valido se e solo se è
tale che le premesse implicano la conclusione; b. un arg. è deduttivamente valido
se e solo se l'insieme formato dalle premesse e da una proposizione che
contraddice la conclusione è incoerente. Qui la coppia che distingue gli
argomenti è valido-invalido.
ESEMPI
1. Anna è geometra oppure è architetto. Se Anna fosse architetto, allora
sarebbe laureata. Anna non è laureata. Quindi Anna è geometra.
2. Lionel Messi è un giardiniere. Tutti i giardinieri sono italiani. Quindi Lionel
Messi è italiano.
3. Lionel Messi è un giardiniere. Tutti i giardinieri sono argentini. Quindi Lionel
Messi è argentino.
La conclusione è conseguenza logica deduttiva delle premesse se essa è
vera quando sono vere tutte le premesse. Ma questo non significa che le sue
premesse e quindi la conclusione sono vere: l’esempio 2 è deduttivamente valido
anche se ha premesse e conclusione false. Per la validità deduttiva si richiede
che se le premesse sono vere, allora deve esserlo anche la conclusione. E’ il
requisito del truth preserving: nel passaggio dalle premesse alla conclusione la
verità è conservata. Però lo stesso non vale per la falsità: un ragionamento
deduttivamente valido può avere premesse false, ma per caso la conclusione può
essere vera (l’esempio 3). Si deve ricordare la distinzione tra validità e
correttezza sopra citata: la correttezza (soundness) riguarda la verità delle
premesse, cioè la corrispondenza tra ciò che viene asserito e la realtà del
mondo. Se un argomento, oltre ad essere valido, ha anche premesse vere, allora
è corretto. La correttezza è quindi data dalla validità insieme alla verità delle
premesse. Ricordiamo che si possono avere argomenti validi ma non corretti,
mentre non possono darsi argomenti corretti che non siano validi.
L’uso dei controesempi è un utile strumento per saggiare la validità di un
argomento. Si deve presentare una situazione logicamente possibile nella quale
le premesse sono vere, ma la conseguenza può essere falsa.
ESEMPIO
Se domani pioverà a dirotto la partita verrà rimandata.
Domani non pioverà a dirotto.
Quindi la partita non verrà rimandata.
Ci sono altre circostanze nelle quali la partita potrebbe essere rimandata:
una nevicata, una squadra bloccata in aeroporto. Ciascuna di queste possibilità
costituisce un controesempio alla validità dell’argomentazione.
ESEMPIO
Luigi è o fornaio o nuotatore.
Quindi Luigi è o nuotatore o tennista.
Anche supposto che la premessa sia vera, non abbiamo la certezza che lo
sia anche la conclusione: se Luigi fosse un fornaio che non è né nuotatore né
tennista, la sola premessa dell’argomento sarebbe vera e la conclusione falsa.
L’argomento risulta invalido, perché è possibile avere premesse vere e
conclusione falsa: l’ipotetica situazione descritta funge da controesempio alla
validità dell’argomento.

Riassumendo:
Caso 1. Argomento valido con conclusione falsa.
Trump è americano e Putin è inglese. Quindi Putin è inglese.
[argomento con premessa falsa, ma se fosse stata vera necessariamente lo
sarebbe stata anche la conclusione, quindi valido]
Caso 2. Argomento invalido con conclusione vera.
La vita mondana è amata da Fedez o dai monaci trappisti. La vita mondana è
amata dai monaci trappisti o da Briatore. Quindi la vita mondana è amata da
Fedez o da Briatore.
[caso opposto al precedente; invalidità con controesempio: Fedez e Briatore
persone appartate e monaci viveurs, allora avremmo entrambe le premesse vere
e la conclusione falsa]
Caso 3. Argomento invalido con premesse e conclusione vere.
Se Fiesole è in provincia di Firenze, Fiesole è in Toscana. Quindi Fiesole è in
provincia di Firenze.
[controesempio: poniamo Fiesole sia provincia; la premessa continuerebbe ad
essere vera (se Fiesole fosse ancora in provincia di Firenze, sarebbe lo stesso
in Toscana), ma la conclusione diventerebbe falsa]

Un argomento è induttivamente valido se e solo se non è probabile che le


premesse siano vere e la conclusione sia falsa. Si ha un’induzione se la
conclusione è inferita grazie a premesse che forniscono ragioni non decisive ma
probabili per accettarla. La definizione induttiva di validità si basa sulla nozione
di probabilità della conclusione: se l’argomento è valido, posta la verità delle
premesse, allora la verità della conclusione è più probabile della sua falsità.
ESEMPI
4. Tutti i cigni osservati fino ad ora in Europa e in America sono bianchi. Non
sono stati mai osservati corvi di altri colori. Quindi tutti i cigni sono
bianchi.
5. L’assassino ha sporcato di fango il tappeto. Chiunque fosse entrato dal
giardino avrebbe sporcato di fango il tappeto. Quindi l’assassino è entrato
dal giardino.
6. Gli uccelli, salvo eccezioni, sono in grado di volare. Fuffo è un uccello. Quindi
Fuffo è in grado di volare.
Diversamente dai precedenti, negli esempi 4-6 la verità delle premesse è
compatibile con la falsità della conclusione: la scoperta del cigno nero, la mossa
dell’assassino per sviare le indagini, uno struzzo o una gallina. In questi casi non
vale il criterio truth-preserving della validità deduttiva. Ciò non toglie che,
come vedremo, questi argomenti non possano essere considerati buoni.
Diversamente dalla possibilità che ammette solo due valori, sì o no, la
probabilità è graduabile. Ciò fa sì che la validità di un argomento induttivo
possa essere misurabile: l’argomento può avere una maggiore o minore forza. Al
fine di differenziarla da quella deduttiva, per la quale si usa la coppia valido-
invalido, si usa riservare alla nozione induttiva di validità la coppia forte-debole,
distinguendo quindi tra argomenti induttivamente forti o deboli. Si può anche
riservare il concetto di validità agli argomenti deduttivi, e usare il concetto di
forza per quelli induttivi.

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