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Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. ENERGETICO (D.M.

270/04)
Insegnamento: GEOMETRIA
Lezione n°: 3
Titolo: LOGICA
Attività n°: 1

Lezione 3
Logica
Lezione 3

Logica

In questa lezione rivedremo brevemente alcune nozioni di base di lo-


gica. Esse sono fondamentali per ciò che faremo in seguito, sia per i
concetti (che sono la base per i concetti futuri) che per l’introduzione del
linguaggio matematico (che useremo nelle altre lezioni).

3.1 Logica
Proposizione Diciamo che P è una proposizione se essa può essere Proposizione
solo o vera o falsa, anche se non sappiamo se è vera o falsa. Il fatto che una proposizione può esse-
re solo o vera o falsa è detto principio
Esempio 3.1. 1. “Tutti gli uomini sono animali” è una proposizione di bivalenza. Ci sono situazioni in cui
vera. “C’è un uomo che non è un animale” è una proposizione falsa. non è soddisfatto, ma per noi sarà sempre
soddisfatto.
2. “Tutte le donne bionde hanno gli occhi verdi” è una proposizio-
ne falsa. “C’è una donna bionda che ha gli occhi azzurri” è una
proposizione vera.
3. “4 è un numero intero pari” è una proposizione vera. “4 è un
numero intero dispari” è una proposizione falsa.
4. “Il latte è scaduto?” oppure “A che ora arrivi?” non sono proposi-
zioni: sono domande. Ad esse si può rispondere con proposizioni:
“Il latte è scaduto” oppure “Il latte non è scaduto”, “Arriverò al-
le 10” o “Arriverò alle 11”. Anche la risposta “Non lo so” è una
proposizione perché è vera (se non lo so) o è falsa (se lo so).
Spesso le proposizioni possono essere riscritte in modo compatto
usando gli insiemi.
Esempio 3.2. 1. Le proposizioni dell’Esempio 3.1-1 possono essere La prima proposizione è vera, la seconda
è falsa, coerentemente con quanto detto
riscritte usando gli insiemi, rispettivamente, come “{uomini} ⊂ nell’Esempio 3.1-1.
{animali}” e “{uomini} 6⊂ {animali}”.
2. Le proposizioni dell’Esempio 3.1-2 possono essere riscritte usando La prima proposizione è falsa, la secon-
da è vera, coerentemente con quanto detto
gli insiemi, rispettivamente, come “{donne bionde} ⊂ nell’Esempio 3.1-2.
{donne con gli occhi verdi}” e “{donne bionde} ∩
{donne con gli occhi azzurri} =
6 ∅”.
3. Le proposizioni dell’Esempio 3.1-3 possono essere riscritte usando La prima proposizione è vera, la seconda
è falsa, coerentemente con quanto detto
gli insiemi, rispettivamente, come “4 ∈ {m ∈ Z | m è pari}” e “4 ∈ nell’Esempio 3.1-3.
{m ∈ Z | m è dispari}”.

c 2014 Gennaro Amendola


Versione 1.0
Lezione 3. Logica 3–2

Quantificatori Per chiarire le proposizioni è comodo usare i quantifi- Quantificatori


catori che hanno un ovvio significato:
∀ (per ogni) e ∃ (esiste/esistono).
La differenza tra i due quantificatori può essere pensata anche nel modo
seguente. Supponiamo che io voglia convincere una persona. Se affermo
che “esiste x per cui è soddisfatta una proprietà”, allora convinco la perso-
na se io posso scegliere un x per cui è la proprietà soddisfatta. Se invece
affermo che “per ogni x è soddisfatta una proprietà”, allora convinco la
persona se qualunque x scelga la persona la proprietà è soddisfatta.
Esempio 3.3. 1. Le proposizioni dell’Esempio 3.1-1 possono essere La prima proposizione è vera, la seconda
è falsa, coerentemente con quanto detto
riscritte usando i quantificatori, rispettivamente, come “∀ x uomo, nell’Esempio 3.1-1.
abbiamo che x è un animale” e “∃ x uomo tale che x non è un
animale”.
2. Le proposizioni dell’Esempio 3.1-2 possono essere riscritte usando i La prima proposizione è falsa, la secon-
da è vera, coerentemente con quanto detto
quantificatori, rispettivamente, come “∀ x donna bionda, abbiamo nell’Esempio 3.1-2.
che x ha gli occhi verdi” e “∃ x donna bionda tale che x ha gli occhi
azzurri”.
3. Le proposizioni dell’Esempio 3.1-3 possono essere riscritte usando La prima proposizione è vera, la seconda
è falsa, coerentemente con quanto detto
i quantificatori, rispettivamente, come “∃ k ∈ Z tale che 4 = 2k” e nell’Esempio 3.1-3.
“∃ k ∈ Z tale che 4 = 2k + 1”.

Implicazione Consideriamo due proposizioni P e Q, e costruiamo una Implicazione


nuova proposizione detta “P implica Q” e indicata con
P ⇒Q oppure Q ⇐ P,
equivalente a “se P è vera, anche Q è vera” oppure “se P è vera, allo-
ra/quindi Q è vera”. ◮ Abbiamo che ◮ Il fatto che la proposizione P ⇒ Q sia vera
non dice niente sul fatto che P e/o Q siano
• P è detta sufficiente per Q, vere: dice solo che se P è vera allora anche
Q è vera, ossia non può succedere che Q sia
• Q è detta necessaria per P . falsa quando P è vera, ma può succedere
Abbiamo che se P1 ⇒ P2 e P2 ⇒ P3 , allora P1 ⇒ P3 . ◮
◮ che P sia falsa.
◮ L’implicazione gode della proprietà transi-

Esempio 3.4. 1. La proposizione “il fatto che tutti gli uomini sono tiva, di cui parleremo in seguito.
animali implica che mio padre è un animale” è vera, perché mio
padre è un uomo e quindi, visto che tutti gli uomini sono animali, è
un animale. Questa proposizione può essere riscritta come “se tutti
gli uomini sono animali, allora mio padre è un animale”, oppure
come
tutti gli uomini sono animali =⇒ mio padre è un animale.
2. La proposizione “il fatto che tutte le donne bionde hanno gli occhi
verdi implica che mia madre (che è bionda) ha gli occhi verdi” è
vera, perché mia madre è una donna bionda e quindi, visto che
tutte le donne bionde hanno gli occhi verdi, ha gli occhi verdi.
Questa proposizione può essere riscritta come “se tutte le donne
bionde hanno gli occhi verdi, allora mia madre (che è bionda) ha
gli occhi verdi”, oppure come
tutte le donne bionde hanno gli occhi verdi =⇒ mia madre (che è bionda) ha gli occhi verdi.

c 2014 Gennaro Amendola


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Lezione 3. Logica 3–3

Abbiamo visto ◮ che la proposizione “tutte le donne bionde hanno ◮ Esempio 3.1-2.
gli occhi verdi” non è vera, quindi non sappiamo se mia mamma
ha davvero gli occhi verdi ◮, però la proposizione “il fatto che tutte ◮ Infatti ha gli occhi marroni.
le donne bionde hanno gli occhi verdi implica che mia madre (che
è bionda) ha gli occhi verdi” è vera.
3. La proposizione “se 4 è un numero intero pari, allora 5 è un numero
intero dispari” è vera, ma anche la proposizione “se 4 è un numero
intero dispari, allora 5 è un numero intero pari” è vera. ◮ ◮ Infatti il numero intero successivo di un
numero pari è dispari e il numero intero
4. La proposizione “se finisco di lavorare entro le 20, compro il pane” successivo di un numero dispari è pari.
può essere vera o falsa, ma non dice nulla sul fatto che io finisca di
lavorare entro le 20, o meno.
L’implicazione Q ⇒ P è detta l’implicazione inversa di P ⇒ Q. Le Implicazione inversa
due implicazioni P ⇒ Q e Q ⇒ P non sono equivalenti: ci sono casi in
cui è vera solo una delle due, casi in cui sono entrambe false, e casi in
cui sono entrambe vere. Se sia P ⇒ Q che Q ⇒ P sono vere, si usa la
notazione
P ⇔Q:
essa è equivalente a “P è vera se e solo se Q è vera”.
Esempio 3.5. 1. L’implicazione inversa dell’implicazione dell’Esem-
pio 3.4-1 è “se mio padre è un animale, allora tutti gli uomini sono
animali”, ossia
mio padre è un animale =⇒ tutti gli uomini sono animali.
Dal fatto che mio padre sia un animale non possiamo dedurre che
tutti gli uomini lo siano. In realtà, sappiamo a priori che “tutti gli
uomini sono animali” è vera, quindi la proposizione, che può essere
riscritta come
“mio padre è un animale” è vera =⇒ “tutti gli uomini sono animali” è vera,
è vera. ◮ ◮ Questo però è un caso particolare, in cui
la proposizione Q di P ⇒ Q è vera:
2. L’implicazione inversa dell’implicazione “se sono malato, allora io comunque sia, in generale non è così.
vado dal dottore” è l’implicazione “se io vado dal dottore, io sono
malato”. Entrambe le implicazioni sono false. Infatti a volte sono
malato, ma non così tanto da andare dal dottore. Inoltre, vado dal
dottore anche per avere certificati che sono sano.
3. Consideriamo le due implicazioni dell’Esempio 3.4-3. L’implicazio-
ne inversa della proposizione “se 4 è un numero intero pari, allora
5 è un numero intero dispari” è “se 5 è un numero intero dispari,
allora 4 è un numero intero pari”, che è vera ◮; quindi abbiamo ◮ Infatti il numero intero precedente di un
numero intero dispari è pari.
4 è pari ⇐⇒ 5 è dispari,
L’implicazione inversa della proposizione “se 4 è un numero intero
dispari, allora 5 è un numero intero pari” è “se 5 è un numero
intero pari, allora 4 è un numero intero dispari”, che è vera ◮; quindi ◮ Infatti il numero intero precedente di un
numero intero pari è dispari.
abbiamo
5 è pari ⇐⇒ 4 è dispari.

c 2014 Gennaro Amendola


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Lezione 3. Logica 3–4

4. L’implicazione inversa della proposizione dell’Esempio 3.4-4 è “se


compro il pane, finisco di lavorare entro le 20”. Anche se è vero che
“se finisco di lavorare entro le 20, compro il pane”, non possiamo
dire se è vera l’implicazione inversa: ad esempio,
• posso comprare il pane anche se finisco di lavorare dopo le
20, nel qual caso la proposizione “se compro il pane, finisco di
lavorare entro le 20” è falsa,
• possono chiudere tutte le panetterie alle 20, quindi se finisco
di lavorare dopo le 20 non posso comprare il pane, nel qual
caso la proposizione “se compro il pane, finisco di lavorare
entro le 20” è vera.

Negazione La negazione di una proposizione P è la proposizione nonP Negazione


che è vera se P è falsa ed è falsa se P è vera. Quindi abbiamo che tra
le due proposizioni P e nonP ce n’è una vera ed una falsa. Negando
una proposizione due volte si ottiene la proposizione di partenza, ossia
non(nonP ) = P .
Esempio 3.6. 1. Le proposizioni dell’Esempio 3.1-1 sono l’una la ne-
gazione dell’altra, infatti negare che tutti gli uomini sono animali
consiste nell’affermare che c’è un uomo che non è un animale, e
viceversa. ◮ ◮ Una delle due proposizioni è vera (la
prima), l’altra è falsa (la seconda).
2. Anche se una delle due proposizioni dell’Esempio 3.1-2 è vera e
l’altra è falsa, esse non sono l’una la negazione dell’altra, infatti la
negazione di “tutte le donne bionde hanno gli occhi verdi” è “c’è
una donna bionda che non ha gli occhi verdi”. ◮ La proposizione ◮ Una delle due proposizioni è vera (“c’è una
donna bionda che non ha gli occhi verdi”),
“c’è una donna bionda che ha gli occhi azzurri” implica che “c’è l’altra è falsa (“tutte le donne bionde hanno
una donna bionda che non ha gli occhi verdi” ◮ ◮ e quindi implica la gli occhi verdi”).
negazione di “tutte le donne bionde hanno gli occhi verdi”. ◮ Ma non è equivalente, perché il colore de-

gli occhi della donna bionda nella negazio-
3. Le proposizioni dell’Esempio 3.1-3 sono l’una la negazione del- ne della proposizione “tutte le donne bion-
l’altra ◮
◮, infatti negare che 4 è un numero intero pari consiste
◮ de hanno gli occhi verdi” può non essere
l’azzurro.
nell’affermare che 4 è un numero intero dispari, e viceversa. ◮ ◮
◮ Una delle due proposizioni è vera (la

Per negare una proposizione è comodo usare i quantificatori: prima), l’altra è falsa (la seconda).

• ogni ∀ diventa ∃, e viceversa; ◮ Un numero intero o è pari o è dispari, e i


due casi si escludono a vicenda.
• si nega la condizione adatta Negare una proposizione può non essere
semplice.
– scambiando ∈ e 6∈,
– scambiando = e 6=,
– scambiando < e >,
– scambiando > e 6,
– introducendo o rimuovendo una negazione,
a seconda dei casi.
Sostituire un ∀ con un ∃ in una proposizione P significa che bisogna Controesempio
trovare un elemento tale che la negazione è vera: un tale elemento è
detto controesempio alla proposizione P .
Esempio 3.7. 1. Le proposizioni dell’Esempio 3.3-1 sono l’una la
negazione dell’altra, infatti abbiamo

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Lezione 3. Logica 3–5

∀ x uomo, x è un animale
l l
∃ x uomo, x non è un animale.
L’uomo che non è un animale sarebbe un controesempio alla pro-
posizione “Tutti gli uomini sono animali”. ◮ ◮ Non c’è un tale controesempio, infatti la
proposizione “Tutti gli uomini sono anima-
2. Le negazioni delle due proposizioni dell’Esempio 3.3-2 si ottengono li” è vera, e “C’è un uomo che non è un
come segue: animale” è falsa.

∀ x donna bionda, x ha gli occhi verdi


l l
∃ x donna bionda, x non ha gli occhi verdi;

∃ x donna bionda, x ha gli occhi azzurri


l l
∀ x donna bionda, x non ha gli occhi azzurri.
La donna che non ha gli occhi verdi (mia madre) è un controe- ◮ Infatti la proposizione “Tutte le donne
sempio alla proposizione “tutte le donne bionde hanno gli occhi bionde hanno gli occhi verdi” è falsa, e
verdi”. ◮ “c’è una donna bionda che non ha gli occhi
verdi” è vera.
3. Le negazioni delle due proposizioni dell’Esempio 3.3-3 si ottengono Nell’Esempio 3.6-3 abbiamo visto che le
due proposizioni “4 è un numero intero pa-
come segue: ri” e “4 è un numero intero dispari” sono
∃ k ∈ Z, 4=2k l’una la negazione dell’altra, ma abbiamo
usato il fatto che un numero intero o è pari
l l o è dispari, e che i due casi si escludono a
∀ k ∈ Z, 46=2k; vicenda. Se non usiamo questo fatto, pos-
siamo solo costruire le due negazioni come
descritto sopra.
∃ k ∈ Z, 4=2k + 1
l l
∀ k ∈ Z, 46=2k + 1.
Il numero intero k tale che 4 = 2k è un controesempio alla propo-
sizione “∀ k ∈ Z abbiamo 4 6= 2k”. ◮ ◮ Infatti la proposizione “∀ k ∈ Z abbiamo
4 6= 2k” è falsa, e “∃ k ∈ Z tale che 4 = 2k”
Se la proposizione è semplice, possiamo utilizzare il quantificatore è vera.

∄ (non esiste).
Esempio 3.8. Neghiamo le proposizioni dell’Esempio 3.7 che contengo-
no “∃”.
1. Scambiamo ∃ e ∄:
∃ x uomo, x non è un animale
l
∄ x uomo, x non è un animale.
2. Scambiamo ∃ e ∄:
∃ x donna bionda, x non ha gli occhi verdi
l
∄ x donna bionda, x non ha gli occhi verdi;

∃ x donna bionda, x ha gli occhi azzurri


l
∄ x donna bionda, x ha gli occhi azzurri.
3. Scambiamo ∃ e ∄:

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Versione 1.0
Lezione 3. Logica 3–6

∃ k ∈ Z, 4=2k
l l
∄ k ∈ Z, 4=2k;

∃ k ∈ Z, 4=2k + 1
l l
∄ k ∈ Z, 4=2k + 1.
Osservazione 3.9. L’implicazione P ⇒ Q è equivalente a nonP ⇐
nonQ.
L’implicazione nonP ⇐ nonQ è detta contronominale di P ⇒ Q. Contronominale

Esempio 3.10. Consideriamo le proposizioni dell’Esempio 3.4.


1. Le due proposizioni seguenti sono equivalenti:
tutti gli uomini sono animali =⇒ mio padre è un animale
c’è un uomo che non è un
⇐= mio padre non è un animale
animale
2. Le due proposizioni seguenti sono equivalenti:
tutte le donne bionde hanno mia madre (che è bionda) ha
=⇒
gli occhi verdi gli occhi verdi
c’è una donna bionda che mia madre (che è bionda)
⇐=
non ha gli occhi verdi non ha gli occhi verdi
3. Le due proposizioni seguenti sono equivalenti:
4 è un numero intero pari =⇒ 5 è un numero intero dispari
5 non è un numero intero
4 non è un numero intero pari ⇐=
dispari
4. Le due proposizioni seguenti sono equivalenti:
finisco di lavorare entro le 20 =⇒ compro il pane
non finisco di lavorare entro
⇐= non compro il pane
le 20
Bisogna fare attenzione a non confondere la contronominale nonP ⇐
nonQ con l’implicazione inversa P ⇐ Q. ◮ ◮ L’implicazione inversa di P ⇒ Q non è
equivalente a P ⇒ Q.
Esempio 3.11. Consideriamo le implicazioni inverse e le contronominali
dell’Esempio 3.4.
1. Le due proposizioni seguenti non sono equivalenti:
tutti gli uomini sono animali ⇐= mio padre è un animale
c’è un uomo che non è un
⇐= mio padre non è un animale
animale
2. Le due proposizioni seguenti non sono equivalenti:
tutte le donne bionde hanno mia madre (che è bionda) ha
⇐=
gli occhi verdi gli occhi verdi
c’è una donna bionda che mia madre (che è bionda)
⇐=
non ha gli occhi verdi non ha gli occhi verdi
3. Le due proposizioni seguenti non sono equivalenti:

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Lezione 3. Logica 3–7

4 è un numero intero pari ⇐= 5 è un numero intero dispari


5 non è un numero intero
4 non è un numero intero pari ⇐=
dispari
4. Le due proposizioni seguenti non sono equivalenti:
finisco di lavorare entro le 20 ⇐= compro il pane
non finisco di lavorare entro
⇐= non compro il pane
le 20

Teoremi Un teorema è una proposizione vera della forma P ⇒ Q. La Teorema


proposizione P ⇒ Q (a prescindere dal fatto che sia vera o no) è detta Per essere un teorema, la proposizione
P ⇒ Q deve essere vera.
enunciato del teorema. Un teorema è formato da tre parti:
• l’ipotesi, ossia P ;
• la tesi, ossia Q;
• la dimostrazione, ossia una successione di proposizioni che assicu-
rano che l’enunciato è vero.
Solitamente vengono chiamati teoremi solo le proposizioni più importan-
ti. Se la proposizione è meno importante, si usa chiamarla semplicemente Cambiamo il nome, ma il concetto è lo
stesso: possono essere pensati tutti come
proposizione. Se la proposizione viene solamente utilizzata per dimostra- sinonimi di “teorema”.
re in seguito un teorema, si usa chiamarla lemma. Se la proposizione è
una conseguenza semplice di un teorema si usa chiamarla corollario.
Ci sono tre tipi di dimostrazioni:
• La dimostrazione costruttiva consiste in una successione di im-
plicazioni concatenate che comincia con P ⇒ . . . e finisce con
. . . ⇒ Q.
• La dimostrazione per assurdo consiste nel dimostrare la proposi-
zione nonQ ⇒ nonP , che è equivalente all’enunciato. Invece di
dimostrare nonP , è anche possibile trovare la negazione di una ve-
rità diversa da P , ossia di una ipotesi “nascosta” che sappiamo che
è vera: l’assurdo è proprio la dimostrazione di una proprietà falsa
◮ L’idea è la stessa del domino: per far cade-
che invece sappiamo essere vera (o viceversa). re tutte le tessere, facciamo cadere la prima
• La dimostrazione per induzione ◮ si può usare se la tesi e/o l’ipotesi (caso base) e poi le altre cadono in succes-
sione, perché sono state organizzate in mo-
dipendono da un parametro intero n ∈ {n ∈ N | n > n0 } con n0 ∈ do che ognuna, se cade (ipotesi induttiva),
N, ossia abbiamo P (n) ⇒ Q(n), e consiste di due passi: fa cadere la successiva (passo induttivo).
Più precisamente, P (0) ⇒ Q(0) è vera per
– caso base: dimostrare P (n0 ) ⇒ Q (n0 ); il caso base; P (1) ⇒ Q(1) è vera per il pas-
so induttivo con n = 0 e per il fatto che
◮ dimostrare
– passo induttivo: ◮ P (0) ⇒ Q(0) è vera; P (2) ⇒ Q(2) è vera
  per il passo induttivo con n = 1 e per il fat-
∀ n > n0 si ha P (n) ⇒ Q(n) ⇒ P (n+1) ⇒ Q(n+1) . to che P (1) ⇒ Q(1) è vera; P (3) ⇒ Q(3) è
vera per il passo induttivo con n = 2 e per
La proprietà P (n) ⇒ Q(n) che è supposta vera nel passo il fatto che P (2) ⇒ Q(2) è vera; e così via.
induttivo è detta ipotesi induttiva. ◮ Nel passo induttivo, l’enunciato con para-

metro n è considerato essere l’ipotesi (in-
Vediamo ora come esempio una proposizione, di cui daremo tre dimo- fatti esso è detto ipotesi induttiva), ossia è
strazioni: una per ogni tipo. L’idea che sta dietro alle tre dimostrazioni è supposto vero, e l’enunciato con parametro
n + 1 è considerato essere la tesi.
essenzialmente la stessa, ma formalmente le dimostrazioni sono diverse.
Proposizione 3.12. Sia n ∈ N pari. Allora, 4n è divisibile per 8. L’ipotesi è che n è un numero naturale pa-
ri.
La tesi è che 4n è divisibile per 8.

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Versione 1.0
Lezione 3. Logica 3–8

Dimostrazione. Dimostriamo l’enunciato in maniera costruttiva. Visto Dimostrazione di “n ∈ N è pari ⇒ 4n è


divisibile per 8”.
che n è pari, abbiamo n = 2k con k ∈ N ◮. Allora abbiamo 4n = 4(2k) =

◮, ossia 4n è divisibile per 8 ◮ ◮ n è pari ⇒ n = 2k con k ∈ N.
8k ◮ ◮.
◮ n = 2k con k ∈ N ⇒ 4n = 4(2k) = 8k.


◮ 4n = 8k con k ∈ N ⇒ 4n è divisibile per 8.

Dimostrazione. Dimostriamo l’enunciato per assurdo. Supponiamo per Dimostrazione di “4n non è divisibile per
8 ⇒ n ∈ N non è pari”.
assurdo che 4n non sia divisibile per 8. Allora la decomposizione di
4n in numeri primi è della forma 2α1 3α2 5α3 · · · pαh h con α1 < 3 ◮. Visto Utilizziamo il Teorema fondamentale del-
l’aritmetica: “Ogni numero naturale mag-
che 4n è divisibile per 4, abbiamo α1 = 2, ossia 4n = 22 3α2 5α3 · · · pαh h . giore di 1 si può esprimere come prodotto
Allora abbiamo n = 3α2 5α3 · · · pαh h , che è dispari. Abbiamo ottenuto un di numeri primi (se il numero è primo sti-
puliamo che il prodotto è formato da un
assurdo: n è pari per ipotesi. solo numero); tale decomposizione è uni-
ca, a meno dell’ordine in cui compaiono i
fattori.”
◮ 8 = 23 .

Dimostrazione. Visto che n è pari se e solo se n = 2k con k ∈ N, possiamo Scritto così, non serve una dimostrazione
per induzione, ma facciamo finta di non no-
dimostrare la proposizione equivalente k ∈ N ⇒ 4(2k) è divisibile per 8. tare che 4(2k) = 8k e quindi dimostriamo
Dimostriamo l’enunciato per induzione su k. che 4(2k) è divisibile per 8 per induzione.
Caso base. Per k = 0 abbiamo 4 · (2 · 0) = 0, e 0 è divisibile per 8 ◮. ◮ 0 è divisibile per tutti i numeri naturali,
Passo induttivo. Supponiamo che sia vero che per k ∈ N abbiamo che infatti 0 = 0 · h per ogni h ∈ N.
4(2k) è divisibile per 8; dimostriamo che per k+1 abbiamo che 4(2(k+1))
è divisibile per 8. Abbiamo 4(2(k + 1)) = 4(2k + 2) = 4(2k) + 8. Per
l’ipotesi induttiva ◮ abbiamo che 4(2k) è divisibile per 8. Se sommiamo ◮ Che stiamo supponendo vera.
8 a un numero divisibile per 8, otteniamo un altro numero divisibile per
8 ◮, quindi 4(2k) + 8 è divisibile per 8: la dimostrazione è completa. ◮ Infatti due numeri consecutivi divisi-
bili per 8 differiscono proprio per 8:
Dimostriamo che ci sono numeri reali che non sono razionali ◮◮ . Dato 0, 8, 16, 24, 32, . . . .
a ∈ R non negativo, c’è un unico numero reale non negativo x tale che ◮ In realtà i numeri razionali sono “molti

meno” di quelli reali.
x2 = a. Esso è detto radice quadrata principale di a ed è indicato con
√ Radice quadrata principale
a. √
·
2 √
C’è un solo altro numero
√ √tale che x = a, che è − a ed è negativo; se
◮ ◮ Ricorda che a deve essere sempre non
negativo.
a = 0, abbiamo − 0 = 0.

Esempio 3.13. 1. Abbiamo 0 = 0, perché 02 = 0 e 0 > 0.
√ √
2. Abbiamo 4 = 2, perché 22 = 4 e 2 > 0. 4 6= −2, infatti anche se abbiamo
q  (−2)2 = 4, la condizione (−2) > 0 non
5 2
3. Abbiamo 25 5
9 = 3 , perché 3 = 25 5
9 e 3 > 0.
è soddisfatta.
√ √
Proposizione 3.14. Il numero 2 ∈ R non appartiene a Q. L’ipotesi è che√ 2 ∈ R.
La tesi è che 2 6∈ Q.
Dimostrazione.
√ Dimostriamo √ l’enunciato per assurdo. Supponiamo che
n
2 ∈ Q. Allora abbiamo 2 = m con n ∈ N e m ∈ N \ {0} primi

n 2
tra loro ◮. Abbiamo quindi che m = 2, cosicché n2 = 2m2 . Da ciò ◮ Più precisamente, semplificando i fattori
n
2 comuni possiamo considerare la frazione m
deduciamo che n è pari, e quindi anche n lo è, ossia n = 2k con k ∈ Z. ◮

ridotta ai minimi termini.
2 2 2 2
Abbiamo quindi che (2k) = 2m , ossia 4k = 2m . Semplificando, ◮ Esercizio 3.3.

otteniamo 2k2 = m2 . Per lo stesso ragionamento fatto sopra per n,
abbiamo che anche m è pari. ◮ Abbiamo ottenuto che sia n che m sono ◮ Non ripetiamo la dimostrazione, perché è
la stessa di prima, sostituendo n con m.
divisibili per 2, ossia un assurdo: n e m erano primi tra loro.

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Versione 1.0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. ENERGETICO (D.M. 270/04)
Insegnamento: GEOMETRIA
Lezione n°: 3/S1
Titolo: LOGICA
Attività n°: 1

Sessione di Studio 3.1

Logica
Lezione 3. Logica 3–9

Sessione di Studio 3.1


Esercizio 3.1. Riscrivi la seguente implicazione usando i quantificatori.
Scrivi l’implicazione inversa, la contronominale e la negazione.
Se cambiamo il segno di un numero reale positivo, otteniamo
un numero reale negativo.
Soluzione. L’implicazione può essere riscritta come
∀ x ∈ R abbiamo x>0 =⇒ −x < 0.
L’implicazione inversa è
∀ x ∈ R abbiamo −x<0 =⇒ x > 0.
La contronominale è
∀ x ∈ R abbiamo −x>0 =⇒ x 6 0.
La negazione è
∃ x ∈ R tale che x > 0 e − x > 0.

Esercizio 3.2. Trova l’ipotesi e la tesi del seguente enunciato, e dimostra


che è falso.
Dato un numero naturale positivo e un numero reale negativo,
la somma del quadrato del primo e del doppio del secondo è
positiva.
Soluzione. Ipotesi: n ∈ N con n > 0, e x ∈ R con x < 0. Tesi:
n2 + 2x > 0.
L’enunciato può essere riscritto usando i quantificatori come
∀ n ∈ N con n > 0, e ∀ x ∈ R con x < 0 =⇒ n2 + 2x > 0.
La negazione di questo enunciato è
∃ n ∈ N con n > 0, e ∃ x ∈ R con x < 0 =⇒ n2 + 2x < 0.
Scegliamo n = 1 e x = −1, cosicché abbiamo n2 + 2x = 12 + 2(−1) =
−1 < 0.

Esercizio 3.3. Dimostra che n ∈ N è pari se e solo se n2 è pari.


Soluzione. Cominciamo dimostrando “n ∈ N pari ⇒ n2 pari”. Se n è
pari, è uguale a 2k per un qualche k ∈ N. Allora abbiamo n2 = (2k)2 =
4k2 e quindi n2 è pari.
Ora dovremmo dimostrare “n ∈ N pari ⇐ n2 pari”. Invece di di-
mostrare ciò, dimostriamo la sua contronominale “n ∈ N dispari ⇒ n2
dispari”. Visto che n è dispari, è uguale a 2k + 1 per un qualche
 k ∈ N.
2 2 2 2
Allora abbiamo n = (2k + 1) = 4k + 4k + 1 = 4 k + k + 1 e quindi
n2 è dispari. La dimostrazione è completa.

Esercizio 3.4. Dimostra che la somma dei primi k numeri naturali non
nulli è k(k+1)
2 .

c 2014 Gennaro Amendola


Versione 1.0
Lezione 3. Logica 3–10

Soluzione. Dimostriamo l’enunciato per induzione su k.


Caso base. Per k = 1 abbiamo 1 = 1(1+1) 2 .◮ ◮ Per k = 2 abbiamo 1 + 2 = 2(2+1)
2
.
Passo induttivo. Supponiamo che la somma dei primi k numeri na-
turali non nulli è k(k+1)
2 , e dimostriamo che la somma dei primi k + 1
(k+1) (k+1)+1
numeri naturali non nulli è 2 . Abbiamo che la somma dei
primi k + 1 numeri naturali non nulli è uguale alla somma dei primi k
numeri naturali non nulli più k + 1 ◮. Per l’ipotesi induttiva abbiamo che ◮ Che è il (k + 1)-esimo numero naturale non
la somma dei primi k numeri naturali non nulli è k(k+1)
2 , quindi la somma nullo.
k(k+1)
dei primi k + 1 numeri naturali non nulli è 2 + (k + 1). Abbiamo
k(k+1) (k+1) (k+1)+1
2 + (k + 1) = k(k+1)+2(k+1)
2 = (k+1)(k+2)
2 = 2 , quindi la
dimostrazione è completa.

c 2014 Gennaro Amendola


Versione 1.0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. ENERGETICO (D.M. 270/04)
Insegnamento: GEOMETRIA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: LOGICA
Attività n°: 1

Sessione di Studio 3.2

Logica
Lezione 3. Logica 3–11

Sessione di Studio 3.2


Esercizio 3.5. Riscrivi la seguente implicazione usando i quantificatori.
Scrivi l’implicazione inversa, la contronominale e la negazione.
Se aggiungiamo 1 a un numero razionale positivo, otteniamo
un numero maggiore o uguale a 2.
Esercizio 3.6. Trova l’ipotesi e la tesi del seguente enunciato, e dimostra
che è falso.
Dato un numero razionale negativo, esiste un intero negati-
vo tale che la somma dei due numeri è la radice quadrata
principale di un numero reale positivo.

Esercizio 3.7. Dimostra che 3 non è razionale.

c 2014 Gennaro Amendola


Versione 1.0
Lezione 3. Logica 3–12

Risultato dell’Esercizio 3.5. L’implicazione può essere riscritta come


∀ q ∈ Q abbiamo q>0 =⇒ q + 1 > 2.
L’implicazione inversa è
∀ q ∈ Q abbiamo q+1>2 =⇒ q > 0.
La contronominale è
∀ q ∈ Q abbiamo q+1<2 =⇒ q 6 0.
La negazione è
∃ q ∈ Q tale che q > 0 e q + 1 < 2.
Risultato dell’Esercizio 3.6. Ipotesi: q ∈ Q con q < 0. Tesi: ∃ k ∈ Z

con k < 0 e ∃ x ∈ R con x > 0 tale che q + h = x.

Cerca un controesempio tale che q + h = x è negativo per ogni
k ∈ Z con k < 0 e x ∈ R con x > 0: per esempio, q = −1.
Risultato dell’Esercizio 3.7. Ripeti la dimostrazione della Proposi-
zione 3.14, cambiando ciò che deve essere cambiato.

c 2014 Gennaro Amendola


Versione 1.0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. ENERGETICO (D.M. 270/04)
Insegnamento: GEOMETRIA
Lezione n°: 3/S3
Titolo: LOGICA
Attività n°: 1

Sessione di Studio 3.3

Logica
Lezione 3. Logica 3–13

Sessione di Studio 3.3


Letture supplementari possono essere le seguenti:
• http://it.wikipedia.org/wiki/Proposizione_(logica)
• http://it.wikipedia.org/wiki/Quantificatore
• http://it.wikipedia.org/wiki/Implicazione_logica
• http://it.wikipedia.org/wiki/Negazione_(matematica)
• http://it.wikipedia.org/wiki/Controesempio
• http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema
• http://it.wikipedia.org/wiki/Dimostrazione_matematica

c 2014 Gennaro Amendola


Versione 1.0
Lezione 3. Logica 3–14

Sessione di Studio 3.Quiz


Seguirà un quiz, le cui domande sono le seguenti, per controllare il li-
vello di approfondimento degli argomenti studiati: assicurati di avere a
disposizione queste domande quando farai il quiz. L’esito del quiz non
sarà tenuto in considerazione per l’esame.
Dopo aver svolto il quiz ricontrolla le domande, specialmente quelle
a cui non hai risposto in maniera corretta.
Per ognuna delle seguenti domande, la risposta esatta è una sola.

Domanda 3.1. Quale delle seguenti non è una proposizione?


(a) Il cielo è azzurro?
(b) Tutte le automobili hanno una targa.
(c) Tutti i numeri dispari sono pari.
(d) Esiste un pezzo di carta bianco.

Domanda 3.2. Cosa vuol dire il simbolo “∀”?


(a) “Esiste”.
(b) “Per ogni”.
(c) “Non”.
(d) “Non esiste”.

Domanda 3.3. Cosa vuol dire il simbolo “∃”?


(a) “Non”.
(b) “Esiste”.
(c) “Non esiste”.
(d) “Per ogni”.

Domanda 3.4. Quale delle seguenti implicazioni è vera?


(a) Dato x ∈ N, x è pari =⇒ x + 1 è pari.
(b) Dato x ∈ N, x è pari =⇒ x + 1 è dispari.
(c) Dato x ∈ N, x è pari =⇒ 2 è dispari.
(d) 2 è pari =⇒ 4 è dispari.

Domanda 3.5. Quale delle seguenti è l’inversa dell’implicazione “dato


x ∈ N, se x è pari allora 2x è pari”?
(a) Dato x ∈ N, se x è dispari allora 2x è dispari.
(b) Dato x ∈ N, se 2x è dispari allora x è dispari.
(c) Dato x ∈ N, se x è dispari allora 2x è pari.
(d) Dato x ∈ N, se 2x è pari allora x è pari.


c 2014 Gennaro Amendola Versione 1.0
Lezione 3. Logica 3–15

Domanda 3.6. Quale delle seguenti è la negazione della proposizione


“esiste x ∈ N pari tale che 2x è pari”?
(a) Esiste x ∈ N pari tale che 2x è dispari.
(b) Non esiste x ∈ N pari tale che 2x è dispari.
(c) Per ogni x ∈ N pari si ha che 2x è pari.
(d) Per ogni x ∈ N pari si ha che 2x è dispari.

Domanda 3.7. Quale delle seguenti è la contronominale dell’implica-


zione “dato x ∈ N, se x è pari allora 2x è pari”?
(a) Dato x ∈ N, se x è dispari allora 2x è dispari.
(b) Dato x ∈ N, se 2x è dispari allora x è dispari.
(c) Dato x ∈ N, se x è dispari allora 2x è pari.
(d) Dato x ∈ N, se 2x è pari allora x è pari.

Domanda 3.8. Quale dei seguenti non può essere chiamato teorema?
(a) Dato x ∈ N, se x è dispari allora 2 è dispari.
(b) Dato x ∈ N, se x è dispari allora x + 1 è pari.
(c) Dato x ∈ N, se x è pari allora x + 1 è dispari.
(d) Dato x ∈ N, se x è pari allora 2 è pari.

Domanda 3.9. Come è chiamata la dimostrazione della proposizione


“P ⇒ Q” che consiste nel dimostrare la proposizione “nonQ ⇒ nonP ”?
(a) “Costruttiva”.
(b) “Per assurdo”.
(c) “Per induzione”.
(d) Nessuna delle precedenti.

Domanda 3.10. Quanto vale 9?
(a) 3.
(b) 9.
(c) ±3.
(d) −3.


c 2014 Gennaro Amendola Versione 1.0

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