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Tiresia

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Tiresia (in greco antico: Τειρεσίας, Teiresías) è un indovino della mitologia
Tiresia
greca, figlio di Evereo, della stirpe degli Sparti, e della ninfa Cariclo. Tiresia
ebbe una figlia, Manto, anche lei indovina.

Indice
Il mito
Letteratura classica
Interpretazioni moderne
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti

L'anima di Tiresia appare a Odisseo,


Il mito opera del pittore svizzero Johann
Tiresia è cieco, e sull'origine della sua cecità esistono tre tradizioni riportate Heinrich Füssli
dallo Pseudo-Apollodoro:[1] Sesso Uomo e poi donna e
secondo la prima fu reso così dagli dèi perché non volevano che
poi uomo di nuovo
profetizzasse argomenti "segreti"; Professione Indovino
nella seconda tradizione[2] è figlio di una ninfa ed è reso tale da
Atena per punizione perché la vide nuda farsi il bagno, ma poi, su
supplica della madre, fu reso indovino dalla stessa dea;
nella terza tradizione[3] Tiresia passeggiando sulmonte Cillene (o secondo un'altra versioneCiterone), incontrò due
serpenti che si stavano accoppiando e ne uccise la femmina perché quella scena lo infastidì. Nello stesso momento
Tiresia fu tramutato da uomo a donna. Visse in questa condizione per sette anni provandotutti i piaceri che una
donna potesse provare. Passato questo periodo venne a trovarsi di fronte alla stessa scena dei serpenti. Questa
volta uccise il serpente maschio e nello stesso istante ritornò uomo. Un giorno Zeus ed Era si trovarono divisi da una
controversia: chi potesse provare in amore più piacere: l'uomo o la donna. Non riuscendo a giungere a una
conclusione, poiché Zeus sosteneva che fosse la donna mentre Era sosteneva che fosse l'uomo, decisero di
chiamare in causa Tiresia, considerato l'unicoche avrebbe potuto risolvere la disputa essendo stato sia uomo sia
donna. Interpellato dagli dei, rispose che il piacere si compone di dieci parti: l'uomo ne prova solo una e la donna
nove, quindi una donna prova un piacere nove volte più grande di quello di un uomo. La dea Era, infuriata perché
Tiresia aveva svelato un tale segreto, lo fecediventare cieco, ma Zeus, per ricompensarlo del danno subito, gli
diede la facoltà di prevedere il futuro e il dono di vivere per sette generazioni: gli dei greci, infatti, non possono
cancellare ciò che hanno fatto o deciso altri dei.[4]

«Ma la cecità di Tiresia è in realtà la condizione perché egli possa assolvere al suo ruolo di indovino. [...] Le tre
ragioni presentate nella Biblioteca, [...], appaiono in realtà connesse da un denominatore comune
rappresentato dal codice ottico su cui è costruita la vicenda. [...] la vista entra direttamente in causa
configurandosi come una trasgressione di un codice di comportamento enunciato da Callimaco [...] (le leggi di
Crono stabiliscono così chi vede un immortale contro la sua volontà, pagherà un grande prezzo per questa
vista).[5].»
Nel corso dell'attacco degli Epigoni contro Tebe, Tiresia fuggì dalla città insieme ai tebani; sfiancato si riposò nei pressi della fonte
Telfussa dalla quale bevve dell'acqua gelata e morì. In un'altra versione l'indovino, rimasto a Tebe con la figlia Manto, venne fatto
prigioniero e mandato a Delfi con la figlia, dove sarebbero stati consacrati al dio Apollo. Tiresia morì per la fatica durante il
cammino.

Nell'Odissea il suo spettro è consultato da Odisseo affinché gli indichi


la strada del ritorno. Benché morto e residente nell'Ade, Tiresia
conserva, a differenza degli altri spettri, una propria identità e le
proprie capacità mentali (φρήν)

«per chiedere all'anima del tebano Tiresia,


il cieco indovino, di cui sono saldi i precordi:
a lui solo Persefone diede anche da morto,
la facoltà d'esser savio; gli altri sono ombre vaganti»
Odisseo consulta l'indovino per eccellenza,
(Odissea X, 492 e sgg., T raduzione di G. Aurelio Tiresia. Particolare di unkrater a calice, a figure
Privitera )
rosse, risalente al IV secolo a.C.
La storia di Tiresia è narrata tra gli altri da Ovidio nelle Metamorfosi e
da Stazio nella Tebaide.

Dante Alighieri lo cita vicino al suo rivale in divinazione nella guerra di Tebe, Anfiarao, tra gli indovini nella quarta bolgia
dell'ottavo cerchio dei fraudolenti nell'Inferno (XX, 40-45). Il poeta fiorentino tuttavia non fa accenno alle sue arti divinatorie ma al
solo prodigio del cambio di sesso dovuto all'aver colpito i due serpentelli, azione che rese necessario colpirli di nuovo sette anni
dopo. Probabilmente l'intento di Dante è limitato a deprecare le attività dei maghi, i quali talvolta adulterano le cose naturali con il
loro intervento. Tiresia è condannato a vagare eternamente con la testa ruotata sulle spalle, che lo obbliga a camminare indietro in
contrappasso con il suo potere "preveggente" avuto in vita. Anche sua figliaManto si trova nello stesso girone.

Letteratura classica
La figura di Tiresia appare in molti miti classici;

Esiodo (fr. 276 M. - W.) racconta che egli visse per la lunghezza di sette generazioni.
Sofocle utilizza il suo personaggio drammatico inEdipo re e nell'Antigone. Appare anche in due opere diEuripide:
Le Baccanti e Le Fenicie.
Nell'Odissea di Omero, appare nel libro X, quandoCirce consiglia a Ulisse di consultare l'ombra di Tiresia, e nel libro
XI, quando l'eroe lo incontra nel regno dei morti.
Ne Le Metamorfosi, Ovidio racconta come Tiresia acquisì il dono della divinazione.

Interpretazioni moderne
Il poeta Guillaume Apollinaire fu autore di un'opera teatrale surrealista intitolataLes Mamelles de Tirésias (1917).
Thomas Stearns Eliot riprende la figura di Tiresia nel suo The Waste Land (1922): lo si incontra nella sezione
intitolata Il sermone del fuoco.
Tiresia è protagonista, insieme ad Edipo, delterzo racconto, dal titolo "I ciechi", dei "Dialoghi con Leucò" di Cesare
Pavese (1947).
Tiresia è il titolo di un capitolo del libroLa chiave a stella di Primo Levi, dove si spiega la storia del mito, capitolo
fondamentale per la comprensione del libro stesso.
Il filosofo Mario Perniola è autore del romanzoTiresia, Milano, Silva, 1968.
Conversazione su Tiresia è uno spettacolo teatrale scritto e interpretato daAndrea Camilleri, andato in scena
unicamente al Teatro greco di Siracusal'11 giugno 2018[6] e in seguito trasmesso al cinema il 5, 6, 7 e 22 novembre
2018 e in televisione suRai 1 il 5 marzo 2019.

Note
1. ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, III, 6, 7 (http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.01.0021:t
ext=Library:book=3:chapter=6:section=7).
2. ^ Ferecide FGrHist 3 F 92, ripreso poi da CallimacoPer il bagno di Pallade70 e sgg.
3. ^ “Melampodia”, R. Merkelbach, M. L. West, ‘’Fragmenta Hesiodea’’, Oxford 1967, fr. 275.
4. ^ Ovidio, Metamorfosi, liber III, 336-7
5. ^ Paolo Scarpi in Apollodoro, I miti greci, p. 565.
6. ^ Camilleri-Tiresia in scena a Siracusa - Teatro, in ANSA.it, 4 giugno 2018. URL consultato il 17 luglio 2018.

Bibliografia
L. Brisson, Le mythe de Tirésias. Essai d'analyse structurale, Leiden, 1976.
L. Brisson, Sexual Ambivalence. Androginy and Hermafroditism in Graeco-Roman Antiquity , Berkeley-Los Angeles-
Londra, 2002. ISBN 0-520-23148-1
E. Di Rocco, Io Tiresia: metamorfosi di un profeta, Roma, Editori Riuniti University Press, 2007.ISBN 978-88-359-
5989-2
N. Loraux, The Experiences of Tiresias. The Feminine and the Greek Man, Princeton (NJ), 1995.ISBN 0-691-
02985-7
S. Massoni, La stirpe del Serpente, Reggio Emilia, ed. Aliberti, 2008.ISBN 978-88-7424-403-4
G. Ugolini Tiresia e i sovrani di Tebe: il topos del litigio, in «Materiali e Discussioni per l'analisi dei testi classici», 27,
1991, pp. 9–36.
G. Ugolini, Teiresias. Untersuchungen zur Figur des Sehers Teiresias in den mythischen Überlieferungen und in der
Tragödie, G. Narr, Tübingen, 1995, Tübingen, 1995. ISBN 3-8233-4871-X
G. Ugolini, Le metamorfosi di Tiresia tra cultura classica e moderna, in Die Kraft der Vergangenheit. Mythos und
Realität der klassischen Kultur, hrsg. von G. Ugolini, Olms, Hildesheim 2005, pp. 169–179.

Voci correlate
Temi LGBT nella mitologia
Temi transgender nell'antica Grecia

Altri progetti
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