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LTC FLORIDI

12/11/2021
Arianna sposa di Dioniso
(Stafilo (figlio del dio con Erigone): grappolo)
Nesso fra i due? Ma soprattutto Dioniso? Si riteneva che non fosse dio greco, ma dall’oriente, divinità
importata (perché non razionale come si credeva la Grecia, armonica e ordinata) dei riti orgiastici, del furore
dell’ebrezza. Polemica che ha diviso il mondo della filologia: Nietzsche (nascita della tragedia, intuizione
della grecità anche dionisiaca, nel pantheon sin dall’inizio) e Wilamowitz sostenne che culto dionisiaco fosse
nato in zone barbare, Tracia (?) perché selvaggia, o Frigia. Abbiamo dati: tavolette in lineare B lo
menzionano, associandolo al vino, Già venerato nel II millennio a.C. Alcuni dicevano che fosse
antroponimo, ma poi ritrovata tavoletta di innegabile contesto cultuale, con resoconti di offerte.
Palazzo di Cnosso: pittura con tauromachia (toro frequentissimo nell’iconografia cretese, rientrava in
qualche forma di culto). Dioniso associato al toro e alla sua epifania – taurokeros, dalle corna di toro, nelle
Baccanti – minotauro doppio di Dioniso? Difficile fare ricostruzione precisa.
Odissea XI, 321-325: catalogo delle eroine, al suo interno si dice che Teseo cercò di portare Arianna ad
Atene ma non ne godette perché la uccise Artemide (una delle tante morti), per denuncia di Dioniso. Che
storia è questa? Dioniso non dovrebbe salvarla? Similarità con storia di Niobe (che si paragonò a Latona e
per questo vide morire i suoi figli), morte repentina di personaggi femminili (morte femminile come
l’impiccagione). Varia lectio ἔσχε (trattenne) per ἔκτα, congettura di Aristofane di Bisanzio secondo il West.
Supposta interpolazione di questo catalogo in un momento successivo all’VIII a.C., per assolvere Teseo,
forse nel V a.C. post-redazione pisistratea; Teseo era un eroe nazionale ateniese, bisognava rivalutarne la sua
figura. Wilamowitz sostenne la tesi: Minosse “funesto” perché ostile agli ateniesi; Διονύσου anziché -οιο. In
realtà forse versione precedente del mito e forma recenziore per sovrapposizioni; “funesto” = legato
all’aldilà.
Morte a causa di Dioniso? Commentatore omerico Eustazio che si rifà a tradizione precedente. Versione del
mito in cui Teseo si unisce ad Arianna in uno spazio sacro, Atena gli ordina di andarsene. Dioniso fa la spia
sull’unione consumata nel tempio della dea, un atto sacrilego, cosicché Arianna è uccisa. Anche in scoli
all’Odissea, e in arte figurativa (lekythos del pittore di Pan). Atena, armata di elmo e lancia; sopra testa di
Arianna piccolo Ἕρως che indica il legame amoroso: esattamente versione di Eustazio, atto di pietas nei
confronti di Atena (cfr. Enea e Didone). Artemide dea legata alla verginità e alla morte femminile, può
intervenire per altri dei, come vendicatrice. Odissea V, invettiva di Calipso contro gli dei, cita il mito di
Aurora e Orione. Morte repentina per frecce “miti”, non provocano spargimenti di sangue.
Eustazio e la versione dei neoteroi, gli scrittori più recenti, secondo i quali Dioniso abbia consolato Arianna
donandole una corona d’oro (attributo tipico, cfr. catasterismo) e unendosi con lei, poi uccisa da Artemide
perché non più vergine. Poi posta fra gli astri. Versioni contrastanti per spiegare questo passo controverso e
difficile.
Altra versione dell’attidografo Ferecide (V a.C.) contenuta negli scoli all’Odissea. Simile alle altre, ma
intervento consolatorio e preannuncio di Afrodite; Arianna uccisa da Artemide perché ha perso la verginità.
(cfr. culto a Cipro di Arianna Afrodite)
Scoli all’Odissea: bosco sacro / temenos di Dioniso profanato dall’unione di Arianna con Teseo. Sposalizio o
rapimento? “Concordano”? Non sembra. Ἄρπαζω = ratto a scopo erotico, stupro.
Rapporto fra Arianna, Teseo e Dioniso pre-Catullo? Arianna accostata ad altre due donne Fedra, Procri.
Fedra è fedifraga, antitesi di Penelope; Procri tradisce marito Cefalo con vari amanti, anche Minosse; punita
con la morte (ruolo di Artemide). Fedra si impiccò per vergogna per amore di Ippolito (voto ad Artemide).
Mito di infedeltà coniugale in origine per Arianna? Passo dell’Ippolito euripideo: Arianna infelice e sposa di
Dioniso; Fedra di Seneca testimonia tradimento di Dioniso da parte della sua sposa Arianna, che fugge con
Teseo. Arianna sminuita poi dal livello divino a quello eroico, attraverso versione mitica successiva. Coppia
divina primordiale a Creta (II millennio): Dioniso e Arianna.
Frammento di Epimenide (VI a. C) sulla corona di Arianna. Dono di Dioniso per sedurre Arianna, opera di
Efesto. Versione secondo cui Teseo si salva dal labirinto grazie alla luce di questa corona, poi trasferita in
cielo come segno dell’amore fra Teseo e Arianna. Stessa versione dello strumento di seduzione in Eratostene
ed Igino (dono nuziale di Dioniso ad Arianna).
Nell’arte figurativa prima attestazione precede quella letteraria (VII a.C. vs VI a.C.): lotta di Teseo col
minotauro alla vista di Arianna, la corona diventa simbolo di vittoria e d’amore.
Tema del catasterismo preponderante in epoca ellenistica (poesia dotta dei Fenomeni di Arato con storia
delle costellazioni). Σῆμα significa anche monumento funebre, “segno per la dipartita di Arianna”, pone
stelle a forma di corona per ricordare moglie morta a causa della sua gelosia. Dopo la sua morte Dioniso
indossa corona d’edera (sempreverde simbolo di lutto). Versione di Dioniso come marito abbandonato.
Apollonio Rodio (affinità di Arianna con Medea, traditrici e aiutanti dei loro amanti): per convincere Medea
Giasone ricorre all’exemplum di Arianna, ricompensata dagli dei con posizione della corona fra le stelle.
Giasone in realtà piega ai propri scopi la versione della storia di Arianna, lo confermano gli scoli.
Nesso fra corona e abbandono da parte di Teseo (Manilio): “memoriale della ragazza abbandonata”, Arianna
donna relicta per eccellenza. Ovidio: “trasformata in dea per crimine di Teseo”. Corona varia di continuo
quanto alla sua funzione.

16/11/2021

Fama di Teseo come seduttore, con cui Arianna sembra aver tradito Dioniso. Teseo centrale ad Atene come
eroe nazionale nel V a.C. Mito rivisitato in chiave edulcorata. Ratto, stupro, violenza. Ateneo di Naucrati (II
d.C.) ci dice di una serie di questi atti (anche Elena, ma un’Elena bambina). Catalogo abbastanza variegato,
c’è anche Fedra. Necessità di rivalutare, spinge a identificare in Dioniso il rapitore, secondo la versione
canonizzata da Catullo. Secondo
Diodoro Siculo [importante come compilatore] Teseo non l’abbandona, ne viene privato e soffre; tanto da
dimenticarsi di ammainare le vele nere ed issare vele bianche (ci sono testimonianze discordi altrove: Teseo
si dimentica del patto o viene meno volontariamente?). Ancora Diodoro: sogno in cui Dioniso appare a
Teseo e lo minaccia, per costrizione dunque.
Caritone di Afrodisia (uno dei cinque romanzieri greco la cui opera ci giunge intera) fa un fugace riferimento
alla storia di Arianna rapita da Dioniso, sottratta a Teseo.
Pausania menziona fra le opere che descrive un dipinto che era ad Atene nel tempio di Dioniso, di nuovo
rapimento (ἁρπαγή). Addirittura, in una versione attacco navale di Dioniso.
Sembra quindi che non sia tarda l’invenzione dell’innocenza di Teseo: conferma nell’arte figurativa di V a.C.
Vaso con Teseo che parla con Atena, costretto ad andarsene lasciando Arianna. Iconografia canonica (ancora
in età moderna) addormentata. Ermes in un altro vaso, in quanto messaggero degli dei, Teseo costretto a
cedere. Ermes con copricapo (iconografia del viandante o di chi viaggia per impresa [Perseo]). Sopra
Arianna Ἔρος o Ὕπνος.
Due varianti di fatto:
-Teseo fedifrago abbandona Arianna in un luogo selvaggio e deserto
-Teseo costretto (versione ideata in ambito ateniese, nel V a.C.)
Filostrato Maggiore (II-III d.C.), nelle sue Imagines, testimonia che la storia di Arianna è una storia da balie.
Storia da bambini, fruizione orale, varie versioni.

Plutarco nella Vita di Teseo afferma che ci sono più versioni del mito. Arianna consolata da un sacerdote di
Dioniso, poiché Teseo (Esiodo in un frammento) si era innamorato di Aigle (“la splendente”). Pisistrato
voleva fare “cosa gradita agli ateniesi”, motivazioni ideologiche delle interpolazioni o delle modifiche per
rendere poemi più consoni al pubblico fruitore.

Vaso attico del VI a.C., Arianna con la corona, vestita, Teseo in nudità eroica.
Kylix a figure rosse: Arianna col filo in mano, vestita
Stamnos (400-390 a.C.): Arianna col seno nudo, Atena sopra di lei.
Mosaico (II-IV d.C.): Arianna di spalle ma completamente nuda
Il cambiamento dell’iconografia avviene dopo l’imporsi della versione dionisiaca del mito e con
l’allontanamento da Atene, raffigurata come baccante (vs consorte di Teseo tutta coperta, in dignità regale
nel VI-V a.C.)
Quadro di XIX sec. di Waterhouse, tigri sono richiamo all’iconografia dionisiaca.

Versioni poco note per capire quanto siano poliedrici i miti: culto di Arianna-Afrodite, variante di Paion di
Amatunte. Arianna incinta di Teseo durante viaggio di ritorno, dovrebbe essere sua realizzazione in quanto
donna. Arianna scende a terra a Cipro per mal di mare. Lettere false di Teseo redatte da donne dell’isola.
Morì prima di diventare madre, senza compiere la sua femminilità, in bilico fra vergine e madre, fanciulla e
sposa. Teseo al suo ritorno soffrì e di fatto istituì un culto: duplicità della statua di argento e una di bronzo.
Arianna venerata in veste cipria, la sua morte di parto veniva riprodotta come rappresentazione rituale: lo
faceva un uomo, per uno scambio di ruoli (cfr. carnevale, rottura delle convenzioni sociali per poi
ripristinarle). Lo scambio sessuale fra uomo e donna aveva varie occorrenze: a Sparta nella notte di nozze
spose attendevano marito con capo rasato. Celebrazione rituale in cui si diventa qualcosa di diverso da prima
(anche efebo). Riti che giocano sulla bisessualità; culto di Afrodite barbuta a Cipro, con scettro
(ermafrodito). Ci sono testimonianze nei neoteroi. Ad Argo ὔβριστικὰ, scambio di vestiti.
In relazione alla saga di Teseo: oscophória (in mano tralcio di vite con grappoli) che riproduce ritualmente
questo evento: Teseo fece travestire da donne alcuni uomini, rendendoli femminei con elementi di cura
femminile (bagni caldi, tenuti all’ombra, unti con unguenti) inoltre modulazione della voce e del portamento.
Rituale bacchico di consegna a Dioniso e Arianna dei grappoli, per ruolo nel buon esito della spedizione
oppure per l’autunno, quando si raccolgono frutti (rituali agresti, delle stagioni).
RITI DI PASSAGGIO

Difficile far chiarezza dice Plutarco, addirittura si è sdoppiato il mito a Nasso, due Arianne e due Minossi.
Nutrice Corcina. Un mito felice e uno terribile e triste, tentativo di razionalizzare gli aspetti dicotomici del
mito. Forse davvero riti agresti legati ai cicli del sole e alla morte e rinascita della natura. “Dying god”
teorizzato da Frazer, soprattutto divinità femminili che regolano cicli stagionali. Idea (semplicistica) di una
società matriarcale precedente una patriarcale: Arianna segno di un passaggio storico.

Geografia dell’abbandono è varia, non solo Nasso, ma anche Dia (“isola divina” = vaga) sembra vicino Creta
oppure coincidere con Nasso? Nome più antico? In realtà Nasso è nelle Cicladi, mentre l’isola chiamata Dia
è vicina a Creta. Perché Nasso? Secondo una tradizione (Diodoro Siculo) Dioniso nato lì. Nasso rurale ma
civilizzata, non luogo deserto e solitario come viene descritto spesso per associarlo a Dioniso.
18/11/2021

Arianna “latina”

Codificazioni letterarie: Catullo inventa un genere letterario, il lamento di Arianna. Ordinamento su base
metrica del liber, criterio di derivazione alessandrina, tipico di un editore e non di autore. Nella sezione
centrale: carmina docta, componimenti lunghi, epilli, dallo stile più elevato e dunque più impegnati delle
nugae precedenti; infine epigrammi in distici elegiaci e componimenti esametrici. Sia nugae che epigrammi
hanno toni vari ma sempre intimistici, mentre i carmina docta trattano temi mitologici con linguaggio
elevato. Poesia neoterica che coinvolge anche Catullo. Epillio è epos breve, caratterizzato da grande cura
stilistica; tematicamente si prediligono personaggi secondari o versioni secondarie del mito, una chiave di
lettura antieroica, la quotidianità e l’amore (ellenismo come punto di riferimento). Novità estetica e formale,
temi che erano appannaggio solo di alcuni generi letterari vengono prelevati.

Secondo idillio di Teocrito, Le incantatrici, basato su formule magiche usate da una donna per ricondurre a
sé la persona amata: già Arianna è exemplum della donna relicta, Teseo è già immemor. Epiteto “dalle belle
chiome” usato come citazione ad Omero. Circolavano già narrazioni estese su Arianna e sulla storia con
Teseo? Probabilmente sì ma non ci sono giunte. Catullo pare aver inventato il “lamento di Arianna”.

Carme 64, uno dei carmina docta, un epillio sulle nozze di Peleo e Teti, contenente racconto nel racconto
(incastro), cioè Arianna abbandonata da Teseo. Stratagemma dell’ekphrasis per incastonare le vicende.
Descritto il talamo nuziale con coperta finemente istoriata, al personaggio mitico su una coperta viene data la
parola: un’assurdità. Giocosa novità, volontà di sorprendere il lettore. 211 versi su 408 occupati dall’epillio
di Arianna, vi si parla del suo lamento e dell’arrivo di Dioniso con il suo corteggio, rievocata anche la
vicenda cretese e il ritorno di Teseo, per analessi (il tempo non è lineare). Maledizione con cui si conclude il
lamento.
Siamo in un carme nuziale (epitalamio), la descrizione del mito di Arianna cozza con il contesto (Catullo
infatti si concentra sull’abbandono, perché? Voluta antitesi? L’enfasi riservata a questa vicenda getta luce
sinistra sulla vicenda principale [Achille destinato a tragica morte]).

Coperta sul letto nuziale. Peleo incontra Teti mentre va in Colchide, faceva parte degli Argonauti (cfr. tratti
in comune fra Arianna e Medea, rinnegatrici della famiglia e aiutanti di uomini stranieri poi fedifraghi).
Intertestualità: rapporti di testi con altri testi, letteratura di letteratura, citazione o allusione; a Catullo sono
presenti la Medea di Euripide e di Apollonio Rodio, ma in altri casi anche Saffo… Al lettore resta il piacere
di riconoscere l’ipotesto, nonché di sciogliere i complessi rapporti e significati sottostanti. Catullo nutrito di
letture greche, molte delle quali ellenistiche. “Heroum…virtutes”? Non è certo epica eroica quella che segue,
Teseo è anzi un antieroe. Imprese di Teseo in parte, ma più che altro gioco con aspettative del lettore.
Secondo altri, pessimismo dovuto ad un’età eroica ormai passata. Arianna donna abbandonata, in una
spiaggia deserta (Nasso caratterizzata così nonostante fosse florida isola di Dioniso)

Coperte, inanimata, ma la spiaggia è risonante, si fa appello all’udito; poi riferimento alla sfera della vista.
Non ci dovrebbero essere movimenti, suoni, odori in un’ekphrasis. Il retore dell’ekphrasis di solito anima il
quadro, ma ne segnala l’artificio, ne sottolinea la natura fittizia attraverso i limiti dell’immagine, a cui
mancano suono, voce, profumi... Solo 50 e 51 sono ecfrastici, il resto sembra una scena di teatro.

Teseo è immemor, si scorda di Arianna. Lei lo guarda con i suoi “ocelli” (diminutivo vezzeggiativo,
linguaggio codificato che richiama attenzione su abito affettivo); Arianna sulla coperta pare “statua
marmorea di baccante”: doppio medium artistico, inoltre ossimoro di baccante-immobilità; anticipazione
della trasformazione dionisiaca. Altro elemento dionisiaco, mitra, copricapo orientale attributo di Dioniso.
Denudamento involontario per l’emozione, si muove come una baccante. Entriamo nell’iconografia classica
dell’Arianna dionisiaca (rimando intervisuale, vedi Menade di Scopas).

Ricorda le imprese cretesi di Teseo. “Perhibent” = si tramanda, Catullo ci riferisce un racconto precedente,
un mito. C’è nome tecnico per questo: “alexandrian footnote”, gli alessandrini spesso dicono di rifarsi ad una
fonte precedente, espressioni come questa richiamano modello letterario precedente, uno o più. Catullo non
inventa niente. Versione altra del mito rievocata brachilogicamente da Catullo. “Funera nec funera”
espressione ossimorica di quelle tipiche del linguaggio tragico.

Topos dell’innamoramento a prima vista. Tutte le vicende cretesi liquidate in un attimo, molto più lunga la
descrizione dell’innamoramento. Anche nei carmina docta elementi tipici (diminutivi) dei neoteroi. Eurota è
un fiume spartano (fondamentale nel XVIII idillio teocriteo, l’epitalamio di Elena), mirto è pianta sacra ad
Afrodite (oltre a rose e altri fiori…): topoi epitalamici. Allo stesso modo l’abbraccio della madre, con
l’abbandono della casa col matrimonio. Pasifae non era proprio un modello nuziale auspicabile, getta sulla
vicenda matrimoniale una luce scura (infatti non ci sarà un lieto epilogo).

“Heu misere”: appello diretto ad Eros per rimproverargli il suo potere, piega uomini e dei, mescola gioie e
tormenti. Catullo traduce il saffico γλυκύπικρος. Vicenda mitica filtrata attraverso ottica erotica e non più
eroica, vicende dal punto di vista della virgo. Teseo non soccombe “grazie al filo sottile”. Arianna trema di
fronte ai pericoli corsi da Teseo e prega per lui, offrendo agli dei “munuscula”, piccoli doni in cambio della
salvezza dell’eroe. Pare che filtri nel racconto il punto di vista di Teseo, lei è una piccina spettatrice, il suo
ruolo è marginale, non menzionata come attrice della strategia del filo. Arriveremo da qui all’abbandono.

Excusatio-praeteritio (tipico vezzo della poesia augustea). Menzione tramite negazione e scusa per
divagazione. “Perché richiamare tutto questo?”. In 8 versi si scusa per digressione e ripercorre gap temporale
fra sconfitta del Minotauro e risveglio sulla spiaggia di. Arianna. Nomina Pasifae e Fedra (?). “Coniunx”?
Teseo non è tecnicamente tale, si vuole far apparire il suo tradimento come più grave, lui come traditore
della fides; rispecchia il punto di vista di Arianna. Vuole far sembrare il rapporto fugace “d’amore” fra i due
come qualcosa di più sacro. Punto di riferimento per la Didone di Virgilio e per la Scilla di Ovidio.

19/11/2021

“Perhibent” altra “alexandrian footnote” che segnala modello precedente. Fonti di Catullo? Modelli?
Intertestualità: ellenistica? Precedenti di varia natura? Non abbiamo fonti greche di Catullo su Arianna, ma ci
sono moltissime allusioni a testi noti (Argonautiche di Apollonio Rodio e Medea di Euripide). Incastro di
piani temporali: precedenti letterari che si intrecciano Euripide precede Apollonio, ma nelle opere trattano di
vicende in ordine inverso. Arianna si appropria dell’identità di Medea attraverso i riferimenti intertestuali;
nonostante la colpa di Arianna sia ben minore di quella di Medea (aiuta ad uccidere un parente ma è un
mostro, abbandona il padre ma non lo uccide)

Arianna si è svegliata, rappresentata mentre si muove, riesce addirittura a parlare, ekphrasis irrealistica;
monologo dell’eroina (gioco intertestuale) triste e abbandonata. Lancia ai venti lamento disperato.

Monologo si apre con riferimento all’abbandono: Teseo “perfidus”, termine tipico del liber catulliano (sarà
poi un principio cardine dell’elegia). “Deserto”, “neglecto”, “periuria”, “promissa”. Giasone aveva usato
exemplum di Arianna come espediente per convincere Medea, sfruttando a suo vantaggio il mito.
“famosissima” = il mito doveva essere celebre. Già in Apollonio identificazione Arianna proiettata su
Medea; qui Medea proiettata su Arianna. Stesse recriminazioni in Apollonio Rodio: ipotesto per Catullo.
Arianna generalizza la propria condizione, Teseo è emblema di un comportamento maschile ricorrente, le
promesse degli uomini sono vane.
Arianna rivendica con orgoglio il suo ruolo nella vicenda del Minotauro, anche se è esagerato il suo
resoconto: Minotauro “germanus”? Fratello di sangue? Era un mostro. Chiaro riferimento ad Euripide, un cui
passo è condensato e riscritto a scopi di pathos e drammatizzazione, esagerazione delle colpe da parte di
Arianna (cfr. “munuscula”, ridimensionamento da parte di Teseo).

Individuati genitori in bestie/elementi selvaggi/creature feroci per sottolineare crudeltà. Vedi passo
dell’Iliade, con riferimenti ad Achille spietato, figlio di… Sottile legame fra ekphrasis e tema del carme
(nozze fra Peleo e Teti). Altro rapporto intertestuale sempre con Medea di Euripide, sovrapposizione di
ipotesti, ricercatezza.

Perché lasciarmi morire qui? Sarei stata tua schiava e ti avrei lavato i piedi “iucundo labore”; grandi
oscillazioni con desiderio di sposare Teseo. In ambito tragico (greco) ci sono molte eroine che auspicano
destino di schiave pur di non soccombere. Andromeda, abbandonata su un’isola deserta, deve finire in presa
ad un mostro marino; passa Perseo di ritorno dall’uccisione della Gorgone. Armato di tutto punto combatte
col mostro e libera la donna. Frammento dell’Andromeda di Euripide: prendimi come schiava o serva. Topos
della preghiera pur di evitare la morte. Sta per fiorire a Roma l’elegia, e con essa il topos del servitium
amoris, l’assoluta soggezione dell’uomo alla donna (domina); qui il contrario. Ovidio nella decima Eroide
introduce variazione, monologo orgogliosa che non sarà disposta a fare la schiava.

Anticipazione ulteriore (ironica) dell’arrivo di Dioniso: “nessun mortale apparirà a salvarla”.


Richiamo all’incipit della Medea, aperta da un ottativo irreale. Gioco intertestuale ha spia evidente: Teseo
definito “hospes” anche se stava solo portando tributo umano, a differenza di Giasone presentatosi come
ospite; queste discrasie sono spie testuali per indicarci presenza di un modello. “Iuppiter omnipotens”
formula tipica delle preghiere romane, evidente trasferimento del testo greco in altro codice culturale.

Continuo lamento, inizio di una serie di domande retoriche. “Giovane asperso del sangue di mio fratello” è
chiara sovrapposizione con Medea. Modello euripideo: Medea ha commesso crimini efferati, della sua
identità Arianna si appropria. Anticipazioni nuovamente ironica.

Arianna invoca la vendetta delle Eumenidi (corrispondenti alle Furie circa). Eumenidi (Erinni evolute in
senso positivo?) segnalano modello sottostante: Argonautiche, dove Medea le aveva chiamate in causa. Qui
si chiude il lamento di Arianna. Influenza delle Coefore sull’iconografia delle Erinni, da quel momento in
poi anguicrinite, probabile canonizzazione.

Ritorno di Teseo a casa sui cui è spostato il focus. Tono si innalza e si fa epico, Giove annuisce (segnale
classico, vedi Iliade) e si verifica terremoto. Teseo “immemor” anche qui ma in senso diverso: non più
quanto alle promesse fatte ad Arianna, ma quanto alla promessa fatta il padre, dimentica delle vele bianche
(intervento divino che accontenta Arianna).

Altra “alexandrian footnote”. Ritorniamo al permesso dato da Egeo a Teseo di partire (eppure ci troveremmo
in un’ekphrasis e non in una tragedia. Accordo delle vele come segnale per l’esito della riuscita dell’impresa.
“Cuore tuo memore” = anticipazione tragica. Minotauro definito “toro” e non mezzo toro e mezzo uomo:
anticipazione di Dioniso attraverso menzione di un suo attributo. Catullo non ricorda l’antico culto che si è
poi ipotizzato, ma sa del toro come elemento dionisiaco.

Ritorno ad Arianna (dopo il salto in avanti alla morte di Egeo). Gioco di piani narrativi, legame fra Peleo
(argonauta) e i fatti coinvolgenti Medea.

“Dall’altra parte” una delle pochissime marche del contesto ecfrastico, indicazione locativa (cfr. Eneide I,
tempio di Giunone). Descrizione del furore delle menadi: infatti l’ultima sequenza dell’ ekphrasis è il
corteggio dionisiaco (consolazione liquidata in un verso). Dimensione acustica descritta con grande
attenzione; menzione del “toro” smembrato.

Affreschi pompeiani rappresentano molto spesso Arianna a Nasso: quali dipendenze fra poesia e arte
figurativa? Iconografie:
- Arianna dormiente
- Arianna dormiente mentre sua bellezza si svela a Dioniso (due momenti condensati in una sola
scena), porta bracciali
- Arianna svegliatasi vede la nave di Teseo allontanarsi, piangente magari e anche accompagnata da
altre figure talvolta (Eros e forse Nemesi)
Ricorrente nudità di Arianna (da quando è passata all’ambito dionisiaco). Ispirazione probabile degli artisti
campani alla per noi persa pittura ellenistica (parallela alla poesia ellenistica).

Anche in scultura tema presente (cfr. copia di una statua della scuola di Pergamo, acquisita da Giulio II per il
Cortile delle Statue del Belvedere; la si era identificata, causa bracciali di serpenti, con Cleopatra, suicidatasi
con un aspide; ma la posa e i monili non suscitano dubbi). De Chirico: 150 tele con Arianna, anzi con
l’Arianna vaticana riprodotta ossessivamente. Non l’unico con riferimento costante ad Arianna.

23/112021

Ovidio

Sulmona, 43 a.C., dalla classe senatoria ed educato a Roma, si perfezionò ad Atene e viaggiò in Oriente (lo si
capisce dalle opere, soprattutto quelle dell’esilio. Nell’8 d.C. relegatio a Tomi: reale o solo personalità
poetica? Probabilmente reale. Tristia, Epistulae ex Ponto, tentativi di rientro.

Figura di Arianna in Ovidio in più parti (trattando parti diverse del mito in punti separati, con vari riferimenti
intra e intertestuale):
- Heroides
- Ars Amatoria
- Fasti, catasterismo ed ironia dell’abbandono anche da parte di Dioniso; lamento della relicta contro lo
stesso Dioniso. Ormai topico lamento da parodizzare.
- Metamorfosi (lamento di Scilla fondamentalmente il lamento di Arianna; importanti anche le riscritture in
cui le stesse parole sono usate da eroine diverse)

Heroides: Ovidio nell’Ars Amatoria dice di essere stato il protos euretes dell’opera interamente di Epistole
d’amore in versi (ci sono precedenti ma solo parziali di lettere). Trasferisce da una prospettiva maschile ad
una femminile l’elegia d’amore; non più Roma frivola, ma tempo distante e sfumato del mito. Strutturata in
due libri composti in due momenti diversi:
- prime 15 (Saffo a Faone probabilmente spuria) (dopo 15 a.C.)
- altre 6 accoppiate (4-5 d.C.)

Opere nutrite di letteratura, soprattutto greca ma anche latina (Catullo e Virgilio). Istanza suasoria
abbastanza forte, si nota la formazione retorica di Ovidio. Altro esercizio importante: etopea, immaginare
carattere e parole di un personaggio storico/mitico immedesimandosi. Regole della retorica dell’epoca, ma
anche racconto fortemente soggettivo: abbiamo solo un punto di vista per la maggior parte dei casi, racconto
appiattito su un’unica visione delle cose. Qui a differenza che in Catullo il personaggio non conosce il suo
futuro, qualche anticipazione è inserita ma come premonizione o allusione. Ovidio si rifà ad una versione
secondaria, ad una fonte diversa o sta giocando con voce dell’eroina? Eventi piegati dalla prospettiva
dell’eroina? (es: Didone incinta, distorsione voluta o esisteva versione mitica in cui Didone restava incinta?)
Prospettiva monologica comporta caratterizzazione che spoglia le protagoniste della loro sublimità eroica. Si
può parlare di epillio (insieme ad epistolografia ed elegia).

Arianna scrive una lettera pur essendo su un’isola deserta, quasi nessun riferimento al supporto scrittorio.
Lamento che si immagina scritto ma resta formalmente orale. Intento parodico di Ovidio? Autoriflessività
del poeta coscientemente eleva Arianna, col tono patetico, a “relicta” per eccellenza.

Primi due versi espunti, una riscrittura di Catullo infiltratisi nel testo. Richiamo iniziale alla finzione
epistolare poi fino alla fine parole e null’altro. Del tutto irrealistico che lei scriva su un luogo deserto.
Insistenza sul tema del sonno, consapevolezza di essere stata abbandonata quando era inerme. “Semisupina”
= influenza delle arti figurative evidente. “Viduo” = Teseo in Catullo definito sposo per rendere più atroce il
tradimento. Gesti tipici del lutto: vita priva di un futuro e quindi come già terminata. Arianna comincia ad
essere fuori di sé.

Influsso delle arti figurative sull’idea del sonno (figura alata sulla testa o Eros o Hypnos; Arianna ed
Endimione su sarcofago, sonno della morte ma con speranza di rinascita, Arianna dionisiaca che si presta a
diventare simbolo di una prospettiva post-mortem).

Luogo amico anziché nemico, partecipa del suo dolore; topos retorico del “pathetic fallacy”, gli elementi
esterni partecipano dei sentimenti del personaggio. Poco più sotto Nasso è descritta come selvaggia e
inospitale, obbedienza a motivi diversi.

Arianna sale su roccia per veder orizzonte e vede Teseo allontanarsi a largo. SGRODOLO. Descrizione della
follia di Arianna abbandonata: batte petto, è pietrificata (vd. menade di marmo del carme 64). Ingenuità di
Arianna che non può credere di essere stata abbandonata (inoltre richiamo ai colori delle vele). Velo bianco
= anche riferimento all’Arianna catulliana subito svelatasi all’inizio del carme. Immagine della menade litica
di Catullo qui sdoppiata.

Appello al letto è topos teatrale diffuso e non solo (Eur. Alc.; AP, Filodemo di Gadara). Letto è quasi oggetto
scenico: “perfide …lectule” (vezzeggiativo tipico del linguaggio neoterico) = stesso epiteto per
comportamento fedifrago di Teseo. Tesi della fruizione orale del testo delle Heroides, drammatizzazione
pantomimica?

Temi del carme 64 riproposti, Catullo stesso si rifaceva a tradizione con cui Arianna era associata a Medea.
Minosse “iustus”, soprattutto fuori da Atene (già nell’Odissea), qui per rimarcare il tradimento di Arianna.
Creta “dalle 100 città” già epiteto omerico; a Creta Zeus sarebbe stato nutrito dalla capra Amaltea.

Testi intertestualmente densi. Oltre a riferimenti al carme 64, a v. 75: “vivimus” = allusione a “vivamus mea
Lesbia” qui come altrove. Ricorda qualcosa che non ha ancora sofferto? Guasto? Follia di Arianna? Ricordo
letterario, il poeta gioca coi modelli che i suoi personaggi stanno ricordando, come memorie di un’altra vita.
Arianna letteraria pienamente cosciente del suo status di relicta per eccellenza. Arianna muore in molti modi
diversi, probabilmente Ovidio allude alle varie possibilità narrative.

“La morte mi è meno penosa della vita”, il lettore sa già cosa sta per succedere. Nasso isola deserta, solitaria,
dove rischia di essere sbranata (“tigre”, menzione non casuale, non la sbraneranno ma faranno parte del
corteggio dionisiaco). Questa Arianna ha un moto d’orgoglio, è una matrona romana augustea, domina che
non può immaginare un futuro da schiava (piena stagione dell’elegia erotica).
Guardando al cielo Arianna pensa di vedere “simulacri degli dei”; ennesimo indizio per prefigurare futuro
della donna, il catasterismo. “Simulacra” = costellazione. Ironia. Teme elementi che saranno la sua fortuna
(vd. “tigre”). Fitta trama di rimandi (carme 64 e Iliade insieme).
Anche Arianna catulliana usa “utinam” per desiderio impossibile che non sia stato così il passato. Testo
stratificato di riscritture. Di nuovo topos del cuore inflessibile. Notte perpetua come nel carme 5 del
“vivamus”. Pathos sempre più intenso. Immagina ritorno trionfale al palazzo del padre (descritto in modo
simile al labirinto, “palazzo di roccia”), ma non ci tornerà. “Lugentis more” = capelli sciolti alla maniera di
chi soffre, Arianna ovidiana è lo stereotipo della donna in lutto/lamento, esibita e consapevole letterarietà.
Chiede a Teseo di tornare indietro, irrealistica finzione epistolare, prima lo immagina ad Atene poi lo vede a
largo con le vele spiegate. Nota patetica della certezza della morte, chiede a Teseo di tornare almeno per
seppellirla.

Ars Amatoria. Riferimenti alla precettistica erotica precedente Περὶ Ἀφροδισίων. Tra III e IV a.C. poemi o
manuali in prosa di varia precettistica. Tecniche di seduzione, di posizioni amorose… Pornografa: Filenide
(papiro di Ossirinco con 3 frammenti, contenuti non particolarmente pornografico, non sappiamo bene
perché; look del seduttore, non troppo artefatto ma ἀτέχνυστος) ed Elefantide. Rapporti di Ovidio con quel
testo. Amore come ars, disciplina tecnica (assonanza con ars oratoria).

25/11/2021

Ars Amatoria in tre libri, in distici elegiaci; poeta è praeceptor amoris, amore come lusus, gioco galante e
disincantato. Terzo libro pubblicato più tardi per successo degli altri due. Non c’è dimensione autobiografica
come in Tibullo e Properzio, poeta insegna l’amore. Parodia della manualistica, del genere didascalico in
generale (vd. Lucrezio, Virgilio con Georgiche…). Non inventa nulla ma riprende manualistica Περὶ
Ἀφροδισίων. Si pensava al manuale di Filenide come pornografia, delusione del ritrovamento.

Motivi reali dell’esilio? “Carmen” ed “error” (Tristia). Preterizione dell’errore ma dilungamento sul carme
(Ars Amatoria). Eros extra coniugale in contrasto con l’opera moralizzatrice di Augusto. Richiamo di Ovidio
a Briseide, interpretazione che trova rispecchiamento negli scoli all’Iliade. Tratti in comune fra Briseide ed
Elena. Rapimenti dalle conseguenze devastanti, perdita di numerose vite umane. Tema del ratto come molto
antico (motivo folclorico di ascendenza indoeuropea). Achille-Briseide è relazione d’amore per Ovidio. Vero
fino ad un certo punto, conta più la τιμή.

Seduttore non deve essere senza fronzoli, deve fingere aspetto non troppo ricercato. Doppio esempio mitico:
Teseo e Arianna, Fedra e Ippolito (connesse due sorelle). Topos della letteratura antica: vino ed eros. Segue
storia di Arianna, legame labile con il contesto narrativo, excursus (frequente nell’Ars).

“amens” = in Catullo qualificava il furor, Ovidio non ha più bisogno di dettagliare è sintetico.
“utque erat e somno” = già in Catullo
Arianna sempre nelle stesse pose, descritta come appena destata, il pianto inizia subito, senza.
“Decebat” = storia di Arianna “ovidizzata”, attenzione alla bellezza scomposta, alla chioma negletta (il poeta
galante fa commento estetico e sdrammatizza un personaggio tragico, i capelli abbandonati non sono segno
di disperazione, in primo luogo, ma di bellezza). Arianna ridotta qui al silenzio, ripetizione anche con “ait”,
quasi a fare eco. Arianna è descritta come colei che usa sempre stesse parole, un ritornello risaputo.

Arianna terrorizzata dal rumore. “novissima verba” sono quelle della Didone virgiliana, detto dei morituri
quindi. Percepisce la fine, Ovidio se ne prende gioco. Metapoesia? Epitaffio al lamento di Arianna come
genere letterario? Scriverà di nuovo in maniera diversa.

Arianna quasi muore di paura, corteggio bacchico spesso descritto in questi termini. Trema come canna
leggera. Arianna trema “come una spiga o una canna leggera”: intratestualità con le Heroides. Bacco si dice
“fidelior” (vs Teseo perfidus), la conforta e promette subito catasterismo. A cosa servirà? A guidare i
naviganti. “Perché quella non avesse paura delle tigri”, Ovidio gioca con se stesso. Paure di Arianna delle
Heroides concretizzatesi. Testi antichi disseminati di violenze sessuali: “non aveva forza di opporsi”.
“Abstulit”, il dio può tutto. Ierogamia conclude resoconto.
Fasti, si inventa una variante in cui Arianna è relicta, ma da parte di Dioniso: gioco con l’esasperazione del
topos. Fasti sono illustrazione poetica del calendario romano, un’opera eziologica. Opera rientrante nel
progetto augusteo di recupero del mos maiorum. Volontà di ritornare ai costumi del passato, recupero delle
festività romane e degli usi più caratteristici. Opera incompiuta, primo piano era di 12 libri, scritti solo 6.
Prova di riscrittura ma poi fatto solo un libro. Di Arianna si parla per il catasterismo, eziologia della festa dei
Liberalia (17 marzo): Arianna sposata e divenuta Libera. Ovidio si diverte a farci vedere la storia dopo, i
postumi. Arianna qui è sposa di Bacco e ripensa alla vicenda. Aveva scambiato Bacco per il “coniuge
spergiuro” (non fu mai suo marito Teseo, coniunx usato da Catullo per sottolineare colpa di Teseo).
Riferimenti per chiarire soggetto dell’excursus mitologico. Arianna: “perché sciocca (“rustica” assenza di
raffinatezza materiale e morale, ineducata al gioco galante dell’eros) piangevo?”. “Quello fu fedifrago a mio
vantaggio”, rilettura quasi comica del passato.

Liber torna ricco dall’oriente, dopo aver battuto gli indiani, perché? Si vede nelle Dionisiache di Nonno di
Panopoli. Torna con una principessa indiana, Arianna piange ora (ironia). “Similes”, intarsio intertestuale,
tema abusato del lamento di Arianna, questo personaggio conosce sua storia letteraria. Scena topica
riproposta gratuita: spiaggia (setting topico), chioma scarmigliata… “[Similes] audite querellas” qui e in
Catullo, rivolgendosi ai flutti (ascoltate sempre le solite lamentele). “Similes” è segnale testuale. “Memini”
ha doppio valore: sia reale che intertestuale. “Eadem crimina” = crimen spesso usato per violazioni della
norma in ambito erotico (giuridico e privato si mescolano). Citazione comica di Catullo: “nessuna donna
creda a un uomo”, ma lei ha creduto ad un dio ed è stata di nuovo ingannata dall’amore.

Gioco intertestuale: quante volte ancora sarò abbandonata? Ma anche: quante volte ripeterò il lamento in
infinite riscritture?

Bellezza scura poco canonica, quando ci si innamora di una donna più scura ci si trova a “mollire”,
giustificare questo “difetto”, Arianna ribalta motivo, filtra dal suo punto di vista questa cosa. “Sono abituata
ad amare sempre un uomo”: ambiguità, è sempre innamorata ma non sempre della stessa persona, non
sempre di un mortale fra l’altro. Usare fedeltà per richiedere fedeltà non funziona. “Hic…ille”
contrapposizione. Storia di Semele, incenerita dalla vista di Zeus, insostenibile per un uomo. Semele è
incinta e quindi Zeus mette Dioniso nella sua coscia. Ovidio ci sorprende dicendoci che Bacco è stato
spettatore del lamento (anche in Nonno, dove dio ascolta e sorride, sdrammatizzando la vicenda).
INTERTESTUALITÀ, vedi Conte. Poesia autoriflessiva in cui Ovidio riscrive Catullo e se ne compiace.
L’idea di originalità poetica è totalmente diversa dalla nostra idea (figlia dell’idea romantica di originalità),
per un latino è originale dire la stessa cosa modificando l’impianto del verso.

26/11/2021

Arianna tardoantica

Nonno è egiziano, significa “puro”, Datazione ipotetica è V d.C., ma sono state fatte alte ipotesi. Identificare
con Nonno vescovo di Edessa? Nato pagano e morto cristiano? Scrisse anche parafrasi in esametri del
Vangelo di Giovanni. Anche Dionisiache cristiane? Dioniso = Cristo in allegoria?

Poema epico in esametri (come Iliade e Odissea, anche se è passato più di un millennio. Notevoli punti in
comune con Omero (nessi formulari, iuncturae, epiteti…). Opera in versi più lunga pervenutaci
dall’antichità, 48 libri, doppio di poemi omerici. Viaggio in oriente e conquista dell’India (analogia con
Alessandro Magno); questa è la cornice, la maggior parte dei versi occupati da epilli.

Come è stato valutato? Confronto con Omero e sconfitta. Si sono accumulati giudizi negativi. Prima critica:
poema privo di disegno unitario, troppi excursus e divagazioni. Accusato di prolissità e ripetitività, mancanza
di coerenza stilistica e contenutistica (morti diverse per Arianna per esempio); coerenza narrativa
probabilmente non essenziali per l’opera. Eccessivamente retorico, stravagante nell’uso degli epiteti e delle
similitudini; immaginazione grottesca, macabra, sensuale. Così critica ottocentesca e novecentesca
“crociana”. Ora prospettiva è cambiata, rilettura contestuale con rivalutazione. Operazione letteraria
legittima, ha provato a dare una sua versione dell’epos. Frammentarietà come effetto narrativo voluto; poema
multicentrico in cui una storia fiorita dall’altra, estetica barocca. Piaceva molto a Marino (ripresa
nell’Adone). Nonno arriva al massimo raffinamento ritmico dell’esametro, in questo molto influente sul
modo di scrivere poesie (già Callimaco aveva stabilito delle regole molto precise).

Canto 47:
- Gioia di Atene
- Storia di Icario ed Erigone (similarità con Arianna) senza l’epilogo erotico
- Epillio di Arianna, in due sezioni:
- Nasso
- Argo (lotta fra Dioniso e Perseo, tema della morte di Arianna, pietrificata da Perseo; invenzione narrativa
di Nonno, che nel 25 canto aveva fatto morire Arianna trafitta da una lancia)

Fonti? Lesse autori latini? Si tende a ritenere che per snobismo intellettuale e per mancanza di competenze
linguistiche autori greci non leggessero latini. Luciano di Samosata, ad esempio, ha forse letto autori latini.
Di solito si postula perduta fonte comune ellenistica per concordanze fra autori latini e greci (successivi).
Dioniso di Euforione come modello per Nonno (e anche per Catullo). Per alcuni invece Nonno lesse latini,
Ovidio, probabilmente confrontato con Soterico di Oasi (opera Su Arianna).

Primo incontro con Dioniso, accompagnato da divinità erotiche (preparano la ierogamia). Si innamora di
Arianna addormentata (dopo l’abbandono), che si sveglia e si lamenta alla presenza del dio, di cui però non
si accorge. Ironia della dimenticanza del vecchio amore di Teseo per il nuovo. Nasso “circondata di viti”,
diversa dalla solita selvaggia e solitaria, almeno per ora, perché interessa come luogo bacchico.

Molti epiteti diversi per stesse realtà divine/mitiche, variatio. Teseo “senza la dolcezza del miele”.
“Disperdeva al vento le promesse” già in nei latini parole al vento di Arianna.

Paragona la fanciulla a delle dee, prima Afrodite, ma non ha segno di riconoscimento, il suo attributo
iconografico (cesto). Messo in scena il riconoscimento come di fronte all’opera d’arte, drammatizzato. Non
può essere Grazia (sarebbe nuda) … Forse è Artemide, se è lecito parlarne (riferimento al mito di Atteone;
Artemide è dea vergine, non la si può vedere nuda; inoltre ha veste strascicante incompatibile con Artemide);
non è Atena perché manca l’asta.

Nelle scuole di retorica esisteva esercizio dell’etopea, evidente influenza del suo aspetto visuale, icastico su
Nonno; stile barocco che vuole suscitare meraviglia. Pausania: ciclo pittorico nel santuario di Dioniso ad
Atene, su corteo bacchico e ritrovamento di Arianna. Dorme fra figure rumorose a quanto pare. Vita dopo la
morte, prospettiva escatologica.

Genere letterario della synkrisis, esaltazione tramite paragone; genere portato alle su estreme conseguenze.
Effetto di accumulo. Gioco metaletterario della figura fittizia, letteraria; opera d’arte a tutti gli effetti.

Selene ed Endimione. Inversione delle parti ma mantenimento dello schema iconografico usato per Arianna e
Dioniso. Arti figurative antiche ripetitive perché fondate su medesimi modelli, repertori iconografici di
partenza. Creatività subordinata alla tecnica.

“Flotta” ora, mentre prima era una sola nave. “Folleggia”. Improperi a varie divinità. Riassunto del lamento
di Arianna che implora i venti, tecnica che sdrammatizza anticipando e avendo già fatto arrivare il corteo.
Topos amoroso delle nozze desiderate; corona nuziale e corona come attributo di Arianna (catasterismo).
Destino anticipato attraverso elementi di premonizione (statua di baccante e mitra in Catullo ad. es.).
Dettaglio della verginità, deve essere tale per sposare Dioniso. Possiamo invece immaginare che in Catullo
non lo fosse (“appagamento della mente bramosa” di Teseo). Alterna idee. Chi me l’ha portato via, quale
vento? Oppure Teseo l’ha abbandonata. Marinaio ipotetico che ha rapito Teseo. “L’avesse ucciso il toro” …
Moltissimi riferimenti mitologici. Apparato di ostentata erudizione.

Labirinto diventa quasi un nido d’amore. Εὐώδινας, dalla fecondità della terra a quella di Arianna; Fedra era
sulla nave? Possibile versione secondaria. Vagheggiamento della schiavitù, pur di stare a fianco a Teseo.
Anche mia madre ha fatto da serva, ad un toro (ironia). Verso di Esiodo su Teseo e Arianna, abbandonata per
Egle: verso fatto eliminare da Pisistrato per salvare la reputazione dell’eroe nazionale.

Bacco si palesa, Eros porta Arianna all’oblio di Teseo e all’amore di Dioniso. Scarsa verosimiglianza
psicologica? Intervento di Eros. Metaletterarietà della consapevolezza delle vicende, quasi avesse letto la sua
storia. Bacco nega l’eroismo di Teseo, che da solo non avrebbe mai vinto il Minotauro (dinamica inversa in
Catullo dove, attraverso prospettiva di Teseo, aiuto di Arianna sminuito). Conocchia (futuro stellare).
Argomenti facili, catasterismo finale e synkrisis con Perseo (con cui si scontrerà Dioniso; ucciderà Arianna).
Nascita di numerosa prole.

Scena si sposta ad Argo. Synkrisis con Perseo; Andromeda salvata da lui, come Arianna da Dioniso (ritorno
da impresa). Arianna costretta a sposare Dioniso.
Pietrificata e poi assunta in cielo fra le stelle. Arianna associata ad Era. Invenzione di Nonno? No, culto di
Arianna nell’Heraion di Argo, con statua crisoelefantina di Era opera di Policleto (una mortale assimilata ad
una dea nel culto); sacro recinto con tomba presunta di Arianna ad Argo (similarità con culto su morte di
Arianna a Cipro, di parto).

30/11/2021

Arianna di nuovo abbandonata, da Dioniso che scappa con la ninfa Aura. Teseo la abbandona “rapito dal
vento”, costretto a sposare Fedra ad Atene. Dioniso “dimentico” come Teseo prima. Arianna incontra sempre
dei fedifraghi. “Accuso entrambi”; ultima apparizione in sogno di Arianna (modulo epico dell’apparizione in
sonno).

Dyseros = innamorato in modo patologico, ossessivo, vano (ciclope, Dafni in Teocrito…) qui amore malato
(Dioniso impone amore con la violenza, “monta” sui letti). Arianna contrappone sua fedeltà, pronta a donare
la conocchia (associazione con Penelope, modello esemplare di sposa virtuosa fedele che fila). Genealogia
di Dioniso, uguale a Zeus spesso adultero (vd. Semele); ironia dell’autore, visto che Arianna è figlia di
Pasifae (amore malato) e lei stessa malata d’amore. Exemplum plasmato a seconda della recriminazione da
rivolgere all’amante spergiuro.
Catasterismo di Arianna di nuovo alla fine. Ultimo pagano a trattare la vicenda di Arianna, ma con Nonno
non si chiude però la storia di Arianna.

Rapporto con Gian Battista Marino, nell’Adone. Molti miti ripresi da Nonno, sia per la forma fiorita, per
l’estetica così vicina a quella dell’epoca, ma anche perché nel 1569 viene stampata l’editio princeps. Idillio
mitologico composto vicino a celebrazione fra Francesco Gonzaga e Margherita di Savoia, per cui venne
scritta un’Arianna (melodramma) di Monteverdi e Rinuccini, per rivaleggiare con loro. Lesse Nonno in
traduzione latina (forse anche francese). GRANDE FORTUNA di Arianna. Monteverdi pubblicò in un
rifacimento il LAMENTO di Arianna. Le riscritture creative seguono la storia delle tradizioni nel loro
sviluppo.
Testo sempre ritorna sugli stessi temi consacrati dal testo catulliano. MA cambia il medium, siamo arrivati al
melodramma (versione famosissima di Strauss Arianna a Nasso)

M. Yourcenar che parla di Monteverdi, il cui canto incarna lo spirito classico, quasi contemporaneo dei canti
di Sofocle ed Euripide. Accanto a Catullo dal 1600 c’è anche il Lasciatemi morire monteverdiano.
- affresco pompeiano
- Tiziano, Trionfo di Bacco con fiere selvagge, anche cane col collare (attualizzazione non totale
attraverso anacronismi
- Varotari, Arianna a Nasso reclinata, come in affreschi, ma su baldacchino con cane, acconciatura e
gioielli (ambientazione contemporanea).
- Reni, Bacco e Arianna (vele)
- Tiepolo, Bacco e Arianna, difficile interpretazione iconografica, re magio (?), corona, bracciale con
l’aspide,
- Kauffmann, Arianna a Nasso, dolente, autobiografica per la pittrice, colpita da un incontro con
Goethe, la cui partenza fu terribile; Arianna abbandonata con amorino, nave che si allontana
- Futura Lady Hamilton, travestitismo, lei è felice
- Vanderlyn
- De Morgan, Arianna a Nasso, preraffaelita (Raffaello aveva distrutto l’arte secondo loro
edulcorando la realtà, idealizzando la bellezza)
- Waterhouse
- Arianna simbolo per il decadentismo per il suo amore sensuale, malato, vizioso; miti antichi riletti
alla luce di una nuova estetica

Arte del 900; De Chirico (Alberto Savinio era suo fratello): metafisica. Entrambi nati in Grecia, in qualche
modo eredi della sua cultura. Perché chiamata così la pittura metafisica? Dopo la fisica nell’edizione delle
opere aristoteliche. Data di nascita e prima opera, manifesto:
Enigma di un pomeriggio d’autunno, piazza Santa Croce a Firenze, statua del 2004 (?), vela sullo sfondo.
Reduce da malattia, strana sensazione in quel luogo. Prima impressione è che sia un dipinto realistico,
guardando meglio il realismo è soltanto apparente. TUTTO INCONGRUO, LOGICA DELL’INCONSSCIO
E DEL NON RAZIONALE, TUTTO GIUSTAPPOSTO. Chiesa trasfigurata in simbolo = luogo di culto
senza tempo; vela impossibile a Firenze; due figure solitarie, restano presenze inquietanti. Statua senza testa,
non di Dante; una figura piange. Ombra irrealistica. “2004” ma siamo nel 1910, le coordinate spazio-
temporali non tornano, perché c’è ombra lunga (serale) ma c’è molta luce.

Ritorno ai soggetti classici, ma sotto l’influenza delle avanguardie (sogno, inconscio, surrealtà, accostati
elementi eterogenei). Poche figure umane, spesso sostituite da manichini, ombre statue. Logica irrazionale
della composizione. Paesaggi acronici, atarassici, immobili. Mondo enigmatico. Non unico punto di fuga.
Piazza di colore uniforme, lontananza delle cose. Ombre sempre troppo lunghe; discrasia anche attraverso
orologi. Coordinate anche spaziali incongrue. Ambientazione spesso in piazza: piazze reali ma non ciò che ci
si trova.
Statua di Arianna come elemento ricorrente. Dichiarazione di poetica in alcuni suoi versi. Tutto connesso
all’esperienza del sogno. Piazza d’Italia. Statua di Arianna come quella dei musei vaticani.
Nietsche: ruolo nella fortuna di Arianna. Interesse per Dioniso e la Grecia dionisiaca. Lo colpiscono le
piazze italiane circondate di portici; lettere da Torino a donna che chiama Arianna, in realtà moglie di
Wagner. Cosa è Arianna? Incarnazione della malinconia, che permette all’artista di creare: SIMBOLO
DELL’INTUIZIONE ARTISTICA.

Melanconia di De Chirico, momento della penetrazione metafisica della realtà.


Malinconia Torinese, due figure richiamano tutte quelle assenti
Melanconia di una bella giornata
Data di nascita del manichino, nel 1914, poemetto Les chants de la mi-mort (Savinio); poi anche parole di
Giorgio.
Le Muse inquietanti sono quadro considerato l’inizio di un nuovo movimento; ciminiere sullo sfondo, tema
della modernità, ma irrealistiche; manichini; statua; posa che richiama statue classiche; realtà che trasfigura
in simbolo.
Piazza d’Italia con squadre e Arianna dormiente, ombra che non corrisponde a nulla che sia nel quadro. Non
sappiamo cosa la produca; presenza ingombrante.
La statua silenziosa
Bagnante al sole (1931), abbandono temporaneo della pittura metafisica, modello di Renoir; rocchi di
colonna e ripresa di personaggi mitologici.

Savinio, figura poliedrica. Quadri con ibridazione uomo-animale. Strana commistione, soprattutto con
pennuti. Niobe… Estetica ricorrente, elementi singolarmente realistici ma accostati senza logica. Classicismo
non classico, elementi rifusi in nuovo contesto.

Arianna calata nella realtà contemporanea. Altro titolo Nudo sdraiato, ma nei manoscritti ne parla come di
Arianna. Modella è sua cognata. Recupero del classico per rappresentare realtà contemporanea, musa
ispiratrice di Savinio.

Quadro di Picasso, decomposizione cubista ma ancora si riconosce l’Arianna Vaticana. Nudo con bouquet di
iris e specchio. Minotauro e toro nella pittura di Picasso (Guernica), Simbolo di mistione fra ordine e caos; si
fonde con la corrida.
Minotauromachia, già elementi poi in Guernica, cavallo con sopra corpo femminile, sta cadendo dal cavallo
e trafiggendosi con spada. Qualcuno sale su scala. Bambina con la luce = figura salvifica, tipo Arianna con
Teseo.
Head of a sleeping woman
Matisse, Goldfish and Sculpture
Conoscenza mediata della figura, attraverso l’arte
Paolini, Requiem, colpisce l’assenza del pianista; opera d’arte a cui l’artista si sottrae, parla da sé l’opera,
l’artista ne prende le distanze. Arianna suggerisce intonazione metafisica. Autore abdica alla sua autorietà.
Artista assente: estraneità al farsi dell’opera. RIPRESA DI DE CHIRICO, NON DELLA CLASSICITÀ
DIRETTAMENTE. Meno fortuna al lato dionisiaco, più che altro Arianna abbandonata (Catullo).
Arianna divenuta la sua statua (la vaticana).

2/12/2021

Yourcenar: Qui n’a pas son Minotaure? Fra drammi mitologici da lai scritti. Una pièce teatrale con lunga
genesi. Memorie di Adriano opera famosa. Opere ispirate alla classicità (ma anche all’oriente). Riflette molto
su quel che fa, dettaglia il suo progetto letterario; auto-saggistica.
- 1932-34: gara di scrittura con amici
- 1939: pubblicata su Cahiers du Sud, non era il momento
- 1944: pièce rivista, valore simbolico nuovo delle cose, ebrei deportati e Teseo e Minosse conniventi;
aggiunte due scene. Perché lei e i suoi amici riscrivono? Creta è stata scoperta da poco, scavi a
Cnosso: interessi archeologici. “Parigina” di Cnosso, con look raffinato e lezioso, come quello
parigino dell’epoca. Elemento di atemporalità, grazie al quale il mito può parlare del presente.
Storia come altre volte, senonché Arianna è sempre accompagnata da Fedra: Arianna umile,
“operaia”, bambina e fedele, mentre Fedra è donna, sensuale, seducente. Non c’è labirinto fisico né
Minotauro reale. Teseo si trova a scontrarsi con se stesso; se stesso bambino, ragazzo e vecchio.
Rivive molte cose. Labirinto simbolico è l’interiorità stessa di Teseo, uno nessuno e centomila; il
mostro è un ibrido di personalità. Fanciulli per dare senso al loro sacrificio credono di rientrare un
disegno divino, devono morire per il bene dello stato (Europa che tenta di dare senso)
- 1956-57 revisione
- 1963 stesura definitiva e cambia nome. Tre livelli di lettura: letterale, Auschwitz, condizione umana
in generale. Teseo non si riconosce nelle sue precedenti e successive versioni. Minotauro non si
capisce cosa sia. Ma poi Teseo dice “più che ucciderlo vorrei esserlo”. Non si rende conto che le
voci che si sentono sono sue.
Arianna è moderna, decide lei stessa di essere abbandonata. Ultima battuta su Ippolito, Fedra dice
“spero di riuscire a farmi amare”. Frase tragica. Arianna è donna del suo tempo, stanca del proprio
mito, stanca di sentire quel nome. Ragazzi sacrificati = Europa che non sa reagire. Voluti ed evidenti
anacronismi. TUTTO VOLTO A SUGGERIRE ATEMPORALITÀ. Ragazzi sono numeri senza
nome. Una vittima si suicida, gli altri la guardano con disprezzo, doveva essere il minotauro a
uccidere. Malintesa etica del sacrificio; vittime guardano allo Stato carnefice come a un salvatore.
Vittime disperate che si considerano elette.
Annullamento dei piani temporali: “Ercole e Bonaparte”. Teseo in balia delle scelte del padre.
Non c’è bene assoluto né male. “Che ci siano mostri per far nascere eroi”. Uccidere Minotauro
implica farlo rinascere in altra forma, cioè un altro male.
Arianna pura ma anche laboriosa, conosce la propria storia. Giovane donna del 900 impegnata in
attività quotidiane tutt’altro che nobili. Arianna stanca.

Pavese si ispira non a scavi archeologici, ma a studi etnologici, antropologici, religiosi… Uno dei principali
importatori di Kerenyi in Italia. Dialoghi con Leucò (1945-1947). Pavese non era un classicista, frequentò
classe moderna del D’Azeglio, lesse la letteratura greca in traduzione e poi tentò di impararla e tradurla
all’università. Prosa scarnificata, paratattica, linguaggio ridotto all’essenziale. Un linguaggio primordiale per
un mito primordiale. Ispirazione a Platone e a Luciano, anche attraverso Leopardi.
Mito di Arianna in due testi:
- Il toro: Teseo dialoga con un servo, al ritorno da Creta, è cinico e assetato di potere; uccisione e
metamorfosi in uno spietato mostro. La straniera abbandonata “troppo docile”, non c’era nulla che lo
inducesse ad andare oltre.
- La vigna (rimanda al culto della terra), leggi storia su slides. Arianna è privilegiata che non sa di
esserlo; arriverà un premio più grande.
Vicinanza e insieme lontananza degli dei. Arianna come sciocca, per suo ridicolo dolore di una mortale,
Dioniso dio nuovo, simbolo del rigoglio della natura, dio della terra. Natura carica di simboli, mitologia
personale insieme a idee critiche dell’epoca. Filtro della riflessione degli antropologi e studiosi della
religione
Riscrittura è influenzata dal contesto culturale.

Lettura “popolare” della Gamberale: L’isola dell’abbandono, Stefano che abbandona una donna, riscrittura
didascalica di un saggio di interpretazione psicanalitica del mito di Arianna (di Bettini).

3/12/2021

Gamberale: paretimologia di “piantare in asso” da “piantare in Nasso”. Recupero dichiarato del mito,
didascalico. Labirinto è il mondo interiore di Stefano, tossicodipendente alquanto instabile. Occhi è il
soprannome datole da Stefano. Il nome arriva con la conoscenza di D. Lei fa la fumettista e inventa un
personaggio, un pelouche di un elefantino, che viene sempre perso e ritrovato da una bambina che soffre
terribili febbri quando non lo ha con sé. Patologia della dipendenza affettiva.
D. fa il surfista (estroso), vive in una grotta (santuario rupestre) e beve birra (dio dell’ebrezza). Catasterismo
e divinizzazione, maledizione sulle donne cretesi: monologo interiore che recupera temi
Tentativo di dialogo con i modelli letterari, Catullo in particolare. “Statua”. Del mito esistono plurime
versioni, chiusa speranzosa?
Si vede che l’autrice conosce bene le fonti, anche le versioni secondarie, testimonianze minori, perché le
conosce? Ci sono citazioni in esergo all’inizio di capitolo con cui si dialogo. Anche citazione da saggio di
Bettini, tutte le citazioni si trovano anche nel saggio. CHE RUOLO HA LA DIVULGAZIONE
SCIENTIFICA NEL FAR CONOSCERE ALLA MODERNITÁ MITO DA RIPRENDERE?

Briseide
Fenomeno della rivisitazione dell’antico mito dal punto di vista femminile e femminista. Operazione, lavoro
sulle fonti. Recupero archeologico delle fonti, forzature, allontanamenti? Moltissime riscritture. Madeline
Miller ha molto successo. Guidorizzi fa divulgazione ma talvolta forza i dati.
Briseide, come ci si accosta all’epica antica? Tradizione epica precedente, notorietà presupposta per alcuni
personaggi, in altre narrazioni.
Ateneo ci parla della serie dei rapimenti, schema folklorico frequente nelle culture indoeuropee. Elena
(guerra di Troia), Criseide (ira di Apollo), Briseide (ira di Achille). Per Murray Briseide figura inventata dal
poeta dell’Iliade per motivare ira di Achille. Stessa idea la aveva Friis Johansen: “figura pallida”. Non ha
storia individuale, è davvero così? Non ha passato (cioè tradizione epica precedente, dove aveva una storia
precisa)? Ha in realtà una sua caratterizzazione più complessa.
Riflettiamo sull’etimologia: Briseis legato a britho, superare, essere potente, bri- è intensivo; indica
prevaricazione in battaglia, infatti è schiava di Achille, il più forte); Chryseis da chrysos, Agamennone è il
più ricco e potente. Nomi di donne nell’epica:
- Patronimici
- Mariti
- Demotici (provenienza)
Briseis = (figlia) di Brise o (proveniente) da Brisa, città espugnata da Achille. Briseide:
- Κουρη Βρισηος
- Κουρη Βρισηις
- Βρισηις
All’inizio patronimico accompagnato da κουρη, che sostituisce nome di Briseide, poi è divenuto nome
indipendente. Scoli: Αστυνομη e Ιπποδαμεια.
Ditti cretese autore di una Guerra di Troia epica in lingua fenicia, abbiamo tracce di traduzione latina, ci dice
sempre di un patronimico.
Altra spiegazione è demotica: origine lesbia di Briseide. Sette fanciulle di Lesbo e fra queste Briseide
nell’Iliade. Città lesbia di Brisa.
Ma in altri passi lei è collegata a Lirnesso, in Misia. Catturata a Pedaso o a Lirnesso (espugnata da Achille,
che ne portò via delle schiave) o a Nativa di Lesbo e trasferitasi in Misia per matrimonio. In Fa una volta
riferimento ad un marito che è morto in un passo. Briseide ricondotta da Achille, aveva stabilito rapporto con
Patroclo, che l’aveva consolata e protetta, voleva farne la sposa di Achille. Briseide lamenta la morte di
Patroclo. Sterminati i fratelli e lo sposo, Minete? La formulazione è ambigua, Briseide sarebbe in questo caso
la regina di Lirnesso, la città dove si è trasferita dopo matrimonio.
Le varianti come si spiegano? Quelle degli scoli, in Ditti cretese e nelle parti discordi dell’Iliade.
Tradizione epica lesbia/eolico? Probabile che Briseide, di lì originaria fosse al centro di questi canti epici.
Briseide:
- γερας
- κουρη
- αλοχος, sposa? Di solito si traduce con sposa. “Compagna di letto” usato in riferimento alla moglie α
Storia complessa; κουρη rinvia al suo passato di figlia, squarci aperti sul suo passato. Ha una differenza
rispetto alle altre schiave, è l’unica a parlare: discorso funebre in onore di Patroclo; di solito sono le donne
della famiglia a farlo.
Da γερας a “bellaguancia”: perché? Γερας è neutro, equipara ad un oggetto, un possesso la donna, utile solo
ad aumentare la τιμη. Il γερας è NOMINATO solo per dire che Agamennone si permette di non rispettare
l’onore di un sottoposto prendendo proprio il γερας di Achille; NESSUNA RIVALUTAZIONE DELLA
FIGURA DI BRISEIDE.
Preghiera di Teti: centrata sulla τιμη. Società della vergogna, ancora Briseide è γερας. Briseide
nell’ambasceria è ancora un oggetto. MA Achille aveva lamentato la sottrazione della donna. Αλοχος: perché
usa questo termine? Paragone implicito con Elena, la causa scatenante della guerra, gli Atridi non sono gli
unici aventi diritto ad arrabbiarsi se privati di una donna. Gli Atridi amavano la loro sposa, anche Achille la
sua anche se schiava di guerra. Briseide come equivalente di una moglie. Ratto di Briseide è un oltraggio, al
pari di quello di Elena. Agamennone all’inizio dice “preferisco Criseide alla sposa legittima” (κoυριδιην
αλοχον). Uso retorico del parallelismo per innalzare il valore di Briseide, sottolineando la negazione della
τιμη; Agamennone diventa così nuovo Paride. Entrambe vittime di un ratto, entrambe sono un γερας (Elena
come ricompensa di Afrodite a Paride; trattata come tale anche in occasione della singolar tenzone Menelao-
Paride.
Briseide e Criseide?
- Forma del nome in comune
- Γερας
- Κουραι
- Καλλιπαρῃοι
- Posizione metrica analoga
Ricompense dallo stesso valore. Ira di Achille e ira di Crise. Γερας inferiore ma φιλον, possessivo/caro a
qualcuno. Interpretazione in termini affettivi già negli scoli antichi.
In contraddizione con questo alla morte di Patroclo Achille dice che preferirebbe fosse morta per mano di
Artemide, fu lei αρχη κακων. Perché cambio così rapido? Inoltre qui si fa riferimento alla promessa di
Patroclo a Briseide. Qualcuno dice: rapporto più forte e stretto con Patroclo ha la meglio sui due.
Fra Achille e Patroclo? Rapporto intenso, già amanti in Omero (?). Omosessualità poi ebbe grande fortuna
(si pensi ai Mirmidoni di Eschilo. Bisessualità nel mondo antico, fasi diverse declinazione diverse della
sessualità.
Figura di Briseide dallo statuto piuttosto ambiguo; sembra abbia una sua individualità e storia.

Storia pre-iliadica di Briseide, aveva padre e famiglia in mito precedente. “Κουρη di Icario” è Penelope
nell’Odissea, perché è termine di status: donna pronta per il matrimonio; punto di vista filtrato dei
pretendenti. Κουρη Briseide in quanto giovane o in quanto vedova senza marito: sembra vedova nell’Iliade.
Ditti fa riferimento a tradizione diversa in cui Ippodamia (cioè Briseide) non è sposata, viene da Pedaso.
Stessa tradizione in scoli, a proposito degli αρχαιοι, poeti contemporanei o precedenti ad Omero. Νεοτεροι
negli scoli sono Esiodo, Ibico, Pindaro, Callimaco…
Κουρη donna nubile o vedova, sotto il controllo del padre. Briseide può esserlo in entrambi i sensi a seconda
delle versioni del mito.
Briseide non è stata inventata da Omero per la narrazione iliadica. Doveva avere sua precisa identità
nell’epica precedente.

7/12/2021

Tre diverse qualificazioni di Briseide.


Tracce di esistenza di questa figura in altre tradizioni epiche, con trattazione più completa. Una tradizione
ben più ricca di quella sopravvissuta. Versione più antica: Ippodamia figlia di Brise, in età da marito; altra
versione: sposa di Minete e regina di Lirnesso resa vedova da Achille. Κουρη qualifica sia la nubile che la
vedova (Penelope come κουρη perché di nuovo sottomessa all’autorità del padre Icario).
Terza definizione è la più complessa: αλοχος, colei che condivide il letto. Usato spesso per la sposa
legittima. Ricorre nel IX e nel XIX. Compagna “θυμαρης”, amata, cara all’animo. Associazione sottintesa
con Elena, a scopo retorico, ma c’è anche attaccamento oltre al normale desiderio di mantenere un possesso.
Unica fra le schiave di guerra a parlare. Lamento per Patroclo: κουριδιη αλοχος, sposa legittima, stessa
radice di κουρη.
Patroclo l’aveva confortata promettendole nozze con Achille.

Paragone con Afrodite, strano per una semplice schiava. A Briseide il compito di pronunciare lamento
funebre per un eroe, che nel contesto di guerra non ha parenti. Rapporto stretto fra i due. Discorso
tipicamente funebre θρηνος. Struttura tripartita caratteristica:
- Rivolgersi al morto
- Parte centrale narrativa
- Ritorno all’apostrofe al morto
Altro elemento tipico: la donna che dà avvio al lamento è seguita dalle altre donne della casa. Briseide posta
in questo passo allo stesso livello di Andromaca. Richiami testuali ai lamenti di Andromaca per Ettore. Uso
di stessi epiteti e formula può mettere in luce affinità più o meno esplicite. EQUIPARAZIONE IMPLICITA,
suggerita immagine della sposa per eccellenza; Briseide sposa? Con questo discorso Briseide tenta di
legittimare la propria presenza alle tende dei Mirmidoni. Κουριδιη αλοχος usata per Clitemestra e per Elena
nell’Iliade. Si sottolineano punti di contatto con Elena quindi oltre con Andromaca.

Scolii si accorgono di questa similarità con Andromaca: usano per entrambe φιλανδρος. Briseide se ne va
controvoglia (αεκουσα). “Si vede l’espressione del volto quasi nella sola parola” interpretazione sentimentale
degli scolii. Briseide molto più probabilmente voleva restare una schiava di guerra tutelata; teme un nuovo
destino di schiavitù. Negli scolii al XIX si ripete φιλανδρος.

Briseide come paradigma della figura femminile; paragonata ad altre donne (Elena, due donne rapite e per
questo generano disgrazia e morte; Andromaca; Criseide; Clitemestra). Riunisce più esempi femminili.
Anticipa il destino di Andromaca. Le donne citate sono caratterizzate da sorte analoga: sono o saranno
schiave di guerra, a causa della perdita della figura paterna.

Briseide in ambito latino

Perché tema così congeniale per l’elegia latina? Relazione extraconiugale cantata dagli elegiaci;
nobilitazione della stessa tramite linguaggio della fides. Properzio: rivolgendosi a Cinzia parla di amica e
uxor.
Inoltre Briseide è una schiava: topos della schiavitù d’amore (dominus). Elegia 2.8 e 2.9.
Eripio stessa radice di rapio, rapimento. Elegia della gelosia, Properzio lamenta che Cinzia gli venga
sottratta da un rivale. Emone e Antigone: cosa c’entra la relazione adulterina con i loro suicidi?
FORZATURA DEL MITO. Briseide è schiava di guerra non coniunx, nobilita rapporto tra Achille e Briseide
e anche quello ra Properzio e Cinzia. Achille fece tutto per Briseide? Nell’Iliade dolore per la morte di
Patroclo tale che Achille maledice Briseide; questo aspetto qui taciuto anzi si dice che ha sopportato la morte
dell’amico per lei.

Paragoni contrastivi:
- con Penelope (Cinzia non ha sopportato l’assenza dell’amato neanche per una notte)
- poi con Briseide (altra Andromaca e altra Penelope nell’Iliade; qui addirittura è la sola presente al
funerale di Achille, che ci viene raccontato nell’Odissea, ma c’è Teti, non Briseide)
Briseide secondo una tradizione al funerale di Achille? Teniamo conto dei Posthomerica di Quinto di Smirne
(prob. V d.C.). C’è nei funerali di Achille qui. Innovazione o tradizione? Funerale di Achille con Briseide
forse nell’Etiopide (Memnone, amore con Pentesilea, funerale di Achille). Dati in nostro possesso non ci
permettono di stabilirlo, abbiamo solo il compendio di Proclo. Epillio ellenistico perduto (Fantuzzi)? Negli
epilli spesso attenzione verso personaggi secondari, verso figure femminili… probabile, comunque, che
Properzio non inventi ma si rifaccia ad una tradizione precedente.

Esemplati alcuni versi sul XIX dell’Iliade, non si può escludere che vari a partire da qui. A Briseide
riconosciuto ruolo significativo.

Ovidio, Heroides 3. Dopo il rifiuto dell’ambasceria di Agamennone (Fenice, Aiace e Odisseo) da parte di
Achille. Omero ripreso alla lettera, ma c’è rivisitazione elegiaca. Viene meno oggettività epica, Briseide
rilegge in chiave femminile, innamorata le vicende iliadiche. Riferimento alla mano barbara, alla scrittura in
lingua greca (lusus); macchie delle lacrime sul supporto scrittorio); lettera di Aretusa a Licota come modello.
Iliade modificata, filtro di Briseide (dominus, padrone ma anche signore del suo cuore, vir, cioè sposo):
rapporto illegittimo e legittimato. Araldi silenziosi quando erano venuti a prenderla:
- nell’Iliade si vergognano di portare via la donna all’uomo più forte
- qui tutto riletto in chiave amorosa; silenzio perché si aspettavano resistenza di un Achille innamorato
Tema dell’inganno del custos, di solito servo che controlla che la donna non tradisca. Evocata tutto il mondo
e il linguaggio dell’elegia d’amore. “A breve sarai di nuovo qui” le dice Patroclo, invenzione di Ovidio, ma
sulla base del ruolo rassicurante di Patroclo.

Cita Iliade IX.120. Ingente risarcimento promesso da Agamennone. Soggettività elegiaca; le 7 fanciulle sono
cosa superflua; interferenza fra codice epico e codice elegiaco; Briseide commenta come donna gelosa.
“Sposo abbattuto, sangue”: già in Iliade. Poi parole di Andromaca nell’Iliade. Qui paradossale ribaltamento;
in funzione dei propri scopi Achille deve tornare a combattere. Normalmente nell’elegia si rifiuta la guerra
per l’amore; eros è valore antimilitaristico (Tibullo).

Briseide relicta, descritta la partenza di Achille con forme molto simile alla veste letteraria di Arianna. Tema
della schiavitù, si appropria delle argomentazioni tipiche della donna amata: nel Carme 64 “meglio schiava
che segue il vincitore piuttosto che abbandonata”. Da notare riferimento alla filatura: connotata in termini
femminili, ma rimanda alla figura paradigmatica di Penelope; lusus su due piani: schiava ma anche proietta
su di sé il paradigma della sposa legittima.

Tenta di convincere Achille a tornare a combattere. A cosa si allude? Alla storia di Meleagro, cui aveva fatto
ricorso anche Fenice nell’ambasceria. Offesa della madre che aveva causato astensione dalla guerra, poi era
stato convinto dalla moglie Cleopatra (posa legittima!). Ipotesto iliadico, diversi canti a cui si attinge a
seconda degli obiettivi.

912/2021

Fine della terza Eroide, modello privilegiato è Iliade IX, ma secondo interpretazione ellenistica del mito di
Briseide. Doppia valenza del dominus che gioca con servitium amoris. Modello di Penelope e Cleopatra.
Paladina di un’epica eroica e bellica (ma per i suoi interessi: superato dissidio elegiaco fra amore e guerra).

Briseide giura di non essere mai stata violata da Agamennone (detto invece da lui in Iliade IX e XIX),
riguardo nei confronti di Achille. Briseide se ne avvale per sostenere la propria solennità ad Achille. Achille
suona la cetra, immagine che avuto fortuna in tradizione figurativa ma anche in modernità (“La canzone di
Achille”). Durezza della guerra vs. dolce vita d’amore, topos elegiaco: qui ribaltato, deve tornare a
combattere per tornare ad amare. Spera che Achille torni in battaglia e uccida Ettore: futuro prefigurato
attraverso preghiera/speranza.
Citata la lite di Iliade I, materia iliadica però filtrata dal punto di vista femminile. Epica e l’elegia si fondono.

Briseide ama assassino della sua famiglia e padrone di lei schiava. Perché amore? Così enfatizzato dalla,
tradizione. Attaccamento all’unica persona rimastale al mondo, una sorta di transfert? Società che ha
prodotto questo fatto. Nelle riscritture moderne si concentrano le riscritture moderne.

Patroclo

Chi è rispetto ad Achille. Connotazioni erotiche del loro rapporto già sviluppate dagli antichi. Ma secondo
Omero? Omofilia già nell’Iliade? In Omero manca soltanto il nome, c’è una tale intensità che è già evidente
(Clarke fra i moderni apre nuova fase sull’argomento). Eschine fra gli antichi: vuole screditare Timarco che
si sarebbe prostituito; opposto ad eros omofilo puro e nobile di Achille e Patroclo (manca il nome).

Iliade I: compare Patroclo per la prima volta. Citato a parte dagli altri “compagni” con il patronimico. Poi
quando portano via Briseide ricompare, braccio destro di Achille: Achille è per lui φιλος ἑταιρος
(espressione usato anche altrove). Patroclo è ἑταιρος molto spesso nell’Iliade.

Anche detto θεραπων, colui che si prende cura, è una figura subalterna di aiutante o scudiero: usato sia prima
che dopo la sua morte. Cosa significa in questo particolare contesto. Non combatte mai al fianco di Achille
come i therapontes solitamente, non tiene i cavalli all’eroe e ha sua aristia. RITUALE DEL RE SOSTITUTO
(da vicino Oriente, una sorta di doppio), si sacrifica per far tornare in battaglia Achille. Un grande sovrano ha
bisogno di un sacrificio. Alcuni accolgono altri no.
Conflittualità interiore proiettata all’esterno in un mondo antico, Patroclo complementare, umile, mite e
obbediente contraltare all’impulsività della figura di Achille? Concepiti in ogni caso come UNITÀ.
Patroclo ascolta Achille suonare e aspetta che lui finisca. Si dice che ognuno dorme in letti separati; le loro
relazione non era esclusiva né nel mondo antico c’era il solo rapporto omofilo (istituzionalizzazione dei
rapporti omofili: erastes maturo e eromenos giovane, in età prepuberale; erastes è anche maestro). Patroclo
più vecchio di Achille ma subalterno, Achille è dominante. Achille più saggio, ha imparato medicina da
Chirone e la insegna a Patroclo. L’asimmetria di rapporto in questo caso non è rispettata del tutto, non
rapporto abituale. Rapporto eccezionale: “carissimo al mio cuore”; desiderio iperbolico di “salvarci solo noi
due”: secondo Zenodoto questi versi sarebbero spuri perché in contrasto con il personaggio di Achille. Già in
età ellenistica stessi problemi degli interpreti attuali.

Achille piange molto forte per Patroclo. Achille torna a combattere solo per vendetta personale: non ha più
senso per lui vivere. Sa di essere destinato a breve vita. Patroclo gli è caro come la sua stessa vita. Anche se
non c’è traccia di rapporto sensuale fra i due certo il loro legame è profondissimo.

Patroclo appare in sogno ad Achille: metti le mie ossa affianco alle sue. Amicizia che comincia in tenera età.
Unica urna per entrambi. Frustrato ricongiungimento fisico col morto; volontà di abbracciarlo, ma non può.
L’anelito alla comunione dopo la morte è topos elegiaco.

Teti esorta Achille a superare lo stadio omofilo e ad affrontare una vita adulta con una partner femminile?
Superare lutto per Patroclo unendosi ad una donna è un modo per fargli iniziare una vita adulta sessualmente
attiva forse.

Ateneo: parla attenzione riservata la tragedia attica all’amore. Sia Sofocle; che Eschilo: Mirmidoni, Nereidi e
Frigi; trilogia con relazione fra Achille e Patroclo (Mirmidoni). Parte della tragedia sul dolore di Achille;
due frammenti importantissimi per la nostra prospettiva:
- fr. 135, chi dice? Riferimento alle cosce, correlate all’eros omofilo nell’antichità (Dover “Greek
omosexuality”: negli accoppiamenti fra uomini nell’arte figurativa l’uomo accosta membro alle
cosce del fanciullo). Σεβας αγνον, castità, rispetto; siamo nel V a.C., poco dopo arriverà Simposio
platonico, massima rappresentazione del rapporto pederastico: un rapporto educativo, di iniziazione.
- Fr. 136, contatto con le cosce
Simposio, dialogo platonico a casa di Agatone, elogio di Eros. Platone cita Achille e Patroclo come esempio
di amore omofilo, ma rimprovera Eschilo perché Achille non era erastes come lo aveva rappresentato, bensì
più giovane, un eromenos. Achille e Patroclo citati anche altrove come la coppia omofila per eccellenza.
Pederastia come fatto educativo.

Senofonte nel suo Simposio nega i rapporti carnali fra i due eroi. Li riduce a semplici compagni d’armi.
Perché questo punto di vista? Eva Cantarella spiega storicamente: Senofonte si fa sostenitore dell’eros
eterosessuale e difende istituzione del matrimonio. C’è crollo demografico per guerra del Peloponneso e
necessità di procreare figli per ripopolare la città. Unica voce fuori dal coro Senofonte. Quasi sempre amanti
in antico e nella modernità.

10/12/2021

Epigramma di Stratone di Sardi, di epoca imperiale, autore solamente di epigrammi omofili. Alla fine
reinterpreta la chiave erotica del ragazzo di cui rimpiange la partenza per la guerra. Achille e Patroclo
richiamati come paradigma dell’amore fra uomini.
Pseudo-Luciano, perché ci sono riferimenti storici a fatti successivi al II sec. d.C. Riferimento alla scena
finale del Simposio platonico: Alcibiade racconta di aver provato a sedurre Socrate; qui Pseudo-Luciano ci
dice che il sonno congiunto sotto il mantello non fu del tutto innocuo. Reinterpretazione in chiave carnale-
omofila. Citazione del frammento eschileo sulle cosce.
Nell’Iliade resta ambiguità.
Pseudo-Apollodoro, “biografia” su Patroclo, ancora interpretazione omofila del rapporto con Achille.
Genealogie varie dovute alla raccolta di molte e varie tradizioni. Eromenos di Achille.
Tradizione successiva al V secolo ne fa due amanti.

Briseide e Patroclo: esempi di riscritture odierne

Rapporto privilegiato tra i due, Patroclo se ne prende cura (θεραπων). Piena seconda ondata femminista (anni
Settanta). “Mythmaking” reazione di mitologia alternativa innestata sul vecchio; termine usato negli anni
Trenta da Tolkien. RISCRITTURA AL FEMMINILE DEL MITO CLASSICO: dagli anni Settanta è un
qualcosa di affermato; testi per lo più scritti da donne, quale la finalità? Presa di coscienza
dell’androcentrismo. Riappropriarsi di quei miti è un modo per evitare l’appiattimento e l’immascolinimento:
revisionismo antiautoritario. Prima ondata femminista alla fine dell’Ottocento: diritto di voto, parità di
genere. Seconda ondata: sessualità, corpo, famiglia, lavoro; anche in ambito accademico (popolato di
uomini) cambia l’approccio alla classicità. Gli studi si erano concentrate sulle donne con un ruolo politico,
ma non le donne comuni, né la condizione concreta.

Mythmaking e retelling dal punto di vista di personaggi femminili:


- Elena (“cagna” dalla prospettiva di Achille)
- Penelope (Margaret Atwood, bel romanzo, Penelope morta; ci racconta sua attesa di Ulisse in modo
inatteso; ancelle di cui Ulisse ha fatto strage perché erano giaciute coi Proci)
- Lavinia
- Circe
- Arianna
- Opere corali

Il silenzio delle ragazze (Pat Barker). Effetto della guerra degli uomini sulle donne, senza fronzoli. Pat
Barker è storica di formazione, femminista convinta attenta alla condizione femminile (e proletaria). Trilogia
Rigenerazione, sulla Prima guerra mondiale. Prima volta che fa “retelling of the myth”.
Idea venuta da The Human Stain di Philip Roth, dal passo sull’inizio della letteratura occidentale. Assoluta
fedeltà agli eventi come narrati dal poema epico per la trama sostanziale. Ci sono integrazioni per colmare
lacune, per sviluppare ciò che è antefatto o evento in potenza. Espressionismo che rifiuta ogni aura eroica o
epica; espressionismo iperrealistico. Istinto della carneficina, che tentano di nobilitare paroloni. Briseide
della Barker consapevole di essere γερας, oggetto sessuale. Si ritrova a divenire da regina schiava, del
carnefice della sua famiglia e di suo marito. Rapporto con Achille descritto come stupro, donna “provata”
quasi al pari di un’armatura.
Briseide αλοχος, Patroclo gentile con lei, che è però dubbiosa della possibilità di divenire sposa. Briseide
portata via dalle tende. Lacrime di Achille erano di orgoglio in realtà, non di amore. Αεκουσα perché teme il
futuro. Risarcimento appena rifiutato e rievocazione della notte della distruzione. Paura di restare da
Agamennone e di essere concessa come “donna pubblica” ai soldati (tema della prostituzione caro alla
Barker). Varie forme di subalternità sessuale:
- Etere, concubine che decidevano con chi avere rapporti
- Pornai, prostitute abusate da tutti
Si innesta su Iliade IX come nel caso di Ovidio. Briseide emblema delle schiave di guerra: punta alla
sopravvivenza; schiavitù, stupro e assassinio. Esegesi del testo omerico attraverso la narrazione, storia in una
chiave femminile.
Troy (2004), colossal, ma il film com’è? Riscrittura libera della materia troiana, volta ad un pubblico ampio.
Non ci sono dei in campi di battaglia. Epica riattualizzata in cui cambiano i ruoli per alcune figure; Briseide
cugina di Paride ed Ettore, una sacerdotessa di Apollo, tratti in comune con Cassandra, ma anche con
Clitemestra, uccide Agamennone. Storia con Achille è una love story molto tenera con finale patetico. Cliché
canonici. Si mettono le cose in chiaro su Achille e Patroclo: sono cugini (variante minoritaria nei frammenti
di Esiodo, ma probabilmente non noti agli sceneggiatori). Virilizzazione totale del personaggio di Achille:
omosessualità eliminata.
Madeline Miller: The song of Achilles (2011): chiave più dimessa, domestica. Ultimi mesi pubblicato in
molti modi perché? Trend su TikTok: dieci libri che ti faranno piangere. Riracconta materia iliadica
(antecedenti) dal punto di vista di Achille e Patroclo. Miller è una classicista, tende a presentarsi come
predestinata, interesse veicolato dalla madre. Già tesi magistrale sulla relazione di Achille e Patroclo. Molte
fonti: Omero, Eneide, Achilleide, Pseudo-Apollodoro… Romanzo che nasce da ricerca, molto documentato
al pari di Circe, romanzo anch’esso di successo.
Voce data non a una donna ma l’operazione non è molto diversa; si vuole dare la voce ad un omosessuale:
paga scotto di disallineamento sociale. Voleva combattere eteronormatività.
Forzatura storica dell’esclusiva omosessualità, non si pensa alla concreta bisessualità del mondo antico.
Segregazione dei sessi antica, unioni solo per matrimonio/prostituzione. Per la Miller rapporto esclusivo.
Travestimento mitico come mezzo per trattare il tema, ancora forte pregiudizio. Rifiuto del machismo,
Achille non è meno eroe perché ama Patroclo.
2004 Massachussets primo stato a legalizzare matrimonio omosessuale
2008 Corte Suprema della California dichiara incostituzionale proposta per vietare la legalizzazione del
matrimonio omosessuale (ma di lì a poco divieto)
2009 Prima legge contro crimini di odio
2015 legalizzato matrimonio omosessuale dalla Corte Suprema

Patroclo, “gloria del padre”, ma al cospetto del padre è fragile, non brillante, antieroico. Briseide compare al
momento della spartizione; attenzione realistica della sua condizione fisica, ai segni lividi. Chiede ad Achille
di reclamarla per sé per salvarla. Terrorizzata. Non parla greco, quindi Patroclo bacia Achille per farle capire
che non le farà del male. Prova ad insegnare a Briseide il greco. Conosceva un po’ di greco: “pietà, sì, per
favore, che cosa vuoi…”, parole insegnatele dal padre per sopravvivenza. Chiede ad Achille di richiedere
ghera per salvarli. Pregiudizio omofobo della battuta ad Achille. Tema del veicolo linguistico: Briseide
diventa quasi protettrice, zia delle schiave che insegna loro la lingua per dal loro dei mezzi. Tematica
femminista emerge in filigrana. Per parlare della condizione delle schiave di guerra.
Briseide alla fine si innamora di Patroclo, cui però piacciono le donne. Disperazione per morte di Patroclo e
scontro verbale con Achille (parallelo con Iliade).
Assistiamo alla morte di Briseide anche. Pirro spietato ancor più del padre, esasperati questi tratti del suo
carattere. Morte per annegamento; anche Galatea si conclude così. Tema classico del katapontismos citato?
Morte per annegamento tipica del mito. Anche inflitta a vittime sacrificali (Roma, coi figli con disabilità).

Canto di Calliope di Natalie Haynes musa racconta attraverso voci di donna; fonti: soprattutto Troiane di
Euripide. Amicizia tra Briseide e Criseide. Criseide ha conosciuto una nuova attenzione, sebbene non abbia
avuto una grande tradizione.
IL MITO NON È UNIVOCO MA PLURIMO SIN DALLE ORIGINI. Riscritture fanno sopravvivere i miti,
non ci vuole lo snobismo del classicista. Del mondo antico si parlerebbe meno, con una presa minore sulla
modernità.

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