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Riflettere sul mondo, costruire la pace

attraverso le fiabe, la musica e il canto

Riproponiamo la lezione insuperata di Ganni Rodari


Raccomandiamo preliminarmente ai docenti l'ascolto di due significative
interviste televisive con Ganni Rodari, reperibili su youtube :

RODARI PROMO
https://youtu.be/3q0qO8RQEkw

Gianni Rodari
https://youtu.be/kXKxANC3ozs

Da Filastrocche in cielo e in terra di Ganni Rodari

Lucia Mannucci canta "Le favole dove stanno" di Ganni Rodari,


musicata dal marito Virgilio Savona
https://youtu.be/O8odNnfvyps

Le favole dove stanno?


Ce n'è una
in ogni cosa:
nel legno del tavolino,
nel bicchiere,
nella rosa.
La favola sta lì dentro
da tanto tempo,
e non parla:
è una bella addormentata
e bisogna risvegliarla.
Ma se un principe,
o un poeta,
a baciarla non verrà,
un bimbo la sua favola
invano aspetterà.
"Promemoria" per ricordare di Gianni Rodari
https://youtu.be/Jqk96Il6LU8

Ci sono cose da fare ogni giorno:


lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.

Ci sono cose da far di notte:


chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per sentire.

Ci sono cose da non fare mai,


né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.
Le parole
Testo di Gianni Rodari, musica di Sergio Endrigo e Luis Bacalov. Arrangiamento e
direzione d'orchestra di Luis Bacalov
https://youtu.be/Zpc8TE6J5Wo

[Compito: per domani scriverete dieci nomi comuni, dieci nomi propri,
dieci nomi collettivi, dieci nomi astratti, dieci nomi concreti,
dieci nomi primitivi, dieci nomi derivati, dieci diminutivi,
dieci accrescitivi, dieci dispregiativi, dieci nomi composti,
dieci nomi maschili, dieci nomi femminili, dieci dipendenti,
dieci promiscui, dieci nomi difettivi, dieci nomi indeclinabili,
dieci sovrabbondanti, dieci arcaismi, dieci neologismi, dieci barbarismi, dieci...]

Abbiamo parole per vendere,


Parole per comprare,
Parole per fare parole.

Andiamo a cercare insieme


Le parole per pensare.
Andiamo a cercare insieme
Le parole per pensare.

Abbiamo parole per fingere,


Parole per ferire,

Parole per fare il solletico.

Andiamo a cercare insieme,


Le parole per amare.
Andiamo a cercare insieme
Le parole per amare.

Abbiamo parole per piangere,


Parole per tacere,
Parole per fare rumore.

Andiamo a cercare insieme


Le parole per parlare.
Andiamo a cercare insieme
Le parole per parlare.

La parola piangere di G Rodari


https://youtu.be/OKrfIoSjhtQ

Un giorno tutti saremo felici.


Le lacrime, chi le ricorderà?
I bimbi scoveranno
nei vecchi libri
la parola “piangere”
e alla maestra in coro chiederanno:
“Signora, che vuol dire?
Non si riesce a capire”.
Sarà la maestra,
una bianca vecchia
con gli occhiali d’oro,

e dirà loro:
“Così e così”.

I bimbi lì per lì
non capiranno.
A casa, ci scommetto,
con una cipolla a fette
proveranno e riproveranno
a piangere per dispetto
e ci faranno un sacco di risate…
E un giorno tutti in fila,
andranno a visitare
il Museo delle lacrime:
io li vedo, leggeri e felici,
i fiori che ritrovano le radici.
Il Museo non sarà tanto triste:
non bisogna spaventare i bambini.
E poi, le lacrime di ieri
non faranno più male:
è diventato dolce il loro sale.
E la vecchia maestra narrerà:
“Le lacrime di una mamma senza pane…
le lacrime di un vecchio senza fuoco…
le lacrime di un operaio senza lavoro…
le lacrime di un negro frustato
perchè aveva la pelle scura…”
“E lui non disse nulla?”
“Ebbe paura?”
“Pianse una sola volta ma giurò:
una seconda volta
non piangerò”.
I bimbi di domani
rivedranno le lacrime
dei bimbi di ieri:
del bimbo scalzo,
del bimbo affamato,
del bimbo indifeso,
del bimbo offeso, colpito,
umiliato…
Infine la maestra narrerà:
“Un giorno queste lacrime
diventarono un fiume travolgente,
lavarono la terra
da continente a continente,
si abbatterono come una cascata:
così, così la gioia fu conquistata”.

Napoleone 1975: testo di Ganni Rodari


cantata da Sergio Endrigo
https://youtu.be/8Pl4UXFMv-4

filastrocca che irride Napoleone e tutti i condottieri e gli “eroi” che fanno le guerre

[Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio il 15 agosto del 1769.


Il 22 ottobre del 1784 lasciò la scuola militare di Briennes
con il grado di cadetto. Nel settembre del 1785 fu promosso
sottotenente. Nel 1793 fu promosso generale, nel 1799 promosso
primo console, nel 1804 si promosse imperatore. Nel 1805 si promosse re d'Italia. E
chi non ricorderà tutte queste date, sarà bocciato!]

C'era una volta un imperatore, si chiamava Napoleone.


E quando non aveva torto, di sicuro aveva ragione...Napoleone

Napoleone era fatto così


Se diceva di no, non diceva di sì
Quando andava di là, non veniva di qua
Se saliva lassù, non scendeva quaggiù
Se correva in landò, non faceva il caffè
Se mangiava un bigné, non contava per tre
Se diceva di no, non diceva di sì

Napoleone andava a cavallo e la gente lo stava a vedere


E quando non andava a piedi, era proprio un cavaliere...Napoleone!
Napoleone era fatto così:
Se diceva di no, non diceva di sì
Quando andava di là, non veniva di qua
Se cascava di lì, non cascava di qui
Se faceva popò, non diceva però
Quando apriva l'oblò, non chiudeva il comò
Se diceva di sì, non diceva di no

Di tutti gli uomini della terra, Napoleone era il più potente.


E quando aveva la bocca chiusa, non diceva proprio niente...Napoleone!

Napoleone era fatto così:


Se diceva di no, non diceva di sì
Quando andava di là, non veniva di qua
Se saliva lassù, non scendeva quaggiù
Se correva in landò, non faceva il caffè
Se mangiava un bigné, non contava per tre
Se faceva pipì, non faceva popò
Anche lui come te, anche lui come me:
Se diceva di no, non diceva di sì

Il bambino di gesso, su testo di Rodari


musicata e cantata da Sergio Endrigo
https://youtu.be/lGkDy3gvQWQ

Sta fermo! Sta zitto! Non metter i gomiti


sulla tavola! Non essere distratto!
Guarda dove metti i piedi! Sta attento a
non rovesciare l’acqua!
E non lasciar cadere la penna! E non
perdere i pastelli! Non giocare in cortile!
Non correre sulle scale! Non fischiare!
Non sbattere le porte!
Non strusciare le scarpe! Non prendere a
calci i sassi! Sta buono, perché la mamma
ha il mal di testa, perché la maestra ha il
mal di testa,
perché la zia ha il mal di testa, perché la
portiera ha il mal di testa…
Non correva, non saltava
Pantaloni non strappava
Non diceva parolacce
Non faceva le boccacce
Non sporcava i pavimenti
Si lavava sempre i denti
Non strillava, non rideva
I bottoni non perdeva
Senza macchie sui guantini
Senza buchi nei calzini
Era proprio un bambino di gesso
Respirava se aveva il permesso

Stava dove l’avevano messo


Come un bravo bambino di gesso
Che non risponde e non dice mai di “no”
Ora grande è diventato
Ma non è molto cambiato:
Compitissimo, prudente
Ossequioso, diligente
Dice “grazie” al superiore
Dice sempre “Sì, signore”
Se gli danno sulla testa
Dice grazie e non protesta
Passa il giorno a fare inchini
Non ha buchi nei calzini
Ora è proprio un brav’uomo di gesso
Che respira se ottiene il permesso

E rimane dov’è stato messo


Come un bravo brav’uomo di gesso
Che non discute e non dice mai di “no”.
Da Filastrocche in cielo e in terra di Ganni Rodari
Filastrocca impertinente
cantata da Virgilio Savona e Lucia Mannucci -

https://youtu.be/RDlDHuuglaw

Filastrocca impertinente,
chi sta zitto non dice niente;
chi sta fermo non cammina,
chi va lontano non s’avvicina;
chi si siede non sta ritto,
chi va storto non va dritto;
e chi non parte,
in verità,
in nessun posto arriverà!

Filastrocche in cielo e in terra di Ganni Rodari


L'accento sull'A
musicata e cantata da Antonio Virgilio Savona
https://youtu.be/BnQV4gIgp7Y

“O fattorino in bicicletta
dove corri con tanta fretta?”
“Corro a portare una lettera espresso
arrivata proprio adesso”.
“O fattorino, corri diritto,
nell’espresso cosa c’è scritto?”
“C’è scritto -Mamma non stare in pena
se non rientro per cena,
in prigione mi hanno messo
perchè sui muri ho scritto col gesso.
Con un pezzetto di gesso in mano
quel che scrivevo era buon italiano,
ho scritto sui muri della città
“Vogliamo pace e libertà”.
Ma di una cosa mi rammento,
che sull’-a- non ho messo l’accento.
Perciò ti prego per favore,
va' tu a correggere quell’errore,
e un’altra volta,
mammina mia,
studierò meglio l’ortografia”.

Filastrocche in cielo e in terra di Ganni Rodari


Re Federico
musicata e cantata da Antonio Virgilio Savona
https://youtu.be/TUyfmFSrZfw

C'era un re di nome Federico che andò in guerra e cercava il nemico.


Ma il nemico era andato
a comprare il gelato
infischiandosene
del re Federico
- Nemico, nemico,
vieni fuori che ti aspetto ! -
- Adesso no, f
inisco il sorbetto -. -
Vieni fuori che ti aspetto
con la spada e con la lancia -.
Adesso no,
perché ho il mal di pancia- .
Re Federico per la disperazione
buttò la corona e andò in pensione.
Filastrocche in cielo e in terra di Ganni Rodari
musicate da Antonio Virgilio Savona
Il Teledramma
https://youtu.be/eKRR-Yr6aEI

Signori e buona gente, venite ad ascoltare:


un caso sorprendente andremo a raccontare:
è successo a Milano e tratta di un dottore
che è caduto nel video del suo televisore.
Con qualsiasi tempo, ad ogni trasmissione,
egli stava in poltrona a guardare la televisione,
incurante dei figli e della vecchia mamma,
dalle 16 a mezzanotte non perdeva un programma.
Riviste, telegiornali, canzoni oppure balli,
romanzi oppur commedie, telefilm, intervalli,
tutto ammirava, tutto per lui faceva brodo,
nella telepoltrona piantato come un chiodo.
Ma un dì per incantesimo,
o malattia

(che ne dite? Non può darsi che avesse la televisionite?),


durante un intervallo con la fontana di Palermo
decollò dalla poltrona e cadde nel teleschermo.
Ora è là, in mezzo alla vasca, che sta per affogare,
parenti e amici in lacrime lo vorrebbero aiutare:
chi lo tira per la cravatta, chi lo prende per il naso, non c’è verso di risolvere il drammatico
telecaso. Andrà in eurovisione,
diventerà pastore di quei greggi di pecore che sfilano per ore,
riceverà i malati da quella scatoletta;
come farà, dopo la visita, a scrivere la ricetta?
Ma fra poco, purtroppo,
la trasmissione finisce,

e se il video si spegne, il misero dove finisce? Fortuna che il suo figliuolo,


studioso di magnetismo,
per ripescarlo escogita un abile meccanismo:
compra un altro televisore
e glielo mette davanti,
il dottore ci si specchia e dopo pochi istanti,
per forza d’attrazione
schizza fuori da quello vecchio
e già sta per tuffarsi nel secondo apparecchio.
Ma nel momento preciso
che galleggia nell’aria,
più veloce di gabbiano o nave interplanetaria,
il figlio elettrotecnico,

svelto di mano e di mente,


spegne i due televisori contemporaneamente.
Cade il dottor per terra e un bernoccolo si fa;
meglio cento bernoccoli che perdere la libertà.

Il cielo è di tutti - Gianni Rodari -


Musica e voce di Mimmo de' Tullio
https://youtu.be/-mYUAGTdveQ

Il cielo è di tutti

Qualcuno che la sa lunga


mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.

È mio, quando lo guardo.

È del vecchio, del bambino,


del re, dell'ortolano,
del poeta, dello spazzino.

Non c'è povero tanto povero


che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.

Il cielo è di tutti gli occhi,


ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.

Spiegatemi voi dunque,


in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo

e la terra è tutta a pezzetti.


Dal CD “Filastrocche in cielo e in terra” di Gianni Rodari.
Musica di Virgilio Savona.
canta Lucia Mannucci - Il gioco dei Se
https://youtu.be/Kkc08j_kMko

Se comandasse Arlecchino
il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori
cucite con un raggio di sole.
Se Gianduia
diventasse ministro dello Stato,

farebbe le case di zucchero


con le porte di cioccolato.
Se comandasse Pulcinella la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa.
Dal CD “Filastrocche in cielo e in terra” di Gianni Rodari.
L'uomo di neve
Virgilio Savona e Lucia Mannucci -
https://youtu.be/7jpU4J_g3s8?list=PL27iPDl8ebC-KA6uq_OBgDdEfbr-2baAv

Bella è la neve per l'uomo di neve,


che ha vita allegra anche se breve
e in cortile fa il bravaccio
vestito solo d'un cappellaccio.
A lui non vengono i geloni,
i reumatismi,
le costipazioni...

Conosco un paese, in verità,


dove lui solo fame non ha.
La neve è bianca,
la fame è nera,
e qui finisce la tiritera.

Rivoluzione (Testo: Gianni Rodari; Musica: Mario Piatti)


https://youtu.be/Pfa01mJZrIs
Ho visto una formica
in un giorno freddo e triste
donare alla cicala
metà delle sue provviste.

Tutto cambia: le nuvole,


le favole, le persone …

La formica si fa generosa …

E' una rivoluzione.

Dal CD “Filastrocche in cielo e in terra” di Gianni Rodari.


Un tale di Macerata
Antonio Virgilio Savona & Lucia Mannucci -
https://youtu.be/kPOYqrNu8m8

Un tale di Macerata / Un signore con tre


cappelli

Ho conosciuto un tale,
un tale di Macerata,
che insegnava ai coccodrilli
a mangiare la marmellata.

Le Marche, però,
sono posti tranquilli,
marmellata ce n’è tanta,
ma niente coccodrilli.
Quel tale girava

per il monte e per la pianura,


in cerca di coccodrilli
per mostrare la sua bravura.
Andò a Milano,
a Como, a Lucca,
ad Acquapendente:
[fn]Acquapendente
è in provincia di Viterbo,
nel Lazio.[/fn]
tutti posti bellissimi,
ma coccodrilli niente.
È ancora lì che gira,
un’impiego non l’ha trovato:
sa un bellissimo mestiere,
ma è sempre disoccupato.

Ho conosciuto un tale,
un tale di Vignola,[fn]
Vignola è in provincia di Modena,
in Emilia-Romagna.[/fn]
che aveva tre cappelli
ed una testa sola.
E girava,
girava per il monte
e per il piano
con un cappello in testa:
gli altri due uno per mano.
Un giorno che pioveva
incontrò un poveretto
che in testa non portava
né cappello né berretto.

Ecco, disse quel tale,


il mondo è tutto sbagliato:
a me tre cappelli,
e a lui il capo bagnato…
E andando per la sua strada
mentre fischiava il vento
quel signore con tre cappelli
era molto malcontento.

I colori dei mestieri / Gli odori dei mestieri


Antonio Virgilio Savona & Lucia Mannucci
https://youtu.be/lprEHYuiAPk
Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzano prima degli uccelli
e han la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno la mani sporche di grasso;
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.

Io so gli odori dei mestieri:

di noce moscata sanno i droghieri,


sa d’olio la tuta dell’operaio,
di farina sa il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicine c’è un buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po’.

La gazza ladra (1964).


Episodio di “Omaggio a Rossini”, di Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati
https://youtu.be/tNIyV2HcM-4
Il capolavoro di Gianini e Luzzati da loro stessi considerata la loro opera meglio
riuscita, vincitrice di 16 premi internazionali, tra i quali il Premio Speciale al
Festival di Annecy, la nomination all'Oscar 1965 e il Nastro d'Argento 1965. Tre re,
non avendo altro da fare, decidono di muovere guerra contro gli uccelli che cadono
uno a uno sotto una pioggia di frecce. Solo una nera gazza resiste, sconvolge e
dissolve il gioco dei potenti: becca in testa i nemici, buca le nuvole per scatenare
pioggia e tempeste, strappa le imposte della torre dove i re e i soldati si sono
rifugiati, fino al trionfo finale. Il loro talento si scatenò in un ininterrotto estro
creativo, regalandoci un'opera da funamboli, in cui la preziosità delle immagini
sembra legarsi come per magia al ritmo imposto dalla partitura, mentre seguiamo
incantati le evoluzioni spassose e spettacolari di quel piccolo uccello nero,
attraverso il quale gli autori svelano il loro animo, affermando perentoriamente il
valore della libertà e della giustizia.

Pulcinella
Episodio di “Omaggio a Rossini”, di Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati
https://youtu.be/EsgaxGhrX1I

Esilarante rappresentazione di Pulcinella e dell'animo napoletano che si fa beffa di


chi occupa posizioni di comando.

Sergio Endrigo - Il pappagallo,


in collaborazione con Vinicius De Moraes. Album: "L'arca" (1970).
https://youtu.be/xHjTyhTKhVY
Ma che bello pappagallo
Tutto verde l’occhio giallo
Cosa fai che cosa vuoi
Parli parli parli parli
Parlo parlo parlo parlo
Ma che bello pappagallo
Tutto verde l’occhio giallo
Ma che bello pappagallo
Parlo parlo parlo sì
Tutto verde l’occhio giallo
Ma che è bello pappagallo

Ma che triste pappagallo


Tutto verde l’occhio giallo
Se sei triste cosa fai
Canti canti come un gallo
Canto canto canto canto
Sono un triste pappagallo
Sempre solo come un gallo
Sono un triste pappagallo
Canto canto canto sì
Sempre solo come un gallo
Sono un triste pappagallo

Pappagallo poverino
Tu sei vecchio e sei bambino
Chi lo sa quanti anni hai
Un bambino di cent’anni
Piango e rido piango e rido
Pappagallo poverino
Ho cent’anni e son bambino
Pappagallo poverino
Ho cent’anni e son bambino
Pappagallo poverino

Pappagallo brasiliano
Il Brasile ormai è lontano
Tu che libero sei nato
Te lo sei dimenticato
Tu che libero sei nato
Te lo sei dimenticato
Parli forte e pensi piano
Pappagallo brasiliano
Te lo sei dimenticato
Parli forte e pensi piano
Pappagallo brasiliano

"Le api" di Sergio Endrigo, in collaborazione con Vinicius De Moraes.


Album: "L'arca" (1970).
https://youtu.be/-CrwS4cLGCY
Le api operaie
Van via di mattina
Per la bella pancia
Dell'ape regina
Ronza l'ape che ronza
Dalla rosa al geranio
Ronza l'ape che ronza
Dalla rosa al geranio
Dal geranio alla dalia
Dalla dalia alla viola
Ronza l'ape che ronza
Poi ritorna alla rosa
Guarda guarda quanto miele
Fan le api nel cielo
Guarda guarda quanto miele
Fan le api nel cielo
Guarda guarda quanto miele
Fan le api nel cielo
Guarda guarda quanto miele
Fan le api nel cielo
E l'ape regina
Che è il presidente
Ingrassa la pancia
E non fa mai niente

Sergio Endrigo - La rosa bianca (dal poeta cubano José Martì)


https://youtu.be/PQANOWnwzkE
Coltivo una rosa bianca In luglio come in gennaio Per l'amico sincero Che mi dà
la sua mano franca Per chi mi vuol male e mi stanca Questo cuore con cui
vivo Cardi né ortiche coltivo Coltivo una rosa bianca
……………………………………. Coltivo una rosa bianca In luglio come
in gennaio Per l'amico sincero Che mi dà la sua mano franca Per chi mi
vuol male e mi stanca Questo cuore con cui vivo Cardi né ortiche coltivo
Coltivo una rosa bianca

Cultivo la rosa bianca


Il poema XXXIX dei Versos Sencillos di José Martì. Cultivo la rosa blanca En
julio como en enero Para el amigo sincero Que me da su mano franca Y para
el cruel que me arranca El corazón con que vivo Cardos ni ortigas cultivo
Cultivo la rosa blanca

Marisa Sannia- Perchè non dormi fratello


https://youtu.be/4bCkmcb2gqE

L’Africa è lontana vista dalla luna


Passa l’eternità
Strada che porti al mare
Lasciami qua
Passa una bandiera forse è quella vera
Vende la fortuna
Vende anche la luna
Cosa ti comprerai?
Perché non dormi fratello?
La notte è chiara
Perché non dormi fratello?
La notte è chiara

Quando si fa sera quando torni a casa


Viva la libertà
Chi si contenta muore
E non lo sa
Dopo l’avventura passa la paura
Viene il carnevale
C’è Papà Natale
Cosa ti porterà?
Perché non dormi fratello?
La notte è chiara
Perché non dormi fratello?
La notte è chiara

Dormono i poeti principi e pirati


Don Chisciotte e D’Artagnan
Chi non ha più nemici
Non ha pietà
Costa poco il gioco paghi sempre dopo
Ecco la fortuna
Eccoti la luna
Quanto ti costerà?
Perché non dormi fratello?
La notte è chiara
Perché non dormi fratello?
La notte è chiara
DOVE VOLA L'AVVOLTOIO
Testo di Italo Calvino Musica di Sergio Liberovici

https://youtu.be/zN2QVA6wx9g

Recitato:

Un giorno nel mondo finita fu l'ultima guerra,


il cupo cannone si tacque e più non sparò,
e privo del tristo suo cibo dall'arida terra,
un branco di neri avvoltoi si levò.

Dove vola l'avvoltoio?


avvoltoio vola via,
vola via dalla terra mia,
che è la terra dell'amor.
L'avvoltoio andò dal fiume
ed il fiume disse:
"No, avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
Nella limpida corrente
ora scendon carpe e trote
non più i corpi dei soldati
che la fanno insanguinar".
Dove vola l'avvoltoio?
avvoltoio vola via,
vola via dalla terra mia,
che è la terra dell'amor.
L'avvoltoio andò dal bosco
ed il bosco disse:
"No avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
Tra le foglie in mezzo ai rami
passan sol raggi di sole,
gli scoiattoli e le rane
non più i colpi del fucil".
Dove vola l'avvoltoio?
avvoltoio vola via,
vola via dalla terra mia,
che è la terra dell'amor.
L'avvoltoio andò dall'eco
e anche l'eco disse
"No avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
Sono canti che io porto
sono i tonfi delle zappe,
girotondi e ninnenanne,
non più il rombo del cannon".
Dove vola l'avvoltoio?
avvoltoio vola via,
vola via dalla terra mia,
che è la terra dell'amor.
L'avvoltoio andò ai tedeschi
e i tedeschi disse:
"No avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
Non vogliam mangiar più fango,
odio e piombo nelle guerre,
pane e case in terra altrui
non vogliamo più rubar".
Dove vola l'avvoltoio?
avvoltoio vola via,
vola via dalla terra mia,
che è la terra dell'amor.
L'avvoltoio andò alla madre
e la madre disse:
"No avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
I miei figli li dò solo
a una bella fidanzata
che li porti nel suo letto
non li mando più a ammazzar"
Dove vola l'avvoltoio?
avvoltoio vola via,
vola via dalla terra mia,
che è la terra dell'amor.
L'avvoltoio andò all'uranio
e l'uranio disse:
"No, avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
La mia forza nucleare
farà andare sulla Luna,
non deflagrerà infuocata
distruggendo le città".
Dove vola l'avvoltoio?
avvoltoio vola via,
vola via dalla terra mia,
che è la terra dell'amor.
Ma chi delle guerre
quel giorno
aveva il rimpianto
in un luogo deserto
a complotto si radunò
e vide nel cielo arrivare
girando quel branco
e scendere scendere
finché qualcuno gridò:
Dove vola l'avvoltoio?
avvoltoio vola via,
vola via dalla testa mia...
ma il rapace li sbranò.
La canzone accompagnò la “prima marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli”
organizzata da Aldo Capitini e che si tenne da Perugia ad Assisi il 24 settembre del
1961.

Esiste un film della prima marcia con la regia di Glauco Pellegrini, voce e commento
di Gianni Rodari .Casa di produzione: De Concini Anno: 1962

Il film è la cronaca della marcia della fratellanza e della pace che si è svolta da
Perugia ad Assisi il 24 settembre 1961, e che ha visto una grande partecipazione
popolare. Oltre 20.000 persone hanno seguito la manifestazione: personalità della vita
politica e culturale, rappresentanti di tutte le regioni d'Italia, giovani, donne,
lavoratori. La marcia, che si è snodata sulle colline umbre, si è conclusa al tramonto
con un invito a tutti gli uomini che vogliono la pace a unirsi per chiedere la
cessazione degli esperimenti nucleari di ogni genere, il disarmo generale, la
collaborazione tra i popoli. Tra gli oratori al comizio vi sono Aldo Capitini, Guido
Piovene e Renato Guttuso; sono presenti inoltre Mario Alicata e Franco Ferri. Italo
Calvino e Giovanni Arpino aprono il corteo.

https://youtu.be/QxjfaSPKVls

Il leone si è addormentato
https://youtu.be/mNOePseb6fk
canzone che rassicura e libera i bambini dalle paure e dall'angoscia per le
minacce incombenti

Il leone si è addormentato

Il leone si è addormentato
paura più non fa
il villaggio l'avrà saputo
e il ciel ringrazierà.

Auimbaue, auimbaue...

Il leone si è addormentato
paura più non fa
il villaggio che l'ha saputo
in pace dormirà.

Il leone si è addormentato
la luna è alta già
nella giungla la grande pace
fra poco scenderà.

La gazzella nella pianura


correva in libertà
ed il sogno di un'avventura
realtà diventerà.

La giraffa dal lungo collo


al fiume se ne andò
e la sete di un sorso d'acqua
un tuffo le costò.

Il leone si è addormentato
e più non ruggirà
ogni bimbo che avrà tremato
sereno dormirà.

The lion sleeps tonight


versione orginale di Miriam Makeba
https://youtu.be/I6WQnTGtCRI

questa è una canzone zulu chiamata mbube (leone) ... è stata cantata per
secoli in Sud Africa e registrata per prima da Linda Solomon .. si parla di un
leone che dorme, ma in Africa quando un re muore si dice che dorme.

Versione dei Tokens The Lion Sleeps Tonight Lyrics


https://youtu.be/36AX554A3ew
con testo in inglese:

Awimboowee awimboowee awimboowee awimboowee awimboowee...

In the jungle
The quiet jungle
The lion sleeps tonight
In the jungle
The mighty jungle
The lion sleeps tonight

Aween away aween away aween away...

In the village
The quiet village
The lion sleeps tonight
In the village
The quiet village
The lion sleeps tonight

Aween away aween away aween away...

Hush my darling
Don't cry my darling
The lion sleeps tonight
Hush my darling
Don't cry my darling
The lion sleeps tonight

Una fiaba attuale con atmosfere da "Le Mille e Una Notte":

Azur et Asmar - 2006 regia e sceneggiatura di: Michel Ocelot


https://youtu.be/lcNA-EFAxuo

La storia ruota intorno ad Azur, un bambino biondo con gli occhi azzurri e
Asmar, un bambino arabo dalla pelle scura e con occhi e capelli neri. Entrambi
vivono in Francia, alla corte del padre di Azur, cresciuti dalla tenera madre di
Asmar. Un giorno, però, il padre di Azur decide che il figlio deve avere
un’educazione più consona al proprio rango e lo spedisce lontano da casa. Visto
che ormai la loro presenza a corte è inutile, l'uomo scaccia la nutrice e il piccolo
Asmar. Anni dopo, Azur decide, ormai dventata grande, di viaggiare verso la
terra dall'altra parte del mare, per inseguire la fata di cui la nutrice narrava
spesso la leggenda a lui e ad Asmar.
Il paese in cui arriva è diverso da come se lo aspettava e i suoi occhi azzurri,
che in Francia sono ritenuti belli, qui sono ritenuti un presagio di cattiva
sfortuna.
Si tratta di un film d’animazione capace di emozionare adulti e bambini,
capace di fotografare con lucidità la situazione politica di oggi, quella esistente
tra l’Occidente e il mondo Islamico. È fantastico ritrovarsi in situazioni che,
sebbene dallo spettatore possano risultano surreali, fanno riflettere.
Stupisce il modo in cui Ocelot, ancora una volta, sia stato capace di regalarci
una fiaba che colpisce il cuore e la mente e che stordisce per la sua sfarzosa
bellezza, in grado di raccontarci il mondo reale, senza fare distinzioni di razze,
culture e religioni.

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