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UN MONDO DI NORME

da: Norberto Bobbio, Teoria generale del diritto. Giappichelli Editore, Torino
1993, pagg. 3-5

La nostra vita si svolge in un mondo di norme.

Crediamo di esser liberi, ma in realt siamo avvolti in una fittissima


rete di regole di condotta, che dalla nascita sino alla morte dirigono
in questa o quella direzione le nostre azioni. La maggior parte di queste
regole sono diventate ormai tanto consuete che non ci accorgiamo pi della
loro presenza. Ma se osserviamo un po' dall'esterno lo sviluppo della vita di
un uomo attraverso l'attivit educatrice compiuta su di lui dai suoi genitori,
dai suoi maestri e via discorrendo, ci rendiamo conto che egli si sviluppa
sotto la guida di regole di condotta. Per quel che riguarda l'assoggettamento
a sempre nuove regole, stato detto giustamente che la vita intera, e non
solo l'adolescenza, un continuo processo educativo.

Possiamo paragonare il nostro procedere nella vita al cammino di un pedone


in una grande citt: qua la direzione proibita, l la direzione obbligatoria;
e anche l dove libera, la parte della strada su cui egli deve tenersi in
genere rigorosamente segnata. Tutta la nostra vita cosparsa di cartelli
indicatori, dei quali gli uni comandano di tenere un certo contegno, altri
proibiscono di tenere un altro contegno. Molti di questi cartelli indicatori sono
costituiti dalle regole del diritto.

Possiamo dire sin d'ora, se pure in termini ancora generici, che il diritto
costituisce una parte notevole, e forse anche la parte pi vistosa, della nostra
esperienza normativa. E perci uno dei primi risultati dello studio del diritto
di renderci consapevoli dell'importanza del "normativo" nella nostra esistenza
individuale e sociale.
Se ci stacchiamo per un momento dall'uomo singolo e consideriamo la
societ, anzi le societ, degli uomini, se cessiamo dal riferirci alla vita
dell'individuo e contempliamo quella vita complessa, tumultuosa e mai
spenta delle societ umane, che la Storia, il fenomeno della normativit ci
appare in modo non meno impressionante ed ancor pi meritevole della
nostra riflessione.

La Storia pu essere immaginata come un'immensa fiumana arginata: gli


argini sono le regole di condotta, religiose, morali, giuridiche, sociali, che
hanno contenuto la corrente delle passioni, degli interessi, degli istinti, entro
certi limiti, e che hanno permesso il formarsi di quelle societ stabili, con le
loro istituzioni e coi loro ordinamenti, che chiamiamo "civilt". Vi
indubbiamente un punto di vista normativo nello studio e nella comprensione
della storia umana: il punto di vista, secondo il quale le civilt sono
caratterizzate dagli ordinamenti di regole entro cui le azioni degli uomini che
vi hanno partecipato sono contenute. La storia si raffigura allora come un
complesso di ordinamenti normativi che si succedono, si sovrappongono, si
contrappongono, si integrano. Studiare una civilt dal punto di vista
normativo significa, in fin dei conti, domandarsi quali azioni fossero, in quella
determinata societ, proibite, quali comandate, quali permesse; significa, in
altre parole, scoprire la direzione o le direzioni fondamentali verso le quali era
avviata la vita di ciascun individuo. Domande di questo genere: presso quel
determinato popolo erano permessi i sacrifici umani o erano proibiti? era
proibita o permessa la poligamia, la propriet dei beni immobili, la schiavit?
com'erano regolati i rapporti di famiglia, che cosa era permesso al padre di
comandare ai figli e che cosa era proibito? com'era regolato l'esercizio del
potere, quali erano i doveri e i diritti dei sudditi nei confronti del capo, e quali
i doveri e i diritti del capo nei confronti dei sudditi?, son tutte domande che
presuppongono la consapevolezza della funzione che ha il sistema normativo
di caratterizzare una data societ; e non possono avere una risposta se non
attraverso lo studio delle regole di condotta che hanno dato una certa
impronta alla vita di quegli uomini, distinguendola dalla vita di altri uomini
viventi in altra societ inserita in altro sistema normativo.

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