Sei sulla pagina 1di 1

Mentre il violino aveva raggiunto con Stradivari ed ancora prima una forma defin itiva, nessuno s'era occupato

di proposito dell' arco. Ci dipendeva in parte dalla tecni ca, ai cui scopi bastava un arco qualunque, tanto pi che il crescendo ed il diminuend o era cosa poco nota nell'esecuzione che si contentava del piano e forte. Corelli, Vivaldi ed altri grandi violinisti del loro tempo si servivano ancora d i archi di forma assai goffa e quasi senza elasticita provvedendosi alla tensione dei cr ini o col dito messo fra la bacchetta ed i crini o con apparati adamitici, fermando il ta llone con un filo di ferro che scorreva in su e gi per la bacchetta cambiando cos la tension e dei crini a seconda che se lo spingeva o in alto od in basso. Forse c'entra questa tecnica speciale nella storiella di Corelli ed Handel gi rac contata e cos si spiega altres la maniera di scrivere usata da Bach nelle sue sonate per violino solo, poich coi crini rilasciati ed adattantisi alla forma convessa d el ponticello era possibile suonare anche accordi di quattro note molto meglio che col nostro arco moderno. Schering crede pure che la cosidetta eco della musica antica, che oggi non pi pos sibile di eseguireche col piano, si otteneva col rilasciare, allo stesso tempo i crini del l'arco per tutti gli instrumenti a corda, un effetto che si ottiene somigliante, se si passa la s tanghetta sotti le corde, dopo aver cavata la vite del tallone e fatto passare i crini sopra le corde. La vite che usiamo noi fu introdotta soltando al principio del secolo XVIII. Tartini introdusse grandi miglioramenti, scegliendo legno pi leggero ed elastico, raddrizando la bacchetta e dandole la forma di prisma verso la base per tenerla fermo fra le dita. Il vero perfazionatore e lo Stradivari dell'arco fu Francesto Tourte il giovane, parigino. Fu egli che scelse il legno di Pernambuco e della tabura guianensis come il pi ad atto. Gli archi di Tourte sono l'ideale di un violinista ma sono rari e carissimi. Eccellenti fabbricatori di archi furono pure: Domenico Peccate, F, Voirin e spec ialmente l'inglese J. Tubbs. Tourte costru i migliori archi pi per istinto e colla lunga pratica che per studio . Vuillaume ne stabil poi le norme che tuttora vigono. I migliori archi sono ancor oggi i francesi, qu antunque ci sieno ancher liutai italiani e tedeschi che ne fanno di eccellenti.

"A crina que ns utilizamos s foi introduzida no incio do sculo XVIII. Tartini criou grandes melhorias, a escolha de madeira mais leve e elstica, endire itando o arco e dando-lhe a forma de um prisma de base para mant-lo entre os dedos. A verdadeira perfeio e o Stradivari do arco foi Francesco Tourte (1747-1835), um j ovem parisiense.

Potrebbero piacerti anche