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Scuola di Chitarra
DUE CHITARRE
i MUSICISTI, il REPERTORIO
e le TRASCRIZIONI
Relatore:
M° Stefano Viola
Laureando:
Andrea Andrian
Premessa p. 7
Capitolo 1:
Il complesso rapporto
chitarra - musica da camera p. 9
Capitolo 2:
Compositori e opere originali
dal Settecento ai giorni nostri p. 27
2.1 Il Settecento p. 27
3
Capitolo 3:
Compositori e opere trascritte
tra Ottocento e Novecento p. 47
3.1 L’Ottocento p. 47
3.2 Il Novecento p. 51
Capitolo 4:
Breve storia dei principali duo p. 59
4.1 Introduzione p. 59
4
Capitolo 5:
Criteri nello scegliere
e nel trascrivere un brano p. 67
Conclusioni p. 83
Appendice
Mallorca op.202 p. 87
Bibliografia p. 91
Sitografia p. 95
Discografia p. 99
5
6
Premessa
1 ‘Rien n'est plus beau qu'une guitare, sauf peut-être deux’, celebre frase
attribuita a Frederick Chopin, anche se non vi è nessuna certezza a riguardo.
7
8
Capitolo 1
Il complesso rapporto
chitarra - musica da camera
10
Già dalla metà dell’ottocento, soprattutto grazie all’impegno e
alla genialità del liutaio Antonio de Torres Jurado, vengono
introdotte altre due innovazioni fondamentali: l’incatenatura
e l’aumento delle dimensioni della cassa armonica.
Contemporaneamente nascono alcune figure di riferimento
per il mondo chitarristico del primo ‘900: Francisco Tàrrega
Eixea, docente spagnolo che insieme ai suoi allievi riesce ad
evolvere il livello culturale dello strumento, e il celebre Andrés
Segovia.
Quest’ultimo diventerà il musicista simbolo della chitarra,
fondamentale per l’affermazione dello strumento a livello
internazionale; grazie al suo suono, al suo talento, ed alla sua
popolarità, ha elevato la chitarra a livelli di eccellenza
assoluta, esibendosi tra entusiastici consensi nelle principali
sale da concerto in Europa ed America.
L’importanza della sua azione, al di là della caratura artistica,
la possiamo riscontrare nel grande impulso dato sia
all’ampliamento del repertorio stimolando i compositori alla
scrittura3 , che all’evoluzione organologica dello strumento,
collaborando con alcuni grandi liutai 4.
3Tra gli altri hanno composto opere dedicate a Segovia. M. M. Ponce, H. Villa-
Lobos e M. Castelnuovo-Tedesco
4Tra i più grandi liutai che hanno collaborato con Segovia sono da citare M.
Ramirez, H.Hauser, J. Ramirez III.
11
costruttive, lo studio della liuteria storica e delle conoscenze
teoriche, ed il bisogno di avere una propria visibilità dettata
dalla aumentata concorrenza, ha portato ognuno di loro a
scegliere strade originali e diversificate volte ad una elevata
specializzazione concentrandosi su poche tipologie di
strumenti, al fine di elevarne la qualità.
Alcuni liutai riproducono chitarre storiche rielaborando
progetti del passato, ispirandosi ai modelli più famosi
prodotti tra XIX e XX secolo5; altri producono chitarre
moderne o di derivazione sperimentale, nelle quali è
abbastanza comune trovare inserti di differenti materiali
sintetici e lignei (tecnica “sandwich” o “double top”), o
addirittura con più “buche”6.
5 Tra questi possiamo citare Bernard Kresse, Nicola Jappelli, Luca Waldner.
12
incisioni, una costante ricerca musicologica, tecnica,
stilistica, nonché organologica.
8J. W: DUARTE, Al di là del solista, in << il Fronimo >>, XLV, Ottobre 1983,
pp. 20 - 25
13
Il primo aspetto che egli cita è l’indole della chitarra ad essere
uno strumento per solisti, come conseguenza del fatto che i
musicisti stessi cercano di rado occasioni per suonare in
ensemble, e gli insegnanti preparano tendenzialmente gli
allievi in vista di una carriera solistica; la ragione di tale
realtà la si trova nella peculiarità del suono della chitarra.
14
abbiano la necessità di ‘spingere’ le dinamiche al massimo,
rivolgersi alla tecnologia con un buon sistema di
amplificazione, e scegliere un repertorio selezionato dove la
chitarra sia valorizzata e non debba lottare per emergere
(registro non intralciato da altri strumenti, momenti botta-
risposta per valorizzarne la cantabilità, etc).
E’ evidente da tutte queste considerazioni che alcune
formazioni cameristiche risultano più ‘problematiche’ e
‘difficoltose’ di altre.
15
baritono) e la Sonatina (con il flauto) di Castelnuovo-Tedesco,
i Lieder op.13 e op.25 di Carl Maria von Weber, la Sonata di
Baumann (con il violoncello) e la celebre Histoire du Tango di
Piazzolla (con il flauto).
16
supporto ar monico nel duo, con slanci imitativi e
contrappuntistici, a strumento melodico o addirittura
solistico nei concerti.
I musicisti che si apprestano a suonare in ambito cameristico
hanno quindi, a fronte di un corpus di opere numericamente
notevole, una più ristretta selezione di opere eseguibili con
piena soddisfazione propria e degli ascoltatori, dato che la
maggior parte delle pagine risulta poco efficace (si pensi a
molte sonate di Paganini per violino e chitarra10), e quindi a
mio parere, di fatto inutilizzabili se non per progetti editoriali,
come le edizioni integrali di un determinato tipo di opera o di
un compositore.
10M. DELL’ARA, Manuale di storia della chitarra (La chitarra antica, classica e
romantica), cit., pp. 123-128
17
al perfezionamento tecnico di strumenti quali il flauto e il
clarinetto, o alla creazione di strumenti nuovi come il sax11.
Inoltre gli strumenti musicali sono stati affiancati da
strumenti affini e della stessa famiglia, ricalcando quella che
è stata la storia degli archi, con strumenti simili nella forma,
nel funzionamento e nella costruzione, ma diversi
nell’intonazione e nel registro. In questo modo si sono create
intere ‘famiglie’ di legni (per esempio clarinetti e oboi) e ottoni
(trombe e sax), tutti strumenti spesso utilizzati nelle
orchestre e nelle bande, ma che si sono altresì uniti tra loro
in diverse piccole formazioni e in mini-orchestre di strumenti
affini.
18
timbro più scarno e quindi, essendo la timbrica une delle
peculiarità della chitarra, questo strumento non ha avuto
grande seguito sebbene la vetta più alta raggiunta sia un
concerto per chitarra e orchestra: il Concerto per chitarra
terzina e Orchestra in FA maggiore op.70 di Mauro Giuliani 12.
Altre chitarre inusuali costruite negli stessi anni sono quelle
con doppi manici (doppelgitarre), l’arpa chitarra e strumenti
simili e le chitarre basso, tutti strumenti che non troveranno
molta fortuna.
19
(accordate un’ottava più al grave), allargando di fatto gli
orizzonti delle formazioni con più chitarre, con un
ampliamento di estensione e timbriche, creando possibilità
non ancora esplorate.
Il repertorio per gruppi numericamente contenuti comincia ad
offrire partiture originali interessanti, di compositori quali
Bogdanovic, Brouwer, Hindemith, Moreno-Torroba e Smith-
Brindle, ed è continuamente indagato dai giovani
compositori.
Gli ensemble, o meglio le vere e proprie orchestre che fanno
largo uso di questi strumenti 13 ricorrono, al contrario, quasi
esclusivamente a trascrizioni per lo più provenienti dal
repertorio orchestrale, per la quasi totale assenza di un
repertorio originale.
Si contano anche diversi concerti per 4 chitarre e orchestra di
compositori noti, e molti altri di autori meno conosciuti 14 .
20
1.4 Due chitarre
21
[…] è impossibile suonare in maniera intelligente se ci si
concentra solo su una di queste due cose.
[…] L’arte di eseguire la musica è l’arte di suonare e
ascoltare simultaneamente, l’una cosa intensifica l’altra.
22
Il repertorio della musica per duo è molto esteso e le difficoltà
di esecuzione che si incontrano sono molteplici, dall’equilibrio
tra le parti, al fraseggio comune, alle singole o combinate
difficoltà tecniche.
17M. DELL’ARA, Manuale di storia della chitarra (La chitarra antica, classica e
romantica), cit., pp 124-125
23
Canonica”), dove diventa fondamentale la ricerca timbrica e
l’espressività del duo18.
24
- Maggiore accessibilità verso quelle strutture formali dove è
fondamento compositivo il contrappunto tra le voci, che
possono essere divise con logica ed efficacia tra i due
musicisti.
25
Capitolo 2
2.1 Il Settecento
2 http://www.treccani.it/enciclopedia/merchi_(Dizionario-Biografico)
28
Abbiamo certezza siano dei grandi virtuosi, che vivano a
Parigi, e che uno dei due soggiorni per un periodo a Londra
(dato che alcune opere saranno edite in Inghilterra).
Nei loro concerti si presentano spesso in duo, ed è certo che
abbiano grande interesse per questa formazione, anche dal
punto di vista compositivo, dato che le dedicano diverse
opere.
In almeno quattro libri di pezzi si trovano pezzi per duo: libro
III 1757 ca. e libro XII 1764 pubblicati a Parigi; libro XVI e
libro XXI 1769 pubblicato a Londra.
In queste si nota che i due strumenti hanno pari importanza,
e i temi sono quindi divisi equamente tra le due parti.
29
nella vita musicale del periodo, anche se non al pari di violino
e pianoforte.
Questo grazie alla volontà e determinazione di alcuni giovani
musicisti, che, per il desiderio di affermarsi, si trasferiscono
nelle capitali Europee della cultura, e lì si fanno apprezzare e
conoscere. I principali sono gli italiani F. Molino, F. Carulli,
M. Giuliani, L. Legnani, M. Carcassi, e gli spagnoli D. Aguado
e F. Sor, che si distinguono come concertisti, compositori e
didatti.
L’assenza di una storia consolidata dello strumento, permette
ad ognuno di loro di essere ambìto dalle migliori scuole al fine
di creare delle buone classi di chitarra, laddove non ce ne
fossero.
In quegli anni è uso presentare in concerto la propria musica,
ed il motivo per cui lo strumentista diventa anche
compositore lo si capisce dal fatto che l’alto grado di
perfezionamento della tecnica strumentale viene trasposto in
nuovi modelli di scrittura che possono essere noti solo al
compositore che pratica lo strumento. Ecco perché,
nonostante la chitarra piaccia ed interessi ai grandi maestri
dell’epoca, non vi sono composizioni di rilievo 4.
30
successo come compositore e didatta, essendo il primo
chitarrista di rilievo nella capitale francese.
Carulli tiene in gran considerazione la musica da camera per
duo, proponendola anche a fini didattici, come dimostrano le
Leçons per due chitarre contenute nel suo Metodo (op.27) e le
molte opere semplici da eseguire insegnante-allievo5.
Tra le opere più significative e meglio riuscite si ricordano i
Sei duetti op.34, i Duetti op.48, 62, i Duetti Notturni op.90, le 3
Serenate op.96, il Notturno Concertante op.118, i 3 Notturni
Concertanti op.143, i 3 Notturni op.227 e il Gran duo
concertante op.3286.
A Carulli bisogna riconoscere una grande capacità di
trascrivere fedelmente opere pianistiche e sinfoniche, nelle
quali rende fedelmente l’originale messaggio sonoro. Dalle sue
trascrizioni possiamo avere conferma del fatto che i suoi
artisti di riferimento sono i classici Mozart, Beethoven e
Haydn 7.
31
Nelle sue composizioni per duo, riesce a ripartire la musica in
modo da esaltare entrambi gli strumenti, in modo da
completarsi reciprocamente nella sonorità.
Le sue composizioni non hanno di certo una profondità
comparabile ad opere di suoi contemporanei, ma essendo egli
dotato di un’inventiva raffinata e fresca, rende le sue
composizioni, su tutte le Variazioni Concertanti op.35 e op.
130, molto piacevoli all’ascolto, tramite una ottima
rielaborazione tematica.
Tra le altre opere si ricordano il Gran potpourri op.67, la Lira
notturna op.69, le Le avventure d’amore op.116, le 3 Polonesi
op.137.
Di Giuliani bisogna ancora sottolineare la grande produzione
(come per Carulli) di trascrizioni di Ouvertures operistiche
(soprattutto quelle dell’amico Rossini), che traspone per
questa formazione con mirabile maestria8
L’integrale delle opere per duo di Giuliani è stato inciso dal
duo Maccari-Pugliese nel 2006 9.
32
Alle composizioni per duo si avvicina solo in quest’ultimo
periodo di vita parigina, quando si dedica maggiormente
all’attività di didatta.
La prima opera che scrive la dedica appunto ad un’allieva: è
L’Encouragement op.34, una delle opere più eseguite ancora
oggi, nella quale si distinguono una prima chitarra
totalmente preposta a suonare i temi, e una seconda chitarra
che la accompagna.
Sempre dedicate a sue allieve sono il Divertissement op.38, e i
Six Valses op.44; in queste opere si ravvisa, come detto, un
limite compositivo evidente, non essendoci quasi mai una
concertazione delle parti.
Tra le opere spicca l’op.41 Les Deux Amis composta nel ’26 a
Parigi per essere suonata con l’amico Aguado, quando questi
lo raggiunse negli stessi anni nella capitale francese. Nella
partitura originale si nota come Sor non scriva ‘chitarra 1 -
chitarra 2’, ma assegni direttamente le parti chiamandole ‘Sor
- Aguado’; la cosa curiosa è che le parti più brillanti, nella
Mazurka finale, sono quasi totalmente assegnate alla parte
“Sor”, dimostrando poca fiducia e considerazione nelle
capacità dell’amico, o se non altro un’incapacità di
concertazione delle parti.
L’ultimo duo che scrive l’op.63 Souvenir de Russie è dedicato
al grande musicista, amico e, forse, allievo Napoléon Coste.
Questo duo è una sorta di ricordo del soggiorno russo ed è
costruito su temi provenienti da melodie popolari.
Anche per quanto riguarda Sor, il duo Maccari-Pugliese ha
registrato l’integrale di tutte le sue opere per duo e, all’interno
della stessa pubblicazione, ha portato a termine una
33
interessante ricerca nella quale emerge la passione del
compositore per il ballo, in particolare per il valzer, che egli
porta in musica arricchendo in maniera copiosa la sua
opera10.
34
Stilisticamente è legato alla tradizione antecedente, quella più
rigorosa, e in lui si possono vedere i modelli di Haydn e
Mozart11.
Lhoyer pubblica tutte le altre opere per duo nel periodo
centrale della sua vita, tra il 1814 e il 1826, con numeri
d’opera consecutivi dall’op.31 all’op. 37, tranne l’ultimo Duo
Concertante op.44.
Questi duetti dimostrano un livello compositivo molto più
avanzato rispetto alle opere dei chitarristi compositori di
quell’epoca12 , e sono tra le opere più eseguite dagli interpreti
odierni.
35
2.3 Il secondo Ottocento
36
L’opera più celebre è il Gran Duo che è stato ritrovato in un
manoscritto non datato. La scrittura è molto più densa, e
presenta passaggi virtuosistici per entrambe le chitarre, il che
fa pensare ad una datazione posteriore rispetto all’opera
precedente 13.
Nella sua produzione si conta un altro Duetto non datato, e
una trascrizione del Secondo Gran Concerto per chitarra e
orchestra di Giuliani 14. Il duo Maccari-Pugliese ha registrato
l’integrale dei suoi lavori a completamento dell’incisione
dedicata a Sor.
14 http://it.wikipedia.org/wiki/Napoleon_Coste#Opere_per_due_chitarre
37
chitarra sola dello stesso Mertz, e facenti parte del capolavoro
dell’autore: il Bartenklänge op.1315.
Sia il duo Moisycos nel 2001, che il duo Maccari-Pugliese nel
200216, hanno registrato l’integrale dei lavori per duo.
17A. GILARDINO, Manuale di storia della chitarra (La chitarra antica, classica e
romantica), 2 vol., [1988], Ancona, Berben, 2004, p 13.
38
Emilio Pujol e Miguel Llobet che è di certo, tra questi, la
figura di maggior spessore e che maggiormente si interessa al
duo di chitarra.
18 http://guitarrasweb.com/marialuisaanido/curri.htm
39
2.5 Segovia, Presti-Lagoya e la nuova realtà.
40
ancora20 ; Williams con Stephen Dodgson, André Previn,
Richard Harvey, Leo Brouwer, Tōru Takemitsu e altri
compositori australiani 21.
20 http://en.wikipedia.org/wiki/Julian_Bream
21 http://en.wikipedia.org/wiki/John_Williams_(guitarist)
41
Tra i più celebri troviamo sicuramente Joacquín Rodrigo,
celebre compositore spagnolo, autore di alcuni capisaldi del
repertorio per chitarra sola, che compone uno dei brani più
eseguiti dai “duo” di ogni tempo, la Tonadilla, e l’altrettanto
celebre Concierto Madrigal, per duo e orchestra. Le sue
composizioni si caratterizzano per la grande abilità tecnica
richiesta agli esecutori, unita alla difficoltà d’insieme, e
risultano dei veri e propri pezzi di bravura.
42
(Improvisation), Daniel-Lesur con l’Elegia, Amable Massis
(Deux Pièces) e Pierre Wissmer (Prestilagoyana e
Barbaresque).
22 ERIK OLSEN - OLIVIER CHASSAIN - The Works of Ida Presti for Two
Guitars,
43
Zarate, ai quali Georges Migot dedica la Sonata e i Preludi, il
duo Ilse e Nicolas Alfonso (dedicatari dell’opera Contrastes di
Jean Absil), Lisa Zoi-Evangelos Assimacopulos per i quali
Duarte scrive la Greek suite, Dragatakis, e Lis-Va, il duo Oscar
Caceres-Turibio Santos (con di Leo Brouwer, Per suonare a
due), e i duo più recenti Bruck-Ross (composizioni di
Lachenmann), i fratelli Assad (composizioni di Piazzolla,
Mignone e Gnattali)24 .
44
Risulta però impossibile tenere traccia della maggior parte di
queste opere, data la difficoltà nel reperire e nell’ascoltare
queste nuove pagine; anche avendone accesso, come
partitura o come ascolto, è complicato prevedere quali di
queste potranno ritagliarsi uno spazio nella storia, e quali, al
contrario, sono destinate a scomparire.
45
Capitolo 3
3.1 L’Ottocento
48
perfino dividendo a volte il tema a metà tra la prima e la
seconda chitarra.
49
François de Fossa, compositore francese riscoperto negli
ultimi anni, è particolarmente noto per quanto riguarda il
duo di chitarra soprattutto per le sue trascrizioni di
Ouverture di opere (Edipo a Colono di Sacchini, Didone di
Piccini, Renaud d’Ast di Dalayrac e altre), e per le
trasposizioni dei sei quartetti di Enrique Ataide y Portugal nei
Sei Duo Concertanti op.17.
Oggi però la trascrizione di nove quartetti di Haydn (divisi in
tre differenti libri chiamati tutti nello stesso modo Trois
Grands Duos, senza ulteriori numeri d’opera) è il suo lavoro
più celebre, nella quale egli rivela una grande capacità di
esaltare la bellezza delle partiture Haydiniane, facendo
rendere al meglio le due chitarre.
50
affrontato, sia in sede di incisione che dal vivo, con chitarre
originali o copie di strumenti costruiti in questo secolo.
3.2 Il Novecento
51
quali i Waltzes di Poulenc originali e alcuni pezzi di Falla
orchestrali.
Miguel Llobet invece, cominciando la sua esperienza in duo
con Maria Luisa Anido, compie una serie di trascrizioni di
compositori vari per suonarle egli stesso nei suoi recital.
Trascrive musiche tra gli altri di Albeniz (Castilla, Evocación,
Bajo la Palmera e Rumores de la Caleta), Granados (Danza
Espanola n.6 e n.11), H. Villa-Lobos (Theresinha de Jesus -
Ciranda), Mozart (Minuetto), Beethoven (Minuetto), Brahms
(Danza Ungherese n.5), Mendelsson (Romanza senza parole n.
20 e n.25) e Tchaikovsky (Humoresque op.10 n.2).
Fortunatamente possiamo ascoltare, alcune di queste opere
in un incisione dello stesso Llobet in duo con la sua allieva
del 1929 3.
Llobet ha un ruolo fondamentale nella storia del duo.
Per prima cosa è il primo a svolgere dei concerti, ed a incidere
dei brani in duo, con la Anido. Il secondo merito è quello poi
di portare i confini del repertorio chitarristico laddove
nessuno prima si era spinto o potrà mai spingersi (leggasi
Brahms o Mendelsson, che difficilmente vengono trasposti
per le due chitarre). Il terzo è quello di aver fatto delle
trascrizioni che risultano fedeli all’originale ed al tempo
stesso ‘chitarristiche’, nelle quali vengono esaltate alcune
delle virtù dello strumento, caratteristiche che rendono questi
lavori oggetto di interesse da parte di numerosi duo
52
attualmente molto attivi come “Solo Duo” (Mela-Micheli) e
Grondona-Mondiello.
53
due concerti di A. Vivaldi (RV 425 e RV 532) ed uno di A.
Marcello (Concerto Re minore) nonché, per quanto riguarda il
repertorio del primo 900’, vari pezzi di I. Albeniz, di E.
Granados, di M. de Falla, tutti autori trascritti molto
frequentemente e diventati vere e proprie costanti nel
repertorio; per concludere è da sottolineare la splendida
trascrizione del Claire de Lune dalla Suite Bergamasca di C.
Debussy.
L’integrale delle trascrizioni (e delle loro opere originali)
effettuate dal duo Presti-Lagoya è in corso di revisione da
Frédéric Zigante, che essendo entrato in contatto con tutti i
materiali originali utilizzati durante i loro concerti e le loro
incisioni, sta pubblicando questa nuova collana editoriale 4.
4 http://www.berben.it/doc/htm/frame_pubblicazioni.htm
54
Contemporaneamente comincia la sua attività il duo greco
Evangelos-Liza, che in una carriera trentennale suona
moltissime trascrizioni: si va dagli antichi Scarlatti, Marcello,
Bach, Vivaldi, Corelli, Rameau e Couperin, ai romantici
Chopin, Tchaikovsky, e i soliti compositori spagnoli Falla,
Albeniz, Granados6 .
6 http://www.evangelos-liza.com/
55
3.3 I giorni nostri
56
Busoni 8, i Quadri di un’Esposizione di Mussorgski9 , o ancora
Tabular Bells di Mike Oldfield10.
57
Capitolo 4
4.1 Introduzione
2 http://guitarrasweb.com/marialuisaanido/curri.htm
60
tra il 25 e il 29) contenente pezzi solistici di Llobet, e pezzi in
duo, è considerata da tutta la critica mondiale la prima
incisione di chitarra classica3 .
La loro carriera in duo finisce presto, continuando entrambi
per la propria strada, che è quella di affermati solisti.
Nonostante ciò la loro importanza è non solo evidente a tutti,
ma anche innegabile. Con l’impulso segoviano e questo
precedente legato al duo Llobet-Anido, la strada del duo come
formazione stabile è abbozzata, e chi la renderà di fatto una
realtà sarà il duo Presti-Lagoya.
3http://es.wikipedia.org/wiki/Miguel_Llobet
Questa incisione è stata anticipata da altri tentativi compiuti dallo stesso
Llobet, ma gettati,
61
musicale, Ida Presti. I due si innamorano e si sposano, e dal
1950 cominciano a suonare insieme, fino alla morte della
Presti.
Il loro grande piacere di suonare assieme, li porta a
trascrivere opere di Bach, Scarlatti, Debussy, Falla, Albeniz,
Granados e a commissionare opere originali ai compositori
contemporanei.
Quando Segovia li sente in concerto nel loro debutto a New
York, scrive di proprio pugno una lettera a Castelnuovo-
Tedesco invitandolo a scrivere qualcosa per due chitarre: al
duo dedica la Sonatina Canonica, i 24 Preludi e Fughe ed il
Concerto, ed un ultimo preludio e fuga lo scrive per la
prematura morte di Ida Presti. Andrés Jolivet, Pierre Petit
Federico Moreno Torroba e Jacquin Rodrigo, sono gli altri
principali compositori che dedicano a questo duo
composizioni originali.
Sono dedicatari di 13 concerti per chitarra e orchestra4 e tra
il 1952 e il 1967 tengono circa 2000 concerti in tutto il
mondo.
4 http://it.wikipedia.org/wiki/Ida_Presti
5 http://www.wsws.org/articles/2001/feb2001/guit-f17.shtml
In questo sito si trova un articolo di Tony Cornwell del 17/02/2001, ricco di
informazioni bibliografiche (recuperabili per altro in moltissimi altri siti di
riferimento). Si è voluto dare questo riferimento per la passione ed il calore
trasmesso dal giornalista, trasmesso nel parlare del duo.
62
La carriera del duo è ricca di risultati straordinari, sia in virtù
del fatto di essere musicisti che per primi toccano vette di
perfezione assoluta nelle esecuzioni in duo, che in quello di
ispiratori per la quantità di musica scritta appositamente per
loro, da loro (sia la Presti che Lagoya compongono), o
trascritta in prima persona dal duo stesso (completamente da
Lagoya).
63
una grande chiarezza, così come una precisione meccanica a
tratti invidiabile 6.
Curiosamente la loro insegnante è Monina Távora,
chitarrista, liutista e pianista argentina dall’incredibile
talento sia come concertista che come insegnante, e
stimatissima da tutti i colleghi.
Nei dieci anni in cui vive in Brasile, insegna a solo quattro
ragazzi, i fratelli Abreu e i fratelli Assad. Le biografie parlano
di lei come di un autentico prodigio dell’insegnamento, dati i
risultati che ha ottenuto7.
6 http://www.guitarsalon.com/forums/showthread.php?t=10448
Informazioni bibliografiche a proposito del duo Abreu sono molto difficili da
trovare. Dopo il loro ritiro dalle scene sembrano scomparsi. L’unica certezza è
che Sergio è uno stimato liutaio che opera soprattutto in ambito
sudamericano.
7http://www.wordreference.com/enit/flourish
64
Evangelos Assimakopoulos e Liza Zoe, dopo essersi
diplomati giovanissimi nel Conservatorio di Atene, sono
stati invitati a studiare con il duo Presti-Lagoya in
Francia e con Segovia in Spagna, per poi imporsi sulla
scena internazionale alla fine degli anni Sessanta.
La loro pubblicazione datata 1965, è la prima di quindici
incisioni (l’ultima del 2004), in cui hanno esplorato sia il
repertorio originale, quello delle trascrizioni, e quello dei
concerti per due chitarre e orchestra.
Hanno pubblicato moltissime raccolte di pezzi finalizzate
al duo, per tutti i livelli di difficoltà ed in ogni stile.
La loro celebrità deriva dalla grandissima capacità di
creare un insieme perfetto, caratterizzato da un
incredibile pulizia, nel rispetto della massima libertà
espressività della musica.
Ancora oggi si esibiscono nei principali teatri di tutto il
mondo.
8 http://en.wikipedia.org/wiki/Sergio_Assad
66
Capitolo 5
68
Il repertorio tastieristico può essere a sua volta accostato alla
chitarra, nelle due sottodivisioni cembalistico e pianistico;
quello clavicembalistico per la sonorità e l’estensione non
dissimile, quello pianistico va trattato con grande attenzione
date le maggiori possibilità dello strumento.
Sergio Assad nelle note di copertina del disco contenente
musica barocca afferma:
69
principale è l’impossibilità di sostenere il suono per la
chitarra, e la mancanza di polifonia nei pezzi scritti per archi
o fiati.
Le eccezioni ci sono, ma considerando l’intero repertorio di
queste famiglie di strumenti, sono numericamente poche.
70
Di conseguenza è naturale rivolgersi a questi autori ed alle
loro composizioni pianistiche o orchestrali, data l’evidenza di
alcuni elementi propri della scrittura chitarristica. Il risultato
di tali trascrizioni risulta così essere molto soddisfacente e
appropriato.
71
del confronto con altri lavori editi, del come affrontare un
lavoro di trascrizione personale.
Tramite le incisioni possiamo anche escludere determinate
opere nelle quali si sente effettivamente che la trascrizione
non funziona, non per demerito del musicista, ma per il
bisogno dell’orecchio di percepire qualcosa di diverso, di più
vicino all’originale, e non riproducibile con una chitarra.
72
- Controllo delle caratteristiche principali e ricerca di versioni
esistenti (eventuale)
- Trasporto (eventuale)
- Trascrizione e divisione delle note tra le due chitarre
- Esecuzione, risoluzione problemi e verifica
- Stesura finale
73
La trasposizione della tonalità diventa invece necessaria
qualora la melodia superi il limite fisico della tastiera, e non
ci sia la possibilità di suonare le note originali (soprattutto le
più acute): in questo caso il pezzo verrà trasportato quanto
necessario (a meno che non vengano adottate soluzioni
particolari, quali scordature, effetti vari, o armonici, che
per mettono di accedere al registro sovracuto dello
strumento).
Avendo due strumenti è consigliabile l’uso di due accordature
di base differenti, o altri espedienti simili (capotasto), al fine
di avere possibilità esecutive ancora maggiori.
74
dove invertire le due chitarre, scambiando il ruolo di melodia
e di accompagnamento.
Inoltre si provano le difficoltà tecniche delle singole parti,
arrangiando tutti quei passaggi, ornamenti, o cadenze del
brano originale non propriamente chitarristici. In questi
passaggi si può ricorrere a combinazioni uniche da effettuare
tra i due musicisti per realizzare le difficoltà ineseguibili,
cercando la via che renda al meglio sul nostro strumento
l’idea originale.
Nel caso di brani contrappuntistici bisogna procedere ad una
divisione logica tra le chitarre, tenendo conto che ogni voce
dev’essere assegnata ad uno dei due musicisti, cosicché
possa essere suonata nel pieno rispetto del fraseggio. In
questo caso a mio avviso sono da sconsigliare inversioni tra le
parti, perché ne andrebbe a soffrire la consequenzialità delle
voci, cosa invece strutturale.
75
E’ quindi consigliabile effettuare una registrazione, e
riascoltarla seguendo la partitura originale controllando che
non emergano problemi di questo genere.
Una partitura può essere trascritta sia per chitarra sola, che
per due strumenti.
Analizziamo qui le sostanziali differenze tra le scelte effettuate
da importanti musicisti in sede di trascrizione, e di
esecuzione del brano Mallorca (Barcarole) op. 202 di Isáac
Albéniz (in Appendice è consultabile la partitura).
76
Albéniz dopo una breve introduzione, propone e sviluppa
un’inciso tematico che caratterizza tutta la prima parte. Il
tema principale è carico di affetti quali tristezza e malinconia,
e solo quando si sposta brevemente alla relativa maggiore
(b11) acquisisce una piccola speranza, che subito viene resa
nulla dal ritorno al minore nella riproposizione del tema
principale (b20). Alla fine della prima parte, il tema nel suo
incedere arriva all’apice emozionale e sfocia in due piccole
melismi, che fanno da preludio alla seconda sezione (b31).
Questa, è suddivisa a sua volta in tre sezioni, sempre in
forma tripartita A-B-A.
L’inizio di questa seconda parte, nel modo maggiore, presenta
sin da subito un carattere più vivace, con un nuovo tema che
si sviluppa salendo verso la regione più acuta, incalzato da
un costante elemento ritmico in levare, che ne cadenza
l’andamento. Albéniz ci porta rapidamente ad un nuovo
momento culminante (bb45-46), seguito da una nuova
sezione centrale (collegata alla precedente), nella quale
troviamo elementi lirici alternati a momenti più vivaci, che ci
riportano nuovamente all’idea iniziale di questa seconda
parte (b55).
Questa ripercorre in parte la prima esposizione, concludendo
languidamente il suo percorso, per introdurre la ripresa del
tema iniziale (b73).
L’ultima sezione si ripresenta tale e quale alla prima
esposizione e si conclude con una piccola coda.
77
Quest’opera di Albéniz è un brano molto eseguito dai
chitarristi, per il grande fascino che queste note suscitano3.
Da un lato la grande cantabilità sorretta da un semplice
sostegno armonico, dall’altro i sentimenti di cui tutta la
composizione è ricca sia nella prima che nella seconda
sezione, fanno di Mallorca un pezzo che ben si sposa con le
peculiarità tecniche e il carattere intimo del nostro
strumento.
Ségovia, che spesso trascrive opere del repertorio pianistico a
lui contemporaneo e di Albéniz in particolare, ne compie una
brillante trascrizione che una volta pubblicata, viene
interpretata in tutto il Novecento da decine di chitarristi.
3 Online si possono ascoltare versioni anche per arpa sola, violino, viola, flauto
traverso, clarinetto e sassofono con l’accompagnamento del pianoforte.
http://www.youtube.com
78
per eseguire correttamente la scala con la conseguente
eliminazione di parte delle note acute 4.
Con due musicisti il problema non si presenta, dato che
ognuno si può occupare nell’occasione di un registro
differente, ovviando al problema5.
4 Mauro Storti (1.25), John Williams (1.25), Julian Bream (1.35), Mauro
Zanatta (1.40), Pedro Martin (1.30), Simon Powis (1.30), Shani Inbar (1.50)
suonano tutti gli accordi all’ottava più bassa.
5Duo Melis (1.30), Groningen Guitar Duo (1.40), Gruber & Maklar (1.40), NoiZ
Duo (1.35), suonano tutti gli accordi all’ottava più alta, come nell’originale.
79
voce melodica all’ottava bassa7. Questa soluzione permette
una maggiore fluidità della musica, a discapito di una
difficoltà maggiore per sincronizzare le due voci a distanza di
un’ottava.
80
Per quanto riguarda i duo, alla tonalità di RE minore 8 viene
spesso accompagnata la tonalità di MI minore 9; la maggior
estensione all’acuto è possibile data la semplificazione data
dai due musicisti.
Per la medesima ragione ci sembra possibile proporre una
trascrizione in FA# minore, usando la tonalità originale senza
ricorrere ad alcun trasporto.
81
Conclusioni
84
scopo è quello di ridefinire il linguaggio musicale classico e
romantico usando strumenti originali e metodi storici 1.
Nelle sue esecuzioni suona in piedi con gli strumenti originali
a tracolla, con corde di budello, rispettando le tecniche di
esecuzione e di espressione seguendo gli ultimi studi al
riguardo.
L’espressione effettiva di questo progetto è una serie di
incisioni dal 1994 ad oggi, nelle quali il duo ha suonato le
opere integrali per duo di Mauro Giuliani, Fernando Sor,
Napoléon Coste e Johann Kaspar Mertz, oltre ad alcune opere
di Giuliani per chitarra sola, per chitarra e fortepiano, per
chitarra e orchestra.
1 http://www.maccaripugliese.com/Duo_Maccari-Pugliese/Bio_
%26_Reviews.html
≪Since then they have been redefining the musical language of the classic and
romantic periods using original instruments and historical methods≫
2 http://www.seolsen.com/prestiproject/index.htm
85
Inoltre Chassain e Olsen presentano nei loro concerti dei
programmi che lo storico duo era solito presentare, con le
opere a loro dedicate, le loro trascrizioni più celebri e i lavori
composti dal duo stesso.
Queste operazioni, insieme alle riedizioni di tutta le
trascrizioni a cura di Frédéric Zigante, che sono in corso di
pubblicazione dalla casa editrice Berben in questi mesi, e la
biografia pubblicata lo scorso anno di Anne Marillia e
Elisabeth Presti a proposito della zia di quest’ultima,
permettono al duo Presti-Lagoya di essere conosciuto -ed
amato- da tutti coloro che ancora non lo conoscono.
86
Appendice 1
Andantino
cantando
cresc. dim.
10 a tempo
poco rit.
poco rit.
14 a tempo
rit.
una corda
18
a tempo
4 rit.
22
cresc.
26
appassionato dim.
marcato
30
rit.
[FINE: al CODA]
37
cresc.
40
a tempo
43
46 1.
molto rit.
poco rit.
cresc.
88
4
49 a tempo
52
rit.
55
molto rit.
rit.
71 2.
74
a tempo cantando
D.S. al Fine
molto rit.
110 CODA.
89
Bibliografia
Duarte, W.J. “Al di là del mondo del solista”, Fronimo, 11, 45,
pp. 20-23
92
Gilardino, A. “Sergio and Eduardo Abreu, First recording of
two concertos for two guitars by Castelnuovo-Tedesco and
Santórsola”, Fronimo, 2, 6 pp.36-37
93
Russomanno, S. “L’immagine della chitarra in Frnacia tra
Ottocento e Novecento”, Fronimo, 97, 24, pp. 15-25
94
Sitografia
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96
seolsen.com/prestiproject/
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tar.gr/en/
treccani.it/
web.tiscalinet.it/castelnuovo-tedesco/el_maestro_home.htm
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youtube.com/
97
Discografia
Abreu S. & E., duo Abreu, The guitars of Sergio and Eduardo
Abreu, DECCA, 1968
Abreu S. & E., duo Abreu, The 1970’s BBC Recordings, BBC,
1970
Abreu S. & E., duo Abreu, Two Concertos for Two Guitars,
CBS, 1974
Abreu S. & E., duo Abreu, The 1975’s BBC Recordings, BBC,
1975
100
Gräsle B. & Armbruster F., Duo Favori. Mario Castelnuovo-
Tedesco The Well-Tempered Guitars, TACET, 1997
101
Kavanagh D. & Kirchhoff T., Amadeus Guitar Duo,
Dedication, FSM, 1997
102
Offermann T. & Wagner J., Duo Sonare, plays Mike Oldfield,
MDG SCENE, 1996
Olsen, S.E. & Chassain, O., The works of Ida Presti for Two
Guitars, Simax, 2009
103
Valente A. & Listes G, Duo Chitarristico Italiano, Recital,
DDD, 2005
104
105