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"ME LA VEDO IO CON LUCIA...

" CROCETTA E TUTINO: LE INTERCETTAZIONI

Sabato 18 Luglio 2015 - 06:00 di Riccardo Lo Verso


Esclusiva. LiveSicilia ha letto le intercettazioni delle telefonate tra il presidente
Crocetta e Matteo Tutino, il discusso primario al centro di un'inchiesta e di una
polemica virulenta per una presunta frase nei confronti di Lucia Borsellino. Ne
emerge un rapporto di forte amicizia personale. Tra potere, confidenze e
promesse.
PALERMO - Io al presidente dico tutto, perch il presidente era il
suoconfessore. Parola di Matteo Tutino. Ecco le intercettazioni fra il
primario di Chirurgia plastica e il governatore siciliano Rosario Crocetta. Le
conversazioni ci dicono che Tutino non era solo un medico personale per
Crocetta - ruolo sempre ribadito dal presidente dopo l'arresto del chirurgo -,
ma era molto di pi. Era il suo confessore, ma anche il suo informatore sulle
faccende che passavano dall'assessorato guidato da Lucia Borsellino e in alcuni
casi il suo braccio operativo all'ospedale Villa Sofia, dove Tutino ha fatto il
primario fino al giorno in cui finito ai domiciliari per truffa, peculato e abuso
d'ufficio. Prima di ogni decisione o azione Tutino parlava con il presidente
perch - gli diceva - io per te darei la vita.
Il 17 dicembre 2013 i due parlavano, come annotano i carabinieri del
Nas, in merito al licenziamento della dottoressa Faraoni. Come se un
primario e un presidente della Regione potessero licenziare qualcuno in
ospedale. Daniela Faraoni era il direttore amministrativo di Villa Sofia. Aveva
sollevato perplessit sul curriculum di Tutino, fino a chiedere al commissario
Giacomo Sampieri la revoca dell'incarico del primario in autotutela, almeno fino
a quando non fosse stata fatta chiarezza. Senti minchia questa donna
famosissima in tutta la regione - spiegava Tutino al presidente - spero che non
ti abbia creato crisi di governo. Nooo... guarda le cose vanno senti... Crocetta sembrava dettare una strategia - servite con piatti freddi Matteo...
perch io stasera ho fatto sapere a chi di dovere di come si comporta va bene.
Certo ma io quando ci sei tu... se tu sei tranquillo... io per te darei la vita,
aggiungeva Tutino. E Crocetta suggeriva come comportarsi: Tu devi fare una
cosa molto semplice, fare congelare il provvedimento, aspettare la nomina di
cosa, e a questa la sbagniamo in un altro posto va bene? Ok?... non creiamo
fibrillazioni in piena finanziaria, in pieno nomina dei manager, capito... e gli
creiamo poi problemi a..a... a cosa... a Giacomo (Giacomo Sampieri ndr)... ti
prego Matteo... l'abbiamo sopportata un bel po', sopportiamo altri 15 giorni, va
bene?.
Pochi giorni prima, l'8 dicembre, Crocetta telefonava a Tutino che
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innanzitutto era interessato alle sue condizioni di salute visto che aveva
rimediato un colpo al ginocchio: Volevo sapere come stavi dopo la botta... no
solo questo ero poi con Antonio Ingroia, ti voleva salutare. La conversazione
proseguiva: Hai spiegato ad Antonio quelle cose incomprensibile?; S guarda
sconvolto ma proprio... dice l'idiozia totale...; il metodo inverso; S
ma comunque lui non esclude che sia un messaggio... non da escludere
anche un messaggio per l'uomo del presidente. Qualsiasi opzione non da
escludere perch troppo ridicola ... demenziale proprio. Dalla lettura non
comprenece il tema della discussione. Si parlava di fare una conferenza
stampa, mentre l'avvocato sta facendo una memoria e poi lo chieder al
presidente della societ internazionale di Chirurgia plastica, a rispondere ad
alcune domande e chiariremo. Sono in giorni in cui probabilmente Tutino
aveva subito una perquisizione.
Il 22 dicembre medico e presidente parlavano della banca dei tessuti.
Un progetto che doveva partire a Villa Sofia, inglobato dalla Chirurgia
plastica, con la partecipazione di alcuni gruppi privati. Un progetto prima
approvato e poi revocato dall'assessorato su cui indaga la Procura, in uno dei
tanti filoni aperti. ... perch ho capito che sta facendo gola a molti, diceva
Tutino che aveva saputo del tentativo di qualcuno di inserire nel progetto un
gruppo dell'Emilia Romagna... io mi sono insospettito, dico ma perch... so che
sono gente legata a Cittadini... io domani mattina vorrei capire... mi presento
in assessorato, che imbrogli ci sono dietro... gli ho mandato pure un sms a
Lucia vediamo sta pratica a chi la devono dare, cos ragioniamo... luned
vediamo e sentir e subito ti relaziono.
Il 25 marzo 2014 scoppiava lo scandalo a Villa Sofia con la notifica degli
avvisi di garanzia a Tutino e al commissario straordinario Giacomo Sampieri.
Due giorni dopo, il 27 marzo, Sampieri si dimetteva mentre la Borsellino
annunciava in Commissione all'Ars che era pronto il provvedimento di revoca
del suo incarico. Quello stesso giorno Tutino chiamava Crocetta: Presidente
Lucia non risponde a Giacomo, se puoi... . Crocetta: Se gli ho parlato poco
fa. Tutino: E non gli risponde perch... se non gli fa la nuova destinazione, da
domani a spasso. E va be ma ora - lo rassicurava Crocetta - ma viro io cu
Lucia.

HTTP://LIVESICILIA.IT/2015/07/18/ME-LA-VEDO-IO-CON-LUCIA-CROCETTAE-TUTINO-LE-INTERCETTAZIONI_649129/

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E ORA GIUDICATE IL PRESIDENTE DA QUESTE INTERCETTAZIONI


VERE
Sabato 18 Luglio 2015 - 11:30 di Ercole Normanno
Rosario Crocetta deve dimettersi e fare le valigie, in quanto ha pi volte
dimostrato la sua inadeguatezza al ruolo e per gli interessi collettivi che
rappresenta. Dopo queste nuove perle, c' onestamente qualcuno ancora
tormentato dal dubbio?
Tutino: Presidente Lucia non risponde a Giacomo (Sampieri, ndr), se puoi...
. Crocetta: Se gli ho parlato poco fa. Tutino: E non gli risponde perch... se
non gli fa la nuova destinazione, da domani a spasso. E va be ma ora risponde Crocetta - ma viro io cu Lucia (me la vedo io con Lucia).
Ancora Crocetta a Tutino, a proposito di una dirigente dell'ospedale
Villa Sofia, Daniela Faraoni: Tu devi fare una cosa molto semplice, fare
congelare il provvedimento, aspettare la nomina di cosa, e a questa la
sbagniamo in un altro posto va bene? Ok?... non creiamo fibrillazioni in piena
finanziaria, in pieno nomina dei manager, capito... e gli creiamo poi problemi
a..a... a cosa... a Giacomo... ti prego Matteo... l'abbiamo sopportata un bel
po', sopportiamo altri 15 giorni, va bene?.
Sono le intercettazioni di alcune parole in libert tra Rosario Crocetta,
presidente della Regione, e Matteo Tutino, suo medico personale, inguaiato in
un'inchiesta penale, che Riccardo Lo Verso pubblica in esclusiva per LiveSicilia.
Le conversazioni scrive Lo Verso - ci dicono che Tutino non era solo un
medico personale per Crocetta - ruolo sempre ribadito dal presidente dopo
l'arresto del chirurgo -, ma era molto di pi. Era il suo confessore, ma anche il
suo informatore sulle faccende che passavano dall'assessorato guidato da Lucia
Borsellino e in alcuni casi il suo braccio operativo all'ospedale Villa Sofia.
Mentre in tutta Italia si polemizza su una famosa intercettazione che non
c' mai stata, secondo la Procura di Palermo, questo giornale racconta le
intercettazioni che ci sono. Da cui emerge un quadro di responsabilit politica
addirittura peggiore. Perch al netto delle vicende penali da vagliare qui,
politicamente, si dipana il sistema che per sintesi giornalistica possiamo ben
definire 'Crocetta-Tutino'. Il governatore e il suo medico personale fanno e
disfano. E non necessario infine, sapere quanto della chiacchiera sia
diventato realt, n concentrarsi opportuno ribadirlo alla luce del pi
schietto garantismo sulle ricadute processuali. Giacch si parla di Sanit,
basta la radiografia. Quei due discutono, dispongono, programmano, nel
retrobottega di un rapporto personale al di fuori di qualsiasi cornice
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istituzionale. E si capisce l'involontaria parte in commedia di Lucia Borsellino.


Me la vedo io con lei, dice il governatore. Siamo al dileggio di un cognome
che varr storicamente qualcosa in pi del cognome Crocetta. Con tutto il
rispetto degli uni e degli altri.
Fin dall'inizio, LiveSicilia ha assunto un profilo cauto sull'intercettazione
celeberrima delle polemiche. Fa fede la smentita totale di una magistrato serio
e prudente come il dottore Lo Voi. Accanto alla cautela, rimane e si staglia
nitida la tesi incrollabile: Rosario Crocetta deve dimettersi e fare le valigie, in
quanto ha pi volte dimostrato la sua inadeguatezza al ruolo e per gli interessi
collettivi che rappresenta. Dopo queste nuove perle, c' onestamente qualcuno
ancora tormentato dal dubbio?
Qualcuno pu fare finta di non capire i gravi motivi dell'assenza dei figli di
Paolo Borsellino nel giorno dell'anniversario del martirio? Qualcuno pu restare
indifferente davanti allo sdegno di Rita - sorella di Paolo - che ha invitato
Crocetta a non presentarsi sul luogo della commemorazione? Dal canto suo, il
presidente ha fatto sapere che non ci sar: sta riflettendo nella roccaforte di
Tusa sulle sue possibili dimissioni "per il bene della Sicilia". Ma se quel
qualcuno pensasse che si tratta dell'ennesima mistificazione di un uomo
braccato da se stesso e che vuole conseguentemente evitare una salva di
fischi, forse non sarebbe troppo lontano dalla verit.
http://livesicilia.it/2015/07/18/e-ora-giudicate-il-presidente-da-questeintercettazioni-vere_649170/

IMBARAZZO CROCETTA, LUCIA COLLABORA MA SU TUTINO TUTTI SAPEVANO


Luned 29 Giugno 2015 - 20:08 di Accursio Sabella

I motivi che hanno portato in arresto il primario erano tutti in un dossier


presentato all'assessore alla Sanit e alla Commissione Salute all'Ars. Nel
2013, i dubbi erano stati sollevati in una interrogazione dei grillini. Ma il
medico sempre rimasto al suo posto. E a Sampieri diceva: "Il presidente non
permetter che ci separino".

PALERMO - Tutti sapevano, ma nessuno, fino a oggi, ha mosso quel


primario. Che oggi accusato di aver gestito un intero reparto dell'Ospedale
Cervello-Villa Sofia come fosse casa sua. Tutti sapevano, ma Matteo Tutino
rimasto sempre, saldamente al suo posto. Nonostante mutassero commissari e
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direttori generali dell'azienda, nonostante cambiassero i dirigenti generali


dell'assessorato alla Salute. Nessuno ci separer mai, diceva del resto il
chirurgo plastico al manager Sampieri che confermava: C' in gioco troppo
Lucia Borsellino si dice pronta a dare una mano alla Procura di
Palermo. E il pm Lo Voi conferma: L'assessore collabora con noi dall'inizio. Il
presidente della Regione, invece, tace. Ma una cosa certa. Nessuno potr
affermare che non sapeva. Perch i dubbi sulla gestione dell'azienda
Cervello-Villa Sofia sono stati sollevati da tempo. Con dovizia di particolari. Con
riferimenti chiari. E invece, la politica che riafferma quotidianamente la
necessit di moralizzare la politica stessa, di fare un po' di igiene, per usare
un termine caro al presidente e calzante considerato il tema, arriva in ritardo,
rispetto alla magistratura. O in qualche caso non arriva nemmeno, scegliendo
una
via
del
silenzio
che
volge
un
po'
verso
l'imbarazzo.

Perch che i rapporti politico-amministrativi tra Rosario Crocetta,


Matteo Tutino e Giacomo Sampieri fossero strettissimi era cosa nota anche
ai muri. E mai, a dire il vero, sottaciuta, nascosta dai diretti interessati. Anzi,
proprio dalle intercettazioni raccolte dagli inquirenti, quella amicizia tra il
primario finito nei guai e il presidente della Regione diventava ingrediente
fondamentale in una storia di intrighi e presunti illeciti, di piccole faide
burocratico-sanitarie e di favori personali compiuti utilizzando la cosa pubblica.
Le propriet dei siciliani tutti.

Lucia Borsellino si dice pronta a collaborare pienamente. Anzi, lo farebbe


fin dall'inizio dell'indagine. Mesi nei quali, per, Tutino continuava a gestire il
reparto di chirurgia plastica ricostruttiva del Cervello-Villa Sofia. Mentre da
Sala d'Ercole, a differenza di quanto accaduto in altre circostanze, non giunge
nemmeno una protesta, un comunicato stampa. Se si eccettua quello del
Movimento cinque stelle, che il caso Tutino lo aveva gi raccontato in una
interrogazione regolarmente depositata. E regolarmente ignorata. Su questa
vicenda dicono oggi i deputati grillini - avevamo presentato un'interrogazione
gi nell'ottobre del 2013. Perch le risposte devono arrivare sempre dalla
magistratura anzich dalle istituzioni?.

Cos come stata, evidentemente, sottovalutata un'altra denuncia. I


cui contorni, i cui dettagli appaiono persino inquietanti, di fronte ai fatti
emersi oggi. Il sindacato Cimo tra i pi combattivi. Ed stato, a dirla tutta,
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un facile, facilissimo profeta. Pi di quattro mesi fa, a met febbraio, i


rappresentanti dei medici ospedalieri presentarono sul tavolo della
Commissione salute all'Ars un dossier molto articolato sulla gestione
dell'ospedale Cervello-Villa Sofia. Uno dei paragrafi quello riguardante il
caso Tutino, cos lo chiamano i sindacalisti. E quelle righe altro non sono se
non un bignami, un riassunto dell'ordinanza che ha portato all'arresto del
primario e all'indagine a carico di Sampieri. E il caso eclatante raccontava
gi il Cimo a febbraio - della Chirurgia Plastica Ricostruttiva e Maxillo-Facciale,
guidata da quel dottor Tutino voluto strenuamente dal commissario Sampieri a
dispetto di ricorsi, diffide e di incontrovertibili pareri del Miur che dice a chiare
lettere che il dottor Tutino non ha i titoli per fare il Primario, che fa registrare
un calo assai vistoso con un tasso occupazionale che passa dall80% del 2012
al 49% del 2013 e che precipita al 28% nel 2014. Per di pi con una vistosa
diminuzione dellindice di complessit delle prestazioni erogate, laddove
vengono privilegiati, oggi come nel passato, illegittimi interventi di chirurgia
estetica non ricompresi nei Lea gi pi volte attenzionati dai NAS e tuttora al
vaglio della Magistratura.

E in effetti, la magistratura su Villa Sofia aveva acceso i riflettori da un


bel po'. Da quasi un anno e mezzo. Indagini che portarono alla sostituzione
dell'allora commissario Giacomo Sampieri. Lo stesso manager che poco prima
veniva rassicurato da Tutino: E' che, e anche ho capito dal Presidente, cio
nessuno ti muover perch separarci significa... sarebbe come una... una
separazione. E Sampieri rispondeva: C' in gioco troppo! E lo sappiamo. E lo
sappiamo, e lo sappiamo. Cosa ci fosse in gioco, ancora non chiaro. Di certo
c' che, di fronte alle richieste dei deputati della Commissione Salute che
chiedevano la testa di Sampieri, cio la revoca del suo incarico, che avrebbe
impedito al manager nuovi incarichi dirigenziali nell'immediato futuro, il
governo intercedeva chiedendo al commissario un passo indietro.
Per Tutino, il presidente non avrebbe mai permesso che nessuno li
separasse. E il silenzio di Crocetta, cos oggi appare pi imbarazzo che altro.
Un imbarazzo imbarazzante per chi stato abituato, in questi primi due anni e
mezzo di legislatura, a scoppiettanti conferenze stampa di denuncia. Anche
sulla Sanit. Soprattutto sulla Sanit, dai pannoloni di Cirignotta, alle
assicurazioni fino alla vicenda dei migranti all'ospedale di Augusta. Oggi, da
Palazzo d'Orleans arriva solo il silenzio. Troppo vicino quel primario, rimasto
al suo posto nonostante attorno sembrava da tempo imminente il ciclone.
E del resto, anche in un'altra occasione la magistratura era intervenuta
"censurando" i rapporti tra il governatore e il suo fedelissimo primario
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di chirurgia plastica. E' il caso delle denunce presentate da Tutino nei confronti
del suo predecessore Dario Sajeva. Denunce, lo precisa anche il Gip Lorenzo
Matassa, che erano state fatte pervenire all'ufficio giudiziario proprio
dall'"onorevole Rosario Crocetta". Denunce, che, solo per accennare ad alcuni
dei passaggi con cui stata archiviata l'indagine contro il predecessore di
Tutino avrebbero riguardato "vicende pi o meno strampalate, la cui rilevanza
penale sembrata dubbia sin dal principio. L'inchiesta - prosegue Matassa - ha
evidenziato l'infondatezza del coacervo accusatorio reiterato nei mesi dal
denunciante". Denunce, a volte "strampalate", come segnala il giudice.
E invece, su ci che era stato raccontato in Commissione Salute o in
una interrogazione parlamentare o anche nelle carte degli inquirenti,
tutti hanno taciuto. Nessuna denuncia. Nessuna conferenza stampa. Il
primario rimasto l, al suo posto, mentre giorno dopo giorno era chiaro che
incombesse un ciclone. Ma la moralizzazione della Sicilia si
sorprendentemente arrestata di fronte ai cancelli di Villa Sofia.

http://livesicilia.it/2015/06/29/limbarazzo-di-crocetta-la-collaborazione-di-lucia-masu-tutino-e-villa-sofia-tutti-sapevano_643583/

MISTERI SICILIANI: CROCETTA-TUTINO, DEFAULT, AUTOSTRADA PA-CT,


CANNETO DI CARONIA
Giulio Ambrosetti
[17 Jul 2015 |

Osservati ad uno ad uno, questi fatti significano casualit, fatalit,


errori. Ma visti nellinsieme questi misteri siciliani disegnano
uno scenario inquietante. E come se una forza misteriosa - una
mano invisibile - lavori per gettare la Sicilia nel caos. Perch? Per
favorire chi? Servizi segreti come ha detto ieri il deputato
Vincenzo Vinciullo?
Si pu provare a mettere insieme gli accadimenti, in verit un po strani, che
vanno in scena in questi giorni in Sicilia? Cominciando dalle intercettazioni
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pubblicate dal settimanale LEspresso sul dialogo tra il presidente Rosario


Crocetta e il medico Matteo Tutino, vicenda che presenta ancora lati oscuri che ci
auguriamo vengano chiariti in tempi rapidi. Ponendo laccento anche su altri
fatti strani - o misteriosi - come li ha definiti qualcuno. Ci riferiamo alla crisi
finanziaria della Regione. Al ciclone, sempre finanziario, che si potrebbe
abbattere su Comuni e Province. Allallarme stipendi che potrebbe esplodere
negli uffici della Regione siciliana per via di certi fatti, un po kafkiani, legati alla
societ Sicilia e. Servizi. O ad altri fatti non facilmente spiegabili che vanno in
scena lungo lautostrada Palermo-Catania colpita da una frana. Autostrada
interrotta che, dopo oltre tre mesi, registra, da parte delle autorit, un
inquietante nulla di fatto.
Che sta succedendo in Sicilia? Certi accadimenti strani, se visti ad uno ad uno,
significano poco o nulla. Ma se inquadrati nel loro insieme disegnano uno
scenario che deve fare riflettere.
Cominciamo con le parole - vere o presunte che il dottore Tutino avrebbe pronunciato al
telefono con il presidente Crocetta. Ieri, per
oltre dodici ore, sono state date per vere oltre
ogni ragionevole dubbio. I politici di tutta
Italia, con in testa le due pi alte cariche di quello che resta dello Stato italiano,
presidente della Repubblica (Sergio Mattarella) e presidente del Senato (Piero
Grasso) hanno fatto a gara per dare solidariet allex assessore regionale, Lucia
Borsellino (e in molti casi darle in testa al presidente Crocetta).
Nel pomeriggio, grosso modo allora del the, la Procura della Repubblica di
Palermo ha smentito lesistenza di unintercettazione nella quale il dottore Tutino
dice a Crocetta che Lucia Borsellino dovrebbe fare la fine del padre. La Procura
non ha smentito linchiesta: ha smentito il contenuto dellintercettazione
pubblicata dal settimanale LEspresso. Che ha replicato ribadendo che
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lintercettazione c. Oggi, a Dio piacendo, si dovrebbe capire qualcosa in pi. O


almeno cos si spera.
In attesa di capire che cosa succeder, non possiamo non segnalare il grande
caos di ieri. Sotto questo profilo, a noi sono sembrate molto centrate le
dichiarazioni del capogruppo del PD al Parlamento siciliano, Antonello Cracolici.
Il quale dice: se lintercettazione c, se Tutino ha detto a Crocetta quanto scritto
dal settimanale LEspresso, beh, il fatto gravissimo e Crocetta si deve dimettere
subito. Ma c anche il dubbio - che speriamo venga fugato entro oggi - che una
manina abbia confezionato questa dichiarazione per gettare nel caos la Sicilia.
O meglio, aggiungiamo noi: per aumentare il caos in Sicilia. Perch se c
qualcosa che oggi in Sicilia non manca, ebbene, quello proprio il caos:
economico,

sociale,

amministrativo

politico.

Questa

vicenda

dellintercettazione - che fino a questo momento presenta pi ombre che luci - si


verifica proprio mentre i conti economici e finanziari della Regione sono nel
caos. Un caos - noi lo scriviamo da oltre un anno - provocato dal governo
nazionale di Matteo Renzi. Per certi giornali - soprattutto per quelli di
Berlusconi, in oggettiva sintonia, almeno per quanto riguarda i drammi della
Sicilia, con il governo Renzi - la Regione siciliana sarebbe sciupona. Una
grande mistificazione, perch il governo nazionale che, solo nellultimo anno,
ha strappato alla Sicilia qualcosa come 10 miliardi di euro (come potete leggere
qui) mandando in tilt i conti regionali.

I fatti sono fatti. E se anche la Corte dei Conti accusa lo Stato centrale di slealt
verso la Regione siciliana (come potete leggere qui), beh, un motivo ci sar. Ma
anche questo fatto, al pari degli scippi al Bilancio della Regione siciliana, sfugge,
chiss perch, alla grande stampa nazionale che della Sicilia parla solo quando
c da parlarne male.

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Ovviamente, questo non giustifica latteggiamento acquiescente della politica


siciliana verso Roma, soprattutto da parte del governo. Ormai quando parliamo
di cose serie, non parliamo pi di Crocetta, che di tutto quello che il suo governo
ha fatto (e soprattutto non ha fatto) in Sicilia sar responsabile, s e no, del 20
per cento. O forse meno. Il resto - questa la nostra sensazione - opera di
altri. Con riferimento a quelli che manovrano nellombra un presidente della
Regione sbattuto qua e l, sempre pi confuso che persuaso, un personaggio che,
spesso, non sembra nemmeno avere contezza della nitroglicerina sociale che
maneggia con la grazia di un elefante dentro un negozio di porcellane
Che dire, poi, di questo strano PD siciliano? Cracolici oggi ipotizza, come gi
ricordato, una manina dietro il bailamme di ieri. Ma da persona politicamente
navigata qual non si mai accorto della tante mani romane che hanno
massacrato le finanze siciliane? Oggi il segretario regionale di questo partito,
fausto Raciti, terr una conferenza stampa. Anche lui non sa nulla dei soldi che il
governo Renzi ha scippato alla Regione?
La stessa politica siciliana, del resto, sembra un po schizofrenica. Tre mesi fa
(come abbiamo raccontato qui), decide di rinviare al prossimo anno lapplicazione
del Decreto legislativo n. 118 del 2011. Nei giorni scorsi, improvvisamente, il
Parlamento siciliano cambia opinione e decide che i Comuni dellIsola dovranno
applicarlo a tamburo battente: entro il 31 di questo mese. In barba a un accordo
che, tre mesi prima, la stessa politica siciliana aveva siglato con ANCI Sicilia. Un
cambio di programma che potrebbe determinare il default di centinaia di
Comuni dellIsola e, perch no?, anche limpossibilit applicare la riforma delle
Province, ammesso che il Parlamento siciliano riesca a completarla. Perch una
scelta cos repentina, destinata ad aumentare il caos amministrativo e finanziario
? Ordini renziani?
Lentropia politica e amministrativa della Sicilia non finisce qui. Proprio in
queste ore apprendiamo che gli uffici della Regione avrebbero bloccato le
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procedure per il pagamento degli stipendi al personale. Motivazione: il caos tanto per cambiare! - che si scatenato attorno a Sicilia e Servizi, societ
regionale finita nellocchio del ciclone per via dellassunzione di personale che,
ad avviso della Corte dei Conti, non poteva essere assunto.
In questa vicenda - dobbiamo essere onesti - il disastroso governo Crocetta
centra poco o punto. La follia di Sicilia e Servizi una delle creazioni
teratologiche della Regione siciliana versione primi anni del 2000, quando i
governi regionali di centrodestra, che avevano appena posto in liquidazione i tre
storici enti economici regionali (Ems, Espi e Azasi), giurando che mai e poi mai
ci sarebbe stata una Regione imprenditrice (impegno solenne assunto nel 1999
dallallora presidente della Regione, Giuseppe Provenzano, Forza Italia), creano
nel giro di pochi anni una quarantina di societ regionali! Sicilia e Servizi una
di queste. A tale societ - anzi ai privati di questa societ! - affidano le chiavi
informatiche della Regione! Sembra una pazzia, ma la verit: gli stipendi di
circa 18 mila dipendenti regionali, la sanit (compreso il Servizio di Pronto
soccorso) e tutto il resto vengono affidati alla parte privata di una spa - la gi
citata Sicilia e Servizi - della quale la Regione possiede, grosso modo, la met
delle azioni.
Crocetta, quando sinsedia, trova la minestra impiattata. Ma trova anche una
situazione strana. I privati sono usciti da Sicilia e-Servizi chiedendo una barca di
soldi. E i cinquanta e rotti dipendenti dei privati - che sono quelli che conoscono
tutti i segreti informatici della Regione e dei suoi uffici - che dicono al governo
regionale: noi siamo disposti a continuare a lavorare, ma vogliamo essere
assunti. Il problema che c una legge regionale che vieta nuove assunzioni
nella pubblica amministrazione. Ma secondo Antonio Ingroia, il noto magistrato
chiamato da Crocetta al vertice di Sicilia e-Servizi, le assunzioni si possono fare.
E si fanno. Ma la Corte dei Conti li contesta. Altro caos.

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E oggi? I contratti dei cinquanta e rotti stanno scadendo. E loro, i cinquanta e


rotti, li vorrebbero rinnovati. Ma il governo regionale tentenna. Perch nel
frattempo, per queste assunzioni, Crocetta e Ingroia sono finiti sotto processo. E
pare siano un po spaventati. Anche perch i tempi in cui le sentenze di
condanna da parte della Corte dei Conti finivano a tarallucci e vino sono finiti.
Perch appena c una condanna da parte della magistratura contabile scatta,
con il tempismo di unequazione chimica, la sua applicazione. Insomma le
condanne erariali si pagano con i soldi. Da qui i timori. E il caos.
Le ultime notizie che abbiamo sono due. La prima labbiamo gi accennata: i
cinquanta e rotti dipendenti si sono messi di traverso. Vogliono lassunzione o
bloccano tutto. Gli uffici regionali, a quanto pare, non hanno nemmeno
predisposto i cedolini. Niente stipendi, per questo mese? Tutto possibile.
Poi c la seconda notizia. A quanto pare circolerebbe una lettera riservata del
governo regionale. Obiettivo: trasferire una parte dei servizi, o forse tutti - oggi
affidati a Sicilia e Servizi - allUfficio speciale della Regione per i servizi
informatici. Vero? Falso? Mossa per sbarazzarsi definitivamente dei cinquanta e
rotti dipendenti? O solo per affidare agli uffici regionali la gestione di servizi
essenziali, a cominciare dagli stipendi? Non si capisce. Lunica cosa certa, anche
in questo caso, il caos.
Vogliamo parlare dellacqua? Qui entra in scena lassessore regionale Vania
Contraffatto, la magistrata prestata alla politica. Nel 2011 il popolo italiano, con
un referendum, ha votato per il ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico.
Ma quanto conta, secondo voi, per il governo Renzi la volont popolare? Ve lo
diciamo noi: nulla. E infatti lassessore Contraffatto, espressione del PD
renziano, sta facendo di tutto per mandare a mare il tentativo, portato avanti in
Sicilia, di arrivare alla gestione pubblica del servizio idrico. Entrando a gamba
tesa ad Agrigento, dove pi della met dei Comuni si ribellata ai privati di
Girgenti Acque, una societ che, nel rigoroso rispetto del nome che porta, fa
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acqua da tutte le parti. Lassessore Contraffatto, ignorando che c una legge


regionale del 2013 (peraltro voluta dal governo Crocetta del quale lassessore
Contraffatto fa parte!) che consente ai Comuni dellIsola di gestire il servizio
idrico, vorrebbe affidare ai privati le infrastrutture idriche che molti Comuni
agrigentini si sono rifiutati di consegnare.
Insomma, una vera donna di sinistra, Vania Contraffatto: ma della sinistra
renziana: la sinistra ripulita con
Ava come lava (la frase non nostra, ma di Calimero, luccello nero che da nero
diventava bianco con una semplice immersione nellacqua con il detersivo Ava).
Che dire? Che a nostro avviso, ad Agrigento, la bella assessora renziana andr a
sbattere la funcia, come si direbbe dalle parti di Sciacca. Questo perch, rispetto
a Girgenti acque, il vaso di Pandora conteneva i messaggi dei pizzini dei Baci
Perugina (per la cronaca, Giorgenti Acque la societ dove un tempo
orbitava il fratello dellex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, societ
oggi controllata da un soggetto con condanna passata in giudicato: al!). Ad
Agrigento, a conti fatti, nel PD c ancora un po di sinistra: poca ma sincera. E l
i renziani rischiano di sfasciarsi le corna(anche i grillini siciliani sull'acqua in
Sicilia non che la raccontano giusta: un po' sembrano per l'acqua pubblica, un
po' temporeggiano, un po' fanno gli americani: non facile andargli dietro!)
E che dire dei rifiuti? In prima file c ancora lei, lassessora Contraffatto. Che
appena insediata dice: Lavorer per la raccolta differenziata dei rifiuti. E il sito
siciliano che si occupa dei rifiuti, Progeonews.it, ci aveva pure creduto. Salvo a
manifestare la delusione per gli ultimi atti compiuti dallassessore (come potete
leggere qui). Insomma: che stanno combinando con i rifiuti? Prima una strana
querelle con il gruppo Catanzaro di Agrigento. Poi, in attesa della differenziata,
discariche, discariche e ancora discariche. E anche il tentativo di convincere i
Comuni a pagare i titolari delle discariche. E affari loschi, come denunciato da
Aurelio Angelini, docente universitario, considerato uno dei massimi esperti, in
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Sicilia, in materia di gestione dei rifiuti. Affari loschi, appalti, centinaia di milioni
di euro spariti, disservizi e inquinamento (come potete leggere qui). E caos, altro
caos, con i rifiuti in mezzo alle strade di tanti centri siciliani. E 12 mila
dipendenti ai quali il governo Renzi - anche se indirettamente - ha scippato i
soldi per pagare gli stipendi.
Fine del caos? Ma quando mai! Nei giorni scorsi il professore Vincenzo Liguori,
docente di Geologia presso la facolt di Ingegneria di Palermo, ha manifestato
perplessit sulla gestione - da parte del governo nazionale e del governo
regionale - della frana che ha investito e bloccato lautostrada Palermo-Catania.
Le considerazioni del professore Liguori sono contenute in un comunicato
diramato dai deputati del Movimento 5 Stelle del Parlamento siciliano (come
potete leggere qui). Il docente segnata alcune stranezze: la presenza di una
strada (la Lodigiani) che avrebbe potuto essere valorizzata e che i tecnici del
governo nazionale e del governo regionale hanno ignorato; la possibilit di
verificare la percorribilit della carreggiata non investita dalla frana, che
potrebbe, a certe condizioni, fare riaprire lautostrada al traffico ed evitare di
spendere un sacco di soldi per una bretella. Ma la parte pi incredibile della
denuncia del professore Liguori il mancato consolidamento della frana che ha
travolto il viadotto Imera. E una frana del 2005: se non si consolida questa frana
non si pu fare nulla: n bretelle, n pantaloni
E infatti, dopo oltre tre mesi, governo nazionale e governo regionale non hanno
fatto nulla. Lautostrada chiusa e, bene che vada, se ne parler nella primavera
del prossimo anno. Liguori, in qualche passaggio, parla di mistero. E noi siamo
daccordo con lui: che senso ha, dopo oltre tre mesi, non avere nemmeno
adottato i primi accorgimenti per consolidare la frana? Non c bisogno di essere
ingegneri o geologi per capire che, se non si consolida la frana, non si pu fare
nulla. E infatti - lo ribadiamo - fino ad oggi le autorit non hanno fatto nulla.

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I tecnici nazionali e regionali non sanno che una frana va consolidata? Non ci
crediamo. Noi poniamo qualche domanda: e se tutto quello che accaduto fino
ad oggi nellautostrada Palermo-Catania sia stato voluto, dalla frana alla nongestione del post frana? Forse c qualcuno interessato a non far circolare
automobili in questo tratto della Sicilia? E perch? Le solite sperimentazioni di
armi non convenzionali?
Agli osservatori non sfugge che da quelle parti, da anni - ci riferiamo alla galleria
di Tremonzelli - succedono cose strane: automobili che, improvvisamente, si
bloccano perch vanno in tilt gli apparati elettrici. Elettromagnetismo? Forse lo
stesso fenomeno che, dai primi anni del 2000, va in scena a Canneto di Caronia,
piccolo centro delle riviera tirrenica del Messinese? Lanno scorso hanno provato
a farci credere che gli incendi e gli incidenti che si sono verificati dai primi del
2000 fino allo scorso anno a Canneto di Caronia sarebbero il frutto dellazione di
un piromane. Ma noi sappiamo che non cos: non perch lo diciamo noi, ma
perch lha raccontato con chiarezza (come potete leggere qui) il professore Franco
Venerando, che fino al 2008 ha presieduto il gruppo interistituzionale che ha
indagato sui fatti di Canneto di Caronia.
Con buona pace di chi cerca di far passare la tesi del piromane, il gruppo
interistituzionale ha accertato che gli incendi sono stati provocati da fenomeni di
elettromagnetismo. Venerando non ha escluso luso di armamenti ad energia
diretta e altre diavolerie ancora. Insomma , sperimentazioni militari. Siamo
sicuri che i fatti che sono avvenuti in tutti questi anni nella galleria di
Tremonzelli non abbiano nulla a che vedere con le sperimentazioni di armi
probabilmente andate in scena nel basso Tirreno? Siamo proprio certi che la
chiusura dellautostrada non sia legata a questi fatti? Tutte queste stranezze non
hanno nulla a che spartire con il Muos di Niscemi e con le armi atomiche e i
droni di Sigonella?

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Ancora: lo scorso anno venuta fuori la notizia che la Nasa vorrebbe aprire un
osservatorio astronomico a Isnello, sulle Madonie. Adesso avremo anche dei Don
Fabrizi Salina americani che verranno in Sicilia a contare le stelle nel cielo di
Isnello. Ma tutto questo credibile? Insomma che cosa sta succedendo in Sicilia?
Perch tutto questo caos? E chi vuole il caos? E forse perch in Sicilia si attende
il caos totale che chi manovra le fila dellattuale governo regionale sta provando a
stringere su acque e rifiuti? E forse per questo che si sta scatenando la bagarre
sulla Sac di Catania e sulla Gesap di Palermo, le due societ aeroportuali che
fanno gola a gruppi internazionali e nazionali?
La memoria ritorna alla fine degli anni 80 primi sei sette anni del 90 del secolo
passato. Alla fine che successo in Sicilia in quegli anni? Prima hanno
eliminato, scientificamente, la grande imprenditoria dellIsola. Poi toccato al
Banco di Sicilia e alla Sicilcassa. Oggi tocca alla pubblica amministrazione. Che
in Sicilia significa quello che resta dellAutonomia siciliana. Fantapolitica?
Il deputato del Nuovo centrodestra del Parlamento siciliano, Vincenzo Vinciullo,
ieri, a proposito del caos scatenato dalle vere o presunte intercettazioni che
riguardano Crocetta e il dottore Tutino, ha parlato di servizi segreti
stranieri che

sarebbero interessati a seminare il caos in Sicilia, in stile Grecia.

Parole che hanno fatto sorridere molti siciliani e molti colleghi giornalisti.
Noi - in materia di economia, di Bilancio regionale, di finanza locale, di questioni
idriche, di problemi legati ai rifiuti, di informatica applicata allamministrazione
regionale e di questioni militari legate a Canneto di Caronia, al Muos di Niscemi
e a Sigonella - non avendo le conoscenze che hanno i nostri bravi colleghi,
ridiamo un po meno. E forse ci sbagliamo. Forse anche noi dovremmo sorridere
di pi. Perch, a pensarci bene, l1 maggio del 1947, a Portella della Ginestra, a
organizzare la strage furono gli uomini della banda Giuliano e non i servizi
segreti americani in combutta con la mafia di Monreale. Cos come, nel 1959, in
Sicilia, i servizi segreti russi e quelli americani non si sono mai fronteggiati: i
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primi (i russi) per proteggere il governo regionale ribelle di Silvio Milazzo; i


secondi (gli americani) per far cadere lo stesso governo. Tutte fantasie!
Il 6 gennaio del 1980 lallora presidente della Regione siciliana, Piersanti
Mattarella, verr ammazzato da mafiosi schitti schitti e non sullo sfondo di un
inquietante intreccio tra destra eversiva e vecchia mafia, magari subito dopo
intercettata e bloccata dai boss corleonesi che, per loccasione, si guadagneranno
i galloni di una trentennale latitanza. Fantasie anche queste.
Due anni dopo lallora segretario del Pci siciliano, Pio La Torre, non verr
trucidato dopo essere stato tampinato dai servizi segreti e forse pure dalla
peraltro inesistente e fantasiosa Gladio. E il generale Vito Miceli? Morte
naturale, naturalmente. E i depistaggi sulle indagini di altri delitti eccellenti? E
le stragi del 1992?
S, in effetti i servizi segreti americani e quelli italiani deviati del nostro Paese, in
Sicilia, non hanno mai fatto nulla. Lo Stato, in Italia, sempre stato tutto dun
pezzo. Todo modo di Leonardo Sciascia un romanzaccio. Invenzioni.
Fantasie. Don Raffa di Fabrizio De Andr? Una filastrocca completamente
sganciata dalla realt
E poi, via, viviamo forse una congiuntura internazionale difficile? L'Unione
Europea va a gonfie vele e non pi governata da massoni fanatici e 'truffaldi'.
In Grecia governa un nuovo Pericle. La BCE e il Fondo Monetario Internazionale
non sono controllati da strozzini, ma da filantropi. L'Euro un esempio fulgido
di stabilit monetaria. E i tedeschi sono perfino diventati altruisti e, soprattutto,
non barano pi sul calcolo della spread con l'Italia. Quanto agli americani, a
Sigonella i militari giocano a Tressette, mentre l'elettromagnetismo del Muos di
Niscemi un'invenzione dei soliti esagitati.
In un panorama internazionale cos 'confortevole' chi che pu volere in caos in
Sicilia? Via, quelle dellonorevole Vinciullo sono solo farneticazioni. E noi che gli
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andiamo dietro siamo solo complottisti. In Sicilia tutto va bene, a parte due
dettagli: la realt e la ragione. Ma sono solo due dettagli
http://www.lavocedinewyork.com/Misteri-siciliani-Crocetta-Tutino-default-autostrada-Pa-CtCanneto-di-Caronia-/d/13331/

CROCETTA SI AUTOSOSPENDE DOPO LE PAROLE DEL SUO DOTTORE: BORSELLINO


VA FATTA FUORI COME IL PADRE

Le frasi choc di Matteo Tutino al telefono con il presidente della


Regione Sicilia. Lui prova a difendersi: non ho sentito, sono sconvolto.
La figlia del magistrato: mi vergogno per loro

Mi auto-sospendo immediatamente da presidente della Regione,


questa la reazione di Rosario Crocetta, sullonda delle polemiche per le
intercettazione della telefonata col suo medico Matteo Tutino che
parlando di Lucia Borsellino dice: Va fermata, va fatta fuori come suo
padre.
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Questi i fatti: Lucia Borsellino va fermata, fatta fuori. Come suo


padre. Come Paolo Borsellino, il giudice assassinato il 19 luglio 1992.
Sono parole pesantissime, intercettate pochi mesi fa. A
pronunciarle non un boss, ma un medico di successo: Matteo
Tutino, primario dellospedale palermitano Villa Sofia arrestato
nei giorni scorsi e medico personale di Rosario Crocetta. Allaltro
capo del telefono c proprio il governatore della Sicilia, che
ascolta e tace. Non si indigna, non replica: nessuna reazione di
fronte a quel commento macabro nei confronti dellassessore alla
Salute della sua giunta (dimessasi qualche giorno fa), scelto come
simbolo di legalit in un settore da sempre culla di interessi mafiosi.
Lo rivela LEspresso nel numero in edicola domani, anticipato sul sito
on line del settimanale.
Non ho sentito la frase su Lucia, forse cera una zona dombra,
non so spiegarlo. tant che io al telefono non replico. Se avessi
sentito quella frase, non so... avrei provato a raggiungere Tutino per
massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non
so... sono sconvolto. Provo un orrore profondo, prova a
difendersi Crocetta. E replica a chi chiede se ha intenzione di
dimettersi: Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto
qualcosa? Il destino della Sicilia pu essere legato a una frase, che
non ho sentito, pronunciata dal mio medico? Non lo so.
La stessa Lucia Borsellino ha commentato al giornale radio della
Rai: Mi sento intimamente offesa e provo un senso di vergogna
per loro. Alla domanda su cosa pensi della giustificazione di
Crocetta, Lucia Borsellino ha risposto glaciale: Non spetta a me fare
commenti al riguardo. La Borsellino si era dimessa il giorno dopo
larresto di Tutino, medico personale di Crocetta. Al suo posto il
governatore ha nominato assessore il capogruppo del Pd allArs, Baldo
Gucciardi.
http://www.lastampa.it/2015/07/16/italia/politica/il-dottore-di-crocettaintercettato-la-borsellino-va-fatta-fuori-come-il-padre-bufera-sul-governatorePISURvMUOIFjWl2uiAHnoL/pagina.html
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Pesanti le parole riferite da Matteo Tutino al governatore della Sicilia,


che non ha replicato in alcun modo. Pochi giorni fa le dimissioni della
figlia del magistrato ucciso da assessore alla sanit. Il governatore
prima si difeso ("Non ho sentito quella frase"), ma poi si
autosospeso dalla carica di presidente della Regione e ha indicato
come reggente Baldo Gucciardi
Lucia Borsellino? Va fatta fuori come suo padre, e cio comePaolo
Borsellino, il magistrato saltato in aria nellinferno di via dAmelio il 19
luglio del 1992. il contenuto di unintercettazione choc tra Matteo
Tutino, ex primario di chirurgia plastica dellospedale Villa Sofia di
Palermo, e il governatore della SiciliaRosario Crocetta. Che in seguito
alla diffusione del contenuto della registrazione si autosospeso dalla
carica di presidente della Regione e ha indicato come reggente Baldo
Gucciardi.
Secondo il settimanale LEspresso, in edicola domani, il presidente
siciliano non avrebbe replicato alla minaccia telefonica di Tutino, che
da anni il suo medico personale, indirizzata alla donna scelta dallo
stesso Crocetta per guidare lassessorato alla Sanit. Nessuna
reazione davanti a quelle parole da parte del presidente che sostiene
da anni di voler combattere la mafia in tutte le sue forme.
Sembrano invece adesso acquisire un senso le dimissioni di Borsellino da
assessore alla sanit appena pochi giorni fa. Prevalenti ragioni di ordine

etico e morale e quindi personale, sempre pi inconciliabili con la


prosecuzione del mio mandato, mi spingono a questa decisione,
aveva detto la figlia di Paolo Borsellino facendo un passo indietro,
subito dopo larresto di Tutino, il 29 giugno scorso, con laccusa di
falso, abuso dufficio, truffa e peculato. Ed indagando sul medico che
la procura di Palermo registra quelle parole.
Il governatore per sostiene di non avere incredibilmente sentito la
frase vergognosa pronunciata dal suo medico al telefono: Non ho
sentito la frase su Lucia, forse cera zona dombra, non so spiegarlo;
tant che io al telefono non replico. Ora mi sento male. Voglio essere
sentito dai magistrati su questa storia della frase di Tutino. Quello che
mi sta accadendo oggi e la cosa pi terribile della mia
vita. Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto qualcosa? Il
destino della Sicilia pu essere legato a una frase, che non ho sentito,
pronunciata dal mio medico? Non lo so.

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Non posso che sentirmi intimamente offesa e provare un senso


divergogna per loro, il commento di Lucia Borsellino. Non rinnego
nulla ha continuato ho fatto quello che potevo in un contesto,
evidentemente, poco edificante.
Quelle intercettazioni sono semplicemente gravissime, incredibili e
vergognose, ha detto invece Salvatore Borsellino, fratello del giudice
ucciso dalla mafia e zio di Lucia. Lui non dice che bisogna farla fuori
dallassessorato ma che bisogna farla fuori come suo padre e
siccome mi risulta che suo padre stato ucciso in maniera particolare,
gravissimo. E non perch labbia detto Tutino ma perch il
presidente Crocetta non lha mai reso noto, n ha estromesso Tutino
dal suo entourage. Io chieder conto a Crocetta di questo. Dice che
non ha sentito quella frase? Vuol dire che stato colpito da una
sordit improvvisa e temporanea.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/16/sicilia-crocetta-e-lintercettazione-laborsellino-va-fatta-fuori-come-suo-padre/1878635/

SICILIA: REGIONE, COMUNI E PROVINCE IN DEFAULT. E SE LA GERMANIA SI


PRENDESSE LISOLA?
Giulio Ambrosetti
15 Jul 2015

Oltre al default della Regione, ci potrebbe essere il default di


tantissimi Comuni dellIsola (e delle Province). In pratica, il
blocco della democrazia. La strana approvazione, da parte del
Parlamento siciliano, di una legge (applicazione del Decreto
legislativo nazionale n. 118 del 2011) che prevede lobbligo, per i
Comuni, di fare chiarezza su societ collegate ed entrate. I casi di
Palermo, Catania e Messina
Si racconta, tra il serio e il faceto, che in un
recente incontro, in Germania, i tedeschi
erano

un

disposizioni

po

risentiti.
precise

Avevano

dato

anche

sulla

pavimentazione della piazza che sta di fronte


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il Palazzo Reale di Palermo: via il parcheggio dalla piazza e nuova


pavimentazione. Invece stato eliminato solo il parcheggio per le automobili.
Per la nuova pavimentazione bisogner aspettare ancora un po.
Ovviamente una leggenda metropolitana. Ma di cose strane, in questi tempi di
Troika, se ne raccontano tante. Palazzo Reale di Palermo la sede del
Parlamento siciliano. E la piazza, neanche a dirlo, piazza del Parlamento, nella
quale, da qualche mese, non si parcheggia pi.
La leggenda metropolitana racconta che a dare disposizioni sarebbero stati i
tedeschi che un giorno non lontano potrebbero arrivare in Sicilia, non si capisce
se da turisti o da nuovi padroni. I teutonici avrebbero gi scelto dove sistemare la
sede di rappresentanza della Germania in Sicilia: il Palazzo Reale di Palermo. E
il motivo c: per almeno sei mesi lanno vi dimorava Federico II di Svevia, Re di
Sicilia e di Gerusalemme, Re dei Romani. E, soprattutto, nipote di Federico
Barbarossa. Leggenda metropolitana a parte, i tedeschi conoscono bene il
Palazzo Reale di Palermo. Conoscono la Cappella Palatina, le torri. E anche i
sotterranei, in verit poco gettonati, che invece a loro sarebbero piaciuti molto.
Con molta probabilit, i lettori, in questo momento, ci staranno prendendo per
matti. Leggendo queste
Particolare della Cappella Palatina

prime righe si saranno detti: Il Palazzo


Reale di Palermo ai tedeschi: ma che
sta storia? Cos, uno scherzo?. Solo
leggenda metropolitana. Almeno fino ad
ora. Anche se i monumenti che alcuni
Paesi hanno chiesto alla Grecia come garanzia sul nuovo prestito non sono una
leggenda metropolitana, ma realt. Cos come non certo leggenda
metropolitana il fatto che, con lavvento dellEuropa delle banche e della grande
finanza, parti di alcuni Paesi del Sud Europa potrebbero finire ai tedeschi, ma
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anche ad altri Paesi del Nord Europa. In fondo tutta una questione di soldi.
LEuropa massonica senza radici cristiane (ricordate? la Costituzione europea
che stava per essere approvata), lEuropa della banche e della finanza ragiona
solo con il vil denaro. Altri valori non ce ne sono, a parte, ovviamente, il
compasso, la squadra e i grembiuli che, al di l delle chiacchiere, sempre dai
soldi nascono e con i soldi proseguono, con buona pace dellHiram, specchietto
per le allodole (e per gli allocchi)
Insomma, in vendita non c solo la Grecia, ma potrebbe esserci anche la Sicilia.
Magari dopo la dichiarazione di fallimento. Non forse vero che la Regione
siciliana ormai in default non dichiarato? E non forse vero che, con lultima
legge approvata dal Parlamento siciliano lo scorso 9 Luglio si sono gettate le basi
per far fallire un grande numero di Comuni siciliani? E non forse vero che, una
volta falliti i Comuni, anche le nove Province dellIsola faranno la stessa fine? Di
fatto, si sta profilando uno scenario inedito: una Regione in default, i Comuni e
le Province della stessa Regione in default. Tutto voluto da Roma, da un governo
nazionale - il governo Renzi - espressione piena della volont tedesca. Tutto
pronto per i saldi di fine stagione
Ma prima di addentrarci nei numeri di Regione, Comuni e Province torniamo a
Palazzo Reale. Strano per quanto possa sembrare, piaccia o no, certi restauri, nel
Palazzo Reale di Palermo, sono stati fatti in accordo ai desideri dei tedeschi (e in
parte anche con i soldi tedeschi). Piaccia o no, ma nella piazza del Parlamento,
come gi accennato, non si parcheggia pi. E piaccia o no, di qualche giorno fa
lannuncio del presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, di una
nuova pavimentazione della stessa piazza del Parlamento. Eliminando lasfalto.
Proprio come sarebbe stato auspicato, gi da tempo, dalla leggenda
metropolitana che vede i tedeschi come protagonisti di vicende siciliane...
Il Palazzo Reale agli eredi di Federico Barbarossa - oggi frutto di una leggenda
metropolitana - si incrocia con fatti che leggende metropolitane non lo sono
affatto. Parliamo di vicende che prendono lavvio ad Agrigento e ad Enna nella
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seconda met degli anni 80, quando era gi programmata la caduta del Muro di
Berlino, Tangentopoli e la trappola della moneta unica europea. Linteresse dei
tedeschi per la Sicilia risale a quegli anni. E allora che i teutonici decidono che la
Kainite custodita nel sottosuolo siciliano (nelle miniere dellAgrigentino e
dellEnnese: per esempio, a Pasquasia) non dovr essere sfruttata per non creare
problemi alle industrie tedesche che operano nel mercato dei fertilizzanti. E cos
sar.
Piaccia o no, ma da allora che la Sicilia chiude
il capitolo della Kainite, un minerale ricco di
cloruro di potassio e solfato di magnesio. Da
allora non ha chiuso i battenti solo la miniera di
Pasquasia, in provincia di Enna: da allora, in
Sicilia non si parla pi dei solfati. La
verticalizzazione della produzione (estrazione
dei minerali nellEnnese e nellAgrigentino e
lavorazione nellarea industriale di Siracusa),
ipotizzata alla fine degli anni 80 dallex assessore regionale allIndustria, Luigi
Granata, finisce nel dimenticatoio. A fine anni 80 chiude la miniera di
Pasquasia. E si bloccano anche i progetti per la valorizzazione dei minerali del
sottosuolo agrigentino. Aperte resteranno soltanto due miniere di salgemma: la
miniera di Realmonte, in provincia di Agrigento, e la miniera arroccata sulle
Madonie. Entrambe gestite dallItalkali, societ sulla quale, da sempre, i tedeschi
(e non solo loro) hanno gettato gli occhi.
Di solfati non si parler pi. E infatti ancora oggi la Kainite rimane nel
sottosuolo dellIsola. Attenzione: non ci stiamo inventando nulla. Agli atti, per
chi non crede a quello che scriviamo, c un discorso tenuto a Sala dErcole laula di Palazzo Reale dove si riunisce il Parlamento siciliano - da Guido Virz,
allepoca deputato di Alleanza nazionale. Virz fa nomi e cognomi delle societ e
dei personaggi tedeschi che allora bloccavano (e che ancora oggi bloccano)
lestrazione della Kainite dal sottosuolo siciliano. Se lintervento di Virz - che
comunque esaustivo - non dovesse bastare, ci sono, sempre agli atti, i tentativi
di alcuni sindacalisti agrigentini che, pi volte, hanno provato, senza successo, a
rilanciare la questione dei solfati nella provincia di Agrigento.
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Unaltra storia strana va in scena a Torre Salsa, una Riserva naturale costiera,
sempre in provincia di Agrigento, che si distende lungo il litorale che corre tra
Siciliana marina ed Eraclea Minoa. Torre Salsa - gestita dal WWF - una Riserva
naturale particolare. Che insiste, per il 90 per cento della superficie (quasi 800
ettari), su fondi privati. Coltivati a vigneti e ulivi. Una Riserva che piace molto ai
tedeschi.
Ebbene, da qualche anno sembra che gli agricoltori che operano dentro la
Riserva naturale di Torre Salsa siano oggetto di interessi strani e insistenti.
Sembra che incontrino difficolt nellesercitare lattivit agricola. E sembra che
non manchino i personaggi disposti ad acquistare i loro terreni. E sono in tanti,
oggi, a chiedersi: ma chi ha interesse ad acquistare i terreni che insistono in una
Riserva naturale? Per fare che cosa, poi?
Torre Salsa, ovviamente, una digressione. O quasi. Il tema resta la Sicilia. E la
sua disastrosa situazione finanziaria provocata da Roma. E, forse, sotto questa
luce che va vista lazione portata avanti nellultimo anno dal governo nazionale di
Matteo Renzi nellIsola? Una domanda che chiama altre domande: ci sono dubbi
sul fatto che Renzi sia schierato con la Germania della signora Angela Merkel? e
ci sono dubbi sul fatto che Roma stia facendo il possibile - e forse anche
limpossibile - per far fallire la Regione siciliana? Certo, i giornali nazionali non
scrivono che lo Stato, nellultimo anno, ha scippato alla Regione quasi 10
miliardi di euro. E nemmeno i Tg trattano tale argomento. Anzi, le informazioni
sulla Regione siciliana che passano, a livello nazionale - complici anche forze
politiche come la Lega - sono altre (come potete leggere qui). Ma i numeri sono
numeri e la realt non si pu alterare.
Gli esponenti di Sicilia Nazione, in una conferenza stampa andata in scena due
giorni fa, hanno detto che il governo nazionale vuole fare fallire la Sicilia entro il
2017, scaricando la responsabilit sullAutonomia speciale della Sicilia. In realt,
la Regione siciliana non potr mai arrivare al 2017. Al Bilancio 2015, infatti, sono
venuti meno da 600 a 700 milioni di euro di fondi ex Fas. Soldi che lo Stato,
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sulla carta, stanzia per le regioni meridionali, ma che ogni anno vengono
sistematicamente dirottati, tutti o in buona parte, alle Regioni del Centro Nord,
come sta avvenendo, proprio questanno, con 5 miliardi di euro di fondi Pac:
risorse finanziarie del Mezzogiorno finite, nel 90 per cento dei casi, a titolo di
sgravi fiscali, alle imprese del Centro Nord del Paese.
Non solo. C anche da coprire il buco di un miliardo e mezzo di euro 2014.
Insomma, la Regione siciliana
Palazzo Reale

potr al massimo arrivare al dicembre di


questanno, in un probabile quadro di disordini
sociali. Perch i 300 milioni di euro che il
governo Renzi sta restituendo alla Sicilia (meno
di un trentesimo dei soldi che ha scippato
allIsola) serviranno, a malapena, a pagare le
retribuzioni a una parte dei soggetti rimasti
scoperti. Non un caso che il plenipotenziario
di Renzi in Sicilia, lassessore allEconomia, Alessandro Baccei, stando almeno a
indiscrezioni, vorrebbe togliere il disturbo per tonare nella sua bella e massonica
Toscana. Se non altro perch in una Sicilia ridotta senza soldi dal governo Renzi
il clima si sta facendo pesante
Anche il PD siciliano, in verit, avrebbe voluto chiudere lesperienza di Rosario
Crocetta alla presidenza della Regione. Le dimissioni dellassessore alla Salute o
Sanit che dir si voglia, Lucia Borsellino, erano cadute a fagiolo. Considerato il
tono morale delladdio della Borsellino al governo, i vertici del Partito
Democratico dellIsola, coscienti di aver portato allo sbaraglio la Sicilia,
avrebbero voluto dissociarsi da Crocetta, scaricare su di lui la responsabilit
dello sfascio della Regione per provare, magari, a far dimenticare a 5 milioni di
siciliani che loro governano la Sicilia dal 2008.
Si racconta che sullaccelerazione della crisi in Sicilia, per rimandare Crocetta a
Gela, era daccordo anche Renzi. Ma, a un certo punto, arrivato lalt. Da parte
di chi? Non si capisce. Si sa solo che, a un certo punto, da Roma arrivato
lordine di mettere una pezza e andare avanti con il governo Crocetta. Da qui la
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designazione del capogruppo del PD al Parlamento siciliano, Baldo Gucciardi,


allassessorato alla Salute al posto della Borsellino. E di Antonello Cracolici a
capogruppo.
Insomma, si andr avanti fino a dicembre. O forse fino ai primi mesi del
prossimo anno. Ma chiaro che con un buco finanziario di 2 miliardi di euro
non si potr fare il Bilancio regionale 2016. Anche perch Renzi ha pronto il
solito accantonamento da un miliardo di euro da prelevare dalle entrate
regionali. In queste condizioni - con 3 miliardi di euro che mancano allappello la fine anticipata della legislatura del Parlamento siciliano assicurata. Ma
prima di far fallire la Sicilia - e questo potrebbe spiegare il rinvio di sei o sette
mesi della dichiarazione ufficiale di default della Regione siciliana - bisogna fare
fallire i Comuni siciliani. Se non tutti, almeno la maggioranza. A partire dai pi
importanti. Fantapolitica? Non esattamente.
Nella primavera scorsa, in occasione dellapprovazione della legge di stabilit
regionale (leggere Bilancio e Finanziaria regionale 2015), era stato stabilito che
nei Comuni siciliani il Decreto legislativo n. 118 del 2011 e il Decreto del
Ministero

dellEconomia

del

aprile

di

questanno

(agevolazioni

incluse) sarebbero stati applicati a partire dal 2016. Il passaggio centrale.


Stiamo parlando dell'armonizzazione dei sistemi contabili degli enti locali e
rispettivi enti e organismi strumentali. Semplificando al massimo, possiamo dire
che, fino ad oggi, lattuale normativa in vigore ha consentito ai Comuni siciliani
di nascondere una parte consistente dei propri bilanci. Un esempio pu essere
rappresentato dai bilanci delle societ collegate del Comune di Palermo. Ebbene,
come hanno certificato (e scritto!) i revisori dei conti a commento del bilancio
consuntivo 2014, il Comune di Palermo nasconde i numeri reali - cioi i 'buchi'
finanziari - delle proprie societ collegate (come potete leggere qui).
Con lapplicazione del Decreto legislativo n. 118 tutti i Comuni siciliani dovranno
rendere noti i veri numeri delle proprie societ collegate. E inserirli nel bilancio
2015. E questo gi di per s potrebbe avere effetti devastanti su un gran numero
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di Comuni dellIsola. Ma c di pi. Sempre semplificando al massimo, tutti i


Comuni, entro la fine di questo mese dovranno accertare i residui attivi e passivi
e fare pulizia. Il problema - serio - si porr per i residui attivi, cio per somme
che i Comuni hanno messo fra le entrate pur sapendo che si tratta di entrate
fantasiose o fittizie.
Con lapplicazione del Decreto 118, ogni Comune dovr individuare queste
entrate fantasiose o fittizie ed eliminarle dal proprio bilancio. Ovviamente non
potr farlo tutto in un colpo. Nel senso che non potr anticipare con soldi
'freschi' i residui attivi che toglier dal bilancio. La legge consente il ricorso a un
piano di ammortamento trentennale. Ma, nonostante lammortamento, la botta
sar terribile, perch, a partire dal 2016, verranno a mancare entrate che, bene o
male, facevano gioco e consentivano lapprovazione di bilanci in parte fittizi, ma
a norma di legge. Adesso, per molti Comuni siciliani si potrebbe profilare uno
scenario greco: tagli tutti e subito: perch in assenza di entrate, piaccia o no,
bisogner ridurre drasticamente le spese.
Non osiamo immaginare cosa potrebbe succedere, per esempio, a Palermo, a
Catania e a Messina. Fino ad oggi i tre sindaci di queste citt - Leoluca Orlando,
Enzo Bianco e Renato Accorinti - sono stati bravi, anzi bravissimi a tenere in
piedi i rispettivi Comuni. Ma con lapplicazione del Decreto 118 lo scenario
potrebbe diventare ingestibile.
Il ciclone 118, con molta probabilit, travolger anche le nove Province siciliane.
Fino a dieci giorni fa il Parlamento siciliano avrebbe dovuto completare la
riforma di questi enti intermedi. Dando vita ai nove Consorzi di Comuni e alle
aree-citt metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Ma siccome i Consorzi
di Comuni e le aree-citt metropolitane dovrebbero prendere sostanza dai
Comuni, fallendo questi ultimi Insomma il cataclisma finanziario che potrebbe
abbattersi sui Comuni dellIsola renderebbe inutile il completamento della
riforma delle nove Province siciliane, perch il fallimento sarebbe generale.

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Resta da capire perch il Parlamento siciliano, che ad aprile aveva deciso (e


votato) di rinviare al prossimo anno lapplicazione del 118 (con il tacito impegno
che nel 2016 lapplicazione di tale Decreto sarebbe stata rinviata nel 2017 e poi
nel 2018) abbia deciso, improvvisamente, di applicarlo a tamburo battente
entro la fine di questo mese, contraddicendo una decisione assunta tre mesi fa
che era stata concordata con l'ANCI Sicilia. Che successo? Sembra che lordine
di applicare il 118 sia partito da Roma. Perch?
Qui torniamo allo scenario inedito: default della Regione siciliana, probabile
default di tanti Comuni, default delle nove Province dellIsola. In pratica,
lazzeramento della democrazia senza colpo ferire. Perch il commissariamento
di Regione, Comuni e Province sarebbe nelle cose. Se ci dovesse avvenire sar
interessante capire - sotto il profilo della tecnica e della sociologia
dellinformazione - come faranno Renzi e il suo PD a scaricare sulla Sicilia (o
sullAutonomia siciliana, come direbbe il movimento degli indipendentisti
siciliani, Sicilia Nazione) responsabilit che sono del governo nazionale. Perch
il governo nazionale che sta facendo fallire la Regione. Ed sempre il governo
nazionale che, direttamente e indirettamente, sta mandando in default i Comuni
e le Province della Sicilia.
Certo, i Comuni dellIsola si sono incasinati finanziariamente con la gestione dei
rifiuti. Ma non certo il miliardo e 800 milioni di euro di debiti dei Comuni
verso i titolari delle discariche (che sono gestite da privati e, in minima parte,
anche pubbliche) che potrebbe determinare il default dei Comuni. Che invece
potrebbe essere determinato dalla drastica riduzione dei trasferimenti di Stato e
Regione (e nel caso della Sicilia, dalla mancata applicazione della legge nazionale
sul federalismo fiscale: perequazione fiscale e infrastrutturale che Roma non ha
ancora riconosciuto ai Comuni dellIsola) e, adesso, dall'applicazione del Decreto
legislativo 118.
A conti fatti, senza tutto il clamore che sta suscitando la Grecia, la Sicilia
potrebbe cambiare dominazione. Scherzandoci su non un mistero che siano in
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tanti i siciliani ad essere convinti che la peggiore dominazione, per lIsola, sia
stata proprio lultima: quella italiana. Del resto - sempre scherzando - diventare
un Lander tedesco potrebbe essere una soluzione. Anche se i teutonici
potrebbero avere qualche problema a digerire Lsu, ex Pip di Palermo, trattoristi
dellEsa e precari vari
Si racconta che, oltre a Palermo, i tedeschi avrebbero dato uno sguardo anche a
Catania. Dicono che sarebbero rimasti un po impressionati dal fatto che nella
citt Etnea mangiano la carne di cavallo. Mentre non avrebbero trovato strana la
ricotta salata o il pecorino sugli spaghetti al nero di seppia. Sarebbero rimasti
colpiti anche dal grande potere di Mario Ciancio (che casualmente, di questi
tempi, non attraversa uno dei suoi migliori periodi, come potete leggere qui).
Detto questo, il Castello Ursino li avrebbe lasciati senza fiato!
Di Messina i tedeschi non avrebbero capito il perch di tanti massoni e di tante
logge massoniche. Troppi incappucciati, avrebbero sussurrato. Il pesce stocco
alla messinese gli sarebbe andato di traverso. Mentre le olive verdi ripiene con la
mollica di pane bagnata li avrebbe conquistati
http://www.lavocedinewyork.com/Sicilia-Regione-Comuni-eProvince-in-default-E-se-la-Germania-si-prendesse-l-Isola-/d/13284/

SICILIA CORNUTA E MAZZIATA: DERUBATA DAL GOVERNO RENZI E


ATTACCATA DAI LEGHISTI VENETI
Giulio Ambrosetti
[13 Jul 2015 |
Non solo tra mancata applicazione di sentenze della Consulta, accantonamenti,
IVA e IRPEF depredate e fondi della sanit siciliana finiti a Roma la Sicilia ha
perso circa 10 miliardi di euro, ma dobbiamo pure sentire i leghisti veneti,
disinformati dai giornali di Berlusconi e dal silenzio del PD, che prendono i
siciliani per sciuponi! Siamo, ormai, oltre il paradosso, in unItalia alla frutta
dove trionfa la disinformazione

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Chi
lha
detto
che
con
la
disinformazione si va a sbattere?
Alcuni giornali di Berlusconi, per
esempio, hanno fatto credere ai
leghisti veneti che la Sicilia una
terra alla quale il governo di Matteo
Renzi regala soldi. Per la precisione, 300 milioni di euro freschi freschi. Cos
due simpatici crucchi della Lega veneta, Sergio Divina e Nunziante Consiglio,
hanno preso carta e penna e hanno vergato la seguente nota: Trecento
milioni alla Sicilia per pagare stipendi ai forestali e ai precari. Ora basta, ogni
anno una strenna natalizia per questa regione governata da incapaci. Se
Renzi, Crocetta e Faraone credono di prorogare in eterno questo vero e proprio
Piano Marshall sappiano che non lo permetteremo. Quei soldi vengano siano
indirizzati alle popolazioni venete colpite dalla tempesta perfetta che ha
distrutto interi territori.

Ovviamente, sarebbe un errore prendersela con i leghisti. Appena qualche


giorno fa, infatti, un giornale vicino a Berlusconi ha detto loro che la Sicilia
la palla al piede dellItalia. Che succhia un sacco di soldi allo Stato e bla bla
bla. Qualche giorno prima un servizio simile lavevamo ascoltato su La 7.
Avallato da due deputati del Parlamento siciliano - uno del Pd e laltro del
Movimento 5 Stelle - che hanno fatto passare la tesi secondo la quale il default
della Sicilia il frutto degli sprechi dei siciliani. Tempesta perfetta
Nessuno ha spiegato ai leghisti veneti che la Sicilia una delle cinque Regioni
italiane a Statuto speciale.

Rosario Crocetta e Davide Faraone


E che, di conseguenza, precari e forestali li
paga con i propri soldi e non con quelli dello
Stato. Lunica cosa giusta che i leghisti
scrivono nel comunicato che la Sicilia
governata da incapaci: qui non possiamo
smentirli. Tra laltro, i due crucchi della Lega veneta citano le persone
direttamente responsabili dello sfascio politico e amministrativo della Sicilia: il
sottosegretario alla Pubblica Istruzione, Davide Faraone, e il presidente della
Regione siciliana, Rosario Crocetta, entrambi de PD: due nomi, due garanzie
Nessuno ha spiegato ai leghisti che Crocetta, appena un anno fa, ha firmato un
folle accordo proprio con il governo Renzi. Accordo in base al quale, per
quattro anni, consente al governo nazionale di non riconoscere alla Sicilia gli
effetti positivi del contenzioso finanziario tra lo Stato e la Regione. Guarda
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caso, Crocetta ha firmato tale accordo qualche mese dopo che la Corte
Costituzionale, in una sentenza storica, ha riconosciuto alla Sicilia quasi 5
miliardi di Euro legati alla cosiddetta territorializzazione delle imposte.
Sarebbe bastato applicare questa sentenza per consentire alla Regione siciliana
di incassare non i 300 milioni di euro, ma quasi 5 miliardi di euro! Non solo.
Nessuno ha detto ai leghisti veneti che, in tre anni, con i cosiddetti
accantonamenti, il governo Renzi ha prelevato dalle casse della Regione
siciliana quasi 3 miliardi e mezzo di euro. Nessuno ha spiegato ai leghisti che lo
Stato, da un paio di anni, incassa lIVA e lIRPEF che spettano alla Regione
siciliana (parliamo di centinaia di milioni di euro allanno).

Anna Finocchiaro
Nessuno ha spiegato ai leghisti veneti che,
sempre
grazie
al
centrosinistra
e
segnatamente alla senatrice Anna Finocchiaro
detta Annuzza - la Regione siciliana, dal
2009, perde circa 600 milioni di euro allanno
di fondi sanitari che avrebbero dovuto essere
compensati
cos
si
prospettava nella
Finanziaria nazionale del 2007 approvata dalla
Camera e poi modificata con un 'codicillo' al
Senato: 'codicillo' sfuggito alla senatrice
Finocchiaro... - da una quota delle accise sui
consumi di carburanti. Potremmo aggiungere i
5 miliardi di euro di fondi Pac che il governo
Renzi ha strappato al Sud per finanziare gli sgravi fiscali alle imprese, quasi
tutte del Centro Nord Italia. Secondo voi lo sanno i leghisiti veneti che le
imprese venete stanno usufruendo di sgravi fiscali pagati con i soldi del Sud?
Insomma, solo per farla breve, questanno, il governo Renzi ha strappato alla
Regione siciliana circa 10 miliardi di euro (come potete leggere qui). Ne sta
restituendo appena 300 che serviranno - e qui hanno ragione i leghisti - per
pagare gli stipendi a qualche migliaio di disgraziati. E i leghisti del Veneto si
lamentano. Ma si lamentano - lo ribadiamo - perch giornali e tv fanno, sulla
Sicilia, uninformazione, come dire?, un po alla greca
Una replica ai leghisti arrivata dal presidente del Parlamento siciliano,
Giovanni Ardizzone: I leghisti - dice Ardizzone - hanno ormai superato ogni
limite: prima facevano politica sfruttando le disgrazie altrui, adesso anche le
proprie. Oltre a essere rabbiosi sono anche inconcludenti. Basta a queste
falsit sui forestali e sulle risorse destinate alla Sicilia. Si avvii un'operazione
verit sui conti - aggiunge Ardizzone - e si scoprir che i 300 milioni di cui
straparlano i due leghisti solo una piccolissima parte delle risorse che in
decenni lo Stato ha trattenuto alla Sicilia, per risanare il debito pubblico
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nazionale, anche dei veneti. Un prelievo forzoso, certificato proprio di recente


dalla Corte Costituzionale e dalla Corte dei Conti. I due senatori pensassero al
Veneto, regione in cima alla classifica per evasione fiscale e alle tante multe
che l'Italia stata costretta a pagare all'Unione europea per lo sforamento
delle quote latte da parte degli allevatori veneti.
Immediata la controreplica di Nicola Finco, capogruppo regionale della Lega
Nord. Che dalle colonne del Pietrangelo Buttafuoco
Mattino di Padova dice: In Sicilia deve fare un
gran caldo in questi giorni, a giudicare dalle
farneticanti
dichiarazioni
di
alcuni
suoi
amministratori. Per chiarire le idee al
presidente dellArs Ardizzone in merito al diritto
del Veneto di ricevere fondi per il tornado,
annuncio gi che presto lo omagger del
libro Buttanissima
Sicilia del
giornalista
siciliano Pietrangelo Buttafuoco. Chi meglio di
lui pu descrivere i danni che certa politica ha
fatto al suo popolo? Per il resto, i grotteschi
vaneggiamenti di Ardizzone farebbero ridere se la situazione della Riviera del
Brenta non fosse cos tragica.
E qui siamo alle informazioni contenute nel libro di Pietrangelo Buttafuoco, un
personaggio che negli anni del governo regionale di Raffaele Lombardo stato
nominato ai vertici del Teatro di prosa di Catania. Poi, qualche anno dopo, si
risvegliato angelo vendicatore con la spada sguainata, pronto a tagliare la testa
a tutti i protagonisti di sprechi e malaffare della Sicilia (in effetti il governo
Lombardo, che ha nominato lo stesso Buttafuoco al vertice del Teatro di
Catania, stato un esempio di virt e, soprattutto, di lungimiranza politica:
non a caso lo stesso Lombardo, alla fine del suo giro di potere, stato
condannato per mafia).
Insomma, Pietrangelo Buttafuoco bravissimo. Ineguagliabile. Preparatissimo.
Arguto. Un intellettuale a tutto tondo che maneggia ad arte letteratura e
filosofia. Forse, navigando tra Oswald Spengler e Giulio Cesare Andrea Evola,
meglio conosciuto come Julius Evola, non ha avuto il tempo di approfondire il
bilancio della Regione di cui parla. Del resto, nella formazione umanistica
lEconomia, la Ragioneria e la Contabilit dello Stato non sono discipline
obbligatorie. Che volete che siano gli aridi numeri di fronte alleternit del
sapere? In fondo, Buttafuoco, tra Lombardo e Crocetta, ha vissuto un periodo
in cui i grandi burocrati dellamministrazione regionale non sono pi giuristi,
ma filosofi come lui. Quindi
Intanto i leghisti continuano a ballare sui numeri. Non so sulla base di quali
dati parli Ardizzone, continua Finco, che sullEconomia, sulla Ragioneria e sulla
Contabilit dello Stato deve pensarla come Buttafuoco (sar un filosofo
umanista pure Finco? Anche lui scrive libri di filosofia, magari sulle buttane del
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Veneto? Chiss, magari qualche giornale o qualche tv di Berlusconi un giorno ci


illuminer). Credo comunque - continua il 'filosofo' Finco - che chiedere dei
fondi nazionali da parte del Veneto, che ogni anno lascia a Roma 21 miliardi
per ripianare i debiti anche della pessima amministrazione di Crocetta, sia
legittimo e doveroso. Si tratta, in fondo, delle tasse dei veneti, quelle che noi
versiamo puntualmente, con un rigore che ci viene riconosciuto dallo stesso
Governo Renzi quando assume la nostra Regione come riferimento nazionale
per i costi standard. Che Ardizzone si preoccupi della sua Sanit allo sbando, o
al limite, se proprio ha voglia di rendersi utile, mandi le sue migliaia di
Forestali in Veneto a ripulire la Riviera del Brenta dalle macerie del tornado e a
ricostruire le abitazioni distrutte. Son certo che qui saranno pi utili che laggi,
e motiveranno finalmente la regala da 300 milioni che ogni anno scende in
Sicilia per pagare anche il loro stipendio. Con quella somma, noi veneti
ricostruiremmo buona parte degli edifici abbattuti dal tifone di mercoled
scorso.
Che dire? Che tra i berlusconiani e i renziani della Sicilia difficile, se non
impossibile, capire chi vince la battaglia per l'ascarismo (precisazione per i
lettori americani: ascari sono i politici siciliani che vendono la Sicilia al migliore
offerente...). Insomma, complimenti ai parlamentari nazionali e regionali di
Forza Italia e del PD eletti nella nostra Isola, che sulla disinformazione sulla
Sicilia non trovano nulla da dire. E complimenti, soprattutto, ai siciliani che
votano per gli uomini e per le donne di queste due formazioni politiche che
'degnamente' li rappresentano...
http://www.lavocedinewyork.com/Sicilia-cornuta-e-mazziata-derubata-dal-governo-Renzi-eattaccata-dai-leghisti-veneti-/d/13244/

Alcamo, arrivato il commissario Arnone IN SICILIA SI DICE. Chista


a zita
di Massimo Provenza 21 Giugno 2015

ALCAMO. Si insediato, ieri pomeriggio, Giovanni Arnone nel ruolo di


commissario straordinario del Comune di Alcamo. Il primo a commentare la
nomina di Arnone stato Mimmo Turano. Il deputato regionale alcamese
infatti esponente dell'Udc, partito nel quale in quota l'assessore regionale alle
Infrastrutture e ai Trasporti, Giovanni Battista Pizzo. E Giovanni Arnone stato
finora dirigente generale in tale assessorato regionale, oltre ad avere gi avuto
in precedenza il ruolo di direttore generale del dipartimento Urbanistica
dell'assessorato regionale al Territorio ed Ambiente.
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Mimmo Turano si dice pienamente favorevole alla nomina di Arnone a


commissario straordinario comunale. Una nomina che raccoglie le
segnalazioni, le necessit ed anche i dubbi che tanti miei concittadini - dichiara
il parlamentare regionale - e moltissimi tecnici mi hanno rappresentato nella
gestione dell'ufficio tecnico comunale. La scelta di Arnone quanto mai utile e
va nella direzione giusta per ridare serenit e certezze alla citt di Alcamo, che
ha bisogno di avviare un'articolata fase di rilancio. Il dirigente regionale Arnone
- conclude Turano ringraziando il presidente regionale Rosario Crocetta - ha
riconosciute qualit tecniche e professionali.

http://trapani.gds.it/2015/06/21/alcamo-e-arrivato-il-commissarioarnone_372883/
ABUSO D'UFFICIO, CHIESTO GIUDIZIO PER 5 DIRIGENTI REGIONALI
PALERMO - Cinque dirigenti della Regione siciliana sono accusati dalla Procura
di Palermo di abuso d'ufficio. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per gli attuali
dirigenti generali Giovanni Arnone (Azienda foreste), Vincenzo Sansone
(dipartimento Territorio), Sergio Gelardi (Beni culturali), per l'ex dirigente
generale Pietro Tolomeo e per l'attuale dirigente del servizio personale del
Territorio-Funzione pubblica, Antonio Maniscalco. L'indagine riguarda il 'caso'
Gioacchino Genchi, il dirigente della Regione che sei anni fa fu messo alle porte
dall'assessorato all'Ambiente dopo un giudizio di valutazione espresso da una
commissione composta da Arnone, Sansone e Maniscalco; all'epoca Tolomeo
era a capo del dipartimento. Ne scatur una battaglia legale; Genchi ha sempre
sostenuto di essere stato perseguitato perch ritenuto scomodo avendo
assunto posizioni nette contro alcuni provvedimenti, come per esempio i
termovalorizzatori. Due anni fa il dirigente, sostenuto dalla Cgil, ha ottenuto la
riabilitazione e un risarcimento danni con sentenza del giudice del lavoro;
nonostante ci rimasto ai margini dell'amministrazione. Adesso la questione
si sposta sul piano penale. Il gip decider sulla richiesta del pm a fine
novembre di quest'anno
http://www.lasiciliaweb.it/articolo/99403/sicilia/abuso-dufficio-chiesto-rinvioa-giudizio-per-cinque-dirigenti-della-regione
ARNONE GIOVANNI REVOCA INCARICO GULLO BOLOGNA CORSELLO
MONTEROSSO LUPO GIAMMANCO GELARDI FEBBRAIO 2013 DELIBERA DI
GIUNTA 49
CONDANNATI E RINVIATI A GIUDIZIO, I BUROCRATI CHE IMBARAZZANO
CROCETTA
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Almeno una decina i dirigenti con pendenze giudiziarie che siedono nei posti di
comando. Chi sono e di cosa sono accusati
di EMANUELE LAURIA e SARA SCARAFIA
Dicono che Patrizia Monterosso sia abbattuta e sconfortata. Qualcuno sussurra
che avrebbe preso in considerazione anche l'ipotesi di dimettersi. Di certo il
day after del segretario generale di Palazzo d'Orleans, il capo della burocrazia
regionale, stato amaro dopo la condanna (in primo grado) della Corte dei
conti che due giorni fa le ha intimato di rimborsare quasi 1,3 milioni. Soldi che
la Monterosso - quando era dirigente della Formazione professionale avrebbe dato a enti che non ne avevano diritto. Ora alcuni alleati di peso di
Crocetta, pur riconoscendo la professionalit della Monterosso, si interrogano
sull'opportunit di una conferma della dirigente in quel ruolo. E si chiedono chiedono al governatore - se invece la sua presenza non indebolisca la lotta
agli sprechi proprio nel settore della formazione. Crocetta, sinora, ha difeso a
spada tratta la sua principale collaboratrice. Ma anche l'ultimo attacco di
Montante alla burocrazia regionale ha contribuito a creare un clima non facile a
Palazzo
d'Orleans.
D'altra parte, la Monterosso non da sola: l'elenco dei dirigenti regionali
condannati o sotto processo lungo. Sono almeno una decina gli uomini che
adesso imbarazzano il presidente che ha fatto della legalit la sua bandiera
politica. "La verit che in questa Regione pochi sono esenti da qualche
procedimento. Ma io, delle persone che scelgo, mi fido. Fino a prova contraria",
ha detto il governatore confermando la fiducia nella Monterosso.
Ma chi sono gli altri burocrati dei quali Crocetta si fida nonostante abbiano sulle
spalle condanne o siano sotto inchiesta da parte della magistratura ordinaria e
contabile? Chi sono i dirigenti seduti nei posti di comando nonostante le grane
giudiziarie? C', innanzitutto, Enzo Emanuele, l'ex ragioniere generale che la
giunta a gennaio 2013 ha piazzato alla guida dell'Irfis malgrado sulle sue spalle
pesi una condanna in secondo grado della Corte dei conti: Emanuele sta
restituendo, attraverso un prelievo in busta paga, mezzo milione di euro per la
gestione della megabanca dati giuridica acquistata dalla Regione nel 2005.
Nell'elenco dei burocrati che imbarazzano il presidente, c' pure Giovanni
Pistorio: al segretario regionale dell'Udc - e ad altri 16 politici - la
magistratura contabile ha chiesto di restituire 730 mila euro per aver gonfiato,
ai tempi di Salvatore Cuffaro presidente, il 118 di ambulanze e personale. Ci
nonostante, oggi Pistorio a capo della segreteria tecnica dell'assessore alle
Autonomie Locali Patrizia Valenti nel cui staff, per la verit, siede pi di un
burocrate che ha guai giudiziari. A cominciare dal capo della segreteria Santo
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Primavera: ex consigliare provinciale di Catania stato indagato dalla Corte dei


conti nell'ambito dell'inchiesta sulle spese folli della provincia di Catania e gli
viene contestato un danno di 20 mila euro. E ancora Francesca De Luca, nella
segreteria tecnica dell'assessore Valenti da ottobre 2013: la dirigente, che ha
guidato l'ufficio di Palermo dell'Azienda foreste, stata condannata dalla Corte
dei conti a pagare 45 mila euro per il caso degli 11 mila alberelli che i forestali
portarono
al
macero
anzich
piantarli.
Ed nei gangli vitali dell'amministrazione regionale pure Anna Rosa Corsello
che oggi guida la Formazione professionale nonostante un rinvio a giudizio per
peculato: secondo l'accusa, la dirigente avrebbe utilizzato l'auto di servizio per
568 viaggi tra Cefal e Palermo, addebitando il costo del pedaggio sul telepass
della Regione.
Su Giovanni Arnone, attuale dirigente delle Infrastrutture, pesa l'accusa
di disastro colposo e omicidio colposo plurimo: tra i quindici rinviati a giudizio
dalla Procura di Messina per l'alluvione di Giampilieri. Per Arnone quella di
Giampilieri non l'unica grana giudiziaria: tra i dirigenti regionali per i quali il
pm della Procura di Palermo Gaetano Paci ha chiesto il rinvio a giudizio per
abuso di ufficio. Accusa che pende pure su altri due dirigenti di punta:
Vincenzo Sansone, che guida il Dipartimento tecnico, e Sergio Gelardi che
invece ai Beni culturali. L'indagine riguarda il caso Gioacchino Genchi, il
dirigente della Regione che sei anni fa fu cacciato dall'assessorato all'Ambiente
dopo un giudizio di valutazione espresso da una commissione che a suo dire lo
avrebbe silurato senza contraddittorio. Questa vicenda - una guerra senza
esclusione di colpi tra i burocrati - di certo la meno grave per il governatore
Crocetta. Il portabandiera della guerra contro favoritismi, sprechi e illegalit ha
casi ben pi spinosi da affrontare. A partire proprio dalla condanna
pesantissima che ha colpito la Monterosso, finora difesa da Crocetta. Ma il caso
politico aperto.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/03/16/news/condannati_e_rinviati_
a_giudizio_i_burocrati_che_imbarazzano_crocetta-81105801/
ALLUVIONE 1 OTTOBRE 2009, C'E' ANCHE L'EX SINDACO DI MESSINA
BUZZANCA: 15 RINVII A GIUDIZIO E TRE PROSCIOGLIMENTI PER IL
DISASTRO DI GIAMPILIERI E SCALETTA
Rinviati a giudizio. Si terr un processo che - forse - dar giustizia alle persone
che si sono viste strappare come carne viva dal proprio corpo i loro cari. Una
colata di fango e detriti ha portato via 37 persone a Giampilieri nel 2009. I
familiari adesso aspettano un giudizio che nulla potr dare loro in termini di
conforto.

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Ma lo aspettano comunque con ansia. Intanto si aggrappano a ricordi, piccole


cose, oggetti. Come una macchina rimasta sommersa nel fango ma che il
proprietario ha voluto portare con s fino a Pordenone, dove vive. In quel
giorno, quando arriv a Giampilieri per cercare i suoi familiari e la sua casa,
intim a chi guidava una ruspa per liberare le strade - ormai irriconoscibili - di
non toccare la sua auto. Quella Panda era tutto quello che gli era rimasto a
Giampilieri.
Giovanni Arnone, dirigente dell'assessorato Territorio e ambiente della
Regione, l'unico degli imputati di questo processo in aula per ascoltare il
dispositivo del giudice, si aggira nei pressi dei familiari delle vittime di
Giampilieri, Scaletta Zanclea, Briga e Molino: il passo flemme, lo sguardo
spaesato, osserva i soffitti del Tribunale di Messina con l'aria del visitatore e
ascolta i discorsi che si fanno.
Le parole sono cariche di rabbia e rassegnazione. Entra un cancelliere e tutti i
parenti si alzano in piedi, si protendono verso il tavolo del giudice per non
perdersi neanche una parola. E' come fuoco che viene a contatto con il
ghiaccio, provocando sbuffi di fumo: il giudice dell'udienza preliminare,
Salvatore Mastroeni, parla di elementi sufficienti per sostenere l'accusa in
giudizio e rinvia a giudizio 15 persone per disastro colposo e omicidio colposo
plurimo.
Legge Mastroeni in aula: Vengono contestate condotte che hanno cagionato il
disastro ambientale, composte di omissioni, ritardi, errori e interpretazioni
riduttive del pericolo che invece era concreto, vista la precedente frana del
2007 che per miracolo non aveva provocato vittime.
I destinatari del provvedimento di rinvio a giudizio sono l'ex sindaco di Messina
Giuseppe Buzzanca, il sindaco di Scaletta Zanclea Mario Briguglio, l'ex dirigente
della Protezione civile regionale Salvatore Cocina, Gaspare Sinatra (ex
commissario straordinario del Comune di Messina), l'autore di uno studio
geologico sulle zone Antonino Savoca; Alberto Pistorio, Giuseppe Rago e
Francesco Grasso, redattori del piano stralcio di bacino per l'assetto
idrogeologico; Giovanni Arnone e Tiziana Flora Lucchesi, dirigenti della Regione
siciliana; i progettisti Francesco Triolo, Salvatore Di Blasi, Giovanni Garufi;
Salvatore Cotone, geologo; Giovanni Randazzo, autore della nota geologica a
supporto dei lavori di ripristino della funzionalit idraulica dei torrenti
Racinazzi, Divieto e Saponara.
Il gup ha anche chiesto che la Procura di Messina compia nuove indagini per
accertare ulteriori responsabilit, ad esempio sui fondi destinati fra il 2007 e il
2009 per la messa in sicurezza dell'area: 1,2 milioni di euro per il costone di
Giampilieri e 603mila euro stanziati nel 2004 dal Ministero dell'ambiente per
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creare una via di fuga a Scaletta. Perch che la situazione era grave se n'erano
accorti tutti, anche nelle istituzioni e nella protezione civile.
Scritto da Ilaria Raffaele
DALL'ANSA Il Gup di Messina Salvatore Mastroeni ha disposto 15 rinvii a
giudizio e tre proscioglimenti nell'ambito dell'inchiesta sull'alluvione del primo
ottobre del 2009 che colp particolarmente la frazione messinese di Giampilieri
e il comune di Scaletta Zanclea, oltre a paesi della zona ionica. Le vittime
furono 37. A giudizio, tra gli altri, l'ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, il
sindaco di Scaletta Zanclea Mario Briguglio, l'ex dirigente della Protezione civile
regionale Salvatore Cocina. Gli altri rinviati a giudizio sono Gaspare Sinatra, ex
commissario straordinario del Comune di Messina, Antonino Savoca, autore di
uno studio geologico; Alberto Pistorio, Giuseppe Rago e Francesco Grasso,
redattori del piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico relativo all'area
territoriale tra il bacino del torrente Fiumedinisi e Capo Peloro; Giovanni
Arnone e Tiziana Flora Lucchesi, dirigenti della Regione siciliana; i progettisti
Francesco Triolo, Salvatore Di Blasi, Giovanni Garufi, ; Salvatore Cotone,
geologo; Giovanni Randazzo, autore della nota geologica a supporto dei lavori
di ripristino della funzionalit idraulica dei torrenti Racinazzi, Divieto e
Saponara. Sono stati invece prosciolti i progettisti Carmelo Antonino Melato,
Agatino Giuseppe Manganaro e Stefano Bello. Sono 168 le persone offese,
compresi il comitato regionale di Legambiente e il Wwf Italia. Il Gup in aula ha
chiesto alla Procura ulteriori indagini perch emergerebbero poi altre presunte
responsabilit. (ANSA)
http://www.ilcarrettinodelleidee.com/sito/cronaca/item/1737-a-processo-peril-disastrp-di-giampilieri.html

Da sinistra: Giovanni Arnone,Dirigente del Servizio Assetto


del territorio e difesa del suolo della Regione Siciliana; Jean
Michel Olivieri,Colonel de Gendarmerie. Attach de Securit
de Interieure; Giovanni Avanti, Assessore allAmbiente e alla
Protezione Civile del Comune di Palermo; Mme Christine
MORO,Console Generale di Francia per il Sud; Dr.ssa Melita
Ricciardi; Giuseppe Maschio,Componente della Commissione
Nazionale Grandi Rischi; Jean Sylvain Magagnosc,Maitre de
Conferences Agrege, Departement de Geographie, Universite
de Poitiers;

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MAZZARR, DISCARICA INQUINANTE: DUE BUROCRATI REGIONALI INDAGATI


PER FALSO IDEOLOGICO
Nel mirino della procura di Barcellona Pozzo di Gotto Gianfranco Cannova, gi
in cella per l'indagine su rifiuti e tangenti, e Vincenzo Sansone. Nel 2009
rilasciarono un'autorizzazione alla societ TirrenoAmbiente che gestiva il sito.
Sotto inchiesta anche Armando Cappadonia, funzionario dell'Arpa
di MANUELA MODICA
Cinque avvisi di garanzia per reato ambientale e falso ideologico. Si estende
l'inchiesta della procura di Barcellona Pozzo di Gotto sulla discarica di Mazzarr
Sant'Andrea. Altre cinque persone risultano adesso indagate: tra loro, due
funzionari dell'assessorato regionale al Territorio e un funzionario dell'Arpa,
agenzia regionale per l'ambiente, per i quali viene ipotizzato il reato di falso
ideologico commesso da pubblico ufficiale.
Si tratta di Gianfranco Cannova, gi detenuto al Pagliarelli di Palermo perch
accusato di aver incassato tangenti per favorire alcuni imprenditori nel settore
delle discariche, eVincenzo Sansone, dirigente generale del dipartimento
regionale tecnico. A entrambi viene contestata un'autorizzazione rilasciata alla
societ che gestisce la discarica, la TirrenoAmbiente Spa, nel febbraio del
2009. Armando Cappadonia, funzionario dell'Arpa, invece indagato per
un'autorizzazione rilasciata nel 2006.
Dopo la richiesta di sequestro, firmata lo scorso 3 novembre e nella quale
risultavano indagati gli ex amministratori di TirrenoAmbiente Antonio Crisafulli,
Giuseppe Antonioli (gi con divieto di dimora in Sicilia a seguito di un'indagine
per corruzione di un dirigente regionale) e Pino Innocenti, il prossimo 16
dicembre la procura avvier una verifica, non ripetibile in dibattimento, per
accertare la presenza di eventuale inquinamento nel sito della discarica.
Le indagini si estendono anche a Sebastiano Giamb, ex sindaco di Mazzarr
Sant'Andrea, gi presidente del Cda di TirrenoAmbiente, oggi agli arresti
domiciliari dopo la condanna in primo grado nell'ambito dell'operazione Vivavio
della Dda di Messina, per concorso esterno in associazione mafiosa, e
Francesco Cannone, anche lui ex presidente del Cda della stessa societ. Per
loro la procura ipotizza il reato ambientale.
Si attende adesso la verifica disposta dalla procura per il prossimo 16
dicembre: a eseguirla sar l'ingegnere Francesco Melidoro, lo stesso che nel
rapporto del 17 settembre aveva rilevato: "Le acque sotterranee della discarica
presentano notevoli indici di inquinamento, sulle pareti della discarica esistono
situazioni di criticit correlate con fuoriuscita di percolato tali da generare locali
40 DI 61

profonde incisioni... e le condizioni precarie di equilibrio del corpo della


discarica... potrebbero portare fenomeni gravitativi o franosi di rilevante
pericolo per l'ambiente e per l'incolumit delle persone, i quali potrebbero
manifestarsi in un breve medio periodo di tempo, in occasione soprattutto di
intense precipitazioni atmosferiche".
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/12/09/news/mazzarr_discarica_inq
uinante_due_burocrati_regionali_indagati_per_falso_ideologico-102508090/
Messina,

discarica

di

Mazzarr:

un

altro

indagato

Un altro avviso di garanzia, lennesimo nella vicenda sulla discarica di


Mazzarr, ha colpito stamane Vincenzo Sansone, gi dirigente del dipartimento
Ambiente della Regione siciliana. Al funzionario viene contestato il reato di
falso ideologico in merito alla valutazione dellimpatto ambientale del sito.

LE VERIT DI MALTAURO SUGLI APPALTI SICILIANI


I magistrati della Procura di Catania hanno interrogato Enrico Maltauro su
vicende collegate alla costruzione di Etnapolis, il grande centro commerciale
privato, realizzato nei pressi di Catania con un project financing da 160 milioni
di euro. Limprenditore vicentino arrestato per gli appalti dellExpo stato
ascoltato come persona informata dei fatti, imputato in procedimento
connesso.
I sostituti etnei, che hanno in corso unindagine contro ignoti rubricata nel
2014, gli hanno chiesto se avesse mai incontrato o conosciuto i fratelli
Basilotta, alle cui aziende la Maltauro Costruzioni aveva affidato in subappalto
alcuni lavori per Etnapolis. I Basilotta sono riusciti ad aggiudicarsi in questi
anni importanti opere nel catanese, nellagrigentino e nel nisseno e uno dei
fratelli Vincenzo fu arrestato nel 2005 nel corso di uninchiesta su mafia,
appalti e politica. I magistrati sospettavano che fosse organico alla famiglia La
Rocca, rappresentante del clan Santapaola-Ercolano nel territorio di
Caltagirone. Vincenzo Basilotta stato condannato in secondo grado per
associazione mafiosa, ma la Corte di Cassazione ne ha rinviato il processo in
Corte
dAppello.
Maltauro ha varcato lo Stretto dopo avere acquisito le attivit dei Graci e dei
Costanzo, i costruttori catanesi che, insieme ai Finocchiaro e ai Rendo, si erano
affermati in Sicilia negli anni 70 e 80. E attualmente sotto processo a
Messina con laccusa di avere corrotto Giuseppe Chiofalo, un ingegnere del Pd,
ex responsabile della segreteria tecnica del sottosegretario ai Trasporti Raffaele
Gentile. Per favorire le proprie aziende, Malaturo gli avrebbe allungato del
denaro a mezzo bonifico bancario sul conto corrente appositamente aperto dal
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Chiofalo a nome del centro studi Cetras e dalla societ Ambiente e Sicurezza.
Il procedimento messinese nasce da uno stralcio dellinchiesta di Catania
sulluso di cemento depotenziato nei lavori per la metropolitana etnea. Allinizio
dellinterrogatorio i magistrati hanno anche accennato di sfuggita al porto di
Riposto, un altro appalto siciliano in cui presente la Maltauro, ma hanno
subito lasciato cadere largomento. Ci lascia supporre che linchiesta possa
spingersi oltre Etnapolis. Al Sole-24 ore risulta, infatti, che il 20 febbraio di
questanno dal dipartimento tecnico della Regione siciliana, diretto da Vincenzo
Sansone, sia partita una denuncia per presunte irregolarit negli appalti dei
porti di Acitrezza e di Riposto, e che tra i destinatari dellesposto vi fossero,
accanto al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e alla Procura della
Corte dei Conti, anche le Procure della Repubblica di Catania e Palermo e la
Procura
generale
di
Palermo.
La contestazione riguarda la modalit di affidamento dei lavori per trattativa
privata da parte del dipartimento Infrastrutture. Il caso pi eclatante quello
del porto di Riposto, dove gli originari aggiudicatari della gara la Ira, oggi dei
Maltauro, e la Silva, poi fallita , dopo avere subito dal committente pubblico
la rescissione del contratto per inadempienza, riottennero nel 2009
laffidamento degli stessi lavori per trattativa privata, con ribassi molto inferiori
ai
precedenti
e
quindi
con
maggiori
utili.
Una norma nazionale recepita dalla Regione consentirebbe di adottare questo
tipo di procedura, purch i lavori siano per concessi allo stesso prezzo del
contratto rescisso: condizione che non ricorre nel caso di Riposto. Caso
analogo, lappalto del porto di Acitrezza: prima aggiudicato alla Silva, poi
rescisso e in seguito riaggiudicato in modo privato. Non sappiamo quanti e
quali opere siano state appaltate con identiche modalit. Sappiamo solo che le
due gare in questione sono state gestite da uno stesso ufficio del dipartimento
Infrastrutture diretto da Giovanni Arnone.
Insomma, dopo linterrogatorio di Enrico Maltauro, linchiesta della Procura di
Catania potrebbe espandersi a macchia dolio e finire per coinvolgere la
Procura di Palermo, dove peraltro la questione di Acitrezza e di Riposto fu
sollevata qualche anno fa da uno zelante dirigente regionale, dal cui esposto
era scaturita unindagine poi archiviata.
da http://www.ilsole24ore.com

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MI CHIEDO MA IN SICILIA CE QUALCUNO CHE PAGA SE COMMETTE


REATI?
PROGETTI REDATTI AL SEMPLICE SCOPO DI ACCEDERE A FINANZIAMENTI, LE
FINALITA DI TALI PROGETTI NON SARANNO CERTAMENTE VOLTI A
RISOLVERE ALLA RADICE I PROBLEMI PER CUI SONO STATI REDATTI I
PROGETTI.
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CREAZIONE DI DIPARTIMENTI, UFFICI SPECIALI NOMINA DI DIRETTORI


VICEDIRETTORI IMPIEGATI USCIERI SPESE DI RAPPRESENTANZA, PER SE PER
MOGLI FIDANZATE AMANTI ESCORT VIAGGI MISSIONI AUTISTI
LULTIMA DI CUI PARLA LARTICOLO : SI STUDIA LE AREE SENSIBILI DA
MONITORARE E NON SI INSTALLANO LE CENTRALINE PER IL
MONITORAGGIO
NELLE AREE DA BONIFICARE DI GELA SIRACUSA MELILLI AUGUSTA
BUTERA SOLARINO FLORIDIA . (parliamo dei finanziamenti 140 miliardi
erano lire 1995) SI FINANZIANO SI NOMINANO
COMMISSARI STRAORDINARI SI ISTITUISCONO UFFICI SPECIALI nulla
dato sapere in merito a utilizzo, disponibilit residue, interventi effettuati e
risultati.

IN COMPENSO I CITTADINI DI QUELLE AREE CONTINUANO A MORIRE ED


AMMALARSI DI MALATTIE ONCOLOGICHE LE FALDE ACQUIFERE SONO
INQUINATE I TERRENI PIENI DI VELENI
ALLA ITALCEMENTI DI ISOLA DELLE FEMMINE VIENE
CONCESSA LAUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE RISULTATO DI
FATTO UN ATTO NULLO IN QUANTO FIRMATO DALL'INGEGNERE VINCENZO
SANSONE CHE NON RISULTAVA ESSERE DIRIGENTE RESPONSABILE DEL
SERVIZIO VIA-VAS IL 17 LUGLIO 2008

IL DIRIGENTE GENERALE PRO TEMPORE ARCH PIETRO TOLOMEO


CHE APPROVAVA IL CONTRATTO DI LAVORO, ALLING SANSONE VINCENZO
FINO AL 16 DICEMBRE 2008 DATATO 17 DICEMBRE 2008 (DDG N. 1474),
CIO RISULTA ESSERE STATO ADOTTATO 5 MESI DOPO LAUTORIZZAZIONE
CONCESSA DALLING. SANSONE ALLA ITALCEMENTI. LING. SANSONE ALLA
DATA DI EMANAZIONE DEL DRS N. 693, IL 17 LUGLIO 2008, NON AVEVA IL
TITOLO N IL POTERE OCCORRENTI A FORMALIZZARE IL PROVVEDIMENTO
DELLAIA.
BISOGNA COSI PRESUMERE CHE LO STABILIMENTO DELLA ITALCEMENTI DA
ANNI OPERA IN UN REGIME NON AUTORIZZATORIO CONTRO in violazione
della normativa nazionale e comunitaria IN MATERIA DI AMBIENTE
Le prescrizioni previste nell'autorizzazione Integrata Ambientale concessa al
Italcementi prevedono tempi e modalit di superamento penna la decadenza
del decreto stesso , ad oggi nulla dato conoscere quali delle prescrizioni
previste sono state superate ed i relativi provvedimenti adottati (vedasi
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centraline per il monitoraggio della qualit dellaria oppure ladozione delle


migliori tecnologie e.
TUTTO CIO PARTE PENSATE DALLASSESSORATO TERRITORIO ED AMBIENTE
DELLA REGIONE SICILIA DOVE NEL TEMPO SI SONO AVVICENDATI UN
NUMERO CONSIDEREVOLE DI ASSESSORI CHE NATURALMENTE SI
PORTAVANO DIETRO UNA SERIE DI DIRIGENTI VICEDIRIGENTI DIRETTORI
CAPIGABINETTO (ALCUNI DI QUESTI SIGNORI HANNO CONOSCIUTO LE
SCALE DI DIVERSE ROCURE DELLA REPUBBLICA DA INDAGATI SE NON SONO
STATI OSPITATI NELLE PATRIE GALERE
CE DA PENSARE CHE A LIVELLO ELETTORALE PER LA ELEZIONE
DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA GARANTIRSI IL CONTROLLO
DELLASSESSORATO TERRITORIO AMBIENTE DIVENTA DETERMINANTE, LO
DIMOSTRA LAVVICENDARSI NEL TEMPO DI DIVERSI PRESIDENTI DI
REGIONE DI TUTTI I COLORI POLITICI IN ASSESSORATO ERRITORIO
AMBIENTE TUTTO CAMBIA AFFINCH NULLA CAMBI. ALLA REGIONE SICILIA
NON DIFFICILE TROVARSI NELL'UFFICIO DI GABINETTO CHI HA RICOPERTO
IN PASSATO LA FUNZIONE DI ASSESSORE OPPURE IL DIRIGENTE GENERALE
CHE DIVENTA ASSESSORE SI VERO SOLO PER POCHE SETTIMANE AL
MOMENTO OPPORTUNO SI TIRA FUORI IL DOSSIER CHE LO RIGUARDA
E UAL LO SI COSTRINGE ALLE DIMISSIONI. SENZA USCIRNE DAL CERCHIO
MAGICO. UNA SEDIA E SEMPRE GARANTITA E QUALORA NON VI FOSSE AL
MOMENTO DISPONIBILIT ECCO CHE SI CREA UN UFFICIO SPECIALE CON
UN DIRIGENTE UN DIRETTORE UNA SEGRETARIA UNO DUE IMPIEGATI
TELEFONI TELEFONINI MACCHINA BLU E PREMI DI RISULTATI. NEL
DOMANI VE CERTEZZA!!!!!!!!!!!!!!!
E DAI TERRITORI I SINDACI GLI ASSESSORI I CONSIGLIERI NULLA HANNO
DA DIRE DI FRONTE A QUESTO DISASTRO MORALE CIVILE ED AMBIENTALE?
Il Sindaco CHE deve conoscere la condizione di SALUTE della popolazione
CHE deve attivare/implementare iniziative/strategie di promozione della
SALUTE stessa, CHE deve, adottare provvedimenti se questa minacciata
(per es. emanare ordinanze contingenti ed urgenti, con efficacia estesa al
territorio comunale, in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica).
La tutela e la promozione della SALUTE dei cittadini da considerarsi come la
missione del Sindaco e del Consiglio Comunale, la visione strategica per tale
missione non pu prescindere dal concetto dinamico e dal concetto olistico
della SALUTE, n dalla collaborazione con le altre Istituzioni coinvolte (Regione,
ASL, etc.).
IN SICILIA SI DICE.
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Chista a zita
Pino Ciampolillo

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Rischio idrogeologico: 104 milioni da spendere, usati solo 50mila euro


La Regione ne aveva chiesti oltre 400, ne ha ottenuto un quarto. Che
tra software e progetti fermi, rischiano di tornare a Bruxelles
di ANTONIO FRASCHILLA
Giri di valzer continui tra i dirigenti, competenze divise tra una miriade di enti
ed ecco ilrisultato: il caos nella gestione dei fondi destinati alla mitigazione e
prevenzione dei rischi idrogeologici e sismici. Un comparto nel quale
nonostante il fiume di denaro messo a disposizione dell'Unione europea accade
che in alcuni assi, come quello sulle infrastrutture e i presidi, a fronte di una
dotazione iniziale di 104 milioni di euro a sette anni dall'inizio della
programmazione la spesa certificata sia di appena 50 mila euro, come sostiene
la Programmazione. Un comparto dove accade poi che non vi siano fondi per
piazzare la nuova rete di controllo delle piogge, fondamentale per il
monitoraggio idrogeologico, e che invece siano stati spesi 8,3 milioni di euro
con Sicilia eRicerca per la cartografie e il sito web che dovrebbe alimentarsi
proprio con le centraline che non ci sono. Un comparto, quello sotto la grande
voce dissesto idrogeologico, che vede l'assessorato Territorio e ambiente aver
speso appena un terzo dei fondi a disposizione senza aver mai stanziato un
euro in frane note da anni, come quella di Caltavuturo per non parlare delle
zone a rischio come Barcellona Pozzo di Gotto. Soldi non spesi, soldi sprecati,
soldi che rischiano di tornare a Bruxelles: cos in fumo stanno andando almeno
50 milioni di euro.
L'ARTICOLO COMPLETO SUL GIORNALE IN EDICOLA E SU REPUBBLICA+
http://palermo.repubblica.it/hermes/inbox/2015/06/20/news/rischio_idrogeolo
gico_104_milioni_da_spendere_usati_solo_50mila_euro117262477/?ref=search
Frana viadotto: Anas, commissione per accertare responsabilit
PALERMO Anas e un patrimonio del
Paese e il mio mandato e quello di
valorizzarla, per farla tornare ad essere
un motore dello sviluppo. Per realizzare
questo obiettivo, bisogna invertire il
processo che ha portato questi fatti ad
accadere. Cosi il presidente dellAnas
Gianni Vittorio Armani commenta la
relazione degli ispettori del ministero delle Infrastrutture sulla frana che ha
danneggiato il viadotto Imera dellautostrada A19 Palermo-Catania, percio
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interrotta dallaprile scorso. La tutela della rete stradale che abbiamo in


concessione -afferma Armani e un obiettivo fondamentale per lazienda e su
questo non consentiro che si deroghi piu. Paghiamo anni di gap di
manutenzione delle strade e del territorio, per la scarsita dei fondi. Ho gia
dato disposizioni alla struttura aziendale di incrementare il monitoraggio sullo
stato di conservazione delle oltre 12 mila opere darte della nostra rete (ponti,
viadotti e gallerie) e, con il sostegno del Governo e del ministro delle
Infrastrutture Graziano Delrio, vareremo un grande piano di manutenzione
straordinaria per intervenire rapidamente, partendo dalle situazioni piu
urgenti, come la A19. In questo ambito, sara fondamentale anche la
collaborazione con gli enti preposti alla tutela del territorio, come la Protezione
Civile. Anas -conclude Armani- verifichera cosa non ha funzionato e le
responsabilita di quello che e accaduto sulla A19. Una commissione interna
aziendale, da me istituita, in tempi brevi presentera le sue conclusioni.
(84)
Redazione | 20 giugno 2015
http://www.ilfattonisseno.it/2015/06/frana-viadotto-anas-commissione-per-accertare-responsabilita/
PDF

IL POPOLO INQUINATO NON PIANGE, MA LOTTA WE SHALL OVERCOME


TGR - Sicilia
venerd 22 agosto 2014
TG3 Padre PALMIRO PRESUTTO 23 AGOSTO 2014 di isolapulita

IL POPOLO INQUINATO NON PIANGE, MA LOTTA WE SHALL OVERCOME


A sua eccellenza il prefetto di Siracusa
Al portavoce M5s Commissione Ambiente della camera dei deputati on. Claudia
Mannino
Al portavoce M5s Commissione Affari sociali e Sanit della camera dei deputati
on. Giulia Grillo
All'assessore regionale all'Ambiente Maria Rita Sgarlata
All'Assessore regionale alla Sanit Rita Borsellino
Al presidente IV Commissione Ambiente Ars Giampiero Trizzino
Al portavoce M5s Commissione Antimafia Ars on. Stefano Zito
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Ai sindaci del quadrilatero industriale: Rizza, Palmeri, commissari di Augusta


Alla procura di Siracusa
Alle procure antimafia Palermo
Alla corte dei conti
Alla comunit Europea
Il 15 aprile dello scorso 2013 una delegazione del movimento 5 stelle di
Siracusa, Melilli, Priolo, Augusta, guidata dalla dott.ssa Mara Nicotra,
ricercatore
esperto in problematiche ambientali della IV Commissione Ambiente M5S
Siracusa, incontra il presidente della IV Commissione Ambiente dell'Ars
Giampiero Trizzino (M5S) per attenzionare l'inquinamento industriale dell'aria
siracusana di natura delle raffinerie.
La Nicotra spiega a Trizzino, con dati scientifici alla mano, che taluni degli
inquinanti emessi in atmosfera dalle industrie petrolchimiche ed immessi
nellaria ambiente, anche potenzialmente ad attivit cancerogena con possibili
conseguenti effetti sulle comunit limitrofe alla fonte di emissione, non sono
normati dall'attuale decreto nazionale (155/2010) sulla qualit dell'aria
ambiente.
Tra laltro, parte di essi vengono emessi nel corso degli sfiaccolamenti continui
delle torce degli impianti, le quali, ben visibili anche a distanza, restano accese
senza apparente motivo data la loro funzione di sistemi di sicurezza. Da ci
deriva la necessit che nelle aree industriali oltre ai classici inquinanti dellaria
ambiente urbana, come NOx e SO2, assumono particolare incidenza anche
altre sostanze, tipo benzene orario, acido solfidrico, specifici idrocarburi non
metanici e mercaptani, abbondantemente presenti, ogni ora del giorno, come
ampiamente rilevato, nelle aree a rischio siciliane.
Il problema non sta ovviamente nella predisposizione di qualche decreto,
spiega Gioacchino Genchi, chimico gi dirigente del Servizio Tutela
dallinquinamento atmosferico del dipartimento ambiente della regione
siciliana
come si ricorder rimosso dallincarico per non aver, tra laltro, concesso la
realizzazione di un mega inceneritore (500 mila tonnellate) che doveva sorgere
a Punta Cugno dentro lo stabilimento Enel Augusta, accanto ad altri 4 grandi
impianti di combustione, Gespi, Oikothen, Buzzi, Unicem, ma nella assenza
totale di un piano complessivo di risanamento ambientale, nonostante che nel
1995 fossero stati predisposti i piani per le aree a rischio di Siracusa e Gela ed
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il Ministero dellAmbiente avesse stanziato per essi 100 e 40 miliardi di lire, il


cui utilizzo rimane ancora materia oscura.
Analoga la situazione per la terza area della regione dichiarata a rischio nel
2002 che comprende i 6 comuni del Comprensorio del Mela. In questo caso
il piano di risanamento non mai stato redatto ed i 7.500.000 euro stanziati
dallARTA per il piano e gli interventi formano anchessi materia oscura.
Nel 2007, invece, lARTA approva con un decreto assessoriale un
c.d. piano regionale di risanamento ambientale dell'aria, che alla prova dei fatti
risulta il frutto di un copia incolla dellomologo della regione Veneto (peraltro
gi
bocciato dalla Commissione Europea) e di numerosi altri documenti. Si apre un
putiferio mediatico, partono le inchieste, ma il piano ancora, incredibile ma
vero, sul sito web dellARTA, nonostante le numerose audizioni e processi in
atto, che confermano l'irresponsabilit dei soggetti controllori.
Su questa vicenda il deputato all'Ars (M5S) Stefano Zito presenta 2
interrogazioni parlamentari e in un tavolo prefettizio dichiara che nel
quadrilatero siracusano oltre ad non esserci i dovuti controlli negli impianti,
carenti e poco attendibili sono le centraline sulla qualit dell'aria, considerato
che su 365 giorni lanno funzionano forse per la met..
Si evidenzia anche il grande conflitto di interessi che esiste tra ASP-industrie e
comuni del quadrilatero industriale siracusano. Nel senso che non solo manca
una normativa ad hoc riguardante l'inquinamento industriale dell'aria che si
respira, ma i comuni consentono ancora all'industria, attraverso il Cipa
(Consorzio per la protezione Ambiente degli industriali), di stare all'interno di
una rete di rilevamento pubblica attraverso un protocollo di intesa istituito nel
2005 per contrastare tale inquinamento.
Ci chiediamo: normale che chi deve essere controllato diventi controllore di
se stesso?
E normale che l'industria attraverso il Cipa, il cui presidente anche il
coordinatore del registro tumori della Sicilia orientale, debba controllare la
qualit dell'aria delle centraline della provincia alla stessa stregua di una Arpa,
che lorgano di controllo istituzionale? Ma allora per questo motivo che l'Asp
Siracusa non fa correlazioni tra il dato ambientale e patologie tumorali
nonostante Arpa e provincia inviano loro i dati degli inquinanti petrolchimici
non normati ma comunque rilevati?
Ma come fanno i sindaci che rappresentano la massima autorit sanitaria a non
intervenire quando si verifica un picco orario di benzene (ben noto
50 DI 61

cancerogeno) o quando sanno chi delle industrie ha causato lincidente o


emesso sostanze chimiche maleodoranti?
Come fanno a tacere e non intervenire sapendo che la gente del quadrilatero
sta morendo di cancro?
Ma perch ogni qualvolta che si registra uno sforamento di PM10 subito scatta
lallarme e invece per il benzene, lH2S e gli idrocarburi non metanici, mai?
Non mai avvenuto neanche quando esisteva il decreto regionale 888/17
detto codice di autoregolamentazione, che avrebbe dovuto far abbassare alle
aziende lemissioni di idrocarburi non metanici ogni qualvolta superavano 200
ug/m3 ogni 3 ore. Ma questo limite era vincolato allOzono, quindi il tutto si
attribuiva allo smog urbano. In ogni caso tale decreto non ha mai funzionato!
Ma chi sono i Sindaci? Politici alla stessa stregua di tutti gli altri che occupano
posti di governo o di opposizione a Palermo e a Roma e che fino ad oggi non
hanno mosso un dito per risolvere il problema. Dallo stato dellarte emerso dai
dati dello scorso convegno del 25 luglio possiamo ancora fidarci della politica?
Vorremmo dire di si, ma abbiamo perso ogni speranza, ed allora riversiamo
tutta la nostra aspettativa verso le Procure, e gi un primo segnale forte lo
abbiamo ottenuto. Non a caso il 25 luglio al convegno abbiamo avuto lonore e
il piacere di vedere la presenza del dott. Francesco Paolo Giordano, procuratore
capo della procura del tribunale di Siracusa che ascoltava le relazioni scottanti
dei nostri relatori, ove emergevano situazioni veramente drammatiche, come
ad esempio il caso per cui ogni ora del giorno si registrano concentrazioni
cancerogene di benzene soprattutto a Priolo.
Si evidenziano i giorni: 25 dicembre 2009 ove la popolazione priolese stata
costretta a respirare per ben 15 ore consecutive oltre 450 ug/m3 di benzene e
l'8 marzo 2013 per la festa delle donne in cui si riscontrano oltre 700 ug/m3 di
benzene per 19 ore consecutive (Nicotra, 2014-Che aria tira nel quadrilatero
siracusano? Un decreto per normare-pubbl. Convegno 25 luglio Siracusa).
Ci viene di affermare che questo un omicidio se ci dovesse venire un cancro
(cit. Don Palmiro Prisutto), poich la soglia cancerogena espressa dalla
letteratura scientifica non deve superare 260 ug/m3 di benzene al giorno che
equivale ad una soglia bassa di benzene di 0,26mg/m3 (Crum & Allen 1984;
Paxton et al. 1994) .
La conferma che esiste un nesso tra cancro e inquinamento industriale stato
il tema della relazione del prof. Burgio dellECERI.
Queste sostanze, a Priolo, tra laltro, sono presenti contemporaneamente nelle
stesse ore del giorno ad altri composti tossici e odorigeni, quali lidrogeno
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solforato e talune classi di idrocarburi non metanici. Stessa situazione si


riscontra ad Augusta, Melilli e Belvedere.
Dalla correlazione dei dati monitorati in ciascuna di queste stazioni viene fuori
che all'aumentare dell'H2S aumentano in modo esponenziale anche gli
idrocarburi non metanici, mentre, a Melilli, a differenza di Priolo, all'aumentare
del benzene aumenta in modo esponenziale l'H2S.
Tali dati vengono confermati in maniera ancora pi incisiva dal direttore
dell'Arpa Siracusa dott. Gaetano Valastro, il quale, da relatore anch'egli al
convegno, ha anche lamentato che ogni anno alla struttura vengono diminuite
sempre pi risorse umane e finanziarie.
Sar un caso?
Ci chiediamo: voluto da chi?
Perch la regione siciliana non intervenuta negli anni sugli aspetti gestionali
dellARPA?
Perch lARTA non ha esercitato, come dovuto, la vigilanza sulloperato
dellARPA, sulla deriva dei controlli ambientali, ecc. , che via via ne hanno
depotenziato le gi limitate attivit a tutto vantaggio dei controllati?
In un documento Arpa (vedi allegato) pervenuto allAssemblea Regionale
Siciliana su richiesta dellon. Angela Foti della IV Commissione Ambiente
emerge che il benzene nelle stazioni industriali siracusane supera quasi sempre
il limite annuale che 5 ug/m3 (decreto 155/2010).
Se cos , allora come si spiega che il prof. Sciacca presidente Cipa e del
registro tumori di mezza Sicilia possa affermare che laria della zona industriale
di Priolo, Melilli e Augusta OK?
Che le polveri sottili derivano dal deserto e che tumori derivano dai metalli
pesanti dellEtna?
Non vi sembrano queste affermazioni offensive per il POPOLO INQUINATO?
Ad Augusta Don Palmiro Prisutto ogni 28 del mese celebra una messa funebre
ricordando quanti giovani e bambini muoiono per cancro. Don Palmiro sta
dimostrando che ogni 2 decessi uno morto per cancro.

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Il 18 maggio 2013 Melilli (SR) viene invasa dallennesima nube tossica di


mercaptani L'odore nauseabondo gi ad una concentrazione di oltre 20 ug/m3
dalle ore 12 alle ore 22:30 circa, infastidisce parecchi residenti e come al solito
le industrie del petrolchimico siracusano davano come risposta al prefetto e al
sindaco di Melilli Pippo Cannata "qui tutto a posto".
Come se non sapessimo che solo 2 raffinerie nel territorio siracusano: Esso e
Isab producono tale sostanza.
Due giorni dopo allIsab impianti Nord muore un operaio di Priolo per aver
respirato in maniera off limits dell'acido solfidrico probabilmente ad una
concentrazione oltre 500 ppm, proveniente da un guasto dell'impianto da cui
veniva prodotto questo gas dallazione tossica simile allacido cianidrico. E se
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per un verso levento luttuoso ripropone ancora una volta in maniera


drammatica il problema della sicurezza degli impianti ad alto rischio di incidenti
rilevanti, per altro verso va considerato che le concentrazioni misurate a Melilli,
Priolo e Belvedere dellacido solfidrico vanno oltre 70 ugNm3 e cio oltre la
soglia odorigena fissata dall'OMS che e' 7ug/Nm3. Un ulteriore conferma alla
richiesta che detto inquinante, normato in fase emissiva, debba trovare
altrettanti limiti normativi, in atto mancanti, anche a livello di aria ambiente.
Ci chiediamo a cosa servono i controlli alle emissioni, ammesso che siano
sufficientemente adeguati, se le multinazionali titolari degli impianti se ne
infischiano di sistemare i loro impianti nel rispetto delladozione delle migliori
tecnologie disponibili e la fanno sempre franca anche quando ci scappa il
morto?
A seguito di questo incidente il 26 maggio 2013 la IV Commissione Ambiente
della regione siciliana si riunisce ad un tavolo tecnico al comune di Melilli e,
acquisito lo stato dell'arte sulla cattiva qualit dell'aria del quadrilatero
industriale, il presidente Trizzino e il deputato Zito fanno notare ai presenti
(industrie, deputati regionali, Arpa, Asp, Sindacati, Sindaci) che evidente che
c' stato uno spreco di denaro pubblico dagli anni 90 ad oggi e che un
intervento di risanamento e/o di bonifica non stato mai fatto. Gli stessi dopo
qualche giorno sporgono denuncia, specificando che nel territorio di Siracusa
sono spariti in totale 100 miliardi delle vecchie lire del piano di risanamento
mai attuato in questarea cos come i 40 miliardi per larea di Gela, ricordando
anche le mancate bonifiche per le quali nel 2005 vennero stanziati 770 milioni
di euro dallallora ministro dellambiente Prestigiacomo Si ricorder, infatti, che
laccordo di programma prevedeva anche la riconversione e riqualificazione
degli impianti, le bonifiche sia per i fondali al mercurio della rada di Augusta
che per i suoli e i pozzi al benzene di Priolo, oltre che la previsione di dare
respiro pure al Porto Grande di Siracusa e complessivamente allintera area
industriale. Purtroppo apprendiamo dai tavoli tecnici prefettizi che
quell'accordo di programma non and avanti perch solo Isab partecip alla
transazione con ben 30 milioni di euro. In un siffatto scenario dove il principio
del chi inquina paga platealmente violato gli unici a pagare, con la vita
per, sono i residenti e gli operai che lavorano negli stabilimenti industriali.
Tutto ci pure scritto nellAtlante regionale sanitario e gli studi epidemiologici
di recente pubblicazione su Sentieri ne confermano la veridicit.
Le inchieste e le interrogazioni parlamentari di Stefano Zito continuano, cos
come quelle dell'on. Amoddio, dalla quale attraverso la stampa si apprende che
di quei 770 milioni di euro ne sono rimasti solo 50 mila nei fondi CIPE. Ci
chiediamo: il resto in quale tasca sono finiti?
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Nel frattempo montano le proteste e le azioni legali del "popolo inquinato" di


Gela, Milazzo e Priolo. Un consigliere comunale Giuseppe Marano viene
denunciato da ENI per procurato allarme ad un risarcimento di 400 mila euro,
mentre a Gela la stessa ENI chiede a David Melfa un risarcimento di un milione
di euro per lo stesso motivo.
E mai possibile che quando c' qualcuno che difende la salute dei cittadini
viene perseguitato piuttosto che protetto?
Sar vero che a distanza di 9 lunghi e funesti anni il ministero all'Ambiente
mette a disposizione i primi 115 milioni di euro per le bonifiche del Sin di
Priolo?
Oppure solo passerella politica come successo in passato con i soldi della
bonifica della rada di Augusta? basteranno?
O sono stati stanziati solo sulla carta come precedentemente fatto?
E gli altri soldi, quelli sbandierati nel 2005 dall'ex ministro all'ambiente
Prestigiacomo durante la sua bella campagna elettorale chi li ha intascati?
Certo di stranezze se ne vivono tante al punto tale che il successore della
Prestigiacomo, Clini, stato arrestato per aver intascato mazzette per 600
milioni di euro inerente lo scandalo idrico che lo legava alla Libia.
Il 13 settembre Mara Nicotra, cittadina anch'essa del popolo inquinato di
Siracusa, Priolo, Melilli e Augusta, stanca di morire di puzza e di veder morire
amici, genitore e parenti di cancro a causa degli inquinanti industriali immessi
nell'aria, presenta a sua eccellenza il prefetto di Siracusa un esposto, con tutta
una serie di proposte operative da realizzare al pi presto possibile nel nostro
territorio. Come per es. implementare centraline di rilevamento aria;
estromettere il Cipa dalla rete pubblica di monitoraggio dell'aria; potenziare
Arpa Siracusa di risorse umane e finanziarie; realizzare un Simage con
telerilevamento e sistema delle emergenze; realizzare una
normativa riguardante, a livello di immissioni nellaria ambiente gli inquinanti
odorigeni e cancerogeni di derivazione delle raffinerie con sistemi di allarme e
sanzioni previste per le industrie ree; far correlare allAsp il dato ambientale
con patologie tumorali; eliminare leffetto bolla dai camini;
adottare sistemi efficaci di controllo quali-quantitativi degli inquinanti emessi
dalle torce, realizzare piano di risanamento aria; riconvertire impianti verso
una chimica verde. Ma ad oggi non si fatto nulla.
Il 26 settembre 2013 lon. Trizzino convoca a Palermo un'altra Audizione di
Commissione per far rimuovere dal sito web dellARTA quell'indecoroso piano di
risanamento regionale dell'aria frutto del copia e incolla dal piano della regione
Veneto e da altre fonti, tanto denunciato da numerose associazioni
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ambientaliste (Legambiente, Decontaminazione Sicilia, AugustAmbiente, Isola


Pulita, CGIL, ecc.) chiamando a rispondere l'assessore all'ambiente regionale
del tempo Mariella Lo Bello, In quel contesto, fu chiesto all'assessore Lo Bello
di rimuovere quel piano e fu posto il problema di intervenire a livello normativo
su taluni inquinanti caratteristici dellaria ambiente nelle aree industriali.
L'assessore fu costretta ad ammettere la copiatura di parti del piano e si
impegn a convocare a breve termine un tavolo tecnico per le questioni
normative. Da li a poco, in una successiva audizione, l'assessore si rimangi
ogni cosa e non diede poi seguito a nessuno degli impegni presi.

Da allora (dicembre 2013) un'altra audizione su questo tema non si pi fatta.


Il 20 maggio 2014, Mara Nicotra, vittima di un altro cancro in famiglia, muore
il fratello Mauro di anni 57, rompe il silenzio assordante da parte della regione
siciliana, e sempre pi imperterrita presenta una denuncia alla procura di
Siracusa, allegando i risultati di uno studio sulla cattiva qualit dell'aria e del
grosso conflitto di interessi che si muove tra industria, politica e Asp.
Nel frattempo la procura rinvia a giudizio Isab per aver avvelenato le falde
acquifere di Melilli e per aver riscontrato ettari e ettari di terreno che galleggia
sugli idrocarburi.
Ora il "popolo inquinato" di Siracusa, Priolo, Melilli, Augusta, Gela e Milazzo
dice basta a questo sterminio generato da un sistema di criminalit politicomafiosa organizzata e pretende di essere ascoltato. Sta a Lei caro assessore
Sgarlata dimostrare nei fatti e con azioni concrete di non volere seguire le
strade battute dai suoi predecessori. Sta a Lei dimostrare di voler portare
avanti tutte quelle azioni tecniche, scientifiche, legali e legislative cui i suoi
predecessori si sono sottratti di adempiere. Ritiri una volta per tutte lobbrobrio
del piano copiato, avvii, anche con la collaborazione delle associazioni
ambientaliste e dei comitati civici, la realizzazione di un piano di risanamento
ambientale sulla qualit dellaria che affronti, tra le prime problematiche, la
valutazione a livello di immissioni nellaria ambiente di limiti tabellari alle
sostanze odorigene e cancerogene dei petrolchimici. Una bozza di proposta
stata illustrata al convegno del 25 luglio a Siracusa dalla dott.ssa Nicotra.
IL POPOLO INQUINATO NON PIANGE, MA LOTTA WE SHALL OVERCOME
Popolo inquinato del quadrilatero siracusano
Popolo inquinato di Gela
Popolo inquinato di Milazzo
Meetup "Costruiamo insieme M5S Siracusa"
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IV Commissione Ambiente meetup "Costruiamo insieme M5s Siracusa"


Comitato Ambiente Belvedere
Movimento 5 stelle Priolo
Movimento 5 stelle Melilli- Villasmundo- Citt Giardino
Movimento 5 stelle Augusta
AugustAmbiente
Decontaminazione Sicilia
ECERI
Comitato Cittadino Isola Pulita
Firmatari referenti impegnanti nella battaglia in prima persona:
Arturo Andolina referente popolo inquinato del quadrilatero siracusano
David Melfa: referente popolo inquinato di Gela
Giuseppe Marano referente popolo inquinato di Milazzo
Rosario Messina portavoce del meetup Costruiamo insieme M5S Siracusa
Mara Nicotra: referente IV Commissione Ambiente meetup Costruiamo
insieme M5S Siracusa
Massimo Marino referente Comitato Ambiente Belvedere
Giorgio Pasqua portavoce M5S Priolo
Domenico la Scala portavoce del M5S Melilli-Villasmundo-Citt Giardino
Giusy Chiaramonte portavoce del comitato Priolo Verde
Padre Palmiro Prisutto
Mauro Caruso attivista M5S Augusta
Luigi Solarino presidente AugustAmbiente
Pino Pisani presidente
Decontaminazione Sicilia
Gioacchino Genchi, gi dirigente chimico Regione Siciliana
Mario Casella responsabile mailing list Decontaminazione Sicilia
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Ernesto Burgio ricercatore e responsabile ECERI


Pino Ciampolillo Comitato Cittadino Isola Pulita
Premesso che:
- con D.P.C.M. del 30/11/1990, cio quasi 25 anni fa, i territori dei comuni di
Siracusa, Priolo, Melilli, Augusta, Floridia e Solarino e quelli dei comuni di Gela,
Butera e Niscemi venivano dichiarati Aree ad Elevato Rischio di crisi
Ambientale;
- con due D.P.R. del 17/01/1995, cio pi di 19 anni fa, venivano approvati i
rispettivi Piani di Disinquinamento, destinando loro, nellordine, le somme di
100 e di 40 miliardi di lire;
- a gennaio del 1996 venivano istituiti i Comitati di Coordinamento per le due
Aree per lattuazione dei Piani;
- a novembre del 1996 il Ministero dellAmbiente trasferiva alla Regione
Siciliana le somme complessive di 100 e 40 miliardi, di cui lARTA, a fine
dicembre, impegnava 300 milioni in favore del Comitato di Coordinamento di
Siracusa e 28 milioni per quello di Caltanissetta;
- nel corso degli anni 1997-1999 venivano sostenute soltanto spese per
il funzionamento dei Comitati di Coordinamento e delle relative Segreterie;
- stante linerzia della Regione Siciliana, in data 21/07/2000 il Ministero
dellInterno emanava lOrdinanza n. 3072 ex art.12, con la quale toglieva ogni
potere alla Regione, nominava Commissari, per la realizzazione degli interventi
delle due Aree, i Prefetti di Siracusa e Caltanissetta e disponeva che le somme
relative fossero trasferite sulle contabilit speciali intestate ai Commissari;
- con D.A. n. 50/GAB del 04/09/2002 lARTA dichiarava area ad elevato rischio
di crisi ambientale i territori dei comuni del comprensorio del Mela (Condr,
Gualtieri Sicamin, Milazzo, Pace del Mela, S. Filippo del Mela, Santa Lucia del
Mela, San Pier Niceto), istituiva la "Commissione Stato-Regione, Provincia, Enti
locali, per la definizione del piano di risanamento ambientale e rilancio
economico del Comprensorio del Mela" e stanziava 7.500.000 per la
redazione del Piano e per gli nterventi da adottare;
- al 31/12/2004 scadevano i termini delle dichiarazioni ministeriali per le aree
di Siracusa e Gela ed i compiti dei Prefetti-Commissari; le somme erogate
dallARTA ammontavano
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Commissario Delegato per Siracusa 30.829.827,35;


Comune di Siracusa 68.238,87;
Comitato di Coordinamento di Siracusa circa 875.000;
Commissario Delegato per Caltanissetta 8.263.310,38;
Comitato di Coordinamento di Caltanissetta circa 140.000;
- restavano disponibili le somme:
per lArea di Siracusa, circa 19.878.623,79;
per lArea di Caltanissetta, circa 11.894.965,58.
- con i DD.AA. 189/GAB e 190/GAB del 11/07/2005 lARTA emanava una
nuova dichiarazione di aree a rischio per le aree di Siracusa e Caltanissetta;
- Con Delibera di Giunta n. 306 del 29/06/2005 veniva istituito lUfficio
Speciale Aree ad elevato rischio di crisi ambientale che assorbiva tutte le
competenze dei Prefetti-Commissari, dei Comitati di Coordinamento e della
Commissione Stato- Regione, Province ed Enti Locali;
- Con Delibera di Giunta n. 257 del 14/07/2009 lUfficio veniva soppresso in
ragione della vastit e complessit delle problematiche ambientali che
informano i territori ricadenti nelle Aree;
- Con D.P.Reg. n. 5/Area 1/S.G. del 17/01/2011 veniva ricostituito lUfficio
Speciale, questa volta denominato Sportello unico per il risanamento delle
aree ad elevato rischio di crisi ambientale nel territorio regionale Agenda 21
Amianto, sempre sotto la direzione dello stesso dirigente;
- Al 31/12/2012 lUfficio Speciale veniva definitivamente chiuso ed articoli di
stampa riportavano notizie in merito ad indagini in corso da parte della Procura
della Repubblica di Catania;
- Con D.A. n. 176/GAB del 09/08/2007 lARTA approvava il c.d. Piano
Regionale diCoordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente, che
alla verifica dei fatti risultava frutto di un collage di copia ed incolla di ampie
parti del Piano di Risanamento della qualit dellaria della Regione Veneto
dellanno 2000, peraltro gi bocciato dalla Commissione Europea, e di
numerosi documenti gi editi da altri Enti;
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- In particolare, dalla semplice analisi comparativa della documentazione e


dal conteggio delle righe copiate il c.d. Piano Siciliano risulta composto per
l85-91% da righe interamente copiate dal Piano del Veneto e da altre fonti;
- Incredibile ma vero, a distanza di 7 anni il c.d. Piano figura ancora inserito
nel sito web dellARTA come documento/strumento di programmazione
istituzionale in tema di qualit dellaria, nonostante che le ripetute denunce
delle Associazioni ambientaliste ne abbiano da tempo richiesto il ritiro e che,
da ultimo, sia intervenuta la sentenza di condanna del Tribunale di Palermo ad
1 anno ed 8 mesi nei confronti del dirigente responsabile della sua redazione,
sentenza che fa riferimento alle numerose e vistose copiature ivi presenti;
e considerato che
- sulle Aree di Siracusa e Caltanisetta, a fronte degli ingenti finanziamenti
erogati dal Ministero dellAmbiente, nulla dato a sapere in merito a: se i Piani
originari (del 1995) sono stati attuati ed in che parte, se essi sono stati
aggiornati ed attuati ed in che parte,quale utilizzo hanno avuto i
finanziamenti erogati e qual la consistenza delle somme se ed ancora
disponibili, se e quali interventi strutturali di ordine impiantistico in situ, oltre
che normativi ed amministrativi, sono stati adottati nel tempo e da quando le
competenze sono ritornate allARTA (gli ultimi 2 anni) percontrastare e ridurre
linquinamento atmosferico e delle altre matrici ambientali;
- sullArea del Comprensorio del Mela, a fronte del finanziamento stanziato
dallARTA nel 2002, nulla dato a sapere in merito a: se stato redatto il
Piano di Risanamento, quale utilizzo ha avuto il finanziamento originario e qual
leventuale consistenza delle somme se ed ancora disponibili, se e quali
interventi strutturali di ordine impiantistico in situ, oltre che normativi ed
amministrativi sono stati adottati nel tempo e da quando le competenze sono
ritornate allARTA (gli ultimi 2 anni) per contrastare e ridurre linquinamento
atmosferico e delle altre matrici ambientali;
- da 14 anni a questa parte, solo a voler focalizzare il periodo dai
commissariamenti ministeriali in poi, senza per questo dimenticare lassismi,
inerzie ed inadempienze precedenti, si assistito ad una girandola di ben 11
assessori allARTA e di un numero quasi analogo di dirigenti generali al
dipartimento ambiente, tutti distintisi per annunci e dichiarazioni di intenti
rimasti puntualmente disattesi;
- i risultati riguardo alle Aree a rischio, alla tutela della qualit dellaria ed
alla salvaguardia della salute delle popolazioni esposte sono al cospetto di tutti
e si sintetizzano oggi in 2 ex Presidenti della Regione (Cuffaro e Lombardo) e 4
ex assessori dellARTA (Cascio, Interlandi, Sorbello e Di Mauro) sotto processo
per omessi interventi antismog, nel Piano della qualit dellaria copiato,
inattuabile e pur tuttavia non revocato, nel sistema dei controlli e, in generale
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del sistema ARPA, ultra-deficitario (a fronte di finanziamenti POR 2000-2006 di


36.307.052 e POR FERS 2007-2013 di 35.000.000), il
tutto nell'incredibile scenario che la tutela dall'inquinamento atmosferico non
ha mai figurato n continua a figurare tra gli obiettivi strategici dellARTA (!!!).
le Organizzazioni ed i Comitati scriventi, per i motivi su esposti e con lurgente
priorit che la situazione necessita, chiedono al Sig. Assessore di fissare un
incontro nei prossimi giorni (prima della met di agosto), riservandosi fin dora
di intraprendere ogni ulteriore passo presso le Autorit competenti perch si
accertino una buona volta responsabilit e responsabili riguardo a mancati
interventi, inerzie, lassismi, spreco di risorse economiche e quant'altro ai
danni dellambiente e della salute della gente, con particolare riferimento ai
Piani di risanamento fasulli ed alle Aree dichiarate ad elevato rischio
ambientale.

IL POPOLO INQUINATO NON PIANGE, MA LOTTA WE SHALL OVERCOME

A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE


http://isoladellefemminepulita.blogspot.it/2015/06/alcamo-e-arrivato-ilcommissario-arnone.html

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