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Regno di

Napoli nel
Rinascimento

María Cecilia González


Yamila Grillo
La sua nascita
Il Regno di Napoli si distinse come entità autonoma dalla Sicilia
dopo circa vent’anni di guerra e con la pace di Caltabellotta del
1302: l’Italia meridionale venne spartita tra gli Aragonesi
(dinastia nobile proveniente dalla Spagna) e gli Angioini (una
casata nobiliare di origine francese). I primi avrebbero governato
sulla Sicilia, i secondi sull’Italia meridionale continentale.
Il suo nome ufficiale era Regnum Siciliae citra Pharum, vale a
dire “Regno di Sicilia al di qua del Faro”, in riferimento al Faro
di Messina, e si contrapponeva al contemporaneo Regnum
Siciliae ultra Pharum, cioè “Regno di Sicilia al di là del Faro”,
che si estendeva sull'intera isola di Sicilia.

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Tipo di Stato
Monarchia assoluta: un monarca detiene i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario
esercitati in maniera assoluta. Il termine "assoluto" deriva dall'unione dei due termini
latini ab ("da") e il participio passato solutum ("sciolto"), ovvero sciolto da ogni
costrizione esterna. Quindi il sovrano assoluto è colui che può esercitare liberamente il
proprio potere.
Famiglia reggente di governo:
● Gli Angioini (1285-1441)
● Gli Aragonesi (1442-1501)
● Gli Spagnoli (1503-1707) - Il vicereame spagnolo
● Gli Austriaci (1707-1734)
● I Borboni (1734-1798)
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Evoluzione politica: Il vicereame spagnolo
La Francia tentò di nuovo di impossessarsi del Meridione italiano, ma la Spagna non fece attendere la sua reazione. Dopo la
battaglia del Garigliano del 1503 e l’armistizio di Lione del 1503, le aree di competenza furono definite e la Francia
dovette rinunciare alla prospettiva di dominare sul Regno di Napoli, passato sotto il controllo della Spagna.

Si attribuisce la definizione vicereame spagnolo ai due secoli di dominazione colonialista compresi tra il 1503 e il 1707. La
corona spagnola esercitò il suo potere sul regno di Napoli con avidità e incapacità; tranne alcune eccezioni, i viceré non si
preoccupano minimamente delle condizioni del popolo, imponendo una pressione fiscale insopportabile per soddisfare le
crescenti pretese del Re, proteso a conquistare nuovi territori e imporre il proprio dominio in Europa, in Africa e nelle
Americhe con innumerevoli guerre.

L'egemonia spagnola fu confermata dopo un altro lungo periodo di guerre con la pace di Cateau-Cambrésis del 1559. Con
tale pace, la Spagna ebbe infatti riconosciuta il controllo dell’Italia meridionale.

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Evoluzione politica: Il vicereame spagnolo

I Re spagnoli:
● Ferdinando il Cattolico, III como re di Napoli (1503-1516)
● Carlo V d'Asburgo (1516-1553)
● Filipo II, il Prudente (1554-1598), I come re di Napoli
● Filippo III, il Pio (1598-1621)
● Filippo IV, il Grande (1621-1665)
● Carlo II d'Asburgo, lo Stregato (1665-1700)
● Filippo V (1700-1707)

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Famiglia reggente di governo: Gli Spagnoli

Ferdinando il Cattolico, V re di Spagna, II come re di Sicilia, III come re di Napoli


(1503-1516)

Stemma: inquartata, un castello con tre torri di


oro in campo rosso (Castiglia) e un leone rosso
coronato in campo argento (Leon); quattro pali
di rosso su sfondo di oro (Aragona) e le insegne
di Aragona con l’aquila Sveva (Regno delle due
Sicilie). Nella punta un melagrana di rosso in
campo d’argento (Granata).

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Gli Spagnoli: Ferdinando il Cattolico

I Vicerè di Napoli nominati da Ferdinando il Cattolico:


● Gonzalo Fernandez de Cordoba (dal 1503 al 1507)
● Juan de Aragón (dal 1507 al 1509)
● Antonio de Guevara (1509 ad interim)
● Raimondo de Cardona (dal 1509 al 1522)
● Francesco de Remolines (dal 1512 al 1513 ad interim)
● Bernardo de Vilamari (dal 1513 al 1515 ad interim)

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Gli Spagnoli: Ferdinando il Cattolico

Il viceré Gonzalo Fernández de Córdoba era stato Gran Capitano dell'esercito napoletano, affidandogli
in sua vece gli stessi poteri di un re. Il conte di Tagliacozzo, Fabrizio I Colonna, comandò le truppe
reali di Napoli alla spedizione in Puglia contro Venezia, che occupava alcuni porti adriatici.
L'operazione militare terminò con successo e i porti pugliesi tornavano nel 1509 al Regno di Napoli.

Il Re Ferdinando ristabilì il finanziamento all'università di Napoli disponendo un contributo mensile


dal suo tesoro personale di 2000 ducati l'anno.

Il viceré Juan de Aragón promulgò una serie di leggi contro la corruzione, combatté il clientelismo,
vietò il gioco d'azzardo e l'usura. Nel 1510 il viceré Raimondo de Cardona cercò di reintrodurre
l'inquisizione spagnola a Napoli e i primi provvedimenti restrittivi nei confronti degli ebrei.
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Gli Spagnoli: Carlo V d'Asburgo-Spagna

Imperatore Carlo V d'Asburgo-Spagna (1516-1553)

Stemma: sono presenti gli scudi di Castiglia, Leon, Regni di Napoli e Sicilia,
Granada, Aragona, Gerusalemme, Ungheria, Austria, Borgogna, seconda linea
borgognona, Brabante, Limburgo e Tirolo. Lo scudo è sorretto da l'aquila bicipite
sormontata dalla corona imperiale. Le due colonne poste ai lati dell'arma sono
allusive a quelle di Ercole che avrebbe posto ai lati dello stretto di Gibilterra per
ammonire i naviganti a non spingersi oltre. Esse sono sormontate da una corona
imperiale su quella di destra e da corona reale su quella di sinistra; entrambe portano
su un nastro la scritta del motto: "Plus ultra", cioè "Più in là". Lo scudo è cinto alla
base dal collare del Toson d'oro.

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Gli Spagnoli: Carlo V d'Asburgo-Spagna

I Vicerè di Napoli nominati da Carlo V:


● Carlo di Lannoy (dal 1522 al 1527)
● Ugo di Moncada (dal 1527 al 1528)
● Philibert de Chalon (dal 1528 al 1530)
● Pompeo Colonna (dal 1530 al 1532)
● Pedro Alvarez de Toledo (dal 1532 al 1553)
● Luigi Alvarez de Toledo (1553 ad interim)
● Pedro Pacecco (dal 1553 al 1555)
● Bernardino de Mendoza (1555 ad interim)

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Gli Spagnoli: Carlo V d'Asburgo-Spagna

Carlo V d’Asburgo era figlio di Filippo il Bello (arciduca d’Austria) e Giovanna III. Erede di un immenso
patrimonio, dal padre: le Fiandre, la Castiglia e le colonie americane; dal nonno: i regni di Napoli, Sicilia e
Sardegna; alla morte dell’imperatore Massimiliano: i domini della Casa d’Asburgo, tra cui l’Austria.

Nel 1526, il re di Francia Francesco I entrò nella lega santa (suggellata da Clemente VII con Venezia e
Firenze), per cacciare gli spagnoli da Napoli. Papa Clemente VII si schiera a favore di Francesco I e Carlo V
si vendica ordinando nel 1527 il sacco di Roma.

Il 13 gennaio 1527, anniversario della traslazione delle ossa di San Gennaro da Montevergine a Napoli, i
rappresentanti dei Seggi Nobili e il rappresentante del Popolo fecero voto di erigergli una nuova e più bella
Cappella. Si gettarono le basi per la costituzione della Deputazione della Cappella del Tesoro di San
Gennaro.
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Gli Spagnoli: Carlo V d'Asburgo-Spagna

Dopo la sconfitta della lega santa, i francesi risposero con l'intervento in Italia di Odet de Foix, che si spinse nel
Regno di Napoli assediando Melfi (l'evento Pasqua di sangue) e la stessa capitale, mentre la Serenissima
occupava Otranto e Manfredonia. Nel pieno vigore della campagna militare di invasione da Francesco I, si colloca
l'episodio dell'assedio nell'estate del 1528 della città Catanzaro, rimasta fedele all'imperatore Carlo V e che si
eresse ad ultimo baluardo contro l'avanzare degli invasori. Mentre Napoli, infatti, veniva accerchiata per mare e per
terra, Catanzaro era stretta d'assedio da soldatesche agli ordini di Simone de Tebaldi (conte di Capaccio) e di
Francesco di Loria (Signore di Tortorella) che erano scesi in armi in Calabria per occuparla, sottometterla e
governarla in nome di Francesco I. La città fortificata fu cinta d'assedio nei primi giorni del mese di giugno e
resistette per circa tre mesi agli assalti sotto le mura ed affrontando con coraggio e perizia le battaglie in campo
aperto; allo scadere del mese di agosto, infatti, le truppe assedianti dovettero ritirarsi sancendo in tal modo la
vittoria della Città dei Tre Colli, com'è definita Catanzaro.
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Gli Spagnoli: Carlo V d'Asburgo-Spagna

Le ostilità della Francia contro i domini spagnoli in Italia però non cessarono: Enrico II (figlio di
Francesco I di Francia) sollecitato da Ferrante Sanseverino, principe di Salerno, si alleò con i turchi
ottomani; nell'estate del 1552 la flotta turca al comando di Sinan Pascià sorprese la flotta imperiale, al
comando di Andrea Doria e don Giovanni de Mendoza, al largo di Ponza, sconfiggendola. La flotta
francese però non riuscì a ricongiungersi con quella turca e l'obiettivo dell'invasione del napoletano fallì.

Nel 1555, a seguito di una serie di sconfitte in Europa, Carlo abdicò e divise i suoi domini fra Filippo II, a
cui lasciò la Spagna, le colonie d'America, i Paesi Bassi spagnoli, il Regno di Napoli, il regno di Sicilia e
la Sardegna, e Ferdinando I d'Asburgo a cui andò l'Austria, la Boemia, l'Ungheria e il titolo di imperatore.

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Gli Spagnoli: Filippo II d'Asburgo-Spagna

Filippo II d'Asburgo (1554-1598) noto come Filippo il Prudente.

Stemma: nei primi due quarti sono presenti gli scudi di Castiglia, Leon, Regni di
Napoli e Sicilia, Granada, sul tutto lo scudo del Portogallo. Nei due quarti
sottostanti: Casa d'Amburgo, Borgogna antica, Borgogna moderna, Bradante; sul
tutto lo scudo partito Fiandra e Anversa.

Non vi è più l'aquila bicipite.

L'arma non subirà più modifiche eccetto per un breve periodo quando scomparirà
l'insegna del Portogallo nel 1668 (pace di Lisbona), ma riapparirà subito dopo.

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Gli Spagnoli: Filippo II d'Asburgo-Spagna
I Vicerè di Napoli nominati da Filippo il Prudente:
● Fernando Álvarez de Toledo y Pimentel (dal 1556 al 1558)
● Enriquez de Guzman (dal 1556 al 1558 ad interim)
● Giovanni Manriquez di Lara (1558)
● BArtolomeo della Cueva y Toledo (dal 1558 al 1559 ad interim)
● Parafan di Ribera (dal 1559 al 1571)
● Antonio Perinotto (1571 al 1572)
● Diego Simarca (dal 1572 al 1575)
● Innico Lopez Hurtado de Mendoza (1575 al 1579)
● Giovanni di Zunica (dal 1579 al 1582)
● Pietro Tellez-Giron (dal 1582 al 1586)
● Giovanni di Zunica (dal 1586 al 1595)
● Enrico de Guzman (dal 1595 al 1599) 15
Gli Spagnoli: Filippo II d'Asburgo-Spagna

Nei suoi primi anni di regno, la politica estera di Filippo II guardò all'Italia nella quale si stavano
consumando le ultime fasi del lungo conflitto con la Francia. Nel 1557, tuttavia, l'esercito spagnolo,
guidato da Emanuele Filiberto di Savoia, sconfisse i francesi nella Battaglia di San Quintino e l'anno
seguente anche nella Battaglia delle Gravelinghe.

Nel 1559, il re di Francia, Enrico II, accettò di stipulare il trattato di Cateau-Cambrésis con il quale
riconosceva il dominio spagnolo sulla Francia Contea e sui domini italiani (Ducato di Milano, Regno di
Napoli, Sicilia, Sardegna, Presidi) e implicitamente la situazione di soggezione più o meno diretta di
tutti gli altri principati italiani, salvo la Repubblica di Venezia e lo Stato della Chiesa. Il trattato segnò
l'inizio del predominio spagnolo sull'intera Europa occidentale.

A Napoli il governo spagnolo fu debolmente attivo nella sistemazione urbanistica della capitale:
risalgono al viceré de Guzman la costruzione della fontana del Nettuno (su direzione dell'architetto
Domenico Fontana), un monumento a Carlo I d'Angiò e la sistemazione della viabilità.
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Gli Spagnoli: Filippo III d'Asburgo-Spagna
Filippo III d'Asburgo (1598-1621) noto come Filippo il Pio.
Stemma: uguale a quella di Filippo II.

Filippo III aveva ereditato il sistema amministrativo dal padre Filippo II. Al
vertice di tale sistema ovviamente si trovava la corona in capo, dalla quale
dipendevano diversi consigli collegiali. I più importanti erano il Consiglio di
Stato e il Consiglio di guerra, che avevano competenze generali sull'intero
impero, a cui si affiancavano sei consigli incaricati di amministrare determinate
aree sottoposte alla corona (Consiglio della Castiglia, delle Indie, della corona
Portoghese, delle Fiandre, di Italia, dell'Aragona) e da quattro consigli
specializzati in alcune materie: inquisizione, ordini militari, finanze e delle
imposte per le Crociate

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Gli Spagnoli: Filippo III d'Asburgo-Spagna

I Vicerè di Napoli nominati da Filippo il Pio:


● Ferrante Ruiz de Castro (dal 1599 al 1601)
● Francisco Ruiz de Castro (dal 1601 al 1603)
● Alfonso Pimentel d'Herrera (dal 1603 al 1610)
● Pedro Fernandez de Castro (dal 1610 al 1616)
● Pietro Giron (dal 1616 al 1620)
● Gasparo de Borja (1620)
● Antonio Zapata (dal 1620 al 1622)

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Gli Spagnoli: Filippo III d'Asburgo-Spagna

Il nuovo sovrano dovette difendere ancora i territori del Mezzogiorno dalle incursioni navali
turche e sedare le prime rivolte contro il fiscalismo, che nella capitale cominciavano a
minacciare il palazzo. Per prevenire le aggressioni ottomane condusse una guerra contro
Durazzo, distruggendo la città e il porto in cui trovavano asilo i corsari turchi e albanesi che
spesso aggredivano le coste del regno.

A Napoli tentò di combattere la delinquenza, in quegli anni sempre più in crescita, anche
contro le disposizioni pontificie, opponendosi al diritto d'asilo che garantivano gli edifici di
culto cattolici: per ciò alcuni suoi funzionari furono scomunicati.

Costruirono diverse opere urbanistiche e architettoniche. Si ampliarono strade, da


Poggioreale a via Chiaja; a Porto Longone, nello Stato dei Presidi si dispose la costruzione
dell'imponente fortezza. 19
Gli Spagnoli: Filippo III d'Asburgo-Spagna

Il viceré Pedro Fernández de Castro affidò a Domenico Fontana la costruzione del Palazzo Reale.
Ordinò la ricostruzione dell'università, finanziando un nuovo edificio (Palazzo dei Regi Studi),
commissionando la ristrutturazione di una caserma di cavalleria all'architetto Giulio Cesare Fontana e
rimodernando il sistema dell'insegnamento e delle cattedre. Fiorì sotto la sua reggenza l' Accademia
degli Oziosi. Costruì il collegio dei gesuiti intitolato a San Francesco Saverio e un complesso di
fabbriche presso porta Nolana. In Terra di Lavoro iniziò le prime opere di bonifica della pianura del
Volturno, affidando al Fontana il progetto dei Regi Lagni, l'opera di canalizzazione e messa a regime
delle acque del fiume Clanio tra Castel Volturno e Villa Literno, laddove fino ad allora paludi e laghi
costieri (come il Lago Patria) avevano reso buona parte della Campania Felix dei romani un territorio
malsano e spopolato. 20
Gli Spagnoli: Filippo IV d'Asburgo-Spagna
Filippo IV d'Asburgo (1621-1665) noto come Filippo il Grande.
Stemma: uguale a quella di Filippo II.

Nel 1647 il popolo si ribellò ad un governo corrotto il cui unico scopo era quello
di istituire nuove gabelle. Un pescatore, Tommaso Aniello, detto Masaniello,
guidò la rivolta contro la pesante pressione fiscale locale. Egli riuscì ad ottenere
dal viceré la costituzione di un governo popolare e, per sé, il titolo di Capitano
generale del fedelissimo popolo, finché poi non fu ucciso dagli stessi rivoltosi.
Nell'ottobre del 1647 Gennaro Annese proclamò la Repubblica Napoletana. Il
nuovo governo fu di breve durata: benché le rivolte si fossero estese alla
campagna, nella primavera del 1648 le truppe spagnole guidate da Juan d'Austria
ripristinarono il precedente regime.

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Gli Spagnoli: Filippo IV d'Asburgo-Spagna

I Vicerè di Napoli nominati da Filippo IV il Grande:


● Antonio Alvarez de Toledo (dal 1622 al 1629)
● Fernando Afan de Ribera (dal 1629 al 1631)
● Manuel de Acevedo y Zuniga (dal 1631 al 1637)
● Ramiro Filippo de Guzman (dal 1637 al 1644)
● Juan Alfonso Enriquez de Cabrera (dal 1644 al 1646)
● Rodrigo Ponce de León y Alvarez de Toledo (dal 1646 al 1648)
● Juan d'Austria (1648)
● Inigo Velez de Guevara (dal 1648 al 1653)
● Garcia de Haro y Guzman (dal 1653 al 1658)
● Gaspar Bracamonte y Guzman (dal 1659 al 1664)
● Pasquale d'Aragona (dal 1664 al 1666)
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Gli Spagnoli: Filippo IV d'Asburgo-Spagna

Napoli fu la prima città in Italia in cui nacquero, seppur disorganizzate e ignorate dai
governi, le prime forme letterarie di intolleranza al clima culturale che seguì la
controriforma. Accetto, Marino e Basile per primi nella letteratura italiana trasgredirono i
paradigmi poetici che prendevano come modello le opere tassiane, e con una forte spinta
eversiva nei riguardi dei canoni artistici dei loro contemporanei d'Italia, rifiutarono lo
studio dei classici come esempio d'armonia e stile e le teorie estetiche e linguistiche dei
puristi, che nascevano con la riproposizione dottrinale del latino scolastico e liturgico
(Chiabrera, Accademia della Crusca, Accademia del Cimento). Sono gli anni in cui nella
commedia dell'arte napoletana si impose Pulcinella, la più celebre maschera dell'inventiva
popolare meridionale

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Gli Spagnoli: Carlo II d'Asburgo-Spagna
Carlo II (1665-1700), noto come lo Stregato
Stemma: Come quella di Filippo II, nel 1668 scompare l'insegna del Portogallo
che viene rimossa a seguito della Pace di Lisbona che mette fine alla lunga guerra
d'indipendenza dei portoghesi.

Dal 1693 a Napoli, come nel resto dei domini degli Asburgo di Spagna, si iniziò a
discutere delle sorti del regno di Carlo II, il quale lasciava gli Stati della sua
corona senza eredi diretti.

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Gli Spagnoli: Carlo II d'Asburgo-Spagna

I Vicerè di Napoli nominati da Carlo II d'Asburgo-Spagna:


● Pedro d'Aragona (dal 1666 al 1671)
● Fadrique Alvarez de Toledo (dal 1671 al 1672 ad interim)
● Antonio Alvarez Osorio (dal 1672 al 1675)
● Fernando Faiardo de Requesens (dal 1675 al 1683)
● Gaspar de Haro y Guzman (dal 1683 al 1687)
● Lorenzo Onofrio Colonna (dal 1687 al 1688)
● Francesco de Benavides (dal 1688 al 1696)
● Luis de la Cerda y Aragon (dal 1696 al 1702)

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Gli Spagnoli: Carlo II d'Asburgo-Spagna

Nel Mezzogiorno d'Italia cominciò ad emergere una coscienza civile politicamente


organizzata, trasversalmente composta sia dagli aristocratici che dai piccoli mercanti e
artigiani cittadini, schierata contro i privilegi e le immunità fiscali del clero (la relativa
corrente giuridica è nota agli storici come anticurialismo napoletano) e ambiziosa di
fronteggiare il banditismo. Questa sorta di partito nel 1700, alla morte di Carlo II, si
oppose al testamento del sovrano spagnolo che designava erede delle corone spagnola e
napoletana Filippo V di Borbone, duca d'Angiò, sostenendo invece le pretese di
Leopoldo I d'Asburgo, il quale riteneva legittimo erede l'arciduca Carlo d'Asburgo (poi
imperatore con il nome di Carlo VI).

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Gli Spagnoli: Filippo V di Borbone
Filippo V (1700-1707)

Stemma: scompare del tutto l'insegna del Portogallo che viene sostituita da uno
scudo recante tre gigli d'oro disposti 2 - 1 in campo azzurro.

Il Vicerè di Napoli nominato da Filippo V di Borbone:

● Juan Manuel Fernandez Pacheco (dal 1702 al 1707).

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Gli Spagnoli: Filippo V di Borbone

Nel 1700 muore re Carlo II che, non avendo figli, nel testamento designa erede universale
Filippo d’Angiò nipote del re di Francia Luigi XIV a condizione che le due monarchie
di Francia e Spagna non si sarebbero in futuro riunite.

Nel 1701 scoppiano i tumulti per la rivolta contro re Filippo V da parte di alcuni baroni
del Regno (congiura di Macchia).

Nel 1703 Filippo V giunge a Napoli il 16 aprile con un gran seguito; viene accolto
trionfalmente dagli Eletti dei Seggi. I festeggiamenti furono grandiosi, con serate di
musica, balli e partite di caccia, sino alla imponente cavalcata del 20 maggio e al donativo
di più di un milione di ducati d'oro.

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Condizioni economiche

I rappresentanti del sovrano spagnolo sfruttarono le terre conquistate: imposte, dazi, tributi d'ogni genere
impoverirono enormemente l'intera Italia. Le varie attività commerciali e industriali gradualmente si paralizzarono.
C'era una politica fiscale durissima. Per sostenere le spese di una monarchia in costante espansione e coinvolta in
conflitti di portata internazionale, come, ad esempio, la guerra dei trent’anni che infiammò l’Europa tra il 1618 e il
1648, la Spagna utilizzò i territori di nuova acquisizione come luoghi dai quali attingere risorse e denaro.

Nella realtà economico sociale del tempo prevaleva l’agricoltura e la classe dei contadini, i quali vedevano nella
loro numerosa prole più delle “braccia da lavoro” che dei potenziali studenti; anche le nascenti attività
industriali, commerciali e artigianali non necessariamente richiedevano mano d’opera alfabetizzata.

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Condizioni economiche

Durante il Seicento, un secolo di crisi economica, a essere il più colpito era il Regno di Napoli. Le difficili condizioni di
vita dei sudditi del regno fecero sì che a metà del XVII esplodesse una rivolta. A seguito dell’imposizione di una nuova
tassa sulla frutta, il giovane pescivendolo Tommaso Aniello, conosciuto come Masaniello, diede il via a un’insurrezione
il 7 luglio 1647. Accanto a lui vi era il politico Giulio Genoino. La ribellione fu trasversale: si unirono ai ceti popolari
anche le classi medie e si estese anche nelle campagne. Masaniello venne ucciso dopo una decina di giorni dall’inizio
dell’insurrezione. A guidare la rivolta vi fu allora Gennaro Annese. La rivolta, chiaramente di segno antispagnolo, era
sfociata nella fondazione di una Repubblica Napoletana. Tuttavia, nell’aprile del 1648 anche questa esperienza ebbe
fine. La rivolta venne soffocata nel sangue dalle autorità spagnole.

In questo periodo, per difendere il popolo dalle prepotenze iberiche, nacque e si affermò il fenomeno della camorra, che
in un primo tempo costituì quindi una sorta di società segreta con fini di mutua assistenza.

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Caratteristiche generali della popolazione

Già dalla prima grande epidemia di peste (XIV secolo) che coinvolse l'Europa, le città e l'economia del
Mezzogiorno estremo furono pesantemente colpite, tanto da rendere quel territorio, che dalla prima colonizzazione
greca era rimasto per secoli uno dei più produttivi del Mediterraneo, una vasta campagna spopolata. I territori
costieri pianeggianti (pianura del Metaponto, Sibari, Sant'Eufemia), ormai abbandonati, erano impaludati e infestati
dalla malaria, ad eccezione della piana di Seminara, dove la produzione agricola accanto a quella della seta
sosteneva una debole attività economica legata alla città di Reggio.

La popolazione viveva nell'insicurezza e nella miseria, esposta ai pericoli della guerra, minacciata dalla prepotenza
dei governanti e da epidemie mortali. Una epidemia in Spagna del 1647 ed in particolare per la sua devastazione
quella del 1656 in cui il morbo dilagò, gravissimo per intensità e mortalità, oltre che in Liguria, a Napoli e negli
Stati della Chiesa.
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Caratteristiche generali della popolazione

I più poveri, i più colpiti da sofferenze fisiche e morali trovarono soccorso nella generosità di uomini che, mossi
dalla carità evangelica, istituirono importanti opere sociali.

San Giovanni di Dio (1495-1550) è stato un religioso spagnolo di origine portoghese, fondatore dell'Ordine
Ospedaliero detto dei Fatebenefratelli, cioè, una istituzione assistenziale a favore dei poveri e degli ammalati. A
Troia (FG) esiste un'antica e profonda devozione: preghiere, santa messa, la processione con la statua del santo,
strade e negozi affollati, città illuminata con migliaia di luci multicolori, spettacolo pirotecnico nella festa patronale
(8 marzo). Il forte legame della popolazione locale al santo si fa risalire al 1590, allorché a Troia giunsero i
Fatebenefratelli che assunsero la cura del locale ospedale e introdussero il culto a San Giovanni di Dio, destinato
ad incidere profondamente sulla religiosità popolare.

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Sviluppi culturali

Dal punto di vista artistico, tuttavia, la città seppe anche in questo periodo esprimere grandissime individualità in
tutti i campi, (letteratura; filosofia; pittura; scultura; architettura), tra le opere più significative che ci rimangono del
tempo, vanno citati il Palazzo Reale e la Certosa di San Martino.

Certosa di San Martino 33


Sviluppi culturali: Letteratura

Jacopo Sannazaro (1457-1530) è stato un poeta ed umanista italiano. Fu autore prolifico: compose opere in lingua
latina e in volgare. È noto soprattutto come autore dell'Arcadia, che fu allo stesso tempo il primo capolavoro del
genere pastorale e il primo capolavoro in lingua italiana scritto da un nativo del Regno di Napoli. Grazie
all'Arcadia ebbe luogo l'italianizzazione (o toscanizzazione, come si diceva ancora all'epoca) non solo di generi
poetici diversi dalla lirica d'amore ma anche della prosa.

Torquato Tasso (1544–1595) è stato un poeta, scrittore, drammaturgo e filosofo italiano. La sua opera più
importante, conosciuta e tradotta in molte lingue, è la Gerusalemme liberata (1581), in cui vengono cantati gli
scontri tra cristiani e musulmani durante la prima crociata, culminanti nella presa cristiana di Gerusalemme.

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Sviluppi culturali: Letteratura

Giambattista Basile (1566-1632) è stato un letterato, scrittore e funzionario pubblico italiano di epoca barocca,
primo a utilizzare la fiaba come forma di espressione popolare. Il napoletano raggiunse inoltre dignità letteraria
prima con il suo scritto intitolato Lo cunto de li cunti.

Giovan Battista Marino (1569–1625) è stato un poeta e scrittore italiano. È considerato il fondatore e il massimo
esponente italiano della poesia barocca. La sua influenza sulla letteratura italiana ed europea del Seicento fu
immensa. L'Adone (1623) è un poema che descrive le vicende amorose di Adone e Venere e costituisce uno dei
poemi più lunghi della letteratura italiana. Dedicato a Luigi XIII (re di Francia) esso è composto da venti canti
ed è preceduto da una lettera indirizzata alla regina Maria de' Medici, fiorentina.

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Sviluppi culturali: Filosofia

Tommaso Campanella noto anche con lo pseudonimo di Settimontano Squilla (1568–1639) è stato un filosofo,
teologo, poeta e frate domenicano italiano. Scrisse La città del Sole (opera di carattere utopica) e durante la sua
vita subì 5 processi giudiziari per il suo pensiero.

Filippo Bruno noto con il nome di Giordano Bruno (1548– 1600) è stato un filosofo, scrittore e frate domenicano.
Il suo pensiero, inquadrabile nel naturalismo rinascimentale, fondeva le più diverse tradizioni filosofiche
(materialismo antico, averroismo, copernicanesimo, lullismo, scotismo, neoplatonismo, ermetismo, mnemotecnica,
influssi ebraici e cabalistici) ma ruotava intorno a un'unica idea: l'infinito, inteso come l'universo infinito, effetto di
un Dio infinito, fatto di infiniti mondi, da amare infinitamente.

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Sviluppi culturali: Correnti artistiche

Il barocco napoletano è una forma artistica e architettonica sviluppata a Napoli ed è riconoscibile per le sue
sgargianti decorazioni marmoree e di stucchi che caratterizzano le strutture portanti degli edifici. In particolare,
fiorisce verso la metà del Seicento con l'opera di alcuni architetti locali molto qualificati e termina a metà del secolo
successivo con l'avvento di architetti di stampo neoclassico.

La prima fase del barocco napoletano prese avvio nel XVI secolo con i piani di urbanizzazione. La fase si suddivide
in due fondamentali periodi. Il primo (1582-1613) può essere considerato una fase di premessa, caratterizzato
ancora da edifici d'impronta manierista e romana. L'artista più importante a cavallo dei due secoli fu Domenico
Fontana, autore del Palazzo Reale e del Complesso di Gesù e Maria.

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Sviluppi culturali: Correnti artistiche

Invece, nel secondo periodo (1613-1626) le maestranze e gli architetti partenopei acquisirono maggiore autonomia
dal punto di vista progettuale. Questo periodo si conclude con l'avvento dello scultore lombardo, naturalizzato
napoletano (a quei tempi era tutto riunito nella stessa corona), Cosimo Fanzago. Contemporaneamente fu attivo
anche il tardo-manierista Giovan Giacomo di Conforto, che realizzò diversi restauri e prese parte ai maggiori
cantieri presenti in città; fino al 1626 fu anche supervisore della fabbrica della Certosa di San Martino, prima di
essere sostituito dal Fanzago. Altri due importanti esponenti furono Giulio Cesare Fontana figlio di Domenico
Fontana e il suo collaboratore Bartolomeo Picchiatti, che divenne autonomo dopo la morte di Fontana e che fu
autore di importanti fabbriche religiose come ad esempio la chiesa di Santa Maria della Stella e la chiesa di San
Giorgio dei Genovesi.

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Sviluppi culturali: Correnti artistiche

Il caravaggismo è una corrente pittorica nata a cavallo del XVI e XVII secolo che si rifà agli schemi artistici introdotti da
Caravaggio. La resa della realtà attraverso l'uso dei forti contrasti di luce ed ombra, non era mai stata tanto veritiera e vitale.
Nei dipinti dei pittori caravaggeschi si ritrova questo grande realismo soprattutto nel riprodurre nature morte ed interni con
figure umane, rappresentate queste figure generalmente su sfondi monocromi (spesso scurissimi) ed illuminate da squarci di
luce violenta e teatrale.

Tra il 1606 e il 1610 si sviluppa a Napoli (fino agli anni 1630) una corrente di pittura specifica, grazie a numero di pittori
locali che si fanno eredi, direttamente o indirettamente, della lezione del Caravaggio. A partire dalla metà degli anni '30,
l'evento dell'eruzione del Vesuvio del 1631 è l'occasione per l'apertura di fabbriche in diversi edifici di culto incentrate con un
ritorno del gusto classico e all'elogio dei santi, in particolare del santo patrono di Napoli che avrebbe avuto il merito di
intercedere in favore della città per fermare la lava del Vesuvio.

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Sviluppi culturali: Correnti artistiche

Il naturalismo (nato dall'osservazione della natura di Caravaggio e cresciuto con le indicazioni di Carlo e Federico
Borromeo) utilizzava un linguaggio severo e drammatico in scene fortemente narrative, in quadri che sono sempre
un miscuglio di realtà concreta, quotidiana, e una visione mistica e trascendentale dell'umanità e della fede.

A differenza dei pittori controriformati, i naturalisti mettevano sullo stesso piano ogni elemento del mondo
sensibile, senza omettere dettagli secondari rispetto a un ideale di bellezza e di decoro. Si trattava di princìpi legati
anche a particolari significati filosofici e religiosi, secondo i quali ogni manifestazione, quale riflesso del Divino, è
degna di venire rappresentata in tutti i suoi molteplici aspetti.

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Sviluppi culturali: Pittura

Giovanni Battista Caracciolo detto Battistello (1578–1635) è stato un pittore, importante seguace di Caravaggio a
Napoli.

Trinità terrestre (1617 ca.) Natività della Vergine con l'Eterno Padre e angeli
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Chiesa della Pietà dei Turchini. (1635 circa) - Oratorio della Congregazione dei Nobili.
Sviluppi culturali: Pittura

Massimo Stanzione (1585–1656) è stato un pittore italiano. Soprannominato il "Guido Reni napoletano" fu uno dei
più importanti pittori della scuola napoletana del Seicento.

Giuditta con la testa di Oloferne (1630-35 circa) Assunzione della Vergine 42


Sviluppi culturali: Pittura

Bernardo Cavallino (1616–1656) è stato un pittore italiano del periodo barocco.

L'Estasi di Santa Cecilia (1645) Natività (1650 ca.)


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Sviluppi culturali: Pittura

Luca Giordano (1634–1705) è stato un pittore italiano, uno dei principali esponenti della pittura napoletana del
Seicento, nonché uno dei più influenti esponenti della barocca europea.

San Nicola di Bari salva il fanciullo coppiere (1655) - Chiesa di Santa Cupola della chiesa di San Gregorio Armeno (1671) - 44
Brigida, Napoli Napoli
Sviluppi culturali: Pittura
Mattia Preti (1613–1699) è stato un pittore italiano, tra i principali esponenti della stagione matura del
barocco italiano e, più in particolare, del caravaggismo e della pittura napoletana del Seicento.

Madonna di Costantinopoli, Museo di Convito di Baldassarre, 1653-59, Museo di Capodimonte


Capodimonte (Napoli) (Napoli) 45
Sviluppi culturali: Pittura

Andrea Sabatini (1480–1545) è stato un pittore italiano.

Nozze mistiche di santa Caterina d'Alessandria e i santi Pietro e Paolo,


1521, Basilica di Sant'Antonio, Nocera Inferiore. 46
Sviluppi culturali: Scultura

Pietro Bernini (1562–1629) è stato un pittore e scultore italiano. Egli scolpì i


quattro mostri marini collocati ai lati della fontana del Nettuno. La Madonna
col Bambino e san Giovannino è una scultura in marmo eseguita nella prima
metà del XVII secolo e conservata presso il museo nazionale di San Martino a
Napoli

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Sviluppi culturali: Scultura

Michelangelo Naccherino (Firenze, 1550–Napoli 1622) è stato uno scultore e architetto italiano particolarmente
attivo nel Regno di Napoli e di Sicilia, dove promosse un'opera generale di rinnovamento artistico, seguendo lo
spirito della Controriforma.

Fontana di Santa Lucia Dalla Fontana di Nettuno, realizzò il Nettuno. 48


Sviluppi culturali: Scultura

Giovanni da Nola (1488-1558), noto anche come Giovanni Merliano, è stato


uno scultore e architetto italiano. Merliano seppe, con Girolamo Santacroce,
fondere gli elementi dell'arte trecentesca e quattrocentesca con gli influssi
michelangioleschi provenienti da Roma.
Gli fu commissionata la Tomba di Raimondo de Cardona, viceré aragonese
morto a Napoli nel 1522, ma sepolto nel Duomo di Bellpuig sua città natale.
Questa tomba, scolpita a Napoli e poi trasportata pezzo per pezzo in Spagna,
rimane uno dei primi contributi del Rinascimento italiano in Catalogna.

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Sviluppi culturali: Scultura

Girolamo Santacroce (1502-1537) scultore del manierismo italiano. Tra le sue


opere più importanti si ricordano l’altorilievo con l’Incredulità di san
Tommaso di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli (1528), l’altare del Pezzo
nella chiesa di Sant'Anna dei Lombardi in piazza Monteoliveto, con la
Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista e Piero e il Cristo e san Pietro
sulle acque di Tiberiade (1524), e il Monumento funerario di Carlo Gesualdo
nel quarto priore della Certosa di San Martino (1523 ca).

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Sviluppi culturali: Architettura

Domenico Fontana (1543–Napoli) è stato italiano del tardo Rinascimento, operante a Roma e Napoli. Le sue opere
più notevoli furono il Palazzo del Laterano, a Roma, e il Palazzo Reale di Napoli, completato da suo figlio.

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Sviluppi culturali: Architettura

Cosimo Fanzago (1591-1678) è stato un architetto, pittore e scultore italiano, uno dei più grandi artisti barocchi del
suo tempo nella città di Napoli.

La Guglia di San Gennaro (1636) si trova a Napoli è una sorta di imitazione


delle grandi strutture che vengono portate nelle processioni religiose dedicate
a questo santo. Questo capitello è stato il modello di altre due cosiddette
"colonne della peste", una in Piazza del Gesù Nuovo e l'altra in Piazza di San
Domenico Maggiore (vengono chiamate "colonne della peste" perché costruite
come offerte per evitare epidemie).

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Sviluppi culturali: Architettura

Palazzo Donn'Anna (1642) Fanzago realizzò un progetto secondo i canoni del barocco
napoletano, che contemplava la realizzazione di un doppio punto di
ingresso, uno dal mare e l'altro dalla strada che costeggia il litorale di
Posillipo, che porta al cortile interno del palazzo. Per la costruzione del
palazzo è stato necessario demolire una preesistente casa del XVI
secolo, la cosiddetta Villa Bonifacio. Fanzago non riuscì però a portare
a termine l'opera a causa della prematura scomparsa di Doña Anna,
prodotta in un contesto di insurrezione popolare a causa della
temporanea caduta del vicereame spagnolo.

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