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ARTICOLAZIONE TIBIO-TARSICA

(CAVIGLIA)
►È l’articolazione distale dell’arto inferiore.
► È una troclea quindi possiede 1 grado di
libertà .
► Essa condiziona i movimenti della gamba in
rapporto al piede (sul piano sagittale).
► È indispensabile per la MARCIA .
► È un’articolazione molto serrata, che subisce
sollecitazioni molto importanti (p.es.
appoggio monopodalico).
Complesso articolare del piede

La tibio-tarsica è l’articolazione più importante del


retropiede. Questo insieme di articolazioni, insieme
alla rotazione assiale del ginocchio, realizza
l’equivalente di una articolazione a 3 gradi di
libertà, quindi ha la possibilità di orientarelavolta
plantare in tutte le direzioni dello spazio per
ADATTARLA alle asperità del terreno.
(analogia con il polso)
Assi
I tre assi principali di movimento si incontrano
approssimativamente a livello del
retropiede:
- Asse trasversale: mov fless-estens
- Asse longitudinale della gamba (+ginocchio)
: abd-add
- Asse longitudinale del piede: eversione-
inversione
La posizione di riferimento del piede si ha :
Quando il piano della pianta del piede è
perpendicolare all’asse della gamba.
Quindi:
- la FLESSIONE (o dorsoflessione) si definisce come mov
di avvicinamento del dorso del piede alla faccia anteriore
della gamba.
- l’ESTENSIONE allontana il dorso del piede dalla faccia
anteriore della gamba, mentre l piede tende a disporsi
nel prolungamento della gamba. La sua ampiezza è
nettamente maggiore della flessione (o flessione
plantare!!!!!).
- Non si considera la tibiotarsica nella misurazione delle
ampiezze.
Flessione: 20-30°, piccolo margine di variazione
individuale.

Estensione: 30-50°, grande margine di variazione


individuale.

Nei movimenti estremi oltre alla tibiotarsica si


sommano:
- in flessione le ampiezze delle articolazioni del
tarso aggiungono gradi,malavolta del piede si
appiattisce;
- In estensione l’infossamento della volta plantare
aggiunge gradi.
Superfici articolari tibio-tarsica

► Parte inferiore è rappresentata dall’ASTRAGALO :


superficie cilindrica (cilindro pieno) a grande asse
trasversale (puleggia astragalica);
► Parte superiore è rappresentata dall’estremità della
tibia e del perone che formano un blocco la cui
faccia inferiore è scavata da un segmento
cilindrico (cilindro cavo) complementare alla
superficie astragalica. (pinza bimalleolare)
La puleggia astragalica ha tre parti:
1. Faccia superiore: convessa dall’avanti all’indietro, è
solcata longitudinalmente da una depressione assiale
detta Gola, che è leggermente proiettata in avanti e in
fuori.
2. Faccia interna: è piana ed entra in contatto con la
faccetta articolare della faccia esterna del malleolo
interno ricoperta dalla cartilagine.
3. Faccia esterna: è fortemente inclinata in fuori, concava
dall’alto in basso ed anche dall’avanti in dietro. Entra
in contatto con la faccetta articolare della faccia
interna del malleolo peroneale. Questa faccetta è
separata dalla superficie tibiale per mezzo
dell’interlinea peroneo-tibiale inferiore che è riempita
da una frangia sinoviale.
Le due facce laterali della puleggia astragalica
sono contenute dai malleoli i quali presentano
tali caratteristiche:
- Malleolo esterno è più voluminoso dell’interno
- Si porta più in basso
- È più posteriore

Viene descritto col nome di TERZO MALLEOLO di


Destot, il margine posteriore della superficie
tibiale che discende più in basso del margine
anteriore.
Legamenti tibio-tarsica
2 sistemi legamentosi principali:

- leg. Collaterali interno /esterno

- Due sistemi accessori…leg anteriori e


posteriori
Leg collaterali (pg 166)
- esterno: tre fasci - anteriore
- medio
- posteriore

- interno: due piani - profondo: 2 fasci tibio


astragalici (ant/post)
- superficiale: leg
deltoideo
I leg ant e post sono dei semplici ispessimenti capsulari. L’anteriore
congiunge obliq il margine anteriore della superficie tibiale e la branca
di biforcazione posteriore della troclea astragalica.
Il posteriore è formato da fibre che, partendo dalla tibia e dal perone,
convergono verso il tubercolo posterointerno dell’astragalo.
Limitazione della flessione
L’ampiezza dei mov di flex/estex è determinata dallo sviluppo
delle superfici articolari. La limitazione della flex dipende
da:

1. Fattori ossei: faccia sup del collo astragalico viene ad urtare


contro il margine anteriore della superficie tibiale.
2. Fattori capsulo-legamentosi: la parte posteriore della
capsula articolare si tende, così come i fasci post dei
collaterali.
3. Fattori muscolari: la resistenza tonica del tricipite surale
interviene prima dei precedenti fattori. Una retrazione
muscolare può far rimanere una caviglia estesa (piede
equino- allungamento dell’achilleo).
Limitazione dell’estensione
1. Fattori ossei: i tubercoli posteriori dell’astragalo
vengono a contatto con il margine posteriore
della superficie tibiale.
2. Fattori capsulo-legamentosi: la parte anteriore
della capsula si tende così come i fasci anteriore
dei leg collaterali.
3. Fattori muscolari: la resistenza offerta dal tono
dei muscoli flessori.l’ipertono dei mm flessori
porta ad una flessione permanente (piede talo).
Stabilità antero-posteriore e
coattazione
Sono assicurate dalla GRAVITA’; dai leg collaterali
(coattazione passiva) e dai muscoli (coattazione attiva).

Quando i mov di flex/estex superano l’ampiezza permessa,


uno degli elementi deve necessariamente cedere.
Stress in iperestensione: lussazioni post, rotture legamentose,
frattura trimalleolare.
Stress in iperflessione: lussazione anteriore, frattura del
margine anteriore.
Distorsioni.
Stabilità trasversale tibio-tarsica
No movimenti di lateralità né di rotazione.
La troclea astragalica è strettamente mantenuta nel mortaio
tibioperoneale, a condizione che la distanza tra i due
malleoli resti immutata. Questo presuppone l’integrità dei
leg. Peroneo-tibiali inferiori, e dei leg collaterali est/int.
- Mov forzato in ABD può creare:
diastasi pinza malleolare, distorsione (lieve o grave),
frattura di dupuytren,fratture trimalleolari.
- Mov forzato in ADD : fratture bimalleolari, distorsione del
leg laterale esterno , torsione astragalica.
Articolazioni peroneo tibiali
► Il movimento di flesso-estensione della
tibiotarsica mette contemporaneamente in
funzione le articolazioni tra perone e tibia
(sup e inf) , le quali sono meccanicamente
collegate.

► Gli spostamenti che avvengono in queste


articolazioni sono dei micromovimenti.
Articolazione peroneo-tibiale inferiore
Per tenere strette le superfici articolari (tibia-astragalo), la
distanza intermalleolare deve poter variare: al minimo
nell’estensione e al massimo nella flessione. Questo mov di
allontanamento e di riavvicinamento dei malleoli si associa
ad una :

► Rotazione assiale del malleolo esterno


► Movimenti verticali del perone (il perone è unito alla tibia
mediante le fibre , oblique in basso ed in fuori della
membrana interossea , quindi quando il perone si allontana
dalla tibia si solleva leggermente, mentre si abbassa
quando si riavvicina).
Flessione tibio-tarsica:

- Malleolo esterno si allontana dall’interno


- Contemporaneamente il perone si alza
leggermente (mentre le fibre dei leg.
peroneo-tibiali e la membrana interossea
hanno tendenza a diventare orizzontali)
- Il perone ruota su se stesso nel senso della
rotazione interna.
Estensione tibio-tarsica:

- Riavvicinamento del malleolo esterno all’interno


(per contrazione del tibiale posteriore)
- Spostamento verso il basso del malleolo
esternomentre si verticalizzano le fibre dei leg.
- Leggera rotazione esterna del malleolo esterno.
Articolazione peroneo-tibiale
superiore
► Subisce il contraccolpo dei movimenti del malleolo
esterno.

► In flex la faccetta articolare peroneale scivola


verso l’alto e l’interlinea articolare si apre in basso
(allontanamento dei malleoli) ed in dentro (rotaz
interna)
► Nell’estex la faccetta scivola in basso, l’interlinea
articolare si chiude in basso e in fuori .
Attraverso il gioco delle articolazioni peroneo-
tibiali, dei legamenti e del tibiale posteriore,
la pinza bimalleolare si adatta alle variazioni
di larghezza e di curvatura della puleggia
astragalica, assicurando una stabilità
trasversale della tibio-tarsica.
Il piede
Le articolazioni del piede sono complesse e numerose, connettono le ossa
del tarso tra loro e con quelle del metatarso. E sono:
- artic.astragalo-calcaneare (o sottoastragalica)
- Artic. Mediotarsica detta di Chopart
- Artic. Tarso metatarsica detta di Lisfranc (3 cuneiformi-cuboide-5
metatarsi)
- Artic. Scafo-cuboidea e scafo-cuneiforme.

Tutte hanno la funzione di: orientare il piede agli altri due assi ,
modificare la forma e la curvatura della volta plantare per adattare il
piede alle asperità del terreno, ammortizzatori per dare elasticità e
scioltezza al passo.

- Le articolazioni delle dita del piede, metatarso falangee, interfalangee


sono molto meno importanti di quelle della mano. L’unica funzionale
per la deambulazione è la metatarsofalangea dell’alluce.
Mov di lateralità del piede
Attorno all’asse della gamba il piede sviluppa mov di:
- adduzione (punta del piede in dentro)
- abduzione (punta del piede in fuori)

Questi mov possono essere la conseguenza della


rotazione esterna-interna della gamba a ginocchio
flesso o della rotazione di tutto l’arto inferiore a
livello dell’anca (a ginocchio esteso) .
Mov di rotazione longit del piede
Attorno all’asse longitudinale del piede, esso
ruota per orientare la pianta:
► Verso l’interno – supinazione
► Verso l’esterno – pronazione
Questi mov precedentemente descritti, in realtà non esistono
allo stato puro a liv.delle articolazioni del piede. In verità le
articolazioni del piede sono formate in maniera tale che un
movimento in uno dei piani, si accompagna
obbligatoriamente ad un movimento negli altri due piani.
Così:

Add+supinaz+lieve estex= inversione


se l’estex viene annullata con una flex di caviglia, si ottiene la
posizione di VARISMO.

Abd+pronaz+flex= eversione
se la flex viene annullata con una estex di caviglia,si ottiene
l’atteggiamento VALGO del piede.
Articolazione Sotto-Astragalica
È formata dal contatto di due faccette articolari:
La sup inferiore dell’astragalo con la superficie
superiore del calcagno.
Unite tra loro da legamenti e racchiuse da una
capsula articolare.
Insieme alla superficie posteriore dello scafoide (che
si articola con la testa dell’astragalo) ,
costituiscono la parte interna dell’articolazione
mediotarsica o INTERLINEA DI CHOPART.
Per la forma caratteristica delle superfici articolari, il funzionamento di
questa articolazione è particolarissimo.
La posizione di congruenza della
sottoastragalica è quando il piede
è in asse sul calcagno senza
inversione né eversione. Ossia:
piede normale (nè cavo né piatto)
in ortostatismo su un piano orizzontale
in posizione ferma e in appoggio simmetrico.
Questa posizione di allineamento è mantenuta dal peso e non dai
legamenti. È’ stabile e può essere mantenuta per lungo tempo dalla
loro congruenza. Tutte le altre posizioni sono instabili.
I mov di eversione ed inversione sono quindi instabili , incongruenti per la
sottoastragalica, sollecitando al massimo i legamenti. Qundi possono
essere solamente transitorie.
Assi di mov sottoastragalica
Astragalo: osso particolare
► Osso ripartitore del peso del corpo e delle
sollecitazioni sull’insieme del piede.
► Lavora in compressione
► Osso ingabbiato per assenza di inserzioni
muscolari
► Osso rilegato perché è ricco di inserzioni
legamentose oltre ad avere tante superfici
articolari (ruolo meccanico considerevole)
► Poca vascolarizzazione = rischio di pseudoartrosi e
necrosi
Legamenti artic. Sotto-astragalica
A causa degli sforzi considerevoli che devono sopportare
durante la marcia, la corsa e il salto, l’astragalo e il
calcagno sono uniti da leg corti e potenti.
Sono 3 ma il più importante è il legamento interosseo
astragalo-calcaneare a sua volta costituito da due fasci di
forma quadrilatera.
- Fascio anteriore
- Fascio posteriore
Si trova in una posizione centrale ed è posto esattamente sul
prolungamento dell’asse della gamba e lavora quindi sia in
torsione che in trazione. Per tutto ciò, esso è molto
importante sia per la statica che per la dinamica di questa
articolazione.
Articolazione medio-tarsica
► Pg 188
La volta plantare
È un insieme architettonico che associa armoniosamente tutti
gli elementi osteoarticolari legamentosi e muscolari del
piede.
Grazie ai suoi cambiamenti di curvatura ed alla sua elasticità,
la volta può ADATTARSI a tutte le asperità del terreno e
trasmettere le sollecitazioni e il peso del corpo nelle
migliori condizioni meccaniche a seconda dell varie
circostanze.
Essa ha un ruolo AMMORTIZZANTE indispensabile alla
scioltezza della deambulazione.
Tutto ciò che accentua o diminuisce le sue curve altera
gravemente l’appoggio del piede al suolo.
Punti d’appoggio del piede
L’architettura della pianta del piede può essere
definita come una volta sostenuta da 3 archi e
da 3 punti d’appoggio (compresi nella zona di
contatto con il suolo- impronta plantare).

PUNTI D’APPOGGIO:
1. Primo metatarso
2. Testa del V metatarso
3. Due
4. Tuberosità posteriori del calcagno
Archi
1. Arco trasverso (o anteriore): tra la testa del
primo metatarso e la testa del v

2. Arco longitudinale esterno: tra testa del v e le


tuberosità post del calcagno

3. Arco longitudinale interno: tra la testa del


primo metatarso alle tuberosità posteriori del
calcagno ( è il più importante dei tre, sia static
che dinamic).
Appoggi patologici del piede
► Piedi cavi (pg 246)

► Piedi piatti (pg 248)

► Squilibri arco anteriore (pg 250)

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