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FRANCESCO MARIA CASTELLI

1752-1771
Servo di Dio
LE BEATITUDINI
1. Nascita e primi anni
2. «Esce il sole!»
3. Affascinato dai Barnabiti
4. Nel collegio di San Carlo alle Mortelle
5. Ammalato di tubercolosi
6. La morte a 19 anni
7. Fama di santità e causa di beatificazione
8. Il suo ricordo oggi
Nascita e primi anni

  il 19 marzo 1752 a Sant’Anastasia e discendente di


famiglie nobili
 il primo dei nove figli del marchese Giuseppe
Castelli, di famiglia proveniente dalla Nuova
Castiglia in Spagna
  Venne battezzato due giorni dopo da uno zio
materno e sacerdote dei Pii Operai, Carlo Castelli,
nella parrocchia di Santa Maria la Nova: gli furono
imposti i nomi di Francesco, Maria, Giuseppe,
Ermenegildo, Simone e Giovanni
Nascita e primi anni

INTER. Mamma mia, che nome lungo.


FMC: Sai la nobiltà… comporta obblighi.
“Noblesse oblige” come dicono alla francese. E
quindi anche… nel nome. Tuttavia, in famiglia mi
chiamavano “Ciccillo”
«Esce il sole!»
diceva la buona gente di S. Anastasia

 Francesco crebbe e si
formò in un ambiente
sano, applicandosi con
diligenza allo studio. La
pietà e il fervore religioso
ispirarono ben presto in lui
una grande devozione,
soprattutto verso la
Vergine Maria, che
invocava con l’appellativo
di Madonna della Purità.
«Esce il sole!»

 Irradiava dal suo viso, dall’atteggiamento e


dall’agire una grande pace e gioia spirituale. Era
così evidente che, al vederlo uscire di casa, le
persone che abitavano nei dintorni esclamavano
spesso, con l’enfasi propria dei meridionali: «Esce
il sole!». In paese era generalmente chiamato “'o
santariello” (il piccolo santo) o col diminutivo
dialettale Ciccillo, mentre in famiglia era posto ad
esempio per i suoi fratelli più piccoli.
Affascinato dai Barnabiti

 Vicino a Sant’Anastasia, nella località


Zazzara, venivano a trascorrere le vacanze
gli aspiranti dei padri Barnabiti. Zazzara è
una località non lontana dal palazzo dei
Castelli.
 «Vederle e innamorarsene fu tutt’uno», dice
il suo primo biografo.
Nel collegio di San Carlo alle Mortelle


Alla fine, nel novembre 1766, Francesco
 

fu accompagnato a Napoli, per entrare nel


fiorente collegio dei Barnabiti di San Carlo
alle Mortelle.
 Lì ebbe come maestro padre Francesco

Saverio Maria Bianchi, formatore di


numerosi candidati agli altari napoletani 
 marzo 1770, entrò nel noviziato dei Barnabiti. I
suoi compagni, ammirando il suo fervore,
sospiravano: «Dio ci faccia rassomigliare a lui»,
mentre il suo maestro spirituale lo definì «Caro
piccolo angelo».
 L’Eucaristia era il pane della sua verginità e la
preghiera il suo respiro. Respingeva le tentazioni
contro l’obbedienza con la stessa energia con cui
rifuggiva quelle contro la purezza. 
Ammalato di tubercolosi
 Il 1° maggio 1771 emise i voti, ma dopo qualche
mese cominciò ad avere una tosse molto
fastidiosa, che diede timore a tutti: in effetti, si
trattava di tubercolosi. 
 era proprio Francesco, il quale aveva già
predetto che non sarebbe arrivato al sacerdozio
perché non ne era degno.
 “Sarò Barnabita e non sacerdote”
 Ai primi di settembre del 1771 gli si propose di
ritornare per qualche giorno in famiglia a
Sant’Anastasia, per respirare l’aria balsamica della
rinomata zona vesuviana.
 Portò con sé ancora una volta l’immagine della
Madonna della Purità
La morte a 19 anni
 La sera del 18 settembre 1771, quindici giorni
dopo il suo arrivo, era ormai agonizzante. Attorno
a lui c’erano i desolati familiari, il padre barnabita
Narducci e il parroco di Sant’Anastasia, cui il
moribondo chiese che ore fossero: «Sono le
ventitré», rispose. «Bene», replicò il giovane,
«ecco un’ora buona; ancora un’altra e io sarò
nell’eternità». Alla mezzanotte del 19 settembre,
infatti, Francesco spirò, con lo sguardo rivolto alla
Madonna della Purità: aveva 19 anni.
 Nello stesso istante a Napoli, a San Carlo alle
Mortelle, san Francesco Saverio Maria Bianchi
interruppe la lettura dell’Ufficio e disse ai
chierici che erano con lui di pregare insieme
perché Francesco Maria Castelli era morto. Le
campane della chiesa e del collegio si misero a
suonare per l’Angelus della notte da sole, fra lo
stupore di tutti.
Fama di santità e causa di beatificazione

 La sua fama di santità venne alimentata, tra l’altro,


dalla sua prima biografia, scritta da san Francesco
Saverio Maria Bianchi, stampata anche in tedesco.
La sua causa di beatificazione, iniziata nel 1876,
passava il 20 dicembre 1883 alla fase romana:
secondo la legislazione del tempo, gli veniva
attribuito quindi il titolo di Venerabile.
 Il suo corpo fu inizialmente sepolto nella Congrega
dei Morti in Sant’Anastasia. Nel 1772 venne
traslato nella chiesa di San Carlo alle Mortelle. Con
decreto apostolico, il 21 marzo 1891, venne
definitivamente portato presso la chiesa di Santa
Maria di Caravaggio in piazza Dante a Napoli,
tuttora retta dai padri Barnabiti. La stessa chiesa
ospita i resti del suo maestro, san Francesco
Saverio Maria Bianchi.
Il suo ricordo oggi
 a fama di santità di Francesco Maria Castelli, che
un altro biografo definì “Fiore del Vesuvio”, è
particolarmente viva a Sant’Anastasia, il suo paese
d’origine. Già dalla fine del secolo scorso alcuni
suoi concittadini si erano organizzati in un apposito
Comitato, coordinato con i Barnabiti di Napoli, al
fine d’incentivare iniziative volte a favorire la
conoscenza della sua storia, in particolare tra i
ragazzi e i giovani.
 Un vicolo è intitolato a lui, mentre in una piccola chiesa,
dove lui insegnava il catechismo ad alcuni compagni,
sono conservati un suo quadro e alcune reliquie. È pure
conservata la cameretta dove morì, corredata da un ciclo
pittorico sulla sua vita.
 Il Comitato è tuttora vivo e attivo. Ogni anno, in
occasione dell’anniversario della morte, organizza un
pellegrinaggio a Napoli presso la tomba del Venerabile:
in quest’occasione, il sindaco di Sant’Anastasia offre
l’olio per una lampada votiva e un omaggio floreale,
recitando poi una supplica per i bisogni del popolo e
della città.
 La speranza dei suoi devoti è che il titolo di Beato,
con cui Francesco Maria Castelli è popolarmente
noto, gli venga attribuito anche a livello ufficiale,
se qualcuna delle grazie significative a lui attribuite
potrà essere ritenuta degna di nota.
Fonti:
 http://www.santiebeati.it/dettaglio/91361
 SALA FELICE, M., “Fiore del Vesuvio”, 1965
 GENTILE ANTONIO, M., “I Barnabiti”, 2012,
255-256
 Eco dei Barnabiti 1/2019, Eccolo, adesso esce il
sole!...
GRAZIE!

FRANCESCO MARIA CASTELLI


1752-1771
Servo di Dio

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