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Lezione
Diritto Positivo
“Ius positum”: diritto che viene posto da un’autorità alla quale viene riconosciuto un determinato potere in
un determinato periodo del tempo. Prima era prevalentemente un diritto statuale: allo stato vengono
riconosciute determinate prerogative (fare le leggi). Adesso si organizza a livello sovranazionale con l’UE, vi
è il diritto europeo. Vive nella dimensione storica perché vengono continuamente emanate leggi che
modificano l’ordinamento considerato (il sistema).
Diritto Naturale
E’ collegato alla tragedia della WW2 nella quale c’è stato un abuso di potere statuale, ovvero lo stato ha
l’esclusiva di fare diritto e ciò ha portato, in maniera legittima, a leggi come quelle razziali.
Con la WW2 i giuristi hanno capito che il diritto non è tutto nella legge, lo Stato non è senza limiti. Ciò è
diventato chiaro nella Costituzione dove vengono usati i verbi riconoscere e garantire le libertà
fondamentali. Questi diritti pre-esistono, esistono prima dello Stato che si piega a questi diritti ed esercita
solo la funzione di garantirli. Il diritto quindi non è tutto nelle leggi che possono essere incostituzionali e
sono soggette ad un controllo.
Interpretazione della legge
Ognuno ha capacità interpretativa e con il tempo cambia il modo di interpretare le leggi. Lo Stato però deve
dare delle disposizioni a riguardo. Visto che il CC viene scritto nel 1942, prima della Costituzione, bisognava
dare delle norme generali, queste sono le Preleggi che si antepongono ad esso.
Nel diritto si ha bisogno di criteri direttivi per interpretare le norme e la magistratura ne fa uso nei vari
appelli. Prima essa deve ricostruire il fatto, per poi applicare una norma giuridica che deve essere
interpretata (giudizio di diritto). Inoltre gli appelli servono a chiedere una seconda opinione in caso di errori
di fatto (ricostruzione errata di un caso) o errori di diritto (interpretazione errata).
Infine il giudizio di Cassazione può essere richiesto lamentando un errore di diritto. Ciò risponde all’idea che
la Corte di Cassazione è colei che deve interpretare la legge secondo determinati criteri, che sono
imperativi. Inoltre anche le interpretazioni mutano con il tempo e la Cassazione ha funzione di
nomofilachia, ovvero deve essere garanzia dell’uniforme interpretazione della legge e dell’unità del diritto
oggettivo nazionale. L’interpretazione del diritto infatti si sostanzia di criteri ermeneutici e ha bisogno di
una logica dimostrativa. Nell’Art.12 del Capo II, c’è un articolo sull’ interpretazione della legge:
“Nell’applicare la legge non si può ad essa attribuire altro seno che quello fatto palese dal significato
proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore.”
Ci sono 3 criteri fondamentali:
1. Il legislatore crea una gabbia semantica secondo il criterio letterale delle parole, non si possono
aggiungere o ignorare certe parole, dandole significati non comuni.
2.Criterio logico-semantico, bisogna trovare significati coerenti tra loro e anche di carattere sistematico:
significati coerenti nel sistema che si trovano anche in altre norme giuridiche dell’ordinamento giuridico.
3.L’intenzione del legislatore, visto che ogni norma giuridica è necessaria a risolvere conflitti d’interesse tra
privati, dobbiamo individuare questi interessi e a quel punto troveremo la ‘ratio’.
-> I criteri di interpretazione sono precettivi perché è inaccettabile che l’interpretazione della legge sia
libera perché causerebbe difformità di giudizio.

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