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Graziani
Lezione n. 3 Sbobinatore: Ilaria Pisellu
05/12/2023 Revisore: Marta Tessera
Southern Blot
Ne parliamo principalmente per motivi storici e perché questa tecnologia prende il nome da
colui che l’ha scoperta, ovvero Southern. Questa tecnologia si basa su un principio: gli acidi
nucleici possono essere trasferiti da un supporto (ad esempio il gel di agarosio) ad un altro
supporto (ad esempio una membrana di nitrocellulosa).
A sinistra dell’immagine si può vedere il gel con il DNA separato mentre a destra è presente
una membrana di nitrocellulosa. Mediante diffusione e soprattutto mediante l’uso di un campo
elettrico, gli acidi nucleici, che sono carichi negativamente, possono muoversi all’interno del
campo elettrico e dunque passare dal gel di agarosio alla nitrocellulosa.
Quindi, se con la presenza del gel e della nitrocellulosa applichiamo un campo elettrico, il
flusso di anioni indicato dalla freccia (quindi cariche negative) dal gel di agarosio (dal basso)
andrà verso il polo positivo (in alto): questo meccanismo è definito Blot in inglese e significa
“macchia” in italiano (alcuni lo chiamano “blotto”). Blottare qualcosa significa trasferire (ad es.
acido nucleico ma anche una proteina) da un gel d’agarosio su un altro supporto.
A destra dell’immagine sotto viene rappresentato il modo in cui si vede un blot: se abbiamo il
gel di agarosio con del DNA che si distribuisce in base al differente peso molecolare (quindi
si distribuisce in maniera diffusa), possiamo trasferire l’acido nucleico al blot, e poi possiamo
decorare (si dice così) con una sonda. Se la sonda sarà una regione di DNA che ha una
determinata sequenza e che è marcata radioattivamente, e se trova nel gel un frammento di
DNA con sequenza simile (più o meno simile in base alle condizioni di stringenza), allora si
può verificare ibridazione.
Decorare significa quindi ibridare. L’ibridazione avviene se la sonda trova del DNA
complementare a quello separato dal gel di agarosio.
Il professore dice che alcune slide con informazioni tecniche non le spiega perché possiamo
capirle da soli :)
La FISH
Il professore dice che non gli interessa che noi sappiamo tutte le componenti in maniera
nozionistica, gli interessa che noi sappiamo cosa sia la FISH e come funzioni.
FISH = Fluorescent in-situ hybridization.
Con la FISH è possibile fare il cosiddetto chromosome painting: per avere la colorazione dei
cromosomi si usano delle sonde che sono specifiche per le sequenze presenti dei diversi
cromosomi. Ciascuna sonda è legata ad un fluoroforo diverso (ciascun fluoroforo emette luce
fluorescente differente) e quindi in questo modo possiamo “colorare” i cromosomi. Questo tipo
di FISH serve per individuare ad esempio traslocazioni ignote, dunque se c’è il sospetto che
ci sia una traslocazione cromosomica si può applicare la chromosome painting.
Nell’immagine a destra si può vedere la marcatura in caso di leucemia mieloide cronica.
Northern blot
È un altra tipologia di tecnica di separazione. Questa denominazione è dovuta ad un gioco di
parole perché dopo che Southern ebbe creato il suo metodo i ricercatori decisero di chiamare
quest altro metodo Northern blot. Questa tecnica funziona esattamente come il Southern blot
ma con una differenza: invece di usare e di caricare cDNA si carica RNA.
Il professore dice che non lo spiega perché è una tecnica che non si usa più a differenza del
Southern blot che in alcuni casi viene ancora utilizzato.
Western blot
Questa tecnica viene solo accennata in quanto si tratterà poi bene in biochimica. Anche
questa denominazione è dovuta ad un gioco di parole, quindi dopo Southern e Northern hanno
nominato questo metodo Western blot.
È di nuovo una tecnica di trasferimento ma invece di trasferire acidi nucleici come Southern e
Northern trasferisce proteine.
IMPORTANTE:
Il Northern Blot serve per andare a vedere che tipo di RNA messaggeri abbiamo nel nostro
campione cellulare. Quindi il Northern Blot è in grado di indicare quali sono gli RNA
messaggeri trascritti da una determinata cellula di un determinato tessuto in determinate
condizioni più o meno patologiche. Come detto prima, questa tecnica è ormai obsoleta perché
sostituita da altre tecniche come la PCR e RNA sequencing.
Dunque, se noi vogliamo sapere quali sono i trascritti della nostra cellula dobbiamo isolare
l’mRNA. È presente però un problema: l’RNA a differenza del DNA è molto instabile, quindi
una volta che viene estratto diventa difficilissimo lavorarci e mantenere la stabilità. Pertanto la
prima cosa che si fa dopo l’estrazione di RNA è retrotrascriverlo, ottenendo quindi una copia
di DNA. Quindi il cDNA è un copy DNA.
La differenza tra DNA genomico e cDNA è l’assenza di introni nel cDNA, perché nel
messaggero maturo gli introni vengono eliminati attraverso lo splicing. In sostanza il cDNA
corrisponde alla sequenza codificante quindi agli esoni.
Retrotrascrizione dell’RNA
Ritornando all’individuazione degli mRNA nel Northern blot, la prima cosa da vedere sono i
poliA, caratteristica degli mRNA. Più del 95% è RNA transfer e RNA ribosomiale.
I messaggeri, a seconda dei tessuti, stanno tra 1-5% dell’RNA totale. Pertanto se a noi
interessa fare il DNA copia dei messaggeri, dobbiamo rimuovere i tRNA e rRNA. La
rimozione avviene attraverso una cromatografia di affinità (si basa sulle interazioni che si
formano tra una sostanza ed il rispettivo ligando) sfruttando il fatto che i messaggeri sono
poliadenilati al 3’. Dunque, se sono adenilati al 3’ è possibile incubarli con una matrice solida
che contiene degli Oligo-dT ovvero Oligodeossinucleotidi (la T sta per timina). Una sequenza
ricca di T si legherà attraverso ponti idrogeno al relativo poliA. In sostanza questa matrice
solida ricca di oligo-dT trattiene i poliA e non interagisce con gli altri RNA (rRNA e tRNA) che
quindi non si attaccheranno alla matrice e potranno essere eliminati lavando. Alla fine del
lavaggio avrò solo il poliA cioè RNA messaggero attaccato alla resina. A questo punto
possiamo diluire aggiungendo del sale per diminuire la forza dell’interazione tra A e T in modo
tale da poter “staccare” l’mRNA dalla matrice (se aumento la forza ionica di una soluzione, le
interazioni deboli si indeboliscono sempre di più, dunque, dal momento che l’interazione tra
poliA e il poliT è un’interazione debole a ponte idrogeno, possiamo farli staccare aumentando
la forza ionica, cioè aumentando la concentrazione di sale). Dopo aver purificato il
messaggero, possiamo andare avanti.
Prima di procedere con la retrotrascrizione è necessario però spiegare la PCR, tecnica molto
importante in quanto utilizzata in diversi ambiti tra cui quello forense.
PCR
La PCR è una vera e propria invenzione e non una scoperta. L’inventore fu Kary Mullis e nel
1993 vinse il premio Nobel per la Chimica. Era un ricercatore e lavorava per un’azienda privata
chiamata Cetus Corporation. Le aziende di questo tipo rilasciano una quota di tempo ai propri
dipendenti per portare avanti una ricerca libera finanziata dalle aziende stesse.
Il professore dice che Mullis scrisse un libro in cui racconta che scoprì la PCR mentre era
fattissimo di hashish per le strade della California :)
La genialità di questa tecnologia è che in 3 semplici passaggi permette di copiare una regione
di DNA per milioni di volte partendo anche da un campione di DNA estremamente piccolo.
Questa tecnica ha avuto e continua ad avere una enorme quantità di applicazioni differenti
specialmente sull’aspetto forense della medicina (es: riconoscimento delle persone).
Piccolo scoop di Graziani: Jurassic Park è basato su una storia vera sulla PCR, perché si
trova all’interno dell’ambra una zanzara che era rimasta conservata per milioni di anni, la quale
aveva punto un dinosauro. Quindi all’interno della zanzara i ricercatori trovano una goccia di
sangue del dinosauro. Il protagonista riesce a prelevare il sangue e attraverso la PCR
amplifica e copia il genoma del dinosauro; dunque crea un clone del genoma che va ad
inserire in un rettile. Si arriva ad ottenere l’embrione di un dinosauro e a sto punto guardate il
film che fate prima.
Il professore dice che la prima serie TV sul pronto soccorso è stata ER ovvero emercency
room e fu il capostipite di tutte le serie mediche successive tipo Dr. House.
IMPORTANTE
Kary Mullis scoprì che nelle pozze di Yellowstone vivono dei batteri che sono in grado di vivere
in condizioni estreme come la temperatura dell’acqua a 90 gradi. Questi batteri vengono
genericamente definiti estremofili e si sono adattati a vivere in condizioni estreme. Questo
vuol dire che hanno una DNA polimerasi molto stabile ad alte temperature. Pertanto, è stato
possibile isolare dal batterio Thermus Acquaticus (estremofilo) una polimerasi attiva a 95
gradi. Quest’ultima polimerizza in direzione 5’-3’ ma non possiede attività esonucleasica e
quindi non esiste il proofreading, ovvero verifica e correzione di bozze. Questa scoperta è
stata fondamentale per far capire a Mullis come copiare il DNA.
La reazione richiede dunque questi ingredienti:
- regione di DNA da amplificare (template);
- una coppia di DNA primers (sono due
oligonucleotidi che hanno una sequenza
complementare alla regione che vogliamo
amplificare);
- deossinucleotidi-trifosfato che sono i
substrati delle DNA polimerasi;
- cofattori come il magnesio e cloruro di
potassio con tampone a pH specifico;
- Taq DNA polimerasi. Il termine Taq sta
per Thermus Acquaticus.
Questo è tutto ciò che serve per svolgere la
PCR.
https://ita.promega.com/resources/guides/nucleic-acid-analysis/pcr-amplification/
http://embed.widencdn.net/stream/hd/promega/istrijvbxf/47658903-Intro-to-PCR-Animation-
FINAL.mp4?u=rn3yq6
https://youtu.be/matsiHSuoOw
Quindi ad ogni ciclo aumento il numero di copie:
al primo ciclo ho 2 copie, dopo il secondo ne ho 4,
dopo il terzo ne ho 8, al quarto sono 16. Al
trentesimo ciclo sono 2^30 cioè 1.073.741.824
copie. Quindi io ho una crescita esponenziale
del numero di copie della regione di DNA che
voglio amplificare. L’andamento esponenziale
dipende appunto dal numero di cicli.
Si può comprendere quindi che la macchina della
PCR non è altro che un “bagnetto scaldato” dove
si controlla la temperatura e posso passare
rapidamente da una temperatura di 50 gradi a 90.
Domanda: Ma la Taq polimerasi non ha una tendenza a staccarsi come la polimerasi classica?
Risposta: Sì, infatti di solito vengono copiate un massimo di 10 mila paia di basi (con difficoltà
si arriva fino a 40 mila). Noi abbiamo la formazione di prodotti lunghi che ad un certo punto
finisce perché la DNA polimerasi si stacca.
Il professore dice che nella presentazione ci sono un po’ di diapositive che reiterano questo
concetto e che se non ci piacciono queste figure ne sono presenti altre, così che ognuno può
decidere su quale esercitarsi; sono tutte equivalenti.
La cosa importante è che in questi cicli noi abbiamo un prodotto finale che è
esattamente una regione di DNA delimitata dai primer. Quindi nel momento in cui io
“disegno” i primer, so che il prodotto
della PCR è definito al 5’ e al 3’ dalla
sequenza dei miei primer; quindi io
copio solo all’interno dei primer. A
questo punto io ho un prodotto di PCR
in una provetta. La prima cosa da fare
è andare a vedere se il prodotto di PCR
c’è e se esso è effettivamente quello
che mi aspetto. Quindi facciamo quello
che abbiamo già visto la volta scorsa,
ovvero carichiamo su un gel di
agarosio il DNA amplificato attraverso
la PCR e andiamo a vedere il DNA
stesso. Se io conosco la sequenza e
conosco il primer, so esattamente quante paia di basi aspettarmi (in questo caso,
nell’immagine a sinistra, 229 paia di basi). Vi sono le due tipologie di primer cerchiate in blu:
forward primer sopra e reverse primer sotto.
Teoria vs Pratica
Abbiamo quindi capito che la PCR può essere quantitativa, ovvero all’aumentare dei cicli
aumenta la quantità di prodotto. Lo abbiamo visto nella teoria attraverso il calcolo
esponenziale, ma la pratica della cinetica enzimatica è da verificare. All’interno della reazione
si possono creare delle condizioni per cui non si forma un numero di copie proporzionale al
numero di cicli; perciò, quello che vediamo è che il numero di prodotti di PCR che si formano
nel tempo è solo in parte esponenziale ma col passare del tempo non aumenta più.
Sull’asse delle x si ha il numero di cicli mentre sull’asse delle y si ha il numero di prodotti
(molecole). Il numero di molecole io lo posso misurare in modo semi quantitativo.
Ciò che si può vedere già ad occhio è che
per i primi cicli abbiamo un aumento che è
abbastanza esponenziale e poi questo
andamento si interrompe. Questo
rappresenta un problema perché significa
che la PCR non è lineare nel tempo, perché
lo è solo in parte, ovvero all’inizio. Questo è
dovuto al fatto che la PCR prevede la
reazione di diversi cicli quindi i
reagenti/substrati si esauriscono dopo un
numero elevato di cicli oppure la Taq si
inattiva.
Primo metodo
Questo metodo è detto SYBR green che in realtà è il nome della molecola presente
nell’immagine. Questa molecola ha la caratteristica di essere verde fluorescente e soprattutto
di intercalare il DNA, ovvero è in grado di entrare dentro il DNA. Quindi io posso seguire la
quantità di SYBR (= misurare la fluorescenza del DNA) e pertanto posso misurare quanta
fluorescenza ho dopo ogni ciclo. Più DNA viene prodotto maggiore sarà la fluorescenza
perché il prodotto dopo ogni ciclo viene marcato dal colorante.
Quindi l’intensità di fluorescenza è
proporzionale alla quantità di prodotto della
PCR.
Se ho un fluorimetro a disposizione, posso
monitorare la fluorescenza ciclo dopo ciclo. Il
procedimento ha però degli svantaggi: questo
modo di marcare il DNA è indipendente dalla
sequenza; pertanto, in caso la PCR avesse dei
problemi (es: a causa di contaminanti) io non
avrei modo di controllare perché rilevo
l’amplificato solo mediante fluorescenza e bisognerebbe fare un’analisi per riconoscere se
quello che sta emettendo fluorescenza è effettivamente il prodotto.
Secondo metodo
È basato (come il terzo metodo) sul FRET, ovvero Fluorescence Resonance Energy Transfer
che in italiano sarebbe il trasferimento di energia di risonanza della fluorescenza. Il FRET
avviene quando abbiamo due fluorofori, cioè due molecole che emettono fluorescenza, che
sono vicini fra di loro. Essendo vicini, se io eccito una molecola come ad esempio il fluoroforo
verde che ha una specifica lunghezza d’onda, la sua luce rilasciata va ad eccitare l’altra
molecola che può essere ad esempio un fluoroforo rosso. Il risultato è che anche il fluoroforo
rosso emetterà luce, e questo grazie al fatto che ho illuminato il fluoroforo verde che gli stava
vicino.
Se invece allontano i due fluorofori, allora non c’è interferenza. Questo si chiama trasferimento
di energia perché l’energia di un fluoroforo viene trasferita al fluoroforo che gli sta vicino (entro
un certo numero di angstrom). Il FRET è un metodo alla base di molte procedure diagnostiche.
In sintesi: Se la sonda non ibrida ha una struttura a forcina e l’estremità 5’ 3’ sono vicinissime
(perché ho disegnato così la sonda) e quindi ho FRET tra i due fluorofori, poiché sono molto
vicini. Se la sonda si ibrida con un prodotto di PCR, si apre. Se però la mia sonda è
sufficientemente grande, i due fluorofori saranno lontani quindi non ho FRET. Ma se ho una
macchina in grado di eccitare il fluoroforo verde e rilevare la luce emessa dal fluoroforo rosso,
posso vedere come, quando la sonda non ibrida, ho molta fluorescenza rossa mentre quando
ibrida quest’ultima diminuisce: calcolando questa riduzione di fluorescenza rossa, calcolo
quanta sonda si è ibridata.
Il professore dice che questo tipo di sonda è utile fino ad un certo punto ma lo reputa molto
importante a livello didattico per capire il concetto del FRET e come si può utilizzare.
Sonda TaqMan
La sonda FRET serve per introdurre l’argomento della sonda TaqMan, che lo stesso Mullis
sviluppò. TaqMan è un gioco di parole perché è un mix fra Taq DNA polimerasi e Pac-Man,
un videogioco. Se si vuole avere una misura affidabile di una PCR quantitativa, la sonda
TaqMan è perfetta. Essa mostra uno dei tanti modi in cui si possono usare gli acidi nucleici
nel campo dell’ibridazione. Chiaramente la sonda è disegnata per andare ad ibridare il
prodotto di amplificazione, e, come nel caso precedente, la sonda contiene due fluorofori che
chiamiamo Reporter e Quencher. In questo caso non abbiamo proprio il FRET ma abbiamo il
fenomeno del quenching, ovvero
una sorta di interferenza: il
reporter ed il quencher non sono
così vicini, ma sono
sufficientemente vicini da
interferire tra loro. Dunque il
Quencher “quencha” la luce
emessa dal Reporter, per cui
abbiamo una certa luce emessa
da quest’ultimo che è
relativamente bassa.
Successivamente la TaqMan
andrà a polimerizzare, ma su un
filamento si ritroverà la sonda già
ibridata. In questo caso la TaqMan spiazza la sonda e la caratteristica di questa polimerasi è
che ha anche attività esonucleasica, dunque può degradare la sonda. La conseguenza della
digestione della sonda partendo dal 5’ è che il Reporter si allontana dal Quencher e comincia
ad emettere fluorescenza, quindi io rilevo l’emissione. In sostanza questo è il contrario di
quello che succedeva con il FRET ma è molto più sensibile e specifico. La fluorescenza
emessa dipende dall’ibridazione della sonda, e ciclo dopo ciclo si va a misurare quante
molecole di amplificato ci sono; quindi questo è il metodo più “robusto” per misurare in
modo quantitativo il prodotto di PCR.
Domanda: Quindi la polimerasi ha attività esonucleasica non in 3’-5’ ma in 5’-3’?
Risposta: Sì. Le tecnologie per creare Taq polimerasi sono molto sviluppate.
Domanda: Quindi è in grado di sintetizzare e rimuovere?
Risposta: Esattamente. Attenzione però: la Taq polimerasi rimuove la sonda, non rimuove
se stessa; quindi, l’attività esonucleasica è nei confronti della sonda. All’inizio con la Taq
polimerasi standard non si poteva assistere ad attività esonucleasica, ma con le nuove
tecnologie questo adesso è possibile.
Questo qui sotto è un grafico dove si vedono i numeri di cicli e la quantità di segnale. Il primo
concetto è quello di soglia: essa è la quantità di fluorescenza minima che la mia macchina
riesce a rilevare a quella lunghezza d’onda (che dipende dal fluoroforo). Chiaro che è
importante verificare che, quando io ho tutti gli ingredienti della reazione eccetto lo stampo, la
fluorescenza sia minore della soglia. Questo perché se non ho lo stampo ma è già presente
fluorescenza, significa che nella PCR ci sono dei contaminanti.
IMPORTANTE!!! Il professore dice che una delle domande aperte sarà sicuramente
sulla PCR (dice 40% di probabilità di trovare una domanda che ha a che fare con la
PCR)