Biologia molecolare
Ilaria Lampronti, Ph.D
Dimostrarono per
primi la presenza
degli INTRONI:
Geni procariotici ed eucariotici
Geni discontinui e splicing
La sequenza di un gene può contenere tratti di sequenza interposti che
non compaiono poi nel trascritto maturo funzionale. Tali sequenze
interposte sono state chiamate introni, mentre i tratti di sequenza che,
unendosi, vanno a formare il trascritto maturo sono stati chiamati
esoni.
Lo splicing: un evento unico!
• Evento caratteristico degli eucarioti
• DNA (introni + esoni)
• Trascritto primario (pre-mRNA)
• Trascritto secondario (mRNA maturo)
facoltativi
Possibili
even+
elementari
che
concorrono
alla
generazione
di
più
trascri7
a
par+re
da
uno
stesso
gene.
Uno
stesso
gene
può
esprimere
numerosi
trascri1
dis3n3
a4raverso
l’u3lizzo
di
si3
alterna3vi
di
inizio
(a)
e
terminazione
(b)
della
trascrizione
(AAUAAA
è
il
3pico
segnale
di
poliadenilazione),
e
lo
splicing
alterna3vo
che
comprende
diversi
even3
elementari
(c-‐g).
Nell’istogramma sono indicate le
frequenze relative delle diverse
modalità di splicing alternativo in
varie specie animali
Esempio del gene Dscam in Drosofila
La
regolazione
dello
splicing
comporta
l’interazione
tra
proteine
in
grado
di
legare
specifici
mo3vi
presen3
nel
pre-‐mRNA
sia
negli
esoni
(ESE,
ESS)
che
negli
introni
(ISE,
ISS).
All’azione
delle
proteine
SR
(serina
S,
arginina
R)
che
legano
le
sequenze
enhancer
negli
esoni
(ESE)
e
negli
introni
(ISE),
e
che
a1vano
lo
splicing
(frecce
rosse
e
verdi
a
punta),
si
oppongono
le
proteine
hnRNP
(heterogeneus
nuclear
RiboNucleoProtein),
che
invece
riconoscono
le
sequenze
silencer
negli
esoni
(ESS)
e
negli
introni
(ISS)
(frecce
viola
a
punta
pia4a).
Il
meccanismo
di
a1vazione
o
repressione
normalmente
comporta
l’interazione
con
altre
componen3
dello
spliceosoma:
gli
snRNP
(small
nuclear
RiboNucleoProtein)
Meccanismi di regolazione
L’a7vità
dei
mo+vi
di
regolazione
dello
splicing
è
dipendente
dal
contesto.
(A)
Lo
stesso
mo3vo
(1,
2)
può
fungere
sia
da
a1vatore
che
da
repressore
in
funzione
della
sua
localizzazione
esonica
o
intronica.
(B)
Lo
stesso
mo3vo
(1),
anche
nella
stessa
localizzazione
intronica,
può
avere
a1vità
differen3
in
diversi
geni
(mostra3
con
un
colore
diverso).
Nel
gene
mostrato
nel
pannello
a
destra,
il
mo3vo
di
regolazione,
che
normalmente
agisce
come
a1vatore,
non
è
in
grado
di
legare
il
suo
intera4ore
proteico.
Si
consideri
che
l’a1vità
dei
si3
di
regolazione
dello
splicing
dipende
anche
dallo
stato
epigene3co
della
croma3na.
Lo splicing alternativo tessuto-specifico
• Uno stesso gene può generare mRNA diversi a seconda
dei tessuti in cui viene espresso
• Soprattutto nel tessuto nervoso
• Numerosi mRNA derivanti da splicing alternativo
• Dovuto a espressioni tessuto-specifiche di fattori coinvolti nello
splicing
• Il ruolo dello splicing alternativo si somma al più
conosciuto e classico controllo dell’espressione genica
(differenziamento e risposta a stimoli)
• Esempio: gene della CALCITONINA (CT/CGRT)
Il gene per la calcitonina
Il gene della calcitonina umana (CT/CGRT) rappresenta un interessante esempio di splicing alternativo
tessuto-specifico. Si manifesta un fenomeno di exon skipping, a carico di un esone (4) nel quale è
presente un sito di poliadenilazione che porta alla terminazione della trascrizione e alla produzione di una
forma tronca dell’mRNA. Il gene è espresso solo in due tessuti: da una parte, in un particolare gruppo di
neuroni e dall’altra a livello della tiroide. Nell’ipofisi è attivo il meccanismo di exon skipping e viene
espressa la forma più lunga dell’mRNA. A livello della tiroide, invece, l’esone permane e viene pertanto
espressa la forma più lunga dell’mRNA. L’mRNA espresso nei neuroni codifica per la proteina cgrt
(calcitoninegene-related sequence), un peptide con attività vasodilatatorie. Nelle cellule della tiroide, invece,
l’mRNA prodotto codifica per l’ormone calcitonina (CT), un peptide che regola la concentrazione del calcio
nel sangue.
Difetti dello splicing
• Che sono coinvolti in malattie neoplastiche
• Che sono coinvolti in malattie genetiche
• Thalassemia
• Fibrosi cistica
Difetti dello splicing
• Mutazioni a carico di molti geni determinano difetti nel
meccanismo dello splicing
• Splicing aberrante
• Malattie ereditarie
• Malattie neoplastiche
Le mutazioni che interessano lo splicing
• Sequenze specifiche introniche legano i vari componenti
(fattori) dello spliceosoma
• Mutazioni a carico di tali sequenze si chiamano mutazioni in cis
(più frequenti)
• Mutazioni a carico dei fattori dello spliceosama si dicono mutazioni
in trans (molto meno frequenti)
• Esempi:
• Beta-talassemia
• Fibrosi cistica
• Tumori
La beta-talassemia
• Malattia genetica autosomica recessiva
La beta-talassemia
(morbo di Cooley)
Gravità della malattia e livelli di Hb
• Pazienti portatori (talassemia minor)
• Pazienti β+ (talassemia intermedia)
• Pazienti β0 (talassemia major)
• Diagnosi di I livello
• RBC, Hb, MCV (Emocromo)
• Diagnosi di II livello
• Analisi dei livelli di Hb prodotti
• Diagnosi di III livello
• Analisi genetiche (individuare la precisa mutazione)
Exon skipping
La fibrosi cistica
• Malattia genetica autosomica recessiva
• Già descritta in precedenti lezioni (v. il TF NF-kB)
Le mutazioni
• Più di 2000 alterazioni del gene CFTR causano CF
• MUTAZIONI
• Alterazioni nella sequenza codificante (la maggior parte)
• Alterazioni in zone introniche e splicing aberrante (circa il 13%)
• Proteina non funzionale (exon skipping)
DELEZIONE
Exon skipping
Malattie tumorali
• Cos’è il cancro?
• Splicing aberrante e correlazione con i tumori
• Tumore del colon
• Retinite pigmentosa
Cos’è il cancro?
• Statistiche: il cancro colpisce una persona su tre!
• Definizione: il cancro è costituito da una famiglia di
malattie caratterizzate da crescita cellulare incontrollata e
sregolata e dall’invasione e dalla diffusione di cellule
cancerose dal sito d’origine (sito primario) ad altri distretti
dell’organismo.
• Famiglia di malattie: più di 100 tipologie conosciute
• Classificazione:
• CARCINOMI
• SARCOMI
• ADENOCARCINOMI
• Cause: luce UV, fumo da sigaretta, esposizione ad agenti
chimici, ecc.
Il tessuto di origine determina le
caratteristiche che distinguono il cancro
• CARCINOMI
• Circa 85%, cellule epiteliali
• SARCOMI
• Meno frequenti, cellule mesodermiche (tessuto connettivo,
cartilagine, osso, muscolo)
• ADENOCARCINOMI
• Meno frequenti, tessuto ghiandolare (mammella, prostata,
pancreas)
Le 6 caratteristiche del cancro
Tumore BENIGNO e MALIGNO
-Crow JF (October 2000). "The origins, patterns and implications of human spontaneous mutation". Nature
Reviews Genetics. 1 (1): 40–7.
-Wong WS, Solomon BD, Bodian DL, Kothiyal P, Eley G, Huddleston KC, Baker R, Thach DC, Iyer RK, Vockley
JG, Niederhuber JE (2016). ”New observations on maternal age effect on germline de novo mutations” Nature
Communications. 7: 10486.
Crescita, apoptosi, differenziamento
• Fattori che regolano il numero totale di cellule in un
individuo
• La proliferazione cellulare
• L’apoptosi
• Il differenziamento terminale
• Le mutazioni del DNA che alterano queste funzioni
influenzano l’equilibrio del numero di cellule
• Crescita non regolata
• Insorgenza di tumori
Oncogeni e geni soppressori dei tumori
• Protoncogeni: geni normali che possono essere attivati
con una mutazione e divenire oncogenici (presenti in tutte
le cellule)
• Oncogeni: gene che produce la rispettiva proteina in
modo più abbondante o più attiva per agire in maniera
dominante per dare inizio alla formazione di un tumore
• Geni soppressori (oncosoppressori): codificano per
proteine che sono coinvolte nell’inibizione della crescita e
della formazione dei tumori
• I principali oncosoppressori sono:
• p53
• RB
• APC
Fattori che influenzano la carcinogenesi
• Ambiente
• Posto di lavoro
• Posti di svago usuali
• UVB
• Vita riproduttiva
• Donne senza figli
• Età prima gravidanza
• Inizio e termine menorrea
• Contraccezione
• Promisciutà sessuale
• Dieta
• Dieta mediterranea (riduzione del rischio)
• Fumo
• Polmoni, pancreas, fegato, vescica, reni, bocca, stomaco
• Altro
• Fisiologia personale
• Altre malattie
Frequenza annuale di morti (USA)
• Pazienti maschi normalizzati sull’età (1930-2002)
Principali terapie
• Chirurgia
• Rimozione massa tumorale (sito primario)
• Problema: metastasi (siti secondari)
• Chemioterapia e radioterapia
• Per colpire anche le cellule metastatiche
• EFFETTI citostatici e citotossici
• Goal: danneggiare il DNA in cellule con alta proliferazione per
indurre APOPTOSI
• Effetti collaterali noti su cellule non tumorali (alopecia, ulcere,
anemia) a causa del basso INDICE TERAPEUTICO
• Nuovi farmaci biologici
• Per diminuire effetti collaterali
• Aumentando la selettività
Indice terapeutico
• Differenza tra dose massima
tollerata (MTD) e dose minima
efficace
• Esempio:
• ASPIRINA IT alto
• ANTITUMORALI classici IT basso
Genomica e proteomica del cancro
• Completamento del progetto GENOMA umano
• Conoscenza dei dettagli del genoma
• Riconoscimanto di distinzioni tra cellule normali e cellule cancerose
• Progettazione di farmaci mirati
• Chemioterapici con bersaglio preciso (in combinazione con vettori)
• Piccole molecole (RNA antisenso, siRNA, microRNA) come nuove
classi di biofarmaci
• Studio del PROTEOMA umano
• Ampliamento della conoscenza dell’espressione proteica
differenziata
• Riconoscimento di distinzioni tra cellule normali e cellule cancerose
• Scoperta di nuovi biomarcatori tumorali
• Progettazione di farmaci mirati
• Per esempio anticorpi diretti contro prodotti genici specifici (Ab coniugati
con antitumorali o radiofarmaci)
APOPTOSI: morte cellulare programmata
• APOPTOSI: “Suicidio cellulare”
• Modalità intrinseca di morte cellulare
• Avviata da segnali specifici (extracellulari ed intracellulari)
• Processo accurato e preciso
• Poche tracce residue (formazione dei corpi apoptotici) della cellula
eliminata per fagocitosi (macrofagi)
• NECROSI: “morte accidentale”
• In condizioni patologiche
• Riversamento del contenuto cellulare nello spazio circostante e
insorgenza di infiammazione (rigonfiamento cellulare)
• AUTOFAGIA: “auto-digestione”
• In caso di carenza di nutrienti
• Azione di Lisosomi ed enzimi litici in essi contenuti
Tumori duvuti a splicing aberrante
• Esempi
• Tumore del colon
• Retinite pigmentosa
• Mutazioni negli elementi caratteristici della regolazione
dello SPLICING
• Conseguente generazione di mRNA aberranti
• Ingenere disattivazione di geni ONCOSOPPRESSORI
• Inattivazione di sistemi di protezione
• Trasformazione tumorale
Funzione degli oncosoppressori
• p53
• TF che induce blocco
del ciclo e apoptosi
cellulare (coinvolto in
molti tumori)
• RB
• Controllo trascrizione
geni coinvolti nel ciclo
cellulare (es.
retinoblastoma)
• APC
• Lega e regola l’attività
della beta-catenina
(es. tumore al colon)
Attivatori a monte ed effetti a valle della p53
Lauren Pecorino, Biologia molecolare del cancro, Zanichelli
Retinoblastoma
• Neoplasia rara dell’infanzia
• Forma familiare ereditabile (40%)
• Entrambi gli occhi colpiti
• Forma sporadica (60%)
• Solo un occhio
• Mutazioni differenti
• Delezioni, frameshift, nonsenso,
missenso
• Mutazioni di splicing (esoni e
introni)
• Ipotesi dei due colpi di Knudson Forme ereditaria e sporadica di retinoblastoma
• Sono necessarie 2 mutazioni L. Pecorino, Biologia molecolare del cancro, Zanichelli
separate per inattivare le due
copie dell’allele Rb e inattivare la
proteina RB
Tumore del colon
• Gene oncosoppressore APC
• Regola l’attività della β-catenina:
• Due alterazioni che alterano lo splicing:
• Mutazione a livello del sito di splicing al 5’ dell’INTRONE 4 (exon
skipping dello stesso esone 4)
• Sostituzione della sequanza AG del sito di splicing al 3’ (un
nucleotide più a valle: accorciamento dell’ESONE 8 e frame shift
conseguente)
• In entrambi i casi, traduzione di proteine non funzionali