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Canale B
Altruda-De Filippi-Turco
Introduzione
Il file che vedete comprende le parti delle tre professoresse che insegnano biologia nel primo
semestre. Purtroppo, come potrete notare, la parte di genetica molecolare non ha le immagini,
dal momento che quando lavevo fatta io, le slides erano state rese disponibili dopo che avevo
gi completato il lavoro di stesura degli appunti.
Ad ogni modo, per la parte di genetica molecolare, fatta dallAltruda, ritengo che ci sia pi o
meno tutto. Una lettura ai primi capitoli dellAlberts consigliata, soprattutto per quanto
riguarda la riparazione del DNA che a noi stata spiegata da una sua collega straniera non
esattamente chiara in italiano. Noterete, poi, che questa parte fatta in maniera schematica,
ma se seguite le lezioni potete facilmente impostarci un discorso soprattutto se vi aiutate con
lAlberts.
Seconda parte: riguarda biologia cellulare. Qui il discorso piuttosto semplice: quello che c
qui sono le parole della De Filippi, quindi si potrebbe pensare che c tutto. Effettivamente, lei
tocca tutti gli argomenti che le interessa che voi conosciate, ma non approfondisce nulla,
mentre allesame fa domande specifiche (vedi 2012-2013: illustrare i meccanismi di controllo
che avvengono in fase S del ciclo cellulare) cui ovviamente non saprete rispondere senza
laiuto dellAlberts. Purtroppo i capitoli sono parecchi e lunghi.
Terza parte: sembra strano ma tutto quello che trovate qui, ovvero le lezioni della Turco,
serve praticamente a nulla. Far una o massimo due domande di teoria (tipo: in quale fase
possiamo vedere i cromosomi omologhi al centro della cellula?) e il resto esercizi. Quindi,
questa parte lho inserita solo per completezza.
Buono studio e spero possano esservi utili,
Edoardo
GENETICA MOLECOLARE
INTRODUZIONE
Cellule procariote: no nucleo e il DNA non compartimentalizzato, ma sta nellambiente cellulare. Vivono
da s e svolgono da sole le loro funzioni.
Cellule eucariote: sono cellule molto diverse tra loro. Il DNA si trova nel nucleo, organulo separato dal
plasma. Cos si controlla lespressione genica e il DNA passa al citoplasma con lRNA. Spesso vivono in
organismi pluricellulari e si differenziano. Fin dallo zigote. Ci sono eccezioni: il lievito ( vive da solo, ma
eucariote per le altre caratteristiche) e il Dictyostelium discoideum ( vive da solo, ma in assenza di cibo si
unisce per formare una struttra a stelo e risparmiare cibo: spore).
Batteriofago/fago : infettano la cellula eucariote. Non sono in grado di prodursi il materiale per vivere e
riprodursi: si attaccono e con una lisi della parete iniettano il loro DNA e sintetizzano le loro proteine.
Virus:infettano le cellule batteriche. Come i fagi necessitano di una cellula di sponda per vivere e riprodursi.
Sono in grado di portarsi via parte del materiale genetico della cellula ospite.
Progetto genoma umano: terminato nel 2001. Nel DNA umano vi sono 3x109 bp (paia di basi) che
corrispondono a solo 25000 geni invece che 31000. Gran parte del DNA non d informazioni e anche se
soprannominata junk non inutile, ma non si sa ancora la sua funzione. Per esempio producono miRNA,
regolatori di geni.
Genoma: il DNA si riferisce ai nucleotidi, mentre genoma alla sequenza chimica di nucleotidi. I genomi
batterici sono circolari e di 4x106 bp per cellula batterica. Il genoma batterico quasi per intero coperto di
informazioni. Quello eucariotico non circolare ed costituito di cromosomi. Il 10% costituito di geni. I
fagi hanno un genoma simile a quello dei procarioti e i virus hanno un organizzazione simile a quella degli
eucarioti.
Proteine: sono pi amminoacidi legati tra loro: pi di 20. Gli amminoacidi si legano tramite il legame
peptidico e le proteine tramite ionico/idrogeno. Struttura primaria: legami peptidici. Struttura secondaria: il
ripiegamento; ad alfa-elica o foglietto-beta. Struttura terziaria: compatta ancora la proteina con legami
intracatena. Struttura quaternaria (solo per proteine con pi catene polipeptidiche): legami tra le varie catene.
Sono un gruppo eterogeneo: enzimi ( proteine responsabili delle reazioni metaboliche), i fattori
trascrizionali... Una proteina reagisce con una molecola (ligando) tramite uno specifico contatto/perfetta
interazione.
Plasmidi: sono molecole di DNA circolari o no. Di solito piccoli, circa 1x105 nucleotidi. Si trovano nelle
cellule batteriche. I geni pi importanti che danno la resistenza agli antibiotici. In ambiente sfavorevole: sono
mantenuti nelle cellule batteriche e dipende da queste per le funzioni di sintesi; oppure la cellula batterica ne
trae vantaggio. I plasmidi tramite trasmissione di geni possono passare da una cellula allaltra. Sono tra i
migliori vettori utilizzabili nella tecnologia del DNA ricombinante (scoperti gli enzimi di restrizione che
tolgono il DNA in porzioni specifiche e i vettori in cui inserire frammenti di DNA e clonarli). In cellule
batteriche grazie allinserimento di un tratto di DNA umano sono in grado di replicarsi molte volte.
Cloroplasti e mitocondri: il DNA presente in essi. Il DNA mitocondriale pi piccolo di quello genomico.
Su di esso esistono geni che codificano proteine utili al mitocondrio. Genoma circolare simile a quello
batterico.
Storia del DNA: gli acidi nucleici sono stati riconosciuti alla fine degli anni 70 dell800. Allinizio del 900
Ganod propone la teoria cromosomica delleredit. Si sapeva che le proteine erano composte da 20
amminoacidi e che il DNA da 4 nucleotidi: ecco perch si era convinti che le informazioni ereditarie fossero
contenute nelle proteine. La dimostrazione sperimentali arriv grazie ad esperimenti sui batteri: sono facili
da crescere e il loro ciclo vitale rapido. Griffith negli anni 40 cerc di scoprire quale molecola nella cellula
batterica portasse le informazioni: us batteri S ( inoculandoli in un topo questo moriva perch vi era una
tossina) e batteri R (inoculandoli in un topo sopravviveva perch non conteneva tossine). Crescendo su un
sostrato gelatinoso R e S davano origine a colonie riconoscibili. Il ceppo S veniva ucciso dal calore e nel
topo portava a non morire. Ceppo S (ucciso dal calore) + ceppo R portava lo stesso alla morte del topo
perch dei batteri sono vivi. Una parte dellinformazione ancora presente nei batteri uccisi dal calore. Nel
1944 il gruppo di Avery cerca di capire se sono proteine o DNA a portare informazione. Purifica proteine e
DNA dal ceppo S. Ceppo R+proteineil topo vive ; ceppo R+DNA il topo muore. Il DNA ripristina le
funzioni del ceppo S. Prima trasformazione: passaggio di DNA da un batterio a un altro. Nel 1952 Hershey e
Chase utilizzarono batteriofagi e marcarono selettivamente le 2 molecole componenti un fago: acido nucleico
e capside fatto di proteine poco eterogenee. Marcare= inserire un elemento radioattivo nella composizione di
DNA e delle proteine. Il DNA ricco di atomi di P (isotopo 32) e nelle proteine vi S ( isotopo 35). Inseriti
gli isotopi nella coltura i fagi diventano radioattivi. Infettati fagi non marcati e centrifugandoli, i batteri si
accumulano sul fondo e l si trova il fosforo. Con lo zolfo invece si ottiene una struttura proteica che sta
allesterno della cellula. Informazione nel DNA quindi.
Struttura acido nucleico: Watson e Crick studiarono negli anni 50 la struttura dellacido nucleico partendo
da alcuni dati:
- struttura dei nucleotidi (ribosio/desossiribosio + basi puriniche/pirimidiniche). Nucleoside: zucchero+base
azotata; nucleotide difosfato/trifosfato: idrolisi dei legami tra gruppo fosfato d energia, reazione
esoergonica.
- Chargaff not che le basi puriniche erano uguali in % a quelle pirimidiniche. %A=%T e %G=%C ;
- analisi cristallografica: periodicit della molecola. Il DNA formato da 2 filamenti posti in modo
antiparallelo. Orientamento 53 (1 nucleotide e ultimo non legati a nulla): cos si rispetta la simmetria
cristallografica.
- Nucleotidi: gli zuccheri stanno allesterno e P ancora pi allesterno. Le basi azotate stanno allinterno e
sono legate con legami a idrogeno. Lelica ha orientamento destroso. Distanza nucleotide-nucleotide= 0,34
nm ; ripetizione dellelica= 3,4 nm. I legami del DNA sono complementari e ci spiega anche come si
replica. Le sequenze A-T sono meno stabili di quelle G-C. I legami idrogeno tra nucleotidi semplificano la
duplicazione e la trascrizione del DNA.
Dimensione genoma: procarioti:
- Escherichia coli 4,64x106 geni
Eucarioti:
- Saccaromices cerevisiae 12x106 geni
- Drosophila Melanogaster 140x106 geni
- Homo sapiens 3000x106 geni
- Salamandra 90000x106 geni
DNA nucleare: tutto compattato grazie alla formazione del filo di perle. Si sfruttano gli istoni (circa 100
amminoacidi) e sono in varie classi: Hl, H2A, H2B, H3, H4. Sono proteine pi basiche del normale e tra le pi
conservative (una proteina conservata quando la sua struttura primaria poco variabile da specie a specie).
Gli istoni hanno lo scopo di contattare il DNA e dare origine al filo di perle.: queste perle sono nucleosomi
formati da DNA che avvolge le proteine istoniche. Ogni istone: il DNA fa 2 giri. In ogni sacchetto istonico vi
sono 2 proteine H2A, 2H2B, 2H3 e 2H4. Dove entra e esce il DNA dal sacchetto vi un istone H l.
Nellavvolgersi sono impegnati 146 nucleotidi. Dallavvolgimento elicoidale del filo di perle si ha la fibra
(30 nm). Essa d origine a grandi anse, basandosi su una struttura proteica. Con ulteriori e sconosciuti
compattamenti si arriva al cromosoma
DUPLICAZIONE DEL DNA
Duplicazione DNA: tutti gli organismi devono duplicare il loro DNA prima di ogni divisione cellulare. Il
ciclo cellulare procariote molto rapido ed costituito da quasi ununica fase, mentre quello eucariote ha pi
fasi: in quella S avviene la duplicazione. La velocit del ciclo dipende dal tipo di cellula: quello delle cellule
adulte normalmente pi lungo. Altre fasi:
- Fase M: fase di mitosi/meiosi
- Fase G1: dopo la divisione si ricostruiscono le strutture, gli organelli e le proteine. Alcune cellule non
vanno subito in fase M e allora restano in G1. Ecco perch una fase con lunghezza varia.
- Fase S: sintesi del DNA. Qualche ora in tutte le cellule
- Fase G2: tutte le modificazioni pre-fase M
Fase S: replicazione studiata per la prima volta nei batteri. Si passa da una molecola di DNA a due nuove
molecole identiche alloriginale. Si aggiungono desossiribonucleotidi basandosi sul principio di
complementarit: A-T e C-G. Per creare i legami fosfodiestere occorre energia. Un meccanismo che deve
essere perfetto e si suddivide in tre possibilit:
- conservativo: due molecole di DNA una del tutto nuova e laltra loriginale
- semiconservativo: due molecole di DNA con un filamento originale e uno nuovo.
- dispersiva (presto abbandonata): si presupponeva la formazione di nuove eliche con tratti di nuovo e tratti
di vecchio
Meselson e Stahl hanno dimostrato che semiconservativo.
Processo di duplicazione: la molecola che duplica un enzima che catalizza laggiunta di
desossiribonucleotidi: DNA polimerasi. Vi sono varie isoforme di questo enzima, ma le caratteristiche sono
comuni:
- non sono in grado di idrolizzare i legami idrogeno per separare i due filamenti di DNA
- tutte le DNA polimerasi hanno bisogno di uno stampo da cui copiare (deriva da unelica preesistente)
- sono in grado di allungare un filamento di DNA e RNA, ma non possono iniziare ex-novo la sintesi di una
nuova catena
- i due filamenti di DNA sono antiparalleli: 53 e 35. Tutte le DNA polimerasi catalizzano laggiunta
di un nucleotide solo allestremit 3. Quindi vanno solo in 53
- il substrato sono solo i 4 nucleotidi trifosfato
- dietro vi sono attaccate delle strutture che spingono la polimerasi a sintetizzare in modo processivo: la
struttura si dice pinza. Senza di essa procederebbe troppo lentamente
Luogo di duplicazione: il processo avviene in una forcella. La DNA polimerasi agisce solo pi in l. In un
punto i due filamenti si separano e l si ha la forcella di replicazione. Una molecola di DNA in cui i due
filamenti sono separati lungo un tratto che funge da stampo.
I due filamenti: sono sintetizzate due molecole. Quello in cui la sintesi avviene in modo continuo si chiama
filamento guida, mentre quello dove avviene in modo discontinuo filamento ritardato. Essendo la
duplicazione bidirezionale si hanno due forcelle (per procarioti no dato il DNA circolare)
DNA elicasi: si occupa di svolgere lelica a livello della forcella e rompendo i legami a idrogeno. Come un
cuneo separa i due filamenti. La sua attivit richiede idrolisi di ATP. Una delle prime proteine ad agire nella
duplicazione
DNA primasi: le polimerasi non iniziano la sintesi, ma serve un 3 libero perch si attivino. La primasi,
appunto, forma un certo tratto di RNA (una decina di nucleotidi) che linnesco. Linnesco serve per la
polimerasi che pu catalizzare laggiunta di desossiribonucleotidi. Nel caso di sintesi discontinua, la
polimerasi incontra pi primer e ricomincia pi volte la sintesi. Gli inneschi (RNA primer) sono sintetizzati
ogni 200 nucleotidi e sono eliminati successivamente da un enzima di riparazione. A rimettere insieme i vari
pezzi ci pensa la DNA ligasi che ricrea i legami fosfodiestere. Questi frammenti sono detti frammenti di
Okazaki
Proteine SSB: proteine leganti il singolo filamento, una volta che si aperta la molecola. Servono a impedire
la riformazione dellelica date le forze dei legami tra nucleotidi.
Modo di sintesi: nei batteri sono prodotti 1000 nucleotidi al secondo e negli eucarioti 100. Vi sono due
filamenti e due DNA polimerasi che procedono in versi antiparalleli. I due enzimi sono tenuti vicini da una
proteina e se per quello continuo non si pongono problemi, per quello ritardato invece, pi ci si allontana dai
due centri pi si cresce lansa.
DNA polimerasi nei batteri: sono di tipo I, II e III. Direzione 53. Attivit esonucleasica (indica lattivit
di un enzima in un tratto di DNA che trovate le estremit di un acido nucleico lo elimina; N.B. lattivit
endonucleasica degrada il DNA non dalle estremit ma dallinterno dellelica): 35(I,II eIII) e 53 (I).
Con tale attivit si correggono gli errori. Solitamente la polimerasi commette un errore ogni 10000
nucleotidi, ma alla fine della replicazione risulta solo 1 errore ogni 10 10. Quando si ha un errore lelica si
destabilizza e la DNA polimerasi degrada idrolizzando tutto ci che ha sintetizzato fino allerrore che va a
correggere per poi riprendere la sintesi: funzione detta di correttore di bozze. Tuttavia: troppe mutazioni vuol
dire danni, ma nessuna vuol dire mancanza di vita. Una percentuale di errore garantisce la variabilit. La
mutazione che blocca la polimerasi 3 porta alla morte. Vi sono 400 enzimi di polimerasi I e pochi di
polimerasi III.
DNA polimerasi in un mammifero: 53 (,,,,) ; esonucleasica 35 (,,); localizzazione nucleare
(,,,) e mitocondriale (). e servono per correggere il DNA mentre e per la sintesi: allunga i
primer e sintetizza il tratto continuo.
Lorigine della replicazione: la cellula in fase S. Nei procarioti lorigine unica, ma negli eucarioti vi sono
pi origini (pi cromosomi infatti). Vi sono 10000 origini per cromosoma per rendere rapida la duplicazione.
Il segnale dellorigine una sequenza specifica che fa capire che l avviene il processo di replicazione. Si
forma cos la bolla. Allorigine si attaccano le proteine iniziatrici. Origine ricca di A e T ( rendono pi facile
lapertura) richiama le proteine iniziatrici poi DNA con DNA elicasi e cos via...
Topoisomerasi: proteine con il ruolo di togliere gli avvitamenti dellelica di DNA quando la cellula non in
fase di mitosi: quando una matassa. Vi topoisomerasi I e II. Si legano in modo reversibile, ma covalente
al DNA idrolizzando e rompendo i legami tra nucleotidi. Questo porta allo srotolamento del DNA: dopo
questo legame covalente temporaneo si stacca e riunisce i due nucleotidi (la I). LA topoisomerasi II taglia
entrambi i filamenti di DNA e non uno. Si lega a uno dei tratti in modo covalente cos che le maglie della
catena non siano pi incatenate e poi ristabilisce il legame tra nucleotidi.
Sequenza telomerica: gli estremi di un cromosoma , dei filamenti di DNA. Sono sequenze molto ripetitive.
La telomerasi genere la sequenza ripetuta e si associa con pochi nucleotidi del telomero esposto ( 3 libero):
copia e aggiunge nucleotidi di DNA complementari al filamento. Poi si riporta di nuovo nel 3 e risintetizza
un altro tratto per molte volte. Allungato un filamento laltro si allunga in modo complementare. Queste
sequenze non codificano proteine. Senza telomerasi a ogni ciclo i cromosomi si accorciano. Molto attiva
nellembriogenesi, ma sparisce quasi nelladulto se non nelle cellule tumorali. Sono associati
allinvecchiamento e sono importanti in medicina rigenerativa: senza di essi si arriva alla non fertilit, perch
non sono rimpiazzabili.
APPROFONDIMENTO
Nobel medicina 2012: Takahashi (Nobel 2012 con Gurdon) e Yamanaka pubblicano nel 2006 un articolo
sulle cellule staminali. Preso il nucleo di una cellula dellintestino di una rana e inseritolo in un ovocellula
ancora totipotente, osservarono che lovocellula riprogrammava il nucleo di tale cellula della rana. Pubblica
dopo ulteriori studi postesperimenti del 1962 dal titolo Induction of pluripotent stem cells froma mouse
embryonic and adult fibroblast cultures by defined factors. Aggiungendo 4 geni ha reso una cellula adulta
pluripotente. I geni sono: Oct , Sax 2, c-Myc e Klf4. Sono detti anche iPS (induced pluripotent stem cells).
Nessun problema etico perch una cellula adulta diventa pluripotente, ma non si prendono da un feto.
GENOMA
Genoma: si indica con tale termine lintera sequenza del DNA specificamente per lattivit delle sequenze.
Geni procarioti ed eucariotici: i primi sono colineari (trascrizione e traduzione quasi contemporanemante)
con le sequenze di RNA trascritte da quel gene. Quelli eucariotici sono detti interrotti perch sono formati da
introni e da esoni, dove i primi non codificano. Questi non hanno lunghezze standard. Il gene pi grande
quello per la distrofina che circa 2000 kbp. I geni interrotti consentono che si formino pi proteine perch
ci sono pi messaggeri che si possono dipartire. Si prendono solo alcuni esoni per codificare una proteina:
perci, un gene pi proteine (ecco perch bastano 25000 geni). Questa possibilit di produrre pi proteine
per un gene tipica del 60% dei geni.
Organizzazione genoma: i moduli funzionanti di cui sono costituite le proteine si trovano su singoli esoni o
su blocchi di esoni e questo ha fatto s che vi fossero molti rimescolamenti di domini durante levoluzione.
Un dominio codificato da alcuni esoni di un gene. Il genoma non statico: ecco perch cos tante proteine
diverse.
DNA ripetitivo: denaturato il DNA aumentando la temperatura, si procede alla rinaturazione, raffrendando la
soluzione in cui si trova: la velocit di tale processo dipende dalla quantit di sequenze uguali, ovvero i
telomeri.
Genoma mitocondriale: genoma diverso da quello nucleare e molto pi piccolo. Le sue dimensioni sono
comunque varie. Le proteine codificate sono molto conservate (uguali tra specie diverse)
Genoma procariotico: esso si organizza in operoni, ovvero unit trascrizionali codificanti: un insieme di geni
codificanti proteine posti consecutivamente e preceduti da ununica sequenza regolatoria/promoter.
Loperone attiva o inibisce lespressione genica. Negli eucarioti non ci sono perch sono pluricellulari e i
procarioti vivendo da soli devono svolgere pi funzioni in tempi brevi a seconda della necessit.
Suddivisione del genoma: 900 Mb di geni e sequenze associate suddivisi in due:
- codificanti (90 Mb): molti dei geni eucariotici sono geni singoli, ma vi sono anche delle famiglie (globine,
istoni rRNA)
- non codificanti (810 Mb): introni (senza una funzione importanti e non sono conservativi), pseudogeni
(sequenze simili a quelle geniche, ma non pi funzionanti; inattivati da mutazioni puntiformi oppure per
opera di trascrittasi inversa molecole di RNA sono rielaborate e inserite cos nel DNA, assomigliando a geni,
ma avendo struttura di RNA maturo: assorbono le mutazioni ; altro tipo di pseudogeni sono geni la cui
sequenza regolatoria perduta e non possono pi essere trascritti quindi) e regioni di controllo (sequenze
regolatorie come promoter che attivano la trascrizione).
2100 Mb di DNA extragenico (non conosciamo bene il suo ruolo) diviso in due:
- DNA unico e a basso numero di copie (1680 Mb)
- DNA ripetitivo (420 Mb): esso si suddivide ulteriormente in due gruppi:
>>>>> Ripetuto in tandem (sequenze ripetute, monotone e sono grossi raggruppamenti): minisatelliti (i pi
corti), microsatelliti e satelliti (i tratti pi lunghi). Hanno una funzione ad oggi sconosciuta/inutile: sono
amplificazione di certe sequenze per errori in certi punti del DNA. Per trascrizione sfalsata: appaiamenti
sfalsati dei due filamenti che porta a delle ripetizioni. Essi accumulano mutazioni e sono diversificate per
ogni organismo. Sono usate per il riconoscimento proprio perch ognuno di noi ha sequenze diverse da un
altro.
>>>>> Disperso (sequenze ripetute disperse per il genoma: come gli istoni): SINE (pi corte: short
interdisperded elements; esse danno origine alle Alu, sequenze tagliate dallenzima specifico Alu I : sito di
taglio riconosciuto dallendonucleasi), LINE (long interdisperded elements: pi di 1000 nucleotidi) e
retrosposoni (derivano e si comportano come i virus; sono molto mobili, il che aumenta la variabilit del
genoma)
COME AVVIENE LA TRASCRIZIONE
Trascrizione: essa si occupa di produrre tutti gli RNA necessari per la sintesi. Nei batteri, vista lassenza di
nucleo, ci avviene mentre i ribosomi traducono gi lmRNA. La membrana nucleare degli eucarioti serve
proprio a dividere le due fasi: trascrizione e traduzione.
Traduzione: sintesi di polipeptidi grazie a mRNA e ribosomi.
Riconoscimento sequenza da copiare da parte dellRNA: RNA riconosce il promoter da cui iniziare la
trascrizione. Davanti al gene da trascrivere si ha un promoter che, identificato, porta lRNA polimerasi a
cominciare la sintesi (trascrizione di RNA) in direzione 53 . La prima molecola di RNA detto primario
perch una copia perfetto del DNA (anche introni ed esoni). Aperti i due filamenti di DNA, lRNA
polimerasi continua la trascrizione fino alla sequenza di termine in cui sono rilasciati il trascritto e la
polimerasi. Tre fasi di trascrizione: inizio, elongazione e termine.
Inizio trascrizione: RNA polimerasi riconosce un segnale fatto di sequenze nucleotidiche molto affini. Un
promoter (sequenza di start) spesso contiene la TATA box, che possiedono sia procarioti sia eucarioti
(corta sequenza, ricca di T e A, a 25 nucleotidi dalla posizione +1 negli eucarioti, ovvero posizione del primo
nucleotide da sintetizzare). Alla TATA si lega la polimerasi, senza attivare la trascrizione perch servono
altri fattori. Essa stata trovata riconoscendo che diversi geni conservavano tale sequenza a una distanza
molto simile dalla posizione +1. Sequenza come la TATA box sono sequenze di consenso. La sequenza
promoter ha lunghezza varia a seconda del gene e per i procarioti sono pi brevi (rispondono solo allo stimol
attiva/inibisci) , ma per gli eucarioti sono pi lunghi e rispondono ai pi vari stimoli. La polimerasi
solitamente per riconoscere il punto di inizio scorre tutto il DNA con un legame debole, finch, trovata la
TATA box, formano un legame pi forte e iniziano la trascrizione. Il 50% ha la TATA box, il restante 50%
affidato a altre sequenze consenso.
RNA polimerasi: si occupa della trascrizione a partire da una molecola di DNA attaccandosi a una sequenza
promoter. Trascrive solo una parte del DNA. Tale enzima nei procarioti un complesso di pi unit: una
parte che si pu staccare (fattore : assiste la lettura dei segnali nel DNA per sapere dove iniziare la
trascrizione) e che si attacca al nucleo dellenzima. Quando ci avviene si ha un RNA polimerasi oloenzima:
ci significa che un enzima attivo pronto a riconoscere un promoter e a iniziare la sintesi. Sintetizzati i
primi 10 nucleotidi, si stacca.
RNA polimerasi eucariotiche: vi sono tre tipi: la I per gli rRNA, la II per mRNA (codifica la maggior parte
dei geni) e la III per i tRNA, lrRNA 5S e vari altri piccoli RNA. A seconda del tipo vi sono tipi diversi di
promoter. Importante la polimerasi II che avviene in pi tappe basandosi su pi fattori. I fattori generali di
trascrizione aiutano la polimerasi a posizionarsi correttamente sul promotore, a separare i due filamenti di
DNA e a far rilasciare la polimerasi. Essi svolgono ruoli simili al fattore sigma dei procarioti. A riconoscere
per prima la TATA box ci pensa la TBP (tata binding protein) e la TFIID che provoca un ripiegamento del
DNA. Poi si attaccano altri fattori in ordine: TFIIB, TFIIF, TFIIE e TFIIH (una delle pi importanti: contiene
DNA elicasi che consente lesposizione del filamento; aggiunge gruppi fosfato alla coda dellRNA
polimerasi (detta CTD) consentendo linizio della sintesi). Pu poi succedere che vi siano fattori
trascrizionali specifici, riguardanti particolari geni. Linsieme di tutti questi fattori che si attaccano alla
sequenza promoter insieme allRNA polimerasi forma il complesso di inizio.
Enhancer: Si possono trovare altri fattori trascrizionali dietro il gene, quindi fattori necessari per la
trascrizione di geni a opera di RNA polimerasi II. Non sempre c questa sequenza. Esso un tratto di
sequenza di DNA con fattori trascrizionali che agisce sulla polimerasi e con gli altri fattori la spinge a
trascrivere da regioni che non stanno allinizio, ma in fondo o a met. Importante regolatore che pu persino
essere ruotato senza perdere la sua funzione. Sono stati individuati per la prima volta nei virus.
Sequenze CIS e TRANS: le prime sono sequenze che agiscono in modo adiacente a TATA, mentre le
seconde si muovono nel nucleo e agiscono anche a distanza. Un CIS trascrive solo un gene, mentre un
TRANS si attacca a pi CIS.
Controllo espressione genica: i fattori spingono alla trascrizione in modo preciso per quando e dove farlo.
Partiti da un fibroblasto (cellula connettivale) e introducendo un Myo D, un fattore trascrizionale, si visto
che il fibroblasto diventava una cellula muscolare. Una cellula per la sua attivit dipende da fattori
trascrizionali.
Fase di elongazione: aggiunta di nucleotidi lungo lintera sequenza di introni/esoni fino a trovare la fine.
Fine trascrizione: conosciamo come funziona per i procarioti, ma non sappiamo se identica per gli
eucarioti. Si trovano comunque sequenze complementari tra loro che formano strutture a forcina. Queste due
parti di forcina si sovrappongono: si crea un segnale che fa staccare la polimerasi. La coppia DNA-RNA
tenuto insieme da legami U-A, molto deboli, che grazie alla forcina si rompono e consentono il rilascio del
trscritto
Tipi di RNA: vi sono tre tipi diversi di RNA:
- mRNA: si trova in qualsiasi tipo cellulare (eucarioti e procarioti). Hanno una minor struttura secondaria
rispetto agli altri RNA: infatti ha pochi ripiegamenti, cos da essere facilmente associabile e daiuto per la
sintesi. Nel filamento vi sono due estremit non codificanti: 5UTR e 3UTR. Queste si trovano prima e dopo
la zona da tradurre: infatti 5UTR finisce con AUG (sequenza di inizio) e 3 UTR inizia con UAG, UAA e
UGA (sequenze di terminazione). Si occupano di dare stabilit al filamento (lo proteggono dalle nucleasi, o
meglio RNAasi o ribonucleasi: esse idrolizzano i legami tra nucleotidi) e di effettuare la regolazione genica
(solo in alcuni mRNA). Data la poca struttura secondaria gli mRNA sono molto instabili e hanno vita molto
breve. La ragione per cui ci avviene perch gli mRNA codificherebbero una continua produzione di
proteine, anche quando queste ultime non fossero necessarie. Gli mRNA sono solo il 3% di RNA totale di
una cellula, data la loro instabilit. Una mutazione/errore nellmRNA non produce danni gravi: un mRNA
infatti non si tramanda a cellule figlie e soprattutto sono molto numerosi
- tRNA: RNA di trasferimento/trasporto, indispensabile per la traduzione. Noi conosciamo circa 40 tipi di
tRNA. E formato da uno stelo e da tre bracci.Il braccio opposto allo stelo lanticodone, una serie di 3
nucleotidi che si legano con il codone complementare di un mRNA: CCA. Tutti i tRNA hanno CCA alla fine
dello stelo per legare un amminoacido. Per esempio, il tRNA della fenilalanina ha due bracci: uno perch
contiene pseudouridina e laltro D perch contiene unaltra base, la diidrouridina. I tRNA sono lunghi da 79
a 100 nucleotidi, ma molto conservati. Lattacco dellamminoacido avviene tramite lenzima amminoaciltRNA sintetasi. Prima di potersi legare lamminoacido deve essere attivato e per questo serve AMP: si ha
adenilazione dellamminoacido che consente il legame estere con il tRNA.
- rRNA: componente strutturale dei ribosomi, molto conservata. Il ribosoma formato da due subunit che si
appaiano. Nei batteri esso ha coefficiente di sedimentazione (non si basa solo sul peso, ma anche sulla
forma) di 70S: una subunit grande di 50S con 34 proteine e 2 molecole di RNA (una di 23S e laltra di 5S) e
la minore di 30S (21 proteine e RNA di 16S). Negli eucarioti il ribosoma di 80S: la maggiore 60S (tre
molecole di RNA: una 28S, una 5,8S e laltra 5S) e la minore 40S (RNA di 18S e 80 proteine). I ribosomi
possono essere sul RER e associarsi ad un tRNA su cui legato un mRNA o si possono trovare anche nel
citoplasma. Sono molto stabili, sintetizzano proteine e sono molto attivi (quasi mai sono inattivi: ovvero le
due subunit sono sempre attaccate; quando non sono attivi le subunit dei ribosomi sono separate).
CODICE GENETICO
Codice genetico: insieme di regole e di modalit per passare da mRNA con sequenza nucleotidica alla
sequenza amminoacidica di una proteina (da non confondere con il genoma che indica linsieme delle
informazioni).
Meccanismo della traduzione: il del tRNA quello di essere un adattatore: esso infatti attacca lanticodone
allmRNA e dallaltra parte lamminoacido corrispondente. Il codice genetico afferma che a ogni tripletta
(codone) corrisponde un amminoacido. Vi sono quindi, date le 4 basi azotate, 64 possibili combinazioni.
Decifrazione codice genetico: Il codice fu decifrato da Nirenberg e Matthaei. Usando messaggeri sintetici,
partirono da una sequenza monotona: UUU UUU UUU (Poly U). Il peptide risultante era una
polifenilalanina. Poi proseguirono con sequenze semplici di Poly A (visina), Poly C (prolina) e Poly G
(glicina). Successivamente passarono a sequenze complesse: quindi, cominciarono con un Poly CA
ottenendo unalternanza di treonina (ACA) e istidina (CAC). Fecero cos per tutte le possibili combinazioni e
le uniche triplette che non codificavano erano i codoni di stop: UAA, UAG e UGA.
Propriet codice genetico: il codice genetico degenerato: pi codoni codificano per lo stesso amminoacido.
Questa caratteristica mette al riparo dalle mutazioni (varia spesso il terzo nucleotide, mentre il secondo e il
primo sono via via pi conservati: una variazione del terzo porta con minor probabilit a mutazioni). Unaltra
propriet luniversalit: la corrispondenza triplette-amminoacido universale (dimostrazione: si prende una
molecola di DNA e un ribosoma di unaltra cellula e si osserva che le proteine prodotte sono le stesse).
Leccezione quella del mitocondrio che ha 2 o 3 codoni che traducono un diverso amminoacido.
Come avviene la traduzione: avviene sui ribosomi con laiuto di vari fattori. Ha 3 fasi che si svolgono in 3
modi diversi: inizio, elongazione e termine.
- Inizio: prima di tutto la cellula deve riconoscere sullmRNA lamminoacido da aggiungere. Nei procarioti
linizio segnalato come sequenza consenso, dalla cosiddetta sequenza di Shine e Dalgarno (molto corta,
poco varia: AGG AGG U e poi AUG; la sintesi inizia con AUG che d metionina, che poi pu essere
idrolizzata). Tale sequenza lega con lrRNA 16S della subunit minore e con altri fattori si richiama la
subunit maggiore. Ad ogni modo trovato AUG si crea un legame pi forte e comincia la sintesi. Negli
eucarioti non si trovata questa sequenza: linizio trovato grazie a una modificazione chimica dellmRNA
e al suo cappuccio. A questo punto il tRNA si lega al ribosoma, alla subunit minore, dove trova AUG.
Dopodich si lega la subunit maggiore che ha 3 posizioni diverse: quello centrale con AUG il sito P,
quello verso 5 il sito E e quello verso 3 il sito P. Si forma cos il complesso di inizio che richiede idrolisi
di GTP.
- elongazione: si attaccano gli amminoacidi al peptide: ogni aggiunta ha bisogno di fattori di elongazione.
Sul sito P si ha un tRNA con un peptide legato. Sul sito A richiamato un altro tRNA con un codone che ha
gi un amminoacido sintetizzato: questo processo richiede di nuovo idrolisi di GTP. Si forma il legame
peptidico tra lamminoacido del sito P e quello del sito A. Si ha poi traslocazione da P ad E di uno, da A a P
dellaltro. Il sito A accetta ora un nuovo codone.
- fine: richiamato un fattore di rilascio della catena della catena che fa deassemblare mRNA e ribosoma.
Controllo: Un unico mRNA letto da pi ribosomi e un modo per fare un controllo vedere la frequenza di
traduzione. Si ha una sequenza consenso su AUG, o almeno vicina, che garantisce un controllo (non su tutti
gli mRNA): lo si notato per i legami pi frequenti. Questa la sequenza di Kozak che consente una
maggior frequenza di legame e quindi traduzione
Mutazioni: le mutazioni puntiformi sono alterazioni di uno o pochi nucleotidi. Vari tipi:
- sostituzione di un nucleotide con un altro: si pu avere la codificazione di un altro amminoacido. Si ha una
sostituzione Missense (cambia lamminoacido codificato, ovvero solo 1 tripletta; conseguenze anche
rilevanti: anemia falciforme; conseguenze anche minime) o una sostituzione Nonsense (si codifica uno stop;
conseguenze pi gravi: si ha o una proteina tronca o la mancanza della proteina necessaria).
- aggiunta di un nucleotide: provoca una cornice di lettura diversa che porta allo slittamento della lettura;
tutti codoni diversi a partire dalla mutazione in poi
-delezione: vedi sopra.
COSTO ENERGETICO
Costo di sintesi di una proteina: si tratta di reazioni accoppiate perch da una parte si accumula energia sotto
forma di ATP e GDP e dallaltra se ne consuma. Si chiamano endoergoniche le reazioni che richiedono
energia, esoergoniche quelle che la rilasciano. Quindi le reazioni si dicono accoppite quando combinano
questi due elementi. Ogni amminoacido aggiunto alla catena richiede 2 gruppi fosfato per legare
lamminoacido al tRNA, 1 per legare tRNA e ribosoma e 1 per la traslocazione. Ogni amminoacido sono 4
gruppi fosfato. Ecco perch necessario un sistema di regolazione quantitativa: produrre proteine molto
dispendioso e perci bisogna farlo con degli attenti controlli. Molti farmaci agiscono proprio sulla sintesi di
proteine bloccandone la sintesi.
REGOLAZIONE GENICA
Liveli di controllo: i livelli di controllo sono dversi e numerosi in un gene eucariotico. Primo livello:
controllo trascrizionale (tutte le informazioni dei geni: non tutte le informazioni sono trascritte, perch
lRNA polimerasi agisce solo sui geni attivati dai fattori trascrizionali). Secondo controllo: RNA processing
control (controllo per passare dal primario a mRNA maturo). Terzo controllo: trasporto RNA (siamo gi
fuori dal nucleo). Quarto controllo: il messaggero tradotto. Quinto controllo: degradazione di mRNA. Sesto
controllo: la cellula sceglie se attivare o meno le proteine appena sintetizzate.
Modificazioni post-trascrizionali di RNA: attraverso il processo di splicing si ottiene RNA maturo invece
che trascritto primario che aveva anche gli esoni, inutili per la trascrizione. Il trascritto primario forma quello
che per gli eucarioti si chiama hnRNA (RNA eterogeneo). Le prime prove trovate per dimostrare lesistenza
degli introni sono state trovate attraverso ibridizzazione di mRNA da DNA sintetico: due molecole o pi di
acido nucleico sono denaturate per poi essere rinaturate. Dopo di ci si not che un mRNA rinaturato e il
DNA si legavano per complementariet in alcuni punti, mentre altri rimanevano lontani perch non erano
presenti nella molecola di mRNA maturo.
Splicing: unica modificazione valida per tutti gli RNA. Il primo messo in evidenza fu quello del gene di
ovalbumina di un pollo.si formano gli spliceosomi: punti di riduzione dellRNA. Lo splicing avviene mentre
il trascritto gi in fase di trascrizione. Gli scienziati hanno trovato piccolissimi sequenze segnale/consenso
(allinizio erano cos delusi che pensavano non ci fossero perch troppo piccole) che consentono la
rimozione degli introni in punti perfetti e la saldatura tra due esoni consecutivi. Le sequenze conservate
erano infatti solo GU a 5 e AG a 3: il primo detto donatore, mentre il secondo accettore di splicing. Dopo
GU hanno trovato conservati alcuni nucleotidi (A/G AGU) , una sequenza dopo AG (U/C.N C/U) e a met
un A sempre conservato detto punto di ramificazione.
Processo di splicing: intervengono le snRNP (small nuclear ribonucleocells) formate da proteine e RNA.
Conosciamo le U1, U2, U4, U5 e U6. Sono formate da poche proteine e da molecole di mRNA complessate.
Subito interviene U1 che riconosce il sito 5 e U2 invece riconosce il sito di ramificazione rappresentato da
A. Riconosciuti i due punti si forma la struttura a cappio dove U4, U5 e U6 formano insieme lo spliceosoma
con anche U1 e U2. Ladenina della ramificazione viene riconosciuta e lo spliceosoma opera il taglio al 5 e
il primo nucleotide dellistone tagliato si lega ad A. Lesone separato si attacca allaltro pezzo e lintrone
viene rilasciato insieme alle snRNP. Vari nucleoni poi degradano lintrone. La degradazione scatenata da,
3. Meccanismo di splicing cos per ogni introne da rimuovere, ma avviene non in modo comsecutivo su
introni consecutivi (ha un suo ordine).
Splicing alternativo: dipende dal fatto che in molti casi a partire da un gene si possono produrre pi splicing
su diversi introni. stato dimostrato che se le sequenze consenso non sono attive perch mutate non si ha lo
splicing
Modificazioni sugli mRNA: aggiunta del cappuccio al 5. Si crea un legame 5 e 7-metilguanosina attraverso
un trifosfato. Negli eucarioti il cappuccio svolge lo stesso compito della sequenza di Shine e Dalgarno. Oltre
a consentire il riconoscimento del 5, esso protegge dalle nucleasi. Unaltra modificazione la coda di poliA, sintetizzata dalla poli-A polimerasi (PAP). Tale enzima aggiunge molte A al 3, con questa sequenza
consenso detta CPSF, e che si trova 30 nucleotidi prima della sequenza di A, fatta cos: AAUAAA. Prima di
tutto si opera il taglio e poi PAP aggiunge 200 nucleotidi A allestremit 3 prodotta dal taglio. Questa
poliadenilazione stabilizza lmRNA e serve per la sintesi proteica.
Esportazione mRNA dal nucleo: il meccanismo selettivo, di modo che gli mRNA inappropriati non vadano
nel citoplasma, ma siano degradati. Si esportano solo le molecole utili. Spesso si tende a purificare gli
mRNA per vedere quali hanno la coda di A o per vedere quanti non la hanno
Regolazione genica: negli eucarioti lespressione genica selettiva permette di svolgere ruoli specializzati ed
avvienea pi livelli; nei procarioti unespressione selettiva consente il risparmio di energia e il controllo
avviene soprattutto a livello trascrizionale (attivo/inibito).
Regolazione nei procarioti: vi sono i geni costitutivi (house keeping), sempre attivi e geni regolati in base al
fabbisogno. Per regolare gli enzimi vi sono vie cataboliche (distruzione) o anaboliche (sintesi) a repressione
del prodotto finale. I geni nei batteri sono sotto forma di un operone (geni diversi che servono a una via
metabolica, ma che sono regolati da ununica regione).
Lac operon: tipo di operone che ha meccanismi di controllo sia positivi (una proteina si lega e attiva i geni)
sia negativi (quando la proteina si lega disattiva i geni). Nelloperone vi sono tre geni distinti: LacZ produce
-galattosidasi (demolisce lattosio in glucosio e galattosio), LacY produce lattosio permeasi (fa passare il
lattosio attraverso la membrana cellulare) e Lac A produce transacetilasi (aggiunge gruppi acetili al lattosio).
Essendo regolato da due meccanismi esso dipende dalla presenza di lattosio e dalla quantit di glucosio. A
studiarlo per primi furono Jacob e Monod che dimostrarono che loperono attivo quando c lattosio, ma
assente glucosio (la cellula se presenti entrambi, preferisce il glucosio). I due dimostrarono che vi un gene I
a monte delloperone che produce in modo costitutivo il lac-repressor che ha affinit con una regione O
delloperone adiacente a LacZ. Quando il repressore legato il sistema spento: RNA polimerasi impedita
dal legame del repressore e dal fatto che tale proteina gli si pari davanti. Se nel mezzo di coltura c lattoso,
allora lallolattoso lega il repressore che cambia configurazione e perde affinit staccandosi dalloperone. Il
lac-repressor agisce come controllo negativo: se lega blocca la sintesi (necessario sia se manca lattoso, sia se
ve n, ma c anche glucoso, pi vantaggioso per la cellula). Invece, il controllo positivo lo fa CAP. Per
funzionare deve essere attivato tramite un AMP ciclico che porta al blocco cAMP-CAP. Quindi pi glucosio,
meno cAMP. Negli eucarioti si sono trovati pochi sistemi simili, per lo pi a controllo positivo.
Operone trp: 5 geni diversi dipendenti da una sequenza regolatoria, regolata dal triptofano. una via
biosintetica e ha funzionamento a repressione. Una sufficiente presenza di trp blocca lattivit delloperone:
infatti, si lega al repressore inibendo la sintesi.
Operone : ci sono batteri che in situazioni ambientali particolari necessitano di produrre alcune proteine.
Queste proteine, dette Heat shock, sono sintetizzate solo in base alla regolazione delloperone 32.
Solitamente, 32 si trova in basse concentrazioni, ma lalta temperatura della cellula spinge il batterio ad
aumentarne la produzione, o meglio, a interromperne la distruzione. Grazie allattivazione di questo gene il
batterio pu mantenere invariata la sua struttura anche ad alte temperature.
Attivazione di proteina: spesso le proteine sono attivate tramite fosforilazione, con legami ad alta energia. In
altri casi serve che un ligando si leghi alla proteina e solo cos si ha regolazione attiva dellespressione
genica. Un altro meccanismo quello di agire come dimero: si aggiunge una seconda subunit in modo che
si abbia attivazione della regolazione genica. Un altro caso di attivazione legato alla presenza di un
inibitore, che una volta rilasciato consente al fattore di attivarsi. Ancora un altro modo: la proteina entra nel
nucleo e cos si attiva (nel citosol era inattiva).
Bloccare la sintesi: vi possono essere situazioni in cui vi sono pi repressori e pi attivatori. In questa
situazione dipende tutto da quale dei due riesce a prevalere. Pi repressori si blocca la sintesi; pi attivatori,
la sintesi si attiva. Due siti e su uno un repressore, sullaltro un attivatore: prevale il repressore. Tutto
dipende dalla concentrazione e dalla quantit: sono indipendenti luno dallaltro.
Isolatore: gli enhancer solitamente contribuiscono allattivit di geni distanti, ma se si trova nei paraggi
lenhancer pu funzionare anche su quel gene. Esistono allora sul DNA degli isolatori, elementi frapposti fra
un gene e un enhancer per ostacolare linfluenza dellenhancer su quel gene. Gli isolatori funzionano sulla
cromatina, ovvero il DNA quando avvolto sui nucleosomi. Agisce sulleucromatina (poco condensata e
attiva) e non sulleterocromatina (molto condensata e silente).
Clusters e LCR globina: vedi http://www.treccani.it/enciclopedia/globina/
Sequenze cis e trans: Le sequenze cis sono sequenze di DNA che regolano in positivo o negativo
l'espressione di un gene, trans sono le proteine (codificate da un altro gene) che si legano alla sequenza cis.
In genere quindi una sequenza che funziona in trans vuol dire che il prodotto genico di quella sequenza va a
regolare l'espressione di un'altra sequenza, mentre cis non sono altro che sequenze promotrici .
Modi intervento fattori trascrizionali: secondo il modello di Watson e Crick il DNA a doppia elica e ha un
solco minore e uno maggiore. Molti fattori hanno affinit col maggiore. Legatosi a un fattore, il DNA cambia
forma, si ripiega... I fattori/proteine regolatrici hanno motivi strutturali differenti che riconoscono specifiche
sequenze di DNA. Ecco i principali:
- elica-giro-elica: costituito da due alfa-eliche unite da una corta catena di amminoacidi. Ad esempio il trp
repressore o il frammento CAP
- omeodominio: forma 3 alfa-eliche, sequenza di 60 amminoacidi, si occupa di fattori trascrizionali alla base
dello sviluppo
- a dita di zinco: un gruppo di amminoacidi conservati lega un atomo di zinco; allo zinco si legano sempre
con una struttra ad alfa-elica da una parte e un foglietto-beta dallaltra. Al DNA si legano con lalfa-elica,
creando un tratto continuo lungo il DNA
- a cerniera di leucine: due alfa-eliche che interagiscono tra loro e che sono tenute insieme dalle leucine. Esse
agiscono a cavallo del solco maggiore. Si pu parlare di omodimeri o eterodimeri, a seconda che le due
subunit della proteina regolatrice siano identiche o meno. Questo pu gi accadere per il legame a cerniera
di leucine. Per esempio AP-1 un eterodimero, anche Fos-Jun.
- HLH (elica-ansa-elica): una breve alfa-elica unita da unansa a una seconda alfa-elica pi lunga. Per
esempio Myo D.
RNA editing: modificazione di RNA non molto esteso. Modifica in modo stabile uno o pochi nucleotidi
dellRNA. Nelluomo pu avvenire una modificazione minima. Cio: da un codone del fegato CAA si ha
una proteina, mentre con editing in UAA si passa a una proteina diversa nellintestino. Molto frequente nei
mitocondri. A codificare il cambiamento ci pensano gli RNA guida (40-80 nucleotidi), che hanno
unestremit 5 complementare alla sequenza di unestremit della regione di un trascritto da modificare,
seguita dalla sequenza che porta i nucleotidi da inserire per la modifica. Questa variazione e la lettura di uno
o laltro promotore portano a una trascrizione diversa.
Proteine allosteriche: Proteina funzionale formata dall'unione di pi subunit uguali o di tipo diverso
(protomeri), soggetta a regolazione allosterica. Tale regolazione basata sul legame reversibile di piccole
molecole specifiche, dette effettori allosterici, in siti particolari di tali proteine (siti alloserici), diversi dal sito
attivo; tali combinazioni modificano i rapporti spaziali tra le subunit e quindi il comportamento dell'intera
molecola. Una tipica proteina allosterica l'emoglobina
Metabolismo del ferro: il ferro molto importante e i suoi livelli nelluomo vanno ampiamente regolati.
(troppo alto: effetti tossici, troppo bassi: anemia). Vi sono pertanto delle proteine regolatrici, soprattutto la
ferritina, di cui ve ne sono pi tipi, necessaria per immagazzinare il ferro. Il messaggero ha una particolarit:
la sua struttura secondaria si forma per parziale complementariet al 5 UTR. Quando vi poco ferro,
laconitasi rimane legata al 5UTR e impedisce la sintesi di ferritina. In caso di eccesso, il ferro agisce
sullaconitasi che si stacca e consente la sintesi di ferritina. Si parla di proteina allosterica. Per regolare il
ferro vi anche il recettore della transferrina, proteina per il trasporto del ferro. In questo caso al 3 si lega
laconitasi, che invece che ostacolare la sintesi, stabilizza il recettore e consente la sintesi di transferrina. Con
poco ferro il recettore attivo perch serve per recuperare pi ferro possibile, un eccesso di ferro fa staccare
laconitasi, ma in questo caso, tale situazione destabilizza la struttura che si degrada e blocca la sintesi.
DANNO E RIPARAZIONE DEL DNA
Mutazioni: a mutare il DNA intervengono pi fattori, sia naturali, sia non naturali. Vi il decadimento alfa
(pericolose soprattutto se ingerite), raggi beta e gamma (associati a tragedie nucleari), raggi cosmici che
arrivano dallo spazio e raggi UV, agenti intercalanti e raggi X. Una mutazione un cambiamento nella
sequenza del DNA che se non riparato pu danneggiare il DNA filiale. Possono essere di diverso tipo:
silenti (non alterano la sequenza amminoacidica: codificano la stessa proteina), non-senso (codificano un
codon di stop), missenso (mutazioni puntiformi con sostituzione di amminoacidi e perdita/compromissione
delle funzioni della proteina), delezione e inserzione/duplicazione. Sono spesso esposti alla mutazione i
microsatelliti, che data la loro ripetitivit possono causare problemi alla DNA polimerasi che subisce il
fenomeno di slippage, cio un cattivo appaiamento dei due filamenti.
Mutazioni silenti: nella maggioranza dei casi le mutazioni risultano essere silenti: esse avvengono in un gene
che controlla la sintesi di una proteina non indispensabile; il gene mutato non si esprime (zone introniche);
la mutazione forma una tripletta che codifica per lo stesso aminoacido della tripletta originaria (questo puo
avvenire perch il codice genetico degenerato cio sovrabbondante e lo stesso aminoacido codificato da
diverse triplette); la mutazione viene soppressa da un altra mutazione; l aminoacido mutante non altera la
funzionalit della proteina.
Tipi di danno: I danni possono portare alla rottura del singolo filamento (SSB), del doppio filamento (DSB) e
anche dei ponti di collegamento e danneggiare le basi o i nucleotidi. Il danno endogeno coinvolge la struttura
primaria piuttosto che la struttura secondaria della doppia elica. Esso pu essere suddiviso in quattro classi
dal punto di vista chimico:ossidazione di basi, alchilazione di basi (generalmente metilazione), idrolisi di
basi, come la depurinazione e la depirimidinazione (spesso la deaminazione di citosina che diventa uracile:
La deaminazione produce basi non-naturali che possono essere riconosciute, con una eccezione: la 5-metilcitosina (la sequenza CGTG), mismatch (appaiamento errato) di basi. Il DNA pi soggetto a mutazione
perch il nucleo quasi 100 volte pi radiosensibile del citoplasma. Se la radiazione eccessiva, tuttavia, si
ha morte cellulare.
Modi di riparazione: riparazione totalenessun dannovita ; riparazione tendente a erroremutazione
letale o meno (dipende dal tipo)neoplasie ; nessuna riparazionedanno letalemorte cellulare.
Tipi di riparazione: vi sono diversi meccanismi di riparazione:
- correzione diretta: essa avviene per fotoriattivazione. Le UV possono dare dimeri di pirimidine (con legame
covalente tra due pirimidine adiacenti: mutazione). Interviene la DNA fotoliasi che rompe i legami tra le due
basi adiacenti attraverso la luce
- meccanismo di escissione: rimuovono il nucleotide danneggiato sostituendolo con un nucleotide non
danneggiato complementare al nucleotide presente nel DNA non danneggiato. Questi comprendono:
- Riparazione per escissione di base (Base Excision Repair, o BER) che ripara il danno che coinvolge un
singolo nucleotide, causato da ossidazione,alchilazione, idrolisi, oppure deaminazione; il meccanismo
enzimatico parte dall'attivazione di una DNA-glicosidasi che riconosce la base alterata e rompe il legame Nglicosidico (si ha un forte ripiegamento del DNA in modo che la base sbagliata salti via), poi una APendonucleasi 1 (AP: sito a-purinico) elimina la base azotata, lasciando il fosfato e il deossiribosio; ancora,
una liasi toglie fosfato e zucchero cos che una DNA-polimerasi leghi il nuovo nucleotide e la ligasi lo
incorpori nel filamento. Il BER quindi pu riparare la de-aminazione della Citosina in Uracile o la
trasformazione della Guanina in 8-oxo-guanina, analogo dell'adenina. Si parla di short patch repair quando si
rimuove solo una base per la riparazione e long patch se si rimuovono da 2 a 10 basi per eliminare lerrore.
- Riparazione per escissione di nucleotidi (Nucleotide Excision Repair, o NER), che ripara un danno che
coinvolge filamenti lunghi da 2 a 30 nucleotidi. Questi includono danni da voluminosa distorsione dell'elica,
quali i dimeri di timina causati da luce UV, come pure le rotture di un singolo filamento. La sequenza
enzimatica : XPA (endonucleasi) che riconosce il sito da riparare, XPB e XPD (elicasi) che srotolano l'elica,
XPG e XPF (endonucleasi) che tagliano ed eliminano il nucleotide, DNA-polimerasi che aggiunge il nuovo
nucleotide, ligasi che "ricuce" il filamento riparato. Una forma specializzata di NER nota come riparazione
associata alla trascrizione (Transcription-Coupled Repair, o TCR) dispiega enzimi NER ad alta priorit per
geni che sono attivamente trascritti. Lo xeroderma pigmentoso porta a danni a lesioni cutanee a causa
dellesposizione ai raggi UV, a un numero elevato di tumori cutanei: la cura luso di creme con enzimi di
riparazione. Lo studio avvenuto prima su E.coli dove gli enzimi si chiamano Uvr-A e cos via: UvrA-UvrB
cercano distorsioni del DNA; UvrB fonde il DNA e recluta UvrC che taglia il DNA 8 nt a monte e 4 nt a
valle; lelicasi UvrD toglie il frammento tagliato; poi: DNA Pol I, ligasi.
- Mismatch Repair (MMR), che corregge errori di replicazione e di ricombinazione genetica che determinano
la formazione di nucleotidi male appaiati in seguito alla replicazione del DNA (viene inserita una base
sbagliata). Gli enzimi coinvolti e studiati in E. Coli sono: MutS (crea una forte distorsione nel punto con
mismatch), che riconosce il mismatch e vi si lega; MutL, attivato dal complesso DNA-MutS, che attiva a sua
volta MutH, che insieme ad una endonucleasi taglia il frammento contenente il mismatch, dopo che la elicasi
ha aperto la doppia elica, cos che la DNA-polimerasi possa aggiungere il frammento opportuno e la ligasi
unire gli estremi dei due filamenti. I corrispettivi umani di tali enzimi sono: MSH6 e MSH2 (per MutS);
MLH1 e PMS2 (per MutL). Di questi quelli generalmente mutati e coinvolti nella cancerogenesi sono il
MSH2 e MLH1 (v. ad esempio la sindrome del carcinoma del colon-retto non poliposico HNPCC).
Riconoscimento filamento da riparare: essa avviene per metilazione della A nella sequenza CTAG ad opera
della Dam metilasi. MutS, infatti, si lega al filamento non metilato. Gli eucarioti hanno omologhi di Mut(s)
con pi alta specificit (per mismatch, indels etc), non hanno Dam Metilasi, riconoscono il filamento stampo
dalle incisioni dei frammenti di Okasaki. Sono associate allo sliding clamp (una serie di proteine che
assolvono la funzione di fattori di promozione o di fattori di processamento nella replicazione del DNA.
Queste proteine mantengono le DNA polimerasi agganciate al filamento di DNA da replicare, con un
modello di funzionamento che viene definito a pinza scorrevole). Mutazioni dei geni predispongono ai
tumori.
SSB e DSB: nel primo caso si ha una riparazione esente da errore a velocit esponenziale, attraverso
asportazione. La riparazione dipende dalla temperatura (non avviene a zero gradi). In caso di non riparazione
di SSB si pu arrivare a DSB (double strand break): si asporta per endonucleasi il tratto di DNA
danneggiato, poi si rimuove lerrore e si riprende la sintesi. Come le SSB, le DSB sono riparate in modo
efficace (danni al DNA influenzano il ciclo cellulare: il DSB non omologo si ha in G0 e G1, quello omologo
in fase S : un errore rallenta il ciclo). In E. coli il sistema di riparazione dei double stand breaks (DSB) il
sistema RecBCD. Il complesso si lega a DSB, ha attivit elicasica e nucleasica e taglia entrambi i filamenti.
Quando raggiunge un sito chi (Cross-over Hotspot Instigator, CHI) digerisce solo con polarit 5-3
producendo una coda 3. Il DNA senza siti viene digerito completamente. RecA si lega al 3- la proteina che
scambia filamento. RecA copre il 3 in maniera cooperativa e catalizza lappaiamento con il DNA omologo.
Negli eucarioti un tipo di RecA Rad51 ed modello per la ricerca del filamento omologo e utile per la
formazione della molecola giuntata. Vi sono diversi meccanismi di riparazione delle DSB:
- In caso di rottura del doppio filamento Non-homologous end-joining (NHEJ) lega terminazioni piatte. Lo si
trova in meccanismi di riparazione e di ricombinazione (come la ricombinazione delle immunoglobuline).
The NHEJ pathway pu ligare le estremit piatte del DNAduplex. Mutazioni del NHEJ pathway causano
malattie.
-Ricombinazione omologa: La ricombinazione omologa coinvolta nel crossing over durante la meiosi,
recuperare sequenze perse per danni al DNA, per far ripartire forche replicative danneggiate, pu regolare
lespressione di alcuni geni, produzione di animali Knock-out. Avviene tra sequenze del tutto corrispondenti.
La ricombinazione permette di separare i vari geni nel genoma e di separare le mutazioni favorevoli da
quelle sfavorevoli. Le ricombinazioni avvengono tra sequenze che corrispondono perfettamente, cos da non
perdere nessuna base dal cromosoma ricombinante. La frequenza non costante ma varia con effetti globali
e locali. Avviene 2 volte pi frequentemente nella femmina che nel maschio. Dipende dalla struttura del
cromosoma ed il crossing-over non avviene in vicinanza di regioni condensate delle cromatina. Il processo
catalizzato da vari enzimi: presinapsi (elicasi e/o nucleasi per generare DNA a singolo filamento con 3-OH
finale (RecBCD); sinapsi: molecola di collegamento per formare una Holliday juncture (RecA); postsinapsi:
branch migration e risoluzione della Holliday juncture (RuvABC).
- Se il DSB si realizza tra sequenze ripetute, si attiva un particolare meccanismo di HR noto come SSA,
single strand annealing. In questo caso la degradazione delle estremit danneggiate in direzione 53 porta
a esporre regioni di ssDNA complementari (proprio perch appartengono a repeats) che possono appaiarsi tra
loro. Le code di ssDNA che non si appaiano vengono rimosse da alcune nucleasi; i gaps e i nicks che si
vengono a formare sono poi riempiti da tramite una successiva sintesi riparativa e ligazione.
Processo ricombinazione: questi sono i diversi passaggi:
- allineamento di due molecole di DNA omologhe
- Introduzione di rotture del DNA: Lo scambio genetico solitamente inizia con un taglio del double strand: il
DNA ricevente si taglia. Esonucleasi agiscono e liberano un 3. Questo invade il DNA omologo e si estende.
Si forma un D-loop. Il D loop si estende e si annila al DNA ricevente, e viene ricopiato. Ci sono, dunque,
due regioni unite e il DNA del donatore ha sostituito quello dellaccettore.
- Formazione di una corta regione di appaiamento (invasione del filamento e formazione della Holliday
junction): I DNA si appaiano, si ha un taglio ai siti corrispondenti, le terminazioni libere si complementano
allaltro duplex: Joint molecule, e recombinant joint. Il sito di ricombinazione: DNA ibrido o heteroduplex.
Esso migra e deve essere catalizzato da enzimi. La joint molecule deve essere risolta da due tagli. Se esso
sullo stesso strand si ottiene una zona heteroduplex: patch recombinant, se sullaltro strand, tutti gli strand
sono stati tagliati e si ha ricombinazione: splice recombinant. In caso si ha una regione di heteroduplex. La
complementariet a livello dei single strand. Essi sono accessibili dopo rottura del DNA. Uno strand
spiazza (invade) quello corrispondente dellaltro duplex e i due duplex rimangono fisicamente uniti
- Movimento della Holliday Junction - branch migration: la giunzione pu migrare in entrambe le direzioni.
RuvAB riconosce la giunzione di Holliday e ne promuove la migrazione: RuvA un tetramero, RuvB un
esamero con attivit ATPasica e RuvC una resolvasi che risolve il complesso tagliando in una delle due
direzioni
- Taglio della giunzione: risoluzione. La risoluzione della giunzione di Holliday d luogo a ricombinanti
convenzionali o recombinant patches in base allo strand che tagliato.
Ricombinazione negli eucarioti: nei procarioti la ricombinazione omologa serve per riparare le rotture del
dsDNA, permettere alle forche bloccate di ripartire e ricombinare con DNA fagico o di coniugazione. Negli
eucarioti anche necessaria per la meiosi per lappaiamento dei cromosomi omologhi e la ricombinazione
meiotica.
Esempi medici di errori di controllo: ecco qui diversi casi:
- cancro al colon: un tipo di cancro causato da unincontrollata crescita di cellule anomale nel colon, nel
retto o nellappendice. Negli USA vi un caso ogni 1800 persone ogni anno. Errori nella riparazione di un
mismatch portano al cancro ereditario non poliposico del colon-retto (HNPCC). la forma pi comune di
cancro ereditario.
-glioblastoma: la forma pi comune di tumore primario al cervello. Colpisce 2-3 persone su 100000 ogni
anno e solitamente si parla di 3-4 mesi di sopravvivenza senza un trattamento. Solitamente si opera con
unasportazione chirurgica, la radioterapia e la chemioterapia per arrivare a 14,6 mesi. Serve trovare agenti
radiosensitive che aumentino lefficacia della radioterapia. Lattivit del tumore causata dalla ionizzazione
delle radiazioni strettamente legata al suo effetto sul DNA (DSB). Nel futuro: agenti FDA-approvati
modulano le proteine critiche nella risposta/riparazione al danno del DNA; si avr una terapia personalizzata
(a seconda di quale DDR pathway viene alterata)
-leucemia: cancro del sangue o del midollo osseo o del sistema linfatico caratterizzato da un anormale
incremento di cellule immature bianche del sangue dette blasti. Nel 200 circa 256000 persone tra bambini e
adulti sono stati colpiti dalla leucemia e 209000 di loro sono morti. I pi giovani sono affetti da acuta e gli
adulti da cronica. Come gli altri cancri deriva da mutazioni nel DNA: alcune mutazioni possono provocare la
leucemia attivando oncogeni o deattivando dei geni tumore-repressori, perturbando la regolazione della
morte cellulare, della sua differenziazione e della sua divisione. Queste mutazioni possono capitare
spontaneamente o essere risultato di un esposizione a radiazioni o a sostanze cancerogene.
Strategie anti-cancro: ostacolando il meccanismo di riparazione del DNA si possono avere ottimi risultati: il
cisplatino, usato nella chemioterapia, interferisce con i normali processi cellulare causando lesioni al DNA
che portano allintervento dei sistemi di riparazione, liberandosi anche delle cellule del cancro. Tuttavia,
alcune cellule possono sviluppare polimerasi che consentono di resistere al cisplatino e sfuggono alla
riparazione.
Riparazione del DNA e invecchiamento: tartarughe a confronto con luomo e altri mammiferi. Questi
meccanismi dipendono dal metabolismo, dalla senescenza cellulare e dalla genetica (un danno del DNA
causa alle cellule limpossibilit di dividersi o indurre lapoptosi, spesso colpendo i pool delle cellule
staminali e quindi ostacolando la rigenerazione: si ha un accumulo di errori come conseguenza di problemi
nel sistema di riparazione).
TRANSGENESI
Transgenico: animale in cui stato introdotto o modificato un gene. Lo sviluppo di questa tecnologia sta
portando alla cura di varie malattie. Lo si fa sui topi, perch con luomo sarebbe rischioso e perch coi topi
vi il 90% di geni in comune (le differenze nascono dai diversi meccanismi di controllo).
Inserimento DNA estraneo: levento pi frequente quando si ha introduzione di DNA esterno la
degenerazione di tale DNA. Si ha un meccanismo di difesa molto importante quindi. Quando, invece, il
DNA estraneo riesce a integrarsi si pu avere come singola copia o pi frequentemente con catameri, ovvero
inserzioni multiple. In altri casi si ha ricombinazione omologa: il DNA genomico ha con il DNA esogeno
grande identit di sequenza alle estremit dellesogeno, mentre diversa la sequenza allinterno. Si ha,
dunque, lo scambio tra le due parti differenti e, poi, quello rimasto viene espulso.
Inserzione casuale con catameri: tecnica pi semplice e efficiente. Si opera su cellule uovo fecondate, sotto
microscopio. Si usa un capillare appuntito, cavo allinterno, contenente DNA esogeno che viene introdotto
nella cellula uovo fecondata. A tenere ferma la cellula uovo ci pensa un altro capillare cavo pi grosso. Il
DNA da inserire deve avere tutti gli elementi di un DNA eucariotico: un promoter (con sequenze CIS e
fattori trascrizionali), esoni, almeno un introne (se non c, durante lo splicing lRNA degradato perch
poco stabile) e un segnale di Poly-A. Fatta la microiniezione, lovocita impiantato in topine pronte per la
gravidanza e dopo 20 giorni si ottengono dei topi, di cui alcuni saranno eterozigoti per il transgene. Questi
(detti fondatori) sono combinati tra loro per generare via via con le generazioni successive topi omozigoti per
il transgene. Si utilizzata tale tecnica non solo per vedere il ruolo di alcuni geni nelle malattie (inibendo o
attivandoli) per poi poter sviluppare una cura, ma anche per cercare di capire dove agiscono nel corpo alcune
sequenze regolatrici. Utilizzando dei geni reporter (gene la cui attivit facilmente monitorabile mediante
istochimica o metodi immunologici; esso codifica per un prodotto genico che pu essere utilizzato per
studiare lattivit di sequenze regolatrici di un altro gene di interesse) si sono studiate diverse sequenze. Per
esempio:
- beta-galattosidasi: quando il promoter attivo Lac-Z produce -gal che grazie al suo legame con una
subunit d una certa colorazione. Questo ha permesso di vedere dove agisce Lac-Z. Tecnica sviluppata sia
sullanimale sia in vitro: la differenza che nel secondo caso si esamina solo un tipo cellulare, mentre nel
primo si considera lanimale nel completo.
- GFP: grazie alla sua reazione con gli UV essa dove presente d fluorescenza. La si utilizzata in un
celebre esperimento per vedere in un topo una fluorescenza ubiquitaria. Molto usato come gene reporter per
le staminali, perch consente di vederle meglio.
Il limite di questa tecnica che il DNA esogeno si pu integrare a caso. Pu capitare dunque che non ci sia la
possibilit di studiare il gene che ci interessa. Varie possibilit: pu alterare un gene causando la distruzione
di un altro gene endogeno, inserirsi in un telomero, in un promoter (il gene transgenico sar regolato da tale
promoter o inibir il promoter), in una regione silente (il caso pi frequente), nelle vicinanza di un isolatore.
Un transgene va, infatti, studiato su un minimo di 3 individui per verificare se quella la reale espressione
del transgene.
Riconoscimento topi con transgene: molto utilizzata la tecnica del Southern Blot che sfrutta libridazione
del DNA e lutilizzo di una sonda che a seconda del legame che crea con il DNA rivela se tale molecola
effettivamente transgenica o meno.
Gene targeting e topi knock-out: sono usate poche specie per questa tecnica che risulta anche piuttosto
complessa. Attraverso una ricombinazione omologa si sostituisce una sequenza con unaltra. Si generano
cos topi knock-out dove un gene inattivato (knocked-out). Ha avuto un risultato inatteso spesso perch
inattivando un gene, tuttavia non si poteva osservare il topo crescere senza lattivit di quel gene, perch
intervenivano altri geni a occuparsi della sua funzione: grande scoperta perch si ha un ottimo meccanismo
di difesa, ma la cosa complica la ricerca. La ricombinazione omologa in natura piuttosto rara, ma avviene
proprio come un crossing-over. Molto pi frequente nelle cellule embrionali pluripotenti. Lapproccio fa
inattivare vari geni e si osserva una mutazione nel genoma dellanimale. Si prelevano le cellule pluripotenti
dai blastocisti (cellula fecondata dopo 3,5 giorni). Dopo poche ore ciascuna cellula ha un suo percorso.
Vengono messe in coltura sopra altre cellule, un tappeto confluente di fibroblasti che non proliferano pi, ma
sono vive e scambiano con le pluripotenti dei fattori in modo da mantenere vive le ES (cellule embrionali
staminali). La legge vieta per motivi etici luso di ES, ma ora si usano le cellule pluripotenti sviluppate con la
ricerca di Yamanaka (cellule adulte rese pluripotenti). Le ES coltivate sono poi prelevate e introdotte in una
blastula da cui si genereranno dei topi con ricombinazione omologa. Di solito si usano blastule di topi a pelo
nero che impiantate in topi da pelo bianco danno come risultato topi chimerici: in parte derivano dalle ES, in
parte dai genitori. Per questa ragione, anche per questa tecnica, per vedere i topi completamente dipendenti
dalle ES si ricombinano gli eterozigoti in modo da avere topi del tutto neri.
Meccanismo di ricombinazione: per aggiungere il gene che si desidera si fa shock elettrico, con cui si creano
buchi nella membrana cellulare, che consentono il passaggio del transgene. La maggior parte degradata, ma
una parte si riesce a inserire nel DNA. Bisogna, per, riuscire a riconoscere i topi che hanno subito
ricombinazione omloga. Prima di tutto attraverso la neomicina (antibiotico a cui resistono solo quelli con il
transgene) separo gli individui che hanno il trangene da quelli che non lo hanno. Poi, si deve fare una
seconda selezione che consenta di vedere in quali topi i geni hanno avuto ricombinazione omologa e in quali
si sono insertiti casualmente. Si effettua pertanto ibridazione del genoma e poi si usa una sonda contenente
frammenti di DNA e neomicina: il DNA deve contenere un tratto che sia in grado di riconoscere solo dove si
avuto il gene targeting. A questo punto, riconosciuto dove si avuto il gene targeting, le si iniettano nella
blastula di una topina e si generano dei topi eterozigoti.
MiRNA: la loro presenza stata chiarita con il sequenziamento del genoma, nella zona in cui vi poco
contenuto genico e non si arriva a trascrizione. I miRNA sono piccoli frammenti di RNA altamente regolati e
sintetizzati in tessuti specifici durante lo sviluppo embrionale. Trascritti nel nucleo, modificati da complessi
proteici e dopo che il Drosha (enzima) li ha tagliati in una sequenza pi piccola, interviene il Dicer che taglia
in tratti di 20 nucleotidi che poi si complementano in modo specifico con lmRNA. Si appaiano al 3 di un
mRNA. A questo punto vi sono due possibilit dipendenti dallappaiamento:
- se esteso: portano gli mRNA a contatto con le nucleasi distruttive
- se meno esteso: si blocca la traduzione o si forma un complesso proteico che consente linserimento di
nucleasi.
SiRNA: sono gli RNA silenziatori. A differenza dei miRNA che possono agire su diversi mRNA e
coordinare lespressione di pi geni i siRNA agiscono solo per perfetta complementariet e per questo
agiscono su un solo mRNA. Anchessi inibiscono la traduzione.
Transgenici:il DNA iniettato nel pronucleo dellovocita fertilizzato e integrato in maniera random (nel 10%
dei casi distrugge un gene importante per lo sviluppo normale) e in multiple copie
Knock-out: Il DNA iniettato prima nella cellula embrionalestaminale (ES). LES che ha integrato il DNA
in maniera sito specifica (omologa) identificata e iniettata in un embrione di 3.5 giorni (blastocisti)
Applicazioni: Analisi in vivo di specifiche funzioni di geni tramite linattivazione specifica: analisi di
specifiche proteine tramite linserzione di specifiche mutazioni e produzione di modelli murini che
riproducano patologie umane.
Il topo anti-cancro: questo topo per una fortunata mutazione ha ricevuto un sistema immunitario che uccide
le cellule del cancro con efficacia ed addirittura in grado con delle trasfusioni di sangue di aiutare altri topi.
Per le terapie di cura del cancro necessario studiare il percorso evolutivo della malattia.
Tumore alla prostata: un mix eterogeneo. Vi sono cellule androgeno-dipendenti e altre indipendenti. Le
prime si curano per apoptosi rimuovendo landrogeno, mentre le altre sono resistenti a questa apoptosi. Serve
pertanto trovare geni che inducano lapoptosi nelle cellule del cancro. Il gene Par-4 provoca come risposta
lapoptosi nelle cellule cancerogene della prostata. Viene identificato come un gene apoptotico che dipende
nella sua misura dallelevata concentrazione di Ca2+ . Nelluomo esso si colloca nel cromosoma 12q12. Il
gene comprende 7 esoni, 6 introni per circa 99 kb di DNA. Questo gene si conservato in tutti i vertebrati e
con luomo vi un riscontro del 75%. Tuttavia i domini delle proteine di alta importanza sono conservate
con il 100% di uguaglianza fra topo, ratto e uomo. Domini: vi sono due zone supposte in cui si trovano le
sequenze (NLS1 e NLS2); vi un dominio a cerniera di leucine nella regione terminale C e siti consenso per
fosforilazione da chinasi PKA e PKC. I domini sono importanti nella regolazione, localizzazione,
dimerizzazione e modificazione post-trascrizionale della proteina Par-4.
Par-4: un tumore-repressore e ha unazione che provoca apoptosi. Inoltre, Par-4 intracellulare e proteine
secrete danno la possibilit di uccidere in modo molto selettivo solo le cellule del cancro. Il recettore per la
proteina prodotta dal gene Par-4 sulla superficie si chiama GRP78. dimostrato che nei topi transgenici con
Par-4 vi un gran numero di tali proteine nel siero. Importantissimo in questo gene il SAC domain: esso
rappresenta la minima funzione proapoptotica del gene Par-4 che, tuttavia, induce selettivamente la morte
nelle cellule del cancro, ma non in quelle normali. Si osservato come potesse influire unespressione del
SAC domain nel corso della vita di un topo e che livelli fisiologici fossero necessari per soddisfare la
funzione tumore-repressiva. I topi vivono regolarmente con tale dominio e con la crescita restano resistenti ai
tumori. Un frammento di DNA contenente il dominio SAC stato generato da PCR usando Par-4cDNA
come stampo, grazie allintervento di molti altri fattori. Le sequenze risultanti da tali vettori, purificate, sono
iniettate nei pronuclei di embrioni fertilizzati B6C3F1 (marroni). I topi transgenici per il dominio SAC
mostrano un espressione di tale gene ubiquitaria e una normale fertilit, vita e invecchiamento: addirittura
riescono a vivere pi a lungo.
Topo di Schwarzenegger: grande forza grazie a knockout di miostatina. Questo fortuitamente accaduto
negli uomini e nei bovini (supermucche). La miostatina un fattore di crescita (anche il fattore-8 di
differenziamento nella crescita detto GDF-8) che ha un ruolo importante nello sviluppo muscolare (famiglia
dei TGFb). La miostatina espressa negli stadi successivi dello sviluppo del topo e nello sviluppo di alcuni
muscoli scheletrici. Con il KO di miostatina si accresce la miogenesi e si diminuisce la adipogenesi,anche se
entrambi si generano dallo stesso mesenchima (tessuto embrionale connettivo). Gli inibitori di miostatina
dovrebbero aiutare a migliorare le condizioni di chi soffre di distrofia.
Topo giallo: sindrome di Crigler-Najjar (ittero). I sintomi sono causati dalla bilirubina. un pigmento della
bile, liposolubile ed un prodotto del metabolismo del gruppo eme. Una volta che eme si ossida si forma
biliverdina, che ridottasi d bilirubina che entra nel sangue. Poi, entrata nelle cellule epatiche espulsa come
bile sia come urina che come feci. Uninterferenza a questi processi porta a iperbilirubinimia (eccesso di
bilirubina) con sintomi: colore giallo della sclera, della pelle e delle membrane mucose. La si riscontra se il
livello di bilirubina supera i 2mg/100mL. molto comune nei bambini dove causata da scarsi meccanismi
epatici e per la poca RBC prodotta data la breve vita. Pu portare a epatite, cirrosi e a malfunzionamenti del
fegato. Tipo I (CN-I) Crigler-Najjar: allele recessivo; mutazione indotta dalla perdita dellabilit di coniugare
negli enzimi fondamentali la glucuronosiltransferasi (problemi legati al gene Ugt1); CN-II: molto ridotta, ma
c attivit dellenzima (a causa di un gene recessivo); le funzioni enzimatiche possono essere indotte;
sindrome di Gilbert: lattivit dellenzima ridotta del 10-30% rispetto al normale e vi sono difetti nel ciclo
della blirubina. Nelluomo si possono ora curare grazie a piccole dosi di vettori adenovirali helperdipendenti. In futuro ci si auspica lutilizzo di epatociti derivati da cellule staminali.
Topo anti-obesit: questi topi sono protetti da obesit e diabete da una dieta priva acil-CoA: diacilglicerolo
aciltransferasi 1 (DGAT1). Questo suggerisce come interrompendo la sintesi di alcuni trigliceridi si possa
raggiungere grandi risultati nel trattamento dellobesit.
Topo maratoneta: topi che hanno una maggior espressione nei loro muscoli di PPAR che trasforma tali
muscoli in fibre di tipo 1 ottime per coprire di corsa lunghe distanze. Hanno maggior resistenza e anche se
non allenati sono resistenti allobesit e alla fatica.
Animali transgenici: sono stati creati e si creeranno numerosi esempi di animali transgenici oltre ai topi:
pecore con gene della alfa1-antitripsina, latte di capra con antitrombina, polli che danno uova con proteine
umane, maiali come risorsa per trapianti di organi e primati per studiare le nostre malattie. Importanti anche
gli studi sul poliovirus che affligge luomo ma a cui i topi sono immuni.
MEMBRANE CELLULARI
Membrane cellulari:Vi sono diverse possibili membrane. Esse servono per
separare la cellula dall'ambiente delimitandola funzionalmente e separandola dagli
altri organelli. Le membrane cellulari sono punti di contatto tra cellule vicine.
Quindi, oltre a separare, costituiscono siti di specifiche funzioni, hanno proteine di
trasporto per consentire un movimento tra interno ed esterno, hanno recettori
per rilevare i segnali esterni e hanno tutto ci che necessario per la
comunicazione e l'adesione tra cellule diverse.
Comunicazione tra cellule e adesione cellulare: grazie alla sua struttura la cellula
ha un grado di permeabilit per delimitare ambienti e far si che vi siano diverse
concentrazioni di ioni. La membrana ha una permeabilit selettiva a certe
sostanze e consente la divisione della cellula in compartimenti funzionali.
Membrana cellulare: attraverso numerosi studi, gran parte negli anni 70, si
arrivati a dimostrare che la membrana cellulare una struttura a fosfolipidi sulla
cui superficie si possono trovare proteine e altri lipidi. La membrana ha uno
strato interno idrofobo (non crea legami H) e i lati esterni idrofili ( il 70%
dell'ambiente cellulare H2O), dove questi ultimi sono in maggioranza. La
membrana spessa 5 nm ( una cellula interna standard ha diametro di 5
micrometri) ed continua (non vi sono buchi): un film sottile di lipidi e
proteine tenute insieme da interazioni non covalenti, ma deboli. Il sistema a
doppio strato (testa polare e code idrofobe) l'unico modo in cui i lipidi di
membrana possono disporsi nello spazio con la minima energia libera. I fosfolipidi
hanno questa struttura: sono dei trigliceridi (glicerolo
pi tre acidi grassi, ovvero lunghe sequenze di C apolari,
poich privi di OH, saturi se solo con legami semplici o
insaturi se con legami doppi), dove al posto di un acido
grasso sul C3 del glicerolo si attacca un gruppo fosfato,
gruppo polare e che interagisce con l'acqua. Ogni cellula
ha un tipo di fosfolipidi prevalente a seconda del tipo di
cellula che rappresenta. I lipidi si muovono con un movimento detto di flip-flop
(raro) e costituiscono il 50% della massa della membrana. La membrana
asimmetrica: caratteristica che comincia nella biogenesi ed mantenuta dai
traslocatori. Il doppio strato un fluido bidimensionale e lo si visto
sperimentalmente: marcato un lipide con -N-O attraverso un elettrone spaiato,
con la spettroscopia di risonanza magnetica o attraverso dei marcanti
fluorescenti, si notato che i lipidi si muovono. Se il flip-flop raro essi possono
ruotare, diffondere lateralmente e trasversalmente. Tale fluidit importante per i
processi di trasporto e le attivit enzimatiche, ma dipende dalla composizione dei
lipidi e dalla temperatura (superiore alla temperatura di transizione di fase dove
congela o fonde).
Molecole di membrana: vi sono altre molecole sulla membrana fra cui il
colesterolo che fa parte degli steroidi: anelli di C che danno alla molecola una
struttura piatta e molto rigida. un lipide idrofobo e l'unico componente idrofilo
un gruppo OH: aumentano la propriet di barriera della membrana e
solitamente ve n' uno ogni 2/3 fosfolipidi (la sua presenza influisce sulla fluidit di
membrana rendendola pi rigida).Vi sono anche i glicolipidi (soprattutto
gangliosidi) dove la testa polare presenta l'aggiunta di uno zucchero e solitamente
si trovano all'esterno della membrana e mai nel plasma. Le loro funzioni (ancora
da scoprire tutte): effetti protettivi, effetti elettrici, isolamento elettrico,
riconoscimento e mediano l'adesione cellulare. Molto importanti sono le proteine
di membrana che servono alle comunicazioni tra interno ed esterno: riducono
parzialmente l'impermeabilit della membrana. Spesso sono glicosilate. Per essere
studiate si operata la criofrattura della membrana lungo lo strato idrofobo: data
una carica + a tutte le proteine attraverso la SDS (sodio-dodecilsolfato), esse si
sono mosse tutte verso l'anodo e le si separate cos con un setaccio in base al
peso. Le proteine si dividono in categorie diverse: integrali monopasso e
multipasso (proteine sia all'interno che all'esterno della membrana che la
attraversano una o pi volte grazie alla struttura ad alfa-elica e alla presenza di
gruppi idrofobi), ancorate ai lipidi (o all'interno o all'esterno) attraverso i quali si
legano alla membrana con un'ancora di acido miristico, palmitico o un farnesile e
le proteine periferiche che funzionano solo se associate alle proteine integrali.
SMISTAMENTO
Organuli con membrane: si pu a questo punto andare a vedere il processo di
smistamento. Tra i vari compartimenti c' un'importante relazione. Il mitocondrio
stato spesso visto come un batterio simbionte (lo si pensato come un
procariote molto specializzato inglobato dalla cellula).
ER, Golgi, lisosomi e vescicole trasportatrici sono
della stessa Le proteine sono sintetizzare spesso nei
ribosomi presenti nel citosol. Esse hanno dei segnali
intrinsechi di smistamento che le indirizza in varie
direzioni (vedi immagine). La sintesi avviene sempre
nel citosol, ma quello che cambia la direzione verso
cui vanno le proteine.
Nucleo: la membrana nucleare deriva da una
invaginazione della membrana citoplasmatica a cui si
aggiungono anche i pori nucleari. Tra nucleo e
citoplasma vi continuit topologica: vi movimento
di alcune molecole. Esso ha doppia membrana. Si
pensa che la formazione del nucleo sia avvenuta cos: in una cellula procariote il
DNA si trovava in una regione e attraverso un rimodellamento e una
invaginazione della membrana plasmatica si formato il nucleo.
Tipi di trasporto: vi sono tre diversi tipi di trasporto, sempre dovuto al diverso
segnale di smistamento (esso si localizza in due punti specifici della proteina: il
primo pezzo sintetizzato ed il 5' amminoterminale dell'RNA oppure vi sono pi
domini non all'inizio della proteina; alla fine di tutto la peptidasi, quando la
proteina diventa matura taglia i peptidi segnale):
- nucleo-citosol: questo avviene tramite delle porte ( detto gated infatti) che
sono i pori nucleari. Sicuramente molte delle proteine sono sintetizzate nel
citosol. Entrano fattori trascrizionali, DNA, RNA, istoni (3 milioni al minuto),
enzimi...ed escono tRNA, mRNA e ribosomi assemblati. Il nucleo a doppia
membrana e ha dei pori che sono canali tenuti chiusi da un sistema ad apertura.
Intorno al nucleo vi una rete che gli d la forma (lamina nucleare). I peptidi
segnale a livello del nucleo non sono tagliati via per il fatto che devono fare avanti
e indietro tra nucleo e citosol. I segnali di localizzazione sono stati studiati per la
prima volta sulla proteina virale Antigene T del virus SV40 che responsabile
della replicazione del DNA virale. Per entrare e uscire dal nucleo vi sono i pori
nucleari i quali sono un canale costituito di acqua che fa scivolare le molecole
all'interno. Passano solo molecole idrosolubili di max 50000 dalton e diametro
max di 9 nm. Perch i pori si aprano e si chiudano serve energia, ATP, e dei fattori
citosolici, che riconoscono e permettono o meno di fare entrare le molecole nel
nucleo. Si ha quindi targeting (complesso molecola fattore citosolico) e poi il
passaggio attraverso l'apertura del canale con ATP. Le chaperonine hsp90 (heat
shock protein di 90 kDa) mascherano il segnale di trasporto nucleare sul
recettore dell'ormone glucocorticoide. Hsp90 un fattore citosolico di
mascheramento del segnale e tiene il glucocorticoide nel citoplasma finch no
arriva l'ormone steroideo (entrano liberamente nella cellula poich sono lipidi)
che trova il recettore legato alla chaperonina che si stacca consentendo al
complesso ormone-recettore di entrare nel nucleo. La chaperonina blocca il
riconoscimento dei fattori citosolici. .
- trasporto transmembrana: delle proteine traslocatrici dirigono proteine
attraverso la membrana dal citosol a un compartimento topologicamente distinto
(ER o mitocondrio), ovvero tali proteine restano e agiscono in tali organuli.
Proteine mitocondriali: sono importate nella matrice, nello spazio intermembrana
grazie a segnali di indirizzamento delle zone amino-terminali. Nella matrice il
peptide segnale si lega ad un recettore sulla membrana mitocondriale esterna e la
proteina viene traslocata sulla membrana interna creando contatto tra le due
membrane. Le proteine sono traslocate non ripiegate , ovvero srotolate. A fare
endosomi)
- fagocitosi: vengono assunte non solo sostanze, ma interi microrganismi
formando i fagosomi, i quali si fondono col lisosoma che li digerisce (elimina le
sostanza di scarto, ma recupera le sostanze utili)
- autofagia: degradazione delle proteine cellulare tramite vescicole lisosomiali
derivanti dell'ER. Alcune cellule eliminano alcune loro parti o loro stesse.
Le idrolasi lisosomiali hanno un gruppo specifico, ovvero il mannosio-6-fosfato
(M6P), che le fa riconoscere da un recettore specifico presente sul trans Golgi:
tale gruppo aggiunto agli oligosaccaridi legati all'asparagina nel reticolo CIS di
Golgi. L'unione avviene a pH 7 e poi via via scende fino a pH 6. Unita la vescicola
al lisosoma la struttura a cestino (recettore) si stacca e viene riciclata poich
ritorna sul trans Golgi.Vi sono malattie da accumulo lisosomale: le idrolasi sono
alterate per difetti genetici recessivi. Malattia di Hurler: si accumulano substrati
non digeriti poich i lisosomi non sono attivi e si creano cos delle inclusioni
cellulari.
Endocitosi: vi sono diversi tipi di endocitosi: fagocitosi, pinocitosi e endocitosi
mediata da recettori. L'endocitosi un processo che parte dalla superficie
cellulare e porta verso i lisosomi. La fagocitosi di grandi particelle avviene tramite
dei fagosomi. Solitamente sono gli anticorpi che riconoscono le particelle
estranee e le presentano ai fagociti. una forma specializzata nei macrofagi e nei
neutrofili. Per l'assunzione di specifiche macromolecole dall'esterno e l'endocitosi
in fase fluida si sfruttano le fosse rivestite di clatrina (2% dell'area di membrana):
forma un cesto sotto la membrana che fa formare una vescicola rivestita di
clatrina che si fonde poi con gli endosomi precoci: la clatrina ha una struttura a
triskelion, precisamente 36, che serve a formare la vescicola, ma che una volta
formatasi la struttura (la dinamina aiuta a fare andare via la vescicola) si stacca e
viene riutilizzata dalla membrana. Tale processo richiede energia e una sottoclasse
di proteine, le proteine RAB. L'assunzione di energia fondamentale poich
aggiungendo un fosfato si cambia la forma della proteina che cos in molti fasi
risulta ora attiva. Spesso l'energia non deriva da idrolisi di ATP, ma a partire da
GTP: a una molecola di GPP attaccata alla proteina si attacca un gruppo fosfato
che attiva l'intero complesso. Le proteine RAB sono un tipo di proteina G
motore del processo di vescicolazione. L'endocitosi che porta invece
all'assunzione di grandi quantit di macromolecole l'endocitosi mediata da
recettori. Per esempio il colesterolo: esso serve per assemblare le membrane e
viene assunto dalle cellule che lo prelevano dalla circolazione (se non assorbito
forma le placche aterosclerotiche); esso circola associato alle proteine LDL e le
cellule hanno appositi recettori per le LDL (in zone ricche di clatrina). Le
vescicole che si formano, si fondono poi con gli endosomi per arrivare ai lisosomi
esempio polare ma ha carica globale neutra. Essa si muove per osmosi: ovvero,
va dove il soluto pi diluito verso dove il soluto pi concentrato. L'acqua
tende a sciogliere le soluzioni fino all'equilibrio. In questo modo cambia il volume
cellulare: in ambiente ipotonico l'acqua continua a entrar nella cellula fino a farla
scoppiare e in ambiente ipertonico tende ad uscire fino a renderla striminzita.
Nelle cellule vegetali non si hanno questi problemi perch le pareti cellulari
ostacolano le variazioni di volume. La diffusione tende al minimo contenuto di
energia libera: le molecole vanno secondo gradiente di concentrazione e se sono
ioni carichi vanno secondo gradiente elettrochimico. All'equilibrio l'energia
minima e cos anche il movimento. Spesso la cellula per opporsi a questo
fenomeno di osmosi e per creare un ambiente isotonico aumenta la
concentrazione di ioni fuori della cellula cos che non scoppi per un eccessivo
ingresso di acqua. Di rilevanza le proteine canale che non legano il soluto ma che
formano dei pori idrofili per il passaggio del soluto
Trasporto attivo: spesso perch ci avvenga servono delle proteine trasportatrici
che si legano al soluto specifico e subiscono cambiamenti conformazionali per
trasferire il soluto attraverso la membrana. Il trasporto sfrutta tali proteine
accoppiandole a una fonte di energia metabolica come l'idrolisi di ATP. Tale
trasporto ha 3 funzioni:
- mantiene le concentrazioni di ioni in un non equilibrio (mantiene il gradiente
ionico)
- regola assorbimento di sostanze dall'ambiente in base sempre alle
concentrazioni rispetto alla cellula
- regola la rimozione di sostanze di rifiuto
Pompa Na+/K+: un antiporto che sposta sodio fuori dalla cellula (3 ioni) e
potassio dentro (2 ioni). un tipo di trasporto attivo che richiede ATP per
funzionare. Una zona di tale antiporto, detta ouabaina, serve a inibire la pompa.
Senza la sua attivit la cellula non pu vivere. Quando si aggiunge ATP essa cambia
forma e consente l'uscita dei tre ioni sodio. Quando si stacca il fosfato cambia di
nuovo forma e pu far entrare due ioni potassio. Questa pompa mantiene
l'equilibrio osmotico impedendo l'entrata eccessiva di acqua. In tale pompa vi un
trasporto secondario/indiretto del glucosio. Il glucosio pu essere assunto in due
modi: passivo o attivo indiretto. Il trasportatore di glucosio molto selettivo e
trasporta solo glucosio-L. Esso deve entrare tutto nelle cellule (serve anche
l'insulina che avverte le cellule e le prepara alla ricezione del glucosio) e quando
ve n' in abbondanza esso viene portato dentro attraverso la pompa sodio/
potassio insieme al sodio.
ATPasi del calcio: trasportatore attivo. Il gradiente del calcio specifico e nelle
cellule deve essere 10 alla -7 M mentre fuori deve essere di 10 alla -3 M. Il flusso
siti multipli che sono siti di attracco per proteine di segnali intracellulari.
Domini di legame modulari: le interazioni fra proteine di segnalazione
intracellulare sono mediate da domini di legame modulari. Le interazioni
ravvicinate tra diverse proteine determinano i segnali.Ve ne sono diversi: SH2
(esso lega solo le tirosina chinasi fosforilate: dominio di omologia sarc2), SH3
(dominio di omologia sarc3: lega gruppi ricchi di proline e funge da adattatore per
legare altre proteine), PTB (funziona da alternativa a SH2) e PH (interagisce con i
gruppi fosfato di un particolare lipide ovvero l'inositolo).
Recettori ad attivit enzimatica intrinseca: la maggior parte di essi sono tirosina
chinasi. Sono proteine di membrana monopasso che hanno dominio catalitico.
Sono spesso recettori per fattori di crescita, ormoni e mitogeni (entrano nel ciclo
cellulare). La conservazione dei domini interni di questi recettori molto alta.
Molto importanti recettori tirosina chinasi sono l'EGF (fattore di crescita
dell'epidermide), il tetramero del l'insulina e l'NGF (fattore di crescita dei nervi). Il
recettore si attiva quando arriva il ligando e questo porta il recettore a
transfosforilarsi. Le tirosine fosforilate si legano a loro volta a SH2 o a PTB.
Legate le SH2 e le SH3 si attaccano le Sos richiamate dal Grb2 ( quello con il
dominio SH2 che lega la Tyr-P). Sos uno scambiatore di nucleotidi che attiva la
proteina G che si chiama RAS (indispensabile nella divisione cellulare). RAS a sua
volta attiva una catena di segnali , detta la cascata delle MAP-chinasi. In questo
modo funziona il recettore dell'EGF e cos anche il PDGF, con la differenza che
quest'ultimo lega 2 recettori. L'EGF costituisce una famiglia dove vi sono vari
recettori: EGFR, ErbB2, ErbB3 e ErbB4, i quali hanno numerosi ligandi (un difetto
sulla ricezione dell'ErbB2 d tumore al seno). Altri enzimi attivati dai recettori Tyrchinasi sono le fosfolipasi (PLC) di cui vi sono varie isoforme. Questo enzima ha a
che fare con un lipide di membrana modificato dall'inositolo. L'inositolo ha un
fosfato con cui si lega al glicerolo e pu avere altri gruppi fosfato (posizione 4 o
5). un lipide di membrana modificato con uno zucchero (unico sulla membrana).
La fosfolipasi riconosce tale struttura e taglia sul legame tra glicerolo e gruppo
fosfato: si hanno diacilglicerolo e inositolo 1,4,5-trifosfato. Gli inositoli liberati
dalla membrana rilasciano gli ioni calcio (si apre un canale selettivo che dal
reticolo porta al citoplasma) che attivano una risposta secondaria. Gli ioni calcio
tramite trasporto attivo sono subito riassorbiti nel reticolo. Dipendono dagli ioni
calcio le calmoduline che regolano le attivit enzimatiche a valle in presenza di tali
ioni: cos si attivano e cambiano forma per legarsi a una chinasi. Questo vale
soprattutto per la proteina chinasi C ( una calmodulina) che funziona quando
lega diacilglicerolo (DAG) che deriva dal processo descritto prima. Un altro
esempio quello di altri due recettori di chinasi per l'attivazione delle citochine:
esse sono prodotte da cellule circolanti, soprattutto linfociti. Esse hanno un
(in pochi minuti si dimezza l'effetto massimo) il recettore viene rimosso dalla
membrana, mentre nella tardiva, in seguito a lunga esposizione con l'antagonista,
(da vari minuti ad alcune ore) si ha distruzione lisosomiale e/o riduzione della
sintesi del recettore stesso. La rimozione dalla membrana avviene per
internalizzazione con vescicole ricche di clatrina e il recettore cos migra
nell'endosoma. Ad attivare questa via ci pensa la fosforilazione del recettore e
l'associazione con beta-arrestina. Si hanno due vie: si defosforila il recettore e poi
lo si dissocia dalla beta-arrestina, riportandolo sulla membrana (riciclo recettore);
oppure il recettore passa al lisosoma dove viene degradato.
Ubiquitina e proteasoma: meccanismo alternativo al lisosoma per degradare
selettivamente dei substrati. Un proteasoma un complesso proteico presente
sia nel nucleo sia nel citoplasma. Esso degrada una proteina per proteolisi (si
tagliano i legami peptidici). Le proteasi operano all'interno del proteasoma. Esso
regola le concentrazioni relative di proteine nel citoplasma. Le proteine che
devono essere degradate sono marcate con l'ubiquitina.Vi sono varie ubiquitine
ligasi: legano il substrato e fanno interagire l'ubiquitina con esso. Il substrato entra
nel proteasoma, una specie di cilindro, dove la proteina denaturata e degradata.
Se c' poliubiquitina la degradazione diretta. EGF attiva il sistema ubiquitinaproteasoma per esempio.
CITOSCHELETRO
Citoscheletro: una complessa rete proteica di filamenti e tubuli che si estende
nel citosol. Esso consente alla membrana di mantenere una forma specifica. Il
citoscheletro divide la cellula in compartimenti e tiene in posizione gli organelli.
Importante anche nella divisione cellulare. Esso fondamentale nella contrazione
muscolare ed anche punto di aggancio. La cellula circondata da altre cellule
che esercitano attrazione con stress meccanico spesso. Il citoscheletro serve
anche per segnalazione e adesione cellulare. formato da tre strutture:
- microfilamenti di actina: sono fatti di polimeri di actina e hanno diametro di 7
nm
- filamenti intermedi (IF): hanno un diametro intermedio di 10 nm e sono
distintivi di ogni ciclo cellulare.Vengono sfruttati per distinguere un tessuto da un
altro.Vi sono sei classi di IF di cui le prime due comprendono cheratine (cellule
epiteliali, capelli e unghie), che sono di 28 tipi diversi. Costituiscono la parte pi
deformabile. Sono proteine fibrose che formano strutture complesse con due
dimeri antiparalleli (un tetramero sfalsato).
- microtubuli: sono formati da tubulina, hanno forma cilindrica e diametro di 25
nm. Formano una struttura a raggiera.
Actina: Componente citoscheletrica pi abbondante: il 5% delle proteine della
cellula. Molto rilevante. L'actina ha un ruolo strutturale (le d stabilit) e d
conformazione spaziale alla cellula e ha anche un ruolo funzionale legato alla sua
contrattilit. Si trova in microfilamenti molto sottili formati da due catene di
strutture globulari arrotolate. La forma monomerica di actina globulare detta G
ed la base dei filamenti. Dalla G si passa alla F che quella filamentosa. L'actina
molto dinamica e si modella nel tempo. Il citoscheletro di actina quello che d
il movimento cellulare. Le subunit di actina G hanno una struttura ben definita
che comprende un incavo in cui si inserisce la ATP. L'actina G ha un apice e
quando passa a F cresce in una direzione.Vi un terminale negativo e uno
positivo: dalla parte negativa non si aggiungono subunit, ma si ha una crescita
solo in direzione positiva. La crescita del microfilamento dinamica e si rimodella
nello spazio perch non statica. necessaria ATP per avere il processo di
allungamento e liberato per idrolisi un fosfato rimane ADP all'interno della
struttura: nella polimerizzazione si passa da actina G ad F. Per polimerizzare
servono anche sali come magnesio e potassio e tutte le volte che si ha
polimerizzazione si ha un inizio lento, fase di latenza, e poi crescita esponenziale
fino a un plateaux: (non cresce pi). L'ADP resta poi intrappolato nella struttura.
L'actina non funziona da sola ma associata ad altre proteine che controllano la
polimerizzazione dell'actina: sia controllo positivo (favoriscono la crescita) sia
negativo (mantengono la G nel citoplasma: per esempio la timosina si lega al
monomero e ne blocca la polimerizzazione). La profilina invece accelera lo
scambio di ATP con ADP ed un meccanismo di regolazione della
polimerizzazione di tipo positivo.
Struttura actine: Dal punto di vista della struttura vi possono essere 3 strutture
standard che dipendono da proteine complementari: cio, organizzato il filamento,
si ha un controllo sulla disposizione dei filamenti l'uno rispetto all'altro in modi
diversi. 3 tipi (per esempio nel connettivo)sempre considerando un doppio
filamento intrecciato di actina:
- possono essere in parallelo e anche molto vicini tra loro (compatti): l'actina
strutturale. Per esempio nel microvillo dell'intestino sostenuto da filamenti di
actina paralleli e molto compatti: forte sostegno e regolare.Vi un fascio denso di
filamenti. Sono a distanze regolari grazie a delle proteine che mantengono i
filamenti a delle distanze stabili e precise. A tenere i filamenti separati in modo
parallelo c' la fimbrina (proteine associate all'actina per tale struttura).
- formano delle reti pi o meno larghe con una consistenza di gel (pi morbida di
quella precedente). Si hanno molecole di filamina che fanno da ponte tra due
microfilamenti che si intersecano formando larghe reti tridimensionali
- fasci pi o meno paralleli, caratterizzati da contrattilit: se ci deve essere
maggiore distanza serve una proteina che lo consenta e sia pi grande, ovvero
l'alfa-actinina. Stessi filamenti del primo tipo, ma diversa proteina che separa i
nome significa "senza casa" in greco). Le vie dei recettori adesivi e quelli dei
fattori di crescita attivano MAP chinasi e AKT. Questi ultimi funzionano solo se
c' adesione.
INTRODUZIONE
Molecole di DNA: per contare il numero di molecole di DNA si conta il numero
di estremit del DNA. Se ci sono 6 5' vi sono 3 molecole di DNA (un 5' da una
parte e l'altro dall'altra). Le molecole di DNA sono in parte simili, ma hanno delle
differenze: lunghezza e sequenza. Due sequenze di DNA si dicono omologhe (non
identiche) quando, paragonando il susseguirsi delle basi di due molecole, esso
identico per la maggior parte: cio, in alcune posizioni variano delle basi tra le due
molecole. I cromosomi omologhi dunque portano lo stesso tipo di informazioni,
ma possono esservi piccole diversit tra i due cromosomi, che non inficiano lo
svolgimento della stessa funzione.
I CROMOSOMI
Morfologia dei cromosomi: il nome deriva da corpo colorato, nato
dall'osservazione di una fotografia di una piastra
metafasica, colorata con appositi coloranti. Nella
maggior parte delle cellule i corpi non sono cos
separati, ma la colorazione diffusa, non proprio
omogenea. Questa foto corrisponde al momento
della vita cellulare in cui si sta per dividere. Hanno
forma a bastoncelli, di lunghezze diverse, con una
costrizione in punti diversi detta centromero. Anche
se sono corpi colorati, la colorazione non
omogenea: in certi punti pi intensa. Il bandeggio
non casuale: si ripete nello stesso modo in tutte le cellule di tutti gli individui
della stessa specie ed determinato dalla struttura del DNA. Il bandeggio
dovuto al fatto che il colorante ha affinit per il DNA e se la zona pi colorata
c' pi DNA. La colorazione dimostra una distribuzione non uguale di DNA e
non casuale perch a due a due i cromosomi si possono avvicinare e sono simili,
visto che hanno stessa lunghezza, centromero quasi nello stesso punto e un
bandeggio simile. I cromosomi identificano una specie. I cromosomi simili
morfologicamente sono detti omologhi. I cromosomi possono anche essere
colorati con dei colori fluorescenti che non evidenziano il bandeggio, ma
l'omologia. I cromosomi sono fessurati longitudinali e sono tenuti insieme dalla
strozzatura detta centromero. Nell'analisi della piastra metafasica si pu
osservare la costituzione del cromosoma: due cromatidi (detti fratelli) tenuti
insieme dal centromero. Si arrivati a determinare come fossero i diversi
cromosomi. Si possono anche schematizzare. Braccio corto e braccio lungo sono
le due parti in cui il cromosoma diviso dal centromero: il primo detto P e il
secondo Q. Solitamente P verso l'alto. Le bande si numerano partendo dal
centromero e andando verso il telomero. Questo importante perch sappiamo
Significato della mitosi: le cellule duplicano il DNA solo se sanno che vanno/
devono andare incontro a divisione cellulare. Gli organismi viventi sono entit
dinamiche. Le cellule che non si duplicano stanno in fase G1/G0. Il DNA si duplica
solo se arrivano segnali esterni. La mitosi inizia gi con la sintesi del DNA. I
processi devono essere molto precisi: ogni errore si trasmette alle cellule figlie.
Eventuali errori portano a non controllare pi il ciclo e arrivare anche al tumore.
C' un aumento della frequenza degli errori nel passare da trascrizione a
traduzione: i ribosomi sbagliano pi della DNA polimerasi. Tenere una frequenza
di errori molto bassa costa troppa energia: ecco perch la cellula preferisce
sbagliare sui ribosomi (pochi danni) e non nella sintesi. Le cellule dopo la mitosi
devono avere la stessa quantit e qualit di DNA. In G1 si vedono i due
cromosomi omologhi e ogni colore corrisponde a un tipo di gene e la
successione la stessa: si vede da forma e colore di fondo. Dopo la mitosi
dobbiamo avere due cellule con stessi geni e con cromosomi esattamente uguali
a quelli della cellula madre. Finita la fase S abbiamo i due cromosomi duplicati che
tra di loro sono esattamente identici. La mitosi fa s che le due cellule risultanti
siano uguali a quella della madre: lo scopo far segregare/separare in modo
corretto i cromatidi fratelli. Una volta che il DNA che si duplicato si deve
suddividere e lo deve fare in modo estremamente preciso. Se vi sono assenze di
uno dei due omologhi si hanno alterazioni esagerate e poi il DNA non si deve
rompere. Un cromatidio va in una cellula e l'altro nell'altra cellula perch abbiamo
uguale contenuto energetico.
Procedimento: la cellula che va incontro a mitosi ha gi duplicato il materiale
genetico. Le varie fasi della mitosi sono classificate in base alla morfologia dei
cromosomi alla loro disposizione, alla presenza o meno della membrana nucleare
e al numero/presenza dei centrosomi. La mitosi si pu classificare in 4-5 fasi:
profase, metafase, anafase e citochinesi. Alcuni mettono anche la prometafase. Da
metafase a anafase non si pu passare se non si soddisfano certe condizioni. A
livello biologico un evento continuo. Se paragoniamo il nucleo in G2 e quello di
una cellula in profase si vede che compaiono i cromosomi spiralizzati e colorati
intensamente rispetto al nucleo (da cromatina diffusa a uno stadio di cromatina
spiralizzata, ovvero cromosoma, e questi stadi si alternano a ogni ciclo cellulare; la
cromatina se non spiralizzata difficile da dividere e per questo le due fasi si
alternano e la spiralizzazione rende pi semplice la divisione e la resistenza a
stress meccanici; non li teniamo sempre in questa fase troppo spiralizzata poich
non ci sarebbe lo svolgimento delle funzioni del DNA, poich la trascrizione non
avviene se la cromatina spiralizzata)e c' ancora la membrana. Il cromosoma ha
due cromatidi fratelli che sono vicini uno all'altro e legati nel centromero. Di un
cromosoma esiste un omologo (distinguibili solo per la lunghezza). Man mano che
cellula vuole separarli apre gli anelli e i microtubuli si accorciano. Tale rottura
avviene ad opera dell'enzima separasi: la separasi c' anche prima nella cellula ed
mantenuto inattivo dalla sicurina (se sono insieme non funziona la prima). Il
complesso che promuove l'anafase (APC) promuove la separazione dei due e
consente l'attivazione della separasi. I cromatidi fratelli cos si separano e si hanno
due set di cromosomi dove uno va verso un polo e l'altro all'opposto. I
cromosomi vanno ai poli opposti e si arriva alla telofase. Si hanno alcuni eventi
opposti a quelli prima: si riforma la membrana nucleare (la si costruisce intorno al
DNA cos non si disperde nulla)e il DNA si despiralizza cos cellula ha un set
diploide e due nuclei. Infine si deve suddividere il citoplasma: la divisione deve
avvenire in modo tale che le cellule abbiano un nucleo per cellula. Allora, si ha
invaginazione della membrana su di un piano equatoriale, lo stesso punto in cui si
erano disposti i cromosomi. L'invaginazione si fa sempre pi intensa finch le
cellule si dividono. Si hanno cos due cellule uguali per il contenuto di
informazione genetica.
Il ciclo dei cromosomi: coordinamento tra replicazione e segregazione. Prima di
separare il DNA si deve avere un'esatta duplicazione del DNA e deve essere
replicato tutto una volta sola. Poi i cromatidi fratelli vanno identificati e distribuiti
nelle cellule figlie. La cellula riconosce i tratti di DNA gi duplicati da quelli non
duplicati (la duplicazione ha inizio in zone specifiche: nelle origini di replicazione).
La lunga molecola di DNA non replicata da un'estremit all'altra, ma in una
singola molecola di DNA ci sono tanti punti in cui la polimerasi si attacca e forma
prima le forche e poi le bolle di replicazione (va nei due versi). Quando i tratti
sono replicati si avr di nuovo un'origine di replicazione (li si pu sfruttare solo
alla fine della mitosi): la cellula riesce a distinguere il DNA da duplicare da quello
gi duplicato perch subito dopo G1 la cellula carica sul DNA un complesso,
Mcm2-7 (mantenimento del micro-cromosoma) che si lega ai punti che sono
usati come origini di replicazione. Dove si legano l si inizia la replicazione e una
volta terminata la replicazione si allontanano per tornare solo quando la cellula
di nuovo in G1. In fase S quando il tratto replicato la polimerasi non replica pi
perch quel complesso non pi legato. Pur essendovi le origini di replicazione il
DNA non pi replicabile. Nelle cellule tumorali si ha amplificazione del DNA:
alcuni tratti sono replicati tante volte perch il sito continua a essere replicato.
Mcm 2-7 un esamero che si dispone a cerchio all'interno del quale si ha uno
spazio vuoto. Ci si accorti che nello spazio vuoto si pu porre perfettamente
una molecola di DNA.
Regolazione della segregazione: Il DNA si duplica una volta sola. I cromatidi
fratelli sono tenuti insieme da un complesso di 4 proteine che formano una
struttura ad anello fino a quando i cromatidi non sono separati.Via via che il
avere un cromosoma che non sa dove andare e risulta fuori del nucleo: una
cellula ha un pezzo in meno e l'altra ha un corpo estraneo. Queste sono spesso le
cause dei tumori.Vi un complesso che promuove l'anafase che si trova nel
nucleo in interfase e nel citoplasma in mitosi. Senza il complesso le cellule non
possono uscire dalla mitosi e separare i cromatidi fratelli. Serve ad attivare la
separasi: infatti, grazie alla sua attivit di ubiquitinazione che agisce sulla securina
quest'ultima finisce in un proteasoma che la degrada e cos si pu attivare la
separasi
La topoisomerasi: catalizza il passaggio di una molecola di DNA attraverso
un'altra grazie alla rottura e alla riunione. Pu catenare e decatenare due
molecole di DNA. Si trova nei cromosomi in interfase sino all'anafase
MEIOSI
Ragioni della meiosi:un individuo della generazione filiale nelle specie a
riproduzione sessuata prende origine da cellule di organismi di sesso diverso.
Queste cellule devono essere diploidi. Se avessimo unione di due diploidi
avremmo che la prima cellula del nuovo individuo sarebbe tetraploide. Noi
sappiamo che sempre diploide. Per avere cellule aploidi da cellule diploidi si
deve avere un sistema non mitotico: ecco la meiosi. Avviene solo in determinati
tipi cellulari, quelli della linea germinale, ovvero nelle gonadi. Le gonadi sono per
fatte di cellule diploidi e alcune di esse subiscono meiosi. Grazie alla meiosi un
individuo passa una e una sola copia di ogni suo cromosoma: a formare la coppia
diploide sono le copie dei due provenienti da due individui diversi. Si pu
distinguere in base all'origine nei cromosomi omologhi quello di origine materna
e quello di origine paterna. La probabilit che l'individuo abbia preso il
cromosoma dal padre del 100%, che lo abbia preso dal cromosoma che deriva
dal padre del padre 50%. Il pap pu dare indifferentemente uno dei due
cromosomi al figlio (eccetto quelli del sesso). Il 25% deriva dalla probabilit di
avere dal nonno paterno entrambi( 1/2x1/2). Grazie alla meiosi si hanno varie
combinazioni possibili. Un individuo pu avere una possibilit di avere tutti i
cromosomi del nonno di 1/2 alla 23. Ma vi sono tutte le altre possibili
combinazioni ovvero 2^23. Si parla di assortimento indipendente e possibili
combinazioni diverse rispetto all'origine.
Meccanismo della meiosi: Si parte da due cellule adulte diploidi. Da ognuna di
queste si hanno 4 cellule aploidi. I gameti si uniscono e formano lo zigote che
diplode e dopo numerose mitosi e altri processi si arriva all'individuo adulto.
La cellula va incontro a meiosi dopo aver duplicato il DNA. Si parla di meiosi 1 e
meiosi 2 date le due divisioni nucleari. Il DNA, per, non si duplica tra le due
divisioni, ma solo prima della meiosi 1. Si entra in fase S dopo un G2. La cellula in
fase S duplica il proprio patrimonio genetico. A questo punto si ha la meiosi 1 e i
tratti di due cromatidi (uno per cromosoma) dei due omologhi. Si creano due
nuovi cromatidi rispetto all'origine: parte materno, parte paterno. Uno dei due
cromatidi ha delle diverse combinazioni dei geni. Il crossing-over avviene solo tra
zone omologhe e nei cromosomi sessuali avviene raramente date le poche zone
omologhe. Lo scopo la variabilit genetica, ma ha anche funzione di tenere
insieme i cromosomi omologhi. Si ha almeno una volta per ogni coppia di
cromosomi omologhi data la sua funzione strutturale. Nella profase, nel
citoplasma si hanno di nuovo due centrosomi che si distanziano ponendosi ai poli
opposti della cellula. In metafase 1 i centrosomi sono ai poli e da essi si dipartono
i microtubuli. La membrana nucleare si dissolta e fa attaccare microtubulo e
kinetocoro. Il legame in una nuova modalit: non pi anfitelico perch si
vogliono separare i cromosomi omologhi, ma sintelico. Gli anelli di coesina che
tenevano insieme le coppie di omologhi nei punti di crossing-over vengono rotti
e prevale la forza centrifuga. Anafase 1: si ha la segregazione che porta gli
omologhi verso due poli opposti. Arrivati in telofase si ha cos la seconda
divisione meiotica. Si ha una divisione uguale alla mitosi per ciascuna delle due
cellule risultate dalla meiosi 1. Si separano cos i cromatidi fratelli e si ottengono
4 cellule aploidi non identiche: le aploidi portano tutte lo stesso patrimonio
genetico e gli stessi geni, ma la non identit consiste in una diversit legata
all'origine (ci che era paterno per una per l'altra materna: senza crossing-over
sarebbero uguali a due a due).
Spermatogenesi e ovogenesi: nella prima si parte da una cellula diploide per
arrivare a 4 spermatozoi aploidi. L'ovogenesi diversa: si parte da una cellula
diploide e poi dopo la prima meiosi solo una delle due cellule utile e pu dare
l'uovo aploide, l'altro un globulo polare che viene scartato. Dopo meiosi si
hanno 4 cellule: 3 globuli polari e 1uovo.
DSB e crossing-over: la cellula introduce delle rotture deliberate nel DNA
attraverso Spo11 (nel lievito) e delle esonucleasi che digeriscono una sola delle
due eliche. Si genera un filamento a singola elica e un tratto di 1000 kb che deve
trovare la sua sequenza omologa. Su questo lunghissimo tratto, su cui deve
cercare, vi sono 3 tratti uguali: uno del fratello e due del cromosoma omologo. La
singola elica cerca, quindi, il suo omologo.Vi sono 4 cromatidi (2 molecole di
DNA) e una catena mangiata da esonucleasi. Questo tratto libero cerca la
sequenza omologa sul cromatidio del cromosoma omologo per essere riparato.
Questo evento pu seguire due strade diverse: o si ricostituisce la situazione
iniziale (NCO: non crossing over) e non si ha crossing-over o si ha il crossingover. Nel primo caso la singola elica si allunga sul cromosoma omologo, ma
questo la spazza via e si ha annealing con il partner, quindi si lega di nuovo allo
strand rotto precedentemente. La sintesi del DNA completata e seguita da
ligazione: si formano, infatti, i primi noduli che portano a riparare il DNA. Quando
si ha il crossing over si ha scambio fisico di sequenze di DNA tra cromosomi. Il
processo avviene cos: allineamento di due molecole di DNA omologhe,
introduzione di rotture nel DNA (le rotture possono coinvolgere un solo
filamento della doppia elica o entrambi i filamenti), formazione, tra le due
molecole di DNA che ricombinano, di una corta regione di appaiamento tra le
basi (detta giunzione di Holliday), movimento della giunzione di Holliday
(migrazione del chiasma) e taglio della giunzione di Holliday o risoluzione (DHJ).
La ricombinazione meiotica inizia con la rottura dei doppi filamenti che sono
introdotti nel DNA dalla proteina Spo11. In seguito una o pi nucleasi
digeriscono l'estremit 5' generata da DSB per produrre una estremit 3' a
singolo filamento. Le ricombinasi catalizzano l'invasione del cromatidio opposto
da parte del DNA, causando la dislocazione del filamento complementare, che
successivamente si appaia al singolo filamento generato dall'altra estremit
generata dalla rottura iniziale. La struttura tetraedrica che ne risulta uno
scambio di filamenti incrociati, conosciuto come giunzione di Hollyday. Il contatto
tra due cromatidi che andranno incontro al crossing over noto col nome di
chiasma.
Crossing over meiotico: ogni singolo filamento una molecola di DNA e perch
si abbia tale fenomeno i cromosomi omologhi devono essere appaiati. Il
fenomeno avviene tra due cromatidi: uno per ciascun cromosoma omologo. Si ha
rottura e poi il DNA si ripara. Quello di nuova sintesi usa come stampo la catena
del cromatidio dell'altro cromosoma omologo. Lo scambio si ha con la
risoluzione delle giunzioni di Holliday. Quando siamo verso lo zigotene i due
cromosomi omologhi si avvicinano in tanti punti diversi e la vicinanza aumenta
sempre di pi.
Appaiamento dei cromosomi omologhi: la rottura della doppia elica ci che
porta al crossing over ma che permette anche l'appaiamento. I due omologhi
sono vicini a una determinata sequenza di un omologo di modo che
corrispondano. Ci sono delle regioni in cis (stessa molecola di DNA) che aiutano
l'identificazione degli omologhi, poi vi sono i centromeri e l'eterocromatina che
hanno regioni in cis che aiutano il riconoscimento. I telomeri durante la profase si
addensano alla periferia del nucleo formando il cosiddetto bouquet cromosomico
facilitando il riconoscimento. L'appaiamento guidato dalla sequenza di DNA: si
mettono vicine sequenze omologhe. Grazie ad analisi citologiche nei cromosomi
omologhi avvenuta l'inversione: hanno gli stessi geni, ma diversa disposizione.
Quando si ha rottura dei cromosomi in due punti, sulla stessa molecola di DNA,
il tratto pu essere riparato dopo un ribaltamento di 180 gradi del tratto. In
questa situazione si trovano delle anse a livello del cromosoma: si formano le
anse perch i due omologhi si devono appaiare in base alle sequenze omologhe e
questo l'unico modo per mettere vicine le due sequenze anche se sono
invertite di 180 gradi, ma questa non la condizione normale. Cromosomi diversi
occupano territori specifici nel nucleo e questa separazione pu ridurre
effettivamente il volume del nucleo. La ricerca dell'omologo diventa pi semplice.
Complesso sinaptonemico: i cromosomi prima si appaiano e poi formano questo
complesso con strutture che si ripetono il quale tiene insieme gli omologhi.
Questa struttura costituita dai precedenti elementi assiali, che ora diventano
elementi laterali tenuti insieme da questi complessi proteici. Il sinaptonemico
stabilizza il legame e la vicinanza tra gli omologhi.
L'inizio dell'appaiamento fa rompere la doppia elica e porta ad avvicinarsi ai primi
stadi del crossing over: la sinapsi segue questa situazione.
Metafase: vi sono tre fattori che contribuiscono alla segregazione dei cromosomi
omologhi. Gli omologhi sono tenuti insieme da almeno un chiasma. I kinetocori
sono attaccati ai microtubuli che emanano dallo stesso polo (co-orientazione) e
poi i cromatidi fratelli sono tenuti insieme dagli anelli di coesina e MEI-S332/Sgo1
intorno al centromero. I microtubuli separano i due omologhi e il legame quindi
kinetocoro-microtubulo diverso dalla mitosi. I due kinetocori del cromosoma
sono rivolti verso lo stesso centrosoma e quindi si ha un legame sintelico che
porta i due omologhi verso poli opposti, mentre i cromatidi fratelli verso lo
stesso polo. Gli anelli di coesina sono aperti solo dove deve avvenire il crossing
over. Nel centromero si ha una proteina che protegge gli anelli di coesina del
centromero impedendo lo stacco. Poi nella meiosi II si devono separare i fratelli e
allora alla metafase II il legame kinetocoro-microtubuli anfitelico e il complesso
proteico si separa e consente l'apertura degli anelli di coesina a livello del
centromero. Con la separasi che apre tali anelli allora anche i cromatidi fratelli
possono separarsi.
Orientamento dei cromosomi sulla piastra metafasica: Tutti i cromosomi di
origine paterna o materna non detto che guardino verso lo stesso polo: le
diverse coppie di cromosomi omologhi si orientano in modo casuale
MENDEL
Introduzione:La possibilit di omozigosi dall'unione di due eterozigoti di 1/4.
Questo non dovuto al crossing over perch richiederebbe la presenza di
almeno 2 geni diversi. La probabilit di 1/4 non perch vi sono 4 quadrati, ma
poich per avere tale situazione di un quarto si devono incontrare un gamete
dell'uomo con E il gamete femminile con E. La probabilit che un gamete con E
grande ci sia nell'uomo di 1/2 (2 cellule con E e 2 con e) e cos anche nella
donna. Quindi la probabilit che un figlio sia EE 1/4 ma assumiamo che i due
eventi siano indipendenti: lo spermatozoo non sceglie la cellula uovo con cui
legarsi. Si ha cos la teoria della probabilit che afferma che la probabilit che due
eventi indipendenti accadano contemporaneamente uguale al prodotto delle
probabilit con cui accadono i singoli eventi. I due eventi contemporanei sono che
lo spermatozoo abbia E e fecondi un uovo con E. La probabilit del primo 1/2 e
del secondo 1/2. Che due eventi indipendenti avvengano contemporaneamente
dunque uguale a 1/2x1/2=1/4.
Allele: sono due varianti dello stesso tipo di gene. un concetto relativo, una
variante di un determinato tipo di gene. Le varianti possono codificare per
proteine diverse o con una intensit diversa determinando delle differenze.
Genotipo: la componente che viene trasmessa alla generazione filiale e lo si
indica sempre con due lettere (vi sono delle eccezioni) poich indica quali sono le
varianti sui cromosomi omologhi (due lettere anche uguali).
Omozigote: un individuo che su due cromosomi omologhi ha la stessa variante.
Eterozigote: un individuo che su due cromosomi omologhi ha due varianti
diverse.
Dominante e recessivo: non riguarda la trasmissione, ma come il gene si manifesta
a livello del fenotipo. La lettera maiuscola indica l'allele dominante e quella
minuscola il recessivo. A livello di passaggio da una generazione all'altra non c'
differenza: un allele recessivo ha la stessa probabilit di essere trasmesso di quello
dominante. Tali caratteristiche si vedono a livello di espressione genica. Gli
eterozigoti esprimono il carattere dominante.
Fenotipo: quello che vediamo ed il risultato dell'interazione fra genotipo e
ambiente. Essendo il risultato di un'interazione risulta complesso comprendere
quello con il peso maggiore. Si considerano pertanto le caratteristiche biologiche
prendendo l'ambiente con un peso pari a zero.
Mendel: Gli altri genetisti guardavano le caratteristiche nel loro insieme, Mendel
ha considerato un aspetto biologico alla volta. L'individuo ha tanti aspetti biologici.
Ha applicato un metodo matematico quantificando i risultati. Per vedere se gli
aspetti biologici sono ereditari serve avere due caratteri diversi e vedere come si
trasmettono. Mendel ha preso in considerazione 7 caratteri diversi che
presentavano due varianti diverse e discrete (non continue): stelo alto/basso (si
posto un limite soggettivo), il colore del baccello (verde o giallo), rigonfio o
raggrinzito, seme giallo o verde, seme liscio o rugoso, fiore in cima o in alto e
pellicola del seme colorata o bianca. Ha incrociato via via per avere delle linee
pure cos da sapere cosa accade nella generazione successiva. Le condizioni
ambientali non hanno cambiato le caratteristiche dei fenotipi. Mendel scelse di
incrociare due linee pure che presentano due fenotipi diversi per lo stesso
carattere: per farlo ha usato delle specie con un periodo di riproduzione pi
breve del nostro,quindi us il pisello odoroso e poi imped che la fecondazione
avvenisse a caso, ma controll la fecondazione. Incrocia due linee pure con le due
varianti dello stesso carattere: per la teoria vigente all'epoca ci si aspettava un
risultato mescolato, intermedio.
Primi esperimenti: Con F1 si intende la generazione che deriva dall'incrocio di
due linee pure. Mendel osserv risultati diversi da quello che si pensava all'epoca:
i caratteri non si mescolano, ma il fenotipo esprimeva solo una delle due varianti,
quindi un fenotipo uguale a quello di uno dei due genitori. F1 un ibrido che
deriva dalla mescolanza di linee pure. Uniformit degli ibridi: hanno lo stesso
fenotipo e tale uniformit un corollario della prima legge della segregazione e
della seconda dell'assortimento indipendente, mentre altri la ritengono la prima.
Tutti i figli in F1 si trovano ad esprimere solo un fenotipo, ma uno dei due
scompare. Mendel allora incrocia/autofeconda individui della F1, arrivando alla F2.
In F2 riappare il fenotipo scomparso dalla F1: in F1 in qualche modo il carattere
c'era ma non si manifestava. Quindi il fenotipo scomparso recessivo, mentre
l'altro sempre presente detto dominante. F2 la generazione che deriva
dall'incrocio di due individui di F1. I recessivi sono sempre meno di quelli
dominanti, ma se consideriamo gli individui con fenotipo recessivo, si osserva che
ce ne sono 3 con fenotipo dominante. Il rapporto dominante su recessivo di
3:1. Poi osserva ancora: gli individui della linea pura e quelli della generazione F1
portano ad avere due fenotipi uguali, ma hanno delle diversit perch tramandano
i caratteri in modo diverso. La domanda di Mendel fu dunque: gli individui di F2
assomigliano alla linea pura o a F1? Per rispondere autofecond un certo numero
di piante e and a vedere il fenotipo di questa successiva generazione: not che
una parte d solo il carattere dominante, una parte presenta alcuni di carattere
dominante altri recessivo. Questa volta il rapporto quasi 2 per tutti i caratteri.
Gli individui di F2 non sono tutti uguali nel trasmettere il carattere, pur essendo
uguali nel fenotipo. Uno su 3 d sempre semi solo con il fenotipo dominante e 2
su 3 dove alcune piante sono con fenotipo dominante e altre recessive. 2 tipi di
individui, ma il rapporto sempre uguale. In F2 gli individui con il fenotipo
recessivo sono tutti uguali tra loro e sono come uno dei due parentali. Quelli con
fenotipo dominante non sono uguali tra loro: 1/3 con fenotipo parentale (
identico alla linea pura parentale recessiva) e 2/3 con fenotipo ibrido. Su 4
individui della F2 1 ha fenotipo recessivo parentale, 1 con fenotipo dominante
parentale e 2 con fenotipo dominante ibrido. Gli ultimi due casi dal punto di vista
del fenotipo non sono distinguibili.
Prima legge (Dominanza e uniformit dei caratteri): incrociando individui
omozigoti che differiscono per una coppia allelica si avranno individui con il
fenotipo dell'allele dominante: ovvero avranno tutti stesso genotipo e fenotipo.
La legge della segregazione (seconda legge): per spiegare tali rapporti Mendel
poich questi sono concatenati. Fare una mappa genetica non solo costruire
gruppi di associazione ma capire a che distanze sono i nostri loci: le mappe
genetiche precedono quelle fisiche. Queste ultime sono state possibili quando si
sequenziato il DNA. Il problema era sapere se la mappa genetica e quella fisica
coincidessero. La mappa fisica si basa sul fatto che il crossing over un evento
casuale. Le due mappe sono colineari (i geni si susseguono nello stesso modo),
ma bisogna vedere se sono cometriche (i due geni sono a distanze proporzionali
sulle due mappe: 1 cM non sempre un milione di paia di basi poich l'ipotesi di
partenza, ovvero il crossing over sempre casuale, in parte falsa: vi sono zone
del DNA in cui il crossing over avviene con maggior frequenza e porta a
differenza tra distanze genetiche e distanze a livello del DNA). L'idea della
casualit servita per queste mappe ed stata solo raffinata perch s casuale,
ma non lo del tutto. Fare le mappe genetiche serve a sapere quali geni sono
portati dai cromosomi: cambia cos la sua combinazione a livello gametico e
fenotipico e d la plasticit alla specie. Alcune combinazioni sono utili per vivere
in certi ambienti. Si pu quindi notare che non vi sono eccezioni alla segregazione,
mentre quelle dell'assortimento sono piuttosto evidenti.
Caratteri legati al sesso: Morgan oltre ai centimorgan ha scoperto che esistono
caratteri legati al sesso. Ci sono alcune caratteristiche che si trasmettono in
modo dipendente dal sesso del genitore e dell'individuo stesso. Questi caratteri
sono stati studiati sulla drosophila: aveva un ciclo riproduttivo molto breve (14
giorni), costava poco, i fenotipi erano facilmente identificabili e ha solo 4
cromosomi. Morgan osserv che c'era un individuo con gli occhi bianchi.
L'alternativa occhi bianchi ereditario o dovuta a un errore. Ha incrociato un
individuo maschio con occhi bianchi con una femmina dagli occhi rossi. Ha
ottenuto una F1 (non molto corretto) con solo occhi rossi. una caratteristica
ereditaria con fenotipo recessivo allora? Ha preso individui della F1 e li ha
incrociati fra loro. Ha ottenuto il rapporto tipico di Mendel: 3:1. ricomparso il
fenotipo bianco: pertanto un carattere ereditario. Ha notato per che il
fenotipo recessivo (occhi bianchi) era presente solo nei maschi. Le femmine
hanno solo occhi rossi. Allora ha incrociato una femmina occhi rossi F1 con un
maschio occhi bianchi: ha ottenuto individui maschi e femmine con occhi bianchi
e alcuni con occhi rossi. Gli individui della F1 sono eterozigoti e i figli occhi
bianchi erano omozigoti recessivi. Ha fatto poi un terzo incrocio: femmina occhi
bianchi e maschio occhi rossi (incrocio di una linea pura) e porta ad aspettarsi
solo individui occhi rossi. Alla prima generazione il carattere segrega e appaiono
individui con fenotipo recessivo: oltre a rapporto 1:1 tra rossi e bianchi not che
ad avere fenotipo recessivo erano solo i maschi, mentre il fenotipo dominante
solo nelle femmine.
manifestano ma vi nel figlio. I genitori hanno passato un allele al figlio che nel
loro fenotipo non si manifesta. I genitori sono quindi eterozigoti o semplicemente
l'uomo ha X sano e la donna ha un allele sul locus X. Non si pu dire se
autosomico o legato al cromosoma X, poich vanno bene entrambe.
- se genitori non affetti hanno una figlia affetta si pu escludere che il carattere
sia dominante e che recessivo X-linked. recessivo poich i genitori non sono
malati. Poi possiamo dire che autosomico: infatti, una figlia malata avrebbe
bisogno di due alleli recessivi sui cromosomi X, ma una X la prende dalla madre e
una dal padre (il padre emizigote ma sano), quindi non possibile che sia un
carattere sessuale. Importante conoscere il sesso dei figli.
- se una donna affetta ha un figlio maschio non affetto o se un uomo non affetto
ha una figlia affetta si pu escludere che il carattere sia recessivo legato all'X. Se la
figlia malata il carattere non recessivo: infatti dovrebbe essere omozigote per
essere malata e prendere anche un carattere dal padre che per sano. Non
dunque recessivo, ma dominante. Il carattere dunque autosomico dominante.
Per quanto riguarda un fenotipo dominante questo si manifesta in ogni
generazione. Se si manifesta in ogni generazione non possiamo per forza dire che
sia dominante. Il fenotipo recessivo salta una generazione.
ECCEZIONI ALLE LEGGI DI MENDEL
Introduzione:La maggior parte di queste eccezioni non sono vere eccezioni.
Mendel ha sempre considerato due variante fenotipiche con due alleli diversi
dove uno dominava in modo completo sull'altro. Si hanno fenomeni come
dominanza incompleta, codominanza, gerarchia di dominanza e alleli letali. Non
sono eccezioni alla segregazione, ma eccezione all'idea che con due alleli diversi
uno domini del tutto sull'altro. Poi Mendel si basava sul fatto che vi sono due alleli
per gene. Di fatto si sono scoperti caratteri con alleli multipli. Poi Mendel ha
sempre detto un gene un carattere, ma si visto che spesso si pu avere
pleiotropia (un gene molti caratteri). Due (o pi) geni influenzano un solo
carattere (interazione genica e caratteri poligenici). Il rapporto tra genotipo e
fenotipo un rapporto a rete: un gene pi caratteri e un carattere pu essere
determinato da pi geni. Mendel ha poi parlato di indifferenza rispetto al sesso,
ma si sono dimostrati caratteri legati al sesso e caratteri limitati dal sesso. Mendel
parla anche di eguale contributo di due genitori, ma si ha anche eredit
citoplasmatica: il DNA che abbiamo non tutto nel nucleo, ma vi anche quello
mitocondriale che proviene tutto dalla madre (negli spermatozoi non ci sono i
mitocondri che ci sono solo nell'ovocita). Poi anche l'imprinting. Mendel parla di
caratteri espressi allo stesso livello in tutte le generazioni, ma si dimostrato che
pi aumentano le generazioni, l'et a cui si esprime un carattere sempre minore,
questa l'anticipazione. Mendel poi considerava casi senza influenze ambientali,
che invece nella maggioranza dei fenotipi hanno un posto di grande rilievo.
Interazioni geniche: interazione tra alleli dello stesso gene: dominanza, dominanza
incompleta o semi-dominanza, co-dominanza, alleli multipli, temperatura sensibili,
letalit e sterilit.
- dominanza incompleta (Mendel non ha sbagliato: c' segregazione, ma l'errore
sta nella sua interpretazione genotipo:fenotipo): si incrociano due linee pure di
campanula una rossa e una bianca. Ci si aspetta una F1 di individui tutti
eterozigoti, uguali fra loro e con lo stesso colore di uno dei due genitori, ma non
si hanno fiori n rossi n bianchi, ma rosa. Incrociando gli F1 permane il fenotipo
rosa e riappaiono il rosso e il bianco. 1 rosso 1 bianco e 2 rosa. A livello
genotipico in F1 n l'allele per il rosso n l'allele per il bianco domina: si ha un
fenotipo intermedio tra i due. Ad ogni modo si ha sempre la segregazione: ognuno
trasmette solo uno dei caratteri. In F2 si hanno due omozigoti e due eterozigoti.
La legge di Mendel vale quindi. I fiori sono rosa quando sono eterozigoti. Per
trasformare il bianco in rosso serve un enzima che ha due varianti: una funziona e
trasforma il bianco in rosso e una variante che non funziona e non fa la
trasformazione. Gli individui che sono omozigoti per l'allele funzionale
trasformano tutto il bianco in rosso. Gli individui omozigoti per l'allele per
proteina non funzionante non trasformano nulla e il fenotipo bianco. Gli
individui rosa sono eterozigoti per l'allele di questo enzima: uno per enzima
funzionante e l'altro per enzima non funzionante. La quantit di enzima
funzionante negli eterozigoti la met. In questo caso la quantit di enzima non
basta a trasformare tutto il bianco in rosso. Il fenotipo proporzionale alla
quantit di enzima funzionante. Siamo quindi in aploinsufficienza: un solo allele per
la proteina funzionale non sufficiente a portare a termine la sua funzione. La F2
dei fiori un'eccezione dal punto di vista del fenotipo.
- alleli multipli: per un determinato tipo di geni possono esserci pi di due alleli.
Pensiamo alla pelliccia di un coniglio: vi sono 4 fenotipi e quindi non bastano 2
alleli (al massimo 3 fenotipi con 2 alleli). Nella pelliccia si hanno C, c, c^h e c^ch. Il
C grande dominante su tutti. c^ch dominante su tutti i c. c^h dominante su
c. Ogni genotipo comporta sempre la presenza di al massimo due varianti
alleliche. Si ha anche questa gerarchia di dominanza per i capelli: liscio recessivo
rispetto a tutti gli altri. Lanosi>molto ricci>ricci>ondulati>lisci.
- Codominanza: Prendiamo l'esempio dei gruppi sanguigni. La popolazione si
divide in 4 gruppi: A, B, AB e 0.Vi sono tre alleli: I^A, I^B e i (altro caso di alleli
multipli). Omozigoti per I^A fenotipo A, omozigote I^B B e omozigote i 0. Se si
ha I^AI^B AB. In quest'ultimo caso non si ha dominanza incompleta perch il
fenotipo non intermedio, ma si ha codominanza. Per scoprire le dominanze si
osservano gli alberi genealogici di famiglie informative e si trova che I^A e I^B