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Basso continuo - Introduzione

Il basso continuo nasce in Italia dalla consuetudine di accompagnare il canto in Chiesa con l’organo
e in particolare dall’abitudine di raddoppiare tutte le voci dei Mottetti.
Se mancava una voce l’organo la sostituiva. Ad un certo punto ci si ritrovò ad accompagnare una
sola voce con accordi. I numeri arrivano nei primi anni del ‘600.
Presto si utilizza anche il cembalo.
In Avvento e in Quaresima non si potevano suonare l’organo e le campane (si potevano battere solo
le ore) e in quei casi si faceva il continuo al cembalo.
Caccini e Peri (scuola fiorentina del “recitar cantando”), in ideale collegamento con la tradizione
greca, accompagnano una voce sola con un solo strumento (spesso la tiorba).
“A cappella” voleva dire con l’organo, non solo con le voci. Anche Palestrina veniva suonato.
Fino a Corelli si va in orizzontale, poi in verticale. Nel periodo “galante”, si tende di nuovo
all’orizzontalità perché si tiene conto di nuovi elementi (appoggiature doppie…).
Ci sono anche situazioni più complesse: Luzzaschi, maestro di Frescobaldi, di Ferrara,
accompagnava le tre dame che suonavano viola, liuto e arpa e cantavano. Lui suonava l’organo e
c’era una tiorba. Accompagna con tutto (4 voci) in orizzontale, con una, due o tre parti acute
cantate.
L’esecuzione “à la page” di fine ‘500 era fatta da un solista e da un liuto, uno strumento a tastiera o
un consort di 4 viole.
L’Agazzari (di Siena) del 1607 è il primo trattato sul basso continuo.
Fa pochi esempi, ma fotografa il continuo italiano dell’epoca.
In Francia il continuo arriva più tardi che in Italia. In principio si occupa della tiorba e non
dell’organo o del cembalo e non ha una radice polifonica. La conseguenza è che in Italia i
continuisti studiavano contrappunto, erano compositori. In definitiva il continuo italiano era la
trasposizione del contrappunto sulla tastiera.
In Francia e in Inghilterra di conseguenza i continuisti erano dilettanti. I trattati francesi infatti
dicono “fai così e così”, senza dilungarsi sul perché.
Nelle opere francesi il direttore batteva la mazza a terra (“suicidio” di Lully) e non suonava il
cembalo come in Italia e in Germania.
In Italia si è più rigorosi nel divieto di Quinte e Ottave, in Francia, soprattutto tra le parti interne, si
è più permissivi. In Italia non si fanno repentini salti di posizione, in Francia sì.
Il primo trattato è il Delair del 1690; per la tiorba, ma con riferimenti al cembalo.

Il basso continuo non ha solo la funzione di accompagnamento vocale-strumentale lungo i secoli


XVII e XVIII, ma è anche la linea guida di composizioni per strumento a tastiera e la base dei
partimenti.
Ricordiamo, per il secondo punto, l’Organo suonarino di Banchieri, nel quale ci sono dei versetti
per organo da intercalare al canto, notati su un “basso figurato suonabile et cantabile”, il trattato di
Gasparini (1708) e le Sonate a due cimbali di Pasquini.

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