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Prima di affrontare questo argomento è opportuno rivedere alcuni contenuti che sono
essenziali prerequisiti:
a- addizioni nucleofile al carbonile di aldeidi e chetoni e in particolare addizioni di alcoli
e formazioni di emiacetali e acetali (o emichetali e chetali)
b- composti otticamente attivi, centri stereogeni (o atomi di C chirali) e configurazione
assoluta R e S;
c- elementi di polarimetria e il potere rotatorio specifico;
d- le conformazioni dei cicloalcani in particolare: cicloesano e ciclopentano.
e- reazioni di ossidazione e riduzione della funzione carbonilica
f- saggi di Fehling e di Tollens con relative reazioni
LEZIONE 1
1.1 Introduzione
I carboidrati (sono sinonimi i termini zuccheri e glucidi) sono le molecole più abbondanti
sul nostro pianeta, presenti in tutte le piante e in tutti gli animali sono quindi molto diffuse
in natura.
Attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana ogni anno 100 miliardi di tonnellate di
anidride carbonica e acqua sono convertite, grazie all’energia solare, in uno zucchero che
è il glucosio.
Dal punto di vista chimico i carboidrati sono composti polifunzionali che presentano nella
stessa molecola una funzione carbonilica (aldeidica o chetonica) e due o più funzioni
ossidriliche
Sono quindi delle poliidrossialdeidi o dei poliidrossichetoni. Un primo criterio di
classificazione è proprio quello di distinguere carboidrati con funzione aldeidica che sono
detti ALDOSI e quelli con funzione chetonica che sono detti CHETOSI
Il nome è stato attribuito dai primi scienziati che studiarono queste molecole vedendo che
moltissimi composti rispondono alla formula bruta Cn(H2O)n
Moltissimi composti ma non tutti, infatti, come vedremo ci sono carboidrati che contengono
eteroatomi (atomi diversi da C, H e O) come N e P
Sono sostanze molto polari (hanno almeno due –OH e il gruppo carbonilico) e questo fa si
che siano molto solubili in acqua e nei solventi polari (quali forze secondarie sono
responsabili della solubilità degli zuccheri in acqua?) Questo non è sempre vero per i
carboidrati ad elevata MM (ad esempio l’amilopectina, frazione dell’amido non è solubile in
acqua, così come la cellulosa o il peptidoglicano).
Sono tutti (anche i più piccoli) solidi a temperatura ambiente ed hanno temperature di
fusione elevate (Quali legami ci sono tra molecole di uno zucchero?). Si presentano come
solidi dal colore bianco. Sono sostanze otticamente attive.
I primi due criteri possono anche essere fusi in un unico termine ad esempio uno
zucchero ALDOESOSO ha sei atomi di carbonio e presenta la funzione aldeidica,
un CHETOTRIOSO hai tre atomi di carbonio e presenta una finzione chetonica.
Esempio
4- In base alla natura dei prodotti di idrolisi. Questa classificazione riguarda quindi sia
gli oligosaccaridi che i polisaccaridi
OLOSIDI
Per idrolisi producono solo monosaccaridi. Quindi tutti gli zuccheri presi come
esempio nelle categorie sopra sono olisidi.
ETEROSIDI o GLICOSIDI
Per idrolisi producono monosaccaridi più altre molecole non zuccherine organiche o
inorganiche. La parte non zuccherina del glicoside è detta AGLICONE. Le parti
zuccherina e l’aglicone nel glicoside, sono unite da legame covalente detto legame
glicosidico. Sono molecole molto diffuse nel regno vegetale.
Alcuni esempià Salicina costituita da glucosio + una molecola non zuccherina
Amigdalina
I carboidrati più piccoli sono dei monosaccaridi a tre atomi di carbonio e sono due,
questi i loro nomi comuni e le strutture
gliceraldeide diidrossiacetone
Lezione 2
Come avremo modo di osservare più avanti, gli zuccheri possono avere uno o più
carboni chirali (centri stereogeni) e dovremo classificarli come appartenenti alla
serie D o L in base alla configurazione assunta dal carbonio chirale che si trova più
lontano dalla funzione carbonilica
Prendiamo come esempio la molecola del glucosio. In questa molecola ci sono
quattro carboni chirali (C2, C3, C4, C5). La configurazione della posizione 5 è
quella che devo vedere per attribuire la serie stereochimica di questo zucchero. L’-
OH del C5 è a destra o a sinistra? Nella molecola disegnata qui sotto vediamo che
è a destra quindi questo glucosio è della serie D. Quale struttura ha il glucosio della
serie L? Deve essere l’immagine speculare di quello disegnato qui sotto
REGOLA GENERALEà gli zuccheri della serie D sono quelli che hanno l’-OH del
carbonio chirale più lontano dalla funzione carbonilica (sia aldeidica che chetonica)
posizionato a destra, mentre sono zuccheri della serie L quelli che hanno l’-OH del
carbonio chirale più lontano dalla funzione carbonilica (sia aldeidica che chetonica)
posizionato a sinistra
a- la serie stereochimica D o L
b- il verso di rotazione della luce polarizzata (+) o (-)
c- il nome
2.2 EPIMERI
Problema 16.3 e 16.4 pag 431 libro di testo e 16.22 pag 254
Nel ciclo disegnato sopra mancano gli ossidrili e gli idrogeni che sono rappresentati
attraverso le proiezioni di Haworth nella quali il ciclo si disegna come se fosse un
piano visto di lato con l’ossigeno eterociclico posto in alto a destra e i carboni
numerati e disposti in senso orario. In queste rappresentazioni gli -OH che nella
struttura lineare si trovavano a destra saranno disegnati sotto il piano dell’anello,
mentre quelli che si trovavano a sinistra si disegnano sopra il piano dell’anello.
Nella serie D il gruppo CH2-OH si trova sempre sopra il piano dell’anello.
Completiamo la proiezione di Haworth con quanto detto finora
Osserviamo però che in queste strutture manca l’ossidrile emiacetalico, quello che si viene
a formare dal carbonile dopo la reazione di addizione nucleofila che ha portato alla
formazione del ciclo. In rete si trovano delle animazioni che ben rappresentano la
ciclizzazione degli zuccheri.
Questo -OH sarà legato al C1 ma il problema è dove lo disegno? Sopra o sotto il piano
dell’anello?
Prova tuà scrivi la forma ciclica del D-fruttosio sapendo che l’-OH che reagisce con il
carbonile è quello nel C5 (il ciclo che si formerà sarà quindi a 5 termini con l’O in alto)
Il carbonio in posizione 1 nel ciclo è un carbonio del tutto particolare e viene chiamato
carbonio ANOMERICO. Questo è un carbonio emiacetalico (prima della ciclizzazione era il
carbonio carbonilico), stereogeno e come tale può esitere in due configurazioni a seconda
della posizione dell’ -OH
Le due molecole sono epimeri tra loro (poiché differiscono solo nella configurazione del
carbonio anomerico) e sono detti ANOMERI
Regola generale dice che à l’anomero a è quello in cui -OH legato al carbonio anomerico
è dalla stessa parte dell’OH legato al carbonio chirale più lontano,
mentre l’anomero b è quello in cui l’OH legato al carbonio anomerico è dalla parte opposta
rispetto all’ OH legato al carbonio chirale più lontano.
L’OH legato al carbonio anomerico prende il nome di OH anomerico
La forma a e quella b del glucosio esistono entrambe ed è possibile ottenerle pure allo
stato solido facendole cristallizzare da solventi diversi. Esse sono fra loro stereoisomeri
diastereoisomeri (non sono degli enantiomeri!), ruotano il piano della luce polarizzata
entrambe verso destra ma con un angolo diverso, ed hanno anche un punto di fusione
diverso.
d- disegnare ora il CH2-OH terminale sul C5 verso l’alto (sopra il piano dell’anello)
e- resta ora da disegnare l’OH anomerico sopra o sotto il piano dell’anello a seconda
che vogliamo avere la forma b (OH sopra il piano) o quella a (OH sotto il piano)
Quello riportato sotto è quindi l’anomero b
Il fenomeno della mutarotazione si osserva al polarimetro non appena uno dei due
anomeri puri del glucosio, alfa o beta, è sciolto in acqua. Il potere rotatorio della soluzione
continua a cambiare per circa un’ora dal momento in cui sciogliamo lo zucchero in acqua
fino a stabilizzarsi su un certo valore.
Le due forme sono entrambe destrogire (ruotano il piano della luce polarizzata verso
destra) ma con un angolo diverso la loro rotazione specifica [a]D20 infatti è:
19°--------------à 52,5°
Facciamo lo stesso esperimento con la forma a , quel che osserveremo è l’iniziale potere
rotatorio a 112° ma che con il tempo diminuisce fino a raggiungere 52° dopo di che non
varierà più.
112°------------à 52,5°
36% a
100% a _____________________________________
64% b 100% b
La conversione di una forma nell’altra passa attraverso l’apertura dell’anello. Ciò significa
che è presente anche la forma non ciclica dello zucchero in una % molto bassa (0,02%)
Sebbene sia presente in una % molto bassa la forma aperta dello zucchero con la
funzione carbonilica è responsabile di molte reazioni dei monosaccaridi.
a-D-glucopiranosio, a-D-fruttofuranosio
I cicli a sei termini sono spesso rappresentati con la loro conformazione spaziale più
stabile che è quella a sedia (ricordate le conformazioni del cicloesano??)
LEZIONE 4
I monosaccaridi danno le tipiche reazioni dei gruppi funzionali che portano e quindi il
gruppo alcolico -OH e quello carbonilico C=O
Le reazioni più importanti sono quelle di ossidazione in quanto sono alla base dei saggi di
riconoscimento e le razioni di formazione dei glicosidi perché, come già detto, i glicosidi
sono molto diffusi in natura e molti di loro hanno attività farmacologica.
Di minore importanza sono le reazioni di riduzione e quelle con cui si ottengono esteri e
eteri.
Se si utilizzano ossidanti blandi (come ad esempio ioni Cu2+ o Ag+ oppure Br2 in acqua)
l’ossidazione riguarderà solo la funzione carbonilica. In questo caso si formerà un acido
monocarbossilico detto genericamente ACIDO ALDONICO
Sono reazioni molto importanti perché vengono sfruttate nelle determinazioni qualitativa
(saggi) ma anche quantitativa degli zuccheri (esiste il Fehling quantitativo)
Didattica a distanzaà Carboidrati
a.s. 2019/2020
Prof.ssa Isabella Bellina
NBà I carboidrati che si ossidano in questo modo (con ossidanti blandi) sono detti
ZUCCHERI RIDUCENTI e danno positivi i saggi di Fehling e di Tollens
Per essere riducente uno zucchero deve avere la funzione carbonilica libera cioè non
impegnata in legami, il che succede per molti zuccheri. Ricordate quel 0,02% di zucchero
in forma aperta, non ciclica? Ecco quella forma “esibisce” la funzione carbonilica che è
quella ossidata in queste reazioni e quindi è la responsabile della positività ai saggi di
Fehling e Tollens). Questo vale sia per gli aldosi che per i chetosi per i quali -OH
anomerico sia libero, cioè non legato ad altro. Anche i chetosi infatti danno questi saggi
positivi.
Forse qualcuno avrà da obiettare in proposito. Quando abbiamo studiato i chetoni, infatti,
avevamo visto che questi venivano ossidati solo in condizioni drastiche e non certo con
ossidanti blandi. In effetti il saggio di Tollens (quello dello specchio d’argento) veniva
utilizzato per distinguere le aldeidi dai chetoni mentre non può essere usato per
differenziare gli zuccheri aldosi dai chetosi in quante verrà in entrambe i casi positivo.
Come è possibile? La risposta è che gli zuccheri chetosi sono a-idrossichetoni che, in
ambiente alcalino, isomerizzano ad aldeidi:
I monosaccaridi sono tutti zuccheri riducenti (sia aldosi che chetosi), molti dissaccaridi lo
sono ma non tutti, a questo proposito un’ importantissima eccezione è rappresentata dal
saccarosio che, come vedremo, NON è uno zucchero riducente.
Poiché abbiamo visto che il saggio di Fehling da esito positivo sia per gli aldosi che per i
chetosi chiediamoci se esiste un modo per distinguere gli aldosi dai chetosi. La risposta a
questa domanda è che si esiste ed è il saggio con acqua di bromo (Br2 in soluzione
acquosa). Il bromo è un blando ossidante come Cu2+ e Ag+ ma, a differenza di questi, non
necessita dell’ambiente basico per ossidare la funzione carbonilica e quindi a pH acido il
l’idrossichetone NON isomerizza in aldeide e quindi non viene ossidato.
Pertanto se l’acqua di bromo che è di colore rosso-marrone aggiunta ad uno zucchero
aldoso diventerà incolore mentre aggiunta ad uno zucchero chetoso rimarrà del suo colore.
L’agente ossidante è Cu2+, il tartrato di sodio e di potassio serve a non far precipitare
l’idrossido rameico che si formerebbe in ambiente basico.
L’ambiente basico è necessario per la reazione di ossidazione del carbonile
Del tutto analogo è il saggio di Benedict in cui l’unica differenza è nella composizione del
reattivo (unico reattivo) in cui c’è citrato di sodio e carbonato di sodio oltre che al solfato
rameico.
È un saggio che permette la distinzione tra aldosi che reagiscono e chetosi che non
reagiscono
Ossidazioni degli zuccheri con ossidanti forti come ad esempio HNO3 comportano
l’ossidazione oltre che della funzione aldeidica anche quella dell’alcol primario presente
all’estremità opposta della molecola, entrame le funzioni sono ossidate ad gruppo
carbossilico. Si formano quindi acidi poliidrossibicarbossilici detti in generale ACIDI
ALDARICI
Reagenti riducenti quali NaBH4 (sodio boro idruro) oppure H2 e catalizzatori metallici
trasformano, riducendola, la funzione carbonilica (sia aldeidica che chetonica) in -OH
Quel che si ottiene è un polialcol (polioli) che prende il nome generico di alditolo
Poiché esistono in forma emiacetalica ciclica, i monosaccaridi reagiscono con un alcol per
formare i corrispondenti acetali
NBà In un glicoside l’-OH anomerico è sostituito con un gruppo -OR e il legame tra il
carbonio anomerico e il gruppo -OR è detto LEGAME GLICOSICO che ritroveremo nei
disaccaridi e polisaccaridi.
I glicosidi del glucosio sono detti GLUCOSIDI
I GLICOSIDI sono diffusissimi in natura nel regno vegetale probabilmente perché il legame
con uno zucchero di molecole che sarebbero di per sé stesse insolubili in acqua
conferisce solubilità.
Gli zuccheri hanno molte funzioni –OH , pertanto danno le reazioni tipiche degli alcoli.
Possono essere trasformati in esteri per reazione con alogenuri acilici o anidridi, e in eteri
utilizzando una base debole come Ag2O e uno ioduro alchilico R-I
Esempio formazione di esterià reazione del b-D-glucosio con anidride acetica (o clururo
di acile) (scrivi tu la reazione)
5.1 MONOSACCARIDI
I monosaccaridi più importanti dal punto di vista biologico appartengono alla serie D
D-fruttosio
E’ un monosaccaride chetoesoso, presente come tale nella frutta e nel saccarosio che,
come vedremo, è un disaccaride formato da fruttosio e glucosio uniti.
E’ lo zucchero più dolce e, poiché è levogiro (-) è anche detto levulosio.
D- galattosio
E’ importante perché è contenuto, legato al glucosio, nel lattosio che a sua volta è
un’importante disaccaride
Aldoesoso, è un epimero del glucosio dal quale differisce esclusivamente per la
configurazione del C4
Nome completo (+)-D-a-galattopiranosio o (-)-D-b-fruttofuranosio
Struttura aperta, emiacetalica a e emiacetalica b
D-mannosio
D-ribosio e D-2-deossiribosio
Sono due aldopentosi importantissimi perché presenti negli acidi nucleici (ribosio nel RNA
e deossiribosio nel DNA), ricordiamo inoltre che il ribosio è presente in una molecola
biologica fondamentale per l’immagazzinamento dell’energia ossia ATP (adenosintrifosfato)
Nomi completi del D-ribosio: D-(-)-a-ribofuranosio D-(-)-b-ribofuranosio, nomi completi del
D-2-deossiribosio: D-(-)-a-2-deossiribofuranosio D-(-)-b-2-deossiribofuranosio
Struttura aperta, emiacetalica a, emiacetalica b del ribosio e del 2-deossiribosio
Didattica a distanzaà Carboidrati
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Prof.ssa Isabella Bellina
5.2 DISACCARIDI
Nella forma cristallina il maltosio si presenta con l’ossidrile anomerico libero nella seconda
unità in posizione b
Nome sistematico del maltosio: 4-O-(a-D-glucopiranosil)-b-D- glucopiranosio
Questo disaccaride si ottiene dalla parziale idrolisi dell’amido, un polisaccaride che
vedremo inseguito.
NBà il maltosio è uno zucchero riducente che quindi da positivi i saggi di Fehling e
Tollens. Esso infatti possiede un’-OH anomerico “libero” cioè non impegnato in alcun
legame nella seconda unità di glucosio che sarà in equilibrio con la struttura aperta che
“manifesta” la funzione aldeidica che è la responsabile dell’attività riducente sgli ossidanti
blandi.
IL CELLOBIOSIO
E’ un disaccaride che si ottiene dalla parziale idrolisi della cellulosa. E’ costituito da due
unità di glucosio legate fra loro da legame b-1-4-glicosidico.
IL SACCAROSIO
In una soluzione dei prodotti di idrolisi del saccarosio ci saranno sia la forma a che quella
b del D-glucosio in equilibrio fra loro che, se sole avrebbero [a]D = +52°, ma in soluzione ci
sono anche, in equilibrio fra loro, anche le due forme a e b del fruttosio che, se fossero da
sole da sole avrebbero [a]D = - 92°, quindi la miscela essendo equimolecolare nei due
monosaccaridi risulterà essere nel complesso levogira con a = -20°
Questo è il motivo per cui la miscela di idrolisi del saccarosio è detta zucchero invertito
Perché c’è un’inversione del verso di rotazione della luce polarizzata
L’idrolisi del saccarosio può avvenire per via chimica in ambiente acido o per via
enzimatica. Gli enzimi in questione sono detti INVERTASI e sono prodotti dalle api
Infatti nel miele si trova saccarosio ma anche D-glucosio e D-fruttosio
6.1 Amido
6.2 Cellulosa
6.3 Glicogeno
6.1 AMIDO
E’ uno degli omopolisaccaridi del D-glucosio in cui le unità di monosaccaride sono legate
fra loro da legame a-glicosidico. L’amido rappresenta la riserva energetica principale di
molti vegetali ed è il principale costituente dei cereali (es riso, mais, frumento, farro, orzo)
e delle patate.
In sostanza l’amido rappresenta un deposito di glucosio che viene utilizzato al momento
del bisogno. Dall’idrolisi parziale dell’amido si ottengono, prima destrine (oligosaccaridi
fino a 10 unità di glucosio), poi molecole di maltosio mentre dall’idrolisi completa si
ottengono quelle del glucosio.
L’amido è costituito da due tipi di polimeri uno lineare solubile in acqua e uno ramificato
insolubile in acqua. Se mettiamo l’amido in acqua infatti possiamo distinguere le due
frazioni (solubile e insolubile) che sono dette AMILOSIO e AMILOPECTINA in percentuale
rispettivamente del 20 e del 80%
6.2 IL GLICOGENO
6.3 CELLULOSA
E’ un polimero non ramificato costituito dall’unione di molecole di glucosio legate fra loro
da legami b-1-4-glicosidici.
Le catene lineari di cellulosa formano delle fibrille associate tramite legami a ponte di H, e
che si avvolgono a spirale, le fibrille, poi si associano in fibre molto robuste e resistenti. Il
legno, il cotone, la canapa, il lino sono costituiti essenzialmente da cellulosa.
Il cellobiosio può essere considerato l’unità di ripetizione della cellulosa.
Questi due diversi legami glicosidici, a-1-4 e b-1-4 danno ad amido e cellulosa proprietà
chimico fisiche molto diverse.
Il legame a-1-4 dell' amilosio, per esempio, induce la catena a formare una elica
sinistrorsa stabilizzata da legami idrogeno intercatena tra una spira e la successiva, e
inoltre può interagire con molecole d'acqua sia esterne che interne all'elica.
L’amilosio è quindi una molecola idrofila solubile in acqua le cui catene non tendono ad
aggregarsi tra loro in strutture più grandi. Il legame b-1-4 della cellulosa, invece, induce la
catena a restare lineare. Inoltre, se un anello si e un anello no delle molecole di glucosio
sono ruotati a faccia in giù, come si vede nella figura qui sotto