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Due sentenze del Tribunale di Milano che fanno discutere e riportano in primo piano il problema

del ritardo nei pagamenti della pubblica amministrazione.

Imprenditore evade il fisco


perché le Asl non pagano
E il giudice lo assolve
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Due sentenze che fanno discutere. I giudici di Milano hanno assolto dall’accusa di evasione
fiscale due imprenditori che sono diventati evasori fiscali perché impossibilitati dal pagare le
tasse: erano a credito dalla pubblica amministrazione che ritardava nel saldo delle forniture.

Insomma: una pubblica amministrazione che per anni non paga i propri fornitori non può
pretendere di processarli se poi questi non sono in grado di sborsare immediatamente le tasse.
Alla fine i due – un imprenditore e il responsabile di una comunità di tossicodipendenti - però,
dovranno comunque pagare (con sanzioni e interessi) le tasse, il tutto perché la legge non consente
la compensazione tra dare e avere.

Le vicende

La Sintea Plustekm, un’azienda di Assago in provincia di Milano, che produce e vende protesi
vertebrali, dal 2005 ha fornito tre Asl e un ospedale della Campania di prodotti per la cifra di un
milione e 700mila euro. Il ritardo nei pagamenti di questi tre enti pubblici ha inciso pesantemente
sulle finanze dell'azienda di Assago che, dopo ripetuti sollecitati, non è rimasta senza nemmeno un
anticipo sui crediti dalle banche, pagando così generose commissioni agli istituti di credito. A
seguito delle fatture emesse senza incassare, nel 2008 la Sintea Plustek avrebbe dovuto comunque
versare al fisco circa 180mila euro di Iva. Ma nella cassa della Sintea Plustek di soldi non ce
n'erano. Intanto però le procedure di riscossione da parte dell'Agenzia delle entrate hanno dato il via
nel 2012, al recupero delle tasse con le dovute sanzioni. A questo si è aggiunto un procedimento
per evasione fiscale, al termine del quale la Procura di Milano ha chiesto l'emissione di un decreto
penale di condanna a 6.840 euro di ammenda nei confronti del legale rappresentante dell'azienda. Il
giudice per le indagini preliminari però lo ha assolto “perché il fatto non costituisce reato”.

Nonostante questa sentenza l’imprenditore ha raggiunto un accordo con l'Agenzia delle entrate e ora
sta pagando a rate il suo debito.
Il paradosso è che i suoi debitori – le tre Asl e l’ospedale campano - non hanno ancora saldato tutto
il vecchio conto. Un caso simile è quello avvenuto alla Comunità Saman, una cooperativa no profit
impegnata nell'assistenza e recupero dei tossicodipendenti. I crediti vantati dalla Samman nei
confronti di Asl e Ministeri, sono lievitati negli anni passando dai 752mila euro del 2006 ai due
milioni e mezzo del 2009. Nel 2007 la cooperativa ha emesso fatture per 895mila euro a fronte
delle quali avrebbe dovuto versare circa 85mila euro di Iva nel 2008 quando, però, non li
aveva e il debito dello Stato era salito a un milione e 750mila euro. L’omesso versamento delle
ritenute, anche in questo caso, ha dato il via ad un procedimento penale – anche se nel frattempo il
responsabile della cooperativa aveva già contrattato con Equitalia una dilazione del debito dovuto
all'erario. Nel febbraio 2012 la richiesta del pubblico ministero di un decreto penale di condanna per
tre mesi di carcere per il responsabile della comunità, poi convertiti in una multa da 3.240 euro.

Le sentenze

Il giudice per le indagini premilitari assolvendo il legale responsabile della comunità scrive: “Non
risulta provato, al di là di ogni ragionevole dubbio, il dolo dell'imputati, nemmeno nella forma
eventuale”. E ancora aggiunge che bisogna analizzare la “complessiva situazione di fatto in cui
versava la Saman” per capire che non ha pagato l'Iva per “salvaguardare innanzi tutto l'esistenza
stessa della cooperativa” stretta tra i “consistenti crediti” vantati nei confronti della amministrazione
pubblica e il debito “in misura assai inferiore” verso l'amministrazione finanziaria.

Giovedì, 10 Gennaio, 2013


Autore: Redazione Berga...

CLAMOROSA SENTENZA A MILANO: ASSOLTO L'EVASORE CHE AVANZA CREDITI


DALLO STATO!

Una sentenza che fa riconciliare con la Giustizia: assolta una ditta imputata d'evasione fiscale
perché, da anni creditrice dello Stato, si è trovata nell'impossibilità di pagare le tasse!
Una ditta milanese operante nel settore sanitario, avanza dal 2005 un credito di un milione e
settecentomila euro verso 3 ASL della Campania.
Il mancato pagamento faceva sprofondare l'azienda in una profonda crisi che le impediva di onorare
il pagamento delle tasse.
Pronta l'Agenzia delle Entrate denunciava il titolare, elevando anche una salata sanzione pecuniaria:
la legge non consente la compensazione tra dare e avere, è rimasta una proposta del PdL, non è stata
accettata da Monti e dalla sinistra.
Ieri il GIP di Milano Castelli ha prosciolto l'imprenditore perché " Il fatto non costituisce reato".
Per il GIP, infatti, la Pubblica Amministrazione che non onora i propri impegni non può poi
pretendere che lo facciano i contribuenti che la stessa PA ha condannato ad una crisi irreparabile!
Per una volta Giustizia è fatta!
S.O.

Imprenditore evade il Fisco, assolto perchè le


Asl non pagano
Ansa, L'Huffington Post | Pubblicato: 10/01/2013 09:09 CET | Aggiornato: 10/01/2013 12:35
CET

Se la pubblica amministrazione non paga i propri debiti verso i fornitori, non può poi pretendere che
questi, in crisi anche per la mancanza di quei soldi nelle casse, vengano condannati perchè non
hanno versato le tasse dovute. E' il principio stabilito dalla sentenza di un giudice del Tribunale di
Milano che ha assolto un imprenditore che era accusato di evasione fiscale per il mancato
versamento di circa 180 mila euro di iva, ma che vantava crediti per forniture ad alcune Asl per
circa 1 milione e 700 mila euro.
La notizia è stata pubblicata oggi dal Corriere della Sera.

La Procura aveva chiesto la condanna per Paolo Guerra, legale rappresentante dell'azienda Sintea
Plustek di Assago (Milano) che produce e vende protesi vertebrali. Dal 2005 la società ha fornito
prodotti per un milione e 700mila euro a tre Asl e ad un ospedale della Campania, senza però
riuscire ad ottenere i pagamenti per le prestazioni effettuate. La stessa impresa avrebbe dovuto
comunque versare al fisco quasi 180 mila euro di iva per le fatture emesse e non l'ha fatto. Da qui
l'accusa di evasione. Il gip di Milano, Claudio Castelli, ha assolto però l'imputato perchè, come
scrive nelle motivazioni della sentenza, "è stato costretto a non pagare da un comportamento
omissivo e dilatorio da parte di enti pubblici che avrebbero dovuto pagare".

Lo stesso principio è stato utilizzato in un'altra sentenza del Tribunale milanese. In quel caso 'alla
sbarra' era finito il legale rappresentante della comunità di recupero per tossicodipendenti 'Saman',
che venne fondata da Maurizio Rostagno. Malgrado la comunità vantasse crediti nei confronti di
Asl o ministeri per due milioni e mezzo nel 2009, il suo rappresentante era accusato di evasione
fiscale per un milione e 750 mila euro, sempre per mancato versamento dell'iva sulle fatture. Il gip
Maria Grazia Domanico ha assolto l'imputato perchè per la camunità, in crisi anche per i soldi non
avuti e che gli spettavano, non pagare il fisco è stato un "caso di forza maggiore" e non c'è il dolo.
Malgrado le assoluzioni nei due processi penali, gli imputati dovranno comunque versare le tasse
dovute nel procedimento tributario.

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