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Banche la modifica unilaterale è un abuso

Un abuso: così l'Autorità Garante per la concorrenza e il mercato per voce del suo presidente,
Antonio Catricalà definisce la prassi bancaria di modificare unilateralmente le condizioni
contrattuali dei conti correnti. Comunicandole ai diretti interessati solo a cose fatte.
Del resto si tratta di una pratica legittima perché prevista dall'art. 118 del Testo unico bancario ma
che, secondo il Garante per la concorrenza, penalizza i clienti che oltretutto sono costretti a
informarsi da soli consultando la Gazzetta Ufficiale.
Pronta la replica del presidente dell'Abi (l'associazione bancaria), Maurizio Sella, che in una nota
spiega: stupisce "che si consideri un abuso il comportamento che rispetta una norma emanata dal
Legislatore nel 1993 anche per ridurre i costi delle comunicazioni tra banche e clienti". In ogni
caso, continua Sella, l'Abi "lavora da tempo insieme con le associazioni dei consumatori per
migliorare ulteriormente le previsioni dei contratti. Con l'obiettivo di rafforzare, nel segno della
fiducia, le relazioni banche- clienti, famiglie e imprese".
L'Antitrust sta comunque approfondendo la questione dopo l'avvio dell'indagine conoscitiva sui
costi dei conti correnti. E se l'indagine, ricorda Catricalà, è stata la molla che ha spinto alcuni istituti
a eliminare i costi di chiusura dei conti, sulle modifiche contrattuali molto resta da fare. "Forse
pensano che abbiamo scherzato – dice senza mezzi termini il guardiano della concorrenza - ma noi
facciamo sul serio" e invita le banche a smetterla "con questo abuso". "L'art. 118 - insiste - deve
sparire dall'ordinamento e i contratti dovranno essere improntati al mutuo consenso fra le parti".
L'idea di Catricalà è insomma quella di non permettere più modifiche unilaterali, ma di consentire
ai clienti "la possibilità di recedere".
Il presidente dell'Autorità ha quindi ricordato il lavoro in corso per proseguire l'indagine sui costi:
attualmente gli uffici dell'Authority stanno predisponendo un questionario che sarà distribuito agli
istituti. "Deve essere chiaro e preciso, come rigoroso e trasparente deve essere il metodo
dell'indagine - ha sottolineato Catricalà - perché la valutazione finale deve essere non attaccabile".
Ma per avere gli esiti dell'indagine sarà necessario attendere ancora 7-8 mesi.

Un plauso alle parole di Catricalà è arrivato, come era facile attendersi, dalle Associazioni dei
consumatori, che da tempo denunciano le modifiche apportate dalle banche. "Grazie Catricalà" dice
l'Adusbef. "Finalmente l'Antitrust riconosce le ragioni dei risparmiatori letteralmente saccheggiati".
L'associazione si unisce all'Antitrust nell'auspicio che si tolga di mezzo l'articolo 118 del T.u.b
attraverso il quale "Fiorani ha potuto mettere le mani nelle tasche dei risparmiatori. Ora ci
aspettiamo che le banche più dinamiche aboliscano questo metodo".

Paola Toscani 2006

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