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L’ECONOMIA AZIENDALE

L’economia aziendale è un ramo della scienza economica, che è la disciplina che studia la condotta
umana sotto l’aspetto economico; è stato Robbins nel 1932 a precisare i concetti di attività
economica e di scienza economica. Secondo Robbins non è corretto distinguere tra atti economici
(danno benessere materiale) e atti non economici. Secondo il suo parere è infatti necessario superare
l’aspetto classificatorio: l’attività umana non è costituita da atti economici e atti non economici ma ha
vari aspetti. Sono necessarie e sufficienti 4 condizioni per rendere la condotta umana suscettibile di
considerazione economica. Esiste dunque aspetto economico nell’attività quando:
➔ Gli scopi da realizzare sono molteplici;
➔ I fini hanno differente rilevanza e sono classificabili in ordine di importanza;
➔ I mezzi a disposizione possono essere impiegati per soddisfare anche bisogni differenti, hanno
usi alternativi.
Perchè l’aspetto economico sia rilevante è necessario che ci siano tutte le condizioni elencate. Solo
così la condotta umana prende la forma di una scelta tra più alternative e manifesta il suo aspetto
economico, cioè un sistema di scelte volte ad adattare i mezzi scarsi a disposizione ai fini molteplici
da conseguire. Secondo Robbins dunque, l’economia come scienza non si limita ai soli fenomeni
economici ma è applicabile a tutte le attività umane, politiche, giuridiche. In conclusione, la scienza
economica studia la condotta umana sotto l’aspetto economico; è un insieme di scelte volte ad
adattare in modo conveniente i mezzi scarsi disponibili ai molteplici fini da realizzare.
L’Economia Aziendale studia il comportamento dell’azienda sotto l’aspetto economico e cioè un
sistema di scelte volte ad adattare i mezzi scarsi a disposizione ai molteplici fini da conseguire.

I Processi di decisione, esecuzione e di controllo nell’ambito del comportamento delle aziende

● PROCESSO DI DECISIONE: (planning, programmazione) il comportamento ha alla sua base


la decisione che determina l’azione dell’azienda. Le decisioni possono essere di natura
contabile (partita doppia) o extracontabile (statistica). L’elemento fondamentale della fase
decisoria è il budget. Ogni comportamento nasce da un processo decisionale: l’insieme delle
decisioni configura la programmazione aziendale. La decisione determina l’azione e
l’azione richiede il controllo che ha i seguenti obiettivi: verificare se l’azione è conforme alla
decisione, correggere il comportamento per riportarlo verso gli obiettivi desiderati. Il controllo
consente di valutare e migliorare i livelli di efficacia e di efficienza della gestione, ma anche di
predisporre report periodici e bilanci annuali che alimentano l’informazione esterna a favore
degli stakeholders= portatori di interessi nell’azienda, possono essere esterni = banca,
azionisti, fornitori, Stato, Comunità o interni= operai, dipendenti, manager. Sono gruppi di
interesse esterni che formulano delle attese nei confronti dell’azienda. Essi giocano un ruolo
importante nella definizione del futuro dell’azienda, sono portatori di interessi e
condizionano il comportamento dell’azienda. Gli stakeholder possono essere:
Esterni: clienti, fornitori, governi, comunità, istituzioni, competitor e associazioni
Interni: dipendenti, collaboratori, proprietari, investitori
L’elemento fondamentale della fase decisoria è il budget, che va a stimare il breve, il medio e
il lungo periodo (breve= 1 anno, medio=1, 3 anni, lungo periodo= da 3 anni in su). Il
processo decisorio si articola in varie fasi:
1. Individuazione del problema (esempio calo delle vendite, basso rendimento dei
dipendenti)
2. Definizione del problema (raccolta di informazioni interne ed esterne per capire qual
è la natura del problema, quali sono le cause di esso)
3. Sviluppo di soluzioni alternative: le soluzioni dei problemi sono tendenzialmente
infinite: ma di fatto i manager , data la pressione dei costi e del tempo e la scarsità
delle informazioni sviluppano solo alcune alternative.

4. Individuazione delle conseguenze associate a ciascuna alternativa: le


conseguenze sono tendenzialmente infinite, si manifestano e perdurano nel tempo, i
manager manifestano solo alcune delle conseguenze: hanno capacità di previsione e
di calcolo limitate. Le conseguenze associate a ciascuna alternativa sono
potenzialmente in un numero illimitato, condizionano il futuro comportamento e i
risultati dell’azienda.

5. Scelta dell’alternativa più conveniente: si fa una scelta in base alla funzione di


utilità, in base ad un sistema di criteri di scelta: profitto, sviluppo dell’azienda ecc.
Le decisioni possono essere:
-strategiche: lungo periodo, come rendere un’impresa sostenibile.
-operative: medio termine, come espandere il proprio mercato.
-tattiche: breve termine, come ridurre i propri dipendenti (questa può essere anche una decisione
operativa).
QUINDI:
-Il processo decisorio (planning, programmazione): si basa su informazioni che possono essere di
natura contabile o extracontabile, cioè informazioni di carattere statistico (esempio in Italia al centro
Sud si mangiano gli spaghetti, piuttosto che al Nord), questi sono dati di natura statistica che sono
extracontabili. Sono importanti in questo processo le informazioni.
-Seconda fase: il processo di esecuzione (azione), io decido di fare qualcosa, la programmo e ora
metto in atto ciò che ho programmato ( ho deciso di produrre 100 auto, dunque le inizio a produrre).
-Processo di controllo: ho prodotto 80 macchine, ne dovevo produrre 100, controllo e vedo che c’è
stato un deficit, ne ho prodotte 20 in meno. Ci possono essere situazioni interne all’impresa o esterne.
In questo processo verifico qual è stato il problema, vado a verificare.
Ciò è la base della riuscita del successo di un’azienda.

APPROCCI ALLO STUDIO DELLE DECISIONI NELLA SCIENZA ECONOMICA


Esistono due fondamentali impostazioni nello studio delle decisioni:
● Modello della razionalità obiettiva: questo modello è seguito dagli economisti neoclassici,
dai matematici e dagli statistici che si occupano dello studio delle scelte aziendali. Essi
suppongono che a prendere le decisioni sia un essere soprannaturale chiamato uomo
economico.
● Modello della razionalità limitata: sta alla base della teoria del comportamento aziendale o
amministrativo; nel modello della razionalità limitata, il protagonista delle decisioni è il
cosiddetto uomo amministrativo.
UOMO ECONOMICO= l’uomo economico è onnisciente e obiettivamente razionale, sceglie sempre
l’alternativa corretta. Egli individua tutti i problemi, li definisce perfettamente, sviluppa tutte le
alternative, individua e conosce tutte le conseguenze associate a ciascuna alternativa, ha capacità di
previsione e di calcolo illimitate. La sua decisione sarà pertanto ottima poichè è dotatto di capacità
soprannaturali, trascendenti e quasi divinatorie, conosce perfettamente la mappa della realtà
attuale e futura.
UOMO AMMINISTRATIVO= esso è un essere simile ai manager
delle reali organizzazioni, ha conoscenze limitate e quindi sceglie
l’alternativa soddisfacente. Egli si limita a sviluppare poche
alternative di soluzione del problema e scegliere quella che appare
soddisfacente in base alla sua funzione di utilità pluridimensionale
e si ferma all’alternativa che giudica soddisfacente.

ESEMPIO DI PROGRAMMA:

● PROCESSO DI ESECUZIONE: una volta che le decisioni sono formulate, segue il


processo esecutivo: azione, decido di fare qualcosa e lo metto in atto.

● PROCESSO DI CONTROLLO: devo verificare quello che ho programmato,


bisogna capire se ci sono problemi. La decisione e l’azione necessitano del processo
di controllo, senza il quale l’attività non è razionale. Dopo aver calcolato i risultati
dell’azione, il processo di controllo effettua il confronto fra decisione e azione.
Dunque provvede al calcolo di eventuali scostamenti (differenze tra quanto si era
previsto in sede di decisione e quanto si è effettivamente realizzato in sede di
esecuzione). Se lo scostamento è contenuto entro certi limiti di tolleranza, non si
interviene; in caso contrario si analizzano le cause degli scostamenti. Esempio= in un
processo di controllo relativo all’andamento delle vendite, le cause dello scostamento
tra vendite programmate e vendite realizzate possono riguardare il prezzo, la
pubblicità, l’inadeguatezza del nome, ecc. Il controllo inoltre predispone i conti di
periodo e i conti annuali che costituiscono la base fondamentale per l’informazione
esterna d’impresa. Analizzo i risultati delle mie azioni.
● CORREZIONE (feedback): una volta individuate le cause degli scostamenti scatta il
feedback= l’azione di correzione. Il controllo e l’avvio dell’azione di correzione
configurano un processo che si manifesta continuamente nella vita dell’azienda ben
governata. Nelle aziende più evolute si tende a sviluppare anche un feed-forward
control system: un meccanismo che, tramite l’esperienza dei feedback fornisce alla
direzione le informazioni per porre in essere gli interventi correttivi in anticipo e cioè
prima che le azioni si verifichino e che i risultati siano conseguiti. Il processo di
retroazione (correzione) può correggere sia i programmi sia i futuri processi operativi
per renderli più rispondenti alla realtà dei mercati. FEEDBACK= mi do una
spiegazione al problema e attuo correzioni.
CONCLUSIONI
Per concludere, l’Economia Aziendale è una disciplina che studia:
-i processi di decisione, di esecuzione e di controllo delle aziende con i relativi feed-back e
feed-forward secondo il modello dell’uomo amministrativo.
-il sistema amministrativo contabile ed extracontabile che rappresenta la materia prima che alimenta i
processi di decisione, di esecuzione e di controllo e contribuisce alla predisposizione dei conti di
periodo e dei bilanci annuali che stanno alla base dell’informazione esterna a favore degli
stakeholders.
-i problemi relativi all’organizzazione dell’azienda e i modelli di leadership che influenzano il tipo e
la qualità dell’organizzazione.
L’AZIENDA
L’azienda è un istituto economico, duraturo che produce beni e servizi. Teoricamente la durata di
un’azienda è illimitata, empiricamente la vita media di un’azienda secondo alcuni studi è di 12 anni e
mezzo. L’istituto economico è costituito da:
-un sistema di persone: organizzazione, è un sistema coordinato di persone che operano all’interno
dell’azienda, specializzate a svolgere determinati compiti.
-un sistema di beni: capitale o patrimonio;
-un sistema di operazioni: gestione.
L’azienda è un bene duraturo poichè ha un’attitudine a permanere come entità economica nel tempo
(in media 12 anni). Istituto= l’azienda è un complesso coordinato di elementi complementari, non è
una massa dissociata. Istituto economico= l’azienda è un luogo dove si prendono decisioni per
adattare i mezzi scarsi a disposizione ai molteplici fini da raggiungere. Istituto economico duraturo=
persone e beni si rinnovano e cambiano ma l’istituto aziendale permane nonostante la mutabilità dei
suoi elementi. I manager devono pertanto prendere le proprie decisioni avendo un’ottica di lungo
termine. L’azienda è destinata a vivere a lungo.
Funzione dell’azienda: mission
L’azienda produce beni e servizi: la sua missione è creare utilità e lo può fare in due modi:
● Mediante la trasformazione di beni che conduce alla fabbricazione di prodotti e servizi da
vendere o erogare: azienda industriale e azienda di servizi;
● Mediante il trasferimento nel tempo e nello spazio e da persona a persona dei prodotti e delle
merci: azienda mercantile.
L’azienda si basa su due principi:
Specializzazione
Coordinamento

L’ORGANIZZAZIONE
L’organizzazione è costituita da un sistema coordinato di persone che operano all’interno dell’azienda
e che sono specializzate a svolgere determinati compiti. Specializzazione (i ruoli devono essere definiti
in modo puntuale, ogni persona deve conoscere i propri compiti) e coordinamento (devono essere
definite in modo puntuale le linee di influenza, ogni persona deve conoscere le relazioni con gli altri
colleghi, dunque da chi prende ordini e a chi può darli) sono i due principi su cui è basata
l’organizzazione delle aziende; esse sono ottenute mediante il processo organizzativo che prevede
più fasi:
❖ Individuazione degli obiettivi da raggiungere;
❖ Scomposizione e/o ricomposizione delle funzioni, per creare ruoli omogenei da assegnare
alle persone;
❖ Specificazione per ogni ruolo dei compiti, delle responsabilità e dei poteri da assegnare
alle persone; il ruolo è il comportamento che il corpo sociale si attende da una persona che
ricopre una certa posizione organizzativa. Varie funzioni, ad esempio= produzione,
commerciale, finanza e amministrazione, consulenza legale. Il manager è il supremo
coordinatore.
❖ Definizione delle linee di influenza: possono essere autoritarie (linea continua) e non
autoritarie (linea tratteggiata).
❖ Definizione delle procedure operative: stabiliscono come le funzioni devono essere
effettuate:dunque come, che cosa, dove, quando e chi deve espletare determinati atti aziendali
.
❖ Creazione del sistema informativo;
STRUTTURA ORGANIZZATIVA: è il complesso dei ruoli, delle linee di influenza e del sistema
informativo. Span of control è il numero di persone controllate da un dirigente, l’ampiezza di
controllo varia tra 3 e 12 persone.
ORGANIGRAMMA: è la rappresentazione grafica della struttura organizzativa.

Span of control= 3 (dipendenti controllati)


Autorità prevede comando e obbligo di obbedienza senza possibilità di replica.

SISTEMA DI PERSONE detto organizzazione dell’azienda: è un sistema coordinato di persone


che operano all’interno dell’azienda, specializzate a svolgere determinati compiti.
L’organizzazione dell’azienda è basata su due principi:
-Specializzazione: i ruoli devono essere definiti in modo puntuale, ogni persona deve conoscere i
propri compiti;
-Coordinamento: devono essere definite in modo puntuale le linee di influenza, ogni persona deve
conoscere le relazioni con gli altri colleghi (da chi prende ordini e a chi può dare ordini)
LA GESTIONE: è l’insieme di operazioni coordinate e successive svolte da un’azienda nel corso
della proprio esistenza. Essa viene convenzionalmente suddivisa in periodi amministrativi: il periodo
amministrativo è un periodo limitato di tempo in cui viene idealmente frazionata la gestione per
finalità informative.
L’ESERCIZIO: è l’insieme di operazioni coordinate e successive svolte da un’azienda nel corso di
un periodo amministrativo

IL PATRIMONIO DELL’AZIENDA
Il patrimonio è un complesso di beni coordinati a disposizione dell’azienda. In base all’articolo 810
c.c (sono beni le cose che possono formare oggetto di diritti), sono beni le cose che l'uomo ha
interesse a fare proprie, a fare oggetto di un proprio diritto, che escluda gli altri dalla loro
utilizzazione, sono beni tutte le cose che possono formare oggetto di diritti. Il patrimonio è un
concetto statico: è sempre riferito a una determinata data (ad esempio 31/12/n). Il patrimonio può
essere studiato sotto due aspetti: l’aspetto qualitativo (qualità e tipo dei beni) e quantitativo (valore dei
beni). Ai sensi dell’articolo 810 del Codice Civile un bene è una cosa che può essere oggetot di diritti:
sono beni le cose che l’uomo ha interesse a fare proprie, a fare oggetto di un proprio diritto che
escluda gli altri dalla loro utilizzazione.
ASPETTO QUALITATIVO DEL PATRIMONIO: Il patrimonio è un complesso di beni espressi in
quantità eterogenee; gli elementi patrimoniali poiché eterogenei NON possono essere sommati, essi
sono rappresentati e descritti in un prospetto denominato inventario. L’aspetto qualitativo non
consente di avere una nozione sintetica di patrimonio, non si può esprimere il patrimonio con un
numero.

ASPETTO QUANTITATIVO DEL PATRIMONIO: Il patrimonio quantitativo è un fondo


omogeneo di valori, essi possono essere sommati; sono rappresentati e descritti in un prospetto detto
inventario a quantità e valori. Al fine di effettuare un’agevole rappresentazione, l’inventario viene
riassunto in un conto sintetico detto Stato Patrimoniale. E’ un fondo omogeneo di valori, gli elementi

sono resi omogenei mediante il processo di valutazione e sono espressi in moneta e rappresentati e
descritti nell’inventario a quantità e valori o stato patrimoniale; questo aspetto consente di avere
una nozione sintetica del patrimonio.
Capitale netto= capitale del proprietario o dei proprietari;
Totale dare configura gli investimenti aziendali;
Totale avere configura le fonti finanziarie;
Le fonti di finanziamento possono essere di due tipi:
● Capitale proprio (fa capo al proprietario)
● Capitale di credito (debiti dell’azienda)
Se le attività (A) sono maggiori delle passività (P)
● A>P A-P= capitale netto. Il capitale netto è la differenza tra attività e passività e l’insieme
delle risorse di cui l’azienda dispone come forma di finanziamento interno.
ATTIVITA’-PASSIVITA’= capitale netto.
● A<P P-A= deficit patrimoniale
Il rapporto tra capitale di credito (CC) e capitale proprio (CP) è detto Leverage ratio (rapporto di
indebitamento). Il capitale di credito sono i debiti dell’azienda, il capitale proprio invece fa capo al
proprietario. CC= chiamato anche capitale di terzi è dato dalle somme prestate dai terzi all'impresa:
tali somme rappresentano dei debiti per l'azienda. CP= La prima fonte di finanziamento a disposizione
dell’impresa è rappresentata dai mezzi propri conferiti dai soci al momento della costituzione
dell’impresa o in una successiva fase di sviluppo. L’imprenditore assume il rischio e la responsabilità
della gestione aziendale in quanto detiene il potere decisionale dato dalla sua partecipazione al
capitale. Il capitale proprio è detto anche capitale di rischio, in quanto in caso di fallimento
l’imprenditore andrà a perdere il capitale investito.
L= CC/CP
Rapporto tra cc e cp.

Gli elementi attivi dello stato patrimoniale hanno l’attitudine a essere convertiti in denaro entro un
determinato periodo di tempo; gli elementi passivi dello stato patrimoniale hanno l’attitudine a
richiedere denaro entro un periodo di tempo:
-a breve termine= entro 1 anno
-a medio termine= tra 1 e 5 anni
-a lungo termine= dopo 5 anni
Le attività sono classificate in base alla loro attitudine a convertirsi in denaro: si distinguono in:
● liquidità
● disponibilità
● immobilizzazioni
Le passività sono classificate in base alla loro attitudine a richiedere denaro e si distinguono in:
● esigibilità
● redimibilità
● capitalizzazioni

DARE= si devono convertire in denaro. Liquidità immediate= già denaro, Disponibilità= ritornano in
denaro entro 1 anno, Immobilizzazioni= cespiti che ritornano in denaro oltre 1 anno.
AVERE= Richiedono denaro, Esigibilità= richiedono denaro entro 1 anno, Redimibilità= richiedono
denaro oltre 1 anno, Capitalizzazioni= Fondi permanentemente vincolati o a scadenza indeterminata.
DARE: investimenti
Liquidità= cassa e banca, già denaro
Disponibilità= crediti a breve termine, prodotti (ritornano denaro entro 1 anno)
L+D= attività circolanti

Immobilizzazioni= ritornano in denaro oltre 1 anno, possono essere finanziarie (crediti a medio o
lungo termine) e tecniche (macchinari).

AVERE: fonti di finanziamento


Esigibilità correnti= debiti a breve termine, richiedono denaro a breve termine.
Redimibilità= debiti a medio/ lungo termine.
CAPITALE DI CREDITO= esigibilità+redimibilità
Leverage ratio
Il Leverage indica il grado di indebitamento dell’azienda; l’indicatore esprime il rapporto tra il
capitale di credito e il capitale proprio.
Leverage= Capitale di credito/ Capitale proprio

Capitale di credito: passività consolidate + passività correnti.


Valore indicativo= il leverage ha come valore indicativo 1; se il rapporto è maggiore di 1 la situazione
aziendale tende teoricamente a diventare rischiosa, perché c’è un eccessivo ricorso al capitale di terzi
rispetto al capitale proprio; se l’indice è inferiore a 1, la situazione aziendale tende a diventare
soddisfacente, perché l’azienda è adeguatamente patrimonializzata. Il rapporto tra capitale di credito
(CC) e capitale proprio (CP) è detto Leverage ratio (rapporto di indebitamento). Il capitale di credito
sono i debiti dell’azienda, il capitale proprio invece fa capo al proprietario. CC= chiamato anche
capitale di terzi è dato dalle somme prestate dai terzi all'impresa: tali somme rappresentano dei debiti
per l'azienda. CP= La prima fonte di finanziamento a disposizione dell’impresa è rappresentata dai
mezzi propri conferiti dai soci al momento della costituzione dell’impresa o in una successiva fase
di sviluppo.

LA GESTIONE
La gestione è l’insieme di operazioni coordinate e successive svolte da un’azienda nel corso della
propria esistenza per il raggiungimento dei fini della medesima. Si denomina periodo amministrativo
il lasso di tempo in riferimento al quale la gestione è programmata e controllata. Si chiama esercizio il
sistema delle operazioni relative ad un determinato periodo amministrativo.
Le funzioni della gestione in un’azienda industriale orientata al profitto si distinguono in:
● Funzioni operative: funzione di produzione, funzione commerciale, funzione finanziaria,
funzione di contabilità, funzione di sicurezza.
● Funzioni direzionali (management): programmazione, controllo, organizzazione, leadership
Le funzioni di management investono le funzioni operative e le razionalizzano. Dunque parliamo di
programmazione della produzione, di controllo della produzione, di organizzazione della produzione
e di leadership della produzione e così via.

FUNZIONI OPERATIVE
● Funzione di produzione: combinazione di fattori produttivi che dà vita ai prodotti finiti e ai
semilavorati;
● Funzione commerciale: approvvigionamento di materie/merci e vendita di prodotti finiti,
semilavorati e di merci;
● Funzione finanziaria: reperimento di mezzi finanziari e investimento dei fondi acquisiti;
● Funzione di contabilità: rilevazione dei fatti amministrativi, calcolo dei risultati,
interpretazione dei fatti e dei risultati;
● Funzione di sicurezza: protezione delle persone e dei beni contro rischi/ danni.
FUNZIONI DIREZIONALI (management)
● Programmazione: sistema di decisioni che determina il comportamento dell’azienda.
● Controllo: confronto tra decisione e azione, rilevazione e analisi degli scostamenti,
individuazione delle cause, avvio di azioni di correzione.
● Organizzazione: sistema dei ruoli e delle linee di influenza e sistema informativo aziendale.
● Leadership: guida delle persone nei processi di decisione, esecuzione e controllo.
La leadership è una funzione di rilevanza strategica; sviluppa o deprime la soddisfazione e la
produttività dei dipendenti. Un buon capo si fa accettare dai suoi subordinati perchè è competente,
giusto, capace di migliorare le condizioni di lavoro, le attitudini professionali e umane dei dipendenti e
le opportunità di progressione in carriera; egli fa partecipare i dipendenti alle decisioni che riguardano
i loro compiti e il loro status economico-sociale. La qualità e l’efficacia delle decisioni, dei controlli,
del sistema organizzativo e dell’attività operativa dipendono notevolmente dallo stile di leadership
adottato in azienda, la quale incide sulla salute dell’organizzazione dell’azienda e sui suoi risultati.
L’azienda e la soddisfazione dei bisogni umani
L’azienda soddisfa i bisogni di:
● Clienti mediante i beni e i servizi prodotti; bisogni che rappresentano la base della
progettazione e della vendita dei prodotti/servizi (marketing aziendale).
● Dipendenti mediante le retribuzioni e le soddisfazioni offerte dai ruoli organizzativi; questi
bisogni rappresentano la base delle decisioni volte a governare l’organizzazione delle persone.
● Altri stakeholders (capitale proprio, capitale di credito, fornitori, Stato, Enti pubblici)
mediante il suo comportamento e i suoi risultati. Questi bisogni costituiscono la base delle
decisioni volte a fronteggiare le attese di tali gruppi di interesse.
Il comportamento umano può essere riguardato come una serie di azioni rivolte a realizzare delle
mete capaci di soddisfare i bisogni umani. I bisogni sono disposti secondo una scala gerarchica: la
scala di Maslow.

Quando si parla di bisogni, esiste una scala di valori chiamata Scala dei bisogni Maslow, dal nome di
chi l’ha realizzata e alla base vi sono quelli che vengono chiamati i bisogni fisiologici, i bisogni
umani, i quali evolvono nel tempo. Evolvono nel tempo anche con fattori di natura economica; la
prima scala di bisogni sono quelli fisiologici, cioè ciò che ci serve per vivere e per sopravvivere
(mangiare, bere). Il primo livello è quello che in una società arcaica doveva essere soddisfatto; piano
piano però, quando l’uomo incominciava ad evolversi i suoi bisogni iniziavano a cambiare, la società
migliora, vi è dunque un’evoluzione, quindi il secondo elemento di questa scala sono i bisogni di
sicurezza, dunque vivere in una situazione di sicurezza di natura personale: bisognava procurarsi del
cibo e proteggersi da altri soggetti che eventualmente volevano rubarcelo. Questa scala inizia
chiaramente a restringersi poichè mano a mano che la società e le persone si evolvono i bisogni
iniziano ad essere inferiori rispetto a quelli primari. Vi sono poi i bisogni di appartenenza: potersi
riconoscere in un determinato gruppo sociale, far parte di un determinato contesto senza essere esclusi
da esso. Una volta che l’uomo ha soddisfatto bisogni fisiologici, di sicurezza e di appartenenza; vi è
poi il bisogno di stima: dunque non appartenere solo ad un gruppo ma anche essere stimati in quel
gruppo. Questi bisogni possono estendersi sia a chi lavora nell’impresa che chi lavora fuori ad essa,
sia consumatori che dipendenti, la scala vale per tutto il genere sociale e in particolare per chi sta
all’interno e all’esterno dell’impresa. L’auto-realizzazione è un’evoluzione della stima, quella che la
segue, è la possibilità di poter vivere in un modo in cui siamo completamente soddisfatti di ciò che
facciamo e di ciò che siamo. L’azienda è un istituto socio-economico rivolto al soddisfacimento di
bisogni umani; quando parliamo di essi non possiamo non tener conto della scala dei bisogni di
Maslow.
➔ Bisogni fisiologici: mangiare, bere,dormire;
➔ Bisogni di sicurezza: protezione contro fenomeni che minacciano la vita fisica;
➔ Bisogni sociali: appartenenza, accettazione, interazione;
➔ Bisogni di stima di sè: conoscenza, competenza, successo nel lavoro, indipendenza, fiducia in
sè;
➔ Bisogni di stima degli altri: prestigio, status sociale, carriera, potere;
➔ Bisogni di auto-realizzazione: creatività, sviluppo autonomo, realizzazione di tutte le proprie
capacità.

Compito del manager è quello di soddisfare i bisogni dei clienti e dei dipendenti e degli altri
stakeholders e di realizzare, allo stesso tempo, le finalità dell’azienda. Si deve realizzare il processo di
fusione tra i bisogni sociali (dell’azienda) e i bisogni individuali (dei dipendenti).

CLASSIFICAZIONE DELLE AZIENDE


Le aziende possono essere classificate in:
● Aziende di erogazione, che possono dividersi in aziende di auto consumo e aziende di
erogazione in senso stretto;
● Aziende di produzione per il mercato o imprese;
Aziende di erogazione
L’azienda di erogazione è un sistema socio-economico che produce beni e/o servizi che soddisfano i
bisogni di:
● persone o enti che operano all’interno dell’azienda (aziende di auto-consumo); qui i
beneficiari sono interni all’azienda. ESEMPIO: associazione sportiva, circolo culturale,
convento. E’ un’azienda volta al soddisfacimento di bisogni all’interno dell’azienda.
● persone esterne all’azienda (beneficiari) nell’interesse delle quali l’azienda è costituita e
gestita (aziende di erogazione in senso stretto); in questa azienda i beneficiari sono esterni
all’azienda (esempio borse di studio per studenti).ESEMPIO: istituto pubblico di assistenza e
beneficenza, ente che eroga fondi per la ricerca scientifica.
Queste aziende non hanno come obiettivo il profitto.
Il ciclo operativo aziende di erogazione
❖ Processo di acquisizione delle risorse finanziarie e/o dei fattori produttivi;
❖ Processo di produzione di beni/servizi e/o investimento/gestione delle risorse finanziarie;
❖ Processo di consumo o di erogazione esterna.
Il ciclo finanziario delle aziende di erogazione
Le entrate provengono:
A. Dai beni aziendali (interessi attivi su titoli, fitti attivi ecc);
B. Dalle persone che stanno all’interno;
C. Dalle persone esterne;
D. Da A,B e C
La gestione delle entrate passa attraverso 3 fasi:
1. Previsione
2. Liquidazione: sorge il diritto a riscuotere e vengono determinati l’ammontare dell’entrata, la
causale, il nome del creditore, il nome del debitore e la scadenza.
3. Riscossione
Le uscite servono per attivare i processi di acquisizione dei fattori produttivi, di produzione e/o di
investimento delle risorse finanziarie, di consumo e di erogazione. Le uscite sono caratterizzate da tre
fasi:
1. Previsione
2. Liquidazione: sorge l’obbligo giuridico di pagare e sono precisati l’ammontare e la causale
dell’uscita, il nome del debitore, il nome del creditore e la scadenza.
3. Pagamento
Le entrate e le uscite sono riepilogate in un conto detto “conto finanziario” in cui in D sono registrate
le entrate e in A le uscite.

Se le entrate sono maggiori delle uscite avremo un avanzo di natura finanziaria


Se le entrate sono uguali alle uscite parleremo di pareggio finanziario
Se le entrate sono minori delle uscite parleremo di disavanzo finanziario

L’ideale per un’azienda di erogazione è il pareggio finanziario.

Le entrate possono essere classificate così:


● Effettive: modificano il valore del patrimonio netto
● Per movimento di capitali:non modificano il valore del patrimonio netto ma la sua qualità:
dunque provocano variazioni qualitative del patrimonio netto, lasciando inalterato il valore
dello stesso.

Le uscite possono essere classificate così:


● Effettive: modificano il valore del patrimonio netto, provocano variazioni quantitative negative
del patrimonio netto.
● Per movimento di capitali:non modificano il valore del patrimonio netto ma la sua qualità:
provocano variazioni qualitative del patrimonio netto, lasciando inalterato il suo valore.

Il ciclo economico delle aziende di erogazione


Il ciclo economico incide sul valore del patrimonio: dal punto di vista economico, abbiamo Rendite o
Proventi, Oneri o Spese che derivano sia da movimenti finanziari attivi/passivi sia da rendite/proventi
in natura o da consumi/deperimenti/svalutazioni di beni strumentali.
I Proventi sono misurati da entrate finanziarie effettive, gli oneri sono misurati da uscite finanziarie
effettive.

Se Proventi = Oneri → Pareggio Economico


Se Proventi > Oneri → Avanzo economico
Se Proventi < Oneri → Disavanzo economico

Gli oneri e i proventi sono riepilogati in un conto detto conto economico.

Entrate effettive generano Proventi


Uscite effettive generano Oneri
OBIETTIVO AZIENDA DI EROGAZIONE
L’obiettivo dell’azienda di erogazione è quello di realizzare i fini istituzionali in condizioni di
equilibrio economico (proventi=oneri) e di efficienza (bassi oneri, alti rendimenti dei fattori
produttivi utilizzati in azienda). I fini istituzionali riguardano la soddisfazione dei bisogni delle
persone nel cui interesse è stata creata l’azienda di erogazione; queste persone possono essere interne
(aziende di consumo) o esterne (aziende di erogazione in senso stretto). Il livello qualitativo e
quantitativo degli obiettivi da realizzare nel corso del tempo è determinato in relazione a dei
significativi benchmark (parametro di riferimento per valutare la prestazione di un titolo o di un fondo
d'investimento o l'andamento del mercato in genere). Ciò che va sottolineato è che non è sufficiente
che l’azienda di erogazione riesca a soddisfare ragionevolmente i bisogni delle persone nel cui
interesse è costituita e gestita, ma è anche indispensabile che l’organizzazione operi in condizioni di
equilibrio economico e di efficienza. Equilibrio economico: proventi=oneri.
L’IMPRESA
L’impresa è un sistema socio-economico che
produce beni e servizi destinati al mercato e
che sono messi a disposizione dei consumatori
e degli utilizzatori mediante lo scambio. Dallo
scambio derivano le entrate (ricavi) che
vanno a compensare i fattori produttivi
(capitale, terra, lavoro).
Il ciclo operativo prevede:
● Il processo di reperimento dei fattori produttivi (capitale, terra,lavoro);
● Il processo di produzione di beni/servizi in senso lato;
● Il processo di vendita.
Consumatori e utilizzatori
I consumatori consumano direttamente il bene acquistato; gli utilizzatori invece lo rivendono o lo
trasformano.
Scambi e ricavi
Dallo scambio derivano le entrate: queste entrate (se son effettive) generano i ricavi che vanno a
compensare i fattori della produzione.
I fattori produttivi sono elementi necessari alla produzione di beni o servizi e possono essere di due
tipi:
● Fattori produttivi in posizione contrattuale: sono acquisiti dall’azienda mediante contratto,
essi hanno una remunerazione che è tendenzialmente certa, fissa, prioritaria. Ad esempio un
lavoratore legato all’azienda da un contratto riceverà una remunerazione certa anche se
l’azienda realizza perdite.
● Fattori produttivi in posizione residuale: questi fattori hanno una remunerazione eventuale,
variabile, successiva rispetto a quelli in posizione contrattuale. Ad esempio al proprietario
detentore del capitale proprio competono i ricavi che residuano dopo aver retribuito
prioritariamente tutti i fattori in posizione contrattuale. Essendo fattori in posizione residuale,
riceve una remunerazione variabile, eventuale e successiva; talora la remunerazione può
essere negativa e corrisponde alla perdita d’esercizio.
Ricavi, costi e reddito d’esercizio
I ricavi ricompensano i fattori in posizione contrattuale e i fattori in posizione residuale: Ricavi =
Remunerazione fattori in posizione contrattuale + Remunerazione fattori in posizione residuale.
Le remunerazioni dei fattori produttivi in posizione contrattuale costituiscono i costi;
Le remunerazioni dei fattori produttivi in posizione residuale rappresentano il reddito d’esercizio.
Ricavi = Costi + Reddito d’esercizio
L’obiettivo generale dell’impresa è rendere quanto più elevato possibile il valore del reddito
d’esercizio (differenza tra ricavi e costi). La condizione indispensabile per la sopravvivenza e lo
sviluppo dell’impresa è la realizzazione dell’equilibrio economico, inteso come la capacità
dell’azienda di sviluppare nel corso della sua vita un volume di ricavi tale da ricoprire tutti i costi e da
remunerare in misura congrua il fattore in posizione residuale; non è perciò sufficiente coprire i costi,
il reddito deve essere congruo e dunque in linea con i compensi che il fattore in posizione residuale
conseguirebbe al di fuori dell’impresa Equazione dell’equilibrio economico:
Ricavi= Costi + Reddito d’esercizio
I ricavi devono, almeno nel medio-lungo periodo, coprire tutti i costi remunerare congruamente il
fattore in posizione residuale.
CAPITOLO 5
IL SOGGETTO GIURIDICO
Il soggetto giuridico di un’azienda è la persona, o il gruppo di persone o l’ente nel cui nome
l’azienda è esercitata e a cui fanno capo i diritti e gli obblighi che derivano dalla costituzione e dal
funzionamento dell’azienda. E’ quindi, il responsabile patrimoniale, il titolare di situazioni
giuridiche connesse con la creazione e la gestione di un’azienda. E’ colui che risponde dal punto di
vista patrimoniale dei risultati dell’attività dell’azienda. I soggetti giuridici sono responsabili degli
atti giuridici che fanno capo all’impresa, rispondono a quelli che sono gli adempimenti giuridici.
Il soggetto giuridico può essere una persona fisica (signor Rossi) ma anche una persona giuridica
(ente astratto che nasce in forza di legge; ad esempio una S.P.A), un ente di natura astratta che nasce
in virtù della legge.
Entrambe le persone hanno capacità giuridica (che si ottiene al momento della nascita- Art 1
Codice Civile), diversa è la capacità legale di agire: infatti la capacità giuridica è l’attitudine ad
essere titolari di diritti e doveri, è l’idoneità ad essere titolare di situazioni giuridiche soggettive. La
capacità legale di agire invece, si acquista con la maggiore età, fissata al compimento del
diciottesimo anno oppure un minorenne che viene aiutato da un tutore. Il minore emancipato è ad
esempio colui che si è sposato, ciò lo qualifica a maggiorenne.

Soggetto giuridico: persona fisica


Art 1 Codice Civile
-La capacita' giuridica si acquista dal momento della nascita. I diritti che la legge riconosce a favore
del concepito sono subordinati all'evento della nascita-. Dunque, il neonato o concepito possono
essere soggetti giuridici di un’azienda; tali persone agiscono per il tramite di un tutore.
Art 462 Codice Civile
-Sono capaci di succedere tutti coloro che sono nati(1) o concepiti(2) al tempo dell'apertura della
successione
Possono ricevere per testamento i figli di una determinata persona vivente al tempo della morte del
testatore, benchè ancora non concepiti.
Art 2 Codice Civile
-La maggiore età è fissata al compimento del diciottesimo anno-. Anche il minore può essere soggetto
giuridico di un’azienda; egli agisce per il tramite di un tutore.
Art 390 Codice Civile
-Il minore che ha compiuto il sedicesimo anno d'età può chiedere al tribunale per i minorenni
l'autorizzazione a contrarre matrimonio- L’emancipato legale, che è un minore che ha contratto
matrimonio, può essere soggetto giuridico di un’azienda; da solo può compiere atti di ordinaria
amministrazione, cioè atti che non intaccano il patrimonio; per gli atti di straordinaria
amministrazione è assistito da un curatore, il quale a differenza del tutore, non sostituisce l’incapace
ma lo affianca.
Art 397 Codice Civile
-Il minore emancipato può esercitare un'impresa commerciale senza l'assistenza del curatore se è
autorizzato dal giudice tutelare, sentito il curatore-. L’emancipato autorizzato all’esercizio di
un’impresa commerciale può essere soggetto giuridico; ha piena capacità di agire.

Soggetto giuridico: persona


giuridica
La persona giuridica è un ente astratto che nasce in forza di legge, la quale riconosce formalmente
l’ente come soggetto giuridico e cioè come centro di imputazione di diritti e obblighi. La persona
giuridica è un soggetto di diritto costituito da persone fisiche e da beni, volti al raggiungimento di
fini comuni, cui l'ordinamento riconosce la capacità giuridica, ovvero l'attitudine ad essere titolare
di diritti e doveri. La persona giuridica è costituita da:
- Un elemento materiale: consiste in una stabile organizzazione di persone e di beni rivoli a
realizzare un determinato fine;
- Un elemento formale: consiste nel riconoscimento da parte dell’ordinamento con il quale
l’ente acquista la personalità giuridica (può essere un’associazione, una fondazione..). Viene
dunque ad essere dotata di una generale idoneità ad essere titolare di diritti e doveri.
Le persone giuridiche pubbliche
Secondo l’art 11 del Codice Civile, le persone giuridiche pubbliche sono riconosciute soggetti
giuridici con provvedimenti speciali e godono dei diritti secondo le leggi. Le persone giuridiche
pubbliche:
- Realizzano obiettivi di interesse generale, non perseguono generalmente il profitto;
- Nascono mediante una manifestazione di volontà di un ente pubblico: ad esempio, Stato,
Regione, Provincia, Comune.
- Lo schema dell’atto costitutivo non è strandardizzato.
Classificazione persone giuridiche pubbliche
- Enti pubblici territoriali: Stato, Regioni, Provincia, Comune
- Enti pubblici economici;
- Enti pubblici istituzionali: INAIL, INPS, le Università, la Croce Rossa, l’ACI, il CONI, le
Camere di Commercio.
Le persone giuridiche private
Le persone giuridiche private sono rappresentate da: associazioni, fondazioni, società commerciali
con personalità giuridica.
● ASSOCIAZIONI: non hanno fine di lucro e perseguono scopi e interessi comuni a tutti gli
associati. Sono costituite da un’organizzazione stabile, composta da un sistema di persone,
le quali utilizzando un patrimonio pongono in essere delle operazioni rivolte a conseguire
finalità di natura privata ma non lucrativa. Perseguono scopi e interessi comuni a tutti gli
associati e quindi è la volontà di essi, espressa in assemblea, che orienta il comportamento di
tali enti. Il patrimonio è costituito dai contributi degli associati e da eventuali acquisti di
beni. Esempi: circolo sportivo, un circolo ricreativo, un circolo culturale.
● FONDAZIONI: non hanno scopo di lucro, sono organizzazioni stabili create per la gestione
di un patrimonio fruttifero che, è vincolato al raggiungimento di finalità private non lucrative;
sono collegate con la soddisfazione di bisogni e di interessi di persone esterne all’ente,
dunque beneficiari.Esse non hanno un’assemblea. Esempi: fondazioni che finanziano la
ricerca scientifica, le istituzioni di assistenza e beneficenza.
● SOCIETA’ COMMERCIALI con personalità giuridica: sono imprese con scopo di lucro.
Occorrono 4 condizioni ai fini della costituzione di società commerciali con personalità
giuridica:
- Manifestazione di volontà tramite la stipulazione dell’atto costitutivo: l’atto è rappresentato
dal contratto di società, con il quale due o più persone conferiscono beni o servizi per
l’esercizio in comune di un’attività economica, allo scopo di dividerne gli utili.
- La società deve svolgere attività commerciale, dunque la produzione di beni o servizi, la
circolazione di essi, attività di trasporto per terra acqua e aria o attività bancarie o
assicurative.
- La società, affinchè nasca la personalità giuridica, deve assumere una delle seguenti forme
giuridiche: SPA, SRL, SAPA, Società cooperativa. (Non hanno personalità giuridica la
società semplice, la SNC e la SAS)
- Iscrizione della società nel Registro delle imprese, con la quale la società acquista
personalità giuridica.

PROF
Per quanto riguarda le società commerciali vi sono 4 condizioni:

❖ 1 CONDIZIONE: La prima condizione è che ci sia una manifestazione di volontà tramite l’atto
costitutivo, atto attraverso il quale una o più persone manifestano la volontà di creare
un’impresa. Articolo 2247 del C.c = Con il contratto di societa' due o piu' persone
conferiscono beni o servizi per l'esercizio in comune di una attivita' economica allo
scopo di dividerne gli utili. Si tratta di imprese con lo scopo che viene perseguito è quello
del profitto.
❖ 2 CONDIZIONE: Deve svolgere un’attività di natura commerciale: attività industriali diretta
alla produzione di beni o servizi, attività di trasporto, attività bancaria assicurativa, attività di
intermediazione oppure altre attività. ART.2195 C.C: Sono soggetti all'obbligo
dell'iscrizione nel registro delle imprese gli imprenditori che esercitano (1): 1)
un'attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi; 2) un'attività
intermediaria nella circolazione dei beni (2);
❖ 3 CONDIZIONE: è la tipologia che devono assumere le aziende, che possono essere una
S.P.A= una società per azioni, una S.R.L= società a responsabilità limitata, una S.A.P.A=
società in accomandita per azioni oppure società operative.
➢ 4 CONDIZIONE: è l’iscrizione della società presso il registro delle imprese, in
particolare secondo la legge 93 quest’atto deve essere depositato negli uffici entro 20
giorni e dal momento dell’iscrizione la società acquisisce personalità giuridica.

CAPITOLO 6
Il soggetto economico con particolare riferimento all’impresa
E’ la persona o il gruppo di persone che detiene il potere supremo volitivo in azienda: determina gli
indirizzi di fondo della gestione e controlla il comportamento aziendale. Nelle aziende di erogazione il
soggetto economico è ravvisabile nelle persone cui è conferito il supremo potere di interpretare i fini
dell’ente e di scegliere i mezzi adatti a realizzare questi fini. Ove si tratti di aziende pubbliche, questo
potere risale allo Stato e dunque è esercitato dalle persone che esprimono la volontà dello Stato. Nelle
imprese invece (dunque aziende di produzione per il mercato) il soggetto economico:
- Prende le decisioni strategiche;
- Controlla il funzionamento del sistema aziendale imponendo, mediante l’uso dell’autorità e
delle influenze non autoritarie, una gerarchia di obiettivi, organi e comando.
Il soggetto economico dunque effettua il coordinamento della condotta degli organi aziendali
mediante l’uso dell’autorità e delle influenze non autoritarie. Il soggetto economico utilizza l’autorità
solo in casi eccezionali e infatti impiega normalmente in alternativa alle influenze basate sull’autorità,
il convincimento, la persuasione, il giudizio; ciò sviluppa sicuramente la soddisfazione e la
produttività del personale e consente di impiegare in azienda tutto il potenziale di energia, fantasia e
creatività di coloro che compongono il sistema organizzativo. Le influenze non autoritarie
sostituiscono alle minacce e alla paura (per ottenere l’obbedienza dei dipendenti) l’amore per gli
esseri umani e la fratellanza, la comprensione e la gentilezza.
L’azienda è un sistema socio-economico finalizzato; esso è scomponibile in vari settori, come ad
esempio produzione, vendite, approvvigionamento. I settori sono a loro volta articolati in
sub-settori. Il complessivo sistema aziendale presenta: finalità, obiettivi generali, politiche generali
(strategie). Il soggetto economico prende le decisioni strategiche, le quali influenzano l’intero sistema
aziendale, mentre le decisioni tattiche sono prese dai direttori e riguardano uno o più sub-sistemi
dell’azienda. Le decisioni strategiche orientano il complessivo comportamento dell’azienda:
fungono da guida, da stimolo per le decisioni. Il soggetto economico inoltre, controlla il
funzionamento dell’azienda e mediante l'autorità e con influenze di tipo non autoritario impone le
sue decisioni creando una gerarchia di obiettivi e di decisioni. Un efficace soggetto economico,
dovrebbe essere costituito da persone capaci di riconoscere in tempi relativamente brevi il
cambiamento che si prospetta nell’ambiente esterno e all’interno dell’azienda e di adattarvisi in modo
pronto; l’intensità della competizione sul mercato, l’andamento economico generale ecc. Affinchè il
soggetto economico possa governare stabilmente è necessario che i membri che lo costituiscono:
- Abbiano la volontà di governare l’azienda;
- Abbiano le competenze professionali in tema di management: programmazione,
controllo, organizzazione e leadership;
- Dispongano della maggioranza dei voti per imporre la propria volontà nelle assemblee dei
soci.
IL CONTROLLO DI UNA SOCIETA’
Controllo di una società con un’aliquota di capitale sociale inferiore al 50%: ciò avviene a causa
dell’assenteismo degli azionisti o della mancanza di organizzazione degli stessi.
Controllo senza investimento diretto di capitale: il controllo senza investimento diretto di capitale
può avvenire in più modi
- Gruppo di società: il controllo mediante la formazione di un gruppo di società è
rappresentato da un complesso di società aventi distinti soggetti giuridici ma un unico
soggetto economico, che elabora le strategie aziendali e controlla il funzionamento del
complesso delle società.
- Controllo diretto: la società H controlla direttamente A,B,C: è
direttamente soggetto economico perche ha l’aliquota di voti
sufficiente per esercitare il controllo in assemblea.
- Controllo indiretto: la società H controlla indirettamente le
società N e M; i rappresentanti di A,B,C operano conformemente
alla volontà di H, che, di conseguenza, dispone della maggioranza
dei voti nelle loro assemblee. La società H è detta società
capogruppo o holding, e nel caso qui riportato esercita un
controllo diretto su A,B,C e un controllo indiretto su M e N. La
holding può essere pura o mista.
La creazione di un gruppo è il prodotto dell’esigenza degli imprenditori
di aumentare la dimensione dell’attività operativa.

Si supponga che ci sia una società X con un capitale sociale di €100 milioni e si assuma che il
soggetto economico abbia una forte motivazione ad espandere la dimensione dell’attività creando un
gruppo.
Si assuma che la società X acquisti il 50% delle azioni delle società per azioni A e B e che ciò le
consenta di ottenere il controllo delle stesse. Si supponga che il valore economico di ciascuna delle
due società sia pari a 100 milioni di euro; pertanto X paga per il 50% di ogni società 50 milioni di
euro e complessivamente l’esborso ammonta a 100 milioni di euro. Dopo questa operazione, X
controlla sia la società A sia la società B. Il soggetto economico di X è anche soggetto economico di
A e B. Il soggetto economico con i 100 milioni di euro investiti in X finisce per controllare un capitale
di ben 200 milioni di euro. La creazione dunque del gruppo ha aumentato il valore del capitale
controllato.

Le strategie di sviluppo che portano alla creazione di un gruppo di società possono essere di 4 tipi:
1. Sviluppo verticale
2. Sviluppo orizzontale
3. Sviluppo diversificato
4. Sviluppo internazionale

SVILUPPO VERTICALE
L’impresa X crea o acquista società che producono beni/servizi che stanno prima o dopo delle attività
operative effettuate della stessa società X. La società X acquista le aziende che sono direttamente
connesse con la propria attività per cui controlla sia gli approvvigionamenti sia le vendite. Dunque le
aziende che hanno lo sviluppo verticale sono aziende connesse con la propria attività. Esempio: una
società X controlla la società B perchè fornisce le materie prime per le sue attività, dunque ha
vantaggi a creare o acquisire quella società. Oppure la società B controlla anche la A perchè si occupa
della distribuzione del prodotto finale.
SVILUPPO ORIZZONTALE
L’impresa X acquista o crea imprese che producono lo stesso bene: rimane cioè nello stesso settore.
La strategia è utile per conquistare alte quote di mercato che possono creare situazioni di monopolio,
che risultano utili all’azienda. I beni di solito sono differenziati tecnicamente o soltanto mediante
politiche di marketing (prezzo, pubblicità, confezione, imballaggio, marchio, nome prodotto).
STRATEGIE DI SVILUPPO DIVERSIFICATO
La società X entra in settori che non le sono familiari: settori nuovi, che sono diversi per tecnologia
adoperata o anche per marketing. Essi poi si possono dividere in:
- Sviluppo conglomerale: non esistono connessioni tecnologiche e non esistono connessioni di
marketing.
- Sviluppo laterale: esistono connessioni tecnologiche e/o connessioni di marketing.
ESEMPIO:
Supponiamo che l’azienda X produca carta da imballo e che decida di espandersi nel settore dei
profumi, acquisendo la società B. La tecnologia è differente passando da un’attività all’altra e anche
il marketing è completamente diverso; la vendita si riferisce infatti a persone del tutto distinte e sono
perciò utilizzati strumenti di marketing molto differenti. Ipotizziamo poi che l’azienda X decida di
espandersi ancora, questa volta nel settore della produzione di carta da lettere, acquisendo la società
C; la tecnologia non muta, ma il marketing è diverso.

Supponiamo invece che l’azienda K produca cemento e decida di espandersi nel settore di profumi,
acquisendo la società W che produce profumi. La tecnologia è differente passando da un’attività
all’altra e anche il marketing è completamente differente; la vendita si riferisce a persone del tutto
diverse. Ipotizziamo che l’azienda K che produce cemento decida di espandersi ulteriormente,
acquisendo la società Z, la quale produce vernici per abitazioni: in questo caso la tecnologia è diversa
ma il marketing è lo stesso poichè esso resta invariato: il cliente è rappresentato da costruttori di
case.

La strategia di sviluppo diversificato è utile per la ripartizione merceologica dei rischi


imprenditoriali, nello sviluppo verticale ed orizzontale infatti se il settore in cui l’azienda opera è in
crisi, allora tutto il gruppo risente della situazione di crisi del settore. Nello sviluppo diversificato
invece, se un settore è in crisi non è detto che siano in crisi anche gli altri settori in cui l’azienda
opera.
Il gruppo di aziendale è un sistema per poter avere un controllo diretto e indiretto di altre imprese;
l’azienda casa madre, viene chiamata anche holding, ha un controllo diretto su altre aziende (in
questo caso parliamo di società per azioni), ha un controllo diretto su aziende A,B,C con una
percentuale, come si può vedere dalla foto. Qui vi è un controllo diretto; a sua volta ha un controllo
indiretto per le aziende M e N, con le relative percentuali. Questo è il controllo che viene ad
effettuarsi indirettamente; il vantaggio di avere un
controllo di questo tipo è che si possono controllare
diverse aziende con un investimento inferiore a quello
che si avrebbe controllando tutte le aziende in maniera
diretta. L’holding può essere rappresentata come
holding pura e mista:
● Holding pura: tra le sue attività vi sono solo
partecipazioni, NON vi sono merci o macchinari.
Le partecipazioni sono quote di azioni detenute
a scopo strategico: acquisto partecipazioni per controllare l’azienda A.
La società H è una holding mista
● Holding mista: all’interno del suo attivo non figurano solo partecipazioni, ma anche altri
elementi di attività industriali.
La holding mista non ha solo partecipazioni ma anche altre attività, come gli immobili.

L’azienda H vuole comprare A tramite cassa, e acquista l’80% del capitale della società A per €800; in
questo modo H controlla l’azienda A. Dunque la cassa dell’azienda H diminuirà e vi rimarranno €200
e il valore degli immobili è sempre 9.000, e il CN sarà sempre 10.000. Dal punto di vista contabile è
una permutazione poichè abbiamo ridotto la cassa di €800 perchè abbiamo investito, ma il CN è
rimasto sempre lo stesso. Acquistando A, non avendo soldi per acquistare l’azienda B (dovremmo
avere €600), non può comprarla; allora, attraverso il controllo di A acquista l’azienda B. Lo Stato
Patrimoniale di A quindi si modifica perchè diventa cassa €400, acquista €600 in partecipazioni
dell’azienda B. Il CN non cambia= permutazione contabile.

PERMUTAZIONE CONTABILE= ogni volta che si movimenta un conto economico (es. Merci
c/acquisti), questo è SEMPRE misurato da un conto finanziario (es. Debiti v/fornitori).
Può accadere però che sia necessario per l’imprenditore spostare, semplicemente, dei soldi dalla
cassa sul c/c aziendale, ecco che si manifesta una
permutazione finanziaria.
E’ possibile definire le permutazioni finanziarie come uno
scambio di valori, come un trasbordo di valori da un conto
finanziario ad un altro conto finanziario senza che, tutto questo,
crei valore per l’impresa.

La holding quindi controlla per l’80% l’azienda A, la quale a sua


volta controlla l’azienda B per il 60% senza aver avuto le
risorse per farlo. Questo è l’esempio della Telecom: sono
riusciti ad avere il controllo di un’azienda come Telecom
(tramite il sistema a piramide) pagando molto di meno di quello
che avrebbero dovuto pagare se non ci fosse stato questo
sistema.La holding dunque forma un gruppo con l’azienda A e
l’azienda B, anche senza avere le risorse. Dunque il controllo si
può avere utilizzando il gruppo, e in particolare un approccio
piramidale, così facendo si possono controllare diverse
aziende in maniera indiretta con una aliquota di capitale molto inferiore a quella che sarebbe
necessaria.
Quando parliamo di gruppo, possiamo parlare di:
● Sviluppo verticale: cerco di avere il controllo di aziende che appartengono alla filiera della
mia produzione, cerco di coprire tutti
i vari passaggi della filiera produttiva.
Esempio azienda di petrolio: cerco di
controllare l’estrazione di petrolio, poi
cerco di controllare tutto il percorso,
cerco dunque di acquistare
un’azienda ad esempio che si
occupa della raffinazione del petrolio.
Io cerco di coprire tutta l’azienda
produttiva, dall’origine alla
costituzione.
● Sviluppo orizzontale: in
contrapposizione allo sviluppo di
natura verticale, vi è quello
orizzontale. Caso di Luxottica,
azienda nata nel Veneto. Lo sviluppo
orizzontale cerca di allargarsi nel
settore di appartenenza: esempio,
invece di vendere gli occhiali sul
mercato americano, cerco di
comprare un’azienda già presente
sul mercato, tendo ad avere una situazione di monopolio per allargarmi nel settore (ad
esempio Luxottica ha acquistato Rayban).

GRUPPO CONGLOMERALE
E’ un gruppo caratterizzato da una forte
diversificazione: io controllo aziende che operano in
settori completamente differenti. Il conglomerale
per definizione è General Electric Company; loro
dicono “noi produciamo dallo spillo al sommergibile”,

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