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L’economia aziendale è un ramo della scienza economica, che è la disciplina che studia la condotta
umana sotto l’aspetto economico; è stato Robbins nel 1932 a precisare i concetti di attività
economica e di scienza economica. Secondo Robbins non è corretto distinguere tra atti economici
(danno benessere materiale) e atti non economici. Secondo il suo parere è infatti necessario superare
l’aspetto classificatorio: l’attività umana non è costituita da atti economici e atti non economici ma ha
vari aspetti. Sono necessarie e sufficienti 4 condizioni per rendere la condotta umana suscettibile di
considerazione economica. Esiste dunque aspetto economico nell’attività quando:
➔ Gli scopi da realizzare sono molteplici;
➔ I fini hanno differente rilevanza e sono classificabili in ordine di importanza;
➔ I mezzi a disposizione possono essere impiegati per soddisfare anche bisogni differenti, hanno
usi alternativi.
Perchè l’aspetto economico sia rilevante è necessario che ci siano tutte le condizioni elencate. Solo
così la condotta umana prende la forma di una scelta tra più alternative e manifesta il suo aspetto
economico, cioè un sistema di scelte volte ad adattare i mezzi scarsi a disposizione ai fini molteplici
da conseguire. Secondo Robbins dunque, l’economia come scienza non si limita ai soli fenomeni
economici ma è applicabile a tutte le attività umane, politiche, giuridiche. In conclusione, la scienza
economica studia la condotta umana sotto l’aspetto economico; è un insieme di scelte volte ad
adattare in modo conveniente i mezzi scarsi disponibili ai molteplici fini da realizzare.
L’Economia Aziendale studia il comportamento dell’azienda sotto l’aspetto economico e cioè un
sistema di scelte volte ad adattare i mezzi scarsi a disposizione ai molteplici fini da conseguire.
ESEMPIO DI PROGRAMMA:
L’ORGANIZZAZIONE
L’organizzazione è costituita da un sistema coordinato di persone che operano all’interno dell’azienda
e che sono specializzate a svolgere determinati compiti. Specializzazione (i ruoli devono essere definiti
in modo puntuale, ogni persona deve conoscere i propri compiti) e coordinamento (devono essere
definite in modo puntuale le linee di influenza, ogni persona deve conoscere le relazioni con gli altri
colleghi, dunque da chi prende ordini e a chi può darli) sono i due principi su cui è basata
l’organizzazione delle aziende; esse sono ottenute mediante il processo organizzativo che prevede
più fasi:
❖ Individuazione degli obiettivi da raggiungere;
❖ Scomposizione e/o ricomposizione delle funzioni, per creare ruoli omogenei da assegnare
alle persone;
❖ Specificazione per ogni ruolo dei compiti, delle responsabilità e dei poteri da assegnare
alle persone; il ruolo è il comportamento che il corpo sociale si attende da una persona che
ricopre una certa posizione organizzativa. Varie funzioni, ad esempio= produzione,
commerciale, finanza e amministrazione, consulenza legale. Il manager è il supremo
coordinatore.
❖ Definizione delle linee di influenza: possono essere autoritarie (linea continua) e non
autoritarie (linea tratteggiata).
❖ Definizione delle procedure operative: stabiliscono come le funzioni devono essere
effettuate:dunque come, che cosa, dove, quando e chi deve espletare determinati atti aziendali
.
❖ Creazione del sistema informativo;
STRUTTURA ORGANIZZATIVA: è il complesso dei ruoli, delle linee di influenza e del sistema
informativo. Span of control è il numero di persone controllate da un dirigente, l’ampiezza di
controllo varia tra 3 e 12 persone.
ORGANIGRAMMA: è la rappresentazione grafica della struttura organizzativa.
IL PATRIMONIO DELL’AZIENDA
Il patrimonio è un complesso di beni coordinati a disposizione dell’azienda. In base all’articolo 810
c.c (sono beni le cose che possono formare oggetto di diritti), sono beni le cose che l'uomo ha
interesse a fare proprie, a fare oggetto di un proprio diritto, che escluda gli altri dalla loro
utilizzazione, sono beni tutte le cose che possono formare oggetto di diritti. Il patrimonio è un
concetto statico: è sempre riferito a una determinata data (ad esempio 31/12/n). Il patrimonio può
essere studiato sotto due aspetti: l’aspetto qualitativo (qualità e tipo dei beni) e quantitativo (valore dei
beni). Ai sensi dell’articolo 810 del Codice Civile un bene è una cosa che può essere oggetot di diritti:
sono beni le cose che l’uomo ha interesse a fare proprie, a fare oggetto di un proprio diritto che
escluda gli altri dalla loro utilizzazione.
ASPETTO QUALITATIVO DEL PATRIMONIO: Il patrimonio è un complesso di beni espressi in
quantità eterogenee; gli elementi patrimoniali poiché eterogenei NON possono essere sommati, essi
sono rappresentati e descritti in un prospetto denominato inventario. L’aspetto qualitativo non
consente di avere una nozione sintetica di patrimonio, non si può esprimere il patrimonio con un
numero.
sono resi omogenei mediante il processo di valutazione e sono espressi in moneta e rappresentati e
descritti nell’inventario a quantità e valori o stato patrimoniale; questo aspetto consente di avere
una nozione sintetica del patrimonio.
Capitale netto= capitale del proprietario o dei proprietari;
Totale dare configura gli investimenti aziendali;
Totale avere configura le fonti finanziarie;
Le fonti di finanziamento possono essere di due tipi:
● Capitale proprio (fa capo al proprietario)
● Capitale di credito (debiti dell’azienda)
Se le attività (A) sono maggiori delle passività (P)
● A>P A-P= capitale netto. Il capitale netto è la differenza tra attività e passività e l’insieme
delle risorse di cui l’azienda dispone come forma di finanziamento interno.
ATTIVITA’-PASSIVITA’= capitale netto.
● A<P P-A= deficit patrimoniale
Il rapporto tra capitale di credito (CC) e capitale proprio (CP) è detto Leverage ratio (rapporto di
indebitamento). Il capitale di credito sono i debiti dell’azienda, il capitale proprio invece fa capo al
proprietario. CC= chiamato anche capitale di terzi è dato dalle somme prestate dai terzi all'impresa:
tali somme rappresentano dei debiti per l'azienda. CP= La prima fonte di finanziamento a disposizione
dell’impresa è rappresentata dai mezzi propri conferiti dai soci al momento della costituzione
dell’impresa o in una successiva fase di sviluppo. L’imprenditore assume il rischio e la responsabilità
della gestione aziendale in quanto detiene il potere decisionale dato dalla sua partecipazione al
capitale. Il capitale proprio è detto anche capitale di rischio, in quanto in caso di fallimento
l’imprenditore andrà a perdere il capitale investito.
L= CC/CP
Rapporto tra cc e cp.
Gli elementi attivi dello stato patrimoniale hanno l’attitudine a essere convertiti in denaro entro un
determinato periodo di tempo; gli elementi passivi dello stato patrimoniale hanno l’attitudine a
richiedere denaro entro un periodo di tempo:
-a breve termine= entro 1 anno
-a medio termine= tra 1 e 5 anni
-a lungo termine= dopo 5 anni
Le attività sono classificate in base alla loro attitudine a convertirsi in denaro: si distinguono in:
● liquidità
● disponibilità
● immobilizzazioni
Le passività sono classificate in base alla loro attitudine a richiedere denaro e si distinguono in:
● esigibilità
● redimibilità
● capitalizzazioni
DARE= si devono convertire in denaro. Liquidità immediate= già denaro, Disponibilità= ritornano in
denaro entro 1 anno, Immobilizzazioni= cespiti che ritornano in denaro oltre 1 anno.
AVERE= Richiedono denaro, Esigibilità= richiedono denaro entro 1 anno, Redimibilità= richiedono
denaro oltre 1 anno, Capitalizzazioni= Fondi permanentemente vincolati o a scadenza indeterminata.
DARE: investimenti
Liquidità= cassa e banca, già denaro
Disponibilità= crediti a breve termine, prodotti (ritornano denaro entro 1 anno)
L+D= attività circolanti
Immobilizzazioni= ritornano in denaro oltre 1 anno, possono essere finanziarie (crediti a medio o
lungo termine) e tecniche (macchinari).
LA GESTIONE
La gestione è l’insieme di operazioni coordinate e successive svolte da un’azienda nel corso della
propria esistenza per il raggiungimento dei fini della medesima. Si denomina periodo amministrativo
il lasso di tempo in riferimento al quale la gestione è programmata e controllata. Si chiama esercizio il
sistema delle operazioni relative ad un determinato periodo amministrativo.
Le funzioni della gestione in un’azienda industriale orientata al profitto si distinguono in:
● Funzioni operative: funzione di produzione, funzione commerciale, funzione finanziaria,
funzione di contabilità, funzione di sicurezza.
● Funzioni direzionali (management): programmazione, controllo, organizzazione, leadership
Le funzioni di management investono le funzioni operative e le razionalizzano. Dunque parliamo di
programmazione della produzione, di controllo della produzione, di organizzazione della produzione
e di leadership della produzione e così via.
FUNZIONI OPERATIVE
● Funzione di produzione: combinazione di fattori produttivi che dà vita ai prodotti finiti e ai
semilavorati;
● Funzione commerciale: approvvigionamento di materie/merci e vendita di prodotti finiti,
semilavorati e di merci;
● Funzione finanziaria: reperimento di mezzi finanziari e investimento dei fondi acquisiti;
● Funzione di contabilità: rilevazione dei fatti amministrativi, calcolo dei risultati,
interpretazione dei fatti e dei risultati;
● Funzione di sicurezza: protezione delle persone e dei beni contro rischi/ danni.
FUNZIONI DIREZIONALI (management)
● Programmazione: sistema di decisioni che determina il comportamento dell’azienda.
● Controllo: confronto tra decisione e azione, rilevazione e analisi degli scostamenti,
individuazione delle cause, avvio di azioni di correzione.
● Organizzazione: sistema dei ruoli e delle linee di influenza e sistema informativo aziendale.
● Leadership: guida delle persone nei processi di decisione, esecuzione e controllo.
La leadership è una funzione di rilevanza strategica; sviluppa o deprime la soddisfazione e la
produttività dei dipendenti. Un buon capo si fa accettare dai suoi subordinati perchè è competente,
giusto, capace di migliorare le condizioni di lavoro, le attitudini professionali e umane dei dipendenti e
le opportunità di progressione in carriera; egli fa partecipare i dipendenti alle decisioni che riguardano
i loro compiti e il loro status economico-sociale. La qualità e l’efficacia delle decisioni, dei controlli,
del sistema organizzativo e dell’attività operativa dipendono notevolmente dallo stile di leadership
adottato in azienda, la quale incide sulla salute dell’organizzazione dell’azienda e sui suoi risultati.
L’azienda e la soddisfazione dei bisogni umani
L’azienda soddisfa i bisogni di:
● Clienti mediante i beni e i servizi prodotti; bisogni che rappresentano la base della
progettazione e della vendita dei prodotti/servizi (marketing aziendale).
● Dipendenti mediante le retribuzioni e le soddisfazioni offerte dai ruoli organizzativi; questi
bisogni rappresentano la base delle decisioni volte a governare l’organizzazione delle persone.
● Altri stakeholders (capitale proprio, capitale di credito, fornitori, Stato, Enti pubblici)
mediante il suo comportamento e i suoi risultati. Questi bisogni costituiscono la base delle
decisioni volte a fronteggiare le attese di tali gruppi di interesse.
Il comportamento umano può essere riguardato come una serie di azioni rivolte a realizzare delle
mete capaci di soddisfare i bisogni umani. I bisogni sono disposti secondo una scala gerarchica: la
scala di Maslow.
Quando si parla di bisogni, esiste una scala di valori chiamata Scala dei bisogni Maslow, dal nome di
chi l’ha realizzata e alla base vi sono quelli che vengono chiamati i bisogni fisiologici, i bisogni
umani, i quali evolvono nel tempo. Evolvono nel tempo anche con fattori di natura economica; la
prima scala di bisogni sono quelli fisiologici, cioè ciò che ci serve per vivere e per sopravvivere
(mangiare, bere). Il primo livello è quello che in una società arcaica doveva essere soddisfatto; piano
piano però, quando l’uomo incominciava ad evolversi i suoi bisogni iniziavano a cambiare, la società
migliora, vi è dunque un’evoluzione, quindi il secondo elemento di questa scala sono i bisogni di
sicurezza, dunque vivere in una situazione di sicurezza di natura personale: bisognava procurarsi del
cibo e proteggersi da altri soggetti che eventualmente volevano rubarcelo. Questa scala inizia
chiaramente a restringersi poichè mano a mano che la società e le persone si evolvono i bisogni
iniziano ad essere inferiori rispetto a quelli primari. Vi sono poi i bisogni di appartenenza: potersi
riconoscere in un determinato gruppo sociale, far parte di un determinato contesto senza essere esclusi
da esso. Una volta che l’uomo ha soddisfatto bisogni fisiologici, di sicurezza e di appartenenza; vi è
poi il bisogno di stima: dunque non appartenere solo ad un gruppo ma anche essere stimati in quel
gruppo. Questi bisogni possono estendersi sia a chi lavora nell’impresa che chi lavora fuori ad essa,
sia consumatori che dipendenti, la scala vale per tutto il genere sociale e in particolare per chi sta
all’interno e all’esterno dell’impresa. L’auto-realizzazione è un’evoluzione della stima, quella che la
segue, è la possibilità di poter vivere in un modo in cui siamo completamente soddisfatti di ciò che
facciamo e di ciò che siamo. L’azienda è un istituto socio-economico rivolto al soddisfacimento di
bisogni umani; quando parliamo di essi non possiamo non tener conto della scala dei bisogni di
Maslow.
➔ Bisogni fisiologici: mangiare, bere,dormire;
➔ Bisogni di sicurezza: protezione contro fenomeni che minacciano la vita fisica;
➔ Bisogni sociali: appartenenza, accettazione, interazione;
➔ Bisogni di stima di sè: conoscenza, competenza, successo nel lavoro, indipendenza, fiducia in
sè;
➔ Bisogni di stima degli altri: prestigio, status sociale, carriera, potere;
➔ Bisogni di auto-realizzazione: creatività, sviluppo autonomo, realizzazione di tutte le proprie
capacità.
Compito del manager è quello di soddisfare i bisogni dei clienti e dei dipendenti e degli altri
stakeholders e di realizzare, allo stesso tempo, le finalità dell’azienda. Si deve realizzare il processo di
fusione tra i bisogni sociali (dell’azienda) e i bisogni individuali (dei dipendenti).
PROF
Per quanto riguarda le società commerciali vi sono 4 condizioni:
❖ 1 CONDIZIONE: La prima condizione è che ci sia una manifestazione di volontà tramite l’atto
costitutivo, atto attraverso il quale una o più persone manifestano la volontà di creare
un’impresa. Articolo 2247 del C.c = Con il contratto di societa' due o piu' persone
conferiscono beni o servizi per l'esercizio in comune di una attivita' economica allo
scopo di dividerne gli utili. Si tratta di imprese con lo scopo che viene perseguito è quello
del profitto.
❖ 2 CONDIZIONE: Deve svolgere un’attività di natura commerciale: attività industriali diretta
alla produzione di beni o servizi, attività di trasporto, attività bancaria assicurativa, attività di
intermediazione oppure altre attività. ART.2195 C.C: Sono soggetti all'obbligo
dell'iscrizione nel registro delle imprese gli imprenditori che esercitano (1): 1)
un'attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi; 2) un'attività
intermediaria nella circolazione dei beni (2);
❖ 3 CONDIZIONE: è la tipologia che devono assumere le aziende, che possono essere una
S.P.A= una società per azioni, una S.R.L= società a responsabilità limitata, una S.A.P.A=
società in accomandita per azioni oppure società operative.
➢ 4 CONDIZIONE: è l’iscrizione della società presso il registro delle imprese, in
particolare secondo la legge 93 quest’atto deve essere depositato negli uffici entro 20
giorni e dal momento dell’iscrizione la società acquisisce personalità giuridica.
CAPITOLO 6
Il soggetto economico con particolare riferimento all’impresa
E’ la persona o il gruppo di persone che detiene il potere supremo volitivo in azienda: determina gli
indirizzi di fondo della gestione e controlla il comportamento aziendale. Nelle aziende di erogazione il
soggetto economico è ravvisabile nelle persone cui è conferito il supremo potere di interpretare i fini
dell’ente e di scegliere i mezzi adatti a realizzare questi fini. Ove si tratti di aziende pubbliche, questo
potere risale allo Stato e dunque è esercitato dalle persone che esprimono la volontà dello Stato. Nelle
imprese invece (dunque aziende di produzione per il mercato) il soggetto economico:
- Prende le decisioni strategiche;
- Controlla il funzionamento del sistema aziendale imponendo, mediante l’uso dell’autorità e
delle influenze non autoritarie, una gerarchia di obiettivi, organi e comando.
Il soggetto economico dunque effettua il coordinamento della condotta degli organi aziendali
mediante l’uso dell’autorità e delle influenze non autoritarie. Il soggetto economico utilizza l’autorità
solo in casi eccezionali e infatti impiega normalmente in alternativa alle influenze basate sull’autorità,
il convincimento, la persuasione, il giudizio; ciò sviluppa sicuramente la soddisfazione e la
produttività del personale e consente di impiegare in azienda tutto il potenziale di energia, fantasia e
creatività di coloro che compongono il sistema organizzativo. Le influenze non autoritarie
sostituiscono alle minacce e alla paura (per ottenere l’obbedienza dei dipendenti) l’amore per gli
esseri umani e la fratellanza, la comprensione e la gentilezza.
L’azienda è un sistema socio-economico finalizzato; esso è scomponibile in vari settori, come ad
esempio produzione, vendite, approvvigionamento. I settori sono a loro volta articolati in
sub-settori. Il complessivo sistema aziendale presenta: finalità, obiettivi generali, politiche generali
(strategie). Il soggetto economico prende le decisioni strategiche, le quali influenzano l’intero sistema
aziendale, mentre le decisioni tattiche sono prese dai direttori e riguardano uno o più sub-sistemi
dell’azienda. Le decisioni strategiche orientano il complessivo comportamento dell’azienda:
fungono da guida, da stimolo per le decisioni. Il soggetto economico inoltre, controlla il
funzionamento dell’azienda e mediante l'autorità e con influenze di tipo non autoritario impone le
sue decisioni creando una gerarchia di obiettivi e di decisioni. Un efficace soggetto economico,
dovrebbe essere costituito da persone capaci di riconoscere in tempi relativamente brevi il
cambiamento che si prospetta nell’ambiente esterno e all’interno dell’azienda e di adattarvisi in modo
pronto; l’intensità della competizione sul mercato, l’andamento economico generale ecc. Affinchè il
soggetto economico possa governare stabilmente è necessario che i membri che lo costituiscono:
- Abbiano la volontà di governare l’azienda;
- Abbiano le competenze professionali in tema di management: programmazione,
controllo, organizzazione e leadership;
- Dispongano della maggioranza dei voti per imporre la propria volontà nelle assemblee dei
soci.
IL CONTROLLO DI UNA SOCIETA’
Controllo di una società con un’aliquota di capitale sociale inferiore al 50%: ciò avviene a causa
dell’assenteismo degli azionisti o della mancanza di organizzazione degli stessi.
Controllo senza investimento diretto di capitale: il controllo senza investimento diretto di capitale
può avvenire in più modi
- Gruppo di società: il controllo mediante la formazione di un gruppo di società è
rappresentato da un complesso di società aventi distinti soggetti giuridici ma un unico
soggetto economico, che elabora le strategie aziendali e controlla il funzionamento del
complesso delle società.
- Controllo diretto: la società H controlla direttamente A,B,C: è
direttamente soggetto economico perche ha l’aliquota di voti
sufficiente per esercitare il controllo in assemblea.
- Controllo indiretto: la società H controlla indirettamente le
società N e M; i rappresentanti di A,B,C operano conformemente
alla volontà di H, che, di conseguenza, dispone della maggioranza
dei voti nelle loro assemblee. La società H è detta società
capogruppo o holding, e nel caso qui riportato esercita un
controllo diretto su A,B,C e un controllo indiretto su M e N. La
holding può essere pura o mista.
La creazione di un gruppo è il prodotto dell’esigenza degli imprenditori
di aumentare la dimensione dell’attività operativa.
Si supponga che ci sia una società X con un capitale sociale di €100 milioni e si assuma che il
soggetto economico abbia una forte motivazione ad espandere la dimensione dell’attività creando un
gruppo.
Si assuma che la società X acquisti il 50% delle azioni delle società per azioni A e B e che ciò le
consenta di ottenere il controllo delle stesse. Si supponga che il valore economico di ciascuna delle
due società sia pari a 100 milioni di euro; pertanto X paga per il 50% di ogni società 50 milioni di
euro e complessivamente l’esborso ammonta a 100 milioni di euro. Dopo questa operazione, X
controlla sia la società A sia la società B. Il soggetto economico di X è anche soggetto economico di
A e B. Il soggetto economico con i 100 milioni di euro investiti in X finisce per controllare un capitale
di ben 200 milioni di euro. La creazione dunque del gruppo ha aumentato il valore del capitale
controllato.
Le strategie di sviluppo che portano alla creazione di un gruppo di società possono essere di 4 tipi:
1. Sviluppo verticale
2. Sviluppo orizzontale
3. Sviluppo diversificato
4. Sviluppo internazionale
SVILUPPO VERTICALE
L’impresa X crea o acquista società che producono beni/servizi che stanno prima o dopo delle attività
operative effettuate della stessa società X. La società X acquista le aziende che sono direttamente
connesse con la propria attività per cui controlla sia gli approvvigionamenti sia le vendite. Dunque le
aziende che hanno lo sviluppo verticale sono aziende connesse con la propria attività. Esempio: una
società X controlla la società B perchè fornisce le materie prime per le sue attività, dunque ha
vantaggi a creare o acquisire quella società. Oppure la società B controlla anche la A perchè si occupa
della distribuzione del prodotto finale.
SVILUPPO ORIZZONTALE
L’impresa X acquista o crea imprese che producono lo stesso bene: rimane cioè nello stesso settore.
La strategia è utile per conquistare alte quote di mercato che possono creare situazioni di monopolio,
che risultano utili all’azienda. I beni di solito sono differenziati tecnicamente o soltanto mediante
politiche di marketing (prezzo, pubblicità, confezione, imballaggio, marchio, nome prodotto).
STRATEGIE DI SVILUPPO DIVERSIFICATO
La società X entra in settori che non le sono familiari: settori nuovi, che sono diversi per tecnologia
adoperata o anche per marketing. Essi poi si possono dividere in:
- Sviluppo conglomerale: non esistono connessioni tecnologiche e non esistono connessioni di
marketing.
- Sviluppo laterale: esistono connessioni tecnologiche e/o connessioni di marketing.
ESEMPIO:
Supponiamo che l’azienda X produca carta da imballo e che decida di espandersi nel settore dei
profumi, acquisendo la società B. La tecnologia è differente passando da un’attività all’altra e anche
il marketing è completamente diverso; la vendita si riferisce infatti a persone del tutto distinte e sono
perciò utilizzati strumenti di marketing molto differenti. Ipotizziamo poi che l’azienda X decida di
espandersi ancora, questa volta nel settore della produzione di carta da lettere, acquisendo la società
C; la tecnologia non muta, ma il marketing è diverso.
Supponiamo invece che l’azienda K produca cemento e decida di espandersi nel settore di profumi,
acquisendo la società W che produce profumi. La tecnologia è differente passando da un’attività
all’altra e anche il marketing è completamente differente; la vendita si riferisce a persone del tutto
diverse. Ipotizziamo che l’azienda K che produce cemento decida di espandersi ulteriormente,
acquisendo la società Z, la quale produce vernici per abitazioni: in questo caso la tecnologia è diversa
ma il marketing è lo stesso poichè esso resta invariato: il cliente è rappresentato da costruttori di
case.
L’azienda H vuole comprare A tramite cassa, e acquista l’80% del capitale della società A per €800; in
questo modo H controlla l’azienda A. Dunque la cassa dell’azienda H diminuirà e vi rimarranno €200
e il valore degli immobili è sempre 9.000, e il CN sarà sempre 10.000. Dal punto di vista contabile è
una permutazione poichè abbiamo ridotto la cassa di €800 perchè abbiamo investito, ma il CN è
rimasto sempre lo stesso. Acquistando A, non avendo soldi per acquistare l’azienda B (dovremmo
avere €600), non può comprarla; allora, attraverso il controllo di A acquista l’azienda B. Lo Stato
Patrimoniale di A quindi si modifica perchè diventa cassa €400, acquista €600 in partecipazioni
dell’azienda B. Il CN non cambia= permutazione contabile.
PERMUTAZIONE CONTABILE= ogni volta che si movimenta un conto economico (es. Merci
c/acquisti), questo è SEMPRE misurato da un conto finanziario (es. Debiti v/fornitori).
Può accadere però che sia necessario per l’imprenditore spostare, semplicemente, dei soldi dalla
cassa sul c/c aziendale, ecco che si manifesta una
permutazione finanziaria.
E’ possibile definire le permutazioni finanziarie come uno
scambio di valori, come un trasbordo di valori da un conto
finanziario ad un altro conto finanziario senza che, tutto questo,
crei valore per l’impresa.
GRUPPO CONGLOMERALE
E’ un gruppo caratterizzato da una forte
diversificazione: io controllo aziende che operano in
settori completamente differenti. Il conglomerale
per definizione è General Electric Company; loro
dicono “noi produciamo dallo spillo al sommergibile”,