Sei sulla pagina 1di 2

Mattia Pascal vive a a Miragno un immaginario paese della Liguria, insieme alla sua famiglia.

Quando con il

fratello Roberto entra in possesso dell’eredità del padre, decide, insieme al resto della famiglia, di fare

amministrare la somma a Batta Malagna che, però, si rivela un disonesto. Mattia e Roberto, sono entrambi

poco attenti alle sorti economiche della famiglia e non si preoccupano delle magagne che l’amministratore

compie derubandoli sono troppo impegnati a divertirsi.

La situazione peggiora quando Mattia compromette la nipote dello stesso Malagna mettendola incinta.

Costretto a sposarla e senza soldi a causa della cattiva gestione dell’eredità, è costretto, a lavorare presso una

biblioteca e a vivere con la moglie a casa dei suoceri. La vita in quella casa è terribile, soprattutto a causa

della presenza di sua suocera, che non ha per niente stima di Mattia e la perdita delle due figlie amplifica il

distacco tra i due.

Mattia decide quindi di partire. Sceglie come meta Montecarlo per tentare di arricchirsi al gioco, e la fortuna

gira dalla sua parte quando vince alla roulette. Pascal decide quindi di ritornare a casa, più ricco e più

consapevole, per cambiare in meglio la sua vita.

Sulla strada del ritorno verso il paese, però, legge su un giornale che a Miragno è stato ritrovato il corpo, in

evidente stato di decomposizione e quindi davvero irriconoscibile, di un suicida e tutti hanno pensato che

fosse lui. Mattia Pascal è morto. In un primo momento lo stupore lo assale ma un’idea gli fa immediatamente

cambiare prospettiva: questa è l’occasione giusta per fuggire da quella vita piena di frustrazione e miseria.

Mattia è deciso a dare una svolta alla propria vita, e perciò, cogliendo questa occasione caduta dal cielo,

sceglie per sé il nuovo nome di Adriano Meis, convinto di poter sfuggire ad ogni miseria e a tutte le

insoddisfazioni che lo affliggono.

Trascorre il primo periodo viaggiando tra Italia e Germania, e alla fine si trasferisce a Roma, prendendo una

casa in affitto. Ben presto si accorge che la sua nuova vita ha dei limiti pesantissimi, causati dal fatto di non

esistere veramente. Tutte le convenzioni sociali gli sono precluse: non ha documenti d’identità, subisce un

furto e non lo può denunciare e soprattutto non può sposare la figlia del proprietario di casa, di cui si è

innamorato. Adriano non esiste e Mattia si ritrova più frustrato di prima. Decide così di abbandonare la

nuova identità e inscena un suicidio. Con questo trucco,tenta di nuovo, di variare la realtà, Mattia riprende la

sua vecchia, e unica, identità reale venendo al mondo una seconda volta come Mattia Pascal.

Pascal torna nel suo paese natio ma trova una situazione completamente diversa da quella che aveva lasciato:

sua moglie, si è risposata e ha avuto una figlia con un suo vecchio amico. La gente del paese è andata avanti

mentre lui era intento a crearsi una nuova vita e questo che determina il suo isolamento: ormai Mattia Pascal
non può più riprendersi ciò che era suo perché intorno a lui l’assetto sociale che regolamenta l’esistenza lo ha

depennato da tempo. Il nome e il cognome, la famiglia, il matrimonio, per lui non sono punti fissi. Di solido

a Miragno c’è solo la sua tomba, o meglio, con inciso il suo nome sopra. Non ha più niente ed è condannato

a riprendere il suo impiego di bibliotecario, vivendo ritirato in una vita solitaria con un’unica distrazione:

fare visita, di tanto in tanto, alla sua tomba

• Le riserve con cui inizialmente e accolto il personaggio sono dovute soprattutto all inverosimiglianza

del racconto, accusa da cui l artista si difese integrando l edizione del 1921 con un appendice

intitolata avvertenza sugli scrupoli della fantasia , in cui cita un fatto di cronaca inerosimile come la

sua storia aggiungendo ironicamente una sua citazione

e con il romanzo il fu mattia pascal l artista abbandona definitivamente lo stile verista

Potrebbero piacerti anche