In questo libro, Luigi Pirandello narra la storia di un giovane
bibliotecario di nome Mattia Pascal che non riesce a trarre soddisfazioni dalla vita. Per via di una serie di fallimenti e di avvenimenti rattristanti, decide di lasciare il paese e la famiglia per andare in America e fare una fortuna, così da riacquistare fiducia in se stesso. Nel corso del viaggio si ferma a Montecarlo, dove decide di scommettere del denaro in un casinò, dal quale ne uscì vincente e molto ricco. Decise così di tornare nel suo paese per mostrare il suo nuovo volto, ma una volta arrivato lesse su un giornale del suo suicidio, e di sua madre e sua moglie che hanno rinvenuto ed identificato il corpo. Per via di questo evento, Mattia Pascal coglie questa occasione come un’opportunità per iniziare una nuova vita, credendo che attraverso questa sarebbe finalmente riuscito ad identificarsi nel mondo in cui vive. Sfortunatamente per lui, la sua nuova vita con l’identita di Adriano Meis, non ebbe un esito migliore, infatti, avvolto dai problemi e dalle menzogne procreategli dalla sua falsa identità decide di tornare a casa. Tuttavia dopo questo lungo tempo la sua famiglia non esisteva più e sua moglie si era sposata con il suo migliore amico, perciò non gli restò altro che terminare la sua vita nella biblioteca dove il suo viaggio era iniziato, per scrivere la sua storia. In questo libro si può vede un uomo che anche se molto incerto e con un sacco di domande su se stesso senza una risposta, decide di risollevarsi e di fare di ciò che è in grado di fare la sua fortuna. Non esiste uomo che non soffra per quella incessante sensazione di nullità che ci ricorda per cosa viviamo, ma esistono uomini che non reagiscono o che reagiscono in modo sbagliato davanti a queste situazioni. Io trovo che Mattia alla fine del suo viaggio fosse soddisfatto di ciò che era riuscito a compiere e a dove era riuscito ad arrivare nella sua vita, e tutto con la convinzione di non essere abbastanza per il mondo.