Sei sulla pagina 1di 7

Sintesi Il Fu Mattia Pascal capitolo per capitolo

Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904, il terzo romanzo di Pirandello .


E la storia paradossale di un piccolo borghese, imprigionato nella trappola di una famiglia insopportabile e
di una misera condizione sociale che, per un caso fortuito, si trova improvvisamente libero e padrone di s:
diviene economicamente autosufficiente grazie ad una vincita e apprende di essere ufficialmente morto , in
quanto la moglie e la suocera lo hanno riconosciuto nel cadavere di un annegato . Mattia si costruisce
unidentit nuova e soffre perch la sua identit falsa lo costringe ad essere escluso dalla vita degli altri.
Decide pertanto di rientrare nella sua vecchia identit tornando in famiglia ma scopre che la moglie si
risposata ed ha avuto una figlia da un altro. Non gli resta che adattarsi alla sua condizione , consapevole di
non avere identit e di non essere pi nessuno.
SINTESI ( CAPITOLO PER CAPITOLO )
CAPITOLO I /PREMESSA
Nella prefazione Mattia Pascal, sostiene di essere stato protagonista di un evento eccezionale e di voler
raccontare la sua strana vicenda in un manoscritto che potr essere letto solo 50 anni dopo la sua terza,
ultima e definitiva MORTE.
Mattia per 2 anni si occupato della Biblioteca che un monsignore ha lasciato al Comune, con la speranza
che il suo lascito possa accendere nellanimo dei paesani lamore per lo studio. In realt, sostiene Mattia,
questo non mai successo. Inizialmente anche Mattia Pascal nutre scarso interesse per i libri e per la
scrittura ma indotto ad iniziare a raccontare la sua vicenda per iscritto perch ritiene che il suo caso sia
davvero strano e inconsueto : Io sono morto, s, gi due volte, ma la prima per errore, la seconda
sentirete!
CAPITOLO II /PREMESSA SECONDA
Mattia, nel comporre il suo manoscritto, ha seguito il consiglio del suo amico , il Reverendo don Eligio.
Scrive nella chiesa sconsacrata dove si trova il lascito di Monsignore, in attesa che il reverendo cataloghi e
riordini i libri.
Mattia cita Copernico e lo maledice : la sua scoperta ha rovinato lumanit. Da quando luomo
consapevole del fatto che la terra uninvisibile trottolina, un granellino di sabbia impazzito che gira e gira
senza sapere perch , tutto acquista unimportanza relativa, anche le pi gravi calamit.
Don Eligio osserva tuttavia che luomo si distrae facilmente e dimentica senza difficolt la sua fragile natura:
Mattia daccordo su questo e sostiene che gli uomini sono capaci di dimenticare rapidamente la loro
natura terrena e di azzuffarsi per un pezzettino di terra
Mattia vuole dunque raccontare la sua storia: alcuni fatti non gli faranno onore, ma a lui non importa : EGLI
SI PU GI CONSIDERARE INFATTI FUORI DALLA VITA, SENZA OBBLIGHI E SCRUPOLI DI SORTA.
CAPITOLO III:LA CASA E LA TALPA (PAG. 12)
Mattia ha 4 anni e mezzo quando il padre muore. Questa morte improvvisa la rovina per i Pascal. La
famiglia, che risiede a Miragno, un paese immaginario della Liguria, e composta dalla moglie e da due figli,
Mattia e Roberto.
La moglie, debole ,incapace, negata per gli affari, affida infatti il patrimonio del marito all'amministratore
MALAGNA , che lucra sulle disgrazie della famiglia per avere il proprio tornaconto.
Mattia e Roberto, una volta cresciuti, non tentano nemmeno di recuperare gli averi perduti e di contrastare
Malagna: conducono una vita oziosa e dissipata, non frequentano la scuola, ma ricevono unistruzione
sommaria da un istitutore di nome PINZONE.
CAPITOLO IV/FU COSI
Il capitolo inizia con limpietosa descrizione di Malagna : grasso, rozzo, tozzo, sempre sudato, dalla voce
molle e miagolante, in perenne conflitto con la moglie Guendalina.
Malagna desidererebbe un figlio ma la moglie deperisce di giorno in giorno finch muore,.
Malagna piange la morte della moglie e la pensa con devozione ma un bel giorno si prende in casa e sposa
una ragazza giovane e robusta, OLIVA, che Mattia aveva conosciuto in precedenza : una ragazza onesta,
spigliata, bella, giovane e fresca.
Malagna sperava di avere figli da lei ma , ritenendo la moglie responsabile dellinfertilit, comincia a
maltrattarla.
Roberto e Mattia hanno un amico, POMINO, che ha la caratteristica di cangiare con meravigliosa facolt
scimmiesca, a seconda che si trovi con Berto o con Mattia.

Un giorno Pomino parla a Mattia di una ragazza di nome ROMILDA che lui ha adocchiato. Romilda , figlia
della VEDOVA PESCATORE , nipote di Malagna; sembra che Malagna abbia messo gli occhi su Romilda e
quindi Pomino prega Mattia di intervenire per salvare la ragazza dalle grinfie del perfido amministratore.
Il giorno dopo Mattia, con la scusa di una cambiale, va a casa della vedova Pescatore e qui trova Malagna e
Romilda. Sospetta che ci sia effettivamente una relazione clandestina fra zio e nipote.
Mattia rimane colpito dalla bellezza e dalla grazia di Romilda ( occhi cupi, intensi, occhi notturni) e cerca
di convincere Pomino a sposare la ragazza, prospettandogli una felice vita matrimoniale. Gli consiglia di
scrivere una lettera.
Perch Mattia si d tanta pena per Pomino? Solo per il gusto di stordire lamico , di far restare Malagna con
un palmo di naso, per salvare la ragazza. Ma alla fine Romilda si innamora di Mattia. I due iniziano una
relazione clandestina. Un giorno Romilda, disperata, getta le braccia al collo di Mattia e lo scongiura di
portarla via, lontano.
Nei giorni seguenti Mattia riflette sulla proposta e sta quasi per annunciare il fidanzamento alla propria
madre quando riceve una lettera da Romilda che gli chiede seccamente di non occuparsi pi di lei e di
considerare finita la relazione.
Lo stesso giorno Oliva, disperata, racconta a Mattia che il marito Malagna ha scoperto che lui pu avere
figli (Romilda incinta) e vuole divorziare. Mattia rivela a Oliva che in realt lui ha avuto una relazione con
Romilda e quindi lui il padre e come prova le mostra la lettera di addio che gli ha inviato Romilda.
Inizia una relazione clandestina con Oliva. Anche Oliva rimane incinta: Malagna, che pensava di ripudiare la
moglie perch non riusciva a dargli un erede, rimane con lei, e costringe Mattia a sposare Romilda.
La madre di Romilda, la vedova Pescatore, non si d pace per questo.
CAPITOLO V : LA MATURAZIONE
Romilda gelosa del figlio che avr Oliva, destinato ad una vita comoda e agiata mentre il suo vivr per
sempre nell'incertezza del domani. Quello che rimane delle propriet di Mattia viene svenduto ed acquistato
per pochi baiocchi da Malagna . Mattia deve trovare unoccupazione, pur essendo inetto a tutto e con una
fama alle spalle di scioperato e fannullone, fama che gli rende difficile trovare un lavoro.
Latmosfera in casa tesa : la madre di Mattia chiusa in se stessa, apatica, rassegnata, non d fastidio
neanche all'aria .Mattia teme che possa essere maltrattata dalla suocera e da Romilda. Mattia preoccupato
chiede al fratello Berto di accogliere la madre a casa sua ma Berto sostiene di non avere la possibilit di
ospitarla.
La tensione in famiglia cresce fino al giorno in cui scoppia un litigio particolarmente violento . Mattia
interviene e getta a terra la suocera.
Due giorni dopo zia Scolastica porta via con s la madre di Mattia, non prima di aver avuto un alterco con la
vedova Pescatore..
Dopo un ennesimo conflitto con la vedova Pescatore , durante il quale Mattia viene preso da un accesso di
riso isterico ( ho riso di tutte le mie sciagure ed il mio tormento , mi vidi in quell'attimo attore di una tragedia
che pi buffa non si sarebbe potuta immaginare io che non avevo pi pane per il giorno appresso ), il
ragazzo esce di casa e si imbatte in Pomino, che , commosso per la triste situazione in cui si trova Mattia,
gli offre un posto di lavoro come bibliotecario ; suo padre infatti, che assessore comunale per la Pubblica
Istruzione , gli ha detto che lattuale bibliotecario non pi in grado di svolgere il suo lavoro.
E cos, 4 giorni dopo, Mattia diventa bibliotecario. Guadagna sessanta lire al mese.
Passa tutto il giorno con il vecchio bibliotecario Romitelli che ha affiancato, e non sa cosa fare. Vedendo
grossi ratti che si nascondono tra i libri , ha unidea. Scrive unelaboratissima istanza all'assessore comunale
all'istruzione perch gli invii due gatti che possano fare strage di topi. Dopo un certo tempo Mattia riceve
due gattini magri e miseri che non si dimostrano all'altezza del loro compito. Protesta, e dopo un certo
tempo vede arrivare due bei gattoni lesti e serii che, senza perder tempo, si mettono a fare il loro dovere.
Mattia avverte un cambiamento nel profondo della sua anima ( Il capitolo si intitola Maturazione). Morto
Romitelli, si ritrova solo e pur senza voglia di compagnia: pu trattenersi solo poche ore in biblioteca,
impegnato nella caccia ai topi, non ha voglia di girare per il paese perch si vergogna dello stato di miseria,
non vuole stare in famiglia.
Decide perci di cominciare a leggere di tutto un po, disordinatamente, ma soprattutto libri di filosofia :
pesano tanto, eppure chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole.
Quando sazio di lettura, Mattia si reca in riva al mare : la vista delle onde lo fa cadere in uno sgomento
attonito , in una oppressione intollerabile ;siede sulla spiaggia, sente il fragore delle onde, mentre si lascia
scivolare tra le dita la sabbia pesante e mormora :Cos, sempre, fino alla morte,senza alcun mutamento,
mai Limmobilit e linutilit della sua condizione di vita gli pesano come un macigno.
Un giorno gli portano la notizia che la moglie ha le doglie e corre trafelato a casa . Vengono alla luce due
gemelle : si sgraffiavano tra di loro con quelle manine cos gracili eppur quasi artigliate da un selvaggio
istinto che incuteva ribrezzo e piet : misere, misere, misere , pi di quei due gattini che ritrovavo ogni
mattina dentro le trappole; ed anch'esse non avevano la forza di vagire
Ma Mattia sente anche per la prima volta un brivido nuovo , un senso di tenerezza ineffabile.
La prima nata muore pochi giorni dopo, la seconda muore all'et di un anno, quando Mattia ha ormai avuto

tempo di affezionarsi alla piccola , di chiamarla per nome e di sentirsi chiamare pap.
Contemporaneamente, lo stesso giorno muore anche la mamma di Mattia: il ragazzo rimane come
tramortito dal doppio lutto ed sull'orlo della follia. Per una notte intera vaga per il paese e per le
campagne. Viene confortato dal vecchio mugnaio.
Roberto si fa vivo ed invia 500 lire per il funerale, che torneranno utili in seguito a Mattia e diventeranno
cagione della sua prima morte
CAPITOLO VI :TAC,TAC,TAC
Cambio di scena: il capitolo inizia con la descrizione delle evoluzioni capricciose della pallina della roulette,
dalle quali dipendono le sorti di tanti giocatori.
Mattia capitato a Montecarlo per caso. Non sapendo pi resistere alla noia, anzi allo schifo di vivere in
quel modo, miserabile, senza speranza di miglioramento, senza compenso all'amarezza, allo squallore,
all'orribile desolazione ero fuggito dal paese a piedi , con le 500 lire di Berto in tasca.
Inizialmente Mattia pensa di andare a Marsiglia e da qui ,con la nave, in America, ma scoraggiato ed avvilito
anche per la scarsit di denaro,rinuncia . Sceso a Nizza, incerto sul da farsi, compera un opuscolo sulla
roulette e va al casin. Per parecchio tempo osserva i giocatori e respira latmosfera di grande tensione che
caratterizza il gioco : si faceva silenzio, un silenzio strano, angoscioso, quasi vibrante di frenate violenze,
tutti gli occhi si volgevano alla pallina con varia espressione : dansia, di sfida, dangoscia, di terrore
Mattia comincia a giocare , viene preso dalla febbre del gioco e vive uno stato di lucida ebbrezza. C quasi
una forza diabolica in lui che gli suggerisce i numeri e lo fa vincere in continuazione.
Dopo aver vinto una grossa somma, 11.000 lire, Mattia incerto sul da farsi : tornare a casa da una moglie
arida e rancorosa verso la quale non prova pi alcun affetto o partire per lAmerica?
Nei 12 giorni seguenti torna al casin e continua a giocare , vincendo fino al nono giorno, dopodich la
fortuna sembra abbandonarlo.
Il dodicesimo giorno Mattia viene informato che un giocatore che aveva conosciuto in precedenza, si
suicidato . Mattia lo vede disteso in mezzo al viale, con la rivoltella ancora in pugno. Prende un fazzoletto e
gli copre il volto sfigurato, tra le proteste della gente alla quale viene tolto il meglio dello spettacolo.
Mattia decide di abbandonare il gioco e ritorna a Nizza con 82.000 lire.
CAPITOLO VII . CAMBIO TRENO
Mattia in treno, diretto verso casa, incerto sul da farsi. Quali prospettive davanti a lui? Riscattare il mulino e
fare il mugnaio?
Immagina la scena del ricongiungimento con la moglie e la suocera : entrambe manifestano inizialmente
indifferenza, ma dopo un po la suocera ricomincia a sputar bile e a rinfacciare al genero il posto di
bibliotecario perso. Mattia vede se stesso mentre estrae la fortuna guadagnata al casin, conta le banconote
davanti agli occhi esterrefatti delle due donne e poi se ne va.
Mattia pensa a tutti i debiti che dovr saldare una volta arrivato a casa.
Il treno si ferma, Mattia scende e compera un giornale: rimane allibito quando legge la notizia della . sua
morte. A Miragno il giorno prima stato ripescato il corpo putrefatto di un uomo che stato riconosciuto
come quello di Mattia Pascal.
Mattia non crede ai suoi occhi : come possibile che moglie e suocera abbiano riconosciuto rispettivamente
marito e genero nel corpo di un estraneo?
Ma improvvisamente Mattia ha unilluminazione Ero morto, morto, non avevo pi debiti , n moglie, n
suocera: nessuno! Libero! Libero! Libero!
Mattia rinuncia a risalire sul treno, si procura un altro giornale per rileggere con calma e tranquillit larticolo.
Si sente paurosamente sciolto dalla vita, superstite di se stesso, sperduto, in attesa di vivere oltre la
(fittizia) morte, senza intravvedere ancora in quale modo.
Nell'articolo si parla della tremenda costernazione e dellinenarrabile angoscia che tormenta moglie e
suocera , della vedova sconsolata che piange il diletto marito, della stima dei concittadini.
Mattia prende la sua decisione e si sente sollevato.
CAPITOLO VIII :ADRIANO MEIS
Mattia costruisce gradualmente la propria identit, non solo esteriormente, ma anche nell'intimo . Mattia
ormai solo, sciolto da ogni legame, nuovo e assolutamente padrone di s, senza pi il fardello del suo
passato , con un paio dali, artefice del suo nuovo destino. Mattia si propone di sfuggire agli aspetti
sgradevoli della sua nuova vita, di ricercare belle vedute, ameni luoghi tranquilli, di trasformarsi in modo da
poter dire non solo di aver vissuto due vite ma di essere stato due uomini.
Mattia modifica il suo aspetto fisico , accorciandosi la barba , e sceglie un nuovo nome dopo aver ascoltato
casualmente una conversazione in treno : Adriano Meis.
All'inizio Mattia si sente pervaso da una fresca letizia infantile e assapora la gioia della novella libert.Oh
levit deliziosa dellanima, serena, ineffabile ebbrezza!!!.Lidea della libert sconfinata e unica gli procura
unimprovvisa felicit, un beato stupore. Laria di una meravigliosa trasparenza e Mattia si sente cos
inebriato dalla nuova libert che teme quasi dimpazzire.

Mattia si libera perfino della fede matrimoniale.


Mattia deve anche costruirsi nei minimi particolari un passato. Egli immagina di essere figlio unico, di
essere nato in America, in Argentina, di essere ritornato in Italia in tenerissima et, di aver avuto i genitori
morti quando lui era in tenera et, di avere avuto perfino un nonno che lo ha cresciuto. Per creare
limmagine del nonno Mattia osserva a lungo i vari vecchietti incontrati nel suo peregrinare di citt in citt,
coglie di ognuno un aspetto particolare Oh, di quanti nonnini veri si compose il nonnino mio!
Per ricostruire linfanzia fittizia Mattia osserva decine di ragazzini dai 5 ai 10 anni, studia le loro mosse, i loro
giochi, le loro espressioni.
Mattia vive la sua nuova vita senza avere quasi relazioni con gli altri e ,dopo un po di tempo, comincia a
sentire il peso della sua nuova condizione : senza documenti, non pu lavorare e dunque deve razionare i
suoi risparmi, non ha compagnia.
Un giorno in particolare si rende conto di quanto tiranna sia la sua libert: vorrebbe comperare un cagnolino
, ma si rende conto che non pu. Dovrebbe pagare una tassa , ma impossibilitato a farlo perch
ufficialmente non esiste.
CAPITOLO IX : UN PO DI NEBBIA
Il primo inverno trascorso ; inizia il secondo e la magia legata alla ritrovata libert inizia ad
appannarsi.Mattia comincia a pensare di trovarsi una fissa dimora ed invidia le persone normali che non
conoscono quel senso di penosa precariet che ormai caratterizza la sua vita.
Mattia si deve privare anche degli oggetti, gli oggetti che si caricano di significati particolari per il loro
proprietario, che suscitano emozioni e ricordi. Mattia non pu possedere nulla, costretto come ad
alloggiare in camere dalbergo, con la valigia in mano.
Mattia immagina se stesso che torna a casa per Natale, con il panettone sotto il braccio. Buongiorno, io
sarei il defunto marito della signora Pascal, vengo lesto lesto dallaltro mondo per passare le feste in
famiglia, con licenza dei superiori
Mattia pensa :Ci sono altre persone sole al mondo , ma anche vero che la condizione di queste persone
sole pu sempre cambiare mentre la sua no, destinata a rimanere tale per sempre. Mattia sar per
sempre un forestiero della vita.
Mattia ha fatto amicizia con un signore, vicino di tavolo in trattoria, un certo Cavalier Tito Lenzi. Quando i
cavaliere comincia a porre domande a Mattia sul suo passato, questi si sente a disagio, si ritrae. Al termine
della conversazione si rende conto inoltre che il nuovo amico mente e Mattia si sente avvilito : si chiede
come mai luomo menta, se non costretto a mentire. Mattia, da parte sua, obbligato ad una vita di finzione ,
si sente torcere lanima dentro mentre condannato a mentire.
Mattia si rende conto che non potr mai avere un vero amico , ma solo relazioni superficiali, che dovr vivere
per sempre mascherato. La vita, osservata da spettatore esterno, gli sembra senza scopo e senza senso.
Il frastuono, il fermento dellaa citt in perenne movimento lo stordiscono:Perch gli uomini si affannano a
rendere pi complicato il congegno della loro vita?? Perch tutto questo stordimento di macchine? Che far
luomo quando le macchine faranno tutto? Si accorger allora che il progresso non ha nulla a che fare con
la felicit?
Mattia torna in albergo immerso nei suoi cupi pensieri e si mette a parlare con un canarino in gabbia,
illudendosi che questo gli risponda.
Mattia convinto che luomo pensi che la natura in qualche modo gli parli, comunichi, trasmetta messaggi .
ma forse la natura non ha la minima percezione di noi e della nostra esistenza.
La conclusione di Mattia, al termine di queste amare riflessioni :Io dovevo vivere, vivere, vivere
CAPITOLO X . ACQUASANTIERA E PORTACENERE
Mattia decide di stabilirsi a Roma : la citt gli piace ed inoltre gli sembra la pi adatta ad ospitare, tra tanti
forestieri, un forestiero come lui.
Il ragazzo trova una stanza in affitto presso una famiglia discreta, composta dal signor Paleari, la figlia
Adriana, il cognato di Adriana Terenzio, al momento fuori citt.
Adriana lo informa che in casa vive unaltra inquilina ,Silvia Caporale, uninsegnante di pianoforte sola,
infelice, distrutta dallalcool, arrabbiata con la vita: viene ospitata gratuitamente in casa poich in passato ha
affidato i suoi risparmi a Terenzio che li ha investiti in un affare non andato bene.
Adriana una donna minuta, timida, seria, che sembra portare sulle sue fragili spalle tutto il peso della
gestione della famiglia. La sorella morta sei mesi prima.
Il padre nota Mattia appare un tipo eccentrico, con il cervello di spuma, dedito a strane letture di
teosofia , ossessionato dal pensiero della morte, interessato al paranormale : ha scoperto nellinquilina Silvia
straordinarie facolt medianiche.
Adriana molto religiosa e soffre per le pratiche medianiche del padre.
Sopra il comodino nella camera di Mattia appesa unacquasantiera. Una notte Mattia la utilizza
distrattamente come portacenere. Il giorno dopo lacquasantiera non c pi e sul comodino appoggiato un
portacenere.
Mattia si rende conto di non essere pi entrato in chiesa per pregare e di non aver riflettuto a lungo sul

pensiero della morte : ma lossessione di Paleari alla fine contagia anche lui.
Paleari parla sempre e solo di morte e riflette sul concetto di materia.
Se tutto materia, esistono comunque diversi gradi di materia: Nel mio stesso corpo c lunghia, il dente
e c il finissimo tessuto oculare!
La Natura ha faticato migliaia di secoli per far evolvere luomo dallo stadio di verme a quello attuale , per
arrivare a questa bestia che ruba, questa bestia che uccide, questa bestia bugiarda che pure capace di
scrivere la DIVINA COMMEDIA e tutta un tratto ,paffete, torna zero? Diventer verme il mio naso, il mio
piede, non lanima mia, perbacco!
Paleari osserva che deve pur esserci un vita oltre la vita:Se mi provano che , dopo aver faticosamente
vissuto per anni , tutto finisce l, ma io la mia vita la butto via oggi stesso!
Sarebbe la cosa pi assurda e atroce se tutto dovesse consistere IN QUESTO MISERABILE SOFFIO CHE
E LA NOSTRA VITA TERRENA: 50, 60 anni di noia, di miserie, di fatiche: perch?... Non possiamo
comprendere la vita se non ci spieghiamo la morte.
Se manca la lampadina della fede ci aggiriamo nella vita come ciechi.
Paleari non si cura di indagare sulla vita di Mattia. Solo una volte gli chiede perch si trovi a Roma.Non
capisce perch il ragazzo abbia scelto una citt triste, morta, chiusa nel sogno del suo maestoso passato ,
indifferente al formicolio che si agita intorno a lei. Roma giace con il suo grande cuore frantumato: i papi
ne avevano fatto unacquasantiera, gli Italiani lhanno trasformata in un posacenere.
CAPITOLO XI : DI SERA, GUARDANDO IL FIUME
Man mano che cresce la familiarit con i padroni di casa, cresce il disagio di Mattia. Egli si sente un intruso,
con un nome falso, unesistenza fittizia e ripete continuamente a se stesso che non deve accostarsi troppo
alla vita altrui.
La sera si affaccia alla finestra ad osservare il fiume nero e silente e ad immaginare il suo percorso tortuoso
fino alla foce.Spesso vede Adriana intenta ad annaffiare i fiori e spera che lei sollevi lo sguardo verso di lui.
Spesso Mattia girovaga di notte per le vie spettrali di Roma.Una sera si trova coinvolto in una rissa e riesce
a salvare una donna dall'aggressione di 4 uomini. I due poliziotti intervenuti lo invitano a denunciare il fatto
alla stazione di polizia ma Mattia si schermisce, poich non ha documenti. Eroe non potevo pi essere
davvero!
La Signorina Caporale ogni tanto rivolge domande sulla vita privata di Mattia : questi si rassegna e mente in
continuazione .Man mano che racconta cose mai avvenute Mattia diventa sempre pi abile :Meravigliavo io
stesso di aver accolto , viaggiando, tante impressioni, che il silenzio aveva quasi sepolte in me, e che
ora,parlando, resuscitavano , mi balzavano vive dalle labbra.
Mattia, dallo sguardo e dal rapimento con il quale la signorina Caporale lo ascolta, capisce che lei
innamorata di lui.
Ma Mattia prova invece una strana attrazione per Adriana , una pura soavissima ebrezza. Le anime
hanno un loro particolar modo dintendersi, mentre le nostre persone sono impacciate nel commercio delle
parole comuni, nella schiavit delle esigenze sociali.
Una sera Mattia assiste ad una scena che lo turba: sente una voce di uomo provenire dal terrazzino di casa
dove spesso si trattiene con le due donne a chiacchierare. Si tratta di Terenzio Papiano, il cognato di
Adriana, marito della sorella morta , che sta parlando in maniera concitata con la signorina Caporale proprio
di Mattia . Mattia capisce che i due sono amanti.
Terenzio intima alla Caporale di andare a chiamare Adriana: quando questa arriva Terenzio riprende a
parlare di Mattia in maniera concitata, al punto che questi decide di presentarsi . Terenzio cambia tono,
diventa mellifluo, si presenta come cognato di Adriana e dice di essere segretario presso i Borbonici.
Mattia rimane stupito da questo improvviso voltafaccia. Poi i tre vanno a dormire.
CAPITOLO XII : LOCCHIO E PAPIANO
Terenzio Papiano alto e robusto, un po calvo, con un grosso paio di baffi brizzolati, occhi grigi acuti ed
irrequieti: vede tutto e tocca tutto. E tornato a Roma con il fratello Scipione, che sembra incapace di
intendere e volere.
Mattia si accorge che Terenzio fa di tutto per convincerlo a parlare di s e si sente in trappola e a
disagio :Senza aver commesso cattive azioni , senza aver fatto male a nessuno , dovevo guardarmi cos,
davanti e dietro , timoroso e sospettoso , come se avessi perduto il diritto di essere lasciato in pace.
Mattia si rende conto di non poter pi ormai andarsene : il sentimento che lo lega ad Adriana, bench
rimasto inespresso, diventato troppo forte.
Un giorno Mattia trova la signorina Caporale in lacrime : lei gli confessa di essere disperata perch colpita da
tre disgrazie: donna, brutta, vecchia. Desidererebbe morire : non ha prospettive, ha dovuto anche vendere
il pianoforte che per lei era tutto . Ultimamente Terenzio cerca di indurla a convincere Adriana a sposarlo, per
questioni opportunistiche . Mattia tenta di consolarla.
Un giorno Terenzio porta a casa un certo Francesco Meis di Torino che sostiene di essere imparentato con
Mattia; questultimo fa di tutto per smentirlo , ma Francesco insiste : vuole essere ad ogni costo suo parente!
Un altro giorno Mattia sente dalla sua camera la voce di un uomo, un amico che Terenzio aveva portato a

casa, e riusce a identificare il proprietario di quella voce : si tratta dello Spagnolo, un personaggio che Mattia
ha conosciuto a Montecarlo.
Mattia impaurito : tracce del suo passato riemergono e possono minacciare la sua nuova identit.Decide
di farsi operare all'occhio che leggermente strabico : senza questa caratteristica pu darsi che sia pi
difficilmente identificabile.
CAPITOLO XIII : IL LANTERNINO
Per quaranta giorni Mattia deve rimanere al buio, dopo loperazione. Dopo alcuni giorni di quella prigionia
cieca Mattia sente prepotente il bisogno di essere consolato e confortato, ma solo da Adriana.
Un giorno Paleari vuole iniziare Mattia alle sedute spiritiche e alla lanterninosofia. Introduce il discorso
sostenendo che lalbero vivo ma NON SI SENTE , non consapevole di s. Luomo invece ha il triste
privilegio di SENTIRSI VIVERE: questa consapevolezza per Paleari come un lanternino che ci fa vedere
sperduti sulla terra, ci fa vedere il male ed il bene.
Il lanternino produce un cerchio di luce pi o meno ampio al di l del quale c il buio assoluto, la notte
perpetua che ci accoglie quando il lanternino si spegne.
Paleari organizzer una seduta spiritica alla quale parteciperanno lui stesso, Terenzio, la nipote del
marchese Giglio dAuletta,un pittore spagnolo, Mattia, Silvia e addirittura Adriana. Silvia comunica con un
antico compagno di Accademia, Max, morto di tisi a 18 anni. Quando comunica con Max, la signorina
Caporale in grado di suonare in maniera superlativa.
Viene portato tutto loccorrente e la seduta inizia.
CAPITOLO XIV : LE PRODEZZE DI MAX
Mattia e Adriana sono convinti che la seduta spiritica sia una frode. Viene formata una catena ma la
signorina Caporale sostiene che non ben equilibrata e quindi vengono cambiati i posti. Mattia pu tenere la
mano di Adriana.
Nel corso della seduta si verificano strani fenomeni. Silvia riceve addirittura un violento pugno.(che in realt
proviene da Terenzio)
Nelle sere successive vengono ripetute le sedute e si verificano gli stessi fenomeni, cio scricchiolii, colpi,
levitazione del tavolino, addirittura un pugno formidabile sferrato sul tavolo. Mattia stenta a prendere sonno :
impaurito e pensa che lo spirito del cadavere trovato a Miragno abbia palesato la sua presenza. Nel corso
di una delle sedute Mattia riuscito a baciare Adriana.
CAPITOLO XV:IO E LOMBRA MIA
Il capitolo inizia con alcune considerazioni : durante la notte, nel dormiveglia, spesso riflettiamo su quanto
facciamo durante il giorno e ci meravigliamo di quante sciocchezze riusciamo a commettere nella nostra
vita quotidiana, forse abbagliati e confusi dal frastuono della vita :Comaltro il giorno, altro la notte, cos
forse siamo noi di giorno, altra di notte: miserabilissima cosa, ahim, cos di notte come di giorno.
Queste considerazioni nascono dal fatto che, dopo 40 giorni, Mattia toglie le bende e rivede la luce: tutte le
considerazioni e le riflessioni che ha fatto durante i 40 giorni di buio svaniscono alla luce del sole, e Mattia si
sente invaso da foschi pensieri. Si pente per il bacio dato ad Adriana e per il significato che questo assume
per lei , sente di essersi ormai compromesso e ripercorre mentalmente quanto ha sperimentato dalla fuga da
Miragno in poi:
inizialmente ha sperimentato libert che appariva senza limiti , poi solitudine e noia, in seguito ha tentato di
riallacciare qualche relazione ed infine si reso conto che la libert tanto sospirata in realt si tramutata in
una opprimente prigione.
Mattia si rende conto , assumendo unidentit fittizia, di essere diventato lombra di un uomo .Fino a che
rimasto chiuso in s e spettatore della vita degli altri ha potuto coltivare lillusione di vivere unaltra vita , ma
nel momento in cui ha baciato Adriana si reso conto di averla baciata con le labbra di un morto , di averla
trascinata lei , in un gioco pi grande di lei, in una sorte di finzione che lei non merita. Alla fine Mattia, pur
liberatosi di moglie, suocera, debiti e di una misera esistenza, si sente schiavo delle finzioni, delle
menzogne, del timore di essere scoperto pur senza aver commesso alcun delitto.
Adriana entra nella stanza , gli porta il conto del dottore che ha eseguito loperazione. Mattia tormentato da
mille dubbi, non sa se distruggere le illusioni di Adriana o meno. Va verso la scrivania per prendere il denaro
e si accorge che qualcuno gli ha sottratto 12ooo lire. Certamente stato il fratello di Terenzio durante la
seduta spiritica, su indicazione del fratello. (Terenzio infatti era assillato dal fatto di dover restituire a Paleari
la dote della moglie defunta, sorella di Adriana)
.Mattia, sconvolto , riferisce il fatto ad Adriana che rimane molto turbata e vuole chiedere spiegazioni a
Terenzio e denunciare il furto. Ma Mattia la ferma Conoscevo il ladro e non potevo denunciarlo. Che diritto
avevo io alla protezione della legge? Io ero fuori dogni legge. Chi ero io? Nessuno!!! Non esistevo io, per la
legge. E chiunque ormai , poteva rubarmi; e io, zitto!
Mattia riesce a calmare Adriana e a farle promettere che per il momento non divulgher la cosa. Rimasto
solo Mattia preso dallo sconforto: non nessuno, non pu neppure denunciare un furto. Mi sembrata
una fortuna lessere creduto morto? Ebbene, sono morto davvero. Sono vivo per la morte e morto per la

vita.
Mattia prende in considerazione lidea di andarsene : con il lutto nel cuore si sarebbe allontanato da quella
casa dove aveva trovato un po di requie , in cui si era fatto il nido, e di nuovo per le strade, senza meta,
senza scopo, nel vuoto .solo, diffidente, ombroso. Cosa resta di Mattia Pascal? La sua ombra.
CAPITOLO XVI : IL RITRATTO DI MINERVA
Tornato a casa Mattia trova la famiglia in subbuglio e scopre che Adriana ha informato i familiari del furto. Si
pensa che il ladro sia il fratello di Terenzio, Scipione, che infermo ed incapace di intendere e volere.
Mattia, che vuole mettere a tacere la questione, informa tutti che ha ritrovato il denaro che pensava rubato,
nel portafoglio. Adriana non crede alla versione e si allontana sconvolta. Terenzio informa i presenti che gi
prima del supposto furto aveva preso la decisione di far ricoverare il fratello in un istituto, di concludere un
affare per poi restituire il denaro al suocero.
La famiglia ha un appuntamento a casa del Marchese Giglio dAuletta.
Qui Mattia si avvicina a Pepita e conversa con lei per far dispetto ad Adriana: egli vorrebbe in qualche modo
evitare di illudere ancora la ragazza, che non lo merita.
Dopo un po di tempo arriva, in ritardo, il pittore Bernaldez che ha lincarico di eseguire il ritratto di Minerva,
la cagnolina di Pepita.
Mattia entra in conflitto con il pittore, ritiene di essere stato offeso e lo vuole sfidare a duello. Va alla ricerca
di due padrini in un gruppo di ufficiali ma viene preso in giro. Mattia si allontana sconvolto e disperato , con
lanima frustata da quel dileggio , piena di una plumbea tetraggine angosciosa. Tutta la mia vita si
spegneva, ammutoliva con quella notte.
Mattia, camminando, si trova su Ponte Margherita. Improvvisamente trova una soluzione alla sua
disperazione : decide di far credere di essersi suicidato , lasciando sul ponte il suo berretto, il suo bastone
ed un biglietto con il nome Adriano Meis. Torner a Miragno, si vendicher di moglie e suocera che hanno
fatto finta di riconoscerlo nel cadavere di uno sconosciuto e cos si liberer per sempre di quella menzogna
che lo sta uccidendo lentamente da due anni, di quel tristo, odioso fantoccio che lui stesso ha creato con le
sue mani.
Dopo aver lasciato biglietto, cappello, bastone Mattia si allontana furtivamente.
CAPITOLO XVII
Mattia si reca alla stazione e sale sul treno per Pisa, dove ha intenzione di fermarsi un paio di giorni prima di
riprendere il treno per Miragno.
Mattia si sente sollevato Finalmente libero! Non dover pi mentire, non dover pi temere di essere
scoperto ! Come mi ero illuso che potesse vivere un tronco reciso dalle sue radici? Mattia fa delle
congetture su ci che si potr dire di Adriano Meis nel momento in cui si sapr del suicidio. Perch Adriano si
suicidato? Per via del duello imminente? Per un furto? A causa di una relazione sentimentale? Domande,
supposizioni, pensieri, sentimenti, tumultuavano in me, mentre il treno rombava nella notte e non mi davano
tregua. E soprattutto il pensiero di Adriana che angustia Mattia.
Il giorno dopo compare sul giornale la notizia del suicidio di Adriano, che ha lo stesso risalto di un normale
fatto di cronaca. Mattia, tranquillizzato, pu partire per Oneglia, dove ha intenzione di far visita al fratello
Roberto.
Berto rimane stupefatto quando vede il fratello, lo abbraccia e lo informa che la moglie Romilda si sposata
con Pomino; se Mattia torna a casa il secondo matrimonio verr annullato per legge .
Mattia decide di partire per Miragno la sera stessa.
CAPITOLO XVIII
Mattia in treno preso dall'ansia e dalla rabbia.
Arrivato a Miragno,si reca di corsa a casa di Pomino. Alla sua vista Pomino, la suocera e Romilda sono
terrorizzati e lo guardano come se vedessero un fantasma.
Mattia scopre che Romilda ha avuto una bambina da Pomino.
Segue unaccesa discussione al termine della quale Mattia afferma che non intende ritornare a vivere con la
moglie : il matrimonio con Pomino non verr quindi annullato.
Mattia se ne va.
Si stabilisce presso la zia Scolastica e riprende il suo lavoro di bibliotecario.
A chi gli domanda come si chiami lui risponde : IO SONO IL FU MATTIA PASCAL

Potrebbero piacerti anche