Sei sulla pagina 1di 2

Scheda di lettura de “Il fu Mattia Pascal”

TITOLO
Il fu Mattia Pascal
DATA DI PRIMA PUBBLICAZIONE
1904
GENERE
Romanzo
AUTORE
Luigi Pirandello, annoverato tra i migliori letterati del 1900,
naque il 28 giugno 1867 ad Agrigento, da una famiglia
benestante.
Studiò al liceo classico di Palermo e, in seguito, alla facoltà di
lettere della medesima città. Nel 1887 decise di proseguire
l’università a Roma.
Nel 1894 Pirandello sposò Antonietta Portulano, da cui ebbe
tre figli. Nel 1997 gli venne conferita la cattedra di letteratura
italiana all’istituto superiore di Magistero. Da questo momento,
fino al suo decesso, fu un periodo di crisi per l’autore a causa
della rovina dell’azienda paterna e del patrimonio suo e della
moglie, ma nonostante ciò continuò a scrivere novelle, saggi e
romanzi.
Nel 1934 gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura e
nel 1936 perì.
TRAMA
Il romanzo “Il fu Mattia Pascal” racconta la storia di Mattia
Pascal, uomo che vive nella cittadina di Miragno, sposato con
Romilda, da cui ha due figlie ambedue morte a distanza di un
mese.
In seguito a questo evento, Mattia si allontana dal paesino ad
insaputa di tutti, e va a Montecarlo, dove giocando d’azzardo
guadagna una grossa somma di denaro. Su un treno legge su
un giornale che a Miragno un uomo si era suicidato buttandosi
nel fiume e che era stato riconosciuto dai parenti come Mattia
Pascal. In questo momento, allora, Mattia Pascal decide di
iniziare una nuova vita, con il nome di Adriano Meis. Va a vivere
a Roma, e qui alloggia insieme ad altre persone, tra cui Adriana,
di cui si innamora. In seguito ad un furto, Mattia si rende conto
di non poter sporgere denuncia, e di non avere più nessun
diritto, quindi dice “di me, non è rimasta che l’ombra”.
Essendo innamorato di Adriana, ma non potendo sposarla,
decide di simulare un suicidio, e di tornare ad essere Mattia
Pascal.
Lascia sul ponte Margherita il suo cappello, il suo bastone ed
un foglietto con scritto Adriano Meis.
In seguito a ciò decide di andare a trovare suo fratello Berto,
che inizialmente pensa che quello davanti a lui sia un fantasma,
ma poi si convince che è realmente Mattia. Dal fratello, il
protagonista scopre che la moglie Romilda si è sposata con
Pomino ma, che per legge, se fosse tornato a Miragno sarebbe
tornata ad essere la sua consorte.
A questo punto torna a Miragno e va a villa Pomino. Qui
incontra sua moglie e la vedova Pescatore, che piano piano si
convincono che lui sia realmente Mattia. Così il protagonista
torna alla sua vita da bibliotecario e, di tanto in tanto, va a fare
visita alla sua lapide e quando qualcuno chiede informazioni
sulla sua identità, lui risponde “Io sono il fu Mattia Pascal”.
COMMENTO
Ho apprezzato moltissimo il romanzo “Il fu Mattia Pascal”, in particolar modo per le innovazioni
stilistiche che apporta nella letteratura italiana di fine 1800/inizio 1900.
Il capitolo che più mi ha colpito è stato “L’occhio e Papiano” per il ragionamento fatto da Anselmo
Paleari sulla rottura del cielo del teatrino, quindi di come un eroe monolitico, come Oreste,
diventerebbe un Amleto, eroe moderno.
Mi ha inoltre affascinato il ragionamento fatto da Mattia Pascal nel secondo capitolo del romanzo, di
come gli uomini, prima che Copernico scoprisse che la terra gira intorno al Sole, si sentissero
dominatori del mondo, al contrario di adesso, che si è scoperto della teoria eliocentrica, e ci si rende
conto dell’infinita piccolezza umana.
Consiglio vivamente la lettura del romanzo, poiché interessante e coinvolgente.

Potrebbero piacerti anche