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• OLE, AL & MAX (“The Killers” – Hemingway, 1927): strana coppia di assassini
che molto ci ricorda la coppia di “Pulp Fiction”. Dei due non sappiamo il nome
intero, ma solo i diminutivi; sono servi e compiono le azioni per un terzo (il boss).
Fisicamente diversi, ma hanno tutti tratti dei clown (bombetta, soprabiti neri e
guanti), si divertono a spiazzare chi si trovano di fronte. Devono uccidere Ole
Anderson e quando gli viene chiesto cosa lo svedese ha fatto loro, non danno al
risposta che ci aspetteremmo i due sicari del Riccardo III avevano una buona
ragione per uccidere Clarence, in questo caso si uccide una persona perché si
deve uccidere, non se ne spiega il motivo.
Hemingway racconta attraverso gli occhi di Nick Adams di un’America innocente
che si trova di fronte al male senza sapere da dove provenga né come affrontarlo.
Nick va ad avvisare Ole che la sua vita è a rischio e lui si professa stanco di
sfuggire al proprio destino rappresenta sia l’uomo braccato da qualcuno a cui in
passato a fatto qualche torto, sia un emigrato che è arrivato in America nella
speranza di vivere il sogno americano, ma si quel sogno si è rivelato essere
illusorio.
Ole è un pugile = figura importante che dimostra sia un individualismo
combattivo ed eroico, sia una figura che può diventare il capro espiatorio di una
società combattiva che non da tregua ai perdenti.
Unico elemento emotivo è dato da Nick che non riesce a pensare a Ole, tutto solo
nella sua camera d’albergo che aspetta la fine.
Hemingway non ci dice come va a finire.
• STANLEY, GOLDBERG & MCCANN (“Birthday Party” – Pinter, 1958): La
strana coppia sequestra Stanley mentre si trova nella pensione in riva al mare,
gestita da due anziani coniugi (Petey e Meg). Stanley è un quarantenne che vive
alla spalle della strana coppia di anziani; Pinter non ci spiega per conto di chi e
perché avviene questo rapimento.