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LO SVILUPPO COGNITIVO DI PIAGET:

teoria costruttivista

STADIO 1: STADIO SENSOMOTORIO: (nascita – 2 anni)


- Va dalla nascita ai 2 anni circa.
- L’interazione del bambino è di tipo sensoriale, percettivo e motorio.
- Il bambino non ha capacità di rappresentazione degli oggetti ma reagisce solo nel
qui ed ora.
- Verso la fine dei due anni il bambino diventa capace di comprendere che ogni
oggetto esiste anche se non lo vede, mentre prima di questa fase il bambino
non possiede una rappresentazione mentale dell’oggetto perché non ne ha
esperienza.
PERMANENZA DELL’OGGETTO: un oggetto continua ad esistere anche quando
non si può vedere.
- Piaget usa dei compiti per far capire al bambino che l’oggetto continua ad
esistere anche se non si può vedere  si metteva davanti ai bambini piccoli
con un oggetto in mano e lo metteva sotto un tovagliolo, il compito consisteva
di spostare l’oggetto sotto un altro tovagliolo per poi chiedere al bambino
dove fosse l’oggetto.

O-4 MESI: il bambino non cerca l’oggetto, perché non lo vede, quindi per lui è scomparso.
4-8 MESI: il bambino cerca l’oggetto solo se è parzialmente scoperto oppure che il
bambino lo stava maneggiando prima che venisse nascosto.
8-12 MESI: il bambino cerca l’oggetto nel punto in cui è scomparso nonostante gli si
è fatto vedere lo spostamento: ERRORE A-non-B.
12-18 MESI: il bambino cerca correttamente l’oggetto anche dopo che ha subito
degli spostamenti a patto che questi siano visibili  raggiunge il concetto di
PERMANENZA DELL’OGGETTO.
18-24 MESI: il bambino è in grado di rappresentare mentalmente l’oggetto anche se non
lo vede.

STADIO 2: PERIODO PREOPERATORIO: (2-6 anni)


Questo stadio si caratterizza da:
- EGOCENTRISMO: per Piaget rappresenta la difficoltà di uscire dal proprio
punto di vista per comprendere il punto di vista di un’altra persona.
- CENTRATURA DEL PENSIERO: tendenza a focalizzare l’attenzione su una
caratteristica e ad escluderne altre.
- IRREVERSIBILITA’ DEL PENSIERO: il bambino fa fatica a tornare indietro nel
pensiero. Una manifestazione dell’irreversibilità del pensiero è l’incapacità di
comprendere il CONCETTO DI CONSERVAZIONE (le proprietà di una materia
rimangono costanti nonostante dei cambiamenti esterni come la forma, il
posizionamento).
 Un compito era quello di prendere due contenitori uguali (larghi e bassi) e
uno diverso. Al bambino viene fatto vedere il passaggio da un contenitore
all’altro uguali e riconosce che la quantità di liquido è la stessa. Viene fatto
lo stesso passaggio ma travasando il liquido dal contenitore largo e basso a
uno lungo e stretto e il bambino risponde che il liquido è cambiato  il
bambino rimane agganciato al dato percettivo dovuto all’irreversibilità del
pensiero.
 Oppure se mostriamo al bambino due palline uguali il bambino riconosce
che sono uguali, ma se schiacciamo una delle due per il bambino già non
sono più uguali (CONSERVAZIONE DELLA MATERIA).
 CONSERVAZIONE DEL NUMERO: il numero degli oggetti non cambia anche
se vengono posizionati in maniera differente, mentre per il bambino se io li
distribuisco diversamente non sono più lo stesso numero.

STRATEGIE PER LAVORARE CON I BAMBINI NEL PERIODO PREOPERATORIO:


- Chiedere ai bambini di fare i confronti tra oggetti come più lungo, più corto…
- Chiedere ai bambini di ordinare gli oggetti dal più corto al più lungo ad esempio.
- Far disegnare ai bambini delle scene in prospettiva confrontando poi i disegni
dei bambini per far capire loro che ogni bambino può avere una prospettiva
differente.
- Chiedere di giustificare le risposte.

STADIO 3: PERIODO OPERATORIO: (7-12 anni)


- Nascita del pensiero logico.
- Il bambino acquisisce il concetto di conservazione della sostanza, del numero, del
volume…
- Acquisizione della lettura, scrittura e capacità di calcolo  il bambino si
stacca dal dato percettivo.
- Sviluppo delle competenze logiche:
 CAPACITA’ DI CLASSIFICAZIONE: i bambini sanno raggruppare elementi in
base a una particolare caratteristica; quindi, sono in grado di rispondere a
domande come “tutte le figure blu sono dei cerchi?”.
 ACQUISIZIONE DELLA TRANSITIVITA’: riesce a capire che se Anna è più
bassa di Chiara e Chiara è più bassa di Paola, allora Anna è più bassa di
Paola.
 CAPACITA’ DI SERIAZIONE: se vengono messi sul tavolo dei bastoncini di
lunghezza differente, il bambino in questa fase riesce a metterli in ordine di
grandezza.
4-5 ANNI: i bambini riescono ad ordinare solo due bastoncini alla volta,
costruiscono delle coppie di bastoncini grande-piccolo.
5-6 ANNI: il bambino costruisce correttamente la sequenza ma attraverso
un procedimento fatto di prove ed errori. Di volta in volta viene cercato il
bastoncino più lungo o più corto rispetto a quello precedente e ricomincia
da capo.
Dai 7 ANNI: il bambino non ricomincia da capo ma inserisce direttamente il
bastoncino nel posto giusto.

STRATEGIE PER LAVORARE CON I BAMBINI NEL PERIODO OPERATORIO:


- Aiutare i bambini ad arrivare da soli a una risposta attraverso l’uso di
domande potenziando la loro capacità di ragionare.
- I bambini vanno coinvolti in attività di operazioni mentali (sommare,
dividere) usando inizialmente dei materiali concreti (sassolini per fare i
calcoli).
- Progettare attività in cui si chiede di applicare operazioni di classificazione in
ordine ascendente o discendente o di applicare il principio di conservazione
della materia.
- Chiedere di giustificare le risposte.

STADIO 4: PERIODO OPERATORIO FORMALE: (dai 12 anni in poi)


- Acquisizione della capacità di compiere operazioni logiche su premesse
ipotetiche, senza necessariamente basarsi su un dato percettivo concreto.
- Capacità di applicare operazioni logiche ad un livello puramente astratto.
- Acquisizione della capacità di pensiero astratto.
- Acquisizione della capacità di ragionamento logico e scientifico.
 Compito del pendolo: si danno al soggetto una serie di pesi e una cordicella
appesa a un gancio e gli si dice che può variare la lunghezza della cordicella e
cambiare il peso. In questo modo varia la frequenza di oscillazione del
pendolo. Il compito consiste nel capire quali tra questi fattori determina la
frequenza di oscillazione del pendolo.
Prima di capire che il fattore determinante è la lunghezza della cordicella il
bambino fa dei tentativi, formula delle ipotesi e le verifica.

STRATEGIE PER LAVORARE CON I BAMBINI NEL PERIODO OPERATORIO FORMALE:


- Non tutti i bambini sviluppano nello stesso momento quindi ci possono essere
dodicenni che non hanno acquisito caratteristiche dello stadio operatorio
formale  le strategie precedenti possono essere d’aiuto.
- Proporre un problema ed invitare i ragazzi a formulare delle ipotesi su come
risolverlo.
- Invitare i ragazzi a sviluppare dei progetti da realizzare.
- Creare schemi gerarchici quando si chiede di scrivere i temi.

IMPLICAZIONI DELLA TEORIA DI PIAGET IN AMBITO EDUCATIVO:


- Adottare un ruolo attivo nell’apprendimento per fare in modo che bambini
e ragazzi non siano esposti a lezioni passive e frontali.
- Va facilitato l’apprendimento facendo arrivare il bambino da solo alla
soluzione senza fornire subito una risposta perché se ci arrivano da soli ha un
valore differente.
- Vanno tenute in considerazione le conoscenze possedute di un certo
argomento, così che io insegnante so che tipo di informazioni devo fornire o
meno.
- Va promosso il benessere intellettuale di bambini e ragazzi facendo lezioni ne
troppo facili ne troppo difficili.
- La classe deve essere un ambiente di esplorazione e scoperta.

CRITICHE ALLA TEORIA DI PIAGET:


Gli aspetti di maggiore criticità riguardano:
- CONCETTO DI STADIO: il concetto di stadio di Piaget implicava una conoscenza
a dominio generale, mentre la conoscenza è a dominio specifico (le nozioni di
conservazione non appaiono tutte insieme = ad esempio, se so risolvere il
principio di conservazione del liquido, magari non so risolvere il principio di
conservazione del peso):
- EFFETTIVA PUREZZA DEI COMPITI: erano compiti troppo complessi in cui
Piaget richiedeva delle competenze che il bambino probabilmente non aveva
ancora sviluppato. Venivano valutate delle funzioni cognitive più alte.
 Piaget usava nei suoi compiti dei materiali poco stimolanti per il bambino.
Ad esempio, il compito delle tre montagne poteva essere un po’ lontano
dall’interesse del bambino. In questo senso il compito “il ragazzo e il
poliziotto” di Hughes è migliore rispetto a quello delle tre montagne
perché abbiamo una SITUAZIONE REALISTICA e STIMOLA
L’IMMAGINAZIONE.
Quindi, l’utilizzo di materiali poco vicini al mondo dei bambini poteva
influenzare le loro risposte rendendoli meno capaci di quello che in realtà
erano.
 L’effettiva età di comparsa delle competenze: ad esempio la permanenza
dell’oggetto, il superamento dell’egocentrismo o la conservazione del
numero fanno la loro comparsa più precocemente.
 Piaget non ha inserito l’aspetto sociale e la sfera emotiva del bambino che
influenzano il suo sviluppo.
Tuttavia…
- La teoria di Piaget costituisce il quadro di riferimento più completo dello sviluppo
cognitivo.
- L’idea che lo sviluppo cognitivo evolva da modalità prelogiche a modalità
logiche di pensiero viene ancora oggi ritenuta valida. Quindi si passa da una
capacità di lavorare sul concreto a quella di lavorare sull’astratto.
- L’idea che il bambino è un soggetto attivo nella costruzione della propria
conoscenza (teoria costruttivista) viene ancora oggi ritenuta valida.

TEORIA SOCIOCULTURALE DI VYGOTSKIJ

- Il contesto culturale modella lo sviluppo cognitivo del bambino.


- Il bambino è considerato UN BAMBINO IN UN CONTESTO: tutto ciò che
riguarda il suo sviluppo cognitivo avviene all’interno del suo contesto grazie
alle ripetute interazioni sociali che il bambino ha con altre persone.
- Anche il LINGUAGGIO: da funzione sociale diventa intrapsichica  si impara
prima a parlare con l’altro e poi sulla base di queste comunicazioni si può
formare il LINGUAGGIO INTERIORE.

I concetti fondamentali della sua teoria sono:


- ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE = è un’area intermedia tra ciò che i bambini
sanno fare da soli e ciò che sono in grado di fare con l’aiuto e il supporto di
un’altra persona. In quest’area se al bambino gli si da supporto è in grado di
svolgere il compito. Quindi, adulto e ambiente sociale hanno un ruolo
fondamentale.
- CONCETTO DI SCAFFOLDING = è l’aiuto che l’adulto può offrire al bambino per
lavorare all’interno della zona di sviluppo prossimale.
 Tecnica che permette di modificare il livello di supporto fornito dall’adulto
nel corso dell’apprendimento.
 L’insegnante adatta la quantità del supporto a seconda delle necessità di
apprendimento del bambino per far si che non sia né poco né troppo.
Esempio: come assemblare un puzzle.

IMPLICAZIONI DELLA TEORIA DI VYGOTSKIJ IN AMBITO EDUCATIVO:


1. Sarebbe ideale che un insegnante comprendesse dove può arrivare il bambino
e dove no  proponendo dei compiti che lavorino sulla zona di sviluppo
prossimale, così che il bambino possa risolvere con successo il compito 
questo è qualcosa per cui il bambino sentirà MOTIVAZIONE e AUTOSTIMA.
2. I coetanei più competenti sono una risorsa importante (peer education).
3. Va incoraggiato il linguaggio interiore del bambino (parlare da soli e ad alta voce).
4. Vanno inserite le pratiche educative in un contesto significativo con compiti
concreti e non solo astratti.
PUNTI DI FORZA: importanza del contesto sociale nello sviluppo e interazione
con l’altro. PUNTI DI DEBOLEZZA: come cambia il pensiero dei bambini col
crescere dell’età?
Qual è il ruolo dello sviluppo -fisico -sociale -emozionale nello sviluppo cognitivo?
LO SVILUPPO LINGUISTICO

Il linguaggio è:
- Una forma di comunicazione basata su simboli.
- Una forma di comunicazione produttiva e creativa.
- Un sistema dotato di regole.
- Può essere realizzato in molti modi: espressioni orali, scritte, gestuali.
- Ci sono diverse modalità di trasmissione delle informazioni: linguaggio
verbale, non verbale, para-verbale.

Il linguaggio è costituito da sei sistemi di regole:


1. FONOLOGIA = riguarda il modo di produzione dei suoni linguistici.
Comprende i fonemi. La sostituzione di un fonema implica un cambiamento di
significato. (gatto-ratto).
2. MORFOLOGIA = il morfema è un’unità minima di significato. Riguarda la
modificazione della forma delle parole per mutarne il significato. (singolare-
plurale).
3. SINTASSI = riguarda l’ordine e la combinazione delle parole per costruire le
frasi. Il cane ha morso il bambino / il bambino è stato morso dal cane 
hanno lo stesso significato.
4. SEMANTICA = studia il significato di una parola o di una combinazione di
parole. “adolescente” e “uomo” sono due parole che condividono alcuni
significati semantici.
5. PRAGMATICA = uso del linguaggio in maniera efficace nei contesti sociali.
Esempio: se usare il tu o il lei.
6. TESTUALITA’ = è il sistema di regole che organizzano in modo coerente insiemi di
frasi.

I bambini apprendono il linguaggio nei contesti comunicativi significativi.


TEORIA DELL’APPRENDIMENTO DEL LINGUAGGIO DI SKINNER

L’apprendimento del linguaggio deriva dal fatto che l’adulto rinforza il bambino
quando inizia a parlare. Quindi l’adulto plasma e corregge le produzioni linguistiche
scorrette del bambino, così impara a parlare correttamente.

Critiche:
1. Se lo sviluppo del linguaggio si basa sul rinforzo ed esperienza diretta del
bambino, non basterebbe una vita intera di interazioni genitore-infante.
2. I genitori tendono a rinforzare sia le affermazioni corrette che scorrette dei bambini
3. Non si tiene conto dell’aspetto creativo del linguaggio.
4. Non spiega la sequenza regolare con cui si sviluppa il linguaggio. (sarebbe
strano che tutti i bambini abbiano le stesse tappe se l’apprendimento
linguistico avviene solo in base all’interazione con l’adulto).

TEORIA INNATISTA DI CHOMSKY

Il bambino ha una predisposizione innata ad acquisire una lingua. Chomsky individua


la presenza di un dispositivo innato LAD (Language Acquisition Device) il quale
contiene delle regole (GU = Grammatica Universale: regole condivise da tutte le
lingue). Secondo Chomsky esiste un periodo critico entro il quale il bambino deve
imparare a parlare. Ad esempio, i ‘bambini lupo’ nonostante gli sforzi dei medici in
realtà non hanno mai imparato a parlare.

La teoria di Chomsky spiega:


 Perché si impara a parlare in maniera rapida.
 Perché le tappe dello sviluppo linguistico sono le stesse per tutti i bambini.
 Perché il bambino è in grado di produrre espressioni che non aveva mai sentito
prima.
 Perché il linguaggio che il bambino produce è più ricco rispetto al linguaggio a
cui il bambino è stato esposto.

D’altra parte, Chomsky si focalizza ESCLUSIVAMENTE su fattori biologico-genetici.

TEORIA INTERAZIONISTA

I bambini sono biologicamente predisposti ad apprendere il linguaggio che però


viene acquisito anche grazie all’influenza sociale (fattori genetici + fattori
ambientali).
Secondo Bruner l’ambiente rappresenta per il bambino un sistema di supporto
per l’acquisizione del linguaggio (LASS).
FATTORI CHE FAVORISCONO LO SVILUPPO DEL VOCABOLARIO:
o I bambini acquisiscono le parole che sentono più spesso nell’ambiente in cui
vivono.
o I bambini acquisiscono le parole che denotano cose ed eventi per loro interessanti.
o I bambini sono facilitati nell’acquisizione delle parole quando sono
presentate in contesti attivi piuttosto che passivi e in contesti ricchi e
stimolanti.
o I bambini acquisiscono le parole al meglio quando hanno accesso a
informazioni chiare circa il loro significato.
o È importante anche l’esperienza di pre-alfabetizzazione che avviene spesso
in contesto famigliare (lettura dei libri).

BILINGUISMO:
In una prima fase i bambini sottoposti dai genitori a stimoli linguistici di natura
differente presentano una forma di ritardo nello sviluppo linguistico perché fanno
confusione. Molti studiosi si sono chiesti se il bilinguismo fosse uno svantaggio o
meno.
Una volta passata questa fase, i bambini che imparano due lingue in età precoce
hanno una serie di competenze linguistiche più sviluppate rispetto a coetanei
monolingui.

STRATEGIE PER L’AMPLIAMENTO DEL VOCABOLARIO:


- Chiarire il significato delle parole nuove incontrate nei libri.
- Denominare e descrivere gli oggetti che si trovano nell’ambiente.
- Introdurre nelle conversazioni parole nuove.
LO SVILUPPO SOCIALE E DEL SE’

TEORIA ECOLOGICA DI BRONFENBRENNER


- Si concentra sui contesti sociali del bambino che influiscono sul suo sviluppo
insieme alle persone interne a questi contesti come insegnanti, genitori,
fratelli, amici.
- Ogni bambino vive più di un contesto (familiare, scolastico, sportivo) e ogni
contesto cambia nel tempo.
- Lo sviluppo del bambino è determinato dall’interazione dei diversi contesti.
- Si occupa della relazione tra il funzionamento psicologico di una persona e
le proprietà dell’ambiente in cui il comportamento si manifesta.

STRUTTURE DELL’AMBIENTE ECOLOGICO DEL BAMBINO:


- MICROSISTEMA: ambiente in cui il bambino è in stretta relazione
(ambiente famigliare, scolastico…).
- MESOSISTEMA: insieme di microsistemi.
- ESOSISTEMA: due o più contesti ambientali ad almeno uno dei quali la
persona non partecipa attivamente (il lavoro del genitore può comunque
influire nello sviluppo del bambino).
- MACROSISTEMA: comprende la cultura in cui l’individuo vive.
- CRONOSISTEMA: comprende i cambiamenti storici, come il cambiamento del
ruolo della donna nel mondo del lavoro che può arrivare a cambiare il
microsistema famigliare del bambino (mamma passa da stare a casa ad
andare al lavoro).

STRATEGIE PER L’EDUCAZIONE DEI BAMBINI BASATE SULLA TEORIA DI


BRONFENBRENNER:
- Pensare al bambino come un individuo che cresce in sistemi diversi che
possono influenzare il bambino.
- Prestare attenzione al legame scuola-famiglia.
- Riconoscere l’importanza della comunità, dello stato socioeconomico e della
cultura nello sviluppo del bambino.

TEORIA PSICOSOCIALE DELLO SVILUPPO DI ERIKSON


- Lo sviluppo dell’individuo non si ferma all’adolescenza ma dura per tutto l’arco di
vita.
- L’individuo passa una serie di CRISI PSICOLOGICHE  ciascuna crisi è
caratterizzata da conseguenze positive o negative.
 Se l’individuo supera con successo la crisi  arriva allo stadio successivo.
 Se l’individuo non supera con successo la crisi  il rischio è che l’individuo
si porti dietro delle difficoltà legate al non superamento della fase
precedente.
8 STADI:
1. FIDUCIA vs SFIDUCIA
Un bambino dipende completamente dai genitori. Quando i genitori
rispondono ai bisogni di un bambino in modo premuroso il bambino supera la
crisi e sviluppa un livello di FIDUCIA. Se invece non viene ascoltato nei suoi
bisogni si creerà una SFIDUCIA. La crisi viene superata se il livello di fiducia è
maggiore rispetto al livello di sfiducia. Comunque, un minimo livello di sfiducia
è importante perché mi permette di stare attento al mio ambiente sociale.
2. AUTONOMIA vs VERGOGNA o DUBBIO
Il bambino diventa più autonomo (nel vestirsi, nel lavarsi i denti). Se il genitore
supporta il bambino in questo processo di crescita, prevarrà l’autonomia del
bambino, però se il genitore non supporta il bambino e non lo rassicura, lo
faranno sentire in difetto e tenderà a prevalere la vergogna o il dubbio.
3. SPIRITO DI INIZIATIVA vs SENSO DI COLPA
Il bambino inizia ad essere intraprendente e curioso. Quello che può ricevere
dall’esterno è che vada bene prendere iniziativa e disturbare l’universo, quindi
esplorare e sperimentare, oppure se quello che gli torna indietro è che non va
bene, il bambino proverà un forte senso di colpa.
4. INDUSTRIOSITA’ vs INFERIORITA’
Il bambino aspira a partecipare al mondo, ingresso nella società (inizio della
scuola). Esperienze positive trasmettono sensazioni di competenza, il
fallimento trasmette sensazioni di inferiorità.
5. IDENTITA’ vs DIFFUSIONE DI IDENTITA’ (adolescenza)
Il compito dell’adolescente è quello di integrare le varie identificazioni che si
porta dietro dall’infanzia per costruire un’identità coerente e omogenea
contro la diffusione dell’identità che è l’incapacità di integrare le varie
identificazioni e i vari aspetti del Sé  questo porta a una personalità
frammentata.
6. INTIMITA’ vs ISOLAMENTO (prima età adulta)
Se l’adolescente supera la crisi dello stadio 5, allora solo così sarà in grado di
creare delle relazioni intime profonde di natura amicale e sentimentale. Se
invece non è riuscito a superare la crisi precedente, l’individuo tenderà ad
isolarsi senza creare legami intimi.
7. GENERATIVITA’ vs STAGNAZIONE
Se ho sviluppato delle relazioni intime profonde posso raggiungere il polo
della generatività (capacità di preoccuparsi per gli altri, avere fiducia nella
specie). Dall’altra parte posso arrivare alla stagnazione, alla noia, alla
mancanza di crescita personale.
8. INTEGRITA’ DELL’IO vs DISPERAZIONE DELL’IO (tarda età adulta)
Accettazione dei limiti dell’esistenza. Quando ci avviciniamo alla vecchiaia
l’individuo fa i conti con quella che è stata la sua vita. Se questo bilancio è
positivo allora accetterà la morte, se il bilancio è negativo si può arrivare alla
disperazione.

STRATEGIE PER L’EDUCAZIONE DEI BAMBINI BASATE SULLA TEORIA DI ERIKSON:


- Incoraggiare l’iniziativa dei bambini piccoli con materiali interessanti adatti al
loro livello di sviluppo così che ottengano successi e non fallimenti.
- Favorire la curiosità nell’apprendimento, la motivazione nello studio: proporre
attività sfidanti ed essere tolleranti verso gli errori. È bene avere richieste che
però siano adatte alle competenze del bambino
- Aiutare il ragazzo nell’esplorazione della sua identità sotto forma di temi dove
il ragazzo possa riflettere su sé stesso.
CONCETTO DI AUTOSTIMA:
- L’idea che ho di me stesso, è il valore che ci si attribuisce  questo ha una
rilevanza importante nell’apprendimento scolastico, bambini e adolescenti
con un’elevata autostima affrontano il compito in maniera propositiva.
- Nell’infanzia il livello di autostima tende ad essere più alto rispetto agli anni
successivi e tende ad essere simile sia per i bambini che per le bambine,
mentre con la preadolescenza c’è un declino dell’autostima e chi ne subisce di
più sono le femmine che tendono ad avere un’autostima più bassa. 
l’autostima diminuisce perché ci si trova davanti a maggiori esperienze di
fallimento.

STRATEGIE PER MIGLIORARE L’AUTOSTIMA:


- Identificare le cause della bassa autostima negli studenti (scarsi risultati
scolastici? Conflitti in famiglia o con gli amici?). cercare le aree dove il
bambino si sente bravo per favorire l’autostima.
- Fornire supporto emotivo
- Aiutare i bambini a ottenere risultati positivi.
- Sviluppare la loro capacità di superare le difficoltà

LO SVILUPPO DELL’IDENTITA’
Marcia
Partendo dalla teoria di Erikson, Marcia modifica diversi aspetti. Al posto di stadio
parla di stato. Non c’è più quella sequenzialità gerarchica, ma è qualcosa di più
flessibile.
Due concetti chiave di questa teoria sono:
1. ESPLORAZIONE: quanto mi guardo intorno, quanto osservo, le possibilità
offerte dal mio ambiente.
2. IMPEGNO: quanto mi impegno, quanto ci credo, quanto sforzo metto in quella
cosa.

È possibile identificare 4 stati:


- CONQUISTA DELL’IDENTITA’: si ha con un alto impegno e un’alta esplorazione.
Esempio:
Marcello ha esplorato tutto e non vede l’ora di iniziare.

- MORATORIA DELL’IDENTITA’: alta esplorazione ma poco impegno (esploro ma


ancora non ho fatto una scelta). Esempio: Claudia non sa quale strada
prendere, ma si è informata su varie opzioni.

- BLOCCO DELL’IDENTITA’: alto impegno ma poca esplorazione. Esempio:


Marco vuole diventare medico spinto dai genitori, ma non ha esplorato altre
opzioni.
- DIFFUSIONE DELL’IDENTITA’: non si esplora e non ci si impegna nel trovare la
propria strada.
Esempio: Sara non esplora, né si impegna.

LA RICERCA DELL’IDENTITA’: è importante ricordare che la costruzione di un’identità


sociale dipende anche fortemente dagli altri, dalla qualità delle relazioni che io ho.
Ad esempio, un ragazzo che fa i conti con i cambiamenti fisici, famigliari amicali in un
contesto socioeconomico sfavorevole vivrà la ricerca del se in modo diverse rispetto
ad un’altra persona.
TEORIA DELLO SVILUPPO MORALE DI KOHLBERG

Cosa si intende per morale:


- Il modo in cui gli esseri umani pensano e agiscono in rapporto al
benessere delle altre persone, ai loro diritti personali, alla giustizia.
- L’organo della morale è la coscienza  insieme dei processi cognitivi, affettivi,
relazionali che guidano il nostro comportamento.

Concetti chiave:
 UNIVERSALITA’: lo sviluppo del pensiero morale presenta caratteristiche comuni in
tutto il genere umano, indipendentemente da fattori legati al genere, all’etnia.
 PRINCIPIO GERARCHICO: la moralità emerge da un livello molto superficiale per
progredire verso livelli più avanzati.
 STADIALITA’: il pensiero morale progredisce per stadi di sviluppo che seguono
una sequenza ordinata.

DILEMMA DI HEINZ:
Una donna prossima alla morte per cancro poteva salvarsi con un farmaco che aveva
un costo molto alto. Il marito della donna, Heinz riuscì a raccogliere solo la metà del
prezzo del farmaco ma il farmacista non si accontentò perché voleva guadagnare più
soldi. Quindi Heinz pensa di rubare il farmaco per la moglie.
Dovrebbe rubare il farmaco? Perché si? Perché no?

Attraverso l’utilizzo di questa storia e analizzando le risposte Kohlberg individua tre


livelli di ragionamento morale.

1. LIVELLO PRE-CONVENZIONALE: buono e cattivo sono interpretati in termini


di premi e punizioni.
2. LIVELLO CONVENZIONALE: gli individui hanno principi (interni) decisi da altri
(esterni).
3. LIVELLO POST-CONVENZIONALE: la moralità è interna. Si agisce in base a un codice
morale.

Vedi foglio
LIVELLO POST-CONVENZIONALE:
- Va sopra la società, l’individuo si stacca dagli interessi comunitari e societari.
L’individuo si basa su valori quali la LIBERTÀ, EQUITA’ e SOLIDARIETA’.
- Le leggi sono da rispettare perché permettono il mantenimento dell’ordine
sociale. Tuttavia, ci sono dei valori universali relativi alla DIFESA DELLA VITA e
alla LIBERTA’ che devono essere sempre sostenuti, indipendentemente da ciò
che viene richiesto dall’organizzazione sociale.

STADIO 5: CONTRATTO SOCIALE E DEI DIRITTI INDIVIDUALI


Le regole sono viste come frutto di accordo tra le persone però ci sono dei valori che
non possono mai essere messi da parte o in discussione come il diritto alla vita, alla
libertà di una persona. Se questi conflitti vengono in conflitto, l’individuo cerca di
coniugarli quanto possibile mantenendo ancora un riferimento alle leggi quindi
posso rubare il farmaco perché c’è in pericolo la vita di una persona, ma non dovrei
rubarlo perché è giusto e necessario rispettare le leggi altrimenti si rischia di non
vivere in armonia.
STADIO 6: PRINCIPI ETICI MORALI
Si deve credere ai principi etici universali e rispettarli ovvero giustizia, uguaglianza
dei dirit t i umani, e rispetto per la dignità di ogni essere umano.
 Giustificazioni per rubare il farmaco: la vita umana è sacra, è un principio
universale che ha la precedenza su altri valori.
 Giustificazioni per non rubare il farmaco: dovendo valutare sia i diritti della
moglie che di tutti gli esseri umani non dovrebbe rubare il farmaco perché
questa azione può danneggiare il diritto di altre persone di avere il farmaco.

LIMITI DELLA TEORIA DI KOHLBERG:


- Inadeguatezza del metodo: i dilemmi hanno scarsa validità in quanto le
situazioni presentate sono troppo lontane dalle esperienze di vita reali.
- Differenze di genere: gli uomini tendevano ad avere uno sviluppo morale
maggiore delle donne che invece si fermavano nel 3 stadio.
- Uomo: prevale la concezione della giustizia (la legge va rispettata sempre e
comunque).
- Donna: prevalgono i bisogni della persona sofferente (la donna è malata).
- Differenze culturali: concezione dello sviluppo morale ispirata a principi e
valori occidentali, centrati sui valori della libertà e del rispetto dei diritti
individuali.

TEORIA DEI DOMINI:


Le regole sociali appartengono all’ambito morale e all’ambito socio-convenzionale.

AMBITO MORALE:
- Fa riferimento ai principi quali benessere, giustizia e diritti umani.
- Questi principi sono universali  non dipendono ne dal contesto ne da un’autorità
esterna.
- Caratteristiche delle prescrizioni morali:
 Obbligatorietà = sentimento di obbligo interiore a seguire la regola.
 Generalizzabilità = la regola è adatta a tutte le situazioni.
 Impersonalità = la regola è valida indipendentemente da chi l’ha istituita e
quindi non è modificabile.

AMBITO SOCIO-CONVENZIONALE:
caratteristiche delle regole convenzionali:
 Sono stabilità da un’autorità: non parlare con la bocca piena.
 Non sono universali: sono stabilite dal gruppo di appartenenza.
 Non sono generalizzabili (non sono valide in ogni situazione: mangiare con le
mani a casa o al ristorante = posso farlo a casa e no al ristorante).
IL DISIMPEGNO MORALE – BANDURA:
Secondo Bandura la condotta morale e trasgressiva è regolata da due principi:
- SANZIONI SOCIALI: espongono la persona a una punizione da parte della società.
- SANZIONI INTERNALIZZATE: la condanna proviene da me stesso provando
un’autostima più bassa perché mi sento una cattiva persona.

Seconda Bandura, una persona è più influenzata dalle sanzioni internalizzate, non
c’è punizione peggiore dell’autocondanna. Le persone agiscono in modo da
mantenere un’immagine di sé positiva. Ci sono dei meccanismi di disimpegno
morale che mi permettono di trasgredire senza autocondannarmi, senza sentirmi
sbagliato, giustificando la mia trasgressione.
Otto meccanismi di disimpegno morale.

1. GIUSTIFICAZIONE MORALE: un comportamento trasgressivo, pur arrecando


danni ad altri viene considerato accettabile. Esempio: le guerre, gli atti di
terrorismo (giustificate in nomi di ideali più alti).
2. ETICHETTAMENTO EUFEMISTICO: permette di rendere più accettabile
un’azione trasgressiva attenuando la violenza dell’espressione. Esempio:
danni collaterali, pulizia etnica.
3. CONFRONTO VANTAGGIOSO: confronto la mia azione con qualcuno che ha
avuto un comportamento più grave. Esempio: molestare verbalmente una
ragazza rispetto a uno stupro.
4. DISLOCAMENTO DELLA RESPONSABILITA’: attenua la trasgressione non
riconoscendo al soggetto colpevole una responsabilità. Esempio: il ragazzo è
delinquente perché non ha avuto genitori presenti.
5. DIFFUSIONE DELLA RESPONSABILITA’: non sono così responsabile se in quel
momento non mi trovavo da solo. (stupro collettivo).
6. DISTORSIONE DELLE CONSEGUENZE: attenuo la gravità della mia condotta
trasgressiva rendendo più leggere le conseguenze della mia azione. (l’atto di
bullismo era solo uno scherzo).
7. DEUMANIZZAZIONE DELLA VITTIMA: permette di attenuare la gravità di
un’azione degradando la vittima al rango non umano. Esempio: violenza
contro gli extracomunitari.
8. ATTRIBUZIONE DI COLPA ALLA VITTIMA: la vittima se l’è cercata. (processi di
stupro).

Questi meccanismi sono influenzati da aspetti cognitivi, persone che hanno un basso
sviluppo della morale tendono a mettere in atto con maggiore frequenza questi
meccanismi oppure distorsioni cognitive di tipo egoistico (= individui concentrati su
di sé hanno maggiore difficoltà a entrare nel punto di vista dell’altro e ad assumersi
le responsabilità delle proprie azioni).
Questi meccanismi possono essere influenzati da fattori sociali quali rapporti
conflittuali, rifiuto genitoriale…
L’INGANNO IN CLASSE:
Tra le motivazioni per cui gli studenti imbrogliano ci sono:
- Pressione dei voti
- Poco tempo per studiare
- Mancanza di interesse e motivazione
- Percezione di sé come incapaci
- Percezione di una bassa probabilità di essere scoperti
Strategie per ridurre la possibilità che gli studenti ingannino:
- Rendere consapevoli gli studenti delle conseguenze dell’inganno
- Monitoraggio attento durante i compiti
- Favorire lo sviluppo della morale e il senso di responsabilità

COMPORTAMENTO PROSOCIALE:
- Prendersi cura degli altri, provare empatia, aiutare
- Imparare la condivisione
- Mostrare gratitudine

Promuovere il comportamento prosociale:


- Incoraggiare i bambini e gli adolescenti ad essere responsabili del loro
comportamento e a trattare gli altri con gentilezza e rispetto.
- Dare l’esempio
- Valorizzare l’attenzione all’altro
- Premiare i comportamenti prosociali verso l’altro
- Sviluppare progetti a livello di classe o di scuola che promuovano l’altruismo
 Scrivere a bambini che vivono in paesi svantaggiati
 Raccogliere giocattoli per persone in difficoltà

L’EDUCAZIONE MORALE IN CLASSE:


Ci sono diverse modalità per insegnare la moralità in classe.
1. CURRICULUM NASCOSTO: si riferisce a ciò che gli studenti imparano non solo
attraverso ciò che viene insegnato direttamente, ma anche attraverso
l’ambiente scolastico. È un insegnamento indiretto dell’educazione morale
senza una chiara trasmissione di modalità di comportamento adeguata.
Ad esempio, si trasmette il valore del RISPETTO attraverso le relazioni tra
studente e insegnante: gli insegnanti che mostrano rispetto per gli studenti
incoraggiano la gentilezza e l’empatia. Oppure l’insegnante può trasmettere il
valore della TOLLERANZA incorporando libri che rappresentano culture
diverse, incoraggiando gli studenti ad apprezzare le differenze culturali.
2. LA FORMAZIONE DEL CARATTERE: è l’approccio diretto all’educazione
morale, all’insegnamento di valori che aiutano a sviluppare un senso di
responsabilità e rispetto per gli altri. Esempio: autodisciplina attraverso
l’organizzazione delle attività e delle scadenze.
3. LA RIFLESSIONE DEI VALORI: attività che incoraggiano gli studenti a valutare i
loro valori e le loro azioni attraverso la riflessione. Esempio: attività di scrittura
 gli studenti potrebbero scrivere testi sulle loro esperienze di vita che hanno
contribuito a definire i loro valori. Oppure attività di gioco di ruolo  gli
studenti possono essere invitati a giocare il ruolo dei personaggi che devono
prendere decisioni etiche e poi discutere le scelte.
4. EDUCAZIONE MORALE E COGNITIVA: si concentra sull’incoraggiare gli
studenti a sviluppare la capacità di pensare criticamente sui problemi etici, ad
esempio, con discussioni di gruppo o attività di scrittura su questioni morali ed
etiche.
5. APPRENDIMENTO DEL SERVIZIO: attività finalizzate a promuovere la
responsabilità sociale e il servizio nei confronti della comunità. Esempi:
servizio agli anziani, pulizia di spazi pubblici.
IL LEGAME DI ATTACCAMENTO
Bowlby

- L’attaccamento è quel legame affettivo profondo tra il bambino e il suo caregiver.


- La teoria dell’attaccamento è SPAZIALE  quando sono vicino alla mia figura
di attaccamento sto bene, quando sono lontano sto male.
- Esiste una PREDISPOZIONE BIOLOGICA a sviluppare una relazione affettiva con
una specifica figura di riferimento
- L’organizzazione interna all’individuo ha come obiettivo quello di mantenere
la vicinanza con la figura di attaccamento.
- Si attiva in situazioni di pericolo potenziale o reale: quando qualcosa non va
attivo il sistema di attaccamento e ricerco la vicinanza con la mia figura di
riferimento; quando ottengo la vicinanza disattivo il sistema di attaccamento.
- I legami di attaccamento perdurano tutta la vita, avrò sempre bisogno dell’altro.

Tre caratteristiche chiave della teoria di attaccamento:


1. Ricerca di vicinanza a una figura preferita.
2. Effetto base sicura  sensazione di sicurezza creata dalla figura di attaccamento.
3. Protesta per la separazione  il bambino protesta se la figura di
riferimento si allontana perché si sente in pericolo.

LO SVILUPPO DEL LEGAME DI ATTACCAMENTO:


1. FASE DI PRE-ATTACCAMENTO: il bambino emette dei segnali ma ancora non
discrimina una figura di riferimento particolare.
2. FASE DI COSTRUZIONE DELL’ATTACCAMENTO: orientamento a segnali verso
una o più persone discriminate, il bambino preferisce una persona piuttosto
che un’altra.
3. FASE DELL’ATTACCAMENTO BEN DELINEATO: il bambino cerca di mantenere
la vicinanza alla figura discriminata
4. FASE DELL’ATTACCAMENTO ORGANIZZATO: il bambino capisce che se la
madre si allontana, poi torna, ha fiducia in questa relazione di attaccamento.

VARI TIPI DI ATTACCAMENTO – Mary AINSWORTH:


Le procedure di Bowlby sono state portate avanti da Ainsworth attraverso una
procedura semi sperimentale standardizzata.
Ha studiato le interazioni madre-bambino nei primi anni di vita in Uganda e Baltimora.
Ha ideato la STRANGE SITUATION per valutare la qualità del legame di attaccamento
tra madre e bambino.  avviene in un laboratorio in cui sono collocati dei giochi,
delle poltrone e si cerca di creare una situazione il più naturale possibile.
- Seduta di osservazione divisa in 8 episodi dalla durata di tre minuti.
- Condizioni di stress moderato ma crescente.
- Videoregistrazione attraverso uno specchio unidirezionale.
- Classificazione in base alle reazioni del bambino alla separazione e alla riunione con
la madre.
TRE TIPOLOGIE DI ATTACCAMENTO:
1. ATTACCAMENTO SICURO:
 Relazione madre-bambino nel primo anno di vita: scambio emotivo
sincronico, sincronizzato e contingente. Si instaura quando la madre è una
base sicura ma lascia al bambino abbastanza spazio per esplorare il mondo.
 Risposta infantile alla separazione: il bambino si arrabbia, piangono e
cercano in tutti i modi di ristabilire il legame con la mamma.
 Risposta infantile alla riunione : il bambino riesce a calmarsi facilmente ed
essendo la mamma una base sicura, il bambino torna ad esplorare
l’ambiente.
 Sono bambini che esprimono i loro bisogni e le loro emozioni anche con
l’estraneo perché hanno un senso di fiducia verso l’altro.

FIGURA DI RIFERIMENTO IDEA DI SÉ


Disponibile Degno di essere amato
Capace
Avere spazio di ascolto

2. ATTACCAMENTO INSICURO- EVITANTE:


 Relazione madre-bambino nel primo anno di vita: scambio emotivo ridotto.
Trascuratezza o rifiuto costante da parte della madre.
 Risposta infantile alla separazione: apparente indifferenza.
 Risposta infantile alla riunione: apparente indifferenza.
 Il focus è sugli oggetti perché questo li aiuta a non chiedere aiuto alle persone.
FIGURA DI RIFERIMENTO IDEA DI SÉ
Assente Non degno di essere amato
Rifiutante Può contare solo su se
stesso
Ostile

Se la figura di riferimento è assente, l’idea che sviluppo di me stesso è quella di una


persona che può contare esclusivamente su sé stessa.

3. ATTACCAMENTO INSICURO-AMBIVALENTE:
 Relazione madre-bambino nel primo anno di vita: scambio emotivo
incostante: oscillazione tra rifiuto e coinvolgimento emotivo.
 Risposta infantile alla separazione: pianto intenso. Il bambino estremizza
il suo disagio per tenere la madre agganciata a lui perché la madre è
imprevedibile.
 Risposta infantile alla riunione: difficoltà di sedazione in presenza della mamma.
 Accentuazione dell’emotività. Focus vincolato nelle emozioni.

FIGURA DI RIFERIMENTO IDEA DI SÉ


Imprevedibile Vulnerabile
Inaffidabile Non autonomo
Ostile

La figura di riferimento è inaffidabile, il bambino non è sicuro che la figura di


riferimento sia presente quindi non si fida dell’altro, di conseguenza se estremizza il
disagio per richiedere attenzioni questo fa sentire il bambino una persona
vulnerabile che ha bisogno dell’altro. L’insicurezza e la paura di essere abbandonata
è costante.

4. ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO:
 Relazione madre-bambino nel primo anno di vita : esperienze traumatiche
non risolte dalla madre. Genitore che spaventa o è spaventato. Questi
traumi irrisolti dei genitori poi si esprimono nell’interazione con il
bambino. Il bambino non trova sicurezza nella figura di riferimento, anzi fa
paura.
 Risposta infantile alla separazione: comportamenti contraddittori.
 Risposta infantile alla riunione: comportamenti contradittori.

Questo attaccamento è indice di un disagio psicopatologico.

FIGURA DI RIFERIMENTO IDEA DI SÉ


Incoerente Perennemente minacciato e in
pericolo
Realtà esterna catastrofica Impotente e vulnerabile
C’è un collasso della strategia di attaccamento perché la mia base sicura è anche la
mia fonte di paura; quindi, quello che sviluppo nella relazione con l’altro è che mi
sento in costante pericolo, non mi posso fidare di nessuno.

L’ATTACCAMENTO SICURO rappresenta la tipologia di attaccamento auspicabile,


tanto è che i bambini hanno una serie di ripercussioni positive su tanti ambiti della
propria vita. Si adattano meglio ai contesti, hanno un senso di sicurezza interna,
maggiori competenze relazionali.
GLI STILI GENITORIALI:

STILE PERMISSIVO:
Sono genitori emotivamente presenti nella vita del figlio, non gli impongono vincoli
e limiti. Il figlio può fare quello che vuole perché secondo questi genitori questo è il
modo migliore per educare il figlio. ALTO supporto / BASSA richiesta
Le conseguenze evolutive dei bambini sono:
- Incapacità di rispettare le regole
- Prendere il sopravvento sulle decisioni genitoriali.
- Non rispettare l’autorità.
- Nelle relazioni con i pari il bambino potrebbe far fatica a rispettare il bisogno
dell’altro perché questo non gli è stato insegnato.
- I bambini hanno bisogno di regole, non nascono con una capacità di
autoregolazione, questa va imparata per regolare i propri impulsi.
- Incompetenza sociale.

STILE TRASCURANTE/NEGLIGENTE:
Il genitore non pone vincoli e limiti ed è anche assente emotivamente. Sono bambini
che crescono da soli, non vengono seguiti dai genitori. BASSO supporto / BASSA
richiesta
Le conseguenze evolutive dei bambini sono:
- Il bambino ha un’autonomia forzata.
- Mancanza di autocontrollo.
- Incompetenza sociale.

STILE AUTORITARIO:
Questi genitori usano il potere, la disparità di età per imporre delle regole, sono
bambini altamente controllati senza però un’attenzione ai bisogni emotivi del figlio.
Questi genitori possono anche usare atteggiamenti aggressivi. BASSO supporto /
ALTA richiesta
Le conseguenze evolutive dei bambini sono:
- Il bambino percepirà sempre su di sé delle aspettative alte.
- Tendono ad essere aggressivi ed autoritari.
- Incompetenza sociale perché il loro comportamento tende ad essere
aggressivo ed arrabbiato.
- Hanno paura delle conseguenze del genitore che punisce e vieta senza spiegazioni.
- Anche emotivamente hanno delle difficoltà perché il genitore non ha saputo
offrire una regolazione emotiva, anzi possono sviluppare paura nei confronti
del genitore.

STILE AUTOREVOLE:
sono genitori che impongono al figlio delle regole però c’è anche un’alta attenzione
ai bisogni emotivi del bambino. Sono genitori presenti. ALTO supporto / ALTA
richiesta.
Le conseguenze evolutive dei bambini sono:
- I bambini sono socialmente competenti perché i genitori hanno impostato
delle regole che sono state spiegate.
- Sa assumere una prospettiva differente dalla sua.

La genitorialità autorevole stabilisce un buon equilibrio tra controllo e autonomia, sono


disposti a impegnare i bambini in scambi verbali e si considerano più punti di vista. C’è
spazio per l’ascolto.
LE PUNIZIONI CORPORALI:
NON si devono usare. Si associano a livelli più alti di REMISSIVITA’ IMMEDIATA (il
comportamento errato del bambino viene modificato ma solo li per li,
sull’immediato), livelli più alti di AGGRESSIVITA’ nei bambini e a livelli più bassi
INTERIORIZZAZIONE MORALE.
Perché evitarle:
- I bambini possono imitare i comportamenti aggressivi.
- La punizione può infondere paura e rabbia.
- La punizione dice al bambino cosa non va fatto e non cosa va fatto.
- La punizione può essere un abuso.

LA COGENITORIALITA’:
È la qualità e la quantità di supporto che i genitori si danno a vicenda per
crescere un bambino. Il coparenting è importante perché:
- Favorisce il coinvolgimento del padre nella gestione del figlio.
- Favorisce la relazione madre-figlio perché un padre presente permette alla
madre di evitare la depressione post-parto.
- Favorisce la costruzione di un attaccamento sicuro con il bambino. La madre
non si sente sola, ma sente che si è in due a prendersi cura del bambino.
- Spesso i padri si sentono esclusi nell’educazione del figlio perché quando
nasce il figlio è strettamente legato alla mamma, mentre se il padre riesce a
coinvolgersi questo da un senso di importanza nel suo ruolo genitoriale.

Gli studi hanno notato come i bambini cresciuti in contesti di coparenting mostrano un
maggior benessere psicologico.

LE FAMIGLIE OGGI:
Le famiglie oggi non si intendono più in maniera tradizionale, ci troviamo di fronte a vari
contesti.
- Coppia sposata, convivente, divorziata, risposata.
- Coppia eterosessuale, omosessuale, bisessuale.
- La coppia può essere sia biologica, che può avere figli acquisiti, adottati o nati
attraverso la gravidanza assistita.
- La coppia può abitare insieme o meno.
- La coppia prima era a monoreddito maschile mentre ora la maggior parte
delle donne lavorano.
- La coppia può essere variegata a livello culturale.

LEGAME SCUOLA-FAMIGLIA:
È importante il coinvolgimento dei genitori in ambito scolastico per aiutare il
bambino nel rendimento scolastico.
Strategie per favorire il coinvolgimento dei genitori:
- Fornire informazioni ai genitori sull’importanza della loro partecipazione
nell’ambiente scolastico.
- Incoraggiare i genitori a fornire il loro contributo volontario alle attività della scuola.
- Coinvolgere il genitore nei compiti a casa con il bambino senza opprimere la sua
autonomia.
IL GRUPPO DEI PARI:
Ha un ruolo fondamentale nel favorire il benessere dei bambini.

L’AMICIZIA: i rapporti amicali hanno importanza durante tutto l’arco di vita perché
promuovono:
- Sviluppo dell’autonomia, dell’autostima, dell’identità.
- Sviluppo socio-cognitivo e morale.
- Benessere individuale.

Caratteristiche qualitative dell’amicizia:


- Stare insieme: quantità di tempo dedicata ad attività comuni.
- Conflitto: frequenza dei disaccordi e litigi. Non sempre è negativo però se
gestiamo male il conflitto, questo allora diventa negativo.
- Aiuto: assistenza e protezione che gli amici si offrono l’un l’altro.
- Sicurezza: capacità di superare i problemi insieme.
- Intimità: livello di affetto.

LO STATUS SOCIALE: posizione sociale di un individuo all’interno di un gruppo,


ovvero il grado di accettazione o rifiuto da parte degli altri membri del gruppo.
Lo status sociale si misura utilizzando il test sociometrico che attraverso la nomina
dei pari permette di ricostruire la rete di relazioni interpersonali creata dalle
preferenze e dalle antipatie di ciascun membro. Si chiede ai bambini di indicare in
ordine di preferenza i compagni con cui preferiscono giocare/fare attività o non
giocare.
Attraverso questa tecnica è possibile identificare i bambini popolari, rifiutati,
controversi, trascurati/isolati, nella media.

BAMBINI POPOLARI:
- Ricevono molte scelte e pochi rifiuti.
- Sono capaci di instaurare relazioni positive con gli altri.
- Sono in grado di assumere il punto di vista altrui.
- Di fronte a situazioni problematiche tendono a trovare soluzioni positive.
- Tendono a sottolineare l’aspetto buono delle altre persone.

BAMBINI RIFIUTATI:
- Ricevono molti rifiuti e poche scelte.
- Sono spesso respinti ed esclusi dal gruppo a causa del loro comportamento
aggressivo.
- Nelle situazioni problematiche interpretano il comportamento altrui come una
provocazione nei loro confronti.

BAMBINI CONTROVERSI:
- Ricevono molte scelte e molti rifiuti.
- Risultano essere più aggressivi dei bambini rifiutati e sono percepiti come
più socievoli e visibili di quelli popolari.
- Sono controversi perché assumono un adeguato comportamento sociale con
alcuni, ma non adeguato con altri.

BAMBINI ISOLATI: Ricevono poche scelte e pochi rifiuti, rimangono da soli, tendono
ad isolarsi e rifiutano di partecipare ad attività di gruppo.
BAMBINI NELLA MEDIA: ricevono un numero di nomine nella media, sia positive che
negative.

BULLISMO: comportamenti offensivi e/o aggressivi che un singolo individuo o più


persone mettono in atto, ripetutamente ai danni di qualcuno che non è in grado di
difendersi con lo scopo di esercitare un dominio.
Caratteristiche:
1. INTENZIONALITA’ DELLE PREPOTENZE: attacchi voluti e mirati a infliggere un
danno fisico o psicologico ai danni di un compagno.
2. REITERAZIONE DELLA PREVARICAZIONE: non sono atti isolati ma si ripetono nel
tempo.
3. SQUILIBRIO DI POTERE: fisico, psicologico e sociale tra prevaricatore e vittima.

Il bullismo può essere verbale (insulti), fisico (botte), sociale (esclusione dagli altri),
psicologico (minacce) e cyberbullismo (attraverso l’utilizzo della rete).
Il bullismo può essere diretto o indiretto.
Il bullismo comporta vantaggi per il bullo di tipo materiale (soldi, merenda) o simbolico
(ottenere potere).
Il bullismo è un fenomeno sociale perché non ci sono solo vittima e bullo, ma anche altre
figure: gli aiutanti del bullo, i sostenitori del bullo, gli spettatori passivi e i difensori della
vittima.

IL BULLO:
Ha imparato che l’aggressività è una strategia per ottenere ciò che vuole.
- ha bassi livelli di senso di colpa ed empatia (ha difficoltà a mettersi nei panni
dell’altro).
- Impulsività e deficit nelle strategie di regolazione emotiva.
- il genitore probabilmente è stato autoritario, trascurante e tende a buttare
fuori il proprio disagio con comportamenti inappropriati.
- I bulli tendono all’abbandono scolastico, a fare assenze ripetute, ad avere un
rendimento scolastico inferiore, ad avvicinarsi all’uso di sostanze.

LA VITTIMA:
La vittima si trova in una situazione di svantaggio rispetto al bullo.
- Persona riservata, timida, con bassa autostima
- Difficoltà a interagire con l’altro, a fare amicizie  tendenza all’isolamento.
- Possono soffrire di ansia e depressione e questo può scatenare anche disturbi
alimentari.
Le conseguenze sono il peggioramento della salute fisica e mentale, idee suicide
e tentativi di suicidio.

COME CONTRASTARE IL BULLISMO:


sono utili attività da far fare ai ragazzi coinvolgendoli direttamente attraverso role-
playing. Interventi con degli esperti sono meno efficaci rispetto a situazioni dove gli
alunni vengono fatti lavorare direttamente.
Si deve lavorare a livello di istituto, il bullismo non può essere solo responsabilità di
un singolo insegnante. Per contrastare il bullismo si deve lavorare sul concetto di
rispetto dell’altro.

CYBERBULLISMO:
- Arreca danno e disagio tramite l’utilizzo di mezzi elettronici.
- Divulgazione di materiali senza l’approvazione degli interessati.
- Appropriazione delle credenziali per entrare nell’account.
- Diffusione rapida e globale
APPROCCI TEORICI PER FAVORIRE L’APPRENDIMENTO

APPROCCIO COMPORTAMENTISTA:
- Enfasi sulle esperienze
- L’organismo del bambino è docile e plasmabile: ha come una scatola vuota
che può essere riempita.
- Possiede una capacità illimitata di apprendimento.
- Il comportamento prevede azioni verbali e non verbali che possono essere
osservate direttamente.
- I pensieri non possono essere osservati direttamente.
- Le due forme di apprendimento sono il condizionamento classico e il
condizionamento operante.

CONDIZIONAMENTO CLASSICO:
Pavlov si accorse che un cane iniziava a salivare nel momento in cui sentiva la
persona che portava il cibo; quindi, il cane aveva associato ai passi della persona il
fatto che avrebbe ricevuto il cibo.
 Quando un essere viene sottoposto a uno STIMOLO INCONDIZIONATO
(vedere il cibo) si attiva un RIFLESSO INCONDIZIONATO (salivazione).
 Se si presenta uno STIMOLO NEUTRO (campanello) che viene associato allo
STIMOLO INCONDIZIONATO (cibo) questo provoca il fatto che il cane inizierà
ad associare il campanello al cibo per cui il campanello diventa STIMOLO
CONDIZIONATO (uno stimolo neutro che se associato a uno incondizionato
diventa stimolo condizionato) che suscita al cane un RIFLESSO CONDIZIONATO
(salivazione).

Può spiegare alcuni apprendimenti che hanno luogo in classe in riferimento sia
ad esperienze negative che positive.

- GENERALIZZAZIONE: uno stimolo nuovo simile a quello condizionato può


generare risposte simili. Esempio: se un alunno sviluppa l’ansia per
l’aritmetica può sentire la stessa paura per la geometria (che è una materia
simile) anche se non ha ancora avuto esperienze negative. Nel caso di Pavlov
la generalizzazione si vede nel fatto che i cani salivavano se sentivano
campanelli simili tra loro.
- DISCRIMINAZIONE: risposta ad un certo stimolo ma non ad altri. Esempio: un
alunno può avere l’ansia per la matematica, ma non per l’italiano.
- ESTINZIONE: indebolimento di una risposta condizionata in assenza dello
stimolo incondizionato. Esempio: se ho dei risultati positivi in matematica, può
essere che diminuisca l’ansia che provavo per quella materia.
- DESENSIBILIZZAZIONE SISTEMATICA: ridurre l’ansia facendo in modo che
l’individuo associ uno stato di rilassamento con visualizzazioni che producono
ansia crescente.
CONDIZIONAMENTO OPERANTE:
Skinner dice che un comportamento tenderà a manifestarsi con maggiore frequenza
se viene rinforzato.
Una risposta operante è un qualunque comportamento che produce un effetto
sull’ambiente. SKINNER BOX: Skinner metteva dei piccoli animali in delle gabbie per
dimostrare che il meccanismo che è alla base di ogni comportamento è il RINFORZO.
Un topolino veniva messo in una gabbia che
conteneva una leva al suo interno. Premendo la leva, usciva il cibo e il topolino
impara che quel suo comportamento gli da una risposta positiva.

Il RINFORZO è una conseguenza che AUMENTA la probabilità che un


comportamento abbia luogo. Può essere:
- POSITIVO: la frequenza di risposta aumenta perché viene aggiunto qualcosa
di piacevole o desiderabile in seguito ad un comportamento desiderato, con
lo scopo di aumentare la probabilità̀ che tale comportamento si ripeta in
futuro.
- NEGATIVO: la frequenza di risposta aumenta perché viene rimosso qualcosa
di spiacevole o indesiderabile in seguito ad un comportamento desiderato,
con lo scopo di aumentare la probabilità che tale comportamento si ripeta in
futuro.

La PUNIZIONE è una conseguenza che fa DIMINUIRE la probabilità che un


comportamento abbia luogo.

- GENERALIZZAZIONE: fornire una stessa risposta a stimoli simili. Un topo che è


stato addestrato a premere un pulsante per ricevere cibo potrebbe anche
premere un altro pulsante simile per ottenere il cibo.
- DISCRIMINAZIONE: differenziare tra stimoli. Se un topo è stato addestrato a
premere un pulsante verde per ottenere il cibo, potrebbe non premere un
pulsante rosso.
- ESTINZIONE: la risposta rinforzata precedentemente non è più rinforzata e c’è
una diminuzione della risposta stessa. Se un topo non riceve più cibo quando
preme il pulsante verde, potrebbe smettere di premere il pulsante.

Per far aumentare i comportamenti desiderati:


- Scegliere rinforzi efficaci  individuare il rinforzo giusto per quello studente
Principio di Premack: un comportamento preferito del bambino lo si può
usare per rinforzare un comportamento meno preferito = si può rinforzare il
fatto che il bambino finisce le operazioni (comportamento meno preferito)
permettendogli poi di fare un’attività da lui preferita (colorare).
- Usare i rinforzi in modo contingente  deve essere chiaro che il rinforzo è
associato a un determinato comportamento con frasi del tipo “Se finisci il
compito, allora puoi disegnare”. Usare i rinforzi in modo tempestivo  il
rinforzo deve essere subito successivo al comportamento adeguato.
- Contrattare  specificare e condividere per iscritto le condizioni relative ai rinforzi.

- Selezionare il programma di rinforzo migliore


 Rinforzo continuo = l’individuo è rinforzato ogni volta che produce una
risposta. Però se smetto di dare il rinforzo, c’è il rischio dell’estinzione.
 Rinforzo parziale = rinforzare la risposta solo alcune volte: concetto di
programma di rinforzo. Apprendimento più lento ma più resistente
all’estinzione.

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