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DEFINIZIONE
Con il termine iperuricemia si intende una condizione caratterizzata dall’aumento dei livelli sierici di urato monosodico (UMS)
oltre i valori di riferimento, che sono fissati a 7 mg/dl nel maschio e 6 mg/dl nella femmina.
La gotta è una malattia infiammatoria causata dalla deposizione di microcristalli di UMS nei tessuti.
EPIDEMIOLOGIA
La gotta (e l’iperuricemia) è diffusa soprattutto nei Paesi ad alto standard socio-economico, con una prevalenza che oscilla
tra l’1% (Italia, Spagna e Grecia) e il 4% (USA e UK).
Non tutti gli iperuricemici sviluppano la gotta, come si evince dall’osservazione dei dati sulla prevalenza. Ad es. in Italia:
prevalenza gotta: 0.9%
prevalenza iperuricemia: 12%
Nei Paesi ad alto standard socio-economico la prevalenza dell’iperuricemia e della gotta è notevolmente aumentata negli
ultimi 50 anni ed il maggior aumento si è verificato nella popolazione anziana (nei soggetti di età inferiore ai 65 anni non si è
verificata un’importante variazione; nei pazienti tra i 65 e i 74 la prevalenza è aumentata del 40% e in quelli con più di 75
anni del 100%). Tale incremento può essere messo in relazione con: aumento dell’aspettativa di vita (con aumento dell’età
media della popolazione);
miglioramento della qualità della vita (con modificazione delle abitudini dietetiche);
aumento della prevalenza dell’obesità;
aumento di patologie che possono favorire lo sviluppo di iperuricemia (in particolare nefropatia cronica);
aumento del consumo di farmaci
iperuricemizzanti (in particolare ASA a
basse dosi, diuretici).
Per quanto riguarda la distribuzione per sesso
ed età:
Sia l’iperuricemia che la gotta sono più
frequenti nel sesso maschile, con
rapporto M:F = 4:1 (che tende a ridursi
dopo i 65 anni).
Tipicamente, l’esordio della malattia si
verifica:
nei maschi in età adulta (raramente
prima dei 30 anni) → rappresenta la
più frequente causa di artropatia
infiammatoria nel maschio adulto!
nelle femmine in età post-
menopausale.
In entrambi i sessi la prevalenza di iperuricemia e gotta aumenta con l’età.
EZIOPATOGENESI
Background 1: metabolismo delle purine 1
Sintesi ex novo
1. L’enzima PRPP sintetasi catalizza la conversione del ribosio-5-fosfato (prodotto dal metabolismo glucidico attraverso la via
dei pentosi) a 5-fosforibosil-pirofosfato (PRPP).
2. L’enzima glutamina-PRPP-amidotransferasi catalizza la sostituzione del gruppo pirofosforico del PRPP con il gruppo
amidico2 della glutamina, con formazione di 5-fosforibosilamina (PRA).
[N.B.: questa è la tappa limitante della sintesi delle purine].
3. Dopo la formazione di PRA la reazione prosegue in 11 tappe fino alla formazione di acido inosinico (IMP).
4. Gli enzimi GMP-reduttasi e AMP-deaminasi convertono l’IMP rispettivamente in GMP e AMP (e viceversa).
Catabolismo → Quando i nucleotidi sono in eccesso, vengono catabolizzati come segue:
L’enzima nucleotide fosfatasi converte i nucleotidi purinici nei rispettivi nucleosidi.
L’enzima nucleoside fosforilasi converte i nucleosidi purinici nelle rispettive basi puriniche libere.
1
Le purine sono basi azotate costituite da un anello pirimidinico a 6 elementi fuso con un anello imidazolico a 5 elementi.
2
Le ammidi sono composti organici derivati dagli acidi carbossilici, in cui il gruppo –OH è sostituito con un gruppo amminico.
Le basi azotate:
1. possono essere recuperate per la resintesi dei nucleotidi (salvage pathway). Questa via coinvolge gli enzimi:
HGPRT (ipoxantina-guanina-fosforibosiltransferasi) → in presenza di PRPP, converte ipoxantina e guanina
rispettivamente in IMP e GMP.
APRT (adenina-fosforibosiltransferasi) → in presenza di PRPP, converte adenina in AMP.
2. possono essere degradate ad ipoxantina e xantina, che a loro volta diventano il substrato dell’enzima xantina
ossidasi, che catalizza la doppia reazione di ossidazione: ipoxantina → xantina → acido urico
3) PRPP sintetasi
6) glutamina-PRPP-amidotransferasi
7) nucleotide fosfatasi;
8) nucleoside fosforilasi;
9) xantina ossidasi;
10) ipoxantina-guanina- fosforibosil transferasi (HGPRT);
11) adenina-fosforibosil transferasi (APRT)
Background 2: bilancio dell’acido urico nell’organismo
I livelli plasmatici di acido urico riflettono il suo pool miscibile nell’organismo, il quale a sua volta è espressione di un equilibrio tra
produzione ed eliminazione.
Nel soggetto normale il pool miscibile dell’acido urico è di circa 1200 mg nell’uomo e 640 mg nella donna, con un tasso di
rinnovamento giornaliero (turnover rate) pari al 45-85% (in media 700 mg/24 ore nell’uomo). Nei soggetti gottosi il pool miscibile è
notevolmente aumentato.
Produzione → l’acido urico è il prodotto finale del catabolismo delle purine di origine alimentare (20%), cellulare (10%) o
derivate dalla sintesi ex novo (70%).
Eliminazione → l’acido urico viene eliminato per 2/3 per via renale e per 1/3 per via intestinale.
L’escrezione renale è un processo attivo e regolato, organizzato in 4 tappe:
1. Filtrazione glomerulare (100% dell'AU plasmatico)
2. Riassorbimento tubulare precoce nel segmento S1 del TCP (98% dell'AU filtrato)
3. Secrezione tubulare nel segmento S2 del TCP (50% dell'AU riassorbito)
4. Riassorbimento tubulare post-secretorio nel segmento S3 del TCP (40% dell'AU secreto)
I principali trasportatori renali deputati al riassorbimento dell'acido urico sono:
URAT1 (URic Acid Transporter 1) → trasportatore anionico altamente specifico per gli urati, che è in grado di
scambiare questo anione con la maggior parte degli anioni endogeni di natura organica (ad es. lattato, ossalato,
chetoacidi). Numerosi fattori (età, ormoni sessuali, farmaci) possono modulare l’attività di questo sistema di
trasporto.
GLUT9 → codificato dal gene SCL2A9
Nei soggetti normali, a dieta priva di purine, l’uricuria delle 24h varia tra i 150-400 mg/die.
L’eliminazione per via intestinale è un processo passivo e non regolato. Nell’intestino l’acido urico viene ossidato dalle
ossidasi batteriche in allantoina, acido allantoico, CO2 e urea.
Eziopatogenesi dell’iperuricemia
Dal punto di vista patogenetico l’iperuricemia può essere la conseguenza di:
Iperproduzione di acido urico (20% dei casi) → questi pazienti risultano iperescretori
Ipoescrezione renale di acido urico (80% dei casi) → questi pazienti risultano normo-ipoescretori
Meccanismo combinato (es. alcool → conversione ATP in AMP con ↑ produzione; → acidosi metabolica con ↓ escrezione)
Dal punto di vista eziologico le iperuricemie possono essere classificate come segue:
1. IPERURICEMIE PRIMITIVE (30%) = in assenza di malattie o farmaci
Idiopatiche
o escrezione urinaria ridotta (90%)
o escrezione urinaria aumentata (10%)
Da difetti enzimatici noti (<1%)
o iperattività PRPP sintetasi (X-linked)
o deficit di HGPRT (X-linked)
parziale (con funzione residua 2-8%) → iperuricemia (gotta giovanile)
parziale (con funzione residua > 8%) → iperuricemia + segni neurologici piramidali (ipertonia) ed
extrapiramidali (coreoatetosi)
completo (sindrome di Leisch-Nyhan) → iperuricemia + segni neurologici piramidali ed extrapiramidali +
alterazioni comportamentali (automutilazioni) + disabilità intellettiva
o deficit glucosio-6-fosfatasi (glicogenosi tipo I)
2. IPERURICEMIE SECONDARIE (70%) = in presenza di patologie, o di assunzione di farmaci o tossici
Aumentata produzione di acido urico
o aumentato turnover cellulare:
malattie mielo- o linfoproliferative
sindrome da lisi tumorale (chemioterapia in corso di neoplasie mielo-/linfoproliferative o tumori solidi →
morte cellulare massiva)
anemie emolitiche
psoriasi
sarcoidosi
o aumentato consumo di ATP
Ridotta escrezione di acido urico
o nefropatie
insufficienza renale cronica (↓VFG)
malattia renale policistica
nefropatia da piombo = "gotta saturnina" (Pb dà blocco secrezione tubulare)
o farmaci
diuretici tiazidici e dell'ansa
ASA a basse dosi
ciclosporina, tacrolimus
o alterazioni metaboliche
acidosi: acidi organici bloccano secrezione tubulare di AU
disidratazione
sindrome metabolica
Patogenesi della formazione di microcristalli
L’acido urico (2, 6, 8-triossipurina) è un acido debole (pKa3 = 5.8), le cui forme ionizzate formano facilmente sali di urato
(mono/bisodico o più raramente mono/bipotassico) molto più solubili rispetto alla forma non ionizzata.
Nei liquidi extracellulari, a pH 7.4 e T 37°C, è presente per il 98% come urato monosodico (UMS) ed ha una concentrazione di
saturazione di circa 7 mg/dl (il che ha indotto a fissare a 7 mg/dl il limite “convenzionale” per la diagnosi di iperuricemia).
Nelle urine la conversione in acido urico è favorita dallo stato di acidificazione, meno solubile, con conseguente aumento delle
possibilità di saturazione e di eventuale precipitazione.
In generale, la precipitazione e la deposizione di urato nei tessuti è legato al verificarsi di 2 condizioni:
1. Aumento della concentrazione del soluto nel tessuto → legato all’ iperuricemia, con rischio direttamente correlato ai livelli
plasmatici di urato
2. Ridotta capacità dei tessuti di inibire la cristallizzazione → per l’intervento di cofattori sistemici o locali che favoriscono la
precipitazione, la nucleazione e l’accrescimento dei cristalli nei tessuti (soprattutto membrana sinoviale, cartilagine, tendini e
legamenti).
Cofattori SISTEMICI: Età: alterazioni dei PG della matrice cartilaginea nel corso dell'invecchiamento (PG sono inibitori
della nucleazione)
MICROCRISTALLI
3
Ka (costante di dissociazione acida) è un parametro che misura, a una data temperatura, il grado di dissociazione di un acido in soluzione acquosa.
Corrisponde al valore di pH a cui l’acido (forma indissociata) si trova in equilibrio chimico con la sua base coniugata (forma dissociata). Per cui:
quando pH > pKa → prevale la forma dissociata (solubile);
quando pH < pKa → prevale la forma indissociata (insolubile).
FAGOCITOSI MONOCITI
(attivazione inflammosoma)
ATTIVAZIONE ATTIVAZIONE
COMPLEMENTO COAGULAZIONE
FAGOCITOSI NEUTROFILI
(liberazione mediatori)
AMPLIFICAZIONE FLOGOSI
RISOLUZIONE SPONTANEA
L’evento iniziale è la fagocitosi dei microcristalli da parte dei sinoviociti (con abito macrofagico) e dei monociti-macrofagi.
Ne risulta attivazione dell'inflammosoma, complesso multiproteico citoplasmatico attivato in risposta a stress cellulari di varia
natura, che agisce da iniziatore della flogosi promuovendo maturazione e secrezione delle citochine pro-infiammatorie IL-1β e IL-
18.
IL-1β induce a sua volta numerose citochine e chemochine pro-infiammatorie, attraverso attivazione della via NF-κB → IL-1, IL-6,
TNF-α, IL-8 (chemiotattica per i neutrofili).
Giunti in sede, i neutrofili diventano i protagonisti del processo infiammatorio: i neutrofili fagocitano i microcristalli (N.B.:
microcristalli sono rivestiti da frammento Fc delle Ig, che ne favorisce la fagocitosi) e la loro attivazione risulta nella liberazione di
enzimi lisosomiali, ROS, prostaglandine, leucotrieni, citochine infiammatorie → amplificazione della flogosi.
Inoltre la superficie dei cristalli è in grado di determinare anche attivazione del complemento (attraverso via diretta e alterna) e
attivazione della coagulazione (attraverso via intrinseca: fXII → bradichinina ecc.), che compartecipano all'amplificazione della
flogosi.
Risulta una flogosi di marcata intensità con rapido onset (picco flogistico è raggiunto entro 6-12 hh) − attacco di gotta acuta è
uno dei processi infiammatori più acuti osservati in patologia umana. Cionondimeno, esso va in genere incontro a risoluzione
spontanea nell'arco di pochi giorni (max 2 settimane), per il subentrare di meccanismi autoregolatori che spengono il processo
infiammatorio:
Vasodilatazione → favorisce la dissoluzione dei cristalli aumentando la T locale e riequilibrando le concentrazioni di
UMS tissutale e plasmatica.
Inattivazione dei mediatori pro-infiammatori
Secrezione di citochine anti-infiammatorie (TGF-β, IL-10, IL-1RA)
Rimozione delle Ig dalla superficie dei cristalli da parte dei neutrofili
Apoptosi di neutrofili e monociti → per induzione di PPARγ da parte dei cristalli di UMS fagocitati
FATTORI DI RISCHIO
ETÀ E SESSO → dalla nascita alla pubertà il valore medio rimane costante (< 4.5 mg/dl); successivamente aumenta ma
molto di più nel sesso maschile (con una differenza di circa 1 mg/dl per ogni classe di età). Queste differenze nei due sessi
sono spiegate dal fatto che gli estrogeni esercitano una notevole azione uricosurica.
GENETICA
Etnia → valori significativamente più alti di uricemia sono stati riscontrati in popolazioni della Nuova Zelanda, della
Polinesia e tra gli aborigeni australiani e brasiliani.
Familiarità → il 30% dei pazienti con gotta ha ≥ 1 familiare con gotta o iperuricemia asintomatica.
Sono stati identificati diversi polimorfismi in grado di conferire predisposizione a sviluppare iperuricemia. La maggior
parte di questi riguarda geni che codificano per trasportatori implicati nei processi di escrezione o riassorbimento di acido
urico a livello tubulare renale (tra cui URAT1 e SCL2A9); altri riguardano geni implicati nel controllo di funzioni
metaboliche (tra cui il metabolismo del glucosio e del tessuto adiposo). Ciò indica che i meccanismi genetici coinvolti nel
determinare familiarità sono diversi e possono agire a differenti livelli.
AMBIENTE
Dieta → in passato la gotta veniva definita “malattia dei nobili, re e Papi” in quanto erano gli unici a potersi permettere
questo tipo di alimentazione.
Alimenti ricchi di purine (frattaglie, molluschi ecc.)
Dieta iperproteica e iperlipidica → rallenta l’escrezione renale di AU
Alcool e in particolare le bevande alcoliche ricche di purine (birra)
Obesità
Ipertensione arteriosa
Emopatie
Insufficienza renale cronica
Farmaci iperuricemizzanti
Diuretici tiazidici e dell'ansa → riducono escrezione renale di AU con meccanismo indiretto, in relazione
all'ipovolemia indotta dai diuretici → ↓filtrazione, ↑riassorbimento
ASA a basse dosi → ASA ha effetto bifasico sull'escrezione di AU (uricoritentivo a basse dosi, uricosurico a alte dosi)
Ciclosporina, tacrolimus
Da studi effettuati su gemelli omozigoti è emerso che, mentre l’iperuricemia è una condizione in gran parte determinata
geneticamente, lo sviluppo della gotta è prevalentemente legato a fattori ambientali.
CLINICA
GOTTA ACUTA MONOARTRITE ACUTA a esordio improvviso (spesso notturno), che raggiunge l’acme in poche ore (<24
hh) e si risolve spontaneamente in pochi gg (max 2 settimane).
Sede: Tutte le articolazioni possono essere colpite, ma…
Sede più tipica è MTF dell'alluce (I MTF) = "podagra"
A seguire ginocchio e caviglia (in generale AA.II. > AA.SS.)
Raramente esordio può essere poliarticolare.
Clinica: Simile a artrosi = rigidità dolorosa che migliora con riposo e peggiora con impegno
funzionale.
Deposito di microcristalli nei tessuti periarticolari può determinare tumefazione articolare
fusiforme pseudo-reumatoide [si distingue per asimmetria e riscontro tofi].
GOTTA VISCERALE:
Deposito di cristalli di UMS in sede extra-articolare, più spesso in rene e vie escretrici.
NEFROPATIA ACUTA DA Cristalli di UMS e acido urico nei dotti collettori (NTI ostruttiva)
AC. URICO: determinano IRA (oligo-anuria)
LITIASI URATICA: Cristalli di UMS nelle vie escretrici determinano episodi ricorrenti di
colica renale, che possono essere seguiti da espulsione di calcoli
brunastri di UMS
Fattori favorenti: iperuricemia elevata, urine acide
DIAGNOSI
Clinica Modalità di insorgenza dell'attacco acuto → esordio improvviso (picco entro 24 h) con segni di
flogosi marcati,
Risoluzione spontanea entro max 2 settimane
Sedi tipiche (I MTF ecc.)
Anamnesi familiare positiva, s.me metabolica, alcoolismo, storia clinica di nefrolitiasi ecc.
Esami strumentali: Artrocentesi con esame microscopico del liquido sinoviale (GOLD STANDARD!)
Liquido sinoviale è infiammatorio, con ↑ GB (talvolta anche > 100.000/mm3 come nell'artrite
settica)
Esame al microscopio a luce polarizzata dimostra i cristalli di UMS: aghiformi, birifrangenza
negativa
N.B.: Ricerca di cristalli nel liquido sinoviale è da eseguire sempre in caso di versamento articolare di
eziologia incerta!
Radiografia convenzionale
o Scarsamente utile nella diagnosi di gotta acuta (tumefazione dei tessuti molli e poco altro)
o Utile nella diagnosi di gotta cronica, dove permette di evidenziare:
Riduzione interlinea articolare
Osteofitosi marginale
Geodi, che confluiscono a formare ampie lacune a contorni policiclici
nell'osso subcondrale
Erosioni cartilaginee marginali a raggio ampio → (DDx vs erosioni
dell'AR, che sono a raggio stretto) − spesso < geodi che hanno rotto
la corticale e si aprono all'esterno
Tali reperti sono particolarmente frequenti nelle articolazioni di mani e
piedi.
N.B.: TOFI e CALCOLI DI UMS sono RADIOTRASPARENTI!
Ecografia articolare:
Segno del doppio contorno: deposizione di cristalli di UMS sul profilo della cartilagine
Aspetto "a tempesta di neve" / immagini iperecogene nel contesto della membrana sinoviale:
tofi intra-articolari
DDx: Gotta acuta → pseudo-gotta da CPP, artrite settica − dimostrazione di cristalli di UMS nel liquido sinoviale
Gotta cronica: artrite reumatoide − poliartrite cronica erosiva asimmetrica + tofi
COMORBIDITÀ
Iperuricemia è strettamente associata a S.ME METABOLICA → Obesità
Ipertensione arteriosa
Dislipidemia
Diabete
Malattie cardiovascolari
Nefropatia cronica
TERAPIA
Interventi sullo STILE DI VITA: Indicati in tutti i soggetti con IPERURICEMIA, sintomatica o asintomatica.
DIETA: ↓ Alimenti ricchi di purine (carne, pesce, frattaglie, molluschi,
spinaci ecc.)
↓ Apporto grassi e proteine (riducono escrezione di AU)
BEVANDE: ↓ Consumo di alcool, e in particolare di bevande alcoliche ricche
di purine come la birra
↓ Consumo di bevande ricche di fruttosio
CONTROLLO Riduzione del sovrappeso
COMORBIDITÀ: Trattamento farmacologico di dislipidemia, iperglicemia,
ipertensione (evitando diuretici)
Nuove TERAPIE BIOLOGICHE: Nuove acquisizioni sul ruolo dell'inflammosoma e dell'IL-1β nella patogenesi della gotta
acuta hanno portato all'introduzione di farmaci biologici anti-IL1 nella terapia e prevenzione
degli attacchi acuti di gotta:
Anakinra: antagonista recettoriale di IL-1R
Canakinumab: ab monoclonale neutralizzante anti-IL-1β
Rilonacept: decoy receptor attivo contro IL-1α e IL-1β