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Leggi Ponderali

Verso la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX secolo, si studiarono con particolare importanza gli aspetti
quantitativi delle trasformazioni chimiche, arrivando a descrivere il comportamento delle sostanze
attraverso leggi che ancora oggi sono chiamate leggi fondamentali della chimica o leggi ponderali
(ponderale = che riguarda il peso). Riguardano alcuni comportamenti regolari riscontrati quando le sostanze
reagiscono tra loro. Tali regolarità vennero espresse attraverso leggi quantitative che posero le basi per lo
sviluppo della teoria atomica di Dalton.

Tali leggi sono:

la legge di conservazione della massa o legge di Lavoisier 1789

la legge delle proporzioni definite o legge di Proust 1799

la legge delle proporzioni multiple o legge di Dalton 1808


Legge di Lavoisier nota anche come legge di conservazione della massa afferma che nel corso di una
reazione chimica la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti. In
altre parole, nel corso di una reazione chimica la materia non si crea e non si distrugge. Nella sua attività
laboratoriale Lavoisier condusse una serie di esperimenti sulle reazioni chimiche ponendo l'attenzione sugli
aspetti quantitativi delle stesse. In particolare se, le reazioni venivano condotte in recipienti chiusi, la massa
complessiva durante la reazione rimaneva invariata. Servendosi di una bilancia, eseguì accurate misure di
massa dei reagenti e dei prodotti delle reazioni, riuscendo a dimostrare, nel 1789, che la massa totale delle
sostanze ottenute dalla reazione chimica era esattamente uguale alla massa totale delle sostanza messe a
reagire.

Spiegazione della legge di Lavoisier Quando bruciamo un pezzo di legno e osserviamo la piccola quantità di
cenere che è stata prodotta, ci viene da pensare che la legge di Lavoisier non sia rispettata. In realtà
commettiamo un grosso errore e cioè quello di considerare soltanto la massa dei solidi (legno come
reagente e cenere come prodotto) e non delle sostanze gassose messe in gioco durante la reazione.
Un'analisi più accurata consente di confermare che, anche in questo caso, la legge di Lavoisier è rispettata,
poiché la massa dell'aria consumata e quella del legno (reagenti della reazione) sono esattamente uguali
alla somma delle masse della cenere e dei gas prodotti durante la reazione di combustione.

Se si fa avvenire la reazione di
combustione in un ambiente chiuso (a)
si dimostra che al termine della
reazione la massa è rimasta invariata
Legge di Proust o delle proporzioni definite Nel 1799 il chimico francese J.L. Proust, notò che la
composizione della pirite, un minerale molto abbondante in quel Paese, era sempre la
stessa, indipendentemente dal luogo di provenienza. In particolare, trovò che la pirite
conteneva ferro e zolfo e che questi due elementi erano presenti secondo un rapporto
fisso e costante: per ogni grammo di ferro erano sempre presenti 0,57 grammi di
zolfo. Tale composizione era rispettata anche dalla pirite da lui ottenuta in laboratorio.

Proust estese i suoi studi anche ad altri minerali e constatò che tale regolarità di comportamento per ciò
che riguarda i rapporti di combinazione era comune anche agli altri minerali. Tali considerazioni lo
portarono a formulare la legge delle proporzioni definite che afferma: in un composto chimico gli elementi
che lo costituiscono sono sempre presenti in rapporti in massa costanti e definiti.

Spiegazione della legge di Proust

Se si vuole preparare in laboratorio del solfuro ferroso


(pirite), occorre fare reagire ferro e zolfo nel rapporto di
1 g di ferro per 0,57 g di zolfo. In accordo con la legge di
Lavoisier, si otterranno 1,57 g di solfuro ferroso.

Se vogliamo ottenere una quantità di solfuro ferroso


dieci volte maggiore e cioè 15,7 g, bisogna sempre
rispettare il rapporto di combinazione (1 : 0,57) tra
ferro e zolfo e quindi bisogna mettere a reagire 10 g di
ferro con 5,7 g di zolfo

Se invece mettiamo a reagire 10 g di ferro con 8 g zi


zolfo, una quantità superiore a quella richiesta dal
rapporto di combinazione (5,7 g), si otterrà sempre
la stessa quantità di solfuro ferroso (15,7 g) ma parte dello zolfo (8 g - 5,7 g = 2,3 g) non reagisce per dare il
solfuro ferroso e rimane inalterato alla fine della reazione

Allo stesso modo, per ottenere acqua, un composto formato da idrogeno e ossigeno, dobbiamo fare reagire
questi due elementi nel rapporto di 1 g di idrogeno contro 8 g di ossigeno. Qualsiasi eccesso di uno dei due
elementi nei confronti di tale rapporto, non reagisce per dare acqua e rimane come reagente in eccesso a
fine reazione.
Qualche anno più tardi J. Dalton scoprì casi in cui due elementi possono reagire per dare due composti
diversi e formulò la legge delle proporzioni multiple o legge di Dalton.

Legge di Dalton o delle proporzioni multiple

Nel 1808 J. Dalton scoprì che ci sono casi in cui due elementi possono reagire tra loro secondo rapporti di
combinazione diversi, portando alla formazione di composti diversi. Questo è il caso del carbonio e
dell'ossigeno che possono reagire tra loro secondo rapporti di combinazione diversi formando ossido di
carbonio e biossido di carbonio.

Se carbonio e ossigeno reagiscono nel rapporto di 1 g di


carbonio per 1,33 g di ossigeno, in accordo con la legge
di Lavoisier , si ottengono 2,33 di un gas velenoso
chiamato ossido di carbonio.

Se carbonio e ossigeno reagiscono nel rapporto di 1 g di


carbonio per 2,66 g di ossigeno, si ottengono in questo
caso 3,66 g di biossido di carbonio, composto gassoso
noto anche con il nome di anidride carbonica.

Ciò che sorprese Dalton fu che le masse di ossigeno che si combinavano con la stessa massa di carbonio (1
g) erano l'una il doppio dell'altra (2,66 vs 1,33).

Dalton, anche in altri composti, notò la stessa regolarità e riproducibilità di dati che lo portarono a
formulare la legge delle proporzioni multiple nota anche come legge di Dalton: Quando un elemento (nel
nostro esempio l'ossigeno) si combina con la stessa massa di un secondo elemento (nel nostro esempio 1
g di carbonio) per formare composti diversi (ossido di carbonio e biossido di carbonio), le masse del primo
elemento (ossigeno) stanno tra loro in rapporti esprimibili mediante numeri interi e piccoli (nel nostro
esempio 1:2). Dalton intuì che solo immaginando la materia composta da particelle microscopiche,
indistruttibili, indivisibili e non creabili si potevano spiegare le tre leggi ponderali. Nel 1808 lo stesso
scienziato formulò la prima teoria atomica nota oggi come teoria atomica di Dalton, secondo cui la materia
è costituita da atomi. Il modello atomico di Dalton poggia su solide basi scientifiche e il suo punto di
partenza fu una attenta analisi di queste leggi.

Il modello atomico di Dalton

· la materia è fatta da particelle microscopiche indivisibili e indistruttibili chiamate atomi;

· tutti gli atomi di un elemento sono uguali tra loro e hanno la stessa massa;

· dagli atomi di un elemento non è possibile ottenere atomi di un altro elemento;


· gli atomi di un elemento si possono combinare solo con numeri interi di atomi di un altro elemento;

· in una reazione chimica gli atomi di un elemento non possono essere né creati né distrutti e si
trasferiscono interi formando nuovi composti.

Oggi sappiamo che non solo gli atomi sono ulteriormente divisibili, ma anche che gli atomi di uno stesso
elemento non sono tutti uguali tra loro e che addirittura alcuni possono trasformarsi in atomi di elementi
diversi (sono gli atomi degli elementi radioattivi); tuttavia la teoria di Dalton interpreta in maniera corretta
e immediata le leggi delle combinazioni chimiche.

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