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APPUNTI di FISICA e CHIMICA 1

Leggi Ponderali
Spiegazione e analisi delle tre leggi ponderali
Verso la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX secolo, si studiarono con particolare importanza gli
aspetti quantitativi delle trasformazioni chimiche, arrivando a descrivere il comportamento delle
sostanze attraverso leggi che ancora oggi sono chiamate leggi fondamentali della chimica o leggi
ponderali (ponderale = che riguarda il peso). Tali leggi sono:

la legge di conservazione della massa o legge di Lavoisier

la legge delle proporzioni definite o legge di Proust

la legge delle proporzioni multiple o legge di Dalton

Nel 1803 l'inglese J. Dalton elaborò la prima teoria atomica secondo cui la materia è costituita da
atomi. Il modello atomico di Dalton∗ poggia su solide basi scientifiche e il suo punto di partenza fu
una attenta analisi di queste leggi.

Le leggi ponderali, come detto, risalgono tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX secolo,
riguardano alcuni comportamenti regolari riscontrati quando le sostanze reagiscono tra loro.
Tali regolarità vennero espresse attraverso leggi quantitative che posero le basi per lo sviluppo della
teoria atomica di Dalton.


Il modello atomico di Dalton si fonda sui seguenti postulati:

• la materia è fatta da particelle microscopiche indivisibili e indistruttibili chiamate atomi;


• tutti gli atomi di un elemento sono uguali tra loro e hanno la stessa massa;
• dagli atomi di un elemento non è possibile ottenere atomi di un altro elemento;
• gli atomi di un elemento si possono combinare solo con numeri interi di atomi di un altro
elemento;
• in una reazione chimica gli atomi di un elemento non possono essere né creati né distrutti e si
trasferiscono interi formando nuovi composti.

Oggi sappiamo che non solo gli atomi sono ulteriormente divisibili,ma anche che gli atomi di uno
stesso elemento non sono tutti uguali tra loro e che addirittura alcuni possono trasformarsi in atomi
di elementi diversi (sono gli atomi degli elementi radioattivi); tuttavia la teoria di Dalton interpreta
in maniera corretta e immediata le leggi delle combinazioni chimiche.

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Legge di Lavoisier
La legge di Lavoisier nota anche come legge di conservazione della massa afferma che nel corso
di una reazione chimica la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse
dei prodotti.

In altre parole, nel corso di una reazione chimica la materia non si crea e non si distrugge.

Nella sua attività laboratoriale Lavoisier condusse una serie di esperimenti sulle reazioni chimiche
ponendo l'attenzione sugli aspetti quantitativi delle stesse. In particolare se, le reazioni venivono
condotte in recipienti chiusi, la massa complessiva durante la reazione rimaneva invariata.
Servendosi di una bilancia, eseguì accurate misure di massa dei reagenti e dei prodotti delle
reazioni, riuscendo a dimostrare, nel 1789, che la massa totale delle sostanze ottenute dalla reazione
chimica era esattamente uguale alla massa totale delle sostanza messe a reagire.

Spiegazione della legge di Lavoisier

Quando bruciamo un pezzo di legno e osserviamo la piccola quantità di cenere che è stata prodotta,
ci viene da pensare che la legge di Lavoisier non sia rispettata. In realtà commettiamo un grosso
errore e cioè quello di considerare soltanto la massa dei solidi (legno come reagente e cenere come
prodotto) e non delle sostanze gassose messe in gioco durante la reazione. Un'analisi più accurata
consente di confermare che, anche in questo caso, la legge di Lavoisier è rispettata, poiché la massa
dell'aria consumata e quella del legno (reagenti della reazione) sono esattamente uguali alla somma
delle masse della cenere e dei gas prodotti durante la reazione di combustione.

Se si fa avvenire la reazione di combustione in un ambiente chiuso (a) si dimostra che al termine


della reazione la massa è rimasta invariata (b)

Legge di Proust (o delle proporzioni definite)


Nel 1799 il chimico francese J.L. Proust, notò che la composizione della pirite, un minerale molto
abbondante in quel Paese, era sempre la stessa, indipendentemente dal luogo di provenienza. In
particolare, trovò che la pirite conteneva ferro e zolfo e che questi due elementi erano presenti
secondo un rapporto fisso e costante: per ogni grammo di ferro erano sempre presenti 0,57 grammi
di zolfo. Tale composizione era rispettata anche dalla pirite da lui ottenuta in laboratorio.

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La pirite, il minerale utilizzato da Proust nei suoi esperimenti

Proust estese i suoi studi anche ad altri minerali e constatò che tale regolarità di comportamento per
ciò che riguarda i rapporti di combinazione era comune anche agli altri minerali.

Tali considerazioni lo portarono a formulare la legge delle proporzioni definite (nota anche come
legge di Proust) che afferma:

in un composto chimico gli elementi che lo costituiscono sono sempre presenti in rapporti in
massa costanti e definiti.

Spiegazione della legge di Proust

Se si vuole preparare in laboratorio del solfuro ferroso (pirite), occorre fare reagire ferro e zolfo nel
rapporto di 1 g di ferro per 0,57 g di zolfo. In accordo con la legge di Lavoisier∗, si otterranno 1,57
g di solfuro ferroso.

Se vogliamo ottenere una quantità di solfuro ferroso dieci volte maggiore e cioè 15,7 g, bisogna
sempre rispettare il rapporto di combinazione (1 : 0,57) tra ferro e zolfo e quindi bisogna mettere a
reagire 10 g di ferro con 5,7 g di zolfo:

Se invece mettiamo a reagire 10 g di ferro con 8 g zi zolfo, una quantità supeiore a quella richiesta
dal rapposrto di combinazione (5,7 g), si otterrà sempre la stessa quantità di solfuro ferroso (15,7 g)
ma parte dello zolfo (8 g - 5,7 g = 2,3 g) non reagisce per dare il solfuro ferroso e rimane inalterato
alla fine della reazione:


legge di conservazione della massa o di Lavoisier afferma che nel corso di una reazione chimica la somma delle
masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti; in altre parole, nel corso di una reazione chimica
la materia non si crea e non si distrugge.

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Allo stesso modo, per ottenere acqua, un composto formato da idrogeno e ossigeno, dobbiamo fare
reagire questi due elementi nel rapporto di 1 g di idrogeno contro 8 g di ossigeno. Qualsiasi eccesso
di uno dei due elementi nei confronti di tale rapporto, non reagisce per dare acqua e rimane come
reagente in eccesso a fine reazione.

Qualche anno più tardi J. Dalton scoprì casi in cui due elementi possono reagire per dare due
composti diversi e formulò la legge delle proporzioni multiple o legge di Dalton.

Legge di Dalton (o delle proporzioni multiple)


Nel 1808 J. Dalton scoprì che ci sono casi in cui due elementi possono reagire tra loro secondo
rapporti di combinazione diversi, portando alla formazione di composti diversi.

Questo è il caso del carbonio e dell'ossigeno che possono reagire tra loro secondo rapporti di
combinazione diversi formando ossido di carbonio e biossido di carbonio.

Se carbonio e ossigeno reagiscono nel rapporto di 1 g di carbonio per 1,33 g di ossigeno, in accordo
con la legge di Lavoisier∗ , si ottengono 2,33 di un gas velenoso chiamato ossido di carbonio.

Se carbonio e ossigeno reagiscono nel rapporto di 1 g di carbonio per 2,66 g di ossigeno, si


ottengono in questo caso 3,66 g di biossido di carbonio, composto gassoso noto anche con il nome
di anidride carbonica.


legge di conservazione della massa o di Lavoisier afferma che nel corso di una reazione chimica la somma delle
masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti; in altre parole, nel corso di una reazione chimica
la materia non si crea e non si distrugge.

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Ciò che sorprese Dalton fu che le masse di ossigeno che si combinavano con la stessa massa di
carbonio (1 g) erano l'una il doppio dell'altra (2,66 vs 1,33).

Enunciato della legge di Dalton

Dalton, anche in altri composti, notò la stessa regolarità e riproducibilità di dati che lo portarono a
formulare la legge delle proporzioni multiple nota anche come legge di Dalton:

Quando un elemento (nel nostro esempio l'ossigeno) si combina con la stessa massa di un
secondo elemento (nel nostro esempio 1 g di carbonio) per formare composti diversi (ossido di
carbonio e biossido di carbonio), le masse del primo elemento (ossigeno) stanno tra loro in
rapporti esprimibili mediante numeri interi e piccoli (nel nostro esempio 1:2).

Dalton intuì che solo immaginando la materia composta da particelle microscopiche, indistruttibili,
indivisibili e non creabili si potevano spiegare le tre leggi ponderali. Nel 1808 lo stesso scienziato
formulò la prima teoria atomica nota oggi come teoria atomica di Dalton.

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