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Il viaggio di Dante
genesi della Divina Commedia

L'anno
Il giorno
L'ora

Dante non collocò esplicitamente nel tempo il suo viaggio ultraterreno, ma è tuttavia possibile
dedurre i dati cronologici da alcuni indizi disseminati qua e là nel testo, che si chiariscono
vicendevolmente.

L'anno
In Inf. I,1, il poeta afferma di essersi smarrito nella "selva oscura" , "nel mezzo del cammin"
della sua vita, cioè intorno ai 35 anni, poichè, sulla scorta di un passo biblico, egli considerava la
durata media della vita in 70 anni.
Essendo il poeta nato nel 1265, l'anno del viaggio deve quindi collocarsi nel 1300.

Il 1300 era una data di singolari coincidenze.

L'intima correlazione fra le realtà sensibili e fra queste ed il Creatore era uno dei cardini del
pensiero medioevale, così affascinato dalle corrispondenze evidenti da cercarne altre più nascoste.

L'anno del Giubileo, dell'espiazione e del perdono per tutta l'umanità, bandito da papa Bonifacio
VIII, si accorda alla personale vicenda di redenzione del poeta.
Il traviamento di Dante, il suo allontanamento dall'ortodossia nella fede e dall'ideale dell'amor
cortese in poesia, dovette collocarsi sul finire del secolo XIII.
Che la redenzione sia avvenuta proprio nel 1300 non è possibile sapere, tuttavia questa data
coincide, e non certo casualmente, con il primo anno del secolo nuovo.
Ogni passaggio di secolo, infatti, ha portato con sè la paura per una fine imminente, un'ansia di
rinnovamento ed una conseguente sensazione di rinascita.

E' da ricordare, inoltre, che il Giubileo, o Anno Santo, si celebra in quegli anni in cui il giorno di
S. Giacomo Maggiore, il 25 luglio, cade di domenica, e Dante accoglie pienamente
l'interpretazione dei Padri della Chiesa, che vedevano in Giacomo la figurazione della virtù
teologale della speranza ("la spene ... / che tante fiate la figuri" Pd. XXV, 31-32).

Un'ultima conferma alla collocazione nel 1300 del "viaggio" dantesco può essere rintracciata nel
colloquio con Cavalcante de' Cavalcanti (Inf. X).
Nel 1300 Dante ricopriva la carica di Priore e proprio in quell'anno dovette firmare, con la morte
nel cuore, la condanna all'esilio dell'amico Guido Cavalcanti.
Guido, che apparteneva ad una famiglia di antica nobiltà, non potè accedere alle cariche
pubbliche, ma prese ugualmente parte alle vicende politiche della città, a volte in modo
vivacemente sopra le righe. Quando, nel 1300, scoppiarono ancora una volta gravi disordini in

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città, venne esiliato a Sarzana, probabilmente già malato. Poco dopo, infatti, l'esilio venne
revocato e Guido morì a Firenze all'inizio dell'autunno del 1300.
Nella Commedia, Dante lo dice ancor vivo e questo dato introduce anche la controversia sul
giorno d'inizio del "viaggio".

Il giorno
In Inf. I, 37-40 Dante specifica le circostanze dell'apparire della lonza, la prima delle tre fiere della
selva oscura: sono le prime ore del mattino ed il sole, afferma il poeta, sta sorgendo nella
costellazione dell'Ariete.
Il viaggio di Dante è quindi da collocare nel tempo dell'equinozio di primavera, quando il sole
sorge e tramonta alla stessa ora in tutti i luoghi della terra e segna il momento climatico della
rinascita della natura.

Era, inoltre, opinione comune nel Medioevo che i sei giorni della creazione del mondo fossero
culminati proprio con l'equinozio di primavera, così come la parabola terrena di Cristo,
dall'incarnazione alla morte, che segna la rinascita dell'umanità dal buio del peccato, fosse
compresa fra due equinozi di primavera.

La notizia fornita nel canto I trova un preciso riscontro nel canto XXI dell'Inferno.
Ai vv. 112-114 il diavolo Malacoda afferma che i ponti che collegano le bolge del cerchio VIII
crollarono al momento della morte di Cristo, esattamente "mille dugento con sessanta sei / anni"
e cinque ore prima del colloquio tra il diavolo stesso ed i due pellegrini.

Si riteneva comunemente nel Medioevo che Cristo fosse morto al compiersi dei 34 anni
dall'incarnazione, fissata per induzione, a partire dalla tradizionale data della natività (25
dicembre), al 25 marzo, data vicina, e non certo per casuale coincidenza, all'equinozio di
primavera.
Questa informazione non solo conferma l'anno del viaggio al 1300, ma offre uno spunto per
individuarne il giorno di inizio.

Bisogna, inoltre, ricordare che nel corso del Medioevo non era consuetudine iniziare a contare i
giorni dell'anno dal primo giorno di gennaio.
I documenti notarili tramandano diversi criteri di datazione, di cui i più comuni sono la datazione
"ab nativitade", cioè a partire dal 25 dicembre, e la datazione "ab incarnatione" cioè a partire
dal 25 marzo.
Il comune fiorentino, fra XIII e XIV secolo, preferiva questo secondo parametro.
In base ai dati ora esposti è possibile dedurre che lo smarrimento di Dante nella "selva oscura"
ebbe luogo il 25 marzo 1300, che a Firenze, era anche il primo giorno del nuovo anno e del nuovo
secolo.

Lo stesso passo dell'Inferno, tuttavia, potrebbe suffragare l'ipotesi che Dante intendesse riferirsi,
facendo coincidere la data dell'inizio del viaggio con il giorno della morte di Cristo, non al
tradizionale 25 marzo ma al Venerdì Santo, che nel 1300, cadde l'8 aprile.

L'ora
Il viaggio di Dante nei tre regni oltremondani copre un arco di sette giorni, con palese riferimento
ai biblici sette giorni della creazione del mondo.
Dante si smarrisce nella "selva oscura" sul far della notte e da essa riesce ad emergere alle prime

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luci dell'alba.

1° giorno: "Dal principio del mattino" (Inf. I, 37), alle 6 circa, Dante incontra la lonza, la
prima delle tre fiere, ed al "cader della notte" (Inf. II,1) inizia il viaggio con Virgilio, per
giungere a mezzanotte nel cerchio IV (VII, 98).
2° giorno: Alle 7 del mattino il poeta parla con il diavolo Malacoda (cerchio VIII, bolgia 5).
Egli afferma che il loro colloquio si svolge "mille dugento con sessanta sei / anni" e
cinque ore esatte dopo la morte di Cristo, che sulla scorta del Vangelo di Luca, Dante sapeva
essere avvenuta all'ora sesta, cioè a mezzogiorno.
All'una circa si trova nella bolgia 9 ed al tramonto giunge al centro della terra.
3° giorno: Nelle primissime ore del terzo giorno Dante e Virgilio passano il centro della
terra e, percorsa la "natural burella", si trovano sulla spiaggia del Purgatorio per vedere
apparire, contro il cielo soffuso dell'alba, l'Angelo che traghetta le anime dei purganti.
Al declinare del giorno Dante si trova nell'Antipurgatorio e per tutta la notte sosta nella
Valletta dei principi.
4° giorno: All'alba del quarto giorno inizia l'ascesa del monte del Purgatorio che si ferma
con il cader della luce prima della salita alla quarta cornice.
5° giorno: Dall'alba al tramonto del quinto giorno il poeta sale dalla quarta alla settima
cornice del Purgatorio ed a sera si ferma con Virgilio e Stazio a riposare prima di salire al
Paradiso Terrestre.
6° giorno: Dall'alba al mezzogiorno Dante sosta nel Paradiso Terrestre, dove compie i riti
che lo rendono "puro e disposto a salire a le stelle" (Pg. XXXIII, 145).
7° giorno: Dal mezzogiorno del sesto giorno al mezzogiorno del settimo si compie l'ascesa
di Dante dal Primo Cielo alla visione di Dio con la quale termina il viaggio.

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