Sei sulla pagina 1di 11

L’elegia e Albio Tibullo

Mary Elizabeth Schiavi


L’elegia
Nasce in Grecia nel VII- VI e si sviluppa a
Roma nell'epoca di Ottaviano Augusto.

Il distico elegiaco è una sequenza di due versi


formata da un esametro e un pentametro.

I poeti ripropongono topoi letterari come


l'utilizzo dello pseudonimo greco

L'iniziatore dell'elegia latina è Cornelio Gallo


I temi della poesia elegiaca
il tema prediletto è l’amore visto come:
- militia: l’amante è vittima delle frecce d’Amore e lotta per
conquistare la donna amata
- servitium: l’amante è disposto a tutto per compiacere la sua domina
- passione totalizzante

l'amore va vissuto a pieno nella giovinezza

la lode della paupertas al posto dell'avaritia e la luxuria

"Nil nimium studio, Caesar, tibi velle placere


nec scire utrum sis albus an ater homo." - Catullo
la poesia elegiaca è disimpegnata politicamente e porta
gli elegiaci alla nequitia verso il loro tempo
Albio Tibullo
Nasce fra il 55 e il 50 a. C.in Lazio da una famiglia
equestre agiata.

Fa parte del circolo di Messalla Corvino che segue in una


spedizione militare in Aquitania e nel 22 a.C. in Siria, fu
costretto però a fermarsi a Corfù per via di una malattia.

muore nel 19 a.C., probabilmente a Roma.

Le sue opere sono contenute in una raccolta, il Corpus


Tibullianus
Anno di
Libro Autore Contenuto
composizione

• amore per Delia (I, 1; 2; 3; 5; 6)


• amore per Marato (1, 4; 8;9)
Libro I Tibullo 26 a.C. • celebrazione del compleanno di Messalla Corvino (I, 7)
• celebrazione della vita campestre (I, 10)

• amore per Némesi (II, 3; 4; 6)


• descrizione di riti agresti (Il, 1)
Libro II Tibullo 24-19 a. C. • augurio all'amico Cornuto (II, 2)
• 'elegia dedicata a Messalino, primogenito di Messalla, (II, 5)

• Ligdamo canta l'amore per Neera (II, 1; 2; 3; 4; 5; 6)


• Panegirico di Messalla (III, 7)
Ligdamo • un poeta anonimo canta l'amore di Sulpicia, nipote di Messalla,
Libro III Sulpicia 31-30 a.C. per il giovane Cerinto (III, 8-12)
Tibullo • Sulpicia canta il proprio amore per Cerinto (III, 13-18)
• elegia amorosa (III, 19)
• epigramma erotico (III, 20)
I temi
La vita modesta in campagna lontano dall'impegno politico
e militare
"Divitias alius fulvo sibi congerat auro
et teneat culti iugera multa soli" (elegia I, 1)

"Quis fuit, horrendos primus qui protulit enses?." (elegia I, 10)

L'amore è servitium, militia e infelice (pauper amator/dives


amator, foedus, paraklausithyron)

La morte che spinge al carpe diem


"flebis et arsuro positum me, Delia, lecto" (elegia I, 1)
Tibullo nella letteratura
italiana
La prima edizione a stampa delle sue opere viene pubblicata a Venezia nel
1472

Giacomo Leopardi
"Nondimeno pare che a tempo degl’Imperatori romani la condizione delle donne
fosse già molto simile alla presente. Lascio le odi di Orazio e i libri di Ovidio,
Tibullo, Properzio..."- Zibaldone, 10 Ott. 1825
Ugo Foscolo
"È notabile che mentr’egli si sbraccia a lodare or l’uno or l’altro degli scrittori
suoi coetanei, niuno ad ogni modo non nomina Orazio, né Virgilio, a cui diresse
tre odi; né il verecondo e sdegnoso Tibullo, a cui intitolò un’ode e un’epistola;" -
Della morale letteraria

"Amo: ma contento d’un solo sguardo, passo i giorni col mio Tibullo, o con il
patetico Cantore di Selma. Ma le malinconie non mi lasciano che di rado, ed io
ne godo ch’esse alberghino meco." (lettera a Gaetano Fornasini, maggio 1795)

"Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo di gente in gente, me vedrai seduto su la
tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de’ tuoi gentili anni caduto." - Poesie,
sonetto X, 1-4

TIB. 2,6, 33-34 "illius ad tumulum fugiam supplexque sedebo et mea cum muto
fata querar cinere."
Luigi Pirandello
"Livia Frezzi aveva dato a Maurizio Gueli la gioja del possesso
unico e intero. Nessuno poteva conoscerla o immaginarla,
com’egli la conosceva e la vedeva nei momenti dell’abbandono.
Ella era tutta per uno; chiusa a tutti, fuor che a uno. Allo stesso
modo però voleva che quest’uno fosse tutto per lei: chiuso in lei
tutto e per sempre, tutto esclusivamente suo, non solo coi sensi,
col cuore, con la mente, ma finanche con lo sguardo. Guardare,
anche senza la minima intenzione, un’altra donna, era già per
lei quasi un delitto. Ella non guardava nessuno, mai. Delitto era
piacere altrui oltre i limiti della più fredda cortesia. Displiceas
aliis, sic ego tutus ero. Gelosia? Ma che gelosia! Comportarsi
così era come dimandava la serietà, come dimandava l’onestà.
Ella era seria e onesta; non gelosa. E così voleva che si
comportassero tutti." - Suo Marito
Gabriele D'Annunzio
"Ora a me il ritmo sereno d’Albio Tibullo, ove ride
l’immensa pace de la campagna in fiore,
ove ridon gli azzurri del cielo latino ed i soli
flavi e le nuvole come in un terso rio!"
(Canto novo, Canto del sole, 4, 1-4)

"Un Alessandro Sperelli, nel 1466, portò a Federigo d’Aragona,


figliuolo di Ferdinando re di Napoli e fratello d’Alfonso duca di
Calabria, il codice in foglio contenente alcune poesie «men rozze» de’
vecchi scrittori toscani, che Lorenzo de’ Medici aveva promesso in Pisa
nel ’65; e quello stesso Alessandro scrisse per la morte della divina
Simonetta, in coro con i dotti del suo tempo, una elegìa latina,
malinconica ed abbandonata a imitazion di Tibullo." -Il Piacere

Potrebbero piacerti anche