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ETÀ IMPERIALE

Augusto era stato a capo del principato, aveva preso potere sommando tutte le cariche
magistratuali, era un potere basato sulla repubblica ma accentrato in un’unica persona
• Il popolo romano accetta che tutto il potere sia nelle mani di Augusto perchè avevano appena
affrontato secoli di guerre e volevano vivere in un periodo di pace (Pax Augustea)
L’età augustea si conclude nel 14 dC con la morte di Augusto (29/27 aC - 14 dC)
La successione diventa però imperiale e il figlio adottivo di Augusto sale al potere, inizia la dinastia
Giulio Claudia che va dal 14 al 68 dC, che vede quattro imperatori
• Tiberio, figlio adottivo di Augusto (14-37): riesce a mantenere solidi i confini degli impero. È stato
spesso sospettoso di tutti quelli che erano a corte. Il prefetto del pretorio Seriano infatti minaccia
il potere imperiale. Tiberio si rifugia infatti a Capri e questo gesto viene percepito come desiderio
di non voler governare. Quando morirà nel 37 non sarà molto rimpianto.
• Caligola (37-41): sembra che fosse a seguito degli eserciti. È un personaggio più inquietante
perchè comincia a pensare di poter portare a se l’assolutismo ed essere considerato come un
dio, non si occupa però della cultura
• Claudio (41-54): viene messo al potere per sostituire Caligola, si pensava che fosse un
personaggio comodo, che non fosse troppo attratto dal potere. Viene ritenuto stolto, infatti in un
testo di Seneca viene definito uno zuccone. Diventa però un imperatore vincente, con alle sue
spalle delle campagne militari importanti. La sua ultima moglie Agrippina, madre di Nerone da un
matrimonio precedente, lo fa uccidere per far salire al potere il figlio. Liberti e provinciali
• Nerone (54-68): il primo quinquennio di regno viene chiamato felix, perchè viene seguito da
Seneca precettore e la madre che riescono a tenerlo a bada. Egli è un personaggio molto
controverso, aveva istituito i Neronia, dei giochi dedicati a lui. Si dice che avesse appiccato lui
l’incendio a Roma per far spazio per costruire la Domus Area, un’area grandissima arricchita per
lui, questa è però un’ipotesi assurda. Nerone aveva accusato i cristiani dell’incendio. Aveva
accusato i cristiani perchè non veneravano l’imperatore, i romani erano infatti pagani e quando
arriva il monoteismo i cristiani erano invisi perchè credevano in dei principi non affini agli ideali
dell’impero. Nel 65 subentra la congiura dei Pisoni (da Gaio Calpurnio Pisone, organizzatore) che
voleva attentare alla vita dell’imperatore. Negli ultimi anni della sua vita va in Grecia e il senato lo
ritiene un traditore. Si macchia anche di matricidio e prova a simulare un incidente facendo
affondare una nave. Fa uccidere molti autori come Seneca, Lucano e Petronio, tutti e tre accusati
di essere partecipi alla congiura (non del tutto errato) con delle morti eclatanti. Nel 68 viene ucciso
perchè inviso dal senato. È comunque stato l’unico a ripristinare a Roma un circolo culturale
Dal 69 al 96 dC c’è la dinastia Flavia, poi quella degli Antonini dal 96 al 192 dC con imperatori come
• Nervi
• Adriano
• Traiano
• Marco Aurelio

Nella prima età imperiale il pubblico attento alla produzione letteraria si allarga notevolmente,
questo in seguito ad una più diffusa scolarizzazione e all’espansione del mercato librario
Accanto alle tradizionali famiglie nobili spuntano dei nuovi ricchi, i liberti e i cavalieri
Gli imperatori della dinastia Giulio-Claudio non si interessano molto del mecenatismo, almeno non
fino a Nerone
• Gli interessi però cambiano e ci si sposta su generi minori
• Nascono molte scuole di retorica
• L’unica novità viene portata da Fedro con la favola in poesia
Nerone è l’unico imperatore mecenate che si circonda di caratteri di forte originalità seppure il suo
obbiettivo principale era probabilmente propagandistico
Le scelte stilistiche propongono un ritorno all’asianesimo, rispecchiando la tensione dell’epoca
FEDRO (20 aC - 50 dC)
È un autore che ha vissuto durante il regno di Tiberio
Si suppone che sia originario della Macedonia o della Tracia (rivoluzione Tracia: 13-11 aC)
Arriva a Roma come schiavo, viene reso libero in virtù della sua cultura, conosceva molto bene la
cultura a greca e la diffonde a Roma
Si dice che il suo precursore fosse Esopo, di lui non si hanno notizie certe
• Non si è sicuro fosse lui il vero attore per la stessa questione di quella Omerica ma probabilmente
è stato il primo a mettere per iscritto la cultura orale greca
Si dice che sia stato iniziatore della favola in versi
Ha portato a Roma la favola in versi, abbiamo 5 libri per un totale di 93 favole
Arrivato a Roma inizia a scrivere sotto Tiberio
Ha avuto problemi con il prefetto del pretorio seriano
• Egli era molto permaloso e pare che si fosse riconosciuto in un racconto di Fedro e avesse
inventato una causa contro Fedro
Questo dato biografico è utile a capire la struttura della sua bibliografia, probabilmente dopo i
problemi avuti con il prefetto ha deciso di censurare delle parti delle sue favole

Opere
Sono giunti a noi 5 libri di 93 favole, non tutti i libri hanno la stessa lunghezza
Come in Esopo è presente il riferimento agli animali, i personaggi rappresentano i vizi degli uomini
Le favole sono diverse in versi (senario giambico) ed è felice di aver portato a Roma questa struttura
• A differenza di Esopo che scriveva in prosa lui scrive in versi
• Come Orazio diceva di essere felice di aver portato a Roma il verso eolico in quello italico
La morale delle favole è sottolineerà che in natura vige il principio del più forte e che bisogna
rassegnarsi alla condotta degli uomini, l’unica cosa che può aiutare è l’astuzia
La morale viene proprio esplicitata
I componimenti di Fedro sono caratterizzati dalla brevitas e da una lingua semplice e colloquiale

Scrive anche un codice chiamato “Appendix Perottina”, ritrovato da Nicolò Perotti


All’interno di questa appendice ci sono le Favole Milesie (raccolte da Aristide di Mileto)
• Parlano di vicende della popolazione di Mileto, dove si accusava un comportamento un po’
libertino, sono storie erotiche
• Si è ritrovata anche la favola della vedova del soldato. Si parla di una presunta donna molto
fedele al marito che una volta morto il marito trascorre molti giorni in lutto presso il cadavere
senza mangiare. In realtà poi cede a un soldato che era presso il sepolcro del marito della
vedova, a tenere sotto controllo dei cadaveri crocifissi. Il soldato vede la vedova e se ne innamora
(pag 30)

Lupo e agnello
Bevono a un ruscello e il lupo si lamenta che l’agnello stia bevendo tutta la sua acqua, l’agnello
prova a ribellarsi ma subisce un’ingiustizia morte
È scritta per gli uomini che sopprimono gli innocenti senza motivo

Prologo
Nel prologo delle sue opere cita Esopo ma specifica che il suo verso è diverso
• Duplex libelli dos est: duplice è la qualità del libretto
Nella dichiarazione poetica dice che voleva suscitare il riso e dilettare (moveo ad riso) ma anche
dare consigli saggi per la vita
Dice che se qualcuno volesse criticare che gli alberi e gli animali parlano, deve ricordarsi che sono
in riferimento a persone e sono storie inventati
• Si riferisce anche agli alberi ma noi sono giunti solo favole di animali, questo fa capire che alcuni
testi sono stati distrutti

SENECA
Nasce in Spagna tra il 4 e il 5 dC
• Da questo momento in poi molti autori provengono da luoghi diversi dell’impero
Nella sua famiglia sono stati tutti molto studiosi come lui
• Il padre, Seneca il vecchio, era stato un personaggio abbastanza noto che aveva studiato retorica
Nel 41 dC sotto l’imperatore Caligola rischia una condanna a morte perchè ritenuto un personaggio
scomodo per i suoi insegnamenti civili
• Viene salvato da una donna amante di Caligola, Seneca aveva problemi fisici e questa donna
disse all’imperatore di lasciarlo vivere perchè aveva breve vita
Claudio lo accusò di adulterio per una storia con sua nipote Giulia, lo esilia in Corsica
• Chiede di tornare a Roma perchè era sofferente lontano dalla moglie
• Torna a Roma grazie ad Agrippina che pensava già di volerlo come precettore del figlio
Nel 62 dC si ritira a vita privata
Viene indotto al suicidio da Nerone perchè accusato di far parte della congiura dei Pisoni
Muore nel 65 dC, copre tutta l’età Giulio-Claudio

Pensiero filosofico
Diceva sempre che ci deve essere un compromesso tra Otium e Negotium
• Bisogna guadagnarsi l’Otium per dedicarsi a se stessi
• Nerone non glielo aveva permesso ma quando escono le stranezze dell’imperatore chiede di
potersi ritirare a vita privata.
Seneca veniva accusato di avere un comportamento incoerente rispetto al suo pensiero
• Diderot, un illuminista, sottolineerà la sua incoerenza. Gli si dava atto del suo pensiero filosofico
ma non veniva considerato coerente
La sua riflessione filosofica non si rifà a una sola corrente di pensiero, ma appoggia correnti come
l’epicureismo, il platonismo lo stoicismo e quella neopitagorica rivelando tendenze antidogmatiche
Non sviluppa mai una sua riflessione filosofica e pensava che la filosofia dovesse portare al
raggiungimento della virtù
Si concentra sulla tecnica dialogica
Tutte le sue opere vertono intorno allo stesso tema
• Bisogna lasciare perdere i beni materiali e inseguire la virtus

Opere
Apokolokyntosis
• Ludus de morte Claudii: gioco sulla morte di Claudio
• Significa zucchina e zucca, parla dell’imperatore Claudio che veniva ritenuto uno stolto
• Rientrerebbe nel genere satirico ma sembra davvero uno scherzo
• Si immagina Claudio zoppo che arriva nell’Olimpo ma viene mandato agli inferi perchè era troppo
brutto e storpio
• Si scherza molto sul suo aspetto fisico
• Nel mentre scrive anche il discorso che deve fare Nerone per la morte dell’imperatore padre

Dialogorum libri
Scrive moltissimi dialoghi che sono però diversi da quelli platonici
Sono dieci trattati filosofici di argomenti morali divisi in 10 libri
• Ogni argomento è composto da un solo libro
• Il De Ira ne presenta invece tre, si arriva quindi a 12 libri.
Hanno un destinatario però sono delle figure che rimangono abbastanza silenziose
• L’interlocutore si limita ad interrompere il discorso ponendo domande o facendo obiezioni
Sono dialoghi che presentano la tecnica letteraria della diatriba
• Presentano quindi un andamento colloquiale, proverbi, sentenze, paragoni e exempla
Si discute molto sulla cronologia di questi dialoghi
Ne fanno parte le tre consolationes

1-2-3. Consolationes
• Sono dei trattati, sembrano scritti in una sorta forma epistolare
• Sono delle brevi prose filosofiche in cui si propone una riflessione sulla morte e si rappresenta ciò
che è il vero bene e il vero male per l’uomo
• Parlano dell’esilio e della morte e del suicidio
• Le consolationes venivano dedicate a persone che avevano perso persone care
• Consolatio ad Marciam: aveva perso il figlio per suicidio e Seneca coglie l’occasione di parlare del
suicido e di scrivere alla madre. Ammette che il suicidio può essere una scelta per liberarsi dalle
sofferenze del presente e dalla paura del futuro
• Consolatio ad Helviam madrem: viene scritta nel 42/43 negli anni successivi all’esilio. La madre è
affranta per la sua lontananza e lui le scrive per rassicurarla e per convincerla che sta bene, che
spera di tornare presto. Dice che se la morte non è un male neanche l’esilio lo è
• Consolatio ad Polibium: un liberto dell’imperatore Claudio che aveva perso un fratello e chiede
spudoratamente di intercedere a Claudio per tornare a Roma. Ha un carattere adulatorio, si è
infatti pensato che non fosse una sua opera. Polibio potrebbe aver contribuito alla liberazione

4. De Ira
È un trattato composto da tre libri
Tratta di un argomento che gli è molto caro in quanto dedicata al fratello Anneo Novato
Pensa che anche l’ira vada contenuta perchè fa sfociare in una reazione eccessiva che non può
essere mai giustificata
• Il logos deve prevalere sul furor
Pensa che la filosofia debba fornire degli strumenti perchè si possano distinguere le passioni e
frenarle prima che incidano negativamente sull’animo
Porta degli exempla, contrappone un esempio negativo come l’imperatore Caligola a uno positivo
come lo era stato Augusto

5. De Vita Beata
È un dialogo dedicato al fratello, che viene chiamato Gallione perchè era stato adottato da questo
Ha una visione molto stoica della vita
Dice che bisogna rifiutare i beni materiali per inseguire la vera virtù
Difende il suo pensiero e dice che non si dovrebbe giudicare nessuno
Trasmette un messaggio ancora molto attuale grazie ai suoi insegnamenti
Condanna il suicidio perchè l’uomo deve essere autosufficiente (autarchia)
Viene accusato di incoerenza
• Era ricchissimo ma predicava una vita moderata
• Lui si giustificava dicendo che il sapiens può accettare la ricchezza se ne fa un uso corretto

6. De Otio
Viene scritto dopo il 62 quando si ritira a vita privata, forse per giustificare la sua scelta
Aveva detto che la vita deve essere un compromesso tra il negotium e l’otium
Dice che il negotium è una cosa importante ma che se i compromessi sono troppo incoerenti per il
proprio modo di essere è lecito ritirarsi a vita privata
• La virtù stoica riteneva importante l’impegno pubblico

7. De Provvidentia
È dedicato a Lucillio che sarà il destinatario di molte opere
Non è una provvidenza cristiana perchè vive ancora in epoca pagana
• Lui combatte la visione epicureista che diceva che bisogna inseguire il piacere, la sua visione è
più stoica. Per questo pensiero si pensava che lui fosse uno dei primi ad accogliere in ambito
pagano i precetti cristiani. Aveva infatti anche incontrato San Paolo, inoltre lui difende gli schiavi
che a Roma erano trattati come merce
• Seneca fa lo stesso ragionamento in ambito pagano
Lucillio si chiedeva come mai gli dei permettessero il male e Seneca gli risponde dicendo che
talvolta anche il male può essere buono per l’uomo che ne può uscire accresciuto

8. De Costantia Sapientii
È un dialogo sull’imperturbabilità che deve avere un saggio per sopportare quello che gli succede
Dice che il saggio non può soffrire l’offesa, poiché il suo unico bene è la virtù
Questa idea è stata molto ripresa negli Stati Uniti per motivare i soldati prima della partenza

9. De Tranquillitate Animii
È dedicato a un suo amico che si chiedeva come si facesse a mantenere la tranquillità dell’anima
Seneca dice che questa si ottiene con l’equilibrio
Bisogna cercare il giusto compromesso tra il logos e il furor

10. De Brevitate Vitae


Vita longa est si plena
Sostiene che il tempo della vita non è breve ma bisogna saperlo sfruttare al meglio

Trattati
Non differiscono molto dai dialoghi
Si presume che vengano differiti dai dialoghi perchè sono più lunghi
Sono tre

1. De clementia
• È un trattato politico scritto nel 54
• È collegato al fatto che avesse fatto il precettore di Nerone
• Verte sulla clemenza dell’imperatore ed è dedicato a Nerone
• Propone a Nerone un modello ideale di buon governo
• Si voleva legare l’imperatore Nerone a un’immagine di alta clemenza, una persona equanimi
• L’imperatore dove essere una persona capace di giungere a compromessi

2. De beneficis
• Parla del beneficio da un punto di vista economico-sociale
• In questo periodo a Roma le persone agiate potevano essere i patroni delle persone meno agiate.
Un patronus si prendeva cura dal punto di vista economico dei clientes
• Per Seneca la possibilità di avere un aiuto economico va gestita correttamente
• A Roma le scelte di amicizia venivano fatte per questo

3. De naturales questiones
• Seneca cerca in qualche modo di scrivere un’opera su tutti gli eventi meteorologici
• Lo scopo è quello di evitare che le persone si spaventino davanti ad eventi catastrofici
• Si dice che abbia carattere dossografico, ovvero l’intento di raccolta delle opinioni degli autori
fino a quel momento
• Plinio il Vecchio riprenderà quest’opera e la integrerà e allungherà
• È un’opera che verrà ripresa e citata da Leopardi
Epistulae morales ad Lucilium
Vengono pensate probabilmente per una pubblicazione postuma
Sono 124 lettere divise in 20 libri
Trattano di argomenti biografici uniti a argomenti filosofici
Seneca sembra volerlo istruire alla filosofia a piccoli passi
Seneca prende probabilmente ispirazione dalle lettere del filosofo greco Epicuro
• Egli esprimeva il suo pensiero sotto forma dialogante in lettere eh mandava ai suoi amici
Si ricerca la perfezione morale e la saggezza
Si trattano temi morali con pacatezza e meditazione e anche attraverso a numerosi exempla
• Fatti storici, fatti di attualità o episodi della sua vita privata
Si trattano anche i temi della morte e dell’ apologia l suicidio
• Il corpo è quello che subisce le scelte dell’uomo e eliminandolo ci si libera dalla sofferenza
Nei primi tre libri c’è un’iniziazione alla filosofia, successivamente i temi trattati sono più difficili
La virtus mantiene un valore fondamentale ma nasce una nuova sensibilità che promuove l’esame di
coscienza come strumento per raggiungere la virtù

Gli schiavi sono uomini


È l’epistola 47, torna su argomenti di respiro
Contiene la riflessione sugli schiavi, era stato associato al cristianesimo per questa visione
A Roma erano arrivati i captivi, i prigionieri di guerra
Gli schiavi più agiati erano quelli urbani, che vivevano con le famiglie
Anche gli scribi non vivevano in condizioni pessime, erano schiavi civili
Quelli che vivevano peggio erano quelli rustici, che lavoravano nei campi
Potevano essere liberati e diventare liberti, attraverso la decisione del padrone, sia gratuitamente
che per interesse personale chiedendo di pagare la sua liberazione (patrimonio personale)
• Si diventa schiavi se si avevano troppi debiti, per eredità familiare e per questioni belliche
Per tanto tempo a Roma la ricchezza era misurata in base alla numerosità della schiavitù
Per la prima volta Seneca riflette con Lucilio partendo da questioni autobiografiche, si dice stupito
perchè ha saputo che Lucilio tratta amorevolmente i suoi schiavi
Fa una riflessioni anche di tipo politico, gli schiavi sopportano tutte le torture ma si potrebbe arrivare
al punto in cui si ribellano, andrebbero quindi trattati meglio
• Precetto cristiano: tratta il prossimo come vorresti essere trattato tu

1) Dice che non sono schiavi ma uomini, potrebbero essere amici, vivono sotto il suo stesso tetto e
sono schiavi della stessa sorte (quella della natura)
2) A Roma c’era l’abitudine di mangiare con la servitù in piedi attorno in silenzio, Seneca critica la
tendenza di passare il tempo a mangiare per esaltazione di abbondanza
3) Agli schiavi non è permesso neanche di parlare, devono stare zitti e digiuni
4) Gli schiavi iniziavano a parlare male del padrone. Quelli che potevano parlare rischiavano di
crearsi un problema per difenderlo
5) Vengono abusati come se fossero bestie, dovevano pulire gli sputi
6) Alcuni devono solo pulire il pollame
7) Alcuni erano addetti alla vigilanza del padrone durante la notte tra l’ubriachezza e la sazietà
8) Alcuni ha il compito di giudicare gli invitati e scegliere chi verrà rinvitato, altri conoscono i gusti
del padrone e sanno cosa vuole mangiare
9) Davanti alla porta di un liberto, ha visto Callisto rifiutare il suo ex-padrone come schiavo
10) Lo stato disprezzato in cui si trovano gli schiavi potrebbe capitare anche ai padroni
11) Comportati con il tuo inferiore come vorresti si comportasse con te
12) Tutti potrebbero diventare schiavi
13) Bisogna essere clementi con gli schiavi
14) Gli antenati hanno sempre trattato bene gli schiavi
15) Le persone devono essere giudicate per la loro condotta e non per il mestiere. Anche
nell’antichità gli schiavi erano stati considerati come amici
16) Gli amici non si trovano solo in senato ma anche in casa
17) Tutti sono schiavi, chi di un altro uomo, chi della ricchezza, tutti della speranza
18) Dice di non incitare gli schiavi alla ribellione, ma a rispettare e non temere i padroni
19) Dice che Lucilio fa bene a non punire gli schiavi con la frusta (come le bestie) ma con le parole
20) Gli altri padroni hanno una sorte fortunata e non se ne rendono conto, dicono di essere stati
oltraggiati per poter oltraggiare gli altri
21) Saluta Lucilio dicendo che la rettitudine è salda mentre la malvagità incerta

In commune nati sumus


È l’epistola 95
Riflette su come bisognerebbe comportarsi con gli altri uomini, promuove una fratellanza che vada
oltre il rispetto della vita altrui
Promuove l’aiuto al prossimo, come i precetti cristiani, gli uomini sono generati allo stesso modo
Paragona la società a una volta di pietra che senza una pietra cadrebbe

Le tragedie
Sono le uniche tragedie latine mutuate dal modello greco che sono pervenute interamente a noi
Il corpus delle tragedia è di 10, 8 sono sicuramente autentiche
Vengono datate a metà del I secolo ma non si sa la corretta datazione di esse
Esistono due tipi di tragedie
• Praetexta: appartiene alla tradizione romana, è una e non si è sicuri che sia scritta da Seneca
• Cuthurnate: appartengono alla tradizione greca e mitologica, sono nove
Ci sono dei temi ricorrenti: il furor, la vendetta, l’incesto
C’è una corrispondenza secondo Seneca tra un uomo che mal agisce e il cosmo che può reagire
• Per esempio spostando gli astri
Riprendono la descrizione aristotelica delle tragedie
• Vertono sulla stessa unità di tempo, luogo e azione
• Si svolgono una giornata, i personaggi sono sempre nello stesso luogo e si tratta solo un evento
• C’è anche la spartizione in 5 atti con il coro che interviene tra ogni atto
Le tragedie di Seneca sono state fonte di ispirazione per moltissimi autori
• Shakespeare lo cita in Macbeth
• Foscolo lo riprende e Racine, uno scrittore francese si ispira a Fedra
• Anche la sua riflessione filosofica sul tempo viene ripresa da Version
• Boccaccio distingue il Seneca filosofo da quello moderno
Ci si è chiesto se fossero anche rappresentati ma si pensa di no
• Mettere in scena tragedie con un suicidio non era facile
• Venivano solo lette ad alta voce

1. Octavia
• Era dedicata a Ottavia, morta giovanissima uccisa dal marito perchè voleva sposare Poppea
• Si è dubbi perchè Seneca compare tra i personaggi. In più viene annunciata la morte di Nerone
che però avviene dopo quella di Seneca
• Si pensa che sia stata scritta da un Anneo Conto, un liberto molto colto e ammiratore di Seneca
2. Hercules furens
• Parla di Ercole che impazzito uccide moglie figli e poi va ad Atene a cercare la purificazione
3. Troades
• Parla delle troiane che dopo la guerra di Troia venivano portate in Grecia
4. Phoenissae
• I figli di Edipo, in esilio, lottano per il potere
5. Medea
• Uccide i figli per vendicarsi dell’abbandono
6. Phaedra
• Fedra è la figlia di Minosse e sorella di Arianna (dopo averla salvata dal Minotauro Teseo la
abbandona e sposa la sorella)
• Attinge dal modello di Ippolito Velato di Euripide
• Era la moglie di Teseo che aveva già un figlio Ippolito, si innamora del figliastro e lo accuserà poi
di aver abusato di lei. Ippolito viene ucciso e successivamente Fedra confessa e si suicida
• Uno dei temi trattati è il furore e l’emozione di una donna
7. Oedipus (re)
• Sposa la madre Giocasta e uccide il padre Lao senza saperlo perchè era stato adottato
8. Agamennon
• Agamennone riporta a casa Cassandra sua prigioniera e concubina, una donna le cui profezie non
vengono mai credute, vengono poi uccisi da Clitemnestra (moglie di Agamennone)
9. Thyestes
• Tieste e il fratello Atreo si contengono il potere. Siccome Atreo voleva vendicarsi per aver perso il
potere lo invita a corte e gli serve la carne dei suoi figli
10. Hercules Oetaeus
• Ercole che stava sul monte Eta
• Si pensava che fosse li perchè viene ucciso dalla gelosia della moglie Deianira e dall’inganno del
centauro Nesso, si conclude con la divinizzazione dell’eroe
• Ha una trattazione molto più ampia e un finale positivo che la fa divergere dalle altre

Ha uno stile sentenzioso, usa frasi brevi e d’effetto che sono efficaci per il suo contenuto ma
secondo Cutiliano (primo pedagogista) che non è da imitare
Usa molto la paratassi

La Confessione di Fedra (pag 127)


Usa un linguaggio con molto pathos
Fedra dichiara il suo amore al figliastro descrivendolo come un reato
È pronta a sottomettersi a Ippolito, non vuole essere chiamata madre
Si chiama vedova anche se non lo è, Teseo non è morto
È innamorata di Teseo ma è attratta da Ippolito
Si rende conto che è un desiderio incestuoso e chiama gli dei per giustificarlo
Cita la “Diana di Ippolito”, egli si era consacrato alla dea della caccia perchè non vuole più accettare
le avance delle donne e il “suo Febo Apollo”

MARCO ANNEO LUCANO


È il nipote di Seneca, nasce anche lui a Cordova in Spagna nel 39 dC
Va a Roma per studiare, come spesso succedeva nelle famiglie aristocratiche
Quando arriva a Roma arriva sotto il principato di Nerone che lo chiama a corte per affidargli delle
funzioni amministrative, era un ragazzo molto dotato e sveglio
Muore però a soli 26 anni nel 65 dC, viene indotto al suicido da Nerone
• La sua morte viene raccontata da Tacito negli Annales
È stato molto prolisso perchè ha scritto moltissimo
Colpisce il fatto che avesse partecipato alla congiura dei Pisoni perchè i rapporti con l’imperatore
erano inizialmente molto buoni
Si pensa che l’imperatore avesse invidia nei suoi confronti per la sua bravura
L’imperatore aveva istituito i Neronia (giochi di poesia)
Bellum Civile o Pharsalia
È un’opera composta da dieci libri, probabilmente sarebbero dovuti essere 12
• Il decimo libro sembra inconcluso e Lucano è stato indotto al suicidio
Farsalo: è la battaglia civile tra Cesare e Pompeo del 48 aC
Racconta la lotta tra i due e critica l’inizio dell’impero
Parla del personaggio di Catone il Luticense, suicida per la libertà
È un poema epico, venivano molto apprezzati da Nerone
Viene definito l’anti-Eneide perchè sembra essere scritta con lo scopo inverso rispetto a quello di
Virgilio che voleva lodare Roma
Lucano invece insiste sulla crudeltà e sull’assurdità della guerra civile
I personaggi principali sono Cesare, Pompeo e Catone
Elogia Catone che si suicida per la libertà, elogia la sua altezza morale
Critica molto Pompeo (quercia anziana e un po’ stanca) e Cesare, definito come la bestia nera che
varca il Rubicone dalla Gallia
Pompeo invece era scappato lasciando a Cesare il tempo per organizzarsi, sembra incapace
Si parla di fraticidio, erano parenti perchè Pompeo aveva sposato Giulia figlia di Cesare
Viene definita anti-Eneide
• Elimina totalmente la mitologia nel proemio e chiama in causa la fortuna che può essere più o
meno avversa agli uomini
• Il magico e il macabro sono comunque presenti, per esempio riprende la discesa agli inferi di
Enea e anche qui verranno fatte delle predizioni sul futuro. La maga Eritto fa rivivere un cadavere
e gli fa dire a Pompeo cosa succederà a Roma (metà dell’opera, libro VI)
• Tratta della distruzione di Roma e non della sua fondazione
• Tratta di un argomento storico
I modelli potrebbero essere diversi
• Nevio (aveva scritto della prima guerra punica) ed Ennio (Annales: dalle origini di Roma al 171 aC)
• Seneca il vecchio
• L’Ab Urbe Condita di Livio (digressioni sulla storia di Roma anno per anno candelarizzato)
Secondo Lucano la storia è fatta anche di eventi nefasti, non le riconosce il ruolo di istruttrice di vita
• Prima le guerre però erano solo di sottomissione ora sono tra romani
Nonostante non ci sia la mitologia non è comunque un poema razionale, lo stile è molto aulico e
presenta molte domande retoriche e apostrofi
Ci sono degli aggettivi per descrivere i personaggi
• Pompeo: è guardato con rispetto dal popolo
• Cesare: furor, ira, impudentia, clementia
• Catone: saggio stoico, pietas, securus, invictus, durus, libertas, patienta

Libro 1, vv 109-157
È il pezzo dedicato a Giulia, figlia di Cesare e moglie di Pompeo (fratricidio)
È morta giovane e quindi non ha potuto impedire che i due si facessero guerra
Dice che non importa chi sia stato il primo ad attaccare guerra
Descrive Pompeo bramoso di fama e come una solida quercia in un campo fecondo che però non
aderisce bene al terreno con le radici e sta in piedi solo grazie al suo peso
• Si riferisce al periodo nel 55 aC quando aveva edificato un teatro
• Dare spettacoli pubblici gli consentiva di avere a favore il popolo
Parla poi di Cesare
• Gli dei potevano essere o meno favorevoli o meno, andare oltre il desiderio genera il fulmine che è
rappresentato da Catone
• È quindi simbolo di empietà

Libro 2
È il discorso di Catone sulla libertà, è un discorso pieno di pathos
È il momento in cui Bruto e Catone si confrontano sulla partecipazione alla battaglia di Farsalo
Le guerre civili sono per Catone la nefandezza maggiore
Catone dice di guardarsi bene dal veder crollare Roma sapendo di non aver provato a salvarla
Continua sulla falsa riga del proemio usando molte domande retoriche
Fa una similitudine con un padre che vuole reggere le torce funebri (figlio che pre-muore) e lui che
vuole stare con Roma fino alla fine
La libertà viene quasi personificata
Vorrebbe essere come Decio che aveva espresso un giuramento per far si che Roma potesse
vincere

Libro 6
Nei poemi omerici c’è la discesa negli inferi, qui come anti-eneide il figlio VI di Pompeo andrà a farsi
predire il futuro attraverso la Necromanzia
La maga Eritto in Tessaglia (regione tipica della Grecia che predicava i culti misterici)
• La maga ha i serpenti nel capelli come Medusa
Dice che nuova vita sarà data a una persona che parlerà del futuro di luna
• Riesuma il cadavere di un soldato morto nella battaglia di Tessaglia
Si anticipa il suicidio di Catone

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