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“Dai calici aperti si esala”: È un’allusione al processo di fecondazione nel mondo vegetale, e a sua volta
vuole alludere al processo di fecondazione che si svolge nel mondo umano.
“l’odore di fragole rosse” presente nella terza strofa, è una sinestesia che Pascoli utilizza per alludere
all’atto sessuale che il suo amico sta per compiere e che a lui, invece è precluso e sconosciuto, come si
evidenzia nel verso successivo, in cui dall’esterno vede questo “lume che splende”, e lui non può essere che
felice per l’amico.
“L’ape tardiva” è una personificazione, all’interno della quale probabilmente si identifica lo stesso Pascoli, e
con essa sancisce di fatto la sua definitiva e drammatica esclusione da questo mondo amoroso, in quanto è
passata quell’età e “trovando già prese le celle”, cioè che non c’è più posto per lui.
Nella fine della quarta strofa è presente un parallelismo tra la “Chioccetta”, che rappresenta la
costellazione delle Pleiadi e la chioccia che fa muovere i “pulcini” che in questo caso sarebbero le stelle che
pigolano, e questo pigolio rappresenta la sinestesia con la quale “lo sciame luminoso delle stelle” evoca
questa sensazione fonica.
Infine, nell’ultima strofa, quando la notte è passata, immagina che, “dentro l’urna molle e segreta” si covi
questo bambino, ed è ancora interessante ritrovare quest’analogia tra il “rito di fecondazione” della
chioccia e della donna che tiene in grembo questa nuova vita.