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TEORIZZARE DAI CONFINI VERSO LA GEOPOLITICA E LA CORPO-POLITICA DATE


DEL SAPERE
mm/dd/yyyy
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La base del sapere moderno è territoriale e imperiale. Il sapere è moderno


perché classifica il mondo dalla prospettiva di una conoscenza specifica. Il
sapere moderno ha come base il Rinascimento europeo, che interpretò il
presente storico sulla base di due strategie: 1. La colonizzazione del tempo e
Come interpretò la l’invenzione dei Medioevi; 2. La colonizzazione dello spazio e l’invenzione
storia il Rinascimento
dell’America.
europeo?
L’America fu inserita nell’ordine tripartito di Asia, Africa ed Europa. Fu l’Europa
Che intendi per
a classificare il mondo dal suo punto di vista, classificando così le altre regioni
colonizzazione del
tempo? del mondo. Fu l’Europa, perciò, a stabilire i confini. Le storie dell’Asia,
dell’Africa e dell’America furono negate. Autodefinendo la propria storia,
Cosa intendi per l’Europa negò l’esistenza delle storie degli altri popoli. Le diversità epistemiche
colonizzazione dello delle varie culture furono gerarchizzate. Per far ciò, fu creata la differenza
spazio? imperiale e quella coloniale. La differenza imperiale distingueva l’Europa
dagli altri imperi; la differenza coloniale distingueva gli indios dai neri
Chi classificò il d’America. Queste differenze classificarono su base razziale il mondo e
mondo? posero gli europei all’apice di tale gerarchia. L’idea rinascimentale di uomo
fu creata sulla base della soggettività cristiana, occidentale, europea, bianca,
Cosa fu gerarchizzato? maschile. Così dal Rinascimento in poi la modernità si è fondata sulla
Sulla base di quali colonialità e la sua logica.
differenze? Per
ottenere poi cosa?
NEL XVIII SECOLO ALLA TEOLOGIA E TEOPOLITICA DEL SAPERE SONO
SUCCEDUTI L’EGO-LOGIA E L’EGO-POLITICA DELLA CONOSCENZA.
A che servì la
differenza imperiale? E
quella coloniale?
La teoria del pensiero di confine è una risposta all’epistemologia imperiale
Cos’è la teoria del che presuppone l’inferiorità dell’Altro e giustifica il suo sfruttamento. Il
pensiero di confine? pensiero di confine è anche chiamato epistemologia dell’esteriorità,
Da dove viene e cosa l’epistemologia dell’esterno “creato dall’interno”. Le migrazioni verso
fa? l’Europa attraversano le differenze coloniali e fanno sì che ci siano le
condizioni che avevano permesso l’origine del pensiero di confine. Il pensiero
di confine incorpora la teoria di Horkheimer, fondata sull’esperienza della
storia interna dell’Europa. Il pensiero di confine parte dalle esperienze delle
colonie subalterne e le loro epistemologie. Rifiuta il primato epistemico
delle scienze sociali, colpevole del ridurre il mondo a oggetto di
osservazione.
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Il pensiero di confine ci porta all’opzione decoloniale: rompere con
l’epistemologia eurocentrica. Il pensiero di confine vuole considerare
principi di conoscenza diversi da quelli della modernità europea che
diano autorità a chi era stato escluso dalla conoscenza moderna (dalla
teopolitica e dall’ego-politica della conoscenza). Quest’opzione decoloniale è
fondata sulle categorie escluse dall’epistemologia moderna (giapponese,
russo, hindi eccetera).

L’epistemologia è sempre legata a un linguaggio scritto. Le lingue non sono


cose che gli esseri umani hanno, ma parte integrante di ciò che gli esseri
umani sono. Una persona formata in russo per comprendere i principi di
conoscenza di una delle tre lingue della seconda modernità affronterà delle
difficoltà. Non si può perciò parlare di storia universale, ma bisogna
riconoscere che le la conoscenza è influenzata dalle differenze coloniali che
hanno strutturato il mondo moderno. Le soggettività e la conoscenza sono
influenzate dalle differenze coloniali del mondo moderno.

Parliamo del sapere delle lingue dell’Europa moderna e le lingue del russo,
dell’arabo, del mandarino. C’è una differenza imperiale tra queste lingue.
Secondo la conoscenza moderna, russo, arabo e mandarino appartengono a
ranghi epistemici diversi. La conoscenza moderna non si basa su queste
lingue. Nel mondo globale il lavoro intellettuale le lingue della modernità
(inglese, francese, tedesco) ignora la conoscenza prodotta da queste lingue. Al
Quali differenze
contrario, queste lingue devono tenere conto e conoscere la produzione
epistemiche ci sono
intellettuale delle lingue imperiali. Ogni lingua diversa da quelle greche e
tra le lingue?
latine è stata declassata da un puto di vista epistemico. Le soggettività che
adottano queste lingue sono ferite nella dignità e in questa ferità nasce il
pensiero di confine. Nel caso dell’hindi o aymara, la differenza epistemica non
è imperiale, ma coloniale. La colonialità e la modernità vanno a braccetto
perché la modernità ha una retorica salvifica mentre la colonialità usa questa
retorica per legittimare il proprio operato, si costituiscono a vicenda.

Confini non solo geografici, ma epistemici

Abbiamo tre tesi: la prima dice che ci sono confini geografici, politici,
soggettivi, epistemici. Ci sono anche i confini istituiti dalla colonialità del
potere, che non altro che l’insieme delle differenze imperiali e coloniali. Ogni
confine, in generale, implica l’’esistenza di persone e conoscenze e lingue da
Quanti tipi di confini
entrambi i lati, che si relazionano tra loro. A volte, questi rapporti sono
abbiamo?
vincolati dalle differenze imperiali e coloniali istituiti dalla colonialità del
potere. La colonialità del potere istituisce delle differenze imperiali e coloniali
Cosa significa un che vincolano i rapporti tra le persone, le lingue, le conoscenze al di là e al di
confine? qua di un confine.

Chi regola i rapporti di Il mondo moderno ha tre tipi di confini: geografico, epistemico, soggettivo.
queste persone? Questi confini sono nati tutti dall’espansione coloniale europea. Gli europei
prima si sono appropriati della terra, poi hanno creato un diritto internazionale
Quanti tipi di confini per giustificare queste conquiste. Poi hanno declassato le lingue e le
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ha il mondo moderno? epistemologie non-europee, stabilendo la loro conoscenza come la migliore.
Poi hanno controllato le soggettività (con la civilizzazione e la
democratizzazione), “nella prospettiva della globalizzazione della cultura”.
Cos’hanno fatto gli
europei per La tesi dell’autore è questa: il pensiero di confine nasce come risposta
rispondere alla loro epistemica dei popoli alla differenza coloniale. L’epistemologia moderna
esigenza di espansione
europea ha costruito l’altro definendolo inferiore. Queste soggettività ora si
coloniale? Come
rifiutano di essere accantonate. Il pensiero di confine propone una
hanno ottenuto tale
soluzione epistemica decoloniale per far sì che ci sia un’emancipazione
risultato?
razziale, sessuale, di classe, linguistica, epistemica. Questa emancipazione
porterà all’indebolimento dei presupposti del potere imperiale.
Quando nasce il
pensiero di confine? A
che serve il pensiero di Il pensiero di confine nasce anche dalla differenza imperiale. Può accadere che
confine? ci sia un desiderio di emancipazione anche in persone “in condizioni
socioeconomiche simili a quelle di coloro che occupano posizioni dominanti”.
Nel XVI secolo il “discorso” occidentale pose una differenza imperiale con
l’impero russo e quello ottomano. Questi imperi avevano però anche loro delle
colonie da gestire.

Il pensiero di confine pone domande che nessuno aveva mai formulato prima
come qual è il rapporto tra identità ed epistemologia. Ci sono alternative nel
pensiero di confine, ma per tutte le persone affrontano il mondo volendo
immaginare un futuro diverso che non sia quello imposto dagli imperi
(egemonici o subalterni che siano). Una persona nata nell’India britannica e
una in America latina hanno una storia coloniale/imperiale comune, quella
della Spagna e dell’Inghilterra. Dalla prospettiva imperiale (dominante o
subalterna) il pensiero di confine è impossibile perché dovrebbero
abbandonare il privilegio epistemico della modernità occidentale e
ammettere che la conoscenza è generata al di fuori del controllo
istituzionale, mentre dalla prospettiva coloniale il pensiero di confine è
necessario. Ora la domanda è può il pensiero di confine emergere anche nella
prospettiva degli imperi subalterni (abbiamo appena detto di no, ma siamo
ottimisti)? Oppure è più probabile che emerga nelle colonie? Il pensiero di
confine non è una risposta universale per tutte le esperienze geostoriche. Il
pensiero di confine ha una grande rivendicazione: la pluriversalità, rivendica la
pluriversalità.

Una mossa decoloniale è spostarsi dall’epistemologia imperiale verso principi


geopolitici e corpo-politica. Geopolitica e corpo-politica sono “inversione
dislocata” della teopolica e dell’ego-politica del sapere. Secondo John Locke,
per comprendere davvero le qualità secondarie non possono essere eliminate.
Ora, l’ordine mondiale si stabilisce sulle differenze coloniali e imperiali. Le
qualità secondarie sono le storie coloniali (geopolitica) subordinate a quelle
imperiali e poi le soggettività coloniali: soggettività coloniali e storie locali
coloniali. La prospettiva geopolitica e corpo-politica vuole liberarsi dalla
dipendenza dai “legami imperiali” dei principi teologici ed egologici.

Ci sono inversioni che anche John Milbank fa, ma sono inversioni interne

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all’epistemologia imperiale e non sono inversioni esterne all’epistemologia
imperiale. John Milbank usa la teologia per discutere il carattere secolare delle
scienze sociali. Usa le categorie dell’epistemologia imperiale per fare
un’inversione all’interno delle acque dell’epistemologia imperiale, non ne esce.
Per questo l’inversione decoloniale è diversa. Ci rediamo conto di ciò quando
confrontiamo teorie occidentali e teorie non-occidentali. Dal punto di vista
della differenza imperiale, le possibilità del pensiero di confine sono difficili. La
storia dei confini coloniali è sempre stata opposta all’impero, mentre la storia
dei confini imperiali aveva il desiderio di assimilazione o di competizione come
prioritari e non di decolonizzazione. La Cina è un esempio di come il pensiero
di confine ha portato a un adattamento senza assimilazione. La
decolonizzazione è più possibile nelle colonie ed ex colonie.

Il mondo invece segnato da differenze imperiali anziché coloniali ha dei


modelli intermedi piuttosto che il pensiero di confine. Si tratta di modelli
confusi. Anche le differenze tra queste “collocazioni geostoriche” e l’Occidente
sono confuse e quindi non le si possono concettualizzare da “una prospettiva
non-occidentale radicale”. Inoltre il popolo è stato colonizzato dal pensiero
occidentale e così non può analizzare la propria soggettività, che è scissa. È
più facile analizzare strutture binarie distinguibili facilmente piuttosto che due
strutture più sfumate e confuse. La geopolitica e la corpo-politica del sapere
richiedono la consapevolezza della doppia coscienza. La doppia coscienza è
un’idea fondata da Duboiss, è il fondamento logico del pensiero di confine.

La critica imperiale interna riconosce gli universali astratti (il libero mercato, la
cristianizzazione eccetera). La doppia coscienza viene dalle esperienze dei
soggetti coloniali. Il sapere imperiale ha trasformato in indios e neri gli abitanti
del Nuovo Mondo e in gialli tutti gli asiatici. Il pensiero di confine si trasforma
in pensiero critico di confine quando si creano dei progetti epistemici e di
decolonizzazione.

Oggi c’è una divisione dell’”altro interno” atatraverso una serie di fenomeni.
L’ex Secondo Mondo è un migrante indesiderato;

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