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Comunicazione e dintorni
Marketing mix
• La selezione delle strategie viene condotta, nel piano di
marketing, seguendo l’approccio le 4P:
• Product - Prodotto.
• Price - Prezzo.
Promotion - Comunicazione.
o Place - Territorio e Distribuzione.
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Learning outcome
• Ricordare i diversi modelli della comunicazione e il processo di
comunicazione
• Ricordare tutte le caratteristiche dell’emittente e del messaggio
• Ricordare gli strumenti di comunicazione e gli elementi della
strategia di comunicazione
• Conoscere le caratteristiche tecniche principali della comunicazione
per evitare errori grossolani
• Argomentare il ruolo dell’enologo nella comunicazione
• Saper costruire un messaggio mirato ad un determinato target
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• *Ognuna di tali categorie include soggetti diversi. Nel mercato della distribuzione sono
attive, ad esempio, diverse figure di operatori, quali i grossisti (che acquistano dai
produttori e distribuiscono ai venditori finali), i dettaglianti (che vendono i prodotti agli
acquirenti finali che li utilizzano), le forze vendita che intermediano gli scambi tra una
figura di operatore e l’altra.
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Comportamenti attesi e
comunicazione aziendale
• I risultati aziendali dipendono dall’assunzione di particolari
comportamenti da parte dei soggetti che vanno a costituire il suo
ambiente operativo.
• L’azienda si aspetta, ad esempio, che:
– i consumatori acquistino i suoi prodotti,
– le forze vendita diano il massimo per promuoverli,
– i fornitori facciano pervenire le materie prime nelle quantità, caratteristiche e
tempi necessari,
– i dipendenti le trasformino correttamente, ecc.
• Tali comportamenti, in molti casi, sono definiti da clausole
contrattuali, che stabiliscono, ad esempio, il tempo che i dipendenti
dedicano alle attività aziendali e le mansioni che svolgono in tale
intervallo
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• Attenzione:
• Ciò non significa, comunque, espandere eccessivamente il
ruolo della comunicazione aziendale sino ad includere in
essa ogni decisione e scelta aziendale che abbia
conseguenze, anche minime, di natura comunicativa.
• I confini dell’attività comunicazionale, pur sfumati, vanno
individuati includendo al suo interno esclusivamente le
iniziative, le attività e le azioni cui consapevolmente
viene riconosciuto una capacità di influenzare in maniera
significativa l’atteggiamento e comportamento
dell’ambiente operativo esterno ed interno all’azienda
stessa.
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Rispetto ai destinatari
• Attenzione: più che individuare per ogni tipo di comunicazione
dei target specifici, bisogna tener presente che il sistema
economico-sociale in cui l’impresa opera non è strutturato a
compartimenti stagni, nettamente separati l’uno dall’altro, e che
il processo di formazione degli atteggiamenti e dei
comportamenti può seguire percorsi mediati e tortuosi.
• Per cui, ogni volta che un’iniziativa comunicazionale viene
attivata, non possono essere trascurate la considerazione e la
valutazione del suo potenziale impatto su pubblici diversi da
quelli cui è primariamente (o apparentemente) destinata.
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Soggetti
• Per comprendere i tre modelli:
• prima distinzione tra chi attiva il processo di comunicazione (emittente) e chi riceve il
messaggio (destinatario)
• Direzioni del flusso informativo
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1. Public information
• Questo modello si pone l’obiettivo quello di fornire ai pubblici di
riferimento tutte le informazioni che la direzione aziendale reputa
opportuno vengano divulgate.
• implica due soggetti con due funzioni diverse:
1. il soggetto che emette una comunicazione (l’azienda)
2. un secondo soggetto (il destinatario) che la riceve.
• Il flusso della comunicazione è unidirezionale, procedendo
esclusivamente dall’azienda al destinatario.
• Esempio: la comunicazione limitata al divulgare le caratteristiche
del prodotto, che il consumatore può decidere se acquistare o
meno.
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• Ad essa si affiancano:
• 2) la comunicazione commerciale (caratterizzata da strumenti
di comunicazione asimmetrici impiegati sulla rete di vendita) e
• 3) la comunicazione indiretta (che impiega anch’essa una serie
di mezzi asimmetrici per rivolgersi sia agli utilizzatori finali che
alla distribuzione).
– inserzioni a pagamento (pubblicità)
– iniziative finalizzate ad aumentare
il volume di acquisti da parte dei clienti
(promozione).
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Il processo di comunicazione
• Quindi il processo è scomponibile, sotto il profilo oggettivo, in alcune
fasi (fig. 9.3):
• codifica: trasformazione dell’idea dell’emittente in elementi da
comunicare (simboli, immagini, forme, suoni, parole);
• messaggio: insieme coordinato degli elementi codificati da trasmettere
al destinatario (filmato, vignetta, dialogo);
• strumento: canali e mezzi attraverso i quali il messaggio viene veicolato;
• decodifica: processo attraverso il quale il ricevente attribuisce un
significato al messaggio;
• risposta: reazioni del destinatario al messaggio ricevuto;
• feedback: parte della risposta che il ricevente trasmette di ritorno
all’emittente;
• rumore: le interferenze che disturbano il processo di comunicazione;
• test: l’emittente analizza ex ante la potenzialità comunicativa del
messaggio ed ex post la corrispondenza alle aspettative delle risposte
del destinatario al messaggio.
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L’emittente
• il primo soggetto è costituito dall’emittente, il soggetto che
emette il segnale.
• Esso non coincide necessariamente con quello che cerca di
stabilire il contatto.
• Ma tale contatto può essere anche indiretto, ovvero
mediato dal soggetto che comunica per conto dell’impresa
che intende trasmettere il messaggio (quale, ad esempio il
protagonista dello spot televisivo).
• Pensiamo all’addetto alla vendita diretta in cantina …..
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Caratteristiche dell’emittente
• il ricevente è influenzato, nell’assunzione di un
atteggiamento nei confronti del segnale, da tre
caratteristiche della fonte:
1) la sua credibilità,
2) la piacevolezza e
3) la capacità di erogazione di premi e/o punizioni
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Il segnale (1)
• Il segnale, come si è visto nella presentazione generale del
modello, può essere scomposto in messaggio emesso
e mezzo di comunicazione impiegato.
• Il messaggio
• Nel messaggio vanno considerate sia la dimensione del
“cosa” viene detto (contenuto del messaggio), sia quella
del “come” viene detto (sia nei termini di “tono”, che di
struttura del messaggio).
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Il segnale (2)
• Il contenuto del messaggio
• Cominciando a considerare il contenuto, il punto fondamentale è
che un messaggio, il cui scopo è di indurre una modifica
nell’atteggiamento e/o nel comportamento dei destinatari della
comunicazione stessa, può rivolgersi ad ognuna delle sfere che
vanno a costituire la personalità individuale:
• la sfera razionale,
• quella affettiva e
• quella di impulso all’azione (o conativa).
• In ognuna di tali sfere il messaggio persegue dei cambiamenti che
possono portare il ricevente ad assumere quel comportamento
perseguito dall’emittente (Tabella 7.6).
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Argomentazioni razionali
• L’appello che utilizza argomentazioni d’ordine razionale agisce
attraverso i processi cognitivi dell’individuo (o di elaborazione
consapevole).
• Si può far ricorso alla descrizione delle caratteristiche del
prodotto (o del servizio), con l’obiettivo di suggerire i vantaggi
ottenibili dal bene stesso.
• Possono essere comunicate le conseguenze positive (che
possono essere d’ordine fisico, psicologico, sociale, economico,
ecc.) dell’adozione del comportamento suggerito.
• Caratteristiche e conseguenze dovrebbero motivare il ricevente
ad assumere il comportamento atteso (ad esempio, acquistare
il prodotto).
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Argomentazioni razionali
• In tale quadro, anche il tono della comunicazione è
importante.
• Dal momento che gli individui tendono ad attribuire i
cambiamenti di opinione ad un processo decisionale
autonomo, il tono di un messaggio che tende a convincere
“in base ai fatti”, può essere asettico e presentare le
caratteristiche del bene in maniera oggettiva, logica,
convergente verso la conclusione attesa e facendo appello
alla capacità critica del destinatario.
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Ricorso ai sentimenti
• Anche i sentimenti e le emozioni indirizzano e orientano
l’atteggiamento ed il comportamento nei confronti di un
determinato messaggio, per cui è difficile ignorarli.
• Mediante il ricorso ai sentimenti vengono perseguiti tre obiettivi.
• 1) indurre uno specifico stato d’animo nel ricevente, basato
sull’apertura e disponibilità. In tale stato d’animo, egli è stimolato a
prestare maggiore attenzione alla comunicazione d’ordine razionale
e sollecitato ad elaborarne i contenuti. Conseguentemente, gli
appelli d’ordine razionale possono agire in maniera più efficace.
• 2) trasferire lo stato d’animo indotto all’oggetto della
comunicazione. Così, ad esempio, impiegando l’allegria come chiave
comunicazionale, tale allegria può essere trasferita sul prodotto
stesso ed associato ad esso. Per cui, nel momento in cui lo si
riconosce nel punto vendita, riemerge il feeling positivo che può
stimolare all’acquisto.
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Ricorso ai sentimenti
• 3) indurre direttamente all’azione, senza passare per la fase
della valutazione razionale dei contenuti del messaggio.
• L’induzione di tali stati d’animo è largamente utilizzato nella
pubblicità ed avviene attraverso l’uso di parole, immagini,
musiche, fotografie, testimonial giudicati idonei ad evocare
ricordi emozionalmente ricchi o ad indurre nuove reazioni
emotive.
• Ampio spazio viene dato ad attivare stimoli primari, mediante,
ad esempio, l’uso di immagini di bambini, animali, nudità e
cibo.
• Tali stimoli risvegliano nell’individuo sia bisogni primari che
appresi e possono renderlo più attento (nei confronti del
messaggio) e più ricettivo (nei confronti dell’azione proposta).
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