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Il ruolo della donna nella società degli Achei e dei Troiani era sottomesso da quello dell’uomo, che

assumeva una figura dominante nella società.

Le donne dunque non venivano affatto considerate, al contrario delle Dee che erano ritenute ed apprezzate
tanto quando gli Dei; in molti casi le mortali venivano addirittura rese schiave e provate di qualsiasi libertà.

Tra le schiave nominate nel poema omerico, la più importante per lo sviluppo della vicenda è sicuramente
Criseide, la figlia del sacerdote Crise, che venne resa prigioniera da Agamennone.

Da buon padre qual era, Crise cercò di riprendere sua figlia, ma l’Atride non accettò e il Dio Apollo scatenò
una peste mortale sul campo Acheo; Achille tentò di far cambiare idea ad Agamennone, ma, non
riuscendoci, si arrabbiò moltissimo.

Pieno d’ira il Pelide cercò il conforto della madre Teti; era una ninfa, figlia di Nereo, con poteri molto simili a
quelli divini, infatti anche lei era immortale.

Riguardo il suo essere donna, come già anticipato, non si può dire che lei fosse sottomessa da qualche
uomo, addirittura viene descritta più la sua figura di madre che quella di moglie.

Era una madre apprensiva nei confronti di Achille, infatti in tutto il poema ci sono due episodi in cui lo
conforta; un’altra donna premurosa per il proprio figlio è ovviamente Andromaca.

Era la moglie del principe troiano Ettore e madre di Astianatte; è un personaggio che ha sofferto moltissimo
nell’arco della sua vita, perché perse prima il padre e i fratelli per mano del Pelide, il quale poi rapì la madre
di Andromaca, la liberò e in seguito venne uccisa da una freccia di Artemide.

La stessa cosa avvenne poi con il marito Ettore, che morì ucciso da Achille, che volevo vendicarsi con lui per
la morte di Patroclo; durante la colluttazione la Dea Atena incitò la vittoria dell’Acheo, con un artifizio
contro Ettore.

Assunse le sembianze di suo fratello Deifobo, facendo in modo che lui pensasse di essere aiutato, in modo
molto saggio e determinato.

Atena perciò era tra le dee schierate dalla parte degli Achei, invece da parte dei Troiani si può sicuramente
nominare Afrodite, ovvero la Dea più bella dell’Olimpo, la quale venne scelta da Paride nel cosiddetto
episodio de “La mela d’oro”, che determinò il continuo della trama dell’Iliade.

Lei era la dea più bella, però ovviamente era anche affiancata da lo splendido Dio Apollo, il quale però
venne respinto e dalla forte donna Cassandra.

Era una dei figli del re troiano Priamo ed era così determinata da essere riuscita a “rifiutare” l’amore del Dio
Apollo, ma lui non lo accettò e la privò del dono della persuasione, quindi aveva ancora il potere di
prevenire, ma nessuno le credeva.

Per concludere, all’epoca nascere mortale con genere femminile significava essere sottomessa per la vita
dalla misogina società del tempo, salvo solo alcune situazioni come quella dell’amore incredibile che
Andromaca aveva con Ettore.

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