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Agamenón de Esquilo

Agamenón de Esquilo narra como, apenas regresado de Troya donde estuvo luchando por masa
de 10 años, Agamenón, rey de Micenas, es asesinado, junto a su esclava Cassandra, princesa de
Troya, por su esposa Clitemnestra, confabulada esta con Egisto, el cual también es su amate. Para
entender la tragedia en su totalidad es necesario conocer el contexto y las razones de cada
personaje

AGAMENÓN:
Secondo la tradizione più accettata, Agamennone era figlio di Atreo e di Erope e fratello maggiore di Menelao e Anassibia. Suo padre aveva
sposato Erope dopo che la sua prima moglie, Cleola, era morta dando alla luce un figlio malato, Plistene. La leggenda racconta come Atreo e
il suo gemello Tieste fossero divenuti acerrimi nemici, oltre che rivali; i due fratelli, infatti, si contendevano il trono di Micene.La loro feroce
ostilità, aveva raggiunto il culmine quando Atreo aveva attirato Tieste con l'inganno proponendogli la cessazione della contesa, la spartizione
del regno e l'allestimento a palazzo di un banchetto che doveva suggellare la pace ritrovata. Durante il banchetto però, Atreo servì al fratello,
ignaro, la carne dei suoi stessi figli Orcomeno, Aglao e Callileonte. Tieste, furioso, cercò i figli di Atreo per consumare su di loro la sua
vendetta, ma i due ragazzi, Agamennone e Menelao (Atridi perché discendenti da Atreo), erano riusciti a fuggire con l'aiuto di un servo ed
erano riparati a Sparta. Qui vissero alla corte del re Tindaro, con i suoi figli e sotto la sua protezione.
Successivamente, Agamennone riconquistò il trono di Micene e, dopo averne ucciso il primo marito, sposò Clitemnestra che era figlia di
Tindaro, sorella di Elena di Troia e dei mitici gemelli Castore e Polluce.
Su Micene regnò fino a quando morì per mano della moglie Clitemnestra e del cugino Egisto.

Contesto di Agamenonne nella guera di Troia.


Sparta, alla corte di Tindaro e Leda numerosi principi chiedono la mano di Elena, la donna più bella del mondo, figlia di Leda
e di Zeus. Infatti Leda ebbe relazioni con Zeus questo sotto forma di cigno, e da questo coito nacque Elena e Polluce, e la
stessa notte ebbe un incontro con suo marito Tindaro dove nacquero Clitennestra e Castore. La giovane principessa sceglie
tra tutti, e sposa, Menelao che diventerà in seguito re della città. Ma Tindaro teme che le rivalità tra i pretendenti si
riaccendano e conducano a conflitti armati.
Per tutelare quindi la pace nel suo regno segue il consiglio di Ulisse, uno tra i pretendenti, e chiede a tutti un giuramento:
qualora uno di loro fosse stato insidiato, avrebbe potuto contare sull'alleanza incondizionata degli altri. Quando, sotto il regno
di Menelao, Elena viene rapita dal principe Paride e condotta a Troia alla corte del padre Priamo, l'alleanza si compatta
attorno a Menelao ed Agamennone assume la carica di comandante supremo[9] dell'armata achea[10].
Agamennone raccoglie le forze greche ed organizza la flotta per salpare verso Troia. In Aulide, porto della Beozia, le navi
non possono partire perché Agamennone ha offeso la dea Artemide.
Esistono diverse versioni sulle ragioni di quest'ira: nell'opera di Eschilo, Agamennone Artemide è irata perché troppi giovani
perderanno la vita sotto le mura di Troia, mentre nell'Elettra di SofocleAgamennone ha ucciso un animale sacro ad
Artemide, per vantarsi poi di essere pari alla dea, nella caccia.
Calamità comprendenti una devastante pestilenza e la prolungata assenza di vento impediscono all'esercito di salpare.
Quando infine si interroga l'indovino Calcante, questi svela che l'ira della dea può essere placata solo da un sacrificio da
parte di Agamennone: egli che dovrà immolare sull'altare della dea, la propria figlia Ifigenia. Convinto da Ulisse,
Agamennone attira con un inganno la figlia in Aulide e si sottomette al volere della dea (secondo una versione del mito la
giovane viene sacrificata, secondo un'altra versione la dea la rapisce sostituendo Ifigenia con una cerbiatta e trasportando la
giovane in Tauride come sua sacerdotessa[13]). Solo allora Artemide permette alle navi di partire. Clitennestra non perdonerà
mai l'inganno né l'uccisione della figlia, aspetterà dieci anni il ritorno del marito per assassinarlo, spinta da Egisto, cugino di
Agamennone, che nel frattempo è divenuto suo amante.
Durante la Guerra

L'Iliade non vuol essere un racconto dettagliato


della guerra, celebra invece le vicende degli
ultimi 51 giorni di essa e si apre con la collera
di Achille contro Agamennone, che ancora una
volta aveva mostrato la propria tracotanza; egli
infatti aveva fatto prigioniera Criseide, la bellissima figlia di Crise, sacerdote di Apollo, e aveva deciso di tenerla per sè, così,
quando Crise gli si presentò per pregarlo di restituirla, egli lo insultò e lo cacciò, umiliando l'uomo e offendendo il dio. Apollo
perciò si scaglia contro Agamennone, seminando dolore e morte tra i guerrieri achei, e Agamennone dovrà cedere, se vorrà
por fine alla furiosa vendetta del dio. Cedette e liberò Criseide, ma pretese in cambio che gli fosse consegnata la preda di un
altro dei capi achei. Prese Briseide, schiava di Achille (figlio di Peleo e della ninfa Teti), guerriero invincibile e veloce come il
vento. In questo modo si apre l'ostilità tra i due e da questo momento Achille rifiuta la battaglia a fianco dei greci. Senza di lui
e il suo esercito di Mirmidoni, i Greci sono in difficoltà e i Troiani giungono a minacciare le navi achee. Solo dopo la morte
dell'amico Patroclo per mano del principe Ettore, Achille tornerà a combattere con l'intento di ottenere vendetta.

EGISTO.
La loro feroce ostilità, tra Atreo e Tiestes,aveva raggiunto il culmine quando Atreo aveva cacciato il fratello e si era incoronato re, ma lo aveva
poi attirato con l'inganno proponendogli la cessazione della contesa, la spartizione del regno e l'allestimento a palazzo di un banchetto che
doveva suggellare la pace ritrovata[5][6].

Atreo però uccise i tre figli che Tieste aveva avuto da una Naiade, Aglao, Orcomeno e Callileonte, che si erano rifugiati supplici sull'altare
di Zeus;[6] e al banchetto fece servire al fratello ignaro, le loro carni. Tieste, furioso, cercò i figli di Atreo per consumare su di loro la sua
vendetta, ma i due ragazzi, Agamennone e Menelao (Atridi perché discendenti da Atreo), erano riusciti a fuggire con l'aiuto di un servo ed
erano riparati a Sparta.

Tieste fuggì inorridito da Micene, e consultò l'oracolo di Delfi che gli suggerì di procreare con la propria figlia il bambino che l'avrebbe
vendicato: Egisto.

Si recò dunque a Sicione, regno di Tesproto, dove la figlia Pelopia era sacerdotessa della dea Atena. Li la violo con una maschera per evitare
essere riconosciuto e fuggi. Ma aveva la lasciato la spada nella grotta dove si trovava Pelopia, la quale la prese e la conservo.

Atreo, nel frattempo, temendo la punizione degli dei per i suoi crimini, si rivolse all'oracolo di Delfi che gli intimò di richiamare Tieste da
Sicione. Il re vi si recò personalmente, ma il fratello si era già allontanato, incontrò invece Pelopia e se ne innamorò credendola figlia del re
Tesproto, re del luogo.

Pelopia abbandonò il neonato sulle montagne.Qui fu rinvenuto da alcuni pastori che si presero cura di lui e lo nutrirono con latte di capra (aix,
aigos in greco), che il piccolo Egisto poppò dall'animale stesso.

Saputolo, Atreo cercò il bambino e, ritrovatolo, lo allevò come proprio figlio. Credeva infatti di essere padre del bambino e che Pelopia avesse
abbandonato il figlio tra i monti perché colta dalla pazzia momentanea che affligge alcune donne dopo il parto

Alcuni anni dopo, Micene fu funestata da una serie di pessimi raccolti ed Atreo incaricò i figli Agamennone e Menelao di chiedere a Delfi
notizie di Tieste. Lo incrociarono casualmente mentre tornava dopo aver interrogato l'oracolo, lo imprigionarono e lo ricondussero a Micene,
dove fu rinchiuso in una cella per ordine di Atreo.
Il re incaricò quindi Egisto di uccidere Tieste, segregato nel carcere. Egisto, giovinetto di sette anni, impugnò la spada e si diresse nella cella
in cui riposava Tieste. L'uomo si destò al suo arrivo, si scansò tempestivamente, s'alzò e scalciò il giovane al polso, sottraendogli l'arma.
Tieste riconobbe con sorpresa di stringere la spada di cui era stato privato molti anni prima a Sicione. Afferrò Egisto per le spalle e lo interrogò
su come la spada fosse entrata in suo possesso. Il bambino impaurito balbettò di averla ricevuta dalla madre Pelopia e Tieste lo istigò ad
obbedire ai tre ordini che gli avrebbe dato. Egisto annuì e s'apprestò innanzitutto a condurre sua madre in prigione al cospetto di Tieste.
Pelopia, riconosciuto il padre, lo abbracciò e pianse per le sue disgrazie.

Tieste le chiese chi le avesse procurato quell'arma e la donna confessò di averla sfilata ad un ignoto straniero che l'aveva violata una notte a
Sicione. Il padre allora spiegò di essere il proprietario della spada e, al contempo, l'autore dello stupro. Scossa da un profondo orrore, Pelopia
afferrò la spada con il pretesto di doverla esaminare e se la immerse nel petto

Egisto assassinò Atreo e restituì il regno al padre Tieste, con il quale regnò su Micene da cui bandì Agamennone e Menelao.

Agamennone e Menelao si rifugiarono presso la corte di Tindaro a Sparta, che li aiutò a recuperare i loro beni sottratti da Tieste ed Egisto. Il
re marciò su Micene, strappò lo scettro a Tieste, rifugiatosi sull'altare di Era, e lo costrinse a giurare che avrebbe accettato l'esilio senza mai
più tornare. Tieste si ritirò a Citera,mentre Egisto fu esule presso il re Cilarabete, figlio di Stenelo

Despues la Venganza que veremos en Agamenon, donde enamora a Clitennestra para convencerla de matar a Agamenon.

CLITEMNESTRA.
Figlia di Tindaro e di Leda, sposò in prime nozze Tantalo ed in seguito Agamennone e fu madre di un figlio (di Tantalo ed innominato) e
di Oreste, Ifigenia, Elettra e Crisotemi

Clitennestra sposò in prime nozze Tantalo, che gli diede un figlio.


Marito e figlio furono uccisi da Agamennone

Al momento della partenza delle navi achee per la guerra di Troia, viene imposto ad Agamennone il sacrificio della figlia Ifigenia come metodo
per placare l'ira di Artemide che non permetteva alla flotta spartana di salpare. Questo inganno, insieme a l assinio del suo primo marito e
figlio fecero che Clitennestra cominciasse ad avere un grande rancore contro Agamennone.

Poi, con Egisto, organizzano l uccisione di Agamennone anche perche Clitennestra seppe da un re acheo ritornato da Troia che tutti gli altri
sovrani avevano avuto delle coincubien durate la guerra. Anche per questo si lacio sedurre da Egisto, un altro elemneto che aggravo il suo
rancore.

CASANDRA
Figlia di Ecuba e di Priamo re di Troia, fu sacerdotessa nel tempio di Apollo

Apollo, per guadagnare il suo amore, le donò la dote profetica ma, una volta ricevuto il dono, Cassandra rifiutò di concedersi a lui: adirato, il
dio le sputò sulle labbra e con questo gesto la condannò a restare sempre inascoltata.

Infatti Cassandra profetizza la guerra di Troia causata dalla decisione di Paris, l inganno del cavallo insieme Laocoonte e l assasinio di
Agamennone, ma nessuno l asclta a cuasa della maledizione di Apollo.

Durante la conquista di Troia, Cassandra venne violentata da Ayax il minore, re acheo. Ma poiche Ayax con la sua foraza la strappo dalla
statua di Atenea di cui era agrappata e la fece cadere venne punito dagli dei con la morte. Finisce cadendo nelle mani di Agaemnnone che la
porta a Micene come schiava.

Muore a mani di Clitennestra e Egisto insieme a


Agamennone.

Análisis de la obra.

Simbólicamente la alfombra purpura


queda ubicada como línea que divide
en dos la composición y marca la
frontera entre la vida gloriosa y la
muerte
Los personajes principales serían Agamenón y Clitemnestra.

Los secundarios Egisto y Cassandra

Los puramente episódicos son el vigía y el mensajero

Por último el coro de anciano.

Agamenón debería, siendo su nombre titulo de la tragedia, ser el protagonista indiscutido pero en realidad
aparece solo 800 versos después del inicio de la obra. La verdadera protagonista es Clitemnestra que es el
único personajes que discute e interactúa con todos los demás ( excepto el vigia que lo suyo es solo un
monologo)

Ella logra en dos ocasiones engañar a los otros, primero al coro y después a su marido. Esto a través de un
sencillo recurso: el hablar como los demás esperan que lo haga una mujer de su jerarquía.

Su forma de hablar es tal que hasta el coro le reconoce sus dotes comparándola con un hombre.
El vigía describe en su monologo rápidamente la personalidad de la reina:

“Así lo manda el duro corazón de una mujer imperiosa y dominante”

En la obra están presente los parodos, es decir, referencias al pasado: la guerra de Troya, La muerte de
Ifigenia, la larga ausencia del rey.

Hay un tema que se planteara en toda la trilogía: ¿ Cual es la frontera que separa venganza y justicia?

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