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Troiani
Greci:
Agamennone: re di Micene e capo degli Achei. Il vero comandante. Dispotico, autoritario,
molto forte in battaglia. Quando parte per la guerra, in teoria voluta per difendere l’onore
del fratello in pratica perché Troia gli impediva determinati commerci, lascia a casa la
moglie Clitennestra. La donna nei nove anni di lontananza lo tradirà, con il giovane Egisto,
e al suo ritorno lo ucciderà nella vasca da bagno e poi morirà per mano della figlia che
adorava il padre, Elettra.[ da lì il complesso di Elettra che per Freud vuol dire essere
innamorati del padre e odiare la madre]. Tutto questo viene raccontato in diverse tragedie,
tipo L’Elettra, da Cassandra.
Menelao: Re di Sparta. Mi ha sempre fatto simpatia perché in un libro della Pitzorno la
protagonista che sta studiando l’Iliade lo definisce un valido guerriero a cui tutti vogliono
bene non a caso sono andati in guerra per lui. Penso sia così.
Achille: Eroe troiano. Figlio di Zeus e della ninfa Teti. La madre lo ha reso immortale
immergendolo in acque sacre tranne i talloni, non soffermarti sull’idiozia dalla cosa lo so, e
lui prima dell’inizio dell’opera è a conoscenza del fatto che prima della fine della guerra
morirà ma sceglie ugualmente di combattere per morire da Eroe. Ha una relazione, anche
se ovviamente non è che viene raccontato è solo lasciato immaginare, con il cugino
Patroclo. E’ forte, coraggioso, un guerriero immenso anche se impulsivo e immaturo.
Patroclo: cugino di Achille. Non molto forte in battaglia.
Ulisse: Principe greco di Itaca. Nonostante si enfatizzi sempre la sua intelligenza e la sua
arguzia era anche un discreto guerriero. E’ sua l’idea di stipulare una tregua con i troiani e
di portargli in dono un enorme cavallo di legno dentro il quale tutti i combattenti sono
nascosti. In questo modo i greci riescono a perforare le alte mura di Troia e vincere la
guerra. Alla fine della stessa però non riuscirà a tornare a Itaca e per sette anni affronterà
mille difficoltà nell’Odissea. Lo odio. Ci ho fatto una relazione sopra ma lo odio.
Diomede: Guerriero greco
Crise: Sacerdote di Apollo. Quando sua figlia Criseide viene presa come schiava da
Agamennone, il dio si adira e lancia sull’esercito Acheo la peste. Quindi è un tipo da non
mettersi contro. Tra l’altro la Wolf in Cassandra lo descrive in maniera spregevole, sia
fisicamente che umanamente.
La storia
La guerra di Troia (Ilio), di cui il pretesto è il rapimento [ o pseudo rapimento visto che lei
era consenziente] di Elena, sposa del re greco Menelao, da parte del troiano Paride, figlio
del Re Troiano Priamo, dura da nove anni quando comincia l’Iliade.
Il poema non racconta né l’inizio né la fine dell’assedio di Troia da parte degli Achei: si
concentra su fatti che si dispiegano su cinquantuno giorni focalizzando il racconto sull’ira
di Achille e lo sviluppo degli eventi all’atto in cui egli, dopo un periodo di rinuncia alla
lotta, riprende le armi per vendicare la morte dell’ amico e amante Patroclo con
conseguente morte di Ettore, quindi restituzione del suo corpo a Priamo. Le circostanze
della sconfitta di Troia saranno riportate nell’ Odissea e soprattutto nell’ Eneide di Virgilio.
Libro I
Agamennone, il capo dei Achei, trattiene prigioniera Criseide la figlia di un sacerdote
troiano di Apollo, ed il dio, per vendicarsi, fa scoppiare la peste nell’esercito. L’indovino
Calcante rivela la causa dell’epidemia ed Achille scongiura Agmennone di restituire la
prigioniera. Agamennone finisce per acconsentirvi, ma prende in compensazione Briseide,
la schiava di Achille. A nulla vale il generoso tentativo di conciliazione fra i due del vecchio
Nestore re di Pilo. Furioso, Achille si ritira sotto la sua tenda ed invoca la madre, la dea
Teti. Questa ottiene da Zeus la promessa di una vittoria troiana.
Libro II
Zeus invia ad Agamennone un sogno ingannevole che gli fa credere la vittoria. Per mettere
i suoi alleati alla prova, il re espone loro questo sogno, quindi finge di volere lasciare
l’assedio di Troia. I guerrieri si preparano a partire, ma Ulisse riesce ad impedire questo
proposito. I due eserciti si preparano a combattere: meticoloso “catalogo delle navi”
greche, ed enumerazione dei popoli e dei capi Troiani ed alleati (Dardani, Lici, Frigi,
Traci). Uno dei brani più noiosi che siano mai stati scritti.
Libro III
Abile analessi, uno dei flashback che in Lost hai tanto amato, della causa della guerra:
Paride è assalito dal terrore alla vista di Menelao, a cui ha sottratto la moglie Elena.
Dinanzi ai rimproveri di Ettore, propone allora di regolare il conflitto con un duello che lo
opporrà a Menelao. Mentre, dall’alto dei bastioni, Elena presenta i capi greci al re Priamo,
il patto di pace provvisoria è concluso ed il combattimento ha inizio. Ma la dea Afrodite
sottrae Paride prima che soccomba vista la netta superiorità di Menelao.
Libro IV
Zeus vorrebbe che venisse dichiarata la vittoria di Menelao così che, il torto riparato, si
sarebbe risparmiata la città e chiuso il conflitto. Ma su consiglio di Hera, che vuole
ardentemente la vittoria degli Achei, Atena fa in modo che siano i Troiani a violare per
primi il trattato di pace. Questa convince allora Pandaro a scoccare una freccia su
Menelao. Dopo una rivista delle truppe da parte di Agamennone, la battaglia riprende.
Libro V
Dove gli stessi dei sono messi a mal partito dagli uomini: Diomede ferisce Enea ma anche
sua madre Afrodite giunta ad assisterlo. I Troiani vacillano quindi si riprendono con il
ritorno di Enea, salvato da Apollo. Per sostenere i greci, Hera ed Atena scendono a loro
volta e, grazie a questa, Diomede ferisce lo stesso Ares. Gli dei riguadagnano Olimpo.
Libro VI
Mentre i Troiani soccombono, Ettore chiede alla madre Ecuba di pregare Atena, e le donne
troiane si recano al tempio di costei per pregarla di far vincere i troiani. Ettore incontra la
moglie Andromaca vicino alle porte Scee e, dinanzi ai suoi rimproveri e alle sue lacrime,
giustifica il suo posto in combattimento. Quindi, avendo stretto al petto il figlio
Astianatte, raggiunge le truppe con Paride. Questo è il mio brano preferito in assoluto.
Libro VII
Consigliato indirettamente dagli dei, Ettore sfida i capi greci in duello. L’estrazione a sorte
designa Aiace Telamonio. Il loro duello è interrotto dalla notte. Si approfitta dell’oscurità
per la sepoltura dei morti e la costruzione da parte dei greci di un fossato e di una parete
dinanzi al loro campo davanti alle navi, fatto osteggiato dal dio Poseidone. Ma anche Hera
ed Atena armeggiano a favore degli Achei, duramente rampognate da Zeus.
Cinaquantamila troiani dilagano per la pianura e riempiono di torce accese il buio della
notte.
Libro VIII
Al mattino seguente Zeus fa in modo che gli dei restino neutrali. Sul monte Ida osserverà
il combattimento e peserà il destino dei due eserciti. La bilancia tende in favore dei
Troiani. Infatti, questi prendono il vantaggio grazie a Ettore.
Libro IX
Grande è lo scoramento nel campo degli Achei. Agamennone giunge perfino al proposito di
abbandonare l’ assedio, a ciò si oppongono Nestore ed Ulisse. Il re offre allora di restituire
Briseide ad Achille. Inviato in ambasciata, Ulisse tenta di piegare l’eroe che resta
irremovibile ed annuncia anzi la sua intenzione di ritornare in Grecia.
Libro X
Per conoscere gli intendimenti dei Troiani, su suggerimento di Nestore, si inviano Ulisse e
Diomede nel campo avverso. Ugualmente si comporta Ettore che invia Dolone, il quale,
scoperto, viene eliminato dagli eroi achei, dopo aver rivelato alcuni segreti strategici. Di
ritorno i due eroi achei compiono una strage di Traci dormienti vicino al fuoco, fatto che
rianima gli Achei.
Libro XI
Mentre l’ardore bellico di Agamennone respinge i Troiani sotto le loro mura, Zeus invia
Iris per dare a Ettore il segnale della riscossa: di fatto i greci ripiegano a loro volta, e
Nestore convince Patroclo a impetrare il ritorno di Achille in battaglia.
Libro XII
Nonostante la resistenza degli Achei, i Troiani e i Lici sembrano in grado di invadere il
loro campo: Sarpedonte opera una breccia nel muro difensivo degli Achei ed Ettore crea un
varco attraverso il quale i Troiani dilagano
Libro XIII
Grazie all’aiuto di Poseidone ed alle imprese di Idomeneo, i greci fanno arretrare i Troiani.
Libro XIV
Mentre Agamennone propone ancora una nuova volta di abbandonare l’assedio, Poseidone
infonde fiducia ai greci ed Hera gli permette, seducendo Zeus, di ristabilire le loro sorti in
battaglia: i Troiani sono respinti ed Ettore è ferito.
Libro XV
Quando si sveglia Zeus è furioso con Hera per le sorti della battaglia capovolte, e con
l’intermediazione di Apollo e di Iris, intima a Poseidone l’ordine di ritirarsi dal campo di
battaglia. Curato da Apollo, su suggerimento di Zeus, Ettore semina il panico nelle file
greche. Patroclo corre a implorare Achille.
Libro XVI
Achille presta le sue armi a Patroclo e lascia che i suoi Mirmidoni lo accompagnino al
combattimento. I Mirmidoni iniziano a fare arretrare i Troiani, e Patroclo uccide
Sarpedonte, che Zeus non può salvare. Eccitato da questo successo, Patroclo disubbedisce
ad Achille spingendosi fin sotto le mura di Troia: dove è ucciso da Ettore che lo crede
Achille [ed è gasatissimo all’idea di aver battuto l’eroe più figo del mondo così facilmente].
Libro XVII
Ettore e Enea tentano invano di impadronirsi del corpo di Patroclo e dei cavalli di Achille.
Dopo
una lotta accanita, Menelao e Merione, sostenuti dai due Aiace, finiscono per portare via il
cadavere.
Libro XVIII
Teti promette a Achille, al colmo della disperazione, di dargli nuove armi. Efesto incaricato
dell’opera si mette al lavoro, mentre i greci piangono sul corpo di Patroclo e Achille
spaventa i Troiani con le sue alte grida. Teti reca le armi completate, fra cui uno scudo
finemente lavorato.
Libro XIX
Agamennone invia a Achille i doni promessi e gli restituisce la prigioniera Briseide. Deciso
a partire immediatamente al combattimento, Achille monta sul suo carro nonostante gli
avvertimenti del suo cavallo Xantho che lo informa della sua morte prossima.
Libro XX
Zeus autorizza gli dei a schierarsi sul campo di battaglia. Apollo indirizza Enea contro
Achille, ma Poseidone deve salvare il troiano dalla morte. Ettore stesso è salvato da questo
confronto soltanto da Apollo. Furioso, Achille fa un grande massacro di Troiani.
Libro XXI
Proseguendo le sue imprese, Achille entra in lotta con il fiume Scamandro, mentre gli
stessi dei arrivano alle mani. Indirizzando Agenore contro Achille, quindi stuzzicando
quest’ultimo, Apollo evita ai Troiani una rovina completa.
Libro XXII
Achille ritorna sotto le mura di Troia e si trova di fronte Ettore che, nonostante le
suppliche di Priamo e di Ecuba, si è deciso ad affrontarlo. Preso dal timore, Ettore fugge
tuttavia. Mentre i due guerrieri fanno tre volte il giro della città, Zeus pesa il loro destino
ed Ettore è condannato. Mascherata Atena gli consiglia di combattere: Achille lo uccide e
trascina il suo cadavere fino alle navi, straziandone il corpo, nonostante i pianti delle
troiane.
Libro XXIII
Nel corso del pranzo funebre, i Mirmidoni rendono gli onori a Patroclo. Per i funerali,
sono organizzati dei giochi durante i quali gli eroi Achei concorrono con ardore.
Libro XXIV
Per giorni, Achille trascina il corpo di Ettore attorno alla tomba di Patroclo. Zeus gli ordina
tramite Teti di restituirne le spoglie. Priamo riesce a piegarlo e a riporta il corpo di Ettore a
Troia seguito da nuove lamentazioni delle donne. E’un brano bellissimo e commovente
quello in cui il vecchio Re chiede all’eroe il corpo del figlio perché dandogli degna sepoltura
egli possa andare finalmente negli inferi. Quindi si procede ai funerali. Termina l’Iliade.
Eppure…Eppure il re Priamo lo sapeva che quel figlio non gli avrebbe portato nulla di
buono. La moglie, la Regina Ecuba qualche giorno prima del parto aveva sognato una
torcia e la città in fiamme e al Re stesso era stato predetto che da quella gravidanza sarebbe
nato il figlio che lo avrebbe portato in rovina. Eppure… Eppure nonostante l’idea iniziale di
uccidere l’infante alla fine lo stesso era stato affidato a una famiglia di contadini e diversi
anni dopo già grande aveva vinto tornei ed era riuscito a tornare dai genitori che
scioccamente l’avevano accolto entusiasti. Paride era poi stato scelto dalle tre dee maggiori
dell’olimpo per risolvere l’annosa questione di chi fosse la più bella tra le tre e aveva scelto
[ non proprio spontaneamente se si considera che ognuna gli aveva offerto una ricompensa
quindi…] Afrodite che lo aveva ricompensato con l’amore di Elena, la dona più bella del
mondo, che l’uomo aveva poi rapito a casa del marito. Ospite del marito come viene spesso
ribadito nelle opere greche in quanto violare l’ospitalità era ritenuto un peccato quasi
mortale [ diciamo come in Martin al contrario quando i Frey sterminano tutti i Lupi e la
cosa peggiore sembra essere il fatto che lo fanno mentre li stanno ospitando]. Da lì nove
anni di guerra e la distruzione di una delle città più floride esistenti.
Eppure il Re Priamo lo sapeva…
Brani
Morte di Patroclo