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Lucrezia Branca

RICERCA DI ARTE

Agamennone
Agamennone è un eroe della mitologia greca, la cui leggenda è descritta
da Omero nell’Iliade. Figlio primogenito di Atreo re di Micene e di Erope,
marito di Clitennestra, è il comandante della spedizione achea
contro Troia. Con suo fratello Menelao vengono chiamati Atridi, perché
discendenti da Atreo.
Quando suo padre Atreo viene ucciso da Egisto, figlio di suo fratello Tieste,
Agamennone si rifugia con Menelao presso la corte di Tindaro re di Sparta.
Agamennone sposa Clitennestra e Menelao sposa Elena, entrambe figlie di
Tindaro. Agamennone avrà un figlio, Oreste, e due figlie, Ifigenia e Elettra.
Con l’aiuto di Tindaro, Agamennone riconquista il trono di Micene, mentre
Menelao succede a Tindaro come re di Sparta.
Quando Paride, figlio del re di Troia Priamo, rapisce Elena, Agamennone
raduna l’esercito degli Achei per vendicare l’oltraggio subito dal fratello.
La flotta greca rimane bloccata nel porto di Aulide dall’ira della dea
Artemide che Agamennone deve placare sacrificando sua figlia Ifigenia.

Dopo una lunga battaglia


nel corso della quale
l'esercito greco riesce ad
assediare i Troiani chiusi
nella loro città, una
rivalità scoppia tra Achille
e Agamennone.
Quest'ultimo, che aveva
dovuto rendere la sua
schiava Criseide a Crise, il
sacerdote di Apollo, per
placare la collera del dio,
ruba ad Achille la sua
schiava, Briseide.

Per protesta, Achille si


Crise tenta di riscattare Criseide - cratere pugliese a figure rosse
360/350 a.C. - Museo del Louvre ritira dalla battaglia,
rientrandovi solo per
vendicare la morte dell'amico Patroclo, ucciso da Ettore. Dopo la caduta di
Troia, Agamennone torna in patria con Cassandra, figlia di Priamo re di
Lucrezia Branca
Troia, ridotta in schiavitù. Viene ucciso da Egisto, che in sua assenza aveva
sedotto sua moglie Clitennestra. Molti anni dopo, suo figlio Oreste lo
vendicherà uccidendo Egisto e Clitennestra.

Aiace Telamonio
Aiace il Grande, figlio di Telamone re di Salamina e della regina Peribea,
valoroso guerriero acheo, partecipa alla spedizione contro Troia. Si scontra
con Ettore in duello concluso al calare della notte senza vincitori né vinti.
I due guerrieri si scambiano allora dei doni: Ettore regala una spada e
Aiace un cinturone.
Quando Achille viene ucciso da Patroclo, riporta il suo corpo e la sua
armatura nel campo greco. Aiace e Ulisse si contendono poi l’armatura di
Achille, che viene alla fine assegnata al re di Itaca.

Per vendicarsi, Aiace


progetta di attaccare
durante la notte i
suoi compagni, ma
Atena, protettrice di
Ulisse, lo rende folle.
Aiace massacra
invece un gregge di
montoni.
Tornato in sé, decide
di uccidersi per la
vergogna,
gettandosi sulla
spada ricevuta in
dono da Ettore.
Anfora del suicidio di Aiace - ceramica a figure nere attribuita ad Exekias
530 a.C. - Castello museo di Boulogne-sur-Mer (Francia)

Enea
Eroe troiano, figlio di Afrodite e del mortale Anchise, giovane pastore
frigio, che faceva pascolare le sue vaste mandrie sui colli del monte Ida.
Sposa Creusa, figlia del re Priamo, che gli dà un figlio, Ascanio.
Lucrezia Branca
Partecipa alla guerra di Troia dimostrandosi un valoroso guerriero e
uccidendo un gran numero di Greci.

Virgilio racconta
nell’Eneide che
dopo la caduta di
Troia, Enea fugge in
mezzo alle fiamme
portando con sé il
padre Anchise sulle
spalle e il figlio
Ascanio.
Durante la fuga
perde però la
moglie Creusa che,
sotto forma di
fantasma, gli rivela
il suo futuro di
fondatore di un
Enea fugge da Troia con il padre Anchise in spalla grande popolo.
oinochoe a figure nere 520-510 a.C. - Museo del Louvre

Porta con sé i Penati, divinità protettrici del focolare domestico nonché


simbolo della patria.
Enea fugge da Troia via mare e naviga verso l'Italia, ma naufraga sulle
coste dell'Africa, dove è accolto da Didone, regina di Cartagine. Si
innamora della regina, ma viene costretto dagli dei ad abbandonarla per
riprendere il suo viaggio. Didone, sentendosi tradita, si uccide.
Sbarcato finalmente sulle rive del Lazio dopo varie peripezie, Enea viene
ospitato dal re Latino che gli offre in sposa la figlia Lavinia. Deve tuttavia
competere contro Turno, re dei Rutuli, già promesso sposo di Lavinia.
Enea, si reca a chiedere l'alleanza di Evandro re degli Arcadi, il quale gli
dà la propria cavalleria con a capo il figlio Pallante e gli procura l'alleanza
dell'esercito e della flotta etrusca guidati da Tarconte. Nel frattempo Turno
attacca l’accampamento dei Troiani e brucia le loro navi. L’Eneide termina
con il duello decisivo fra Enea e Turno che pone fine alla guerra.
Enea, vincitore, regnerà sui Latini e i Troiani. Fonderà una nuova città
chiamandola Lavinium, dal nome di sua moglie. Suo figlio Ascanio fonderà
Albalonga, la capitale della nazione della nuova stirpe, fino a che, secoli
più tardi, Romolo fonderà Roma nello stesso luogo dove Enea aveva
incontrato Evandro.

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