Sei sulla pagina 1di 16

Le Troiane

Euripide

IV classico
Liceo Statale Scientifico Renato Caccioppoli
Scafati (SA)

Le Troiane Euripide 1
Personaggi:
Poseidone = microfono 1
Atena = microfono 2
Ecuba = microfono 3
Cassandra = microfono 4
Andromaca = microfono 5
Taltibio = microfono 6
Menelao = microfono 7
Elena = microfono 12
Corifeo 1 (Anna Pagano) = microfono 9
Corifeo 2 (Grazia Francesca Scognamiglio) = microfono 10

SCALETTA:
 Intervento del prefetto, dell’avvocato e del preside
 A sipario chiuso, togliere le sedie
 Si apre il sipario, luce (coro già in scena), κτῆμα ἐς αἰεί x 3 volte,
tolgono il velo, buio
 Si chiude il sipario, si tolgono i veli dalla scena e si posiziona il
coro
 Si apre il sipario, con il coro già in scena

Le Troiane Euripide 2
PROLOGO

ACCENDERE MICROFONO 1 E 2
Poseidone: (entra prima Atena, poi Poseidone, entrambi dalla destra del pubblico) Io, Poseidone,
ho abbandonato le meraviglie dei fondali marini per dirigermi a Troia, che è diventata cenere per
mano dei Greci. Essi introdussero nella città il «δουρειος ιππος». La città è stata rasa al suolo,
saccheggiata di ogni bene. Tra i morti vi è anche Priamo, ucciso sui gradini del tempio di Zeus, e i
Greci, appagati dalle loro gesta atroci, sono pronti a tornare a casa. Sono passati dieci anni. Io mi
allontanerò da Ilio, e questa senza la sua dignità, rapidamente cadrà nell’oblio. Le donne vengono
divise tra gli uomini come se fossero merce in vendita. Tra le troiane vi è anche Elena la spartana,
ed eccola... laggiù, Ecuba che si dispera e piange per gli innumerevoli lutti. Tra questi c’è anche la
sua adorata figlia Polissena, sottratta alla vita troppo presto. E Cassandra, promessa al Dio Apollo,
è destinata ad un letto triste e costretto con Agamennone, come un dispetto nei confronti della
religione. Addio, forte e imponente Troia, se non ti avessero distrutta saresti splendida... più bella
di prima.
Atena: Mi è concesso parlare con te, dio onorato dai celesti?
Poseidone: dimmi Atena.
Atena: Voglio parlarti di un progetto vantaggioso per entrambi, mi riferisco alla città di Troia:
alleati con me, uniamo i nostri poteri!
Poseidone: Certo, ma voglio prima sapere se sei giunta qui per gli
Achei o per i Frigi.
Atena: Voglio rendere amaro il ritorno degli Achei perché hanno oltraggiato i miei templi. Aiace
ha strappato via Cassandra dall'altare e non gli è stata data nessuna punizione. Per questo motivo
voglio vendicarmi… quando saranno di ritorno verranno colpiti da grandine e pioggia; le loro navi
saranno incendiate dai fulmini che Zeus mi ha promesso...e tu Poseidone, prepara un mare
violento, mugghiante di onde e distruggi il golfo di Eubea.
Poseidone: così farò, quando gli Achei leveranno le ancore.
(Escono di scena)

SPEGNERE MICROFONO 1 E 2, ACCENDERE MICROFONO 3

Ecuba: Alzati! povera vecchia, raddrizza il tuo collo. Troia non c’è più e io non sono più regina.
La fortuna gira. Perché vivere controcorrente? Il destino ti trascina: lasciati andare. Povera me, ho
molte ragioni per disperarmi: la mia patria distrutta, mio marito e i miei figli morti.
Ah mio orgoglio ora non sei più niente, cosa devo fare? Tacere?
Parlare? Gemere? Le mie povere ossa, le tempie, la testa, i
fianchi!
Il mio corpo mi tormenta.
Questa è la filosofia degli infelici, cantare le proprie disgrazie.
Oh navi, avete attraversato veloci il mare, toccando i porti della
Grecia al suono di flauti e zampogne con quel terribile canto di guerra.
Siete andate nei golfi di Troia per seguire l’odiosa moglie di
Menelao che disonore per Castore!
Che disonore per Sparta! È lei la causa della mia rovina!
Avevo un regno e ora sono qui vicino alla tenda di Agamennone e da schiava vengo condotta via
dalla mia casa.
Oh Sfortunate, le mogli dei troiani destinate a tristi nozze, unitevi a me nel mio lamento: Troia
ormai è solo fumo!
LAMENTO DEL CORO, BUIO, ESCE ECUBA COL BUIO, SPEGNERE MICROFONO 3

Le Troiane Euripide 3
PARODO

LUCE

SEMICORO A
Ecuba tu gridi i tuoi lamenti giungono nella tenda dove le troiane tremano.
Oh figlie mie, i Greci tornano di nuovo e il peggio arriverà con loro.
Che cosa faranno? Mi condurranno via da questa terra dei nostri padri? Troiane, uscite fuori, i
Greci torneranno per noi, torneranno ancora.
Non conducete fuori Cassandra, la vergogna dei greci. Che tristezza Troia ormai distrutta!

SEMICORO B
Lasciata la tenda del generale noi temiamo la scelta dei Greci. A chi saremo date? Dove andremo
mai?
Il sorteggio ci sarà e per Ecuba cadrà il destino di regina di Troia.

BUIO

Le Troiane Euripide 4
EPISODIO 1
Scena I, ECUBA IN SCENA CON IL BUIO, SI ACCENDE LA LUCE E SUBITO ENTRA
TALTIBIO DALLA SINISTRA DEL PUBBLICO, ACCENDERE I MICROFONI 3 E 6
Taltibio: Come messaggero degli Achei devo annunciarti che il sorteggio è stato compiuto.
Ecuba: Come temevo. Ditemi, chi è stato assegnato alla mia povera
Cassandra?
Taltibio: L’ha presa Agamennone, come moglie illegittima.
Ecuba: La mia bellissima figlia destinata ad una vita vergine! Che sfacelo. E dimmi Taltibio,
cos’è successo a Polissena? A chi è capitata dal sorteggio?
Taltibio: É addetta alla tomba di Achille.
Ecuba: L’ho messa al mondo per occuparsi di una tomba?
Taltibio: Stai tranquilla, ha raggiunto la pace.
Ecuba: Che cosa intendi con questo? È ancora viva?
Taltibio: La situazione in cui si trova la libera da ogni peso.
Ecuba: Che fine ha fatto Andromaca, la moglie del coraggioso
Ettore?
Taltibio: L’ha presa il figlio di Achille.
Ecuba: Quindi chi toccherà a me, ormai vecchia.
Taltibio: Sei stata assegnata al πολυτροπος Odisseo, signore di
Itaca.
Ecuba: La sorte mi consegna un uomo del genere, privo di leggi, subdolo. Oh donne di Troia,
piangete per me, sono morta, questa è la mia fine.
Taltibio: Adesso dovete muovervi, occorre che portiate qui Cassandra, che sarà consegnata ad
Agamennone.
Taltibio: (Osserva Cassandra che entra dalla destra del pubblico, accendere microfono 4) Che
sono quelle luci? Le Troiane si stanno dando fuoco pur di non essere consegnate ai loro padroni?
Ecuba: No, è semplicemente mia figlia Cassandra che sta arrivando.

Scena II
Cassandra: Ora con questa alta fiamma illuminerò questo ιερόν. Oh dio protettore del
matrimonio,
Imeneo. Beati Agamennone e me, che presto ad Argo diventerò sua sposa.
Mentre tu madre piangi per mio padre Priamo e per Troia ormai distrutta. Con questo fuoco, come
da tradizione, consacro queste nozze a Imeneo e ad Ecate.
Oh Febo Apollo guida tu questa danza. Forza madre, danza anche tu, agitando i piedi e anche voi
fanciulle dai bei pepli, cantante il mio sposo Agamennone.
Coro: Regina non trattenere la fanciulla a raggiungere l’esercito Acheo.
Ecuba: Efesto, tu che porti la fiamma per un matrimonio inaspettato. Ohimè, figlia, non ho mai
pensato che un giorno tu saresti stata costretta a sposarti. Dà a me questa fiamma, come è giusto
che sia. Queste vicende non ti hanno cambiata.
Cassandra: Oh madre rallegrati delle mie nozze regali perché se Apollo esiste presto
Agamennone combatterà con me un matrimonio terribile. Io lo ucciderò e manderò in rovina la
sua casa, vendetta per i miei fratelli, per il re e per Troia. Io vedo, invasata dal dio il sangue nelle
case di Ares. Agamennone e Menelao hanno ucciso migliaia di giovani greci, trascinandoli per una
donna sola.
Ora i cadaveri giacciono in terra straniera e lasciano vedove le mogli e orfani i figli...la
guerra...nemmeno i vincitori sono più felici di noi.
I Troiani invece hanno almeno il conforto di tombe nella patria terra e mani amiche hanno
composto i cadaveri... Tra loro c’è Ettore morto con la gloria che questa guerra gli ha procurato.
Le Troiane Euripide 5
Non piangere madre sarò io a vendicarti sui nostri nemici.

SCENA III
Taltibio: (rivolgendosi a Cassandra) Non pagherai per le disgrazie che annunci sui miei capi solo
perché Apollo ti ha sconvolto la mente. (rivolgendosi al pubblico) Non capisco cosa pensino a
volte i grandi condottieri: il nostro capo Agamennone ha scelto di prendere con sé questa pazza; al
suo posto non l’avrei mai fatto. Comunque sia, ora seguimi. E tu, Ecuba, andrai con Ulisse: non è
una brutta sorte, stare al servizio di Penelope, una brava donna.
Cassandra: Ma sentilo il grand’uomo! Tu credi che mi madre sarà serva di Ulisse. Invece Apollo
mi ha rivelato che troverà la morte. Qui Ulisse, poi, dopo dieci anni di guerra qui, ne passerà altri
dieci vagando per mare: lo aspettano sventure peggiori della guerra; i suoi compagni non
riusciranno nemmeno a tornare a casa e Ulisse stesso, arrivato a Itaca, dovrà tornare a lottare. Ma
che parlo a fare di Ulisse? Agamennone, ti aspetta una morte terribile che colpirà anche me. A me
sta anche bene, mi unirò di nuovo al mio sposo. Che triste fine per questa sacerdotessa di Apollo.
Addio madre non piangere. Fratelli, padre, patria, sto per raggiungervi, (Ecuba si accascia a terra)
ma sarà una vittoria, perché vedrò la vendetta contro chi ha distrutto Troia. Custodi dell’anziana
Ecuba, non vedete la vostra padrona distesa? Non volete soccorrerla? (la raggiungono Angela
Scafuri e Grazia Francesca Scognamiglio) Oh maligne, come potete lasciare un’anziana
accasciata al suolo? Alzatela. (escono Taltibio e Cassandra, spegnere i microfoni 4 e 6)
Ecuba: No, lasciatemi accasciata per terra per colpa delle mie sofferenze. Oh dei, siete stati per
me dei cattivi alleati, ma è usanza, per chi vive nella sventura, invocarvi. Ho sposato il re di Troia
e sono diventata regina, ho partorito figli che sono diventati i migliori tra i Troiani, figli che
nessuna donna barbara, greca, o troiana possa vantare! Ma li ho visti morire per mano dei greci,
così come il loro padre Priamo; ho visto la mia città conquistata, ho visto le mie amate figlie,
cresciute con cura per onorare i loro mariti, fatte schiave e non c’è speranza che io le incontri. E,
come apice delle mie sventure, giungerò in Grecia come schiava e riceverò per la mia vecchiaia i
compiti più infimi, dormendo in un letto da schiava, dove le mie vecchie spalle non avranno
riposo, con vesti lacerate che io, madre del grande Ettore e regina, non avrei mai pensato di
indossare. Oh Cassandra, per quali sciagure hai sciolto la tua castità? Oh infelice Polissena, dove
sei? Nessuno dei miei numerosi figli mi soccorre. Dunque, perché mi rialzate? Trascinatemi in un
infimo giaciglio di foglie, in modo che io possa morire qui su questa terra tra le mie lacrime.

ANGELA E GRAZIA PORTANO FUORI ECUBA, SPEGNERE MICROFONO 3, POI


BUIO PER RISISTEMARSI NEL CORO

Le Troiane Euripide 6
Stasimo II
LUCE
Coro: Oh Musa, celebra un canto su Troia distrutta dai Greci con il cavallo di legno, che quando
entrò e provocò un grido al popolo troiano.
Oh Atena, figlia di Zeus tu che hai posto fine a queste sofferenze.
Il popolo dei Frigi si precipitò alle porte per offrire alla dea
Atena un covo scavato in un pino montano, che sarà la rovina di
Troia, e lo portarono alla tua rocca.
Quando scese la notte e quando si diffuse la melodia dei flauti si spensero le fiamme dei fuochi. Io
dunque intonai una melodia in onore di Artemide, figlia di Zeus, quando un grido si alzò nelle case
e Ares balzò dal covo e lutti furono assegnati ai Frigi.
Corifeo: (FANNO UN PASSO AVANTI, SI RISISTEMA IL CORO, MENTRE LORO
PARLANO, ACCENDERE MICROFONO 9 E 10) Ecuba, guarda Andromaca su un carro
straniero con in braccio il figlio Astianatte e con accanto le armi di Ettore e le spoglie dei Troiani.

BUIO

Le Troiane Euripide 7
Episodio II
Scena I
ACCENDI MICROFONO 3 E 5, ECUBA ENTRA IN SCENA CON IL BUIO, ENTRA
ANDROMACA CON LA LUCE
Andromaca: I padroni Achei mi portano via. Perché piangi tu la mia sciagura?
Ecuba: Se ne sono andati la felicità e il benessere, è scomparsa
Troia.
Andromaca: Assistiamo alla miserevole sorte della città che va in fumo...Ettore, mio sposo,
perché non mi raggiungi? Io ti sosterrò.
Ecuba: Tu, misera, invochi gridando mio figlio che è nell’Ade.
Andromaca: Adesso ai templi di Atena giacciono cadaveri insanguinati, preda degli avvoltoi,
mentre i vivi sono condannati alla schiavitù.
Ecuba: Patria sfortunata ti lascio e piango.
Coro: Ma i morti quale sollievo possono portare a chi soffre intensamente, la musica segreta del
dolore!
Andromaca: O madre di Ettore che un tempo annientò i Greci, portano me e mio figlio via come
preda, la mia nobiltà diviene schiavitù. Vedi ciò?
Ecuba: Io vedo ciò che fanno gli dei: sollevano colui che non vale nulla, mentre abbattono colui
che ha reputazione. Che cosa orrenda il destino, mi ha appena strappato mia figlia Cassandra, i
miei mali non hanno né limite né misura. Solo ora è chiaro l'enigma che mi ha proposto Taltibio.
Andromaca: Anche tua figlia Polissena é morta sgozzata sulla tomba di Achille, l'ho vista io
stessa e ho pianto sul suo cadavere, tuttavia la sua morte è preferibile alla mia vita.
Ecuba: Figlia mia, i due destini non possono essere paragonabili.
Nella vita permane la speranza mentre nella morte sussiste il nulla.
Andromaca: O Ecuba, tu che sei madre, ascolta questo discorso affinché ti infonda piacere
nell'animo. È meglio morire che vivere miseramente, infatti, chi possiede l’ολβος sarà costretto ad
un declino dettato dall'ατη. Io che mirai ad una buona fama sono stata colpita dalla sorte. Io infatti,
curavo la mia casa, non uscivo mai, né con le altre donne facevo pettegolezzi. Queste mie virtù
sono state scoperte da Neottolemo, figlio di Achille, che mi ha voluta come schiava nella sua
reggia. Sono costretta a dimenticare Ettore, marito perfetto, il mio primo e unico amore. Ecuba: Io
non sono mai salita su una nave, tuttavia ne ho fatta esperienza. Così come se il mare si scatena
con troppa violenza i marinai si arrendono alla sorte, anche io mi ammutolisco dinanzi al mio
destino. Ignora il ricordo di Ettore, elogia i tuoi nuovi padroni affinché Ilio risorga con Astianatte
e i suoi discendenti. Ecco ecco! Vedo uno degli Achei. Chi è? Quali notizie ci porterà?

Scena II

ENTRA TALTIBIO DALLA SINISTRA DEL PUBBLICO, ACCENDERE MICROFONO 6


Taltibio: Oh sposa di Ettore. Devo comunicarti una cattiva notizia Hanno stabilito che non ci
saranno padroni per Astianatte: lo uccideranno per non lasciare in vita il figlio del grande Ettore.
Lo getteranno giù dalla torre di Troia e tu non hai mezzi per opporti, taci e potrai almeno dare
sepoltura al suo cadavere senza provocare l'ira greca.
Andromaca: Oh sciagura, che possano morire così i figli dei greci
O figlio mio morirai lasciandomi sola. Il destino ad altri dà la salvezza ma a te tocca la morte.
Avrai la gloria eterna grazie a tuo padre, o nozze maledette, o Ettore vittima dei greci ma re della
grande Ilio. Figlio mio piangi? Senti il tuo destino? Non vuoi lasciarmi le vesti amore? Verrai
lanciato in modo spietato dal Monte Frigi e da lì esalerai lo spirito. Oh bimbo mio con questo
corpo piccolo, con questo petto ancora in fasce, adesso ti saluto figlio mio per l’ultima volta,
abbracciami amore, dammi un bacio. O greci perché uccidete questo bimbo innocente! Oh re di
Le Troiane Euripide 8
Tindaro, non sei padre anche tu? Dentro di te numerosi mali, furore, eccidio e non oso dire altri,
che Giove ti colpisca con la sua furia e anche la gente della Grecia. (ANNA PAGANO SI
STACCA DAL CORO) Che il male ti colpisca come tu distruggi la bella Ilio. Su prendetelo
(PRENDE ASTIANATTE), gettatelo siamo dispersi e sterminati dagli dei e il mio figliolo non
potrà scampare alla morte.
Ecuba: Prendete il bambino e trascinatelo verso la corona delle alte mura, lì è stato deciso che
renda l’anima. Figlio di Ettore, io e tua madre siamo depredate della tua vita. Cosa manca per
completare questa catastrofe?
ANNA PAGANO DA A TALTIBIO ASTIANATTE ED ENTRAMBI ESCONO ALLA
SINISTRA DEL PUBBLICO, MENTRE ANDROMACA ED ECUBA SI TROVANO SOLE
E DISPERATE, BUIO, SPEGNERE MICROFONO 3, 5 E 6

Le Troiane Euripide 9
Stasimo III
LUCE
Coro: Telamone abitavi sull’isola battuta dai flutti, dove Atena portò l’Ulivo lucente, tu vieni col
figlio di Alcmene e lui invero, o Eracle, condusse qui il fiore dei greci e rase al suolo
Troia. In due attacchi distrussero tutto.
Ganimede riempisti i calici d’oro di Zeus. La tua patria brucia e i tuoi freschi lavacri sono svaniti.
La rocca di Priamo è caduta sotto la lancia di Zeus.
Eros innalzasti Troia, e il fulgore dell’aurora delle bianche ali ha visto la fine della rocca di
Pergamo. Eppure l’aurora tiene nel suo talamo un uomo della terra troiana. Lo rapì un’aurea
quadriga di stelle, ma il fascino di Ilio non richiama più gli dei.
BUIO

Le Troiane Euripide 10
Episodio III
Scena I
ECUBA IN SCENA, LUCE, CON LA LUCE ENTRA MENELAO E IL SUO SEGUITO
DALLA SINISTRA DEL PUBBLICO, ACCENDERE MICROFONO 3, 7 E 12
Menelao: Il sole splenderà di bella luce il giorno che riavrò mia moglie Elena, io e l’esercito
acheo abbiamo sofferto troppo! Sono venuto a Troia non per una donna, come tutti pensano, ma
per l’uomo che ospite nella mia casa rapì mia moglie e per quella sciagurata lui e la sua stessa terra
sono caduti in battaglia contro i greci. Ho deciso che Elena non morirà qui a Troia ma verrà
condotta in Grecia dove per punizione sarà uccisa da coloro i cui cari sono morti a Ilio. Ora andate
voi del seguito, (le guardie vanno a prendere Elena) portatemela tirandola per quella chioma
bionda e la condurremo in Grecia!
Ecuba: Oh Zeus io ti prego!
Menelao: Quali preghiere rivolgi agli Dei?!
Ecuba: Io ti ammirerò quando ucciderai tua moglie, ma non guardarla perché non ti prenda col
desiderio. Lei possiede incantesimi: cattura lo sguardo degli uomini, distrugge città e incendia
case. Sappiamo entrambi quanti hanno sofferto per colpa sua.
Elena: Menelao, che intenzioni avete tu e i Greci, riguardo la mia vita? É possibile che io muoia
ingiustamente?
Menelao: Non si è discusso il tuo caso: ti hanno consegnata a me perché io ti uccida.
Elena: forse tu non mi risponderai, perché mi consideri una nemica, ma io risponderò
contrapponendo alle tue accuse le mie e viceversa. Per prima cosa il male fu generato da lei con
Paride. A mandare in rovina me e troia fu Priamo. Egli doveva uccidere
Alessandro, apparso in sogno come un tizzone di fuoco.
Successivamente Paride fece da arbitro per tre dee. Pallade, gli garantì la conquista dell’Ellade.
Era, gli promise la sovranità sull’Asia e i confini dell’Europa. Cipride, gli assicurò le mie grazie se
avesse vinto contro le altre dee, e così fu. Le mie nozze furono una fortuna per la Grecia, ma non
per me: venni solo venduta per la mia bellezza, mi ha rovinata Paride, e fu scortato da una potente
dea. Poi scese nell’aldilà e non esistendo più i matrimoni combinati dagli dei, provai ad andarmene
dalla reggia, ma più volte fui sorpresa dalle sentinelle. Paride mi si impose come consorte e
divenni una misera schiava nella mia casa: se vuoi avere la meglio sugli dei, la tua pretesa è
insensata.
Coro: Oh regina, proteggi noi sudditi dalla sua eloquenza. È colpevole ma parla bene. Che grande
male! Che grande tragedia!
Ecuba: Mi schiero con le dee che, sì, presero parte alla gara di bellezza, ma per pura vanità. Cosa
avrebbero potuto desiderare di più, loro che possedevano già tutto? Non incolparle per mascherare
i tuoi errori. Ascoltando le tue assurdità sembra quasi che mio figlio Paride ti abbia ingannato con
la dea Afrodite. Mio figlio era bellissimo e, quando lo hai visto, tutto ornato, Afrodite ce l’avevi tu
nella testa. É tipico degli uomini chiamare αφροσούνι le loro pazzie d’amore.
L’amore fa tanto ma per te le ricchezze fanno tutto. Accusi mio figlio di averti rapita, di averti
privato della libertà, eppure nessuno ha sentito echeggiare nella città le tue grida. Tu giungi a
Troia portando guerra e distruzione. Sminuisci i due eroi che lottano per amore, per il tuo amore!
Tu (puntandole il dito), spudorata, menti dicendo di aver provato a fuggire, ne hai avuto
l’occasione, ma hai preferito rimanere sebbene più volte io stessa ti abbia pregata di porre fine a
questa guerra! Tu, così sfrontata, dovevi presentarti umile, piena di vergogna per i tuoi errori.
Uccidila, per l’onore della Grecia e di Troia!
Coro: Uccidila per l’onore della Grecia e di Troia! Non mostrarti debole agli occhi di tutto il
popolo greco.
Menelao: É vero, è andata via con uno straniero, ha preso tutte le decisioni da sola, ma incolpa
Afrodite. Devi pagare con la vita le sofferenze inflitte ai Greci.
Elena: No, ti supplico, risparmiami. È colpa delle divinità!
Le Troiane Euripide 11
Ecuba: Fai in modo però che non salga sulla tua stessa nave! Perché non hai mai smesso di
amarla.
Menelao: L’amore non dura per sempre. Hai ragione, è meglio che non salga sulla mia stessa
nave, ma dovrà pagare per le sue azioni. E che sia d’esempio per tutte le donne senza pudore!
LE GUARDIE PRENDONO ELENA ED ESCONO A SINISTRA DEL PUBBLICO, DI
SEGUITO MENELAO, ECUBA SOLA IN SCENA, BUIO, SPEGNERE MICROFONI 3, 6
7 E 12

Le Troiane Euripide 12
Stasimo IV

LUCE

Strofa A
E così fu arso dai greci il tuo tempio di Ilio, o Zeus, il fumo giunge a toccare la vetta dell’Ida
dimora divina. Nulla ci sarà più in vostro onore, sacrifici, statue, danze di cori. Dimmi o
signore dei cieli se tu vedi la rocca dissolta dalla fiamma ardente.
Strofa B
Mio caro sposo tu senza tomba, senza esequie. Io trasportata ad Argo per mare e alle porte schiere
di bambini lacrime e grida.
Antistrofe
Sulla nave di Menelao in mezzo all’Egeo cada la sacra folgore di
Zeus. Su di lui e sui greci che mi trascinano in lacrime dalla mia patria, che mi rendono schiava
della Grecia.
Mai i Greci tornino a casa e sempre i dolori di noi spose troiane li tormentino.
C’è morte, c’è il cadavere di Astianatte, gettato dalle torri, ucciso dai Danai.

Le Troiane Euripide 13
Episodio IV
Scena I ECUBA E TALTIBIO SONO IN SCENA QUANDO SI ACCENDE LA LUCE,
ACCENDERE I MICROFONI 3 E 6
Taltibio: Ecuba, sto per salpare con il bottino di Neottolemo verso le coste di Ftia. Lui è già
partito in tutta fretta, portandosi con sé Andromaca. Lei piangeva per la sua città e diceva addio
alla tomba di Ettore. Poi chiese di concedere una degna sepoltura ad Ettore, non assi di cedro o
un’urna di pietra, ma il suo scudo, doveva essere la sua bara. Chiese anche di poter adagiare il
bambino sulle tue braccia, perché tu possa ricoprire il corpo con pepli e corone. Dovette poi partire
a causa della fretta del padrone, che le ha precluso di occuparsi ella stessa della sepoltura. Ho
lavato il corpo e pulito le sue ferite, mentre attraversavo le acque dello Scamandro ed ora vado a
scavare la fossa. Non appena avrai composto il cadavere, lo seppelliremo e poi leveremo l’ancora.
ESCE DALLA SINISTRA DEL PUBBLICO, SPEGNERE IL MICROFONO 6
Ecuba: Veder deposto lo scudo rotondo di Ettore, che spettacolo straziante per me. Achei, il
vostro vanto sono più le armi che il cervello, mi chiedo perché vi macchiaste di un delitto tanto
ripugnante? Per il timore che un bambino avrebbe resuscitato Troia dalle sue ceneri?
Ora che Troia è caduta, avete paura di un bambino. Detesto terribilmente chi ha timore per nulla,
Astianatte, che morte crudele ha riservato per te il fato. Se solo avessi potuto gustare la giovinezza,
le nozze, la sovranità, e cadere per la tua patria, una morte che rende pari agli dei, saresti stato
felice. Povero infelice, come ti hanno miseramente raso dalla testa i riccioli, che tua madre
pettinava e baciava. O mani, eravate così dolcemente simili a quelle di
Ettore, ma ora siete qui inerti davanti a me.
O bocca, da cui uscivano di continuo grandi promesse, mi mentivi, quando proclamavi: “Nonna
verrò alla tua tomba, per darti un caro addio con tanto affetto”. E invece sarò io, vecchia a
seppellire uno più giovane.
Mi tormento chiedendomi, cosa avrebbe mai potuto scrivere un poeta sulla tua tomba? Qui giace
un bambino, ucciso dagli Achei per paura. Un vergognoso epitaffio per l’Ellade. Ed ora, anche se
non hai avuto altra eredità da tuo padre, avrai almeno il suo scudo bronzeo, che sarà per te la tua
bara. Ora vi prego, andate a prendere gli ornamenti per il cadavere: perdonami, ma il destino non
ci concede fasti e splendori, però riceverai tutto quello che io ho da offrirti. È pazzo l’uomo che si
rallegra pensando che gli andrà sempre tutto bene, la fortuna suole stroncare tutto ciò che si
innalza.
ACCENDERE I MICROFONI 9 E 10
Corifeo: Ecco Ecuba, queste donne sono qui per piangere con te.
Ecuba: Figlio, oggi non sono qui per celebrare le tue vittorie con l’arco o con i cavalli. Elena ti ha
tolto tutto, non festeggerei le nozze con una nobile troiana, figlio figlio figlio... le tue ferite... O
donne chi le curerà, perché gli dei non mi hanno riservato tante pene solo per essere materia del
canto degli aedi... Ecco il corpo è pronto, ma dubito che per i morti siano importanti gli onori
funebri.
Corifeo: Madre infelice e tu Astianatte, inutile orgoglio del padre, che morte orribile. Vedo
arrivare i greci con le fiaccole pronti a distruggere Troia, a trascinarci schiave sulle navi, anche tu
Ecuba, vecchia e misera.
Ecuba: Addio Troia un tempo città splendente, ti bruciano e ci trascinano via. È inutile invocare
Dei che non ascoltano, sarebbe meglio morire in questo rogo... sparisce per sempre la mia terra.
BUIO, SPEGNERE I MICROFONI 3, 9 E 10

Le Troiane Euripide 14
Esodo

LUCE

Coro Terra terra madre di figli assassinati


di donne addolorate e di schiave il peso
della guerra per chi muore e per chi resta
non è mai lo stesso

Le tombe non ci sono non ci sono più


gli dei crolla la città e fiamme, fiamme
e polvere e cenere nell’aria resta solo
la memoria.

Chi ha perso ha perso tutto famiglia,


patria e amici chi ha vinto ha vinto sul
dolore e l’infelicità sua ora è questa
terra ma senza libertà ma senza libertà.

BUIO
SIPARIO CHIUSO

SI APRE IL SIPARIO, SALUTI, PRIMA SOLO ANNACHIARA, POI IL CORO A PEZZI


Le Troiane Euripide 15
POI ENTRANO (TUTTI RISPETTO AL PUBBLICO:
• ATENA DA SINISTRA E POSEIDONE DA DESTRA
• CASSANDRA DA SINISTRA E ANDROMACA DA DESTRA
• GIANNI ED ELENA DA SINISTRA E FRANCESCO E MENELAO DA DESTRA
• ECUBA DA SINISTRA E TALTIBIO DA DESTRA

ATTORI FANNO I LORO 3 INCHINI


• MARIANNA ED AURORA DA DESTRA, SARA E TERESA DA SINISTRA
• RITA E MARTINA DA DESTRA, FRANCESCA PIA DA SINISTRA
• ROBERTA DA DESTRA, SERENA DA SINISTRA
• GAIA DA DESTRA, ALESSIA DA SINISTRA
• PROFESSORESSA ENTRA DA DESTRA

Le Troiane Euripide 16

Potrebbero piacerti anche