Il IV libro dellEneide contiene la tormentata vicenda della storia di amore tra Enea e la
regina di Cartagine Didone. Nata quasi per gioco per il volere della dea Venere 1, che voleva
semplicemente rendere la permanenza di suo figlio a Cartagine la pi sicura possibile,
questa relazione diventa velocemente una vera e propria tragedia. Enea stato infatti
costretto dal volere del fato a partire per raggiungere il Lazio, e per questo motivo Giove
invia il suo messaggero Mercurio a ricondurre leroe a quel destino che il protagonista si
quasi dimenticato. Ma cos facendo trasforma il figlio di Anchise in un inconsapevole
carnefice, sordo a tutte le implorazioni sempre pi accorate che la regina di Cartagine
rivolge al suo indirizzo. Si apre cos lultima fase di questa relazione, che Virgilio descrive
con toni patetici. In un primo momento la regina pensa solo alla vendetta, passando
velocemente al rimpianto per non aver ucciso i troiani quando era ancora possibile. Didone
evoca dunque diverse divinit vendicatrici e lancia una terribile maledizione su Enea stesso e
i suoi discendenti 2. Infine, stravolta dallodio, Didone si suicida.
Metro: esametri.
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Qud loquor? ut ubi sm? Quae mnt(em) insnia mtat?
2
Hac precor, hnc voc(em) xtremm cum snguine 37 fndo.
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Drdanim, non hs quaestum mnus in sus.
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con la mano e strappandosi le bionde chiome, disse: Per Giove,
O Sole, che passi in rassegna con le fiamme tutte le opere del mondo,
che quelluomo nefando tocchi i porti e arrivi per mare alle terre,
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cacciato dalle sue terre, strappato dallabbraccio di Iulo,
di una pace ingiusta, non goda del regno o della pace desiderata,
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Ma Didone, affannata e sfrenata nei suoi propositi,
1 Laccordo tra Venere e Giunone viene descritto come una sorta di incontro per siglare un
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accordo politico o matrimoniale: spesso le due cose corrispondevano nellantichit.
2 In tal modo, Virgilio inserisce nel proprio poema la causa eziologica dello scoppio delle
guerre puniche e il vero motivo per cui non ci potr mai esser pace duratura tra le due
nazioni; in una maniera tipicamente elegiaca, il destino di odio tra due popoli viene
determinato dalla relazione infelice vissuta dai fondatori delle rispettive citt.
5 croceum [...] cubile: si tratta del terzo iperbato allinterno dello stesso periodo di due
versi.
7 C un esse sottinteso.
8 Pectus percussa: percussa participio perfetto del verbo percutio, percutis, percussi,
percussum, percutere. Pectus, accusativo singolare neutro del sostantivo di terza
declinazione pectus, pectoris, un accusativo di relazione che indica il punto dove la regina
si sta percuotendo. Laccusativo di relazione viene chiamato anche accusativo alla greca, dal
momento che un costrutto di origine greca, usato in latino soprattutto nellepica.
11 Inluserit: si tratta del futuro anteriore del verbo inludo, inludis, inlusi, inlusum, inludere,
che di norma regge il dativo della persona di cui ci si sta prendendo gioco (in questo
casonostris regnis).
15 Con poche parole Didone stravolge limmagine tradizionale di Enea. La pietas di Enea,
che consisteva anche nel prestar fede nei giuramenti, in realt inesistente, dal momento
che con lei stato spergiuro. Il problema che per compiere il destino suo e di Roma, Enea
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stato costretto a sopportare molte sofferenze e sacrifici, compreso quello non secondario
di violare la propria natura andando contro alla propria pietas.
16 ferro: si intende la spada. Si tratta di una metonimia (in questo caso il materiale per
loggetto).
17 epulandum: si tratta del gerundivo del verbo epulor, epularis, epulatus sum, epulari
concordato ad Ascanium. Si tratta di un riferimento allempio banchetto di Tieste.
Atreo, padre di Agamennone e Menelao, era venuto a contesa per il trono con il fratello
Tieste. Atreo, fingendo una riconciliazione, offr un banchetto al fratello, solo che in realt
tra le varie portate erano stati imbanditi anche i corpi dei figli di Tieste, che erano stati cos
empiamente divorati dal padre.
18 anceps: composto di caput, capitis (testa) significa letteralmente dotato di due teste.
In maniera traslata indica la pluralit di esiti che pu avere una situazione incerta, quindi il
dubbio.
20 Sol: inizia con questa invocazione la maledizione che Didone scaglia sopra Enea e la sua
discendenza. Rendendosi conto che la vendetta fisica e immediata impossibile da
realizzare, la regina lascia agli dei il compito di riportare giustizia. Il Sole veniva spesso
invocato nei giuramenti, perch trovandosi in cielo era capace di vedere tutte le azioni
compiute sulla Terra.
21 lustras: il verbo lustro, lustras, lustravi, lustratum, lustrare indicava inizialmente latto
della purificazione, la lustratio. Dal momento che prima della battaglia lesercito schierato
veniva purificato mediante un sacrificio, il termine and a indicare anche la rassegna dei
soldati e pi in generale lesame di qualcosa.
22 Iuno: Giunone viene invocata in quanto protettrice del matrimonio. Didone ritiene infatti
di essere regolarmente sposata con Enea, anche se il loro matrimonio non stato sancito
dalla normale prassi.
23 Hecate: Ecate era una divinit molto particolare allinterno del Pantheon greco-latino:
essa infatti rappresentava la Luna durante la fase in cui scompare dal cielo (Luna Nuova) e
veniva spesso raffigurata insieme ad Artemide/Diana (Luna crescente) e Selene (la Luna
piena). Probabilmente anche a causa di questa sua triplice natura veniva venerata
allinterno dei trivi, dove si trovavano di frequente sue statue. In quanto rappresentazione
della Luna nella sua fase pi oscura, Ecate veniva considerata la dea della magia e veniva
invocata dalle streghe, sopratttutto in Tessaglia. Per la sua vicinanza col regno dei morti
viene invocata dalla Sibilla cumana prima dellingresso nellAde nel VI libro dellEneide.
24 ululata: Il significato del verbo ululo,ululas, ululavi, ululatum, ululare quello di ululare
o invocare mediante ululati. I cani neri erano considerati sacri a Ecate e spesso i loro
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ululati preannunciavano la sua venuta.
25 Dirae: le Dire sono da identificare con le Furie o Erinni. Questo gruppo di divinit
femminili erano attratte dagli spargimenti di sangue ed erano preposte al compimento delle
maledizioni. Particolarmente violente, le Erinni erano capaci di perseguitare una persona
anche per anni: famoso il caso di Oreste, perseguitato fino alla follia da queste divinit per
aver ucciso la madre Clitemnestra. Si tratta del mito cui si ispir lOrestea di Eschilo.
26 di: nominativo plurale irregolare di deus. Oltre alla forma regolare, si pu trovare anche
dii.
27 Elissae: si tratta sempre di Didone. Elissa sarebbe in realt il vero nome della regina
fondatrice di Cartagine (derivererebbe dal fenicio Allizzah), mentre Didone sarebbe solo un
soprannome attribuitole dai cartaginesi dopo la sua morte (vedi il commento di Servio
allEneide, I, 340). Il nome Elissa si trova comunque solo tre volte allinterno del poema.
29 numen: questo termine, che indicava inizialmente il volere della divinit, in seguit pass
a indicare la divinit stessa. In questo contesto il volere della divinit si doveva manifestare
come vendetta: per questo motivo traduciamo in tale maniera.
31 infandum: un termine composto dal prefisso in- (con valore negativo) e dalla stessa
radice del verbo fari (dire). Il significato originale era dunque indicibile. Ma dal
momento che i nomi delle persone che avevano compiuto empiet non potevano nemmeno
essere pronunciati per evitare di attirare il malaugurio, questo termine and presto a
ottenere il significato di empio, sacrilego.
33 extorris: aggettivo composto dal prefisso ex- (fuori da) e il sostantivo terra (terra),
vuol dire letteralmente allontanato dalla propria terra, quindi esule. Questo termine di
origine giuridica. La maledizione di Didone si realizzer, ma solo in parte, quando Enea sar
costretto ad abbandonare il figlio e i suoi compagni per cercare lalleanza di Evandro e
Tarconte (libro VIII).
34 fruatur: il verbo deponente fruor, frueris, fructus sum, frueri uno dei cinque verbi che
reggono lablativo (gli altri verbi sono utor, vescor, potior, fungor).
35 ante diem: prima del giorno, ovvero prima del momento adatto per un uomo per
morire (ovvero da vecchio).
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viene costretto a combattere contro le popolazioni locali guidate da Turno, re dei Rutuli.
Costretto a chiedere laiuto dellarcade Evandro, rimane per un certo tempo separato dai
suoi uomini e molti troiani cadono in battaglia. Invece, la morte di Enea non viene descritta
dal poema. Secondo alcune fonti leroe sarebbe morto combattendo contro popolazioni
ostili nel letto di un fiume appena pochi anni dopo il suo arrivo nel Lazio.
37 cum sanguine: versare il proprio sangue era un modo per rendere sicuro lavverarsi della
maledizione.
38 Sunto: si tratta dellimperativo futuro del verbo sum. Questo modo viene usato piuttosto
raramente, se si esclude il genere trattatisco-giuridico (come il De agri cultura di Catone). In
questo contesto come se Didone stesse dettando le leggi di comportamento che il suo
popolo dovr seguire nei confronti dei romani.
40 qui [] sequare: si tratta di una relativa col congiuntivo che assume valore finale (ovvero,
una relativa impropria).
42 Con la seconda parte della maledizione Didone condanna il suo popolo a combattere una
guerra spietata contro i romani. Il vendicatore destinato a sorgere dalle sue ossa non
altri che Annibale Barca, il famoso condottiero che sconfisse pi volte i romani durante la
seconda guerra punica. Si racconta che Annibale, ancora bambino, fosse stato convinto dal
padre Amilcare a prestare un giuramento di odio eterno nei confronti dei romani molto
simile a quello espresso nella maledizione della regina morente. Lintero racconto della
permanenza di Enea a Cartagine assume cos i connotati di una etiologia, ovvero un
racconto che serve a spiegare le lontane origini del conflitto tra romani e punici. Il genere
eziologico aveva avuto un notevole successo in et ellenistica; il poeta Callimaco ad esempio
aveva composto gli Aitita, unintera collezione di racconti di questo tipo (purtroppo andata
persa quasi del tutto).
45 quam primum: in questo caso quam ha valore di rafforzativo del superlativo irregolare
primum; lavverbio primum e laggettivo primus, prima, primum sono infatti superlativi di
una forma che non possiede il grado normale -che doveva comunque essere imparentato
con la preposizione prae- e il cui comparativo consiste in prior.
47 Barcen: il nome della nutrice ricorda molto da vicino il cognome della famiglia Barca, che
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aveva dato i natali ad Amilcare e Annibale, strenui rivali dei romani nel corso delle guerre
puniche. Molti vedono in questo quasi una prefigurazione della futura realizzazione della
maledizione di Didone.
48 nutricem: la nutrice svolgeva il ruolo essenziale della confidente nei confronti dei
personaggi femminili nelle tragedie greche.
49 cinis: La cenere indica in questo caso lurna che la contiene. Si tratta di una metonimia (il
contenuto per il contenente).
50 Dic: si tratta dellimperativo irregolare del verbo dico, dicis, dixi, dictum, dicere.
Costruiscono limperativo in questo stesso modo anche il verbo facio e il verbo duco.
53 Didone finge di voler compiere un rituale magico in cui avrebbe dato fuoco a tutti i regali
di Enea per dimenticarlo. Ma gi il fatto che il rito in onore di Plutone (Giove Stigio) getta
una luce inquietante sui reali propositi della regina.
57 sic, sic: si tratta di una geminatio intensiva che serve a rendere maggiormente patetiche
le ultime parole della regina.
58 La richiesta della regina si realizza quando allinizio del libro successivo Enea vede il fumo
levarsi senza sapere il motivo del rogo. Una ulteriore conferma del fatto che la maledizione
destinata a realizzarsi.
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