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La caratterizzazione di Penelope

Penelope rappresenta all’interno dell’Odissea il perfetto modello greco di moglie e di madre.


Rispecchia tutti i valori culturali della società dell’epoca poiché si dedica ai lavori “femminili”,
come la tessitura e la filatura, e passa il suo tempo nelle stanze riservate alle donne del secondo
piano della reggia di Itaca. Ciò emerge dall’episodio in cui lei si scontra con suo figlio Telemaco
per il canto del cantore Femio. Da questa stessa scena del poema omerico si possono ricavare anche
altri due elementi della sua caratterizzazione sociale, ovvero il suo ruolo di regina e quello di madre.
Pur essendo una femmina infatti, non svolge le pulizie di casa, fatte invece dalle sue ancelle, e il
comando nella grande casa non è il suo, bensì di suo figlio, verso il quale nutre tanta stima.
Per quanto riguarda il suo carattere, nello stesso evento, sono molto chiari il suo pudore e la sua
riservatezza nel verso 334, quando avvicina al suo volto il velo per nasconderlo. Lei è anche una
donna saggia, prudente ed intelligente; questo si nota sin dal verso 329, in cui le viene proprio
attribuito l'aggettivo "saggia”. Se pur questi attributi la delineino come razionale, il suo lato più
sensibile si distingue quando prega Femio di smettere di raccontare il ritorno in patria degli Achei
dopo la guerra di Troia, dato che le riaccende il ricordo del marito Odisseo, rendendola malinconica
e nostalgica.
Inoltre viene anche descritta come una bellissima regina e tutti i suoi pretendenti, i Proci, la
bramano fortemente per il suo incanto, tanto che fanno su di lei pensieri offensivi e poco casti.
Alla luce di tutti questi elementi Penelope si può considerare il prototipo perfetto di ragazza
nell’antica Grecia.

Penelope
La moglie di Odisseo, Penelope, rappresenta all’interno del poema omerico dell’Odissea il perfetto
modello greco di moglie e di madre, poiché incarna le caratteristiche femminili che le donne
dell’Antica Grecia dovevano avere.
Nell’episodio in cui ella si scontra con Telemaco, suo figlio, e con il cantore Femio, sono presenti
tutti gli elementi della sua caratterizzazione.
In primo luogo rispecchia tutti i valori culturali della società dell’epoca poiché si dedica ai lavori
“femminili”, come la tessitura e la filatura, e passa il suo tempo nelle stanze riservate alle donne del
secondo piano della reggia di Itaca.
Da questa stessa scena del poema omerico si possono ricavare anche altri due elementi della sua
caratterizzazione sociale, ovvero il suo ruolo di regina e quello di madre. Pur essendo una femmina
infatti, non svolge le pulizie di casa, fatte invece dalle sue ancelle, e il comando nella grande casa
non è il suo, bensì di suo figlio, verso il quale nutre tanta stima.
Per quanto riguarda il suo carattere, nello stesso evento, sono molto chiari il suo pudore e la sua
riservatezza nel verso 334, quando avvicina al suo volto il velo per nasconderlo. Lei è anche una
donna saggia, prudente ed intelligente; questo si nota sin dal verso 329, in cui le viene proprio
attribuito l'aggettivo "saggia”. Se pur questi attributi la delineino come razionale, il suo lato più
sensibile si distingue quando prega Femio di smettere di raccontare il ritorno in patria degli Achei
dopo la guerra di Troia, dato che le riaccende il ricordo del marito Odisseo, rendendola malinconica
e nostalgica.
Per di più viene anche descritta come una bellissima regina e tutti i suoi pretendenti, i Proci, la
bramano fortemente per il suo incanto, tanto che fanno su di lei pensieri offensivi e poco casti.
Alla luce di tutti questi elementi Penelope si può considerare il prototipo perfetto di ragazza
nell’antica Grecia.

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