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• estetiche scientifiche
• estetiche critiche
—> Vattimo usa questo schema per classificare le estetiche dell’800 ma anche del 900, in cui le
argomentazioni saranno riprese in forma più moderna (totalità dell’esperienza, avanguardie, linguaggio)
1. Estetica e modernità
***l’estetica come specifica disciplina filosofica nasce nel 700
—> è il diverso configurarsi della pratica sociale artistica che è responsabile della tarda nascita dell’estetica
- nel 700 la figura dell’artista risulta definita stabilmente sia a livello culturale che sociale:
*produttore di oggetti specifici (opere d’arte) concepiti sotto la categoria della “qualità estetica”
—> prima, l’attività artistica non era unificata e specificata a sufficienza: non poteva essere oggetto di teoria
rapporto tra immagini prodotte dalle arti e la realtà reale (sia quella quotidiana che delle idee)
- l’arte ci allontana dalla realtà vera delle essenze ideali: appassionarvisi è negativo per la formazione morale
—> non si può giustificare le apparenze prodotte dalle arti in relazione a un loro valore specifico (bellezza):
- si deve invece trovare una loro giustificazione in relazione a scopi diversi (formativi, politici..)
- Platone ammette alcuni tipi di musica: mezzi per ristabilire l’equilibrio emotivo
3. Arte e tecnica
***il pensiero antico/medievale è accomunato dal mancato riconoscimento di connessione tra la nozione di
bellezza e arti poetiche, arti figurative, musica e danza:
- le “arti belle” non sono pensate unitariamente sotto una categoria e non sono in rapporto con la bellezza
- sono considerate sullo stesso piano delle altre “tecniche” inventate dall’uomo per facilitarsi la vita
—> quelle che oggi chiamiamo arti corrispondono per i greci alla techné (comprende le nostre tecniche/arti):
*all’interno della categoria della techné vige una sola distinzione tra:
- tecniche che implicano una manipolazione fisica di materiali e la conseguente produzione di oggetti
—> questa separazione verrà trasmessa alla cultura medievale: arti servili - arti liberali
- le nostre arti belle non appartengono tutte alle arti liberali: solo poesia, musica e danza (Muse diverse)
- pittura, scultura e architettura sono considerati lavori manuali e vengono perciò disprezzate
- con “belle arti” l’estetica moderna farà riferimento alle caratteristiche del bello definite dai pensatori greci
5. Arte e struttura
***molti dei temi che strutturano l’”estetica” greca si trovano in Aristotele:
- in certe arti questa imitazione riesce a portare a termine ciò che la natura da sola non riesce/non farebbe
***Aristotele riscatta l’apparenza artistica dalle accuse di Platone (allontana dal vero, turba l’equilibrio)
- la dottrina aristotelica della tragedia si regge su una rigorosa visione strutturale di questa:
*scopo della tragedia è suscitare nello spettatore pietà e terrore - catarsi delle passioni
- il fatto che la tragedia imponga a eventi un ordine dimostra che l’arte può fare ciò che la natura non può:
*poiché gli eventi tragici devono essere collegati tra loro da nessi di verisimiglianza e necessità
*l’arte presenta sia il “come le cose vanno abitualmente” sia il “come dovrebbero andare”
*per questo la poesia è più ‘filosofica’ della natura: ci fa conoscere come funziona il mondo
- produzione e contemplazione del bello sono modi positivi di entrare in rapporto con l’essere in sé
***nel pensiero cristiano è difficile individuare un’estetica specifica ed esplicita, anche perché
la filosofia non riusciva a manifestarsi indipendentemente dalla scienza dell’epoca (teologia):
- la prima filosofia cristiana rifiuta la cultura pagana nella sua totalità (quindi dei suoi filosofi)
—> due concetti maturati in ambito cristiano contribuiscono alla moderna concezione di estetica:
• opera:
- nozione presente anche nella mentalità classica, ma in modo diverso:
*l’opera ha un carattere accidentale, perché la natura è concepita come circolare e ripetitiva
*il lavoro dell’uomo non muta l’ordine naturale del mondo (pensiero aristotelico)
- bellezza viene considerata non un attributo eterno dell’essere, ma una qualità visibile nell’opera di Dio:
*viene ripreso il bello aristotelico/platonico, ma non come oggetto esclusivo della metafisica
*il bello è oggetto anche di opere dell’uomo
• simbolo:
- creazione e incarnazione possono far interpretare il mondo visibile come “figura” di Dio:
*vale non solo per le cose della natura, ma anche per quelle dell’arte (Sacre Scritture)
- molti poeti e scrittori degli inizi dell’età moderna sono studiosi di filologia:
*si dedicano al commento/insegnamento degli antichi testi della letteratura greca e latina
- alla poesia viene così assegnato il ruolo di connettivo tra storia e società:
*accentua la funzione della poesia di assicurare la continuità con la tradizione (quella riconosciuta!)
- viene attribuita importanza alla perfezione formale della lingua e della composizione poetica:
*regole non vissute in contrasto con l’ispirazione (contrariamente al periodo romantico)
- si pongono le basi per il riconoscimento di pittura, scultura e architettura come “arti belle”:
*l’architettura ha il suo carattere scientifico nella necessità di applicare principi fisici/matematici
*pittura e scultura hanno una scientificità perché devono imitare razionalmente la natura (prospettiva)
—> nel Rinastimento maturo (metà 500) la vicinanza tra arte e scienza inizia ad incrinarsi:
- per Vasari nella pittura è più importante il “giudizio dell’occhio” rispetto alla misura scientifica
***nasce la possibilità di progettare un sistema delle arti belle (che sarà portato a compimento solo nel 700)
- connettere ciò che in natura è disgiunto e viceversa (per soddisfare i bisogni dell’animo umano)
—> Inghilterra:
—> Francia:
—> Germania:
- qui nel secondo settecento verranno sviluppate teorie a cui l’estetica moderna è più esplicitamente legata
- riflessione sull’arte subisce l’influenza sia dei pensatori inglesi che francesi
- la cultura tedesca di metà settecento è dominata da un classicismo di origine francese, ma più ricco:
*in Winckelmann l’ammirazione per l’antichità si risolve in messa in questione dei modi d’esistenza moderni
- possibili modi con cui l’estetica concepisce se stessa e il proprio rapporto con l’oggetto di ricerca
1 - Atteggiamento metafisico:
- ritiene fondamentale che l’estetica abbia un suo oggetto e contenuto specifico
2 - Atteggiamento scientifico:
- nega che l’estetica (e la filosofia in generale) abbia un oggetto di ricerca/metodo specifico di affrontarlo
- sostiene che l’estetica debba fornirsi di una metodologia rigorosa (analoga a quella delle scienze naturali)
3 - Atteggiamento critico:
- condivide con gli scientisti il dubbio sull’inesistenza dell’oggetto/metodo estetico specifico
- MA invece di auspicare la sua trasformazione, si costituisce come teoria dell’assenza (di oggetto/metodo)
- idee sono la risoluzione del problema platonico sul valore/carattere delle apparenze prodotte dalla poesia
- ritiene ke la poesia abbia verità propria corrispondente al grado sviluppo di spirito umano/istituzioni sociali
≠ tradizione che cerca giustificazione il mondo poetico cercandone la verosimiglianza, non la verità
- il riconoscimento di una verità propria della poesia avviene nel quadro di una generale filosofia della storia
- alle origini poesia e storia coincidono: è nella poesia che l’umanità primitiva tramanda la propria storia
- si tratta si un sapere proprio dell’umanità nel grado “fantastico” del suo sviluppo
- è la fantasia che permette l’attività che da luogo alla produzione dell’opera d’arte:
*per chiarificare questa nozione, Vico utilizza e ripensa numerosi concetti della riflessione secentesta (wit)
KANT
- essenziale dell’estetica kantiana: aver individuato il luogo trascendentale dell’esperienza estetica nel
sentimento, che viene però liberato dalla sua tradizionale soggettività
- per essendo fondato in un’esperienza sentimentale del soggetto, il giudizio di gusto pretende universalità:
*è una pretesa legittima in quanto alla base giudizio di gusto sta la facoltà conoscitiva
- nel provare piacere per il bello, ciò di cui il soggetto gode è anzitutto la propria appartenenza all’umanità:
*non è possibile scindere il piacere derivato dall’apprezzamento dell’oggetto da quello di sentirsi parte di
coloro che apprezzano quell’oggetto
*il soggetto empirico si sente come fosse soggetto trascendentale, capace di giudizi di validità universale
- dal lato dell’oggetto, il bello è insieme ‘gratuito’ e profondamente radicato nell’intimo delle cose
*non fondato su alcun concetto che lo rende necessario
*è fatto per corrispondere alle esigenze formali delle facoltà conoscitive
Schelling:
- la sua prima filosofia è un’elaborazione della parentela tra natura e spirito umano
- gli sviluppi del suo pensiero comportano un ridimensionamento della centralità assegnata all’arte
*ma contengono aperture per quanto riguarda arte e mito
HEGEL:
- si collega alla problematica kantiana: per Hegel l’arte è una forma dello spirito assoluto
- il bello per Hegel è la manifestazione sensibile dell’idea (si lega a Kant e al classicismo tedesco del 700)
- dato che il bello è concepito come effettiva realizzazione della libertà dello spirito
*di bellezza si può parlare solo in ambito artistico (dove lo spirito opera attivamente)
*non si può quindi parlare di bellezza naturale (dove il grado di casualità è eccessivo)
SCHOPENHAUER
- nel pensiero di schopenhauer si ha una vera e propria assolutizzazione dell’arte
≠ per Hegel l’arte è collocata nell’assoluto come suo momento
- la produzione e la contemplazione del bello sono assoluti perché si sottraggono al divenire e alla storia:
*afferma un assoluto antistoricismo estetico (si lega alla tradizione neoplatonica)
Kierkegaard:
- considera l’esperienza estetica uno stadio dell’esistenza (come quello religioso, o etico):
*è quindi caratterizzata da aspetti di provvisorietà, inautenticità, mistificazione (= condanna Platone)
*nell’aspetto della provvisorietà si avvicina a Kant (inesistenza di teoreticità/praticità del bello)
Nietzsche:
***inizialmente si ritiene discepolo di Schopenhauer:
***nelle opere mature, lo stato dionisiaco verrà definitivamente staccato dalla volontà schopenhaueriana:
- trasferimento (anche parziale) dei problemi filosofici a metodi di ricerca più vicini alle scienze della natura
—> non siamo più nel rapporto diretto arte-scienza; qui l’estetica è la scienza stessa!
Taine:
***estetica scientifica: spiegare in modo sistematico il mondo dell’arte individuando le leggi che lo regolano
- le leggi devono servire a spiegare opere d’arte, personalità artistiche, stili, scuole
Fechner:
- ideò degli esperimenti per capire quali forme geometriche elementari avessero maggiore approvazione
***sono più importanti le premesse metodologiche che i risultati effettivamente raggiunti (= Taine)
Lipps:
- caratteri del bello ripensati come modi in cui il soggetto esperisce con piacere la propria attività vitale:
*soprattutto a livello corporeo e della sensibilità
- visione della vita psichica: movimento e flusso di energie che si investono negli oggetti dell’esperienza
*la psicologia può individuare tali percorsi energetici
—> l’estetica scientifica si concentrerà nel campo delle discipline che studiano il linguaggio
- nella cultura contemporanea lo sforzo di formulare i problemi delle scienze umane in modo scientifico
passa attraverso l’assunzione di modelli derivati dalla linguistica
- il linguaggio è il corpo stesso della poesia: schemi di analisi linguistica trasposti anche alle immagini/suoni
*punto di partenza estetica scientifica 900: ‘funzione poetica’ del linguaggio - peculiarità linguaggio poetico
Richards e Ogden:
***si propongono di eliminare le confusioni tra linguaggio della conoscenza e linguaggio della bellezza:
- il linguaggio poetico rientra in quello emotivo: quindi anche quello dei discorsi valutativi dell’arte
- seppur il neopositivismo delle origini tendesse a respingere ogni linguaggio diverso da quello scientifico
Morris:
- il focus sull’importanza del “corpo” delle opere d’arte avvicina Morris al formalismo di Jakobson
Jakobson:
***in lui scompare il riferimento alle emozioni del linguaggio poetico (≠ Morris, Richards)
- rimane centrale la funzione poetica del linguaggio: l’imporsi del messaggio come tale (= iconicità Morris)
*il messaggio poetico richiama l’attenzione su se stesso (suoni delle parole, costruzioni frasi)
***il movimento strutturalista è servito a liberare la critica letteraria e artistica dai tradizionali vizi retorici:
***tuttavia, la funzione poetica è definita in riferimento a ciò che la tradizione poetica/artistica ha tramandato:
- non c’è possibilità di riflettere criticamente sul come/perché si siano formate e definite tali
***inoltre, la funzione poetica così definita è considerata una funzione costitutiva del linguaggio in toto:
- può manifestarsi in vari modi, ma di fatto non può mancare essendo una componente essenziale
≠ non parlano più di rapporto dell’arte con l’assoluto nel senso di Hegel e Schopenhauer:
—> sono legati alla metafisica dell’800 per il peso centrale che continua ad avere la nozione di totalità
Croce:
- arte come primo momento teoretico dello spirito: momento della conoscenza intuitiva
- operata in una visione dialettica “dei distinti” ma che rimane una teoria della vita spirituale come totalità
Dewey:
- totalità come carattere costitutivo di ogni esperienza umana:
*nel suo aspetto di perfezionamento rivela una qualità estetica
Lukács:
- totalità: categoria del particolare intesa come categoria centrale dell’estetica (risonanza hegeliana)
***nonostante si possa pensare di collegarlo all’estetica scientifica, più vicino all’atteggiamento critico:
- per essere scientifico, la psicanalisi dovrebbe inserirsi pacificamente nel panorama delle scienze
*invece sconvolge la stessa nozione di scienza!
- inizialmente intende fondare il sapere sulla psiche e sui prodotti simbolici del mondo della cultura
- ma in definitiva opera una dislocazione della sede del senso della coscienza in un altrove indefinito
- in questo quadro, l’arte non può più avere una collocazione fissa
***la messa in questione dell’arte avviene secondo una critica della dimensione estetica:
- rifiuto di chiudere l’arte entro un ambito dell’esperienza che non può influire sul resto dell’esperienza
- rifiuto di una dimensione puramente ludica/accessoria dell’arte (caratteristica delle avanguardie 900)
Heidegger:
***rivendicazione della serierà dell’arte
- propone una concezione inaugurale dell’arte/poesia: luogo dove originariamente accade la verità
—> il legame della riflessione estetica heideggeriana con le avanguardie artistiche del 900 è solo implicito
≠ Benjamin e Adorno:
- messa in questione della dimensione estetica legata a considerazioni di sociologia della cultura:
*influenzata profondamente dal marxismo
***differiscono per l’atteggiamento nei confronti dei nuovi mezzi di comunicazione di massa:
- Benjamin ottimista: ‘riproducibilità tecnica’ delle opere d’arte è via per un’esperienza estetica più autentica
*possibilità di uno sviluppo positivo dell’umano nel mondo dei mass media
- Adorno vede l’esperienza estetica come ultima spiaggia della soggettività dell’uomo moderno
*i mass media e la loro organizzazione totale/totalitaria sarebbero una minaccia a questa soggettività
Benjamin:
- avanguardie storiche caratterizzate da aspetti distruttivi dei modelli tradizionali dell’esperienza estetica:
*soprattutto dell’aura di feticcio dell’opera d’arte
- ritiene che si possano preparare le condizioni socio-culturali di una nuova via dell’arte:
*l’esperienza estetica perderebbe il suo carattere elitario
*si eliminerebbe la divisione tra produttori e consumatori d’arte
*verrebbe liquidata la confusione tra valore estetico e valore monetario dell’opera d’arte
Adorno:
- importanza dello shock sullo spettatore (ma in un’ottica diversa: non apertura verso una nuova via)
*come richiamo a valori dell’esperienza estetica in senso tradizionale
*la virtualità (intesa come non-somiglianza tra società prima-dopo) produrrebbe l’effetto di shock
*l’avanguardia novecentesca tende alla virtualità esasperando gli aspetti tecnicistici/linguaggi formali
- arte come luogo in cui si possa vivere il ricordo di un possibile futuro alternativo
- la centralità dell’arte non istituzionale viene attestata in primis nella pratica sociale:
*alla crisi della dimensione estetica (come sfera speficifa/separata) e delle sue istituzioni (museo, teatro..)
è seguito un mutamento di pratiche sociali alternative che non muoiono perché non si risolvono nella
società totale
—> il passaggio dall’oggetto bello alla produzione di eventi di portata sociale e comunitaria